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I «Naturalisti» o filosofi della

«physis»
I filosofi ionici: Talete, Anassimandro e Anassimene ed Eraclito;
La scuola ionica di Mileto
• I primi passi della filosofia sono stati compiuti nelle colonie della
Ionia, ossia in città situate sulla costa dell’attuale Turchia – Mileto ed
Efeso;
• Le colonie avevano maggiore dinamismo, erano a contatto con costumi e
credenze diverse à stimolo a interrogarsi sulle origini del mondo e sulla
propria posizione nell’universo;
• L’ambito in cui si impegnano i primi filosofi è quello della ricerca
dell’arché à principio che consente di spiegare l’origine e le
manifestazioni di tutta la realtà esistente;
Talete di Mileto
• Fondatore della scuola ionica di Mileto dove nacque;
• Non conosciamo con esattezza le date di nascita e di morte,
presumibilmente nacque negli ultimi decenni del VII secolo e morì verso la
metà del VI;
• Fu filosofo e scienziato e politico; venne incluso dagli antichi fra i Sette
Sapienti.
• Non scrisse nulla, affidando la comunicazione del suo pensiero all’oralità;
• Individua come principio unico, causa di tutte le cose nell’acqua, intesa
come “sostanza”, ovvero come ciò che “sta sotto” o “sostiene” la Terra
Il principio-acqua
• Il principio-acqua è:
• Fonte o scaturigine delle cose;
• Foce o termine ultimo delle cose;
• Sostegno stabile e permanente (sostanza, diremmo con termine posteriore)
delle cose.
• Tale principio fu denominato dai primi filosofi (se non già da Talete
stesso) propriamente «physis»
• Parola che significa non «natura» nel senso moderno del termine, bensì
appunto realtà prima, originaria e fondamentale;
• Physis significa ciò che permane identico a se stesso nella molteplicità e
varietà delle cose che ne derivano.
Logos, teologia e panpsichismo in Talete
• La spiegazione del perché il principio sia l’acqua, secondo Talete, non è frutto di
immaginazione, ma di un discorso ragionato, di puro ragionamento, in una parola, di
logos:
Tutto viene dall’acqua, tutto sorregge la propria vita con l’acqua, tutto finisce nell’acqua.
• Questa affermazione è considerata la prima proposizione filosofica della civiltà
occidentale, con essa nasce la filosofia;
• Un’altra affermazione di Talete è «tutto è pieno di Dei», con cui intendeva dire che tutto
è pervaso dal principio-acqua;
• La acqua di Talete va pensata in maniera totalizzante, un originaria physis liquida da cui tutto
deriva, di cui il composto fisico/chimico che beviamo (h2o) è solo una manifestazione;
• L’acqua di Talete coincide con il divino à tutto è pervaso dal principio originario;
• Un’altra affermazione di Talete, secondo cui «il magnete possiede un’anima, perché è
capace di muovere», indica che tutto è vivo e possiede un’anima (panpsichismo).
Anassimandro
• Nato a Mileto, forse 610 a.C. – morto metà del VI secolo ca.;
• Forse conosceva insegnamento di Talete;
• Scrive un opera in prosa, Sulla natura ➜ la poesia cessa di essere unico
veicolo di trasmissione delle conoscenze umane e cosmologiche;
• La prosa, slegata dal vincolo del verso, consente di articolare meglio il pensiero;
• È da considerare, quindi, il primo scritto filosofico dei Greci dell’Occidente.
