Sei sulla pagina 1di 7

CAPITOLO 1

1. IL “GRANDE PARTO” ELLENICO


La filosofia è nata in Grecia, più precisamente nelle ​colonie greche​. Infatti possiamo dire
che i greci sono stati coloro che hanno sviluppato un primo pensiero occidentale trascritto
anche in nei primi testi filosofici ritrovati. Sono stati anche i primi a svolgere un tipo di
ricerca critica e razionale​, al contrario della religione ad esempio, che dà risposte
irrazionali o extrarazionali.
C’è chi però crede che la filosofia possa essersi sviluppata in oriente ma sappiamo anche
che in Oriente si aveva più un pensiero religioso con una tradizione sacra.
Come detto prima, in occidente e ancor di più nelle colonie greche si va incontro a un ​nuovo
modo di pensare basato sulla razionalità dove ogni uomo era libero di professare il proprio
filosofare e di trovare la verità in modo autonomo. (Libera indagine critica e razionale).

2. LE CONDIZIONI STORICO-POLITICHE CHE FACILITARONO LA NASCITA DELLA


FILOSOFIA
Tutte le civiltà sviluppatesi prima di quella greca si basavano su una monarchia statica e
tradizionalista e consideravano la loro cultura o il loro modo di vivere immodificabile. L’uomo
quindi non era libero di sviluppare un proprio pensiero in autonomia.
In Grecia invece la situazione era completamente diversa:
-​ si aveva una mentalità e una società ​aperta e dinamica​;
- grazie al commercio e alla colonizzazione poteva avvenire uno ​scambio di idee o di
opinioni​;
- si predicava una religione ​senza testi sacri​, con divinità antropomorfe e immerse nella
natura, con sacerdoti che hanno un peso politico e sociale limitato;
-​ organizzazione politica ​libera e decentrata​: poleis e ci si basava sull’aristocrazia.
Le poleis greche si svilupparono sempre più fino a portare ad uno ​stato democratico​. Ciò
fu aiutato molto dalla presenza di un ceto plutocratico, una classe per cui la ricchezza era
rappresentata non più dall’agraria ma da merci, navi, ecc... Si tratta per lo più di borghesia
commerciale, artigianato e coloro che avevano una mentalità basata sull’imprenditoria. Si
arrivò a sviluppare il ​principio dell’isonomia​: tutti i ceti devono avere gli stessi diritti e tutti
sono uomini liberi con la capacità di decidere autonomamente.
Da questi nuovi principi, mantenendo sempre massimo rispetto per la tradizione, ci si spinge
sempre più a cercare ​nuove motivazioni e verità​.
La filosofia dunque si è sviluppata in società dinamiche. Questa caratteristica ​non era
presente nella Grecia vera e propria​, infatti città come Sparta che erano autoritarie non
erano in grado di poter sviluppare un pensiero filosofico e città come Atene erano ancora
chiuse.
La filosofia potè quindi svilupparsi nelle colonie joniche dell’Asia Minore che si fondavano
anche sui traffici e condizioni favorevoli a una mentalità aperta (dinamica circolazione di
merci, idee o esperienze e libere istituzioni).
Dopo le guerre persiane anche ad Atene si crearono istituzioni democratiche facendo così
diventare la città capitale della libertà greca e filosofica.
3. PRIMORDI E RETROTERRA CULTURALI DELLA FILOSOFIA GRECA
Prima della filosofia in Grecia erano molto sviluppati anche i ​miti legati alla cosmologia e
le poesie. Attraverso le cosmologie mitiche si tentava di spiegare l’origine dell’universo. Il
ritrovamento più antico in questo ambito fu la Teogonia di Esiodo dove ci si pone il problema
dell’origine delle cose e delle forze che lo producono. Esiodo, nonostante sviluppa un
problema filosofico da una risposta mitica (caos, terra, amore, ecc… sono rappresentati
con figure mitiche).
Un altro poeta è Ferecide di Siro, contemporaneo di Anassimandro (600-596 a.C.). Secondo
lui ​Ctono era la terra, ​Zeus il cielo e ​Crono il tempo. Zeus trasformato in ​Eros (amore)
costruì l’universo. C’è una ​prima distinzione​ tra la materia e la forza generatrice di tutto.
Le riflessioni morali dei poeti contribuirono anche alla nascita di un pensiero filosofico. In
Omero ​emergono concetti filosofici ​come la punizione, la legge, la giustizia e la misura tra
giusto e ingiusto. Esiodo racchiude tutto ciò nella dea ​Dike,​ che significa giustizia ed è figlia
di Zeus. La tracotanza (​hybris)​ può causare l’​infrazione di queste leggi dovute ad altre
forze irrazionali. (Altri poeti sono Archiloco, Teognide e Mimnermo).
Solone (uomo politico e poeta del VII/VI sec. a.C.), invece, ci parla più della ​punizione​:
anche se si prova a scappare da esse in qualche modo colpirà sempre i discendenti. Ciò
giustifica il fatto che il ​destino (​Moira​) spesso ​colpisce anche gli innocenti (La legge di
giustizia è anche norma di misura).
Anche Eschilo (poeta tragico del VI/V sec. a.C.) si esprime su questa legge di giustizia.
Possiamo quindi dire che la poesia greca aveva capito il perchè di questa unità della legge
che poteva colpire qualsiasi uomo.

