Dizionarietto Kantiano
Agnosticismo (Agnostizismus): la posizio-
ne di Kant nei confronti della metafisica è
definita agnostica perché la ragione umana,
per quanto tesa costantemente alla compren-
sione di una realtà che supera il fenomeno,
fallisce in questo intento. L’illusione della ra-
gione umana è paragonata al volo di una
colomba che prova a sollevarsi nel vuoto sen-
za la resistenza dell’aria. Dove l’aria, condi-
zione necessaria per il volo, è simile all’espe-
rienza sensibile, allo stesso tempo punto di
partenza e limite per la nostra conoscenza.
Analisi (Analyse): regresso dal tutto alle
sue parti, prevedendo sempre la possibilità di
un ritorno al tutto (sintesi).
Analitica dei concetti (Analytik der
Begriffe): è la prima delle due parti in cui si
divide l’analitica trascendentale: vi si tratta
come sia possibile pensare un oggetto senza
averne intuizione mediante le CATEGORIE.
Analitica dei principi (Analytik der
Grundsätze): è la seconda parte in cui si
divide l’analitica trascendentale; contiene le
regole a priori per l’uso delle categorie,
spiegate attraverso la celebre dottrina dello
SCHEMATISMO.
Analitica trascendentale (transzendentale
Analytik): viene trattata nella seconda parte
della Critica della ragion pura, in cui sono
esaminate le forme pure dell’intelletto umano
(categorie) ed i principi a priori che
permettono l’applicazione delle categorie ai
differenti dati sensibili. L’analitica è detta
trascendentale, come l’estetica, perché la
conoscenza avviene tramite l’unione – da
parte dell’INTELLETTO – di molteplici dati
sensibili mediante l’uso dei concetti, e la
successiva formulazione di giudizi.
Antinomie (Antinomie): COSMOLOGIA
RAZIONALE.
A posteriori: indica una conoscenza
derivata dall’esperienza sensibile.
A priori: indica una conoscenza non
derivata dall’esperienza sensibile.
Bello (Schönheit): si riferisce ad un
oggetto di forma limitata, produce un senso
di esaltazione della vita.
Categorie (Kategorien): le categorie di
Kant sono funzioni a priori dell’intelletto che
determinano le condizioni trascendentali dell’e-
sperienza. Secondo Kant non sono derivate
dall’esperienza (sono costitutive dell’espe-
rienza), si tratta di forme logiche pure che per-
mettono di unificare la molteplicità delle in-
tuizioni sensibili. Egli ne enumera 12, divise in
quattro triadi, ricavandole dalla tavola dei giu-
dizi della logica aristotelica. Eccone l’elenco:
1. Quantità (Quantität)
a) Unità (Einheit)
b) Pluralità (Vielheit)
c) Totalità (Allheit)
2. Qualità (Qualität)
a) Realtà (Realität)
b) Negazione (Negation)
c) Limitazione (Limitation)
3. Relazione (Relation)
a) Inerenza e sussistenza (substantia et
accidens; Inherenz und Subsistenz)
b) Causalità e dipendenza (Causalität und
Dependenz)
c) Azione reciproca (Gemeinchaft)
4. Modalità (Modalität)
a) Possibilità e impossibilità (Möglichkeit
und Unmöglichkeit)
b) Esistenza e non esistenza (Dasein und
Nichtsein)
c) Necessità e contingenza (Notwendigkeit
und Zufälligkeit)
Contingente (Kontingenz): che non ha in
sé la ragione della propria esistenza. Il suo
opposto è necessario. Le sostanze del mondo
sensibile sono tutte contingenti, e dipendono
da un unico ente necessario (architetto e
creatore del mondo).
Cosmologia razionale (rationale
Kosmologie): l’intento dei razionalisti di
cogliere tutta la realtà esterna (universo)
considerandola come totalità. Questo at-
teggiamento metafisico, nel corso della storia
del pensiero umano, ha prodotto quattro
coppie di antinomie (antinomie della ragion
pura [Antinomien der reinen Vernunft]):
1. il mondo è limitato nel tempo e nello
spazio (tesi); il mondo è illimitato nel
tempo e nello spazio (antitesi)
2. il mondo consta di parti semplici e quindi
non è divisibile all’infinito (tesi); nel
mondo tutto è composto e quindi possiamo
procedere ad una divisione all’infinito
delle sue parti (antitesi)
3. il divenire è libero (tesi); il divenire è
necessario (antitesi)
4. esiste un essere necessario (tesi); non
esiste nulla di necessario (antitesi)
La dottrina delle antinomie è comunemente
ritenuta la parte più antica della Critica della
ragion pura e ne contiene il motivo ispiratore.
