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DECADENTISMO

Il termine mi porta subito ad una concezione negativa, perché parla di decadenza.


Siamo quasi alla fine dell’ottocento, quello che stiamo studiando non è distante dal periodo in cui
Verga scrive, perché se noi pensiamo che il 1878 è l’anno della svolta e parliamo di testi del
decadentismo a partire dal 1880 siamo lì, tant’è che c’è molta affinità e differenza tra decadentismo e
romanticismo, decadentismo e verismo. Ci sono delle situazioni che si stanno svolgendo in
concomitanza e naturalmente poi uno di loro prenderà una piega diversa a seconda dell’autore, del
territorio in cui si sviluppa.
Ricordiamo sempre che decadentismo è un termine che serve per periodizzare in quanto non tutti
saranno concordi a parlare di questo periodo con l’etichetta di decadentismo perché il decadentismo è
una tendenza ad un’occasione per rappresentare nuovi sentimenti, nuovi atteggiamenti, una nuova
atmosfera, di nuovi intellettuali che sono in grado con la loro sensibilità di spiegare, studiare le novità
che stanno avvenendo nel mondo pratica economico e soprattutto nel mondo culturale. Questo
decadentismo prenderà delle strade diverse e si focalizzerà su temi o filoni che variano da nazione a
nazione:

 per alcuni si può mantenere il termine decadentismo per indicare questo movimento che nasce
alla fine dell’ottocento e si prolungherà a partire dal 900;
 per altri invece sarà utilizzato come simbolismo perché è una caratteristica del movimento (il
simbolo);
 per altri invece sarà considerato un estetismo perché un’altra caratteristica fondante e
soprattutto l’atteggiamento dell’esteta che ama e vive per il tutto che è bello e fanno della loro
vita un’opera d arte.
Non dobbiamo pensare che sia finito il positivismo, e che comincia il decadentismo ma le ultime pagine
del romanticismo sono il punto del decadentismo, alcuni atteggiamenti del verismo li ritroveremo poi
nel decadentismo.
Quando noi abbiamo parlato del romanticismo, abbiamo detto che c’è un romanticismo europeo dove
la sensibilità dell’artista parla di genialità, di sregolatezza , di malattia, di malinconia, di analisi della
propria anima e poi abbiamo parlato del romanticismo italiano che invece era più positivo,
combattivo, dove c’era l’ideale di nazione eccetera. Per trovare alcuni atteggiamenti simili europei, in
Italia, dobbiamo aspettare la fine dell’ottocento e l’inizio del 900.
Anche la scapigliatura era stato un cenno alla Francia, ma il ribellismo, l’isolamento, la marginalità
dell’intellettuali la vedremo poi in pieno 900 in Italia.
Quando si parlerà di decadentismo, troveremo una poesia difficile, oscura, dove la parola viene isolata
e dove diventa pura, in Italia per arrivare a questa poetica dobbiamo aspettare il 1930 con
l’ermetismo.
Patria di questo movimento è la Francia in particolare con la pubblicazione di uno scritto, di una
poesia “languore” da parte di Verlaine che un giorno in Francia pubblicherà questo sonetto che ha il
titolo italianizzato di languore.
il termine languore già mi introduce alla sensibilità decadente, avvertono gli intellettuali una sorta di
disfacimento, di mollezza, di malinconia estenuante che mi porta a godere di tutto ciò che salta il
disfacimento. Loro ameranno l’impero romano al momento del suo crollo, ameranno città come
Venezia che sono città romantiche ma anche malinconiche e che danno non so che di atmosfera
particolare che loro ameranno tantissimo. Il decadentismo quindi per questo atteggiamento di
disfacimento, inizialmente nasce con una concezione negativa, decadentismo uguale decadenza e
invece no, il decadentismo è un movimento che dà uno scossone nuovo alla poesia, vuol dire prendere
in analisi altri aspetti, altri ideali dell’uomo e far trionfare la bellezza come intendono gli artisti, loro
hanno capito che c’è una crisi di determinati valori artistici, quindi il poeta, l’artista (non solo in campo
letterario) fanno della malattia, del direzionalità un valore in quanto tutto parte dal trionfo del
progresso, la nascita della borghesia che ha portato allo sviluppo di una società di massa e da qui in poi
si comincerà a parlare sempre di questo, l’individuo contro la società di massa che sarà poi il tema
portante di tutto il 900. Quindi la società di massa ha portato una cultura di massa, Dove tutti si
riconoscono e si rivedono in un formato. la società mi vuole borghese, sistemato, con una famiglia, con
del denaro. Quindi c’era un’omologazione che tendeva a vedere la bellezza ma non in ciò che io creo
ma in ciò che io possiedo, in ciò che io ho. L’aspetto esteriore catalogava la persona. Quando i
decadenti invece analizzano questa realtà, la trovano troppo superficiale e superficiale sono anche gli
uomini perché noi stiamo parlando di spiriti intellettuali di una sensibilità straordinaria i quali non
trovano nella realtà che vivono la loro essenza, non trovano il loro modus Vivendi, nessuna bellezza.
Loro dicono che se io guardo e analizzo un oggetto che ho in mano, io di questo oggetto posso vedere
solo l’esterno, l’esteriorità e dico che è quel determinato oggetto ma quest’ultimo è fatto di un’essenza,
ha un cuore, ogni cosa ha un essenza profonda che tutti trascurano. Io sono donna, uomo,
esteriormente sono il borghese, professionista, ricco, con dei valori, ma dentro di me c’è altro, si sta
cominciando a parlare di inconscio e di coscienza, c’è una purezza originaria, una realtà incontaminata
che mi rappresenta e mi diversifica da un altro. Quindi se la vera realtà per i decadenti non è quello
che vedo, perché quello che vedo è soltanto un’apparenza della vera essenza, ma la realtà è dietro le
apparenze, la realtà io la guardo con gli occhi, la analizzo con la mente e con la razionalità, tant’è che
finora il calcolo, la razionalità mi ha portato a dire che se si analizza la natura si scoprono delle leggi
che appartengono a quest’ultima e conoscendo con le leggi posso conoscere tutti i fenomeni naturali E
se l’uomo è come le leggi naturali, io le applico e lo conosco. Loro dicono che nessuno si conosce,
neanche io stesso mi posso conoscere, neanche gli altri mi conoscono così come tutto quello che mi
circonda io non posso conoscerlo. Se la razionalità mi fa conoscere l’esteriorità e l’apparenza, allora
come faccio io e quali sentimenti utilizzo per conoscere la vera essenza di ogni cosa e dello stesso
uomo? Utilizzo dell’irrazionalità —> trionfa nel decadentismo.
Molti si drogavano, stavano in una dimensione ONIRICA = sognante , dove tu scoprivi della verità e
delle realtà che altri non vedevano e che solo con lo spirito sensibile poteva vedere il sogno era
liberatore di verità, la follia. Il decadentismo anticipa tutto quello che noi studieremo con gli altri
autori come Pirandello, Svevo anche se loro lo superano.
La vera essenza dell’uomo quindi è la parte più nascosta, più chiusa dentro di noi e la razionalità non lo
può studiare perché si basa sul contingente, su ciò che io posso vedere e valutare ma l’essenza delle
cose dentro, è nascosta e la posso tirare fuori soltanto in un momento di meditazione, In un momento
anche sognante. Privilegiati i momenti del sogno, della malattia.
CHI STABILISCE CHI SONO I SANI E I MALATI?
Se 100 persone sono X e due Y , quei due sono i diversi, ma come faccio a capire la normalità e la
diversità, qual è la legge che me lo stabilisce. Allora, se la malattia mi rende diverso, malattia vuol dire
questo stato di stanchezza, di ribellione contro la società che non mi appaga allora quindi chi si ribella
viene chiamato malato, folle, ma se nella mia malattia io scopro le verità che altri non vedono allora si
ribalta tutto, la malattia diventa un segno di distinzione e di elevazione rispetto agli altri. Io vedo ciò
che gli altri non vedono. Una poesia di questo tipo non è facile da comprendere, è limitata agli spiriti
sensibili.
IL DECADENTISMO ELABORA LA POETICA DELLA PAROLA : mentre la poesia prima spiegava, dirà
Pascoli che i versi devono essere come dei binari ma mentre i binari del secolo precedente facevano
tutte le estrazioni per arrivare al capolinea, il treno di adesso parte da un punto e arriva alla fine in un
modo diretto. Se io dico ad esempio “è l’estate fredda dei morti“ io devo capire a cosa faccia
riferimento, è una parola pura, nel senso che vige il concetto di arte per l’arte. Si parla di un’arte
disinteressata che non deve spiegare, che è pura e concentra tutto sulla parola. La parola è al centro
della poesia, una parola evocativa, polisemica, dura, scavata.
ARTE PURA:
Manzoni scrive romanzo per istruire, stessa cosa Foscolo. (Esempio)
l’arte invece è pura, non ha implicazioni sociali o politiche. Deve proclamare la bellezza, la bellezza in
sé, Della parola, del verso che attraverso la musica ha grande importanza, La musica è quella che deve
affascinare.
Mentre prima l’arte, la vita si ispirava alla natura adesso è l’arte che scende nella vita. La mia vita deve
essere come un’opera d’arte.