• Del trattato ci è pervenuto solo un frammento:

• È il primo a disegnare in Grecia una carta geografica del mondo allora
conosciuto e a introdurre un orologio solare;
L’ápeiron
• Diversamente da Talete, per Anassimandro il principio costitutivo dell’universo non è un
elemento immediatamente osservabile;
• Passaggio da ciò che è visibile a ciò che non lo è;
• Utilizzo del solo ragionamento per stabilire il principio;
• Il principio (archè) non può essere una delle entità visibili, ma un’entità dalla quale tutte quelle
visibili, anche l’acqua, scaturiscono: ➜ ápeiron = “privo di limiti”;
• Il principio delle cose può essere solo l’infinito, perché, in quanto in-finito, non ha né inizio né
fine, è ingenerato e imperituro e, appunto per questo, può essere principio delle altre cose;
• Da intendersi come l’infinito o l’illimitato, sia in senso quantitativo sia in senso qualitativo ➜
Si colloca alla periferia dell’universo sferico;
• Dall’ápeiron si generano, per separazione o distacco, tutte le cose e, in primo luogo, i
contrari: caldo e freddo, secco e umido;
• Ogni cosa, presente nell’universo e formatasi da tale principio, è caratterizzata dal limite;
ciascuna di esse, infatti, è un limite rispetto alle altre; ➜ limitazione reciproca delle cose;
L’ingiustizia
• Separazione o distacco, e quindi il nascere e il perire delle cose, sono intese come una sorta di colpa e
di ingiustizia;
• Un tardo commentatore neoplatonico di Aristotele, Simplicio, attribuirà ad Anassimandro questa
affermazione, che è anche l’unico frammento pervenuto della sua opera:
• «Principio degli enti è l’illimitato [...] e ciò da cui le cose hanno generazione, proprio lì si
dissolvono, secondo la necessità. Esse infatti si rendono reciprocamente giustizia della lo- ro
ingiustizia secondo l’ordine del tempo».
• Questa ingiustizia, o colpa, di conseguenza, necessita di una espiazione:
• I contrari tendono infatti a sopraffarsi l’un l’altro, e l’ingiustizia coincide con questa sopraffazione.
• Il tempo è visto come il «giudice», in quanto assegna un limite alla preminenza dell’uno e
dell’altro dei contrari, e pone così termine al predominio dell’uno a favore del predominio
dell’altro, e viceversa;
• Il mondo nasce con la scissione dei contrari, in questo va vista la prima ingiustizia, che verrà espiata
con la morte stessa del mondo, secondo determinati cicli di tempo;
• Probabili influenze religiose/orfiche nel pensiero di Anassimandro.
Anassimene
• Anche lui di Mileto, fu discepolo di Anassimandro;
• Nato presumibilmente nei primi decenni del VI secolo a.C. e morto
negli ultimi decenni dello stesso secolo;
• Scrisse un’opera in prosa Sulla natura di cui ci sono giunti 3
frammenti e testimonianze indirette;
• Il principio, secondo lui, è infinito ed è individuato nell’aria infinita à
sostanza aerea infinita àTutte le cose derivano pertanto dall’aria;
• L’aria è pneuma cioè ‘spirito’ in senso fisico. Egli scrive:
• «Proprio come la nostra anima, che è aria, ci sostiene e ci governa, così il
soffio (in greco pneuma) e l’aria abbracciano il cosmo intero».
Il principio dell’aria
• Si può ipotizzare che Anassimene, vedendo come l’aria è essenziale alla vita
dell’uomo e dei viventi, così lo doveva essere per tutte le cose e il cosmo intero;
• Il cosmo stesso è concepito da Anassimene come vivente;
• Caratteristica dell’aria è di essere infinita e «vicina all’incorporeo» come egli
stesso afferma;
• L’aria, quindi, non ha limiti, come invece hanno i corpi particolari;
• Inoltre essa è invisibile, cioè impercettibile;
• Secondo le testimonianze, per Anassimene l’aria è anche il divino;
• Inoltre l’aria è dotata di movimento à essa è in perenne movimento;
• I processi che dall’aria fanno derivare tutte le cose sono 2:
• Condensazione à che dà origine all’acqua;
• Rarefazione à che dà origine al fuoco.
