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Gli elementi che concorrono alla formazione di Shopenauer sono gli studi di Kant su Platone, sul
romanticismo, sull’illuminismo e sulle filosofie orientali (in particolare il Buddhismo). Invece Schopenhauer
critica moltissimo l’idealismo hegeliano considerato una filosofia “serva del potere”, per questo il suo
pensiero non avrà immediatamente successo.
K-S. Quella di Schopenauer è una filosofia che parte dalla metafisica, in cui l’essere è il mondo, che viene
analizzato secondo 2 prospettive: il mondo come rappresentazione e il mondo come volontà. Il mondo come
rappresentazione è spiegato magistralmente nella critica della ragion pura di Kant. La rappresentazione del
mondo è effettuata dalle forme a priori della sensibilità (spazio e tempo) e dell'intelletto (12 categorie).
Secondo Schopenauer il mondo è l'insieme delle rappresentazioni interiori che la mente elabora.
Il fenomeno per Kant era il prodotto della conoscenza umana, per Schopenauer è la rappresentazione
soggettiva (visione limitata della soggettività). Il numero invece è l'essenza umanamente irraggiungibile per
Kant e l'essenza conoscibile per Schopenauer.
Secondo Schopenauer tutte le 12 categorie sono riconducibili al principio di causa.
La riflessione sulla conoscenza umana di Kant per Schopenauer è valida, tuttavia egli precisa che il
fenomeno è relativo in quanto filtrato dal velo di Maya. Per Kant il mondo è come una fotografia per ogni
essere umano, è una rappresentazione fedele, invece per Schopenauer il mondo è un quadro: ognuno ha la
propria rappresentazione soggettiva; ognuno costruisce il proprio quadro con il velo di Maya (una
rappresentazione soggettiva e non universale).
Per quanto riguarda il numeno (l’essenza), per Kant è umanamente irraggiungibile, mentre per Schopenauer
è conoscibile. Questa conoscenza dell'assoluto è proporzionale all'intelligenza e alla riflessione dedicata a
questo argomento.
MORTE/ V.V. Il cammino del pensiero che porta l'uomo alla conoscenza numenica della realtà parte dalla
riflessione sulla morte; l’uomo essendo un animale metafisico si meraviglia della sua condizione. Secondo
Schopenauer noi siamo esseri desideranti e questo anelito desiderante condiziona la nostra vita interiore.
Schopenauer chiama questo impulso interiore volontà di vita. Perciò è la volontà di vita che permette
all'uomo di giungere a cogliere il numeno.
Se noi fossimo solo conoscenza e rappresentazione non potremmo uscire dalla vita fenomenica, ma la nostra
vita interiore, i nostri sentimenti, ci permettono di squarciare il velo del fenomeno e di affermare la cosa in
sé.
La cosa in sé del proprio io è la volontà di vivere. L'intero mondo fenomenico è il modo in cui questa
energia vitale (volontà di vita) si manifesta (Da ciò il titolo il mondo come volontà e rappresentazione), in
forme distinte e secondo gradi di consapevolezza diversi, a partire dalla natura inorganica fino all'uomo.
CARR. La volontà di vita è un primordiale inconscio; non è cosciente ma è impulso ed energia. È unica in
tutte le realtà del mondo. È eterna e indistruttibile. È una forma libera e cieca; è un'energia incausata: senza
un perché e senza uno scopo. La sua unica ragione d'essere e alimentare se stessa.
RAPP I e ind. Per Schopenauer il mondo ontologico è basato sulla realtà come espressione della volontà di
vita. Forma originaria che alimenta se stessa e si trova in ogni forma di realtà. La volontà di vita si manifesta
nelle idee (le forme primarie in cui la volontà di vita si esprime, per Platone le idee erano gli archetipi
dell’essere).
Mentre per Platone le idee erano molteplici mentre per Schopenauer sono solo tre: le idee della vita
inorganica, della vita organica e della vita umana (consapevole, cosciente). Il rapporto tra i singoli individui
e le idee consiste nel fatto che ciascun individuo è espressione individuale di una modalità ideale di una delle
idee della volontà di vita. Ciascuna di queste forme segue la stessa logica: la ricerca continua di appagare un
desiderio, che nelle forme di vita inorganica e organica è inconsapevole, ma nell'uomo è consapevole e
determina il dolore.