4. IL NOME E LA CONCEZIONE DELLA FILOSOFIA PRESSO I GRECI


Innanzitutto filosofia significa letteralmente “​amore per la scrittura​”. Il primo ad usarla
dovrebbe essere stato Pitagora dove narrando della vita alle feste di Olimpia c’erano coloro
che andavano lì solo per osservare ciò che accadeva. Questi li ha definiti filosofi e mostrano
un ​disinteresse e un’indifferenza rispetto a ciò che fanno tutti gli altri​. La filosofia però
ha anche un valore di saggezza.
Anche gli storici Erodoto e Tucidide parlano di filosofare riferendosi alla ​libertà di ricercare
razionalmente​.
Successivamente la filosofia rappresenta due significati con cui viene identificata tutt’oggi:
-​ La filosofia è una ​ricerca​ autonoma e razionale;
- La filosofia è uno ​studio di un qualcosa fondamentale per la realtà in cui ci troviamo o
per il comportamento o per la conoscenza.
Possiamo racchiudere il tutto dicendo che è una ​ricerca sui fondamenti dell’essere,
dell’agire e del conoscere​ (filosofia “regina” del sapere).

5. LE SCUOLE FILOSOFICHE
La ricerca filosofica è stata fin da subito una ​ricerca associata​. In una scuola non c’era un
insegnamento vero e proprio almeno fino ad Aristotele. Si viveva letteralmente una “​vita in
comune​” dove ci si riusciva a scambiare idee, pensieri o ricerche.
In Grecia le principali scuole filosofiche sono:
-​ La scuola ​Pitagorica​, che era anche una scuola politica e religiosa;
-​ I filosofi di ​Mileto
-​ Accademia ​platonica
Carattere della filosofia greca è quindi ​ricercare in gruppo​. Ciò perché l’uomo doveva
condividere e avere una comunicazione con gli altri.
6. I PERIODI DELLA FILOSOFIA GRECA
Innanzitutto ogni periodo si distingue per il determinato tipo di problema che si affronta in
quell’epoca. Esistono in tutto 5 periodi:

NOME INTERESSE PERIODO STORICO FILOSOFI E CORRENTI

Cosmologico Universo e natura VII/VI sec. a.C. Presocratici

Antropologico Uomo e polis V sec. a.C. (e.class.) Sofisti e Socrate

Ontologico Essere (realtà in generale) V/IV sec. a.C. Platone e Aristotele

Etico Comportamento/felicità IV a.C/III d.C. Scuole ellenistiche (A.Magno)

Religioso Dio e anima III/V sec. d.C. Neoplatonismo (Plotino)

