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I. PREMESSA - INTRODUZIONE
Il lettore infinito nasce dalla sintesi di due distinti volumi: The reading environment e Tell me,
considerati vere proprie guida alla lettura, sono stati accorpati nel 2011 per la complementarietà dei
temi affrontati.
Ogni lettura avviene in un ambiente definito. E ogni lettore sa che il luogo in cui leggiamo influisce
su come leggiamo: con quale piacere, desiderio e concentrazione. Ma ad influenzare la lettura
intervengono diversi fattori: è un problema di libri, di disponibilità di storie che amiamo, di stati
d’animo, di tempo e di eventuali interruzioni... Questi sono alcuni dei fattori che ci influenzano e
che costituiscono il contesto sociale della lettura; considerati nel loro insieme, danno vita a quello
che definisco l’ambiente di lettura, che deve essere favorevole alla lettura.
3. LA RISPOSTA DEL LETTORE qualsiasi lettura produce in chi legge un qualche tipo di
risposta. Due sono le reazioni fondamentali che dovremmo stimolare nei bambini e nei
ragazzi per aiutarli a diventare lettori consapevoli:
- Desiderio di sperimentare nuovamente lo stesso piacere: in questo modo gli
apprendenti sono spinti a fare un’altra scelta, riattivando il cerchio della lettura.
- Desiderio di parlare con gli altri della propria esperienza: condividere l’esperienza ci
permette di capire che cosa ci è successo e scoprire cosa il libro significato per noi. La
conversazione sui libri può svolgersi in due modi:
o Conversazione informale,
o Conversazione formale.
Entrambe le tipologie tendono a farci ripercorrere il Reading Circle, e anzi possono
trasformarlo in una spirale.
Le frecce bidirezionali nel diagramma sono lì per ricordarci che anche gli adulti che educano alla
lettura imparano da coloro che stanno aiutando.
III. LA SELEZIONE
LA SCELTA DEL TESTO
Il punto di partenza del Reading Circle è la selezione, difatti il momento della scelta ha una forte
valenza e coloro che la effettuano esercitano un potere. È certo che i libri produrranno un qualche
effetto su di noi, di conseguenza sappiamo quanto sia importante e grande la responsabilità degli
adulti che scelgono le nostre letture.
I libri che i bambini i ragazzi devono conoscere nel loro corso di studi dipendono da tre diverse
modalità di scelta:
1. La scelta dei lettori, con l’approvazione degli insegnanti,
2. La scelta dell’insegnante,
3. La scelta della dirigente scolastica che impone dall’alto sia elettori che agli insegnanti.
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La predisposizione mentale dei lettori sarà più positiva e favorevole quanto più potranno contare sul
rispetto delle loro passioni e delle loro preferenze di lettura, per cui l’insegnante dovrà essere
disponibile a considerare la scelta autonoma come in parte irrinunciabile dell’attività di selezione.
Ma in che misura dobbiamo dare spazio alla scelta dei bambini e dei ragazzi? Come dovrebbe
comportarsi un insegnante quando i lettori desiderano parlare di un libro considerato inadeguato o
insignificante?
Ecco alcune linee guide:
- Bisogna essere il più aperti e onesti possibile, si susciteranno in questo modo utili
discussioni sulle ragioni, loro i nostri, per accettare o rifiutare un libro.
- Bisogna prendere una decisione dopo seguito di aver ascoltato e discusso le
argomentazioni. È necessario spiegare le ragioni per cui si ritenete la migliore possibile e
rispettarla di conseguenza.
- I bambini e i ragazzi possono imparare dai loro errori, per cui all’inizio può risultare
utile includere un libro proposto dei lettori, che può produrre due effetti: la scoperta, da
parte dell’insegnante, del valore del testo proposto, oppure la consapevolezza da parte
dei bambini dell’insignificanza di un testo.
- Non bisogna avere timore di interrompere un incontro di lettura se non si è riusciti
a intravedere sviluppi positivi.
Un buon insegnante dovrebbe porsi diverse domande prima di scegliere un testo, ma ovviamente
non esistono delle risposte univoche perché molto dipende dal contesto culturale sociale e dalle
caratteristiche individuali di ogni potenziale lettore; ogni insegnante deve trovare la giusta
risposta alla situazione che si trova ad affrontare e deve procedere in collaborazione con i
colleghi
il confronto ci permette di tutelare al meglio gli interessi dei nostri alunni.
