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JUNG: PSICOLOGIA E RELIGIONE

La religione è una delle prime universali espressioni dell’anima umana.


Oltre a fenomeno religioso e storico afferma che è anche una questione personale.
A differenza della metafisica, la psicologia prende in causa i fattori empirici.
1° cap. : problema della psicologia pratica e i suoi rapporti con la religione
2° cap. : fenomeni che rivelano l’esistenza di una funzione religiosa nell’inconscio
3° cap. : simbolismo religioso originato ( e orientato) da processi inconsci

1 cap: l’autonomia dell’inconscio


Il metodo della psicologia è rigorosamente fenomenologico, si basa di fatti; quindi, non interessa
indagare riguardo la verità, ma prende in considerazione l’esistenza.
Il nostro pregiudizio è che i processi psichici abbiano radice dalla libertà del pensiero;
In realtà certe idee non sono dell’individuo: egli le subisce, esse s’impongono nella sua coscienza
Come diceva Rudolf otto, la religione è osservanza scrupolosa del nominosum: un’essenza non
originata da alcun atto arbitrario della volontà.
Questa energia domina il soggetto, che ne è sempre vittima piuttosto che l’artefice.
Quindi religione come considerazione ed osservanza scrupolosa di “potenze” (in senso lato).
Ogni confessione ha radice anche nella pistis, ovvero nella fede in determinata esperienza col
nomisum e dal cambiamento di coscienza che ne deriva.
Le confessioni, quindi, sono queste primitive esperienze religiose codificate e trasformate in
dogmi. I dogmi hanno “vita propria” e sono quindi suscettibili a modifica e sviluppo.

Il punto di partenza è la psicologia dell’uomo religioso.


L’uomo ha paura di fronte a cose che gli sembrano tali al punto di sopraffarlo.
Avrà paura persino di confessare cose a sé stesso, come se vedesse un pericolo nell’acquistare
coscienza del se.
La medicina si tiene lontana dai problemi di natura psichica: o è malato il corpo, oppure è tutto ok.
Se il corpo è realmente malato, è perché non abbiamo ancora mezzi tali da individuare la natura
della malattia, indiscutibilmente organica.
Se l’anima avesse un corpo sottile però si potrebbe dire che lì risieda il problema, ed abbia
comunque una sua sostanza.
E’ un pregiudizio ridicolo non ammettere altra esistenza oltre quella corporea.
La psiche esiste, anzi è l’esistenza stessa.
Es. del paziente col cancro immaginario: esso trae origine dalla porzione di psiche che non si
identifica con la coscienza. Una manifestazione dell’inconscio.
Essa appare come formazione autonoma che viola il dominio della coscienza.
Si può dire che il cancro abbia la propria esistenza psichica indipendentemente da noi.
Il pregiudizio verso i sogni è un sintomo del disprezzo verso i valori dell’anima umana.
Pererius classifica i sogni in origina naturale, umana e divina. Egli individua 4 cause dei sogni:
1) Una sofferenza corporale
2) Un affetto o un’intensa commozione
3) Sogni demoniaci
4) Sogni di Dio
Il sintomo è il germoglio, ma il corpo principale è sotterraneo. I sogni ne sono lo specchio visibile.
L’uomo sogna la componente femminile che è presente nel suo incoscio, la donna la componente
maschile.
2° cap: dogma e simboli naturali
L’inconscio è indefinibile e non circoscrivibile.
Alla stregua di kant e della sua rivoluzione copernicana, noi possiamo conoscere l’universo solo
per come ce lo permette il nostro organismo psichico. La psiche non fa eccezione a questa regola.
La psiche è allo stesso tempo oggetto e soggetto della psicologia.

La religione dovrebbe essere il coronamento di una vita in armonia delle due facce, non come
tentativo di fuggire dall’inconscio.
I dogmi ed i rituali sono metodi di igiene mentale.
Il rito è un mezzo sicuro per dominare le temibili forze e pulsioni dell’inconscio.
Il dogma è come un sogno che rispecchia l’attività spontanea e autonoma della psiche oggettiva.
Il fenomeno irrazionale della psiche e dell’inconscio è manifestato dall’irrazionalità del dogma.
Il dogma, rispetto alla teoria scientifica, è espressivo perché tiene conto del valore emotivo.
Il dogma esprime il processo vivo dell’inconscio, non ne è una teoria astratta, morta.
Esso è infatti il frutto di molte menti e di molti secoli, privo di ogni soggettività.
Gli archetipi sono forme o immagini collettive che occorrono come costituenti dei miti, e allo
stesso tempo come prodotti individuali autoctoni di origine inconscia.
La ricorrenza di simboli archetipici di divinità è tale da non poter metterne in dubbio l’esistenza.
Si può definire l’esperienza religiosa anche come l’esperienza ai cui contenuti viene attribuito il
valore più alto.

3° cap. storia e psicologia d’un simbolo naturale

I simboli del quadrato e del cerchio si ripetono più volte nel sogno, con svariate rappresentazioni.
Anche i colori influiscono notevolmente nella ricorrenza dei sogni.
Trinità maschile e quarto elemento femminile: la terra, il recipiente, ecc.
Ognuno di noi ha un’ombra, e meno questa è incorporata nella vita conscia dell’individuo, tanto
più è nera e densa.
Noi portiamo con noi il nostro passato, cioè l’uomo primitivo inferiore con le sue bramosie ed
emozioni, ed è soltanto con uno sforzo considerevole che potremo liberarci di questo peso.
Giunti ad una nevrosi siamo di fronte ad un’ombra piuttosto addensata.
Per guarire è necessario capire come l’ombra e la psiche cosciente possano convivere.
Fronimos : prudente
L’uomo colto tenta di rimuovere in sé stesso l’uomo inferiore, senza rendersi conto che così egli lo
spinge verso la ribellione.
In tempi remoti la parte principale della vita psichica sembrava apparentemente esterna, come se
fosse proiettata. Ma ancora oggi dobbiamo essere attenti per non proiettare troppo la nostra
ombra all’esterno.
Schiavitu e ossessione sono sinonimi.
L’uomo crea un’effigie della divinità, ma poi la perde.
La hybris umana elegge la parte più meschina dell’ego a signore dell’universo.
Così fece Nietzsche, come preludio della grande epoca moderna.
Quando disse “dio è morto”, pronunciò una verità che vale per gran parte dell’europa.
Il valore supremo, quello che dà vita e senso, è andato perduto.

Nel sogno affrontato si nota che l’inconscio produce un simbolo, chiamato mandala; esso ha la
funzione di conciliazione dei contrari, quindi di mediazione.
Come viene scritto nel commento di Tractatus aureus.
L’inconscio crea l’idea di un uomo deificato, celato, protetto, spesso impersonale, rappresentato
da un simbolo astratto.
{ Attraverso il rito della “benedictio fontis”, l’acqua santa acquisisce proprietà rigenerative e
trasformative. Viene chiamata argento vivo, spiritus sanguis, spiritus sancti.
Parte dell’alchimia, con tradizione ermetica a partire da ermete trismegisto. }
Insomma, l’archetipo è la possibilità formale ereditata di riprodurre le stesse idee, o analoghe.
Archetipo come proprietà strutturale a priori, come precondizione della psiche.
La religione è soggettiva, ed esposta al pericolo di svariati errori.
Nessuno può sapere che cosa siano i fini ultimi. Dobbiamo perciò comprenderli attraverso
l’esperienza che ne facciamo.

Il concetto fondamentale dello scritto è che nell’uomo religioso il simbolo inconscio che si
manifesta maggiormente è il quaternario, a discapito della trinità.

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