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Le origini

I milesi e le parole della physis

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1. Nascita della Filosofia

Periodi della filosofia


• Dal VI secolo a. C. fino • Inizia dal 500, in parte è •S i s v i l u p p a
al 512, anno in cui per contemporanea dall’Umanesimo e dal
volere dell’imperatore a l l ’ A n t i c a Rinascimento (XVI°
Giustiniano furono (sviluppandosi dopo la secolo) e si chiude con
chiuse le scuole predicazione di Cristo, l’Illuminismo (1700) e il
pagane e distrutte le nel mondo latino), per suo massimo teorico in
loro biblioteche. terminare con la filosofia, Kant.
Scolastica nel XV° sec.

Antica Medioevale moderna

• Si apre nel XIX° sec.


con il Romanticismo e
continua ancora oggi

contemporanea

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1. Nascita della Filosofia

Periodi della filosofia antica


• Al centro della ricerca • Con i Sofisti si sposta il •Ruota attorno al
filosofica è la natura problema della filosofia pensiero dei due massimi
(physis), ovvero la dalla natura all’uomo, filosofi dell’antichità
ricerca delle origini delle arrivando alla massima Platone e Aristotele, alle
cose e dell’universo espressione di questa loro scuole e ai loro
ricerca in Socrate discepoli (III° secolo)

1. Periodo 2. Periodo 3. Periodo


naturalistico umanistico Classico

• Caratterizzato dalle • Quasi per intero in


scuole ellenistiche: epoca cristiana, ad
Epicureismo, Stoicismo, Alessandria ellenismo e
Scetticismo (e anche cristianesimo si
Eclettismo) incontrano, a Roma
torna di moda lo
stoicismo, nasce il
neoplatonismo di Plotino

4. Periodo 5. Periodo
ellenistico latino
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1. Nascita della Filosofia

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1. Nascita della Filosofia

Il problema del principio


Come detto, la nascita del ragionamento filosofico è legata alla nascita del tentativo di risposta
razionale alle grandi domande che assillano l’uomo sin dalla sua comparsa su questa terra: qual
è l’origine dell’universo? Come si spiega la vita sulla terra? Perché le cose sono come sono,
cambiano come cambiano e accadono come accadono?
In pratica, trovando una risposta a queste domande si può giungere a conoscere il fondamento
ultimo dell’universo, il principio che spiega e sostiene tutto quanto. La parola greca per questo
concetto è archè, che Talete non ha mai usato e che è stata coniata dal suo discepolo
Anassimandro. L’archè sarà la fonte delle cose (la forza che le ha generate), la foce delle cose
(la legge che le governa) e il sostegno permanente (la materia di cui sono fatte).

Per i primi filosofi, l’archè coincide con la Natura


Ciò verso (o physis), da intendersi non nel senso moderno
cui tutto del termine: non è il semplice mondo che ci
circonda, ma include anche l’uomo (che è in
va a finire questo momento solo una delle tante cose
Ciò da
Ciò per dell’universo) in un sistema unico, ordinato (quindi
cui tutto intelligente, in senso stretto, e orientato verso la
cui tutto è
proviene morale) e organico (cioè vivo). La vita è il segno
dell’appartenenza di ogni cosa al mondo stesso
della natura. Anche le cose non propriamente
vive fanno parte del mondo, manifestando un
archè diverso grado di vita. Ogni cosa è una variazione
(in forma diversa) dello stesso principio che regge
tutto.
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1. Nascita della Filosofia

Nasce a Mileto, 624-3 – 546-5,

Talete e l’Acqua non scrisse nulla

Secondo Aristotele, sono 3 le affermazioni degne di nota di Talete.


1. Il principio di tutte le cose (archè) è l’acqua
2. Il mondo è pieno di Dei
3. Il magnete possiede un anima perché è capace di muovere le cose

1. Il principio unico causa di tutte le cose è l’acqua. Perché?


Arriva a questa conclusione, dice Aristotele nel primo libro della Metafisica, notando che “il
nutrimento di tutte le cose è umido, perfino il caldo si genera nell’umido e vive nell’umido.
Ciò da cui tutte le cose si generano è il principio (archè) di tutto.
Per un ragionamento induttivo, passando dall’osservazione dei fatti particolari alla
formulazione di una legge astratta che valga per tutti i casi (universale): i viventi traggono
dall’acqua il nutrimento e la morte è la disidratazione dei corpi.
Rileggendo i miti classici (per esempio Omero, che voleva Oceano e Teti madre e padre di
tutte le cose, o la credenza che voleva che gli dei giurassero sul fiume Stige, cioè acqua)

Quindi Talete non sembra aver inventato nulla (anche gli Egizi stessi,
adorando il Nilo come una divinità, vedevano nell’acqua esperienza
concreta di portatrice di vita) di nuovo: ma non è tanto la risposta in sé,
quanto il ragionamento che ci sta dietro: il Nilo personificato, lo Stige,
Oceano e Teti sono simboli, creature immaginarie. Con Talete compare il
logos, ovvero il ragionamento: l’acqua è l’origine di tutte le cose perché
tutto viene, torna e si sorregge nell’acqua.
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1. Nascita della Filosofia

Talete e l’Acqua
2. Tutto è pieno di Dei perché per Talete il divino è la cosa più antica del mondo perché non è stato
generato da nessun altro e, invece, genere tutto. Tutto è pieno di dei perché tutto è umido, ovvero
pervaso dal principio acqua che è l’umidità. Tutto il divino è in tutto, essendone principio supremo.

