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Schopenhauer

Schopenhauer è un filosofo antihegeliano che a differenza della sinistra hegeliana per criticarlo non parte delle sue
teorie, anzi si allontana dall’idealismo disprezzando completamente Hegel definendolo come un qualcuno che si
assoggetta al potere (questione della monarchia prussiana), almeno secondo lui Fitch e Schelling erano originali.
Utilizza concetti che poi trasvaluta e di Kant ha in realtà solo il lessico e l’etimologia.

Il filosofo di considera un continuatore di Kant anche se con lui c’entra ben poco. Se per Kant la cosa in sé era
inarrivabile, secondo il filosofo c’è possibilità di accesso. La cosa in sé rappresenta l’essenza delle cose e quindi la
vera conoscenza. In noumeno è infatti ciò che non si assoggetta ai sensi sensoriali dell'uomo (soggettività universale)
mentre il fenomeno è pura parvenza. Il mondo fenomenico è fittizio mentre per Kant era la vera realtà.

Secondo Kant noi conosciamo attraverso le forme a priori che sono spazio, tempo e le 12 categorie, ovvero delle
forme che appartengono al soggetto senziente, son in atto rispetto all’esperienza e senza di queste non possiamo
decodificare le varie esperienze.
Secondo il Schopenhauer noi conosciamo tramite le forme a priori di spazio, tempo e il principio di casualità,
descritto nel saggio “Quadruplice del principio di ragion sufficiente”, e si divide in:
o Agendi: dell'agire, rapporti morali, azioni e motivi
o Essendi: essere, rapporti spazio-temporali e aritmetico geometrici
o Divenendi: del divenire, rapporti causali tra gli oggetti
o Cognosciendi: della conoscenza, rapporti tra premesse e conseguenze

Schopenhauer è il primo filosofo occidentale che prende con riferimento la filosofia orientale. Descrive così il velo di
Maja, ovvero un qualcosa che è possibile rompere tramite il nostro
corpo e le nostre capacità sensoriali, mi impedisce di vedere il mondo Confronto con Leopardi, (letterato Francesco
noumenico. La cosa in sé coincide con la volontà ed è presente anche De Santis)
nel corpo e si esprime tramite il desiderio, e per questo possiamo La poetica di Leopardi si basa sul desiderio di
accedere anche alla cosa in sé. Il velo è rotto tramite il fatto che la desiderio, una caratteristica fondamentale
volontà si manifesta anche all’interno del nostro corpo. del romanticismo. In particolare durante il
periodo di pessimismo cosmico, Leopardi
afferma che la natura ci fornisce degli
La soluzione al dolore del mondo consiste nella liberazione della
strumenti che non possono mai essere
stessa Volontà di vivere. La soluzione di Schopenhauer riprende un
soddisfatti. Secondo il filosofo il desiderio di
po’ il nichilismo, ovvero la negazione della volontà di vivere (nontus),
desiderio è la nostra volontà irrazionale,
dove percorriamo strade che mi allontanano dalla percezione del
universale, senza scopo che ha infatti le
dolore, togliendoci quindi dalle illusioni di una vita felice. Al contrario la
stesse caratteristiche della natura
soluzione di Nietzsche è l’affermazione della vita con il mito del
[imprevedibile] per Leopardi (cfr. dialogo tra
superuomo, ovvero noi accogliamo la vita senza illusioni e parvenze e
islandese e natura). Nel dialogo con Torquato
ciò nonostante accogliamo sé stesso (voluntas).
Tasso, sempre di Leopardi troviamo il
concetto di aspettativa e immaginazione tra
Come ci sottraiamo alla Volontà, che si presenta irrazionale, maligna e
passato e futuro. La felicità rimane sempre in
sta in tutti gli umani e ci fa soffrire? Attraverso 3 tappe di
potenza delle cose e non è mai attualizzata,
“Liberazione”, che ci permettono di non sentire il dolore della Volontà.
non possiamo mai dire “sono felice” ma solo
Queste sono transitorie e non ci allontanano definitivamente:
“sono stato felice” o “sarò felice”.
• Arte: l’arte, al contrario della scienza che si assoggetta ai
bisogni della volontà, è conoscenza libera e disinteressata, che si rivolge a forme pure delle cose, ovvero le
idee. L’arte è l’oggettivazione delle idee UNIVERSALI, la contemplazione di tali idee che rappresentano la
pura essenza dei concetti, ci permettono di non essere più assoggettati ai bisogni pratici della volontà,
sospendo così le mie capacità percettive [tipo alienazione o catarsi] per contemplare la vita, più che viverla.
L’arte sottrae l’uomo dalla quotidianità con un appagamento immobile e compiuto. Il filosofo aveva una
particolare ammirazione per la musica (classica) perché è la più coinvolgente tra le discipline artistiche. La
musica non è pura mimesi delle idee, ma è l’immediata rivelazione della volontà a sé stessa. L’arte più che
liberazione dalla volontà è in realtà conforto alla vita stessa.
• Pietas: compartecipazione al dolore altrui, nel condividere il dolore dell’altro, mi astengo dal mio
• Ascesi: solitudine, ci si libera dai legami terreni. Tramite questa pratica ripresa dal buddismo, io sospendo le
mie capacità percettive. Legata a questa abbiamo il concetto di nirvana, ovvero l’esperienza del nulla come
negazione del mondo stesso.
Sono vie legate alla temporalità, la vita non è altro che pendolo tra dolore e noia, dove la felicità è assenza di dolore.
La differenza sta che Leopardi vede la soluzione nella collettività, mentre Schopenhauer vede la soluzione
dell’individualità.

Entrambi i personaggi però rifiutano il suicidio come soluzione, per due fattori:
• Il suicidio non è negazione della volontà, ma affermazione di essa perché sta negando in realtà la vita
• Il suicidio sopprime solamente l’individuo, che non è altro che la manifestazione fenomenica della Volontà di
vivere, ma non è propriamente la cosa in sè

La novità che Schopenhauer introduce, che sarà poi l’innovazione ripresa da filosofi successivi, è l’elemento
dell’irrazionalità. In particolare verrà ripreso da Freud e Nietzsche, definiti filosofi del sospetto perché cercano il vero
dietro una realtà apparente. Questo filosofo è stato inoltre di ispirazione a grandi letterati come Italo Svevo ed altre
figure di spicco.

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