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SCHOPENHOUER

Marx si oppose a Hegel poiché il momento di opposizione della tesi e antitesi non può essere risolto con
l’autocoscienza. Marx afferma che Hegel non può risolvere il momento negativo attraverso l'intuizione che la
descrive ma è necessario giungere alla sintesi, atraverso l'azione che in Max è descritta nel concetto di lotta di classe.
Schopenhauer rappresenta un oppositore del sistema hegeliano. Schopenhauer nacque in Polonia nel 1788 la sua
formazione avvenne a Gottinga ove influirono le dottrine di Platone di carte. A Berlino segui le lezioni di Fichte ma lo
deluse insieme a Hegel. Egli critica a Hegel ma le sue lezioni vennero abbandonate. Schopenhauer nega la possibilità
di conoscenza razionale del mondo e ciò lo allontana da Hegel che parla invece della razionalità dell'uomo che è
essenza assoluta. Pensiero di Schopenhauer è rappresentato da varie tappe:

-il mondo come rappresentazione

Kant afferma che la ragione dell'uomo riceve dal noumeno delle sensazioni unificate in seguito dell'intelletto dunque
il fenomeno deriva dal noumeno. Egli non conosce la realtà fenomenica, ma la ragione del mondo consiste nella
forma spazio-tempo che vengono ordinate attraverso la casualità. Schopenhauer paragona le forme a priori a vetri
sfaccettati, come un prisma, attraverso cui la visione delle cose si deforma, per questo motivo la visione del mondo
da parte dell'uomo risulta ingannevole. Schopenauer afferma che al di là della verità illusoria esiste una verità
assoluta. Esso fa una distinzione tra essere umano e animale, l'uomo si stupisce della propria esistenza
interrogandosi sull' essenza della vita e ciò è sentito dalle persone intelligenti, ma la ragione dell'uomo non porta alla
verità in quanto la realtà fenomenica è illusoria. Schopenauer considera la realtà fenomenica come un velo, il
cosiddetto Velo di Maya per giungere al noumeno. L'uomo non può mai giungere alla conoscenza del noumeno, ma
solo attraverso l'irrazionalità che si esprime attraverso la volontà, l'uomo può giungere alla verità delle cose. Secondo
Schopenhauer siamo vita e volontà di vivere e il nostro corpo non è altro che la manifestazione della nostra brama
interiore. la volontà è: inconscia, unica, eterna, incausata e senza scopo.

La critica a Kant ed Hegel consiste nell’aver dato valore al razionale e non al irrazionale. Hegel spiega tutti gli aspetti
della realtà considerandoli come momenti necessari allo sviluppo dello spirito ma tale pretesa è lo specchio di un
sistema che trascura il razionale ed il male che spesso sovrasta l’uomo.

IL PESSIMISMO: ESISTERE È SOFFRIRE.

L’uomo agisce e desidera che l’uomo deve attraversare la strada del dolore perché desiderare significa essere uno
stato di tensione per la mancanza di qualcosa che si vorrebbe avere. Schopenhauer aggiunge che accanto al dolore e
al piacere momentaneo esiste una terza condizione: la noia. Essa subentra quando il desiderio viene appagato. La
vita umana, afferma il filosofo, è come un pendolo che oscilla tra dolore e noia, passando attraverso l'intervallo
fugace del piacere

LA SOFFERENZA UNIVERSALE

Il dolore riguarda tutte le creature dell’universo. Tutto soffre, ma l’uomo soffre di più perché è destinato a sentire
maggiormente la spinta della volontà e dell’insoddisfazione del desiderio. Per lo stesso motivo il genio è destinato a
soffrire di più, essendo più sensibile rispetto all’uomo comune “chi aumenta il sapere moltiplica il dolore”.
Schopenhauer pensa che il male sia il principio da cui dipende l'universo. Espressione di tale dolore è l'anelito
frustato della volontà, ma anche l'eterna sofferenza e la lotta continua tra tutte le cose.

Nella vicenda della vita cosmica, l'unico fine della natura è quello di perpetuare la vita e, con esso il dolore. Il fatto
che lo natura voglia solo la sopravvivenza della specie si rivela nell’amore.

LE VIE DELLA LIBERAZIONE DAL DOLORE

Se la vita è essenzialmente dolore e l'uomo impara a non volerla, allora si pensa quella di Schopenhauer è una
filosofia del suicidio universale. In realtà egli condanna il suicidio perché

1) Non è negazione della volontà, me un atto forte del volere, perché il suicida vuole l'esistenza ed è solo
deluso dalle condizioni dell’esistenza;
2) Sopprime l'individuo lasciando intatta la cosa in sé (le verità assoluta che si esprime attraverso la volontà)
che pur morendo in un individuo, rinasce in mille altri (reincarnazione).
La riposta al dolore è la negazione della volontà che implica il passaggio dalla VOLUNTAS alla NOLUNTAS; tale
passaggio avviene solo quando l’uomo ha compreso gli effetti della volontà e se ne vuole liberare. L’uomo può
liberarsi dalla volontà attraverso tre tappe: L’ARTE - LA MORALE - L’ASCESI

L’ARTE

L’arte è la conoscenza libera, essa coglie la conoscenza delle cose, ma non è prigioniera delle cose infatti non le
desidera me le contempla. Nell’arte l’uomo non è più individuo naturale, ma è puro soggetto del conoscere. La
musica è una forma elevata di arte perché ha il potere di metter in contatto le radici dell’essere e della vita

LA MORALE

La morale è un tentativo di superare la lotta tra individui che genera ingiustizia e dolore. Essa implico un reale
impegno nel mondo che deriva da un sentimento di pietà, attraverso cui avvertiamo come nostre le sofferenze altrui.
La pietà nasce da un'esperienza vissuta grazie alla quale, superando il nostro egoismo, compatiamo il prossimo e ci
identifichiamo con il suo dolore anche in questo caso non desidera le cose ma le contempla. Non basta sapere che la
vita è dolore, bisogna realizzare nel profondo questa verità e così sarà la moralità a generare la conoscenza (e non
viceversa). Tale processo morale permette all’uomo di sperimentare la condizione di dolore, capendo che
tormentatore e tormentato sono divisi fenomenicamente, ma noumenicamente sono la stessa realtà.

La morale libera l’uomo dalla lotta tra individui quando si concretizza in due virtù:

 la giustizia che ha carattere negativo perché consiste nel non far male e nel riconoscere agli altri ciò che
riconosciamo a noi stessi
 la carità che si identifica con la volontà del bene al prossimo

L’ASCESI

L’ascesi è l’esperienza per la quale l’individuo vuole estirpare la volontà da sé. Il primo passo verso l’ascesi è la castità
che libera dalla più forte forma di volontà, l’amore e la propagazione della specie. L’umiltà, la povertà, il sacrificio, il
digiuno sono altre strade che portano alla soppressione del volere. Quando l’uomo conosce la volontà e la sua
ambivalenza (ti fa conoscere il noumeno, ma ti lega al desiderio, al dolore) si sottrae al principio del male. Così
l’uomo entra in uno stato di grazia: il NIRVANA che è l’esperienza del nulla relativo, al mondo, cioè una negazione del
mondo stesso. Quindi nel momento in cui l’uomo si libera dal volere entra in uno spazio luminoso di serenità in cui si
dissolve la nozione stessa di io.

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