3. Se tutto ciò che esiste, per esistere, deve essere in qualche modo VIVO, cioè pervaso di acqua che è il
principio divino, tutto le cose devono essere animate, anche quelle che, come il magnete, appaiono
senza vita, perché inanimate. Il fatto che è il magnete muova il ferro verso di sé era una riprova per
Talete della sua teoria.
Qualcosa da cui
può nascere
qualsiasi cosa

Essenziale per la
sopravvivenza di
ogni cosa
Qual è la materia
fondamentale del Deve essere
Cosmo?
Capace di
cambiamento

Capace di Ogni cosa è fatta


movimento di acqua
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1. Nascita della Filosofia

Nasce a Mileto, 610-9 – 547-6,

Anassimandro scrisse un’opera (perduta) Sulla


Natura e, si dice, anche altre

• È il primo ad usare davvero la parola archè (Talete usa il concetto di natura o realtà prima e
ultima delle cose, senza però introdurre quel termine).
• A differenza di Talete, egli ritiene che non l’acqua ma l’infinito\illimitato (in greco, Apeiron) sia
l’origine di tutte le cose

A-peiron, quindi,
è ciò che è privo
A- (alfa Peras (fine, limite,
confine,
di peras: ovvero
qualcosa che
privativo) determinazione) non ha fini, limiti
o determinazioni
interni ed esterni

Anassimandro si riferisce all’apeiron in due sensi: è l’infinito spaziale (per quantità, infinito in grandezza
geometrico-spaziale: in esso tutti gli spazi sono compresi, come una grandezza e come i numeri) ed è
anche l’indeterminato (per qualità, è infinito: non può essere de-finito e de-terminato). Anassimandro
capisce che un principio di tutta la realtà deve essere per forza infinito, senza principio, fine o
determinazione per potere dare origine a tutte le altre cose del mondo che, invece, hanno inizio, fine e
determinazioni\qualità ben precise. Si tratta di una sostanza primordiale, un soggetto e non un attributo,
in cui tutto nasce e tutto si dissolve. L’apeiron abbraccia (circonda) e regge (governa) tutte le cose: il
ruolo dell’archè è sempre lo stesso: creare le cose, reggerle durante il loro ciclo vitale e costituire il punto
di arrivo della loro esistenza (foce, meta ultima). È anche divino, perché eterno e sempre giovane
(incorruttibile). Come l’acqua anche l’apeiron ha i caratteri che i greci ritenevano avesse il divino:
l’immortalità e il reggere il tutto. Il divino rimane però nella physis, nella natura, nell’essenza delle cose.
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1. Nascita della Filosofia

Anassimandro disarmonia

È anche il primo a dare una


spiegazione di come nascono le cose
dal principio (archè). Le cose nascono
da una rottura dell’equilibrio originario morte nascita
attraverso la separazione dei contrari,
causati da un movimento eterno e
ciclico di nascita\morte. Nascere e
morire sono legati a una COLPA e
necessitano una ESPIAZIONE. I contrari armonia
tendono a prevalere: sono nati da una
prima, originale, ingiustizia
(sopraffazione): sono deter minati
nell’indeterminato e, come tale, nasce
il mondo con la loro scissione. È la
prima, fondamentale colpa del mondo
che andrà espiata con la sua stessa
fine.

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1. Nascita della Filosofia

Nasce a Mileto, primi decenni

Anassimene e l’aria del VI sec. e morto alla fine.


Discepolo di Anassimene, scrisse
un de Natura

Con Anassimene arriviamo a un punto di sintesi dei due filosofi precedenti: il principio primo
(archè) è infinito (in grandezza e in quantità) ma NON è indeterminato: esso è aria, aria infinita.
Tutto deriva dall’aria (o dal “respiro”, in greco pneuma, ma si usano anche la parole aer e atmòs,
come vapore, esalazione) e dalle sue differenziazioni.

“proprio come la nostra anima (psychè), che è aria (pneuma), ci sostiene e


ci governa, così il soffio e l’aria abbracciano il cosmo intero”

Più di ogni altra cosa naturale, l’aria si presta a infinite variazioni, inoltre il parallelo tra l’essere
vivente e il mondo vivente potrebbe avergli dato un’ulteriore conferma. Si vive respirando e si
muore esalando l’ultimo respiro: così il resto dell’universo ha bisogno di aria. L’aria è dotata di
movimento (dal cielo, sotto forma di pioggia-acqua e tuoni-fuoco cade verso terra e ritorna in
aria come vapore-aria) e mobilissima. Le cose nascono della rarefazione e della condensazione
dell’aria.
C’è una connessione tra la parola (logos), il respiro, l’anima e la materia: il mondo mentale si
esprime attraverso la parola e il verbo, in un linguaggio codificato, e l’anima è il linguaggio
visibile di un corpo che vive.

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