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(1859 – 1941)
Vita e opere
Di origine ebraica, nasce a Parigi nel 1859, la sua formazione è scientifica e si dedica a studi di
matematica e meccanica, poi si dedica alla filosofia. Si entusiasma per il positivismo di Spencer,
che prometteva di essere vicino alla scienza e aderente ai fatti. Ma la promessa non viene
mantenuta: l’aderenza ai fatti nel positivismo mancava perché di tutti i fatti pretendeva di
giudicare con uno stesso metodo. Il reale presenta, al contrario, aspetti diversi e, se si vuole
restare fedeli all’esperienza e alla realtà, bisogna studiarli ciascuno con metodo proprio. Dopo
le sue prime opere (Saggio sui dati immediati della conoscenza, 1889, e Materia e memoria, 1896)
ottiene grande notorietà. Nel 1900 esce Il riso, nel 1907 L’evoluzione creatrice, nel 1932 le due
fonti della morale e della religione.
Poco prima della morte (1941) matura la sua conversione al cattolicesimo, ma non compie il
passo del battesimo per non separare il suo destino da quello del suo popolo perseguitato.. Nel
«Testamento» scrive: «Le mie riflessioni mi hanno spinto via via verso il cattolicesimo, nel quale
vedo il pieno compimento dell'ebraismo. Mi sarei convertito se non avessi visto prepararsi
lungo gli anni (in gran parte, ahimè, per colpa di un certo numero di ebrei del tutto privi di
senso morale) la formidabile ondata di antisemitismo che dilaga sul mondo. Ho voluto restare
fra quelli che domani saranno perseguitati. Ma io spero che un prete cattolico, se il cardinale
arcivescovo di Parigi l'autorizza, vorrà dire qualche preghiera alle mie esequie. Nel caso che
questa autorizzazione non venga, bisognerebbe indirizzarsi a un rabbino, ma senza
nascondergli e nascondere a nessuno la mia adesione morale al cattolicesimo».
Libertà e determinismo
La determinazione ha senso solo nella realtà esteriore fatta di stati distinti, se gli oggetti vivono
l’uni esterno all’altro ha senso parlare di cause. Ma l’essere profondo della coscienza non è
divisibile, conserva le tracce del proprio passato; in essa non esistono mai due eventi identici,
perciò non si possono fare previsioni e non ha senso dire che uno stato ne determina un altro.
L’io è una unità in divenire e quando i nostri atti emanano dall’intera nostra personalità allora
esprimono la libertà. Questo naturalmente non vale per tutti i nostri gesti, molti non derivano
dalla coscienza e non sono liberi, risultato meccanici e prevedibili (cfr. Il riso).
Materia e memoria
B. vuole studiare la relazione fra coscienza e mondo fisico, fra spirito e corpo. Corpo e cervello
sono realtà infinitamente più povere della coscienza, rivolte all’azione nelle circostanze
presenti. Nel cervello passa solo una parte di ciò che è presente nella coscienza, solo ciò che
serve all’azione. La vita ci impone infatti di porre attenzione al presente e ripesca dal passato
unicamente quanto serve a inserire il nostro organismo nella situazione presente. Ma
l’esperienza cosciente, la memoria, è molto di più. “Chi potesse guardare all’interno di un
cervello in piena attività saprebbe di certo qualcosa di quel che avviene nella coscienza, ma ne
conoscerebbe ben poco; di essa conoscerebbe solo quello che è esprimibile in gesti,
atteggiamenti, movimenti del corpo, il resto gli sfuggirebbe; egli sarebbe, rispetto ai pensieri e
ai sentimenti che si svolgono nell’intimo della coscienza, nella situazione di uno spettatore il
quale vedesse distintamente tutto ciò che gli altri fanno sulla scena ma che non capisce una
parola di quello che dicono.”
L’evoluzione creatrice
B. intende darci una visione globale della realtà, presentandoci un evoluzionismo agli antipodi
con quello deterministico e meccanicistico di Darwin. La vita è novità, imprevedibilità,
creatività, slancio vitale che tende alla creazione di nuove e sempre più numerose forme di vita.
Spirito e materia non sono due realtà, ma due poli della medesima realtà. Al pari della vita della
coscienza la vita biologica non è una macchina che si ripete sempre identica a se stessa, ma è
continua e incessante novità, è creazione, imprevedibilità, vita sempre nuova che inglobando e
conservando l’intero passato cresce su se stessa. E la materia non è altro che il momento
dell’arresto di questo slancio vitale, è data dal riflusso dello slancio vitale che disperde la
propria unità e ricade come molteplicità di elementi. La materia è “azione che si dissolve e di
logora, si depotenzia”. La materia è slancio che ha perduto la propria creatività e diventa un
ostacolo per lo slancio successivo. Lo slancio unitario ricade allora in una molteplicità di
elementi. (esempi di un fuoco d’artificio o di una granata che esplode). Ecco allora una visione
evoluzionistica che procede per biforcazioni successive: materia inanimata-mondo animale;
piante-animali…La vita del mondo animale a sua volta esplode in ulteriori direzioni: una
conduce a forma più perfette di istinto (imenotteri), un’altra porta oltre l’istinto, all’intelligenza
(altre volte finisce in un vicolo ceco).