LIBRI IN MOSTRA
Esporre libri significa metterli in primo piano; le mostre di libri stimolano l’interesse, sollecitano la
curiosità, influenzano profondamente l’atteggiamento mentale delle persone che le visitano. La
realizzazione di una buona esposizione dipende da due ingredienti:
1. Una scelta intelligente,
2. Un allestimento capace di attrarre i bambini e ragazzi e di sollecitare la loro curiosità.
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- La durata: i libri esposti devono consentire di mantenere vivo l’interesse; in una
comunità scolastica capire quando una mostra bisogno di essere rinnovata e facile,
bisogna solo osservare l’affluenza di visitatori e l’interesse suscitato negli alunni.
- I libri: dovrebbero essere disponibili alcune copie dei libri per il prestito o per
l’acquisto, perché i lettori quando sono attratti da un libro desiderano immediatamente
averlo tra le mani; più tempo passa più facilmente l’interesse svanisce.
- I temi e gli argomenti: è una buona idea organizzare periodicamente una mostra
ambiziosa, con un maggior assortimento di libri e allestimenti più elaborati. La mostra
può inoltre rappresentare il focus per una discussione sul progetto lettura della scuola.
Un libro è una sequenza di pagine sulle quali compaiono segni comunicanti significato collegati
tra di loro in un ordine prestabilito dall’autore.
Che cos’è un libro?
2. Il lettore È colui che può fare quello che vuole con il libro, però è posto di fronte a
precise responsabilità, tra cui il rispetto dell’integrità della composizione dell’autore. Un
lettore responsabile onora il patto implicito che gli impone di rispettare e di non
manomettere ciò che l’autore ha creato, ponendosi davanti al testo nel suo insieme
rispettando nell’ordine la sequenza stabilita dall’autore.
Questo rispetto reciproco e questa autorità condivisa risiedono nel libro, in quanto è il libro il focus
e il centro del loro rispetto e della loro attenzione, è il libro che conferisce l’autorità di autori e
lettori.
Quando invece leggiamo un libro, siamo noi soli e in quel momento siamo i depositari ultimi
dell’interpretazione e della creazione di senso di un testo. La gratificazione si ottiene molto più
faticosamente, nient’altro però dalla stessa soddisfazione.
I testi digitali
IV. LA “LETTURA”
IL SET E IL SETTING
L’esito di qualsiasi attività umana è influenzato da due condizioni:
1. Il set quell’insieme di attitudini mentali e atteggiamenti personali che influenzano ciò
che facciamo: le nostre aspettative, le nostre precedenti esperienze e conoscenze…
2. Il setting l’ambiente fisico la sua adeguatezza o in lingua terza rispetto all’attività
proposta.
Leggere è un’attività che richiede comportamenti appropriati: dobbiamo porci nella giusta
predisposizione mentale per concentrarci sul libro, essere in grado di prestargli la dovuta
attenzione e lasciarsi trasportare dalla storia.
I luoghi della lettura devono essere progettati per l’esposizione dei libri, per leggere in assoluta
tranquillità, per parlare, scrivere, muoversi liberamente tra i libri, prendere in prestito le storie che ci
interessano e andare alla ricerca di informazioni.
La realizzazione di uno spazio dedicato alla lettura comunica agli alunni un messaggio
molto importante: che in quella classe, scuola, comunità,
la lettura è considerata un’attività fondamentale di grande valore.
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- Alcuni testi non possono essere proposti per una lettura spontanea , in quanto molti
bambini e ragazzi provengono da contesti familiari e culturali poco stimolanti e poco
attenti alle loro letture. I dispositivi digitali influiscono negativamente sulla acquisizione
dell’abitudine a letture serie e impegnative.
- Il ruolo dell’insegnante non dovrebbe mai essere troppo invasivo.
- Un insegnante non è in grado di aggiornarsi su tutte le novità proposte dall’editoria,
e di conseguenza nemmeno di scegliere tra queste le letture da consigliare ai suoi alunni.
- Se un ragazzino legge sono libri di qualità scadente, è necessario tenerne conto e
affrontare il problema nei momenti opportuni.
- La maggior parte degli autori più significativi si sono nutriti precocemente con letture
diversificate e spesso casuali.