CAPITOLO 2
1. PRESOCRATICI O PRESOFISTI?
I presocratici sono un gruppo di filosofi che precedono Socrate e che si occupano della
natura e ​cominciano a porsi il problema della nascita dell’​universo​. Inoltre, essendo che i
sofisti sono stati i primi ad incentrare vere e proprie riflessioni sull’universo, i presocratici
possono anche essere denominati come presofisti.
Non costituiscono una scuola o una corrente filosofica, ma sono un ​gruppo eterogeneo di
filosofi e scuole differenti.
Sono filosofi che si concentrano prevalentemente su problemi del cosmo. Operano e
scrivono ​tra il VII e il V sec. a.C. Provengono non dalla Grecia continentale ma dalle
colonie greche del Mediterraneo​ (società delle colonie più dinamica e aperta).
Il primo problema cosmologico che emerge viene detto “problema dell’archè”, che sarebbe
la sostanza primordiale o il principio originario da cui viene fuori l’universo.
Si distinguono in cinque scuole:
- Gli ​jonici di Mileto​: Talete, Anassimandro e Anassimene; insegnano nelle colonie della
Ionia;
- La ​scuola pitagorica​: Pitagora e seguaci; insegnano Magna Grecia (Pitagora fonda la sua
scuola a Crotone);
-​ ​Eraclito​; insegna nelle colonie della Ionia;
-​ La ​scuola eleatica​: Parmenide e discepoli; insegnano nella Magna Grecia;
-​ I ​fisici pluralisti​: Empedocle, Anassagora (il primo ad insegnare ad Atene) e Democrito.
Di nessuno si hanno opere intere, infatti, fino a Platone si hanno ​solo frammenti di opere​,
ma si concentrano tutti sul problema cosmologico e ontologico.

2. LA SCUOLA IONICA DI MILETO


Innanzitutto il loro nome deriva dalla loro provenienza, infatti provengono ​dalla Ionia​, coste
centro-meridionali dell’attuale Turchia, e più precisamente ​dalla città di Mileto (Efeso,
Samo e Chio). In queste zone c’era una grande classe mercantile con una grande flotta in
modo da far crescere ancora di più i commerci e gli scambi. A causa dell’emigrazione in
altre terre nacquero ​altre colonie in Sicilia, nella Magna Grecia (Crotone ed Elea) e sulle
coste del Mar Nero. Si elaborò una nuova cultura.
I primi filosofi si concentrano sul ​problema dell’archè​, cioè della sostanza primordiale. Per
loro esiste una realtà unica, ovvero la materia, la forza e la legge derivano tutte da un unico
principio. Da qui si possono fare ​tre distinzioni​:
- Monisti​: coloro che credono che tutta la spiegazione alla base della realtà derivi da un solo
principio;
- Ilozoisti​: coloro che credono che la materia sia vivente e che ci sia una forza che la faccia
muovere;
- Panteisti​: coloro che identificano l’universo e quindi il principio eterno con Dio.
TALETE:
Fu il fondatore della scuola Jonica di Mileto. Visse tra il VII e il VI sec. a.C. e fiorì (acmè) nel
585 a.C.-inizio VI. Conosciuto più come matematico anche se fu anche politico, astronomo e
fisico. Non ci ha lasciato opere scritte e infatti possiamo ricostruire il suo pensiero solo
tramite ​altre fonti​, come in questo caso ​Aristotele che ci dice che per lui ​l’archè era
l’acqua e sosteneva anche che la Terra sta sopra l’acqua. Voleva intendere che tutto deriva
dall’acqua, sia materialmente che biologicamente (cioè anche la vita). Ma questa credenza è
antichissima visto che ​Omero aveva già cantato​ come principi fondamentali ​Oceano​ e ​Teti.​
Talete era un ​panteista​ e ​ilozoista​: affermava che “tutto è pieno di dei”.
ANASSIMANDRO:
Visse tra il 610 e il 547 a.C. (VII e VI sec.). Fu contemporaneo di Talete ed è il primo autore
di cui ​si hanno testi scritti e uno di questi è ​Intorno alla natura.​ E’ il primo a spiegare come
si crea l’universo. Riconosce ​l’archè nell’apeiron​, cioè in un principio infinito e
indeterminato: inizialmente ​non esistevano gli elementi distinti ma erano tutti racchiusi in
un unico punto di origine. Successivamente vi è un ​processo di separazione durante il
quale si separano i contrari: caldo dal freddo, secco dall’umido e così via. Tramite questa
separazione ​si generano infiniti mondi caratterizzati da ​un inizio e una fine​. Riconosce la
legge di giustizia nella ​legge cosmica​: infatti la fine di un mondo è causata dall’​ingiustizia
(​adikia)​ di aver ​distrutto il punto di origine nel momento in cui iniziò la separazione. Segna
la distruzione di omogeneità e armonia. Ha una ​visione ciclica dell’universo​: gli elementi
separati si riuniranno e ricomincerà il ciclo per infinite volte.
Anassimandro si sbilancia anche sulla forma della Terra: secondo lui è un ​cilindro che si
trova in mezzo al mondo senza essere sostenuta da niente. Riguardo agli ​uomini​, loro
hanno ​origine da altri animali​: nacquero all’interno dei pesci e una volta nutriti e diventati
capaci di essere autonomi venivano cacciati fuori. Tutto ciò evidenzia il fatto del bisogno di
una ​spiegazione naturalistica​ del mondo.
ANASSIMENE:
Visse nel VI sec. a.C. e fiorì intorno al 545 a.C. La sua ​archè è l’aria che come per
Anassimandro è ​infinita e si muove incessantemente​. L’aria è la forza che anima
l’universo. Il mondo di Anassimene può essere paragonato ad un grosso animale che
respira e la sua aria fa nascere tutte le cose. L’aria determina anche i processi di
trasformazione delle cose che si basa su ​due principi​:
- La rarefazione​; che produce il caldo;
- La condensazione​; che produce il freddo.
Anche per lui, come per Anassimandro, ​il mondo segue un ciclo​: prima si dissolve il
principio e poi si rigenera periodicamente. Anche Diogena di Apollonia sarà d’accordo con
Anassimene (l’aria ordina e domina tutto).