Conoscere (kennen): per avere cono-
scenza si richiedono due elementi: un
concetto, grazie a cui un oggetto è pensato, e
una intuizione, grazie a cui l’oggetto viene
dato mediante l’appercezione sensibile.
Criticismo (Kritizismus): significa esame
delle possibilità, e dei limiti, della ragione in
ambito conoscitivo (Critica della ragion
pura), morale (Critica della ragion pratica),
estetico (Critica del giudizio).
Deismo (Deismus): atteggiamento molto in
voga al tempo di Kant (Mendelsshon,
Lessing) secondo cui sarebbero in tutto o in
parte da rifiutare i sistemi di dogmi della
Chiesa (soggettivismo religioso) che entrano
in contrasto con la teologia naturale,
contrapposta alla teologia razionale. Anche lo
scritto di Kant La religione entro i limiti della
2
sola ragione (1793) è stato etichettato come
“moderatamente” deista ed in principio era
stato vietato.
Dialettica trascendentale (transzendentale
Dialektik): tratta del grado di conoscenza
mediante il quale l’uomo aspira a conoscere
le supreme istanze metafisiche: Dio, anima,
universo. Il fatto che le nostre facoltà
conoscitive non possano comprendere ciò che
sta oltre i fenomeni non frena comunque la
nostra aspirazione naturale ad andare oltre il
limite dell’intuizione. Per questo motivo la
ragione tenta di risalire la serie delle
condizioni alla ricerca di un incondizionato.
IDEA
Discongruenti (Störende, Diskongruente):
due oggetti simmetrici che si differenziano
perché occupano due distinte posizioni nello
spazio (ad esempio la mano destra e la mano
sinistra).
Edonismo (Hedonismus): dottrina morale
respinta da Kant, che ha come scopo il
soddisfacimento dei piaceri sensuali.
Empirismo (Empirismus): viene criticato
da Kant perché pretende di fondare ogni
discorso esclusivamente sui dati dell’espe-
rienza, ciò porta ad un ineluttabile scetticismo
di fondo nei confronti del sapere.
Estetica trascendentale (transzendentale
Ästhetik): Nella prima parte della Critica
della ragion pura Kant definisce l’estetica
trascendentale come l’apprensione immediata
dei dati sensibili ordinati nelle relative forme
a priori, ovvero come scienza di tutti i
principi a priori della sensibilità. L’intuizione
sensibile si basa sulla sintesi di contenuto
(elemento extrasoggettivo) e forma: quest’ul-
tima è propria del soggetto che colloca nello
spazio e nel tempo i dati sensibili.
Eudemonismo (Eudämonismus): dottrina
morale che ha come scopo la felicità dell’ani-
ma. Secondo Kant va respinta perché fondata
su imperativi ipotetici.
 Felicità (Glück): era alla base dell’etica di
Aristotele ed in genere di tutte le dottrine
morali degli antichi. Kant ritiene che la
felicità non sia mai un fine, ma even-
tualmente un bene aggiuntivo che l’uomo
prova per il fatto di aver ottenuto un risultato
positivo compiendo un’azione morale.
Fenomeno (Phänomen): è ciò che si
presenta all’uomo mediante l’esperienza
sensibile (phaenomenon è etimologicamente
ciò che si mostra, dal verbo greco
phainomai). Nella rappresentazione sensibile
c’è innanzitutto la materia (sensazione) e poi
la forma FORMA. Il fenomeno è ciò che
viene da noi conosciuto, ma non coincide con
la cosa in sé, che resta al soggetto conoscente
una Sfinge.
Fine (Zweck): È lo scopo al quale è
indirizzata l’azione morale; scopo che non
sempre può essere raggiunto (ma che va
perseguito). Per Kant, però, ciò che conta è la
bontà dei fini, perché solo attraverso i fini
possiamo dire che un’azione sia buona. Un
fine diventa un dovere quando contribuisce
alla mia perfezione e all’altrui felicità.
