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IL LETTORE INFINITO

I. PREMESSA - INTRODUZIONE
Il lettore infinito nasce dalla sintesi di due distinti volumi: The reading environment e Tell me,
considerati vere proprie guida alla lettura, sono stati accorpati nel 2011 per la complementarietà dei
temi affrontati.

Ogni lettura avviene in un ambiente definito. E ogni lettore sa che il luogo in cui leggiamo influisce
su come leggiamo: con quale piacere, desiderio e concentrazione. Ma ad influenzare la lettura
intervengono diversi fattori: è un problema di libri, di disponibilità di storie che amiamo, di stati
d’animo, di tempo e di eventuali interruzioni... Questi sono alcuni dei fattori che ci influenzano e
che costituiscono il contesto sociale della lettura; considerati nel loro insieme, danno vita a quello
che definisco l’ambiente di lettura, che deve essere favorevole alla lettura.

II. IL READING CIRCLE: IL PROCESSO DELLA LETTURA


Quando leggiamo, affrontiamo una serie di
attività complesse e sequenziali.

Vediamo il diagramma del Reading Circle:

1. LA SELEZIONE  ogni volta che


leggiamo, operiamo la scelta tra i
materiali che abbiamo a disposizione.
In questa scelta, siamo influenzati da:
- La disponibilità dei libri,
- L’accessibilità dei libri,
- La presentazione.

I lettori esperti sanno come scegliere


quello che vogliono, sanno orientarsi
e tenere informazioni sui libri che non
sono immediatamente disponibili, sanno muoversi autonomamente e sono in grado di
orientarsi con il sistema di ricerche elettronici. Il miglior modo per imparare a scegliere
consapevolmente è farlo in prima persona, affiancati da un lettore consapevole affidabile.

2. LA LETTURA  il processo della lettura comprende un certo numero di attività diversificate


e complesse. Un apprendista lettore inizia crescere come lettore sin dal momento in cui
prende tra le mani un testo prestandogli la propria attenzione, è nostra responsabilità aiutare
gli apprendisti, riconoscendo e gratificando i loro successi mentre si muovono all’interno del
Reading Circle.
La lettura richiede:
- Tempo: il piacere della lettura deriva dalla scoperta dell’intreccio di eventi, caratteri… i
libri per i più piccoli, sono concepiti in modo da consentire di scoprire il significato di
una storia in pochi minuti, perché per loro è una sfida riuscire a mantenere la
concentrazione anche per un breve tempo. Ma quando avranno provato ripetutamente
questa esperienza gratificante, apprenderanno a dedicare tempo e impegno alla lettura
per rinnovare quel piacere.
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Il processo di costruzione di un’esperienza di lettura positiva e di una progressiva
capacità di concentrazione dipende da una regolare dedizione a quei libri che ripagano
gli sforzi compiuti.
- Contesto/ambiente: Ognuno di noi leggi meglio in contesti che facilitano la
concentrazione, per cui dobbiamo saper trovare quel luogo in cui riusciamo a
concentrarci sulla lettura.

3. LA RISPOSTA DEL LETTORE  qualsiasi lettura produce in chi legge un qualche tipo di
risposta. Due sono le reazioni fondamentali che dovremmo stimolare nei bambini e nei
ragazzi per aiutarli a diventare lettori consapevoli:
- Desiderio di sperimentare nuovamente lo stesso piacere: in questo modo gli
apprendenti sono spinti a fare un’altra scelta, riattivando il cerchio della lettura.
- Desiderio di parlare con gli altri della propria esperienza: condividere l’esperienza ci
permette di capire che cosa ci è successo e scoprire cosa il libro significato per noi. La
conversazione sui libri può svolgersi in due modi:
o Conversazione informale,
o Conversazione formale.
Entrambe le tipologie tendono a farci ripercorrere il Reading Circle, e anzi possono
trasformarlo in una spirale.

Come si diventa lettori critici e consapevoli?


Molto dipende dal tipo di conversazione che facciamo sulle nostre letture, e questa a sua volta ci
rende più selettivi nelle nostre scelte. Riusciremo a procedere liberamente e impareremo a navigare
attorno al processo di lettura, solamente se potremmo contare sull’aiuto di persone esperte e capaci
di guidarci in questa esplorazione.

La lettura per CHAMBERS è uno strumento di riflessione

L’EDUCATORE ALLA LETTURA


Tutti gli ostacoli che gli apprendisti lettori trovano sul loro percorso possono essere superati con
l’aiuto e l’esempio di un lettore adulto esperto e fidato.

Le frecce bidirezionali nel diagramma sono lì per ricordarci che anche gli adulti che educano alla
lettura imparano da coloro che stanno aiutando.

III. LA SELEZIONE
LA SCELTA DEL TESTO
Il punto di partenza del Reading Circle è la selezione, difatti il momento della scelta ha una forte
valenza e coloro che la effettuano esercitano un potere. È certo che i libri produrranno un qualche
effetto su di noi, di conseguenza sappiamo quanto sia importante e grande la responsabilità degli
adulti che scelgono le nostre letture.
I libri che i bambini i ragazzi devono conoscere nel loro corso di studi dipendono da tre diverse
modalità di scelta:
1. La scelta dei lettori, con l’approvazione degli insegnanti,
2. La scelta dell’insegnante,
3. La scelta della dirigente scolastica che impone dall’alto sia elettori che agli insegnanti.

LA SCELTA DEI LETTORI

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La predisposizione mentale dei lettori sarà più positiva e favorevole quanto più potranno contare sul
rispetto delle loro passioni e delle loro preferenze di lettura, per cui l’insegnante dovrà essere
disponibile a considerare la scelta autonoma come in parte irrinunciabile dell’attività di selezione.

Ma in che misura dobbiamo dare spazio alla scelta dei bambini e dei ragazzi? Come dovrebbe
comportarsi un insegnante quando i lettori desiderano parlare di un libro considerato inadeguato o
insignificante?
Ecco alcune linee guide:
- Bisogna essere il più aperti e onesti possibile, si susciteranno in questo modo utili
discussioni sulle ragioni, loro i nostri, per accettare o rifiutare un libro.
- Bisogna prendere una decisione dopo seguito di aver ascoltato e discusso le
argomentazioni. È necessario spiegare le ragioni per cui si ritenete la migliore possibile e
rispettarla di conseguenza.
- I bambini e i ragazzi possono imparare dai loro errori, per cui all’inizio può risultare
utile includere un libro proposto dei lettori, che può produrre due effetti: la scoperta, da
parte dell’insegnante, del valore del testo proposto, oppure la consapevolezza da parte
dei bambini dell’insignificanza di un testo.
- Non bisogna avere timore di interrompere un incontro di lettura se non si è riusciti
a intravedere sviluppi positivi.

