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Schopenhauer

Schopenhauer nacque nel 1788 a Danzica, proveniva da una famiglia benestante, il padre infatti era un
banchiere e la madre una letterata di medio successo cosa che gli permise anche nella sua infanzia di
viaggiare. Da

Schopenhauer nasce nel 1788 a Danzica, da una famiglia benestante, padre banchiere e la madre è una
letterata di medio successo, la sua infanzia gli permette anche di viaggiare. Danzica a quel tempo non
faceva parte della Polonia. Il padre vorerbbe indirizzarlo alla sua carriera, a fare qualcosa di produttivo. Gli
eventi che gli accadreanno durante l’infanzia cambieranno il suo pensiero, l’evento più traumatico e la sua
probabile non propensione alle materie tecniche e il padre su suicida e con la mamma non ha un buon
rapporto in quanto la riterrà causa del suicidio del padre, viaggera molto e verrà anche italia. La
caratteristica che caratterizzera il suo pensiero è l’antidealismo. Tra le sue fonti ci furono Kant, in parte
Catorne E IL romanticismo. Il suo pensiero parte proprio da kAnt che ha impostato bene il problema sulla
riflessione sulla realtò ma non è giunto alla fine. Dice che oltre il fenomeno non possiamo andare, possiamo
fare ipotesi e postulati ma non possiamo andare oltre Shopenhauer non si accontenterò di questo

Asoclterà anche le lezioni di fichte ma non le condividerà

Nei suoi viaggi otterrà la libera docenza a berlino, poteva fare lezione ma non lo pagavano e in quanto
opposizinoe di Hegel metterà le sue lezioni nelle stesse ore di Hegel ma Hegel era insuperabile. Hegel è
idelista e razionale.

La filosofia di Shopenhauer è CONsiderata antidealista ma soptattuto anti hegeliana, lui è contro le


cknclusioni positive della filoosifa idealista, contro le conclusioni razionali, la filosofai di shope sarà
principalemnte irrazionale

Nel 1818 pubblica il suo capolvoro: il mondo come volontà e rappresentazione

È contro le conclusioni razionali, la sua filosofia rappresenta la massima espressione del pessimismo.

La pubblicazione di quest’opera, è sostsanzialmente un fiasco. Non se lo compra nessuno. Si dice che


quest’opera all’inizio andarono al macero perche non se le comprò nessuno. Qua inizia la sua sofferenza
che condizionò anche il suo pensiero. La sofferena di Shopenhauer che non otterrà successo durante la sua
vita cambierà nel 1848, la primavera dei popoli, moti rivoluzionari che fallirono. L’atteggiamento positivo
razionale, provvidenzialistico della filosofia idealistica e di Hegel inizia a scricchiolare, si perde al speranza
nel futuro e la filosofia pessimista di shopenauer inizia a interessare qualcuno e nel 1851 pubblicherà
PARERGA ET PARALIPOMENA che è latino, e vuol dire cose tralasciate e chiarimenti. Quest’opera è una
trsposizione della precedente, più breve e coincisa, meno complessa e più digeribile dal pubblico.

Questo ebbe successo e si godrà il usccesso solo negli ulitimi anni e rimarrà solo accudito dal suo pirografo
e dai suoi 4 cani chiamati tutti Atma, anima del mondo

Era un vecchio porco

Un episodio simpatico della sua vita, lui sta studiando nel suo studio e ci sta una signora che stava pulendo
e allora lui la butta per le scale eprchè lo stava distraendo

Shopenhauer è importante per l’innovazione che porta nel pensiero e influenzerà i successivi filosofi, le
influenze di Shopenhauer PLATONE, KANT, ROMANTICISMO perché dolore, arte= forma di liberazione del
dolore. Si ispira al romatnicismo ma è antiidealista.

Un’altra fonte importante che influenzerà Shopenhauer è sicuramente la cultura indiana, l’induismo,
dell’estremo oriente, tramite un suo amico Mier che gli riporta gli scritti orientali, leggerà le Upanishad,
testo religioso dell’oriente, i meccanismo che inizia a far ragionere Shopenhauer saranno pensieri
occidentali, come Kant ma ci saranno anche delle influenze del pensiero occidentale.