VITA DOLORE. Per Schopenauer la vita è dolore perché tutte le forme di vita sono coinvolti in un
insensato desiderio di qualcosa; l’essere vive la propria vita con il sentimento che gli manchi qualcosa e
perciò prova tensione per raggiungere quello che gli manca. Questa tensione è il dolore della vita.
L’essere conosce dei momenti di pausa chiamati piacere, gioie, tuttavia sono solo momenti di breve durata
ai quali segue la noia, un senso di vuoto momentaneo. Tutto ciò riconduce l’uomo al desiderio.
L'uomo non è l'unico a soffrire, infatti tutta la realtà paga questa condizione di tensione. Maggiore è
l'intelligenza di comprendere, l'essere consapevoli, peggiore è la sofferenza a cui si è condannati.
Anche l'amore non è altro che una strategia per garantire la sopravvivenza. L'amore esiste per la
procreazione. È la strategia con cui gli individui cercano di aggregarsi, questi individui come unico obiettivo
hanno la riproduzione; così l'amore perde la sua attraente, importanza.
La soluzione al problema della condizione pessima dell'uomo sono le vie di liberazione: l'arte la pietà e
l’ascesi.
L’ARTE: il romanticismo considera l'arte l'espressione assoluta dello spirito umano. L’artista fornisce una
fotografia degli archetipi, delle idee. L'arte è espressione della visione profonda, essenziale della realtà.
L'essenza della realtà per Schopenauer è la volontà di vita. Gli uomini con l'arte ottengono una stupefacente
visione dell'assoluto, che ci distacca, momentaneamente dalla nostra vicende individuali. L'arte più sublime
è la musica. Il limite dell'arte tuttavia è che è momentanea; ci aiuta ad evadere dalla nostra angoscia
momentaneamente.
LA PIETA’; a differenza della contemplazione estetica, l'etica implica l'impegno della ricerca del bene nei
confronti del prossimo. la pietà accantona l'istinto di vita ed esercita la cura dell’altro. In questo modo
assumiamo un comportamento contro natura. La pietà nasce dall'accantonamento dell'eros e dall'esercizio
della carità, ossia dell’agape. secondo Schopenauer la pietà deriva dal sentimento, dalla capacità che gli
esseri umani hanno di avvertire la vita dell’altro. noi ci scopriamo parte della stessa materia, sostanza
vivente. La pietà è un modo di dare un senso alla fatica di vivere. Esiste un atteggiamento negativo, che si
limita a non fare il male nel rispetto delle leggi, e un atteggiamento positivo, che va oltre rispetto alle leggi.
anche la pietà, tuttavia, per Schopenauer è limitata perché circoscritta alla nostra esistenza.
L’ASCESI L'ascesi è lo sforzo di staccarsi completamente dalla propria esistenza. È il tentativo di accostare
il nostro io. L’ascesi per Shopenauer è una sorta di tentativo di estirpare il proprio desiderio di esistere. Il
primo gradino dell'ascesi è quello della castità perfetta, ossia l'astensione da qualsiasi attività sessuale.
succede a questo la rinuncia qualsiasi piacere, l'umiltà, il digiuno, la povertà, il sacrificio, l'auto macerazione.
La soppressione della volontà di vivere quindi è l'unica via di libertà per l'uomo. Con l'ascesi l'uomo
entra nello stato di grazia che i cristiani chiamano estasi. Schopenauer ispirato dal buddhismo la chiama
nirvana, ovvero esperienza del nulla.
L'estasi cristiana e il distacco completo della realtà intera della vita, tutto quello che riguarda l'apparenza del
nostro desiderare, ciò che non è essenziale viene cancellato per trovare un'unione con Dio; l’estasi è l'unione
con Dio. Per Schopenauer l'ascesi non porta all'estasi ma nulla (all'infinito) modello del saggio buddista.
L'ascesi è la fuga dal dolore.
Riflessioni:
La filosofia dell'ascesi è la parte più debole e contraddittoria del pensiero di Schopenauer. Infatti non è
pensabile che la stessa realtà metafisica neghi se stessa. Inoltre S. non ha spiegato come possa la volontà
smettere di volere. Per di più la volontà ascetico contrasta con l'etica della pietà. Infine non è affatto detto
che il quietismo dell'asceta sia l'unica via di risolvere il pessimismo. Leopardi per esempio fornisce una
soluzione diversa, quella della sociale catena.
Infine il fatto che Schopenauer non abbia intrapreso la via dell'ascesi fa sembrare il suo pessimismo poco
sincero.