Fisica (Physik): Kant la considera fondata
come scienza, anche se meno della
matematica, perché si avvale di giudizi sinte-
tici a priori. Gli empiristi invece ritenevano
che solo la matematica salisse al rango di
scienza.
Forma (Form): ciò per cui il molteplice
del fenomeno può essere ordinato secondo lo
spazio e il tempo (in contrapposizione alla
materia che nel fenomeno corrisponde alla
sensazione).
Genio (Genie): è necessario per produrre
un’opera d’arte.
Giudizio (Urteil/Urteilskraft): è per Kant,
in senso generale, la conoscenza mediata di
un oggetto.
Giudizio analitico a priori (analytisches/e
Urteil/Urteilskraft a priori): un giudizio in
3
cui il predicato non aggiunge nulla di nuovo a
ciò di cui si predica (i corpi sono estesi);
analitici sono cioè quei giudizi in cui il
concetto che figura quale predicato è
contenuto nel concetto che figura come
soggetto. Regolati interamente dal principio
di non contraddizione i giudizi analitici non
aumentano per nulla il contenuto della
conoscenza. I razionalisti si servono di questo
tipo di giudizi e traggono il predicato dal
soggetto prima ancora di rivolgersi
all’esperienza.
Giudizio determinante (bestimmendes/e
Urteil/Urteilskraft): è proprio dell’attività
teoretica, viene formulato partendo dal con-
cetto puro universale che viene determinato
applicandolo ai dati sensibili dell’intuizione.
Giudizio estetico (ästhetisches/e
Urteil/Urteilskraft): esprime il piacere che
all’uomo deriva dalla contemplazione di un
oggetto senza scopi conoscitivi o pratici. La
finalità di un giudizio estetico è detta perciò
soggettiva, perché l’uomo, nell’atto contem-
plativo, riflette sull’oggetto il proprio sen-
timento di finalità ed armonia.
Giudizio riflettente (reflektierendes/e
Urteil/Urteilskraft) è un giudizio che riflette
su qualcosa di già determinato mediante un
GIUDIZIO DETERMINANTE per metterlo in
relazione con un elemento universale che non
sia l’universale dell’intelletto ma un uni-
versale del sentimento, che esige finalità ed
armonia.
Giudizio sintetico a posteriori
(synthetisches/e Urteil/Urteilskraft a
posteriori): è un giudizio basato sull’os-
servazione di dati sensibili in cui il predicato
aggiunge qualcosa di nuovo al soggetto (i
corpi sono pesanti). Si servono di questo tipo
di giudizio gli empiristi.
Giudizio sintetico a priori
(synthetisches/e Urteil/Urteilskraft a priori):
si basa su un contenuto di esperienza a
posteriori (MATERIA) e di un elemento a
priori non derivato dall’esperienza
(FORMA). Tali giudizi sono fecondi perché
ricavati dall’esperienza, e necessari perché la
sintesi dei dati sensibili è operata mediante le
leggi proprie dello spirito umano. Ad esem-
pio: 7+5 = 12 non è una proposizione
puramente analitica, perché nel 12 non sono
contenuti necessariamente il 7 sommato al 5.
Un altro esempio di giudizio sintetico a priori
è: «ogni cangiamento ha una causa», che è un
giudizio estensivo, sintetico, ma anche dotato
del requisito di necessità, e perciò a priori. Si
servono di questo tipo di giudizi la
matematica e la fisica.
Giudizio teleologico (teleologisches/er
Urteil/Urteilskraft): è un giudizio in cui
l’uomo si compiace di ammirare la cor-
rispondenza che crede di ravvisare nella
realtà che gli sta di fronte con il bisogno di
armonia che è in lui. Il giudizio teleologico è
detto oggettivo, perché l’unità armonica della
natura è considerata come concordanza delle
singole parti nel tutto in vista della sua fi-
nalità.
Gusto (Geschmack): è necessario per
giudicare un’opera d’arte.