LA SCELTA DEGLI INSEGNANTI


Quando un insegnante sceglie un libro da leggere ad alta voce all’intera classe, spesso si orienta su
testi che conosce in modo approfondito e che già hanno suscitato l’interesse dei ragazzi, oppure su
novità editoriali recensite positivamente; l’obiettivo non è quello di indurre i bambini ragazzi a
leggere ciò che desidera l’insegnante.

Un buon insegnante dovrebbe porsi diverse domande prima di scegliere un testo, ma ovviamente
non esistono delle risposte univoche perché molto dipende dal contesto culturale sociale e dalle
caratteristiche individuali di ogni potenziale lettore; ogni insegnante deve trovare la giusta
risposta alla situazione che si trova ad affrontare e deve procedere in collaborazione con i
colleghi 
il confronto ci permette di tutelare al meglio gli interessi dei nostri alunni.

La scelta dell’insegnante deve essere consapevolmente motivata,


non arbitraria né impulsiva. Richiede una costante riflessione e un
continuo aggiornamento e accrescimento delle proprie competenze.

LIBRI IN MOSTRA
Esporre libri significa metterli in primo piano; le mostre di libri stimolano l’interesse, sollecitano la
curiosità, influenzano profondamente l’atteggiamento mentale delle persone che le visitano. La
realizzazione di una buona esposizione dipende da due ingredienti:
1. Una scelta intelligente,
2. Un allestimento capace di attrarre i bambini e ragazzi e di sollecitare la loro curiosità.

Ci sono poi altri aspetti da considerare:


- La scelta del luogo: bisogna accettarsi che ci sia uno spazio ben illuminato e attrezzato
per esporre i libri, e che ci si possa fermare senza ostruire il passaggio.
- L’impatto visivo: per decidere come distribuire e raggruppare i libri è importante
evitare qualsiasi ripiego maldestro.

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- La durata: i libri esposti devono consentire di mantenere vivo l’interesse; in una
comunità scolastica capire quando una mostra bisogno di essere rinnovata e facile,
bisogna solo osservare l’affluenza di visitatori e l’interesse suscitato negli alunni.
- I libri: dovrebbero essere disponibili alcune copie dei libri per il prestito o per
l’acquisto, perché i lettori quando sono attratti da un libro desiderano immediatamente
averlo tra le mani; più tempo passa più facilmente l’interesse svanisce.
- I temi e gli argomenti: è una buona idea organizzare periodicamente una mostra
ambiziosa, con un maggior assortimento di libri e allestimenti più elaborati. La mostra
può inoltre rappresentare il focus per una discussione sul progetto lettura della scuola.

L’ESPLORAZIONE: ALLA RICERCA DEI PROPRI LIBRI


I lettori abituali conoscono il piacere dell’esplorazione, anche perché non si diventa forti lettori
solamente sulla base di una proposta di testi fatta da altri; diventiamo più facilmente lettori
appassionati se seguiamo il nostro istinto i nostri interessi personali.

Il tempo per esplorare in piena libertà è un elemento importante in qualsiasi contesto di


lettura e produce alcuni vantaggi significativi:
o La familiarità,
o Il riuscire a lavorare individualmente con ogni bambino il ragazzo,
o L’influenza del gruppo.
Se l’insegnante riesce a creare il giusto setting, e permette di parlare tranquillamente dei
libri letti, consentirà i giovani lettori di aiutarsi reciprocamente e avrà tempo per dedicarsi
individualmente ai lettori.

Quanto esplorare e per quanto tempo?


In base alla situazione, i lettori potranno esplorare in group oppure individualmente.
Possiamo prevedere:
o Tempo formale  I bambini e ragazzi esplorano insieme con la supervisione di
un adulto; l’obiettivo sarà quello di visitare una determinata mostra di libri
perché è collegata un’attività didattica in corso, o semplicemente per condividere
la scelta di un testo da leggere.
o Tempo informale  prevede che i bambini e ragazzi vadano in esplorazione
individualmente, o in compagnia, semplicemente per gustare i propri libri o per
trovare qualcosa di interessante da leggere.

IL LIBRO NELL’ERA DIGITALE


Quando leggiamo un romanzo sullo schermo di un computer, stiamo leggendo la stessa opera che
possiamo leggere su un libro tradizionale?
La risposta questa domanda dipende da cosa pensiamo che sia un libro.

Un libro è una sequenza di pagine sulle quali compaiono segni comunicanti significato collegati
tra di loro in un ordine prestabilito dall’autore.
Che cos’è un libro?

Un libro è Un libro tradizionale è composto da un certo


una sequenza di pagine numero di pagine.

I libri comunicano delle cose, possono essere scritti


sulla pagina bianca in modo diverso e le pagine
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Noi leggiamo i libri perché “hanno un senso”, ma
non in maniera univoca, bensì complessa.
Sulle quali compaiono
segni comunicanti significato

I libri sono composti di tante pagine rilegate, allo


Collegati tra di loro scopo di evitare la perdita dei singoli fogli o di una
loro ordinazione errata. Sia le pagine sei segni sono
collegati tra di loro.

Un libro è una forma di comunicazione creata e


definita dall’autore del testo.
in un ordine prestabilito dall’autore Un libro è un libro perché è stato scritto da un
autore, e l’ordine deciso da quest’ultimo è
sacrosanto.

Due tipi di autorità


Due sono le autorità coinvolte in un libro:
1. L’autore  È colui che decide l’organizzazione delle parole sulla pagina, la disposizione
delle pagine in sequenza, ed esprime la sua intenzionalità collegando il tutto in un unico
insieme.
Gli autori hanno una responsabilità nei confronti dei lettori, che viene esplicitata mettendo
il meglio di sé nel proprio lavoro.

2. Il lettore  È colui che può fare quello che vuole con il libro, però è posto di fronte a
precise responsabilità, tra cui il rispetto dell’integrità della composizione dell’autore. Un
lettore responsabile onora il patto implicito che gli impone di rispettare e di non
manomettere ciò che l’autore ha creato, ponendosi davanti al testo nel suo insieme
rispettando nell’ordine la sequenza stabilita dall’autore.
Questo rispetto reciproco e questa autorità condivisa risiedono nel libro, in quanto è il libro il focus
e il centro del loro rispetto e della loro attenzione, è il libro che conferisce l’autorità di autori e
lettori.

Il libro e gli altri media


Nelle forme di comunicazione mediali, tra l’autore il pubblico si frappongono numerosi
intermediari, con una propria visione e interpretazione del testo.