- I bambini e ragazzi devono imparare a scegliere da soli.
WERNER sottolinea che abbiamo bisogno di leggere frequentemente e con regolarità durante la
nostra infanzia e adolescenza, se vogliamo avere la possibilità di crescere come lettori critici
impegnati.
Il tempo per la lettura è uno dei presupposti rinunciabile per consentire ai giovani di
diventare lettori, insieme a una buona scelta di libri, alla lettura ad alta voce e alla
conversazione, guidata dall’insegnante, sulle proprie letture.
Nella rilettura recuperiamo parti che già avevamo apprezzato, e scopriamo dettagli
che non avevamo colto e che ci consentono una più profonda comprensione del
testo, o che ci mostrano la storia in una prospettiva diversa.
Tenere un diario delle nostre letture ci permette di tenere memoria delle letture svolte e ci aiuta a
ricordare una grande quantità di dettagli, una semplice annotazione arricchisce le nostre vita in
modo impensabile
La storia delle nostre letture è inestricabilmente intrecciata con la storia di come siamo arrivati a
pensare in un certo modo, di come siamo diventati quello che siamo e di come desideriamo
diventare. Se la lettura non avesse alcuna ripercussione sulle nostre vite, non producesse noi alcun
cambiamento, non sarebbe altro che intrattenimento ma invece influenza la nostra vita
emotivamente, intellettualmente, eticamente, e allora è importante scegliere con grande cura le
nostre letture e ricordare il contenuto delle storia che abbiamo letto.
RACCONTARE STORIE
Ognuno di noi arriva la letteratura attraverso il racconto di storie ad alta voce, che è indispensabile
per consentirci di diventare lettori di letteratura, indipendentemente dall’età.
La creazione di storie pone sempre di fronte a complessi problemi formali legati alla narrazione,
che o bambini risolvono attingendo alla loro personale esperienza di storie.
I bambini possono imparare tutto questo dall’ascolto di storie e dal racconto fatto da loro in prima
persona.
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Quando una storia è raccontata, la personalità dell’interprete produce un impatto diretto sul
pubblico molto più forte di quando letto ad alta voce.
Che cosa deve fare un insegnante per aiutare i bambini a diventare lettori?
Ogni bambino dovrebbe avere la possibilità di ascoltare ogni giorno un brano di lettura letto ad alta
voce dei propri insegnanti, ed è anche necessario leggere ad alta voce lungo tutto il percorso
scolastico.
La lettura ad alta voce dello stesso testo da parte di persone diverse mostra chiaramente che chi
legge è innanzitutto l’interprete. Dal punto di vista dell’interpretazione, preziosi sono gli albi
illustrati, nei quali disegni aggiungono significato al testo e un’interpretazione visiva del testo che
l’artista vede dentro di sé.
Superare le difficoltà
Lo sviluppo delle competenze di lettura avviene solo se, in modo consapevole, tendiamo verso
qualcosa che non è immediatamente alla nostra portata. Una delle cose più importanti che un
insegnante può fare è rendere accessibile l’esperienza di ciò che è troppo difficile, cioè leggere ad
alta voce quei testi che gli ascoltatori non sono ancora in grado di fare i propri, e/o proporre la
lettura, parziale o integrale, di quei libri che altrimenti i ragazzi non avvicinerebbero mai.
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Stare insieme
Una delle caratteristiche fondamentali della lettura ad alta voce è la condivisione di un’esperienza.
Coloro che leggono insieme sentono di appartenere a una specie di comunità, perché non c’è
niente che unisca più della condivisione delle proprie esperienze. Essi sperimentano anche
una vicinanza fisica, perché mentre ascoltano, sono confortati dalla sicurezza derivante dal
contatto fisico con i compagni o con l’adulto lettore.
In seguito i bambini, inseriscono parole, frasi, tratti dalla storia nelle conversazioni.
I bambini e i ragazzi dovrebbero essere coinvolti nei preparativi dell’evento attraverso la lettura
dei libri dell’autore ospite, la creazione di mostre, la scrittura illustrazioni di proprie storie… A
conclusione dell’esperienza è importante procedere a una sua valutazione e discussione,
ripercorrendone tutte le tappe per sottolineare gli aspetti positivi e negativi.