Ci ricordiamo che lui profondamente odia Hegel, lo definisce sicario della verità, un ciarlatano pedante e
stucchevole, un mercenario della cultura, Hegel ha avuto tutto quel successo perché asseconda i potenti.

Il pensiero

Schopenhauer parte da Kant, secondo lui Kant, parte da distinzione tra fenomeno e noumeno, fenomeno è
quello che noi percepiamo, quello con il quale noi veniamo a contatto ma che non è la verità vera, che è il
noumeno, che noi non possiamo conoscere. Kant si fermava qui ma Schope è convinto che si possa
conoscere il noumeno e va avanti

Tra i due c’è una differenza, anche shope dice che noi conosciamo le cose tramite i sensi, le forme a pripri
della conoscenza, spazio e tempo, ma al posto delle dodici categorie lui mette il principio di causalità o il
principio di ragion sufficiente, da una causa deriva per forza un effetto. Shope non chiama più il fenomeno
fenomeno ma lo chiama rappresentazione, infatti è la rappresentazione che io mi faccio, il discorso della
rappresentazione deriva in parte anche dall’idealismo, l’io che si rappresenta cioò che è fuori di me dentro
di me. Questa è la realtà superficiale, questa realtà ovviamente non è la verità, dietro questa realtà che
percepiamo c’è il noumeno che dobbiamo conoscere, tra noi e il noumeno c’è un ostacolo, shope dice che
quello che noi ci rappresentiamo, il fenomeno non è come per kant simile al noumeno. Kant diceva che noi
avviamo le lenti colorate, quindi c’è una certa corrispondenza tra fenomeno e noumeno, erano diversi ma
simili, in parte diversa. Quindi noi potevano usare le categorie per darci un ordine e una spiegazione ai
fenomeno

Shope dice che noi non abbiamo lenti colorate ma lenti deformanti, noi vediamo la realtà deformata, non
colorata, il che è diverso. È come se la realtà fosse deformata. Quali conseguenza può avere questo? La
conseguenza è che è completamente diverso dalla realtà in se, dal noumeno, se seguiamo il ragionamento
di kant noi vediamo la raltà leggermente diversa e quindi ad essa possiamo applicare tutte le leggi che
conosciamo, la matematica, la fisica ecc. shope invece sta dicendo che queste leggi sono sbagliate perche si
applicano a una realtà che non è vera. La realtà secondo lui è caos. Le conclusioni razionali di kant sono
sbagliate eprchè fra noi e la realtà c’è un’ostacolo che shope chiama velo di Maja che prende dall’oriente.
Maja era una dea che mette questo velo vellutato, non trasparente, vedo non vedo.

Se davanti ai nostri occhi c’è un velo che ottunde, che non permette di percepire in maniera corretta la
realtà, tutte queste leggi che noi abbiamo che passano la vita a studiare queste elggi sono sbagliate eprchè
noi non capiamo la realtà.

Il mondo è una mia rappresentazione, infatti il velo che sta davanti ai nostri occhi non lo deforma nello
stesso modo per tutti. Il mondo è una mia rappresentazione e c’è dipendenza biunivoca tra io e il mondo,
perché il mondo ha bisogno di me che lo rappersento e io ho bisogno del mondo da rappresentare.

Per i materialisti è tutto oggetto, tutto riconducibile alla materia,per gli idealisti è tutto idea, invece c’è un
rapporto biunivoco perché noi abbiamo bisgno del mondo da rappresentare e il mondo ha bisogno di noi
che lo rappresentiamo. Per shope c’è equilibrio, stiamo in mezzo.

Il mondo che noi ci rappresentiamo è qeuello dei nessi causali che sono falsi e non sono attendivili.

Shope cita Shakespeare, siamo fatti della stessa sostanza dei sogni, la realtà è il frutto di un sogno, la realtà
è onirica. Parliamo di un caos, l’esatto contrario di hegel. Ma shope dice che l’uomo è un animale
metafisico e non si accontentea di questo caos, che siamo nella presenza di un ordine apparente falso, il
noumeno non lo conosciamo per niente. È totalmente altro. Dobbiamo squarciare il velo di Maja. Come
leopardi, natura, romanticismo.

