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ARTHUR SCHOPENHAUER

Nacque ad Anzica, in Polonia, nel 1788.


Dalla sua biografia emerge una figura particolare; proveniva da una
rigida famiglia e ciò sviluppò in lui un atteggiamento insofferente.
Schopenhauer tuttavia, risente anche di una insofferenza filosofica
ed era dovuta ad Hegel. Lo stesso Schopenhauer definì Hegel il
classico “uomo accademico privo di personalità”. Le sue lezioni
all’università di Berlino erno disertate per Hegel; si dice che fin da
giovane partecipò alle lezioni di Fichte ma non nutrì particolare
interesse nei confronti della corrente idealista.
Schopenhauer seguirà i seguenti riferimenti filosofici:
➢ Kant (concetto di fenomeno e noumeno);
➢ Platone (teoria delle idee);
➢ Il pensiero orientale (il velo di Maya) in particolar modo, era
molto affascinato dal lontano oriente.
Data la statura filosofica di Hegel, inizialmente il pensiero di Schopenhauer si instaura con
fatica. Lasciò l’accademia per evitare il pensiero idealista anche se questo era molto potente
al tempo.
Schopenhauer sarà apprezzato successivamente e verrà riscoperto da Freud, Nice,
Wagner… quindi possiamo dire che il suo pensierò influenzerà diversi ambiti.
Schopenhauer prese da Kant la realtà, l’oggetto della filosofia, vista come una serie di
rappresentazioni fenomeniche.
Queste rappresentaioni però non sono l’essenza della realtà, sono appunto fenomeniche. Il
mondo rimane la grande incognita, il noumeno.
Schopenhauer, rifacendosi al pensiero orientale, userà l’immagine del velo di Maya per dirci
che questo nasconde l'essenza delle cose, non ci permette di vedere la realtà nella sua
purezza ma ci appare come una serie di rappresentazioni fenomeniche. Il mondo è solo una
serie di immagini illusorie.
Anche per Schoepenhauer il soggettosi riflette attraverso la realtà rappresentativa
.
QUAL E’ IL COMPITO DELLA FILOSOFOFIA?
La filosofia non deve offrire rappresentazioni rassicuranti e questo è il grande errore della
corrente idealista.
La filosofia non deve rassicurare, al contrario, deve guardare la realtà così com’è anche se
questa è inquietante.
Schopenhauer si rifà alla filosofia rappresentativa ma, in cosa consiste la rappresentazione?
Kant sbaglia e con lui tutti coloro che abbracciano il realismo (Cartesio, Locke…).

N.B I realisti sono coloro che mettono in discussione

Schopenhauer allo stesso tempo non può abbracciare l’idealismo in quanto afferma che
soggetto e oggetto esistono esclusivamente come poli della rappresentazione stessa; al di
fuori della realtà rappresentativa non ha senso parlare di soggetto e oggetto.
Kant aveva sbagliato ad affermare che il fenomeno non si può superare; secondo
Schopenhauer il compito della filosofia è proprio quello di squarciare il velo di Maya dalle
apparenze, bisogna andare al noumeno.
L’errore di Kant è stato proprio quello di pensare di arrivare al noumeno per via razionale.
COME ARRIVO AL NOUMENO?
(Riprende vagamente Spinoza)
Arrivo tramite il corpo. Il corpo non è asettico ma lancia dei segnali, arriva alla volontà (al
conatus per Spinoza) .
Ricordiamo che l’uomo è un’unità di pensiero e corpo.
L’essenza del corpo è la volontà (il noumeno).
Schopenhauer immagina che la volontà è all’origine di tutto; la caratteristica della volontà è
quella di essere libera dalla ragione. Siamo in balia della più radicale irrazionalità quindi la
stessa volontà è anch’essa irrazionale.
La volontà viene vista come una forza cieca , è un’energia incausata e non ha alcuna meta
oltre sé stessa. Possiamo quindi affermare che la vita vuole la vita stessa, vuole la volontà e
tutto ricare dentro l’orizzonte del vivere e del voler vivere.

CFR . Leopardi : la natura madre è indifferente, segue il ciclo cosmico . La volonta di


Schopenhauer è come la natura leopardiana, è indistruttibile, vuole essere esclusivamente
imperitura.
Secondo Schopenhauer milioni di uomini vivono per vivere e continuare a vivere. Questa è
la vera cruda realtà.

Nel mondo rappresentativo tutto è sottoposto a spazio, tempo e casualità (quest'ultima è la


categoria che spiega la realtà fenomenica).
Nel mondo noumenico abbiamo la volontà e gli archetipi ossia la maniera attraverso cui la
volontà si manifesta nel mondo. Le idee archetipe sono uguali alle idee perfette platoniche.

→Il capolavoro di Schopenhauer dal titolo “il mondo come volotà e rappresentazione” riassume
il suo pensiero. In questa opera ci parla di un pessimismo che riguarda il creato.
La visione pessimista di Schopenhauer si contrappone con Hegel.
La vita individuale è un cieco divenire senza scopo → visione irrazionale e pessimista.

Se siamo condannati a una vita senza scopo, cosa ne consegue?