DA LETTORE A LETTORE
La scelta di un libro da parte dei ragazzi è fortemente condizionata dal giudizio dei propri
coetanei. Il successo di questa pratica dipende in gran parte dalla nostra conoscenza sia dei bambini
sia dei libri, e dalla nostra capacità di suggerire al momento opportuno, il giusto libro al giusto
lettore.
Ci sono alcune tecniche strutturate per aiutare i bambini a condividere le loro letture estendere il
raggio di influenza reciproca:
- Hai letto questo libro? È un momento dedicato allo scambio di informazioni tra i
giovani lettori, un’occasione per parlare dei libri più amati e per consigliarne la lettura. È
importante ritagliare, all’interno della programmazione, del tempo durante il quale
alcuni alunni possono presentare un libro i compagni; mentre il resto del gruppo deve
essere incoraggiato a fare domande e esprimere le proprie opinioni.
- La bacheca delle nostre letture l’idea è quella di appendere su una bacheca
qualsiasi cosa che abbia l’intenzione di consigliare un determinato libro.
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- I materiali informativi lo scopo è quello di veicolare notizie sui libri che possono
indurre lettori ad avvicinarsi alle storie presentate sia con recensioni che con semplici
giochi di parole.
- Il coinvolgimento di lettori nella scelta dei libri scegliere i libri richiede
discussioni, confronto di opinioni, valutazione della qualità e delle criticità dei diversi
tipi di testi e una gran quantità di vetture.
Per sollecitare una scelta ponderata, dovremmo porre tutte le domande utili allo scopo:
come giudicare un libro? Cos’è per noi un buon libro?…
- I gruppi di lettura I lettori particolarmente entusiasti amano ritrovarsi tra di loro.
Generalmente i gruppi di lettura offrono occasioni per raccontare storie e leggere ad alta
voce, incontrare ospiti importanti in modo differente da quello scolastico. I gruppi di
lettura dovrebbero diventare la base per contagiare, attraverso le parole dei suoi
componenti l’intera comunità.
- Il ruolo dell’insegnante quando siamo impegnati nell’organizzazione di un evento o
di un’attività, tendiamo a entusiasmarci e contagiare anche gli altri, aumenta così
soddisfare la crescente richiesta di libri.
Il ruolo dell’insegnante e anche quello di catalizzatore, ovvero una persona che
facilita, che mette a disposizione risorse, che orienta, che garantisce cioè le
condizioni affinché le cose accadano.
I giovani lettori dovrebbero essere incoraggiati a parlare delle loro letture, e noi stessi
dovremmo dialogare con loro; parlare dei nostri libri ci fa crescere come lettore critici più di
qualsiasi altra cosa.
Il dialogo è essenziale nelle nostre vite, la maggior parte di noi non conosce ciò che pensa
fino a quando non lo esprima ad alta voce.
La nostra è una società basata sulle parole, siamo tutti giudicati per le nostre abilità
espressive e comunicative. Parlare in modo competente dei libri che abbiamo letto è il
miglior allenamento per imparare a parlare in modo appropriato di qualsiasi argomento; per
cui in questo modo li aiuteremo a diventare buoni comunicatori.
Però questo è un obiettivo complesso, che non può essere raggiunto velocemente, l’unica
cosa che possiamo fare è offrire informazioni concrete, spiegare alcuni processi e focalizzare
l’attenzione sulle regole di base elaborato attraverso dell’esperienza; il resto può essere
appresa solo attraverso la pratica.
L’approccio “dimmi” nasce dal desiderio di aiutare i bambini e ragazzi a esprimersi sui testi che
leggono e ad ascoltare quello che viene loro letto in modo competente. È un modo per stimolare la
conversazione sui libri, ponendo una serie di domande che ognuno di noi può adattare alla
situazione e il proprio alunni.
CONDIVIDERE STORIE
Condividere gli entusiasmi e le avversioni
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Quando tra amici si inizia parlare di un libro, solitamente è perché si desidera condividere il proprio
entusiasmo, ma in realtà i lettori condividono due tipi di sensazioni:
- Le preferenze, cioè l’entusiasmo per quegli aspetti della storia che sono piaciuti,
- Le avversioni, il fastidio per quegli aspetti che hanno contrariato.
Ogni storia prevede la possibilità di una molteplicità di significati; possiamo scoprire il significato
che quel testo assume altro ognuno di noi, attraverso la condivisione e l’interpretazione degli
elementi critici.