Idea (Idee): forma a priori mediante la
quale la ragione cerca di determinare
l’esigenza umana di cogliere l’assoluto e l’in-
condizionato. Le idee della ragione sono tre:
1) idea psicologica (psychologische Idee),
che vorrebbe riunire tutti i fenomeni
dell’esperienza interna ad una sostanza
permanente ed immutabile (l’anima); 2) idea
cosmologica (kosmologische Idee), che
intende riferire tutti i fenomeni dell’espe-
rienza esterna ad una realtà ordinata e
strettamente vincolata da rapporti di causa ed
effetto (l’universo); 3) idea teologica
(theologische Idee), che pretende di riportare
tutti i fenomeni relativi all’esperienza interna
ed esterna ad un ente supremo che li
giustifichi e li accomuni (Dio).
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Ideale (o perfezione assoluta) (Ideal oder
höchste/absolute Vollkommenheit): è il
modello di ogni perfezione in base al quale si
può valutare il grado di perfezione di tutte le
cose (il maximum perfectionis di Kant
corrisponde all’idea platonica).
Immaginazione (Vorstellung): la facoltà
di rappresentare un oggetto anche senza
averne intuizione.
Imperativo categorico (kategorischer
Imperativ): (tu devi) non proviene dall’espe-
rienza ma è forma a priori della coscienza
morale (ragion pratica); è un comando
assoluto e incondizionato non subordinato da
alcuna ipotesi o condizione che assume va-
lore di universalità e di necessità. È tale in
virtù della immutabile legge morale e
pertanto non viene mai subordinato a nessun
fine (dovere per il dovere). L’imperativo
categorico ha tre formule:
1. agisci in modo che la massima della tua
volontà possa avere sempre valore in ogni
tempo come principio di una legislazione
universale.
2. agisci in modo da trattare l’umanità, tanto
nella persona tua quanto nella persona di
ogni altro, sempre come fine e giammai
unicamente come mezzo.
3. agisci in modo che la tua volontà possa
essere considerata come costituente una
legislazione universale
Imperativo ipotetico (hypothetischer
Imperativ): è un comando condizionato (se...
allora) rivolto ad un fine particolare in vista
di un effetto desiderato: studia se vuoi essere
promosso.
Intellectualia (Intellectualia): le cose
pensate intellettivamente, in senso stretto.
Sono le cose che l’intelletto coglie nel suo
uso reale e che non sono oggetto di espe-
rienza sensibile.
Intelletto (Verstand): Kant ne parla
nell'analitica trascendentale, e definisce
l'intelletto come la facoltà di pensare gli
oggetti dell’intuizione sensibile: «senza sen- massima morale possa elevarsi al rango di
sibilità non ci sarebbe dato nessun oggetto e legge universale (applicabile in tutti i casi e
nessuno senza l’intelletto sarebbe pensato». da tutti gli individui).
L’intelletto perciò ha il compito di unificare i Matematica (Mathematik): la matematica
dati materiali sensibili attraverso la sua (in cui sono comprese per Kant l’aritmetica e la
attività sintetica. Le forme a priori dell’in- geometria) è fondata come scienza perché si
telletto sono le  CATEGORIE. basa su giudizi sintetici a priori.
Intuizione (Intuition/Vorahnung): è l’ap- Materia (Materie): corrisponde nel
percezione di un dato mediante i sensi. Kant fenomeno alla sensazione che dall’esterno col-
ne parla nell'estetica trascendentale. pisce i nostri organi dei sensi. Unita alla
Io penso (Ich denke): o trascendentale, o FORMA rende possibile la nostra conoscenza.
appercezione pura, o categoria delle Metafisica (Metaphysik): non è possibile
categorie, è la categoria suprema mediante la come scienza, perché non può fondarsi su dei
quale il soggetto ha coscienza della propria giudizi sintetici a priori. Ogni pretesa di uni-
attività sintetizzatrice. versalità e di necessità nelle proposizioni
metafisiche è infondata. La metafisica di Kant,
Libertà (Freiheit): postularne l’esistenza è perciò, a partire dalla Dissertazione del 1770, è
secondo Kant necessario, il dovere può essere lo studio dei principi primi dell’uso dell’in-
seguito solo da chi è libero e può scegliere di telletto e della ragion pura.
non agire in conformità delle leggi morali.