Quando invece leggiamo un libro, siamo noi soli e in quel momento siamo i depositari ultimi
dell’interpretazione e della creazione di senso di un testo. La gratificazione si ottiene molto più
faticosamente, nient’altro però dalla stessa soddisfazione.

I testi digitali

Testi in forma elettronica e-book


Non hanno alcuna integrità, in quanto possono Non possono essere alterati né nei contenuti né
essere facilmente modificati. nella sequenza delle pagine
I testi non possono essere definiti pagine in
quanto è possibile alterare la quantità di testo
presente sullo schermo.
Il lettore non ha alcuna consapevolezza della Il lettore non ha alcuna consapevolezza della
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lunghezza dell’opera. lunghezza dell’opera.
L’obiettivo è quello di consentire la lettura di
un libro in formato elettronico.

IV. LA “LETTURA”
IL SET E IL SETTING
L’esito di qualsiasi attività umana è influenzato da due condizioni:
1. Il set  quell’insieme di attitudini mentali e atteggiamenti personali che influenzano ciò
che facciamo: le nostre aspettative, le nostre precedenti esperienze e conoscenze…
2. Il setting  l’ambiente fisico la sua adeguatezza o in lingua terza rispetto all’attività
proposta.

Il Set sembra avere una maggiore influenza del setting.

L’atteggiamento sia dell’insegnante sia dell’alunno eserciterà un’influenza determinante sul


risultato delle loro letture; per cui dato che il contesto incide sull’atteggiamento mentale è
importante considerare come ogni dettaglio dell’ambiente di lettura possa influire sullo stato
d’animo dei potenziali lettori.

I LUOGHI DELLA LETTURA


Noi uomini abbiamo bisogno di luoghi predisposti per precise funzioni, lo stesso vale per la lettura.

Leggere è un’attività che richiede comportamenti appropriati: dobbiamo porci nella giusta
predisposizione mentale per concentrarci sul libro, essere in grado di prestargli la dovuta
attenzione e lasciarsi trasportare dalla storia.

I luoghi della lettura devono essere progettati per l’esposizione dei libri, per leggere in assoluta
tranquillità, per parlare, scrivere, muoversi liberamente tra i libri, prendere in prestito le storie che ci
interessano e andare alla ricerca di informazioni.

La realizzazione di uno spazio dedicato alla lettura comunica agli alunni un messaggio
molto importante: che in quella classe, scuola, comunità,
la lettura è considerata un’attività fondamentale di grande valore.

IL TEMPO PER LA LETTURA


Ogni lettura richiede tempo.
Gli adulti che si prendono cura dei bambini come elettori devono assicurarsi che essi abbiano il
tempo per leggere da soli. JOHN WERNER ha sintetizzato le caratteristiche più importanti del
“tempo per la lettura”:
- A ogni allievo deve essere data la possibilità di leggere nel rispetto dei propri tempi e
delle proprie competenze di lettura.
- Nessun insegnante è in grado di valutare quale libro possa soddisfare i bisogni
intellettuali ed emotivi dei propri alunni.

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- Alcuni testi non possono essere proposti per una lettura spontanea , in quanto molti
bambini e ragazzi provengono da contesti familiari e culturali poco stimolanti e poco
attenti alle loro letture. I dispositivi digitali influiscono negativamente sulla acquisizione
dell’abitudine a letture serie e impegnative.
- Il ruolo dell’insegnante non dovrebbe mai essere troppo invasivo.
- Un insegnante non è in grado di aggiornarsi su tutte le novità proposte dall’editoria,
e di conseguenza nemmeno di scegliere tra queste le letture da consigliare ai suoi alunni.
- Se un ragazzino legge sono libri di qualità scadente, è necessario tenerne conto e
affrontare il problema nei momenti opportuni.
- La maggior parte degli autori più significativi si sono nutriti precocemente con letture
diversificate e spesso casuali.
- I bambini e ragazzi devono imparare a scegliere da soli.

WERNER sottolinea che abbiamo bisogno di leggere frequentemente e con regolarità durante la
nostra infanzia e adolescenza, se vogliamo avere la possibilità di crescere come lettori critici
impegnati.

La lettura individuale e autonoma


Il tempo da dedicare alla lettura autonoma equivale a tutto il tempo per il quale un lettore riesce a
mantenere l’interesse e la concentrazione.

La lettura ininterrotta, prolungata e silenziosa


Il tempo da dedicare alla lettura deve essere:
- Ininterrotto: è bene che anche l’insegnante legga per se stesso insieme ai bambini.
- Prolungato: in modo da ottenere risultati migliori, senza escludere i momenti in cui
qualcuno ci può incoraggiare.
- Silenziosa: più cresciamo e più tendiamo ad amare la lettura silenziosa; ma non bisogna
insistere su questo aspetto perché è una tale pretesa potrebbe distogliere i bambini dalla
lettura.
All’età di circa otto anni i bambini che sono diventati i buoni lettori comprendono pienamente che
non dovrebbero interrompere i compagni durante il tempo della lettura, e che questo è un tempo
protetto, un tempo di tranquillità.

Il tempo per la lettura è uno dei presupposti rinunciabile per consentire ai giovani di
diventare lettori, insieme a una buona scelta di libri, alla lettura ad alta voce e alla
conversazione, guidata dall’insegnante, sulle proprie letture.

LA STORIA DELLE STORIE: IL DIARIO DI LETTURA


Dimenticare è parte integrante del leggere, e per questa ragione rileggiamo.

Nella rilettura recuperiamo parti che già avevamo apprezzato, e scopriamo dettagli
che non avevamo colto e che ci consentono una più profonda comprensione del
testo, o che ci mostrano la storia in una prospettiva diversa.

Tenere un diario delle nostre letture ci permette di tenere memoria delle letture svolte e ci aiuta a
ricordare una grande quantità di dettagli, una semplice annotazione arricchisce le nostre vita in
modo impensabile

Alcune avvertenze su come tenere un diario di lettura:


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o Devono essere tenuti su quaderni rilegati,
o Quando i bambini non sono ancora in grado di scrivere,
o L’insegnante dovrebbe farsi carico di compilare il diario di lettura insieme
all’oro,
o Non insistere nel chiedere commenti all’interno del diario,
o Evitare di usare i diari come strumenti di valutazione,
o Utilizzare il diario per alimentare la competizione tra i bambini,
o Tenere prima di tutto un diario per se stessi cosicché gli alunni ci copieranno.