3. PITAGORA E I PITAGORICI (VI/V sec. a.C.)


Quella dei Pitagorici è stata la ​prima vera e propria scuola filosofica​. Più che una scuola
può essere definita anche come un ​tiaso​, infatti è un’associazione politica, religiosa e
filosofica. ​Il fondatore della scuola fu Pitagora​, che nasce a Samo (isola greca davanti la
Turchia). Fonda la sua scuola a Crotone (Magna Grecia).
La sapienza pitagorica era ​riservata solo agli iniziati​, cioè solo a coloro che dopo aver
compiuto un’iniziazione, dei riti, erano ammessi alla scuola. Le ​informazioni che
circolavano all’interno della scuola erano ​segrete e risulta difficile distinguere le opere di
Pitagora da quelle dei suoi discepoli. I seguaci dovevano avere massimo rispetto per il
maestro che veniva considerato come un ​semidio​, infatti ciò che diceva non poteva essere
messo in discussione (​ipse dixit= ​ esso lo ha detto). Gli iniziati per i primi 5 anni non
potevano proferire parola (i 5 anni del ​silenzio​). Il loro obiettivo era quello di ​purificarsi
l’anima​, in modo da poterla salvare, attraverso la matematica. Compivano anche riti per
purificarsi, praticavano il ​vegetarianesimo e come nelle altre scuole filosofiche ​si viveva in
comunità​.
In alcune città i Pitagorici assunsero anche un potere politico: erano ​conservatori e
aristocratici​.
La prima dottrina di Pitagora è la ​metempsicosi​, cioè la trasmigrazione dell’anima da un
corpo all’altro dopo la morte, riconducibile all’orfismo (l’anima doveva purificarsi). Il corpo è
la prigione dell’anima che va purificata attraverso riti o attraverso la filosofia o la matematica
che è una scienza vista come un mezzo per liberarsi o per purificarsi. Fondano la
matematica come scienza anche se non aveva ancora assunto l’aspetto di una dottrina
scientifica e rigorosa vera e propria. Però sono stati i ​primi a definire gli elementi base di
questa disciplina come il numero, le operazioni, la retta, il punto, il piano, ecc… Hanno
stabilito inoltre il carattere così rigoroso della dimostrazione. La definizione vera e propria
della matematica fu data solo da Euclide (libro: Elementi). Dividono la matematica in due
parti:
- Aritmetica:​ studio dei numeri e delle operazioni, infatti aritmos significa numero;
- Geometria:​ studio delle figure geometriche come il punto e la retta.
Dopo aver riconosciuto la matematica come disciplina scientifica, ​i pitagorici pensano che
l’archè sia il numero​, più che archè in questo caso si parla di ​archai​, visto che i numeri
sono più di uno. Tutto l’​universo ha una ​struttura matematica come le orbite dei pianeti, le
proporzioni del corpo umano, ecc… Solo studiando la matematica si può studiare la natura:
l’universo è un ​ordine misurabile​, dove l’ordine è dato dalla geometria e la misura
dall’aritmetica. Si può parlare quindi di ​aritmo-geometria​. Ogni numero è associato ad un
ente geometrico.