La poesia di leopardi che ci da questa impressione è l’infinito, ci immaginiamo l’infinito oltre la siepe come il
noumeno oltre il velo

Per arrivare al noimeno non sono bastevoli ne l’intelletto di kant ne la raginoe di hegel.

L’illuminimso e l’idealismo hanno sbagliato, non hanno ottenuto le giuste conclusioni, quello che ci rimane
da usare, lo spirito e l’intelletto non bastano, bisogna ripiegarsi su se stessi, guardare al corpo. Noi non
simao solo intelletto e ragione, siamo anche corpo. Shope dice che la mente pensa, il corpo sente. Sentire,
l’interiorità. Se noi ci guardimao dentro e andimo a guardare cosa c’è dentro di noi superiamo lo spazio il
tempo e il principio di causalita, shope individua la verità ultima delle cose nel desiderio che lui chiama
volontà, volontà di vivere. Va oltre le forme. Il desiderio che abbiamo dentro non lo possiamo spazializzare.
Il desiderio va oltre lo spazio e il tempo, il desiderio non è temporalizzabile. Sensibilità. Spazio tempo e
causalità, per conoscere la raltà

La realtà ultima è la volontà di vivere che è dentro tutto in maniera diversa, è anche dentro le pietre.

Tutto nel mondo è una espressione della volontà di vivere, della brama, del desiderio. Anche il nostro
corpo. Il primo principio della volontà è il persistere nel proprio essre, continuare a esistere, anche quando
stiamo facendo altro la panvia brontola pechè per sopravvivere devi mangaire. Volontà si sopravvivere e di
fare sopravvivere la specie. Shope fa una specie di scaletta, cose inanimate, piante, animali, uomo. L’uomo
è al vertice di questa piramide.

Se il libro non vuole essere più libro io devo agire con la mia volontà altrimenti quello rimarrebbe un libro

L’uomo anche se è al vertice della piramide è infelice e soffre di più perché è cosciente della prorpia volontà
e dalla propria infelicità, che deriva dalla volontà, di mangiare e riprodurci, ci illude, la volontà è come se
fosse l’assoluto, DIO. Ma questa volontà non sottostando alle leggi di spazio tempo e causalità comporta
che la volontà è irrazionale. La volontà non ha uno scopo. L’unico scopo della volontà è continuare a volere.
L’uomo non fa altro che assecondare la volontà e il desiderio che è infinito cieco e irrazionale. Dietro al velo
di Maja c’è la colontà

È una forza libera e cieca la volontà, eterna e infinita

Il desiderio non finisce mai, quando tu lo raggiungi ce n’è subiro un altro. Il desiderio è un rincorrersi
infinito. Il desiderio del riprodurci è un’illusione che la volontà ci da per darci l’illusione che la vita sia
infinita, è un trucco della volontà. La volontà si nutre del desiderio. La nostra esistenza è un rincorrere
qualcsoa di irraggiungibile infinito eterno e irrazionale.

La vita non ha senso, sono spunti che influenzeranno molto i filosofi che verranno.

Per shipe dio non esiste, l’uomo è in balia della volontà che è cieca e irrazionale e arriva a dire shope nella
sua allegria proverbiale che l’uomo è un animale malaticcio perché è cosciente della ovlontà a differenza
delle piante e degli animali che vivono più gelici, noi essendo consapevoli del desinto infausto che ci aspetta
e della sofferenza.

La vita è come un pendolo che oscilla tra dolore e colontà

La volontà di vivere è

- Inconsica, impulso inconsapevole


- Unica, al di la del principio di individuaizone
- Eterna, al di la del tempo
- Incausata, al di la della causalità
- Senza scopo

È una forza cieca e senza meta.

L’assoluto di shope è la volonta di vivere. Questa ci provoca l’effetto immediato e imminente della volontà,
il desiderio che è quella caratteristica che contraddistingue tutti gli esseri vivnti e non, anche le cose
inanimate desiderano restare nella propria condinzion. Questi desideri non possono essere esauditi, si
desidera qualcosa che non si ha, e dato che i desideri che non possono essere realizzati, portano a
sofferenza. Tutto soffre. La conseguenza è che per ogni desiderio raggintone nascono altri dieci che non
raggiungi, quindi tutto il cosmo soffre, la vita di tutto il cosmo è dolore perché i desideri si rinnovano
conntinuament. Più si capisce, più conosciamo, più comprendimao, più desideri abbiamo e più soffriamo. I
desideri non si appaganano, mai, è una caratteristica umana.