Riprende in parte la visione platonica; la nostra vita è un alternarsi ciclico di illusioni che
vanno a creare delle aspettative, ma queste illusioni sono destinate a diventare delusioni.
Una volta che si presenta la delusione questa si trasforma in dolore, sofferenza. La
sofferenza può riprodursi nel corpo ma, tuttavia, è quella condizione che tiene vivi.
La condizione peggiore è quella che subentra dopo il dolore ossia la noia. La noia è
caratterizzata da un senso di vuoto, ci mette a contatto la realtè effettiva.
La vita è come un pendolo che oscilla tra dolore e noia. La felicità sta nel mezzo ed è una
vera e propria illusione, dura il tempo dell’oscillazione del pendolo, ha una durata minima.
La felicità è un attimo fuggente poiché abbiamo anche la volontà che non è mai sazia, è
sempre affamata e ci condanna all’insoddisfazione perpetua.
Il pendolo rimanda al tempo → categoria essenziale .
La volontà quindi, ti costringe ad avere sempre nuovi obiettivi.
Schopenhauer ci elenca delle delusioni massime :
➢ Amore;
➢ Amicizia.
Due grandi sentimenti a cui molliamo la vita ma Schoepnhauer ci dimostra come questi
siano il contrario di ciò che l’ilussione ci mostra. Schopenhauer è dissacrante, afferma ciò
che crede senza alcuna retorica.
Pensava che l’amore fosse uno scherzo di natura; l’amoreha come unico scopo quello di
usare eros a scopo procreativo.
Non esiste amore senza fisicità perhè il suo scopo è la procreazione . Una donna, dopo
l’’atto fisico procreativo, perde la sua bellezza ed è per questo motivo che l’uomo tende ad
avvicinarsi sempre a più donne.
La regola della natura è quella di mandare avanti la specie (visione leopardiana) tuttavia, il
fine dell’unione è proprio il mantenimento della specie.
L’unica forma di amore che elogia è quello disinteressato per la pietà.
Nei confronti dell’amicizia Schopenhauer pensava che questa fosse mossa da un interesse;
non è un sentimento puro, ma è disinteressato . L’amicia si muove per un tornaconto.
L’amicizia nasconde sentimenti di ostilità, ci porta ad essere gelosi dell’altro. L’amicia non è
un sentimento puro che ci porta ad essere emaptici con gli altri, al contrario, alimenta un
sentimento di invidia nei confronti dei successi degli altri.
L’ottimismo sociale non esiste, i rapporti umani sono destinati a dei conflitti, a degli scontri in
cui gli uomini vogliono superarsi a vicenda e quindi vige uno spirito di sopraffazione. Gli
uomini vivono assieme solo perchè questi sono mossi dal bisogno.

Queste delusioni che alimentano il nostro vivere in modo illusorio, sono state smascherate.
Schopenhauer ci offre delle vie, riprendendo le filosofie occidentali, che permettono all’uomo
di liberarsi dal dolore ma non utilizzo il suicidio poichè questo è espressione della volontà
dell’uomo in quanto il suicidio provoca dolore.
Esistono quindi dei modi che ci privano in modo continuativo delle sofferenze?.
La risposta è affermativa e le forme sono le seguenti:
➢ L’arte;
➢ L’etica della pietà o compassione;
➢ L’ascesi.

L’ARTE: Nel mondo romantico, l’arte ha un posto di rilievo.


L’arte viene vista come strumento capace di liberarci dal dolore perchè di fronte alla
contemplazione estetica fuggo dalle categorie che mi incatenano dal mondo fenomeico.
Attraverso l’arte mi immergo nella contemplazione estetica e per un momento riesco ad
immergermi nel mondo archetipo, diverso da quello fenomenico.
Ma un posto di riguardo lo ricopre la musica: la musica è in grado di arrivare
immediatamente. La musica arriva in modo forte e immediato, è in grado di sospenderci dal
mondo fenomemico.
La musica però, non è eterna, finisce e con essa anche il momento illusorio → l’arte ci libera dalle
sofferenze solo per un breve tempo.

L’ETICA DELLA PIETA’: E’ ciò che non accade nell’amore e nell’amicizia.


La pietas è la capacità di immedesimarsi nell’altro, e quindi alimentare un sentimento di
empatia così forte che ci porta a dimenticarci di noi stessi.
La pietas mi fa dimenticare del mio dolore ma allo stesso tempo mi fa entrare a contatto
conil dolore dell’altro Non mi priva in modo continuativo del mio dolore.
La pietas si può realizzare attraverso: la giustizia (riconoscere all’altro ciò che è giusto che
venga riconosciuto), la carità.

L’ASCESI O NIRVANA: L’ascesi consiste nel cessare di volere la vita e sé stessi.


L’ascesi è uno stato di contemplazione in cui sono in pace solo con la natura. Tramite
l’ascesi estirpo il mio desiderio di vivere e godo tramite degli accorgimenti come la castità,
l’umiltà e il sacrificio.
Si raggiunge quella concezione che viene chiamata dalla pratica buddista “nirvana” che
viene identificata con la non-volontà ovvero l’esperienza del nulla nel mondo che mi
permette di trovare la quiete autentica.

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