NUMERO ENTE GEOMETRICO

1 (numero più piccolo) punto

2 segmento/retta

3 figure piane (più semplice triangolo)


4 figure solide (spazio)

Avevano anche una ​figura sacra​: ​tetraktys​. E’ associata al numero 10 perché è una specie
di triangolo formato da 10 pallini e il 10 è anche la somma dei primi quattro numeri. Si
ottiene un triangolo equilatero. La filosofia pitagorica è una ​filosofia dualistica​: infatti
affermavano anche che le cose si possono distinguere come distinguiamo i numeri, cioè in
pari (entità illimitata associata all’incompleto) e ​dispari (entità limitata associata al
determinato):
La realtà viene spiegata con la ​contrapposizione di due principi​, infatti studiavano la
natura con entità pari e dispari:
- Tutte le cose più perfette sono associate ai numeri dispari; ciò che è limitato è considerato
più perfetto.
Si avevano ​dieci opposizioni principali:
- limite/illimitato; dispari/pari; destra/sinistra; uomo/donna; quadrato/rettangolo; bene/male;
quiete/movimento; unità/molteplicità; retta/curva; luce/buio;
Tutti questi sono i principi di armonia universale.
La matematica si basava su ​numeri naturali o razionali (q=quelli che si possono scrivere
sotto forma di frazione).
L’aritmo-geometria entrò però in crisi quando vennero scoperti i ​numeri irrazionali come la
diagonale di un quadrato. Questa scoperta fu drammatica visto che si pensava che i numeri
fossero finiti e fu tenuta segreta fino a quando venne svelata da ​Ippaso di Metaponto​, che
fu poi cacciato dalla scuola. Alcune leggende dicono che probabilmente gli fu creata una
tomba prima ancora che morisse. Così ci fu il ​problema dell’infinito matematico​.
Anche la ​musica ha un ruolo importante perché anche ​la melodia è armonica visto che
segue un ordine determinato riconducibile alla matematica. La musica viene considerata
come una forma d’arte e come un aspetto del cosmo visto che i corpi celesti si muovono
armonicamente (​armonia delle sfere​).
In astronomia, furono i primi ad affermare che la Terra e ​i corpi celesti avevano forma
sferica​. Un pitagorico, ​Filolao di Crotone fu il primo a pensare che la Terra non era il
centro di tutto ma che si muovesse insieme ad altri pianeti attorno ad un estia, cioè un fuoco
centrale. I corpi celesti erano ​dieci​. ​Aristarco di Samo (III sec. a.C.) sviluppa una vera e
propria teoria eliocentrica dove il fuoco centrale è il Sole e tutto gira attorno ad esso.
L’anima umana era frutto di una composizione armonica degli elementi che costituiscono il
corpo. Il corpo era il ​sema​, cioè la tomba dell’anima, imprigionata per un’ingiustizia cosmica
simile a quella di Anassimandro. L’uomo è quindi diviso tra una parte vile che è il corpo e
una parte nobile che è l’anima.
La giustizia era indicata come un numero quadrato perchè consisteva in meriti uguali con
colpe uguali.