Per un verso la legge morale è ratio Nesso (Verknüpfung): legame universale
conoscendi della libertà, per un altro la libertà per il quale tutte le sostanze appartengono ad
è ratio essendi della legge morale. un unicum spaziotemporale che si chiama
Logica (Logik): Kant distingue la logica in mondo. Il nesso fra le varie realtà sensibili è ne-
a) generale (compiuta essenzialmente con cessario in quanto tutte le sostanze dipendono
Aristotele) e b) trascendentale. La logica da un’unica causa.
trascendentale designa una trattazione non Noumeno (Noumenon): è ciò che è pen-
riferita agli oggetti di conoscenza, ma al sabile (dal greco nous) ma non conoscibile; il
nostro modo di conoscerli a priori. Le due noumeno va interpretato in due accezioni: con
parti della Critica della ragion pura in cui valore negativo, in quanto limite della co-
Kant tratta della logica sono l’analitica noscenza umana, e con valore positivo, essendo
trascendentale (pars costruens) e la dialettica qualcosa che viene posto al di sopra dell’espe-
trascendentale (pars destruens). La prima è rienza a cui tendere incessantemente.
una logica della verità cui presiede l’intelletto Paralogismi (Paralogismus): il termine,
(Verstand); la seconda una logica dell’ap- introdotto da Aristotele, designava sempli-
parenza cui presiede la ragione (Vernunft). cemente un ragionamento fallace (sofisma) in
Massima (Prinzip): si differenzia dalla cui la conclusione non seguiva correttamente le
legge perché non ha un valore universale e premesse. Secondo Kant paralogismi sono i
necessario, ma esprime semplicemente un ragionamenti dialettici su cui si basa la
principio valevole in condizioni particolari psicologia razionale, fallaci perché pretendono
(sebbene sia comunque applicabile in un gran di poter applicare le categorie conoscitive a
numero di casi da un gran numero di in- materiale non empirico.
dividui). È per questa ragione che Kant am- Pensare (denken): Il conoscere secondo
monisce di domandarsi sempre se la nostra concetti.
5
 Possibilità (Möglichkeit): ciò che non è dei principali esponenti del razionalismo a
contraddittorio, ed è quindi pensabile. cui allude Kant nelle sue critiche è il Wolf.
Postulati della ragion pratica (Postulate Regno dei fini (Reich der Zwecke): è una
der praktischen Vernunft): sono i principi che sorta di paradiso soprasensibile, ideale e fuori
rendono possibile la fondazione dell’etica e che dal tempo, in cui gli uomini che hanno
vengono da Kant enunciati senza darne obbedito alla legge morale entrano in
dimostrazione teoretica. Sono tre: libertà della comunione spirituale con tutti gli esseri
volontà umana, immortalità dell’anima (grazie razionali presenti, passati e futuri.
alla quale questa può raggiungere la santità Rivoluzione copernicana (kopernikanische
uniformandosi perfettamente alla legge Wende): la svolta del criticismo è paragonata
morale), esistenza di Dio (necessaria per poter alla rivoluzione copernicana in campo
parlare di sommo bene); l’uomo giusto dice: astronomico; il soggetto conoscente (sole)
«voglio che ci sia un Dio». non gravita più passivamente intorno all’og-
Progresso (Fortschritt): è un’idea centrale getto di conoscenza (terra) in un modo
nella concezione della storia di Kant. Il ordinato e immobilizzato da leggi già prefis-
progresso è tale da poter essere interrotto, ma sate.
non può in nessun modo venir arrestato. A Schematismo (Schematismus): In senso
coronamento di questa idea illuministica di generico lo schematismo significa che non è
progresso Kant sogna un federalismo possibile separare nella relazione tra soggetto
universale in cui ogni stato sia tutelato ed una e oggetto uno dei due termini considerandolo
pace perpetua per tutte le nazioni. come principio unico per fondare l’altro. Lo
Psicologia razionale (vernünftige schema è una raffigurazione pura che
Psychologie): viene rifiutata perché si fonda su consente a) di realizzare la categoria e b) di
paralogismi. L’«io penso» dei razionalisti, ossia restringerne l’uso nel contesto di determinate
il semplice pensiero inteso come attività condizioni sensibili. Lo schema della
pensante, non può coincidere con l’anima Quantità, ad esempio, è il numero; per le
considerata come sostanza semplice, categorie della Relazione (sostanza e
immortale, libera, che costituisce il substrato diinerenza; causalità e dipendenza; azione
tutti i fenomeni interni. reciproca) gli schemi sono rispettivamente;
permanenza, successione, simultaneità. Kant
Ragione (Vernunft): Kant la distingue ha considerato lo schematismo come il
dall'intelletto e dall'intuizione sensibile e ne nucleo fondamentale della sua critica fino
parla nella dialettica trascendentale. La ragione agli ultimi anni della sua vita.