Se tutto soffre e la vita è dolore, cos’è il piacere?

Riprende questa frase da Pietro Verri, illuminista italiano, il piacere è cessazione del dolore. Parallelismo tra
shope e leopardi, anche se non si sono mai incontrati, probabile che leo abbia letto shope e schope abbia
letto leo solo alla fine.

Se il dolore è la caratteristica fondamentale di tutti gli esserei del cosmo e il piacere è cessazione del dolore,
il dolore può esistere anche senza piacere ma il piacere senza dolore non può esistere. Frase a effetto: non
esistono rose senza spine ma esistono molte spine senza rose.

Per provare piacere devi per forza prima soffrire.

Prima di conquistare una ragazza devi fare un percorso molro lungo, quando invece riesci a conquistarla
quanto dura il piacere?

Il piacere per essere piacere ed annullare il dolore annulla anche se stesso

Shope pessimismo cosmico, dolore costante mentre piacere momenti, come leo.

Se il piacere durasse di più diventerebbe noia

Visto che la situa è questa alcuni potrebbero scegliere di vivere con il velo davanti agli occhim vuoi vedere
tutta la verità con le sofferenza che porta o vuoi continuare a vivere non sapendo

Sono tutti desideri che portano piacere

Se è vero che la maggior parte della vita è dolore e ci sono piccoli momenti di piacere, arrivano anche
momenti nei quali c’è noia. Momenti nei quali non c’è ne piacere ne dolore. Ci sono piccoli momenti nei
quali non stai realizzzando qualcosa, i ldiolore si acquieta, il piacere non c’è ha eliminato se stesso ma
anche la noia dura poco, perché anche se ci annoiamo tornano i desideri.

La vita è come un pendolo che oscilla tra dolore e noia con brevi sprazi di piacere.

Le consefuenze di tutto questeo discorso è che l’universo non ha scopo, l’esistenza non ha senso, siamo
tutto in balia nella volontà di vivere cieca e irrazionale.

La nostra esistenza è inutile, non esiste un cammino come quello religioso, la cristianità ti dice di soffrire
adesso e poi ci sarà cita eterna, è una presa per il culo, la nostra vita non ha senso, non c’è uno scopo
nell’universo, non ‘è una predisposizione dell’universo,

l’amore, potrebbe essere una soluzione, se trovo una persona con la quale posso condividere la mia vita
saerbbe una forma di piacere, shope dice che l’amore sessuale, l’amore è un trucco pechè dice shope che
se hegel dice che ci sono alcuni soggetti che sono astuzie della ragione per curvare la storia, per shope
l’amore è un’astuzia della volonta, petchè dice shope che l’amore sono due infelicità che si incontrano per
dare vita a una terza infelicità.

La volontà nella sua volontà di persistere nel suo essere fa si che noi ci illudiamo di innamorarci di qualcuno
ma p solamente una furbizia della volontà che ci fa desiderare una persona pensand ce possa essere la
nostra salvezza.

Il mettersi insieme e fare figli è la cosa più brutta che ci può essre perché il bambino non ha nessuna colpa
ma tu lo metti nella strada della sofferenza. Shope dice che questo si vede anche dal corpo delle donne, lui
dice che le donne sono belle in età fertile, quando arriva la menopausa sfioriscono, la volontà le fa essere
belle per attrarre uomini.

Fare figli è il peggiore dei crimini, infatti shope dice perché il sessp è un tabù perché inconsapevolmente noi
sappiamo che la sessualità genrea un crimine, metti al mondo una nuova vita innocente che sffrira.