APPROFONDIMENTO: GLI IRRAZIONALI PAG: 30-31-32


Per i Pitagorici i numeri rappresentavano la più piccola unità di cui erano composti i corpi. Si
riferivano infatti ​solo a ​numeri interi o positivi​, cioè ai numeri naturali senza comprendere
lo zero. A Pitagora gli si attribuisce anche il teorema dell’ipotenusa dei triangoli rettangoli,
conosciuto appunto come teorema di Pitagora. Attraverso questo teorema, analizzando il
caso più semplice che è un quadrato di lato 1 si ottiene che la ​diagonale è √2 , valore al di
fuori dei numeri naturali. Si aprì quindi un nuovo concetto che ​portò in crisi i Pitagorici​,
cioè il concetto di infinito da cui ne deriva anche il metodo dimostrativo. Questo problema
costituì il primo esempio di grande verità da accettare. Il pensiero pitagorico inizialmente si
basava su ciò che era visibile questa scoperta portò a sviluppare un nuovo modo di
analizzare le cose, cioè tramite il ​ragionamento​. Per i Pitagorici la realtà era razionale
perchè tutto si sviluppava nell’arco del visibile esprimibile con numeri interi e razionali
(=esprimibili in frazioni). Questi nuovi numeri presero quindi il nome di ​irrazionali​, cioè prive
di ​logos​. Da quel momento con razionale viene espresso tutto ciò che è espresso da un
rapporto tra numeri interi, infatti la parola ​ratio e anche ​logos significano entrambe rapporto.
I numeri irrazionali portarono quindi una rivoluzione matematica seguita da grande scalpore.

4. ERACLITO
Visse tra il VI e il V sec. a.C. a Efeso e nonostante della sua biografia si sappia poco
probabilmente è un aristocratico di nobili natali. La sua filosofia è ​altezzosa​. Una sua opera
è ​Intorno alla natura scritta in prosa con aforismi vari con ​significati misteriosi​, da cui
deriva il suo soprannome “​oscuro​”. Per lui la filosofia era una strada che portava alla verità
e il pensiero comune delle persone era una fonte di errore. Infatti la maggior parte degli
uomini era come se vivessero in un sogno che provocava solo illusioni e infatti venivano
definiti come “​dormienti​”. I filosofi invece erano quelli “​svegli​” che non si fermavano
all’apparenza colpiti dalle illusioni.
Un filosofo per Eraclito era colui che sapeva ​riflettere in solitudine sviluppando una vita
indipendente rispetto a quella degli uomini volgari.
La teoria più famosa di Eraclito è sicuramente la ​teoria del divenire​, secondo il quale “​tutto
scorre​” (​panta rei)​ . Paragona ciò con l’acqua di un fiume che scorre secondo il quale ci si
può bagnare una sola volta nella stessa acqua visto che con la corrente l’acqua non è mai la
stessa. Ogni cosa subisce cambiamenti in base al tempo che passa.
Per lui ​l’arche è il fuoco che possiede un’energia in continua trasformazione: tutto proviene
e ritorna dal fuoco, secondo il principio della via all’ingiù.
Un’altra teoria di Eraclito è la ​dottrina dei contrari​. La maggior parte degli uomini credono
che un opposto possa esistere senza l’altro elemento ma è solo un’illusione. Infatti la legge
del mondo è basata sulla ​connessione dei contrari e sul fatto che gli opposti non possono
stare l’uno senza l’altro. Ciò porta alla razionalità e alla legge razionale, denominata come
logos.​ Il ​fuoco è il ​principio fisico di tutto mentre il ​logos è la ​legge universale che
governa il tutto.
L’​armonia si basa quindi non più nell’unione dei contrari ma nel mantenere il ​conflitto tra
gli opposti​, infatti ​la vita è lotta e opposizione​.
Eraclito era un ​panteista​, infatti identificava l’universo con Dio (=unità di tutti i contrari,
mutamento continuo e fuoco generatore).
Il mondo è ​ciclico​, cioè c’è una ripetizione infinita di fasi di distruzione con successiva
produzione.
Per Eraclito i dormienti non comprendono il logos, cioè la legge del tutto. Per avere
conoscenza basta affidarsi alle ​informazioni ricevute dai sensi (anticipa la scuola
eleatica).

Potrebbero piacerti anche