Non è facile comprendere questo concetto, dobbiamo tener presente che ci sono modelli
extra-testuali che possono venire in aiuto del lettore e che sono importanti nella costruzione
del significato delle storie:
- Dal mondo al testo I lettori portano il loro mondo nel mondo del testo e attraverso
questo confronto scoprono significati in uno, nell’altro o in entrambi.
- A confronto il testo con l’altro I lettori operano questo confronto riuscendo a
raggiungere una più profonda comprensione di entrambi testi attraverso il raffronto delle
caratteristiche comuni e delle differenze.
- La memoria I confronti si basano sulla memoria, la cui attivazione è un processo
essenziale nell’esperienza di lettura e influenza in modo significativo la percezione che
abbiamo di un testo.
Nella conversazione spontanea sui libri niente accade secondo un ordine predefinito, tutto affiora
casualmente e liberamente; la conversazione è guidata da bisogni immediati. Le conversazioni
proposte con l’approccio “Dimmi” non sono strutturate e lineari, non vanno alla ricerca di
specifiche risposte e non prevedono domande poste non ordine prestabilito.
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- Parlare per gli altri l’ascoltatore riflette su ciò che ascolta e, attraverso un processo
di rispecchiamento, le parole ritornano a chi le ha pronunciate. La principale
motivazione alla base di ogni atto di comunicazione risiede nella speranza che
l’ascoltatore interpreti quello che abbiamo detto e ci aiuti a comprenderlo meglio; ne
consegue che la condivisione dei nostri pensieri amplifica la nostra capacità di
pensiero.
- Parlare con gli altri la motivazione per avviare una conversazione condivisa risiede
nella consapevolezza di volere trovare assieme ad altre persone la soluzione ad un
problema che consideriamo troppo difficile.
CHAMBERS invece nel suo lavoro mostra che i bambini possiedono un innato senso critico fin da
piccoli: fanno domande istintivamente, raccontano, mettono a confronto, giudicano; sostiene che le
perplessità dei colleghi nascono da una percezione distorta del concetto di critica letteraria.
Ha a che fare con la costruzione del significato di un testo, con la sua ricerca la sua
discussione, parte integrante ne sono anche l’interpretazione di un testo e l’interazione tra il
testo e il lettore. Quest’ultima in particolare la cosa più importante, senza la quale non
esisterebbe nulla su cui lavorare.
I bambini sono in grado di esercitare il senso critico, essi conoscono molto del mondo in cui
vivono e l’insegnante deve scoprire come convogliare questa conoscenza nella discussione, per
ampliarla o modificarla; sottolineiamo:
1. I bambini e ragazzi, così come gli adulti, fanno letture molto diverse di uno stesso testo.
2. Spesso sottovalutiamo le capacità di lettura e le abilità critiche dei bambini.
3. In qualsiasi gruppo possiamo costatare con i bambini e ragazzi che parlano tra di loro dei
libri che hanno letto, condividendo riflessioni osservazioni, riescono ad arrivare a una
comprensione più profonda del testo.
Fondamentale è invece l’ascolto dell’esperienza del lettore, i suoi pensieri, dei suoi sentimenti, ma
affinché questo sia possibile il lettore deve avere la convinzione che l’insegnante desideri realmente
una risposta onesta.
WOLFGANG ISER descrive l’arte della ri-creazione, un processo che basa la sua efficacia sulle
interruzioni del flusso.
PERCHÉ “DIMMI”?
Nella realtà è più facile scoraggiare i bambini e ragazzi a parlare anziché indurli a dire quello che
pensano, è una delle domande che più facilmente di spaventa è l’interrogativo “perché?”.
Questa domanda non fornisce alcun aiuto, gli insegnanti dovrebbero partire da domande che aiutano
ad avviare la conversazione; l’espressione individuata da CHAMBERS fu “Dimmi”, in quanto
sollecita un desiderio di collaborazione, comunica la reale volontà dell’insegnante di conoscere ciò
che pensa al lettore e rinvia un dialogo informale piuttosto che a un’interrogazione.
“COSA SIGNIFICA?”
I lettori arrivano alla comprensione del significato di un testo attraverso progressive scoperte,
negoziazioni, interpretazioni e attraverso la condivisione. Per consentire questo percorso
l’insegnante dovrà porre le giuste domande ai lettori e di tanto in tanto riassumere quello che il
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gruppo sta dicendo in modo tale che ogni suo componente possa riconsiderare i diversi interventi e
spostare il focus della conversazione.