Per completare il quadro ci da delle visioni dove si oppone alle varie forme di ottimismo

1. Ottimismo cosmico, quel pensiero seono il quale esiste una legge universale che guida l’andamento
del cosmo, quello che accade nel mondo ha una forma di tendenza verso un progettto, un fine. Un
po’ come diceva Hegel o Laibniz (quello che noi abbiamo è il migliore dei mondi possibili)SHOPE
dice chenon è vero che è il migliore dei monid possibili, Dante quando c’è la parte dell’inferno usa
molti particolari perché descrive un po’ il mondo mentre qunado parla del paradiso non descrive
molto perché se lo dovrebbe inventare. Il cosmo non è indirizzato verso un ordine razionale come
diceva Hegel
2. Ottimismo sociale, secondo la maggior parte dei filosofi. Come aristotele, l’uomo è un animale
sociale, infatti noi costuiamo le cose insieme. Shope si rifa pari pari a Hobbes, regola del più forte,
L’uomo è lupo verso gli altri uomini, l’uomo è cattivo. Shope sposa pari pari questa tesi. Non esiste
un discorso di fratellanza e amore fra gli uomini. Lo stato non esiste per dirigeree le persone verso
un bene superiore, lo stato è necessario all’uomo perché porta le leggi che impediscono che gli
uomini si ammazzino tra di loro.
3. Ottimismo storico, sparato contro hegel. Secodo hegel la storia passando anche per momenti bui,
ha comunque una sua razionalità che nonostante lui non la veda ci porta verso un been superiore,
la storia è indirizzata verso un fine, verso un bene razionale. Shope dice che sono sciocchezze
prechè l’uom è sempre uguale a se staesso, la storia è sempre il ripetersi costante ed eterno del
ripetersi della storia, l’uomo non impara, ripete sempre gli stessi errorei, la storia è una ripetizione
costante della stessa tragedia.

Shope ci da anche opzioni per uscire da questo dramma cosmoteandrico, da questo pessimismo.

Uno dovrebbe pensare che una soluzione, se il mondo e noi non abbiamo senso e siamo schiavi di una
volontà irrazionale e siamo sempre afflitti dal dolore, uno potrebbe pensare che una soluzione potreebbe
essere il suicidio. Non può esseer una soluzione il suicidio perché se io mi suicido uccido la mia picola
volontà che è una caccolina dell’assoluto. la volontà è qualcosa non descivibile ma al di al della realtà, il mio
suicidio sarebbe un nulla, è inutile considerando l’assoluto in quanto volontà. È negativo perché tu ammazzi
la tua piccola volontà che non arreca danno alla volontà. Per prendere coraggio e suicidarsi, è un atto
fortissimo di volontà, ci vuole molto coraggio e molta volontà, atto supremo di volontà ed è come se si
desse ragione alla volontà, è come se stessimo dicendo io voglio vivere ma non riesco a vivere come vorrei
che mi suicido, non è una rinuncia alla ovlontà, io vorrei tanto vivere ma non riesco a vivere come vorrei e
commetto l’ultimo atto che va a dare forza alla voltontà. Il suicidio è inutile e dannoso.
Quali possono essere le vie di liberazione dal dolore, se la vita è tragedia e tutto questo è provocato dalla
volontà che ci provoca dolore, per usicre dal dolore ci sono 3 wterade da percorrere.