Figura retorica più gettonata= sinestesia


La poesia nasce da sensazioni che io provo, un oggetto che per molti può essere insignificante, per me
è un epifania, mi evoca un’immagine che io conosco, diventa difficile da comprendere perché non è
oggettiva, bensì soggettiva. Poesia nasce da sensazioni particolari, per questo si usa sinestesia, perché
è un miscuglio di sensazioni in cui vengono a galla tutti i sensi e fa scattare qualcosa che evoca
un’emozione, una sensazione.
La natura è un organismo assoluto che Baudelaire chiama tempio dove vi sono pilastri e questi pilastri
sono le paure. Noi siamo pilastri della Natura e rappresentiamo il Tutto che non tutti sono in grado di
concepire questo tutto. Ognuno di noi è un simbolo della natura e c’è una rete sottile che collega tutti
questi pilastri. La capacità dello spirito sensibile è riuscire a trovare quel punto che rappresenta
l’origine di tutti questi pilastri. Noi siamo corpi, essenza di un'unica origina. Esiste un’anima che è
l’anima della natura che noi dobbiamo penetrare in quanto parte del tutto.
Esistono nella natura delle corrispondenze. Riuscire ad entrare con la nostra sensibilità all’interno del
tempio vuol dire trovare la nostra essenza. La visione di insieme del tutto non si potrà mai avere.
(pagine libro sottolineate)
Irrazionalismo misticheggiante paganeggiante= mistico si elevava a Dio e raggiungeva una
dimensione sovrumana in cui si ricongiunge a Dio, loro invece si ricongiungevano in altra dimensione
ma comunque terrena e pagana. Questo atteggiamento misticheggiante porta ad un immersione nelle
cose, nella natura(Baudelaire), addirittura si arriva a forme estreme come farà d’annunzio che parlerà
di panismo, che vuol dire tutto. Lui dirà che questa immersione che io faccio, che può fare solo il
superuomo(che è l’uomo che ha un senso della bellezza e una sensibilità tale da superare tutti gli altri)
che arriva ad immergersi a tal punto nella natura che diventa elemento stesso della natura(Pioggia del
pineto “I miei volti silvani”, “denti sono mandorle”, “guance pesca” la pioggia entra dentro i pensieri) è
un elevazione panica, aristocratica, straordinaria, solo certi spiriti possono farlo.

Loro ribaltano punto per punto i 3 punti del positivismo.

Libro dei sogni fu una rivoluzione assurda e svevo pur avendolo scritto alla fine dell’800, lo pubblicò
nel 1900 ad apertura di una stagione nuova. Per Freud l’inconscio è la parte sotterranea più nascosta
dell’uomo, quando questo viene fuori e preme per dire la sua verità sale a livello della coscienza che
razionalizza il tutto e lo esprime. Quindi Freud è ancora legato alla parte razionale dell’uomo perché la
ragione appiana tutto ciò che è scomposto.
Flusso di coscienza è un parlare senza nesso. Il monologo interiore è un flusso di coscienza
regolarizzato, razionalizzato.
I decadenti tendono a rimanere allo stadio dell’inconscio perché quello non ha bisogno di essere
razionalizzato, nella sua irrazionalità porta avanti le verità dell’uomo. Il Fanciullino è il simbolo del
decadentismo perché è la parte irrazionale dell’uomo e il poeta si esprime quando tira fuori il
fanciullino che è in noi. Fanciullo è colui che ci salva da ogni situazione, riesce a sdrammatizzare ogni
situazione ed è l’unico che vede al buio e che ancora si meraviglia della vita, da ciò scaturisce la
bellezza. Fanciullo è come un adamo, come un primo uomo per questo ancora si meraviglia, è come se
scoprisse le cose, come se gli dovesse dare un nome.
L’ultimo protagonista dell’ultimo romanzo di pirandello dice “Oggi sono nuvola, domani sono albero
ecc… e soprattutto senza un nome” à forma di anarchia assoluta

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