Affermare l’ovvio
L’insegnante inizia incoraggiando i lettori a parlare di ciò che ovvio, a dire quello che pensano, al
fine di aiutarli a scoprire quello che non sapevano di sapere.
L’insegnante:
- Svolge un ruolo di mediazione,
- Non dovrà esprimere la sua interpretazione se non in una fase avanzata della
discussione, in modo tale che il suo punto di vista non prevarichi quello del gruppo e
non condizioni la scelta degli argomenti della discussione. Nel caso in cui però i bambini
chiedono apertamente l’opinione dell’insegnante, la risposta dovrà incoraggiare i lettori
a proseguire nelle loro riflessioni.
- Deve riportare costantemente i lettori al testo.
- Non dovrà esaurire tutte le domande che possono scaturire da un libro e tutte le curiosità
dei lettori; bisogna lasciare sempre qualcosa in sospeso che possa essere ripreso in un
secondo momento.
La soluzione per acquisire sicurezza nel proprio lavoro, da insegnante, risiede nella conoscenza
approfondita del libro, perché più si conosce il testo più facilmente si riesce a concentrarsi su quello
che dicono i lettori sulle giuste domande da porre.
“COME LO SAI?”
Se la conversazione deve partire da ciò che ovvio, e necessario scoprire come siamo arrivati a
sapere le cose che conosciamo. È quindi utile che l’insegnante ponga una domanda fondamentale:
“Come lo sai?”.
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Su questo tipo di conversazione cooperativa che si basa l’approccio “Dimmi”, secondo il
quale gli argomenti della discussione devono essere scelti dal gruppo di lettori piuttosto
che dall’insegnante.
Attraverso questo processo riusciremo a far emergere i temi di maggior interesse e arriveremo a una
scelta negoziata, favorendo un atteggiamento mentale di autentica cooperazione.
QUALI DOMANDE?
Le domande di base
Quando i bambini e ragazzi si abituano al nostro approccio, tendono a non preoccuparsi troppo delle
domande su ciò che è piaciuto o non è piaciuto, per concentrarsi sugli aspetti più ambigui e
complessi.
Le domande generali
Le domande generali possono essere poste di fronte a qualsiasi storia, esse:
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- Consentono una più approfondita comprensione della lingua e dei riferimenti testuali,
- Permettono di fare confronti
- Facilitano la conversazione facendo emergere idee, informazioni, opinioni fondamentali
per l’interpretazione del testo.
Le domande specifiche
Talvolta il gruppo ha bisogno di aiuto, in questo caso l’insegnante dovrà essere in grado di porre
domande specifiche capace di guidare la conversazione alla scoperta di quelle caratteristiche che
non sono ancora emerse dalla discussione del testo.
Non tutti i tipi di testo si adattano alle domande specifiche, per cui è importante che l’insegnante si
prepari attentamente e che individua in anticipo quelle domande specifiche che sono rilevanti per il
testo di cui si sta parlando, in modo da non scoraggiare i lettori.
È importante imparare ad ascoltare con grande attenzione le domande spontanee dei bambini e dei
ragazzi e utilizzarle come punto di partenza della conversazione.
LA LETTURA IN AZIONE
Il ruolo dei non lettori
In qualsiasi gruppo di lettura, i non lettori sono considerati un disturbo, ma in realtà ci sono diversi
modi per valorizzare la loro presenza: possiamo assegnargli il compito di porre domande e di
chiedere chiarimenti, possiamo invitarli a sintetizzare quello che pensano sia stato detto, inducendo
anche gli altri componenti del gruppo a riflettere sul loro intervento per esprimersi con maggior
cura e proprietà.
La presenza di non lettori non deve essere lasciata al caso, possiamo chiedere a un paio di alunni
di non leggere un libro e prepararsi a interpretare il ruolo di non lettore durante la discussione, essi
consentiranno di vivacizzare l’attività e soprattutto di valutare la coerenza e la chiarezza della
conversazione.
Attraverso la creazione di un contesto favorevole alla lettura, possiamo aiutare i bambini ragazzi a
scoprire nella letteratura la fonte della nostra libertà e della nostra immaginazione.
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