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• Come può una esperienza intima dell’uomo portare ad affermare che questo principio, che
l’uomo stesso ravvisa dentro di sé, possa essere condiviso d tutti gli esseri del mondo ed
essere il noumeno di tutti gli esseri?
Partiamo dal fatto che noi uomini abbiamo una duplice valenza, siamo fatti di fenomeno, il corpo,
l’elemento con cui ci presentiamo al mondo come elemento differenziato dagli altri esseri, ci viviamo
dall’esterno, e siamo fatti anche di noumeno, ci viviamo però anche da dentro, gioiamo, soffriamo,
abbiamo una nostra interiorità.
Questa possibilità di ripiegarci su noi stessi, e noi siamo l’unico elemento della natura che lo può fare
perché consapevoli, ci permette di affrancarci dallo spazio e dal tempo, dalla prigionia, e di vivere la
nostra interiorità e di cogliere il noumeno. ‘La verità ama nascondersi’ diceva Eraclito. Il soggetto,
libero da queste grate e da questi filtri, vede che cosa c’è. Togliendo il velo di Maya si vede che alla
base l’unica cosa che c’è è un IMPULSO VERSO LA VITA, la brama, la spinta, l’appetito irrefrenabile
verso la vita, principio irrazionale, espressione dell’affermazione della volontà di vivere.
Alla base del mondo c’è il noumeno, la VOLONTÀ DI VIVERE. Se nel mondo non esistesse l’uomo, il
noumeno non esisterebbe (idealismo).
• È possibile accedere al noumeno tramite questa esperienza intima dell’uomo.
• Il noumeno è uno, la cosa in sé, è l’αρχή di tutti gli elementi della natura.
L’uomo si libera dei filtri, dalle forme a priori, che non permettono di vedere il mondo così
come è. Le forme a priori però presentano fenomeni. Quando noi ci ripieghiamo su noi stessi,
non utilizziamo queste grate, questi schemi trascendentali. Ciò rende oggettiva la nostra
esperienza e che fa ritenere che questo possa valere per tutti gli esseri dell’universo. L’uomo si
emancipa, si affranca, dalla griglia che ci fa vedere le cose come non sono. Quando siamo
liberi da ciò stiamo conoscendo qualcosa che vale sempre e per tutti.
Schopenhauer ritiene che questa volontà di vivere, questa brama, tenda ad oggettivarsi nella natura, a
concretizzarsi. Questa spinta irrefrenabile alla vita presenta una piramide cosmica. Ci sono gradi
interiori, dove non c’è coscienza, dove ci sono le forze della natura, le piante e gli animali, fino ad
arrivare ai piani superiori dove troviamo l’uomo con la sua consapevolezza. Schopenhauer non
presenta un ordine gerarchico, di importanza, di dignità ontologica. C’è però un’oggettivazione della
volontà in termini inconsci ed in termini consci, consapevoli.