1. L’arte, perché l’opera d’arte in un certo senso di estranea e ti aliena dalla tua condizione di eterna
sofferenza di dolore e desiderio, romanticismo. Se io ho davanti un’opera d’arte riesce a
dimenticare di volere e dal dolore cche ne consegue. Tra noi e la volontà ci sono le idee platoniche,
la volontà è l’assoluto. quando guediamo l’opera d’arte di un paesaggio noi vediamo l’idea
universale del paesaggio. Se contempliamo un opera d’arte che rappresenta un paesaggio ci
estraniamo dall’eterna cosa di dolore. Le arti più sono astratte e più sono adeguate, meno sono
collegate al mondo e meno sono adeguate. L’architettura la pittura la poesia, la tragedia, ma c’è un
arte che è suepriore a tutte la altre arti, un arte che mette a parte. La musica è l’arte più astratta,
non rimanda a qualcosa di materiale, è metafisica in suoni. Tutto quello he stiamo vedendo
partendo dall’arte, stiamo cercando di staccarci dal desiderio. la musica ci astrae, musica classica.
Anche la musica è ottima come soluzione, via di liberazione dal dllore ma ha un problema, che è
temporanea. Possiamo acnhe essere rapiti da un’opera d’arte, da una composizione di Mozart, ma
è temporanea, perché anche se vieni rapito da un quadro, dopo un po’ o devi mangiare o andare in
bagno, quindi torni alla materialità, alla volontà. L’obiettivo di shopè è passare dalla volontà alla
nolontà. L’arte è una forma di catarsi, di elevazione, di purificazione che ha il limite della
temporaneità, soprattutto musica. Liberazione temporanea della volontà, del desiderioe e quindi
del dlore, limitato dal tempo
2. Morale, shope dice che noi viviamo in mezzo alle altre persone, una volta che noi ci siamo resi
conto. Morale inteso come compassione, dal latino cumpatire, patire con, la nostra consapevolezza
di soffrire e che tutto il cosmo soff’re e non solo noi, possiamo provare compassione per quelli che
soffrono, ma non in senso negativo, quindi dividendosi la sofferenza. Quando noi vediamo che il
nostro vicino soffre, se riusciamo ad avere pietas per il vicino, quando noi andiamo a condividere il
dolore dell’altro. Avere pietà dell’altro, nel momento che io condivido ,compatisco l’altra persona
mi dimentico della mia realtà, della mia condizione di sofferenza, andando ad avere pietà per l’altro
mi dimentico della mia condizione di dolore. Che io soffro. (mal comune mezzo gaudo) avendo
pietà delal tua sofferenza mi dimentico della mia. Leopardi la ginestra. Nella morale ci sono due
virtù cardinali, la giustizia, che ha accezione negativa, le leggi sono un freno al male, nella morale la
giustizia ha un’acezione negativa. Invece la carità vista come agape ha un’accezione positiva. Agape
è un amore disinteressato verso l’altro, ma non come l’eros, l’amore sessuale che è sbagliato, una
trappola della volontà. l’amore verso una persona senza voler tornaconto, agape. Non è amore
interesato, quando dico all’altra pesona ti amo, è un mi amo, è una richiesta di amore, l’amore che
ho er te è in corrispondenza del tuo amore con il mio quindi alla mia felicità. Il problema della
morale è che comunque resta legata a una dimensinoe mataeriale, al mondo, quando
sperimentiamo questo amore disinteressato rimaniamo comunque inquna realtà pervasa dalla
volontà. la morale riamne legata a una condizione materiale.
3. L’Ascesi, soluzione finale. shope fa una specie di mix tra realigione cristiana e religioni mistiche,
orientali, buddismo. Per ascesi, estraneamento da se stesso, nel caso della religione cristiana,
un’estraneazione della realtà, dalla materialità, tipo estasi. Shope dice che l’ascesi non basta,
l’estasi non dura per sempre, shope dice che dobbiamo arrivare al nirvana, buddismo, un distacco
dal corpo e con questo mix che shope fa tra estasi cristiana e nirvana, il nirvana diventa il passaggio
concreto da voluntas a noluntas, scaccarsi dai desideri e dalla volontà, riuscire a non desiderare più.
Bisogna allenarsi a desiderare lo spiacevole. Se i nosti desideri son accoppiarsi, mangiare bere,
bisofna allenarsi a non fare l’amore, castità. Bisogna allenarsi al digiuno. Se ci alleniamo allo
spaicevole possiamo arrivare al nirvana. Come possiamo descrivers qualcosa di indescrivibile in
teoria. Dice che il nirvana è l’annullamento, è un equilibrio sopra il nulla, un oceano di pace. dpve in
questo equilibrio sul nulla noi perdiamo la nostr individualità, individualità è quello che desidera,
quando questa di perde ci troviamo su un oceano di pace. stare in equilibrio sul nulla è una bella
immagine, romantica ma poco pragmatica, in questo modo riusciamo a sopprimere il volere. Il
nirvana possiamo capire com’è guardano l’estasi di caravaggio, quello è iìl nirvana. Ma all’inizio
abbiamo detto che shope in tarda età quando raggiunge il successo negli ultimi anni e ha anche
un’agiatezza economica e sostiene il digiuno e la castità, alvuni dei suoi seguaci lo incontrano fuori
da un bordello, fare come il prete dice e non come il prete fa.

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