La storia delle nostre letture è inestricabilmente intrecciata con la storia di come siamo arrivati a
pensare in un certo modo, di come siamo diventati quello che siamo e di come desideriamo
diventare. Se la lettura non avesse alcuna ripercussione sulle nostre vite, non producesse noi alcun
cambiamento, non sarebbe altro che intrattenimento ma invece influenza la nostra vita
emotivamente, intellettualmente, eticamente, e allora è importante scegliere con grande cura le
nostre letture e ricordare il contenuto delle storia che abbiamo letto.

RACCONTARE STORIE
Ognuno di noi arriva la letteratura attraverso il racconto di storie ad alta voce, che è indispensabile
per consentirci di diventare lettori di letteratura, indipendentemente dall’età.

Il racconto di storie inizia da noi


Ognuno di noi possiede un repertorio delle storie più amate tratte dalla propria esperienza,
condividendole con i bambini stabiliamo una buona relazione con loro, e a loro volta i bambini
desidereranno condividere qualcosa con noi. Mostrandoci disponibili, desiderosi di ascoltare i loro
racconti, confermeremo i bambini che le loro storie contano e che sono altrettanto importanti,
interessanti e preziosi delle storie create dagli autori.

La creazione di storie pone sempre di fronte a complessi problemi formali legati alla narrazione,
che o bambini risolvono attingendo alla loro personale esperienza di storie.

La sperimentazione di quest’arte accresce il loro interesse nei confronti della tecnica


narrativa, con il risultato di leggere le storie in modo diverso, una maggiore consapevolezza
della forma del contenuto. Iniziano inoltre a comprendere che i lettori partecipano
attivamente alla costruzione del significato di un testo, e sono chiamati a colmare il gap
narrativi lasciati dall’autore. Solo colmando questi gap riusciamo a comprendere a fondo il
significato del testo e a trarre piacere e soddisfazione dalla lettura.

I bambini possono imparare tutto questo dall’ascolto di storie e dal racconto fatto da loro in prima
persona.

Come costruirsi un proprio repertorio di storie


Qualsiasi repertorio contemplerà due tipi principali di storie:
- Testi sui quali potrete improvvisare  strutture narrative sulle quali il narratore può
richiamare la propria storia, anche se alcune contengono passaggi tradizionalmente
consacrati dei quali non si può prescindere;
- Testi che dovrete raccontare esattamente come sono scritti  storie scritte con uno
stile talmente personale che inserire variazioni durante il racconto significa rinunciare
alla loro qualità essenziale. Ciò che viene lasciato al lettore è il ritmo del racconto, la
sottolineatura del dialogo, l’interpretazione del pezzo.

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Quando una storia è raccontata, la personalità dell’interprete produce un impatto diretto sul
pubblico molto più forte di quando letto ad alta voce.

Scegliere la storia “giusta”


Dobbiamo tenere in considerazione 2 punti principali quando leggiamo o ascoltiamo:
- Non tutte le storie sono adatte a qualsiasi narratore, dovremmo sempre assicurarci
che i bambini ascoltino storie lette e raccontate da persone diverse.
- Non tutte le storie sono adatte a qualsiasi pubblico, bisogna provare e sbagliare per
sapere quali storie raccontare. Di aiuto può essere il conoscere le storie che sono
familiari al nostro pubblico, in modo da scegliere una storia nuova ma simile a quelle già
note, e sufficientemente originale da creare un rinnovato interesse.

Prepararsi con cura


Anche se il racconto di storie si basa sull’improvvisazione e su decisioni spontanee, non significa
che non abbiamo bisogno di prepararci. Infatti la sicurezza deriva dalla profonda conoscenza del
nostro repertorio.

LEGGERE AD ALTA VOCE


Di solito i bambini riescono più facilmente a leggere da soli ciò che hanno già sentito leggere ad
alta voce, infatti impariamo a leggere assorbendo gradualmente dai lettori esperti tutte le
competenze necessarie per arrivare alla lettura autonoma  Vygoskij, la zona di sviluppo
prossimale.

Che cosa deve fare un insegnante per aiutare i bambini a diventare lettori?
Ogni bambino dovrebbe avere la possibilità di ascoltare ogni giorno un brano di lettura letto ad alta
voce dei propri insegnanti, ed è anche necessario leggere ad alta voce lungo tutto il percorso
scolastico.

Imparare come funziona il testo


Processo di apprendimento di BRUNER  Ogni volta che ascoltiamo una storia ad alta voce,
acquisiamo esperienza su come quel tipo di testo “funziona”, su come costruito, su cosa ci possiamo
aspettare. Man mano che ascoltiamo, ci abituiamo al testo, cioè all’esperienza della storia o della
poesia, così quando arriverà il momento di affrontare il testo autonomamente, saremo preparati a
ciò che esso ci potrà comunicare.

Scoprire il pathos della pagina scritta


Leggere ad alta voce permette di rivivere la magia generata dalle parole.

La lettura ad alta voce dello stesso testo da parte di persone diverse mostra chiaramente che chi
legge è innanzitutto l’interprete. Dal punto di vista dell’interpretazione, preziosi sono gli albi
illustrati, nei quali disegni aggiungono significato al testo e un’interpretazione visiva del testo che
l’artista vede dentro di sé.

Superare le difficoltà
Lo sviluppo delle competenze di lettura avviene solo se, in modo consapevole, tendiamo verso
qualcosa che non è immediatamente alla nostra portata. Una delle cose più importanti che un
insegnante può fare è rendere accessibile l’esperienza di ciò che è troppo difficile, cioè leggere ad
alta voce quei testi che gli ascoltatori non sono ancora in grado di fare i propri, e/o proporre la
lettura, parziale o integrale, di quei libri che altrimenti i ragazzi non avvicinerebbero mai.

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Stare insieme
Una delle caratteristiche fondamentali della lettura ad alta voce è la condivisione di un’esperienza.

Coloro che leggono insieme sentono di appartenere a una specie di comunità, perché non c’è
niente che unisca più della condivisione delle proprie esperienze. Essi sperimentano anche
una vicinanza fisica, perché mentre ascoltano, sono confortati dalla sicurezza derivante dal
contatto fisico con i compagni o con l’adulto lettore.
In seguito i bambini, inseriscono parole, frasi, tratti dalla storia nelle conversazioni.