coglie le tre idee a priori dell'uomo: l'idea
psicologica, l'idea cosmologica e l'idea Scienza (Wissenschaft): Kant ne tratta
teologica.  IDEA. corsivamente nella Critica della ragion pura,
Ragion Pura (reine Vernunft): è la ragione ma soprattutto nei Prolegomeni ad ogni
priva di qualsiasi contenuto di conoscenza. futura metafisica e nei Primi principi di una
Razionalismo (Rationalismus): Kant scienza della natura. Osservazioni interes-
condanna l’atteggiamento dogmatico dei santi sulla filosofia della scienza kantiana si
razionalisti; la loro pretesa di dare verità trovano anche nell’Opus postumum.
universali e necessarie (le idee innate) si Sensibilità (Empfindlichkeit): L’oggetto
sclerotizza in discorsi tautologici e non pro- della sensibilità è il sensibile, che antica-
duce un vero aumento di conoscenza. Uno mente era chiamato fenomeno FENOMENO.
6
 Senso esterno (äußerer Sinn): l’apparato
dei cinque sensi
Senso interno (innerer Sinn):
l’INTELLETTO con la sua facoltà di
collegare il molteplice dell’INTUIZIONE.
Sintesi (Synthese): l’atto di unire diverse
rappresentazioni e comprendere la loro
molteplicità in una conoscenza.
Sommo bene (höchstes Gut): è la sintesi
di virtù e felicità che l’uomo consegue
quando l’azione morale ha successo.
Spazio (Raum): è una forma a priori della
nostra mente che rende possibile l’esperienza
del mondo esterno (forma del senso esterno).
Grazie allo spazio possiamo collocare ed
ordinare più oggetti contemporaneamente. Lo
spazio, con il TEMPO, è paragonato da Kant
a lenti colorate, ad un sigillo che dà
l’impronta alla cera, ad un recipiente che
contiene del liquido. Lo spazio è una
grandezza continua, perché non consta di
parti semplici.
Sublime (Erhabene): si riferisce ad un
oggetto di forma illimitata (ciò che è grande
assolutamente e non comparativamente) che
può però essere rappresentabile nella sua
grandezza (sublime matematico: ad es. un
cielo stellato) o nella sua potenza (sublime
dinamico: ad es. un mare in tempesta). Il
sublime produce un sentimento di esaltazione
della vita dopo una depressione delle energie
vitali (il sublime non può essere abbracciato
direttamente dall’immaginazione, come il
bello, ma necessita di uno sforzo intellettuale
per poter essere compreso).
Sussistenza (Bestehen): condizione di
esistenza delle sostanze del mondo che
dipendono esclusivamente dalla causa prima
ed unica di tutte le cose (il Creator o
Architectus mundi).
Tempo (Zeit): è forma a priori sia del
senso interno che del senso esterno, perché
regola sia la cronologia delle impressioni
7
sensibili provenienti dall’esterno, sia la
successione degli stati d’animo. Come lo
SPAZIO anche il tempo è un’intuizione pura
(a priori) che rende possibile l’esperienza.
Anche il tempo è una grandezza continua ed
è il principio delle leggi di continuità nelle
mutazioni dell’universo.
Trascendentale (transzendentale): che
può essere conosciuto a priori. Riguarda il
nostro modo di conoscere gli oggetti, non è
una qualità delle sostanze del mondo sen-
sibile.
Utilitarismo (Utilitarismus): dottrina
morale molto diffusa in ambiente anglosas-
sone. Pone il vantaggio sociale e l’utile indi-
viduale come fine delle nostre azioni. Kant la
critica perché si fonda su imperativi ipotetici.
Volontà buona (guter Wille): è la volontà
che aspira al bene ed agisce con un duplice
scopo: rispettare la legge per la legge, dare un
fine morale alle proprie azioni. Per Kant una
azione “buona” è anche moralmente buona
solo se compiuta con lo scopo consapevole di
agire conformemente ai doveri morali. Non si
può parlare, nel caso dell’uomo, di volontà
santa, ma semplicemente di volontà buona,
perché l’essere umano resta sempre esposto
al contrasto tra virtù e inclinazioni.