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Arthur Schopenhauer

il pessimismo cosmico
5E a.s.2018-2019
Danzica 1788-Frankfurt a.M. 1860
• Nasce a Danzica, ma studia a Gottinga da G. E. Schulze
(filosofo critico di Kant).
• 1813 si laurea sulla Quadruplice radice del principio di
ragione, sul tema, cioè, che S. riprende da Wolff e dalla
tradizione razionalista della «ragione sufficiente»: «Niente
è senza una ragione per la quale sia piuttosto che non sia»,
ovvero: niente è senza una ragione per cui sia. Questo
principio, detto di ragione sufficiente (nevica perché è
inverno) porta con sé il diritto a chiederci: «Perché?», ciò
che poi a ben vedere risulta essere una delle facoltà
forniteci a priori nell'intelletto, oltre che una delle
prerogative principali delle scienze comunemente intese.
Tre periodi
1. Periodo di Dresda: 1814-1818, pubblicazione di
una teoria «Sulla vista e i colori (1816) in difesa dello
scritto goethiano del 1810, «La teoria dei colori», in
cui Goethe si contrappone alla teoria newtoniana.
1818 (1819) opera principale: Il mondo come volontà
e rappresentazione
2. Periodo di Berlino: libero docente dal 1820 al
1832 (pausa italiana dal 1822 al 1825), scappa nel
1831 per l’epidemia di colera.
3. Periodo di Francoforte: 1836: Sulla volontà della
natura e 1841: I due problemi fondamentali dell’etica
Influenze filosofiche su S.
Da Platone: teoria delle idee eterne lontane dal mondo
fenomenico
Da Kant: impostazione soggettivistica della teoria della
conoscenza
Da Voltaire: ironia e demistificazione della realtà
Dai Romantici: tema dell’infinito, dell’estetica e del
dolore: mondo presente nelle varie manifestazioni, ma
alla base un principio assoluto, ma con sfondo
pessimistico
Antihegeliano, interesse per il pensiero orientale
Velo di Maya
per S. il fenomeno è la parvenza, l’illusione
(velo di Maya), noumeno è ciò che sta dietro.
Compito del filosofo è scoprirlo. Il fenomeno è
tale solo nella coscienza del singolo (a differenza
di Kant: fenomenica è la realtà!): soggettivismo
gnoseologico, il mondo è la mia
rappresentazione. Estrema interpretazione del
kantismo!
Soggetto e oggetto si coappartengono.
La volontà
L’esperienza fondamentale per scoprire il velo di Maya
(ovvero scoprire cosa c’è dietro la rappresentazione
illusoria della realtà) è cercare in noi stessi. Si giunge così
a scoprire la cosa in sé dietro la realtà fenomenica
ingannevole (a differenza di K. per cui il fenomeno non è
un inganno e non è possibile arrivare alla cosa in sé!). La
forza che ci spinge a cercare dentro di noi è la volontà di
vivere: Wille zum Leben. Tutta la realtà non è che
manifestazione della volontà. In S. il primato è della
volontà su intelletto e ragione. Es: l’apparato digerente è la
manifestazione fenomenica della volontà di nutrirsi: il
mondo è volontà e rappresentazione (Vorstellung…)
La volontà
La volontà è il noumeno del mondo, l’essenza primaria
di tutto. Non la vediamo, ma la percepiamo. È
un’esperienza interna che ci permette di scoprire al di là
del velo del fenomeno. Ma non è la volontà singola e
individuale, bensì un impulso cosmico che è
consapevole nell’uomo e inconsapevole nella materia.
Scopo della volontà è se stessa.
Quindi è: inconscia, unica, eterna, non ha causa, non
ha scopo.
La verità è solo il perpetuarsi della volontà e della
vita. Non c’è altro senso alla vita.
Gradi di oggettivazione della volontà
Due fasi:
1. Si oggettiva nelle idee (archetipi del mondo,
platonicamente)
2. si oggettiva negli individui che derivano dalle
idee
La gerarchia che si crea secondo una serie
digradazioni va dalle forze naturali, poi alle piante e
agli animali e culmina con l’uomo. In questa «salita»
la volontà acquista in consapevolezza e perde in
sicurezza: ragione meno efficace dell’istinto!
« Ogni volere
scaturisce da bisogno,
ossia mancanza, ossia
sofferenza»
Il pessimismo:

La vita è per definizione dolore perché volere è


desiderio, cioè mancanza di qualcosa, dolore. E
l’appagamento è sempre temporaneo, mentre il
desiderio nell’uomo dalla volontà consapevole, è
solo parziale e quindi destinato a perpetuarsi e
portare al dolore perché mai definitivo.
Gioia è cessazione del dolore (S. è lettore di
Giacomo Leopardi)
Il pessimismo:
La vita umana oscilla tra dolore e noia. Se l’essere
è volontà significa che l’essere è dolore, stato
costante solo intervallato fugacemente dal piacere
che è cessazione temporanea del dolore: tutto è
sofferenza PESSIMISMO COSMICO o
METAFISICO.
L’amore è un’illusione, stratagemma per
perpetuare la vita. L’unico amore disinteressato è
la pietà
Critica delle «menzogne»
dell’ottimismo
S. mette a nudo qualsiasi forma di ottimismo filosofico, in
primis la filosofia hegeliana, che hanno solo un ruolo
consolatorio e ingannatore. Ad essa contrappone
l’irrazionalità. Ateismo filosofico: contro filosofie
religiose o sistemi che includono la presenza di un Dio
buono o regolatore (anticipazioni di Nietzsche…).
Critica della socievolezza umana: conflitto e
sopraffazione regolano i rapporti tra gli uomini. La
convivenza degli uomini è un fatto di necessità e non di
scelta. Solo a partire da questa comprensione è possibile
favorire la scelta della pietà verso gli altri e quindi della
giustizia secondo S.
Critica delle «menzogne»
dell’ottimismo
S. è un pessimista, ma affermatore della volontà
quindi condanna il suicidio che nega la vita e
quindi la volontà, senza successo.
La vera risposta al dolore del mondo è la
liberazione della volontà di vivere attraverso la
presa di consapevolezza del dolore in tre momenti:
arte
morale
ascesi.
L’ARTE
ARTE : conoscenza libera e disinteressata, che
rappresenta le idee, il soggetto che le contempla è
un individuo liberato dalla necessità e dai bisogni
quotidiano.
La tragedia è l’autorappresentazione del dramma
della vita e la musica è rappresentazione
immediata della volontà (Nietzsche), la più
profonda delle arti (romanticismo). Ma anche
l’arte è solo un breve incantesimo.
La MORALE:
GIUSTIZIA E CARITA’, ma soprattutto
PIETA’
Morale è impegno verso la realtà, a favore del mondo,
attraverso l’etica si supera l’individualismo e la lotta tra gli
individui. L’etica non deriva dalla ragione (a differenza di
Kant) ma da quello che viviamo, dal sentimento di pietà o
compassione (cum-patior), patire con gli altri. Non basta il
sapere, è necessario il sentire! Anzi: dal sentire insieme si
produce conoscenza. Con la pietà si avverte l’unità del tutto.
1. Giustizia è non fare il male
2. Carità è la volontà attiva di fare il bene
3. Massimo valore della morale è la PIETA’, far propria la
sofferenza cosmica
ASCESI
L’ascesi è la liberazione dalla volontà di vivere,
con la castità perfetta, la rinuncia al piacere, la
povertà e l’umiltà. L’ascesi è l’unica forma di
atto di libertà in mano all’uomo.
Il misticismo ateo di S. si compie nell’esperienza
del nirvana buddista, cioè l’esperienza del nulla,
in cui soggetto e oggetto si dissolvono.

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