Raccontare e leggere ad alta voce: alcune differenze

Il racconto La lettura ad alta voce


Si connota come una relazione tra il narratore e Abbiamo il lettore l’ascoltatore, fianco a
l’ascoltatore. fianco, che guardano insieme qualcos’altro.
È più simile a una conversazione ed è percepito Il libro rende più oggettiva l’esperienza.
come qualcosa di personale.
Tende alla drammatizzazione emotiva. Tende alla contemplazione meditativa.
Tende al piacere di un intrattenimento Tende al piacere del riconoscimento di sé.
divertente.
Tende al gruppo esclusivo, ristretto, ed è Tende a un gruppo inclusivo, permeabile,
calibrato sulle competenze di coloro che aperto all’esterno, le cui competenze di
siedono insieme per ascoltare la storia. linguaggio e di pensiero sono potenziate dal
testo.
Dà conferme sul piano culturale. Offre aperture a livello intellettuale.
Tempo per ascoltare
Richiede meno competenze nell’arte della
conversazione e della comunicazione diretta.
La comprensione del testo dipende in gran
parte dall’abilità del lettore.
Il narratore può spiegare, ripetere, tagliare e Il lettore a un testo scritto da seguire, e
modificare ma mano che procede. l’inserimento di spiegazioni variazioni possono
alterarlo.
Deve essere più lenta, in quanto l’ascoltatore
bisogno di tempo per cogliere il significato del
testo e per comprendere quello che sta
accadendo.
Tempo per guardare
Gli apprendisti lettori amano avere tra le
proprie mani il libro che viene loro letto.
Tempo per prepararsi
È importante leggere la storia prima di leggerlo
a qualcun altro.

LETTURA, CERVELLO E NEUROSCIENZE


I neuroscienziati sono riusciti a comprendere importanti aspetti sul funzionamento del nostro
cervello in processi di lettura, alcuni punti:
- Noi non siamo biologicamente programmati per essere lettori,
- Il cervello umano a capacità infinitamente maggiore di quello che immaginiamo,
- La lettura è uno dei processi più complessi che il nostro cervello possa compiere,
- Quando leggiamo silenziosamente sono coinvolte almeno tre parti del nostro cervello:
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o Una parte elabora i suoni associate le parole e alle immagini,
o Un’altra controlla le informazioni visive,
o L’ultima analizza il significato delle parole.
Tutto ciò viene immagazzinato in un archivio del nostro cervello, se qui non troviamo
un’informazione allora il testo risulterà per noi troppo difficile.

Da SEBASTIAN WREN possiamo trarre due certezze:


1. La lettura ad alta voce è essenziale per lo sviluppo della capacità di lettura anche
quando il lettore è già in grado di leggere autonomamente silenziosamente. Questo
perché la zona del cervello che gestisce i suoni deve poter lavorare in maniera competente
tanto quanto le altre due aree, cosa che può fare soltanto se ha familiarità con il suono delle
parole.
2. Maggiore è la varietà di parole, frasi e testi già in archivio, maggiore sarà la capacità di
decodificare un nuovo testo.

L’INCONTRO CON L’AUTORE


Gli incontri con gli autori e gli illustratori colmano la distanza tra i bambini e libri, essi svolgono un
ruolo fondamentale nel motivare alla lettura. Anche gli stessi autori ottengono un riscontro da
queste esperienze:
- Esse rappresentano l’occasione per rimanere in contatto con i lettori reali,
- Consentono loro di abbandonare per un momento un attività del tutto solitaria,
- Forniscono legittimazione al loro lavoro.

Come organizzare un incontro


La scelta dell’ospite talvolta è facile, è però importante che si abbia avuto l’occasione di conoscere
personalmente l’ospite, per valutarne l’impatto sui bambini, in quanto è successo come
comunicatore non è sempre garantito.

I bambini e i ragazzi dovrebbero essere coinvolti nei preparativi dell’evento attraverso la lettura
dei libri dell’autore ospite, la creazione di mostre, la scrittura illustrazioni di proprie storie… A
conclusione dell’esperienza è importante procedere a una sua valutazione e discussione,
ripercorrendone tutte le tappe per sottolineare gli aspetti positivi e negativi.

DA LETTORE A LETTORE
La scelta di un libro da parte dei ragazzi è fortemente condizionata dal giudizio dei propri
coetanei. Il successo di questa pratica dipende in gran parte dalla nostra conoscenza sia dei bambini
sia dei libri, e dalla nostra capacità di suggerire al momento opportuno, il giusto libro al giusto
lettore.

Ci sono alcune tecniche strutturate per aiutare i bambini a condividere le loro letture estendere il
raggio di influenza reciproca:
- Hai letto questo libro?  È un momento dedicato allo scambio di informazioni tra i
giovani lettori, un’occasione per parlare dei libri più amati e per consigliarne la lettura. È
importante ritagliare, all’interno della programmazione, del tempo durante il quale
alcuni alunni possono presentare un libro i compagni; mentre il resto del gruppo deve
essere incoraggiato a fare domande e esprimere le proprie opinioni.
- La bacheca delle nostre letture  l’idea è quella di appendere su una bacheca
qualsiasi cosa che abbia l’intenzione di consigliare un determinato libro.

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- I materiali informativi  lo scopo è quello di veicolare notizie sui libri che possono
indurre lettori ad avvicinarsi alle storie presentate sia con recensioni che con semplici
giochi di parole.
- Il coinvolgimento di lettori nella scelta dei libri  scegliere i libri richiede
discussioni, confronto di opinioni, valutazione della qualità e delle criticità dei diversi
tipi di testi e una gran quantità di vetture.
Per sollecitare una scelta ponderata, dovremmo porre tutte le domande utili allo scopo:
come giudicare un libro? Cos’è per noi un buon libro?…
- I gruppi di lettura I lettori particolarmente entusiasti amano ritrovarsi tra di loro.
Generalmente i gruppi di lettura offrono occasioni per raccontare storie e leggere ad alta
voce, incontrare ospiti importanti in modo differente da quello scolastico. I gruppi di
lettura dovrebbero diventare la base per contagiare, attraverso le parole dei suoi
componenti l’intera comunità.
- Il ruolo dell’insegnante  quando siamo impegnati nell’organizzazione di un evento o
di un’attività, tendiamo a entusiasmarci e contagiare anche gli altri, aumenta così
soddisfare la crescente richiesta di libri.
Il ruolo dell’insegnante e anche quello di catalizzatore, ovvero una persona che
facilita, che mette a disposizione risorse, che orienta, che garantisce cioè le
condizioni affinché le cose accadano.

V. LA RISPOSTA DEL LETTORE


“DIMMI”: PARLIAMO DI LIBRI
Uno dei risultati più importanti della lettura è il desiderio di leggere ancora, gli insegnanti vogliono
vedere i loro alunni ripercorrere il Reading Circle, perché sanno che per diventare lettori di
letteratura dobbiamo continuare a leggere. Al termine di una lettura spesso i lettori hanno bisogno di
tempo per riflettere e/o condividere il loro apprezzamento e la loro interpretazione, ciò trasforma la
lettura in un’attività sociale.