Eraclito
• Nacque a Efeso e visse a cavallo fra il VI e V secolo;
• Le testimonianze riportano che non volle partecipare alla vita politica del suo paese;
• Scrisse un libro Sulla natura à serie di aforismi, scritti volutamente in
maniera oscura, con stile oracolare, di difficile interpretazione;
• Per questo fu denominato ‘Eraclito l’oscuro’;
• I filosofi della Scuola di Mileto avevano notato l’universale
dinamismo/movimento della realtà, delle cose e del cosmo; Eraclito riflette
sulle conseguenze di questo dinamismo;
• Egli, quindi, evidenzia la perenne mobilità di tutte le cose che esistono:
àNulla resta immobile e nulla permane in uno stato di fissità e stabilità;
àTutto si muove, tutto cambia senza posa e senza eccezione;
àNega assolutamente che le cose possano essere in quiete e ferme.
Panta rhei, il divenire
• Per esprimere la verità del movimento incessante che caratterizza ogni cosa, Eraclito si serve
della metafora del fiume e del suo scorrere; ecco i frammenti 2 più celebri:
«A chi discende nello stesso fiume sopraggiungono acque sempre nuove» (fr. B 12).
«Noi scendiamo e non scendiamo nello stesso fiume, noi stessi siamo e non siamo» (fr. B 49a).
«Nello stesso fiume non si può due volte entrare» (fr. B 91);
• Il fiume è apparentemente sempre lo stesso, mentre in realtà è fatto di acqua sempre diversa,
che sopraggiunge e si dilegua;
• Perciò nella stessa acqua del fiume non si può discendere due volte
à quando si ridiscende la seconda volta, l’acqua sopraggiunta è diversa;
• Noi stessi cambiamo à al momento in cui abbiamo completato l’immersione nel fiume siamo
diventati diversi da quando ci siamo mossi per immergerci.
• Per Eraclito, quindi, nulla permane e tutto diviene;
à È permanente solo il divenire delle cose, la realtà delle cose coincide con il loro perenne
divenire.
Armonia degli opposti
• Il divenire è caratterizzato da un continuo passare delle cose da un
contrario all’altro (Il giovane invecchia, il vivo muore ecc.);
• Il divenire è quindi un continuo «conflitto dei contrari» che si avvicendano,
una perenne lotta dell’uno contro l’altro, una guerra perpetua.
• Per Eraclito la realtà esiste solo nel perenne divenire, quindi
à il conflitto (pólemos) e la guerra si rivelano come il fondamento della
realtà;
• Il divenire è, come abbiamo visto, cambiamento, cioè cambiamento nel
proprio opposto, quindi questa guerra è anche pace;
• Questo contrasto guerra-pace è armonia di contrari; il concetto chiave
della filosofia di Eraclito, quindi, è:
«Ciò che è opposizione si concilia e dalle cose differenti nasce l’armonia più
bella, e tutto si genera per via di contrasto» (fr. 8).
Unità degli opposti e Dio
• In Eraclito, gli opposti coincidono:
«Comune è la fine e il principio del cerchio».
• E ancora:
«La stessa cosa sono il vivente e il morto, lo sveglio e il dormiente, il giovane
e il vecchio: questi infatti mutando son quelli e quelli di nuovo mutando son
questi» (fr. B 88).
• Quindi tutti gli opposti si raccolgono in una unità superiore, Dio o il divino:
«Dio è giorno-notte, è inverno-estate, è guerra-pace, è sazietà-fame».
• E ciò significa, appunto, che Dio è l’«armonia dei contrari», l’«unità degli
opposti».
Il fuoco, principio intelligente di tutte le cose
• Per Eraclito il fuoco è l’elemento fondamentale, principio (physis) di
tutte le cose;
• Il fuoco, infatti, è in perenne movimento ed è incessante
trasformazione;
• Inoltre Eraclito sostiene che è il fuoco a governare tutte le cose; esso
quindi è logos intelligenza, ragione;
• Rispetto ai filosofi di Mileto, quindi, Eraclito associa al principio fisico
del fuoco anche l’idea di intelligenza che tutto governa.

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