I giovani lettori dovrebbero essere incoraggiati a parlare delle loro letture, e noi stessi
dovremmo dialogare con loro; parlare dei nostri libri ci fa crescere come lettore critici più di
qualsiasi altra cosa.
Il dialogo è essenziale nelle nostre vite, la maggior parte di noi non conosce ciò che pensa
fino a quando non lo esprima ad alta voce.

La nostra è una società basata sulle parole, siamo tutti giudicati per le nostre abilità
espressive e comunicative. Parlare in modo competente dei libri che abbiamo letto è il
miglior allenamento per imparare a parlare in modo appropriato di qualsiasi argomento; per
cui in questo modo li aiuteremo a diventare buoni comunicatori.
Però questo è un obiettivo complesso, che non può essere raggiunto velocemente, l’unica
cosa che possiamo fare è offrire informazioni concrete, spiegare alcuni processi e focalizzare
l’attenzione sulle regole di base elaborato attraverso dell’esperienza; il resto può essere
appresa solo attraverso la pratica.

L’approccio “dimmi” nasce dal desiderio di aiutare i bambini e ragazzi a esprimersi sui testi che
leggono e ad ascoltare quello che viene loro letto in modo competente. È un modo per stimolare la
conversazione sui libri, ponendo una serie di domande che ognuno di noi può adattare alla
situazione e il proprio alunni.

CONDIVIDERE STORIE
Condividere gli entusiasmi e le avversioni
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Quando tra amici si inizia parlare di un libro, solitamente è perché si desidera condividere il proprio
entusiasmo, ma in realtà i lettori condividono due tipi di sensazioni:
- Le preferenze, cioè l’entusiasmo per quegli aspetti della storia che sono piaciuti,
- Le avversioni, il fastidio per quegli aspetti che hanno contrariato.

Condividere i dubbi e le interpretazioni


Gli interlocutori si confrontano sui dubbi e sulle spiegazioni proposte, e da questo confronto emerge
la comprensione del significato del testo per quel determinato gruppo di lettori, e non un altro,
perché le interpretazioni di qualsiasi testo variano a seconda del contesto di vita del lettore e delle
situazioni contingenti.

Ogni storia prevede la possibilità di una molteplicità di significati; possiamo scoprire il significato
che quel testo assume altro ognuno di noi, attraverso la condivisione e l’interpretazione degli
elementi critici.

Condividere le connessioni e scoprire modelli


Possiamo risolvere i dubbi trovando collegamenti significativi tra i diversi elementi che
caratterizzano un test, ma se non riusciamo a trovare un modello, tentiamo di costruircene uno
organizzando il materiale di cui disponiamo.

Non è facile comprendere questo concetto, dobbiamo tener presente che ci sono modelli
extra-testuali che possono venire in aiuto del lettore e che sono importanti nella costruzione
del significato delle storie:
- Dal mondo al testo  I lettori portano il loro mondo nel mondo del testo e attraverso
questo confronto scoprono significati in uno, nell’altro o in entrambi.
- A confronto il testo con l’altro  I lettori operano questo confronto riuscendo a
raggiungere una più profonda comprensione di entrambi testi attraverso il raffronto delle
caratteristiche comuni e delle differenze.
- La memoria  I confronti si basano sulla memoria, la cui attivazione è un processo
essenziale nell’esperienza di lettura e influenza in modo significativo la percezione che
abbiamo di un testo.

Nella conversazione spontanea sui libri niente accade secondo un ordine predefinito, tutto affiora
casualmente e liberamente; la conversazione è guidata da bisogni immediati. Le conversazioni
proposte con l’approccio “Dimmi” non sono strutturate e lineari, non vanno alla ricerca di
specifiche risposte e non prevedono domande poste non ordine prestabilito.

I MODI DELLA CONVERSAZIONE


L’approccio “Dimmi” è costruito a partire da una modalità comunicativa di base, il cui numero di
partecipanti può ampliarsi dallo scambio due a un’interazione tra un adulto educatore e una
comunità di lettori interessati alla condivisione della lettura di un testo. La conversazione sui libri
promossa e al contempo un’attività individuale e cooperativa, infatti quando parliamo diciamo
qualcosa per noi stessi, ma spesso ci rivolgiamo a uno o più persone per comunicare qualcosa.

- Parlare per sé stessi  la motivazione personale è dettata dalla necessità di ascoltare


ciò che fino a quel momento abbiamo solo pensato, perché non conosciamo quello che
pensiamo fino a quando non lo diciamo. Ma parlare ad alta voce implica la presenza di
uno o più ascoltatori, questo in qualche modo ci induce a pensare più in profondità le
nostre parole e a chiarire il significato di quello che stiamo pensando.

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- Parlare per gli altri  l’ascoltatore riflette su ciò che ascolta e, attraverso un processo
di rispecchiamento, le parole ritornano a chi le ha pronunciate. La principale
motivazione alla base di ogni atto di comunicazione risiede nella speranza che
l’ascoltatore interpreti quello che abbiamo detto e ci aiuti a comprenderlo meglio; ne
consegue che la condivisione dei nostri pensieri amplifica la nostra capacità di
pensiero.

- Parlare con gli altri  la motivazione per avviare una conversazione condivisa risiede
nella consapevolezza di volere trovare assieme ad altre persone la soluzione ad un
problema che consideriamo troppo difficile.

- Parlare del nuovo  La condivisione delle nostre personali interpretazioni ci consente


di accedere a una ricchezza di significati difficilmente raggiungibili attraverso una
lettura individuale.

LE CAPACITÀ CRITICHE DEI GIOVANI LETTORI


La maggior parte dei docenti afferma che l’attività critica è un’attività innaturale, specialistica ed
adulti, che richiede una formazione specifica; dal loro punto di vista la critica letteraria è legata a
concetti astratti e produce l’effetto di allontanare definitivamente i bambini della letteratura.

CHAMBERS invece nel suo lavoro mostra che i bambini possiedono un innato senso critico fin da
piccoli: fanno domande istintivamente, raccontano, mettono a confronto, giudicano; sostiene che le
perplessità dei colleghi nascono da una percezione distorta del concetto di critica letteraria.

Ha a che fare con la costruzione del significato di un testo, con la sua ricerca la sua
discussione, parte integrante ne sono anche l’interpretazione di un testo e l’interazione tra il
testo e il lettore. Quest’ultima in particolare la cosa più importante, senza la quale non
esisterebbe nulla su cui lavorare.

AUDEN sostiene che la funzione dei critici consiste in:


- Avvicinarmi a opere o scrittori a me ignoti fino a quel momento,
- Convincermi che ho sottovalutato un autore un’opera perché non li ho letti con la dovuta
attenzione,
- Mostrarmi le relazioni esistenti tra opere di epoche e culture diverse, che mai potrei
cogliere da solo perché non ne so e non ne saprò mai abbastanza,
- Darmi di un’opera una lettura che ne cresca la mia comprensione,
- Illuminare il processo della creazione artistica,
- Illuminare rapporti tra arte e vita, arte e scienza…

I bambini come critici


Nelle discussioni dei bambini è importante riuscire a cogliere le riflessioni che emergono
casualmente, in quanto nulla di quello che i lettori dicono durante la conversazione sui libri può
essere sottovalutato, tantomeno le battute, che spesso ci riporterà il cuore del problema in modo
rapido e sorprendente.

I lettori desidereranno comprendere con maggiore chiarezza le proprie intuizioni critiche, e


dall’insegnante si aspettano un aiuto in questo percorso di esplorazione, per svelare significato del
testo e riuscire esprimerlo con le proprie parole, senza che sia un insegnante a farlo al posto loro.

Ognuno di noi dispone di una facoltà critica innata, ed è compito


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degli educatori insegnare i bambini e ragazzi a esercitare
le facoltà con la giusta attenzione consapevolezza.

I bambini sono in grado di esercitare il senso critico, essi conoscono molto del mondo in cui
vivono e l’insegnante deve scoprire come convogliare questa conoscenza nella discussione, per
ampliarla o modificarla; sottolineiamo:
1. I bambini e ragazzi, così come gli adulti, fanno letture molto diverse di uno stesso testo.
2. Spesso sottovalutiamo le capacità di lettura e le abilità critiche dei bambini.
3. In qualsiasi gruppo possiamo costatare con i bambini e ragazzi che parlano tra di loro dei
libri che hanno letto, condividendo riflessioni osservazioni, riescono ad arrivare a una
comprensione più profonda del testo.

“DEGNO DI ESSERE DETTO”


Se vogliamo aiutare i bambini a parlare delle loro letture è essenziale stabilire che ogni cosa è
“degna di essere detta”, perché sminuire quello che realmente pensano i bambini porta alla
disaffezione per la lettura praticata a scuola, oppure li induce a cercare di indovinare il pensiero
dell’insegnante, per formulare quel tipo di risposta che ci si ci si aspetta da loro.
In questo modo lo studio della letteratura si riduce a un mero esercizio di comprensione; e il
risultato è che gli alunni non impareranno a diffidare delle loro idee e a dire cose che non pensano,
soffocando il pensiero critico.

Fondamentale è invece l’ascolto dell’esperienza del lettore, i suoi pensieri, dei suoi sentimenti, ma
affinché questo sia possibile il lettore deve avere la convinzione che l’insegnante desideri realmente
una risposta onesta.

WOLFGANG ISER descrive l’arte della ri-creazione, un processo che basa la sua efficacia sulle
interruzioni del flusso.

È un processo dinamico, guidato da due principali componenti strutturali del testo: un


repertorio di modelli letterari familiari, le tecniche e strategie adottate per contrapporre il
familiare a ciò che è estraneo.
La conversazione sui libri che suggeriamo, dovrebbe seguire questo processo dinamico.

PERCHÉ “DIMMI”?
Nella realtà è più facile scoraggiare i bambini e ragazzi a parlare anziché indurli a dire quello che
pensano, è una delle domande che più facilmente di spaventa è l’interrogativo “perché?”.

Questa domanda suona aggressiva, minacciosa, polemica e indagatori, è una domanda


onnicomprensiva, troppo ampia per poter ottenere una risposta immediata ed esaustiva.
Generalmente i bambini si limitano a rispondere in modo sintetico.

Questa domanda non fornisce alcun aiuto, gli insegnanti dovrebbero partire da domande che aiutano
ad avviare la conversazione; l’espressione individuata da CHAMBERS fu “Dimmi”, in quanto
sollecita un desiderio di collaborazione, comunica la reale volontà dell’insegnante di conoscere ciò
che pensa al lettore e rinvia un dialogo informale piuttosto che a un’interrogazione.

“COSA SIGNIFICA?”
I lettori arrivano alla comprensione del significato di un testo attraverso progressive scoperte,
negoziazioni, interpretazioni e attraverso la condivisione. Per consentire questo percorso
l’insegnante dovrà porre le giuste domande ai lettori e di tanto in tanto riassumere quello che il

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gruppo sta dicendo in modo tale che ogni suo componente possa riconsiderare i diversi interventi e
spostare il focus della conversazione.

Affermare l’ovvio
L’insegnante inizia incoraggiando i lettori a parlare di ciò che ovvio, a dire quello che pensano, al
fine di aiutarli a scoprire quello che non sapevano di sapere.

Non prevaricare i lettori


La maggior parte degli alunni tendono a compiacere l’insegnante, ma in realtà nella lettura il lettore
conoscerà sempre meglio di chiunque altro la propria esperienza di lettura, perché accade dentro di
lui e rimane nascosto all’insegnante fino a quando il lettore non lo rivela.

L’insegnante:
- Svolge un ruolo di mediazione,
- Non dovrà esprimere la sua interpretazione se non in una fase avanzata della
discussione, in modo tale che il suo punto di vista non prevarichi quello del gruppo e
non condizioni la scelta degli argomenti della discussione. Nel caso in cui però i bambini
chiedono apertamente l’opinione dell’insegnante, la risposta dovrà incoraggiare i lettori
a proseguire nelle loro riflessioni.
- Deve riportare costantemente i lettori al testo.
- Non dovrà esaurire tutte le domande che possono scaturire da un libro e tutte le curiosità
dei lettori; bisogna lasciare sempre qualcosa in sospeso che possa essere ripreso in un
secondo momento.

La soluzione per acquisire sicurezza nel proprio lavoro, da insegnante, risiede nella conoscenza
approfondita del libro, perché più si conosce il testo più facilmente si riesce a concentrarsi su quello
che dicono i lettori sulle giuste domande da porre.

“COME LO SAI?”
Se la conversazione deve partire da ciò che ovvio, e necessario scoprire come siamo arrivati a
sapere le cose che conosciamo. È quindi utile che l’insegnante ponga una domanda fondamentale:
“Come lo sai?”.

La risposta acquisisce significato e diventa plausibile solamente quando sappiamo come il


giovane alunno ci è arrivato.
Questa domanda non risulta minacciosa e non suggerisce risposte vaghe.
Un punto essenziale implicito di questa domanda è che l’insegnante si assicura che i
lettori continuino a ritornare al testo, alla loro esperienza di lettura del testo, allo scopo
di far loro scoprire la fonte delle loro conoscenze.

GLI ARGOMENTI DELLA CONVERSAZIONE


L’atto del leggere a inizio con la scelta di un libro, e ogni conversazione sui libri ha come punto di
partenza la scelta degli argomenti di cui parlare. Nel normale contesto didattico, solitamente è
l’insegnante a decidere gli argomenti della conversazione, questo approccio però tiene scarsa
considerazione gli interessi e le opinioni dei lettori, e non sollecita una conversazione cooperativa
attraverso la quale una comunità di lettori può scoprire molto di più.

Per questo tipo di conversazione, il critico WAYNE BOOTH a cognato il termine


conduction, dal latino: co (insieme) e ducere (tirar fuori), per cui tutti noi contribuiamo
insieme a far emergere l’interpretazione del testo.

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Su questo tipo di conversazione cooperativa che si basa l’approccio “Dimmi”, secondo il
quale gli argomenti della discussione devono essere scelti dal gruppo di lettori piuttosto
che dall’insegnante.

Far emergere gli argomenti della conversazione


1. Quattro domande di base  ditemi:
o Che cosa mi è piaciuto di questo libro?
o Che cosa non mi è piaciuto?
o Avete trovato delle parti difficile da capire?
o Avete notato dei collegamenti dei motivi ricorrenti?
Ogni domanda viene posta turno ogni componente del gruppo, lasciando il tempo necessario
per esprimere quello che sembra ovvio, con una risposta breve.
2. Gli elenchi delle risposte  le risposte devono essere organizzate in elenchi, i quali devono
essere visibili da tutti e scritti in modo che possono essere consultati liberamente.
Successivamente si possono individuare gli argomenti inclusi in più di un elenco e li
possiamo unire, di seguito otterremo una risposta con più connessioni e la utilizzeremo
come primo argomento della discussione.

Attraverso questo processo riusciremo a far emergere i temi di maggior interesse e arriveremo a una
scelta negoziata, favorendo un atteggiamento mentale di autentica cooperazione.

Far procedere la conversazione


Successivamente l’insegnante chiederà ogni lettore che ha fornito una risposta collegata al tema
principale di approfondire la sua riflessione, arriveremo così alla scoperta di modelli che ci
condurranno a un’interpretazione del testo. Con lo svolgersi della discussione emergeranno nuove
interpretazioni, mentre alcune osservazioni considerate utili si riveleranno false piste o vicoli ciechi;
la discussione diventerà più complessa, in alcuni momenti sembrerà spegnersi, rivolgendosi su se
stessa, per passare improvvisamente da un tema all’altro  bisogna avere pazienza e saper
aspettare.

Nel corso della conversazione l’insegnante dovrà fare 4 cose:


1. Riportare in continuazione elettori al testo,
2. Porre domande generiche che possono aiutare a far progredire la conversazione,
3. Porre domande specifiche che aiutino a soffermarsi su caratteristiche del testo che lettori
non hanno colto autonomamente,
4. Fare periodicamente il punto di tutto quello che i lettori hanno detto.

L’insegnante, come afferma WAYNE BOOTH, si assicurerà che la conversazione:


“tenda verso qualcosa, non si riducano semplice condivisione di opinioni soggettive, ma consenta
di imparare reciprocamente l’uno dall’altro”.

QUALI DOMANDE?
Le domande di base
Quando i bambini e ragazzi si abituano al nostro approccio, tendono a non preoccuparsi troppo delle
domande su ciò che è piaciuto o non è piaciuto, per concentrarsi sugli aspetti più ambigui e
complessi.

Le domande generali
Le domande generali possono essere poste di fronte a qualsiasi storia, esse:

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- Consentono una più approfondita comprensione della lingua e dei riferimenti testuali,
- Permettono di fare confronti
- Facilitano la conversazione facendo emergere idee, informazioni, opinioni fondamentali
per l’interpretazione del testo.

Le domande specifiche
Talvolta il gruppo ha bisogno di aiuto, in questo caso l’insegnante dovrà essere in grado di porre
domande specifiche capace di guidare la conversazione alla scoperta di quelle caratteristiche che
non sono ancora emerse dalla discussione del testo.
Non tutti i tipi di testo si adattano alle domande specifiche, per cui è importante che l’insegnante si
prepari attentamente e che individua in anticipo quelle domande specifiche che sono rilevanti per il
testo di cui si sta parlando, in modo da non scoraggiare i lettori.

Lo schema delle domande


L’approccio “Dimmi” non è un rigido programma da manuale, non prevede che a tutti i lettori si
sottopongono a lista di domande con la richiesta di risponderò di ordinatamente; le domande
dovrebbero essere riformulate a partire dalle situazioni da lettori coinvolti.

È importante imparare ad ascoltare con grande attenzione le domande spontanee dei bambini e dei
ragazzi e utilizzarle come punto di partenza della conversazione.

LA LETTURA IN AZIONE
Il ruolo dei non lettori
In qualsiasi gruppo di lettura, i non lettori sono considerati un disturbo, ma in realtà ci sono diversi
modi per valorizzare la loro presenza: possiamo assegnargli il compito di porre domande e di
chiedere chiarimenti, possiamo invitarli a sintetizzare quello che pensano sia stato detto, inducendo
anche gli altri componenti del gruppo a riflettere sul loro intervento per esprimersi con maggior
cura e proprietà.

La presenza di non lettori non deve essere lasciata al caso, possiamo chiedere a un paio di alunni
di non leggere un libro e prepararsi a interpretare il ruolo di non lettore durante la discussione, essi
consentiranno di vivacizzare l’attività e soprattutto di valutare la coerenza e la chiarezza della
conversazione.

VI. L’EDUCATORE ALLA LETTURA


I LETTORI NASCONO DA ALTRI LETTORI
I lettori nascono da altri lettori, questo è un principio fondamentale di cui, in quanto educatori,
non dobbiamo scordarci. Se vogliamo crescere lettori appassionati e competenti, è fondamentale il
lavoro che facciamo su noi stessi in quanto educatori.

È necessario dedicare tempo alla aggiornamento, al confronto e alla nostra


formazione personale alla lettura.

Attraverso la creazione di un contesto favorevole alla lettura, possiamo aiutare i bambini ragazzi a
scoprire nella letteratura la fonte della nostra libertà e della nostra immaginazione.

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