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B IB L IO G R A F IA
* Nelle prime righe si sentono gli echi di alcuni testi evangelici: Le 20, 36 ;
G v 20, 19. 2 1 . 26; M t 24, 5-2 3 e M e 1 3 , 5 -2 1 ; Le 17 , 2 1; M t 7, 7 e 28, 19.
Nell’inizio della seconda parte, le potenze cercano di trattenere l’ anima che, in
cammino verso il regno della luce e cioè verso il suo regno essendo essa una scintil
la divina racchiusa nella materia, si sta liberando dal mondo materiale.
La prima potenza le dice che essa appartiene al mondo materiale e deve quindi
restare qui, ma l’ anima risponde che sebbene la bramosia non abbia compreso la
sua natura luminosa, lei ha compreso la natura materiale della bramosia. Invece di
« T u mi hai servito... » il testo dice: « I o ti ho servito... »; evidentemente, come
osserva il Till, il copista o il traduttore ha scambiato i soggetti.
La terza potenza le fa notare che è stata « presa » e cioè legata al corpo, sebbene
sia una scintilla divina; l’ anima risponde che ha ormai conosciuto come tutto ciò
che è materiale si dissolve, e la potenza materiale non ha più in lei alcun potere.
La quarta potenza chiama l’ anima assassina degli uomini perché ha ucciso l’uomo
terrestre; superatrice dei luoghi perché ha valicato i luoghi nei quali le potenze la
volevano trattenere.
Da notare che il Vangelo di Maria, contrariamente a quanto ritenne il Roberts
seguito anche dal D e Santos O ., non è l’oggetto di annunziare e predicare, bensì
il titolo dell’opera.
figlio dell’uomo? L à non è mai stato dispensato, dobbiamo dispen
sarlo (proprio) n o i?».
S ’ alzò allora M aria, li salutò tutti, e disse loro: « N on piange
te, fratelli, non siate malinconici, e neppure indecisi. L a sua gra
zia sarà con voi tutti e v i proteggerà. Lodiamo piuttosto la sua
grandezza, avendoci egli preparati e mandati agli uomini ».
C osi dicendo, M aria volse al bene la loro mente ed essi inco
minciarono ad esercitarsi sulle parole del Salvatore.
(II parte)
L a bramosia dice: « N o n ti ho visto quando sei andata là, ora
invece ti vedo mentre sali in alto. Com e mai dunque tu mi men
tisci dal momento che tu mi appartieni? ». L ’ anima rispose: « Io
ti ho visto, mentre tu non mi hai né visto né conosciuto. Tu mi
hai servito come un abito, ma non mi hai riconosciuto ». Ciò det
to, lei se ne andò allegra e giubilante.
A n d ò poi alla terza potenza che si chiama ignoranza. Questa
domandò all’ anima: « D o ve vai? Sei stata presa nella malignità,
ma sei stata presa (?) ». « Perché mi giudichi, mentre io non ho
giudicato? Io sono stata presa, sebbene io non abbia preso. N o n
sono stata riconosciuta, ma ho riconosciuto che il tutto è stato
sciolto, sia (le cose e nature) terrestri sia le celesti ».
D opo che l’ anima ebbe lasciato dietro di sé la terza potenza,
salì in alto e vide la quarta potenza. Essa aveva sette forme. L a
prima è l’oscurità, la seconda è la bramosia, la terza è l’ignoran
za, la quarta è l’emozione della morte, la quinta è il regno della
carne, la sesta è la prudenza stolta, la settima è la sapienza stiz
zosa. Q ueste sono le sette potenze dell’ira.
Esse domandarono all’anima: « D a dove vieni, assassina degli
uomini? D ove sei incamminata, superatrice dei luoghi? ». L ’ ani
ma rispose e disse: « C iò che mi lega è stato ucciso, ciò che mi
circonda è stato messo da parte, la mia bramosia è annientata
e la mia ignoranza è morta. In un mondo sono stata sciolta (libe
rata) da un mondo, in un typos da un typos superiore, dalla cate
na dell’ incapacità di conoscere ciò la cui esistenza è temporal
mente (limitata) dal tempo nel quale io raggiungerò in silenzio
la quiete fino al tempo del giusto momento dell’eone».
D etto ciò, M aria tacque. Fin qui le aveva parlato il Salvatore.
M a An drea replicò e disse ai fratelli: « C h e cosa pensate di
quanto lei ha detto? Io, almeno, non credo che il Salvatore abbia
detto questo. Queste dottrine, infatti, sono sicuramente delle opi
nioni d iverse».
Riguardo a queste stesse cose, anche Pietro replicò interrogandoli
a proposito del Salvatore: « H a forse egli parlato in segreto a una
donna prima che a noi e non invece apertamente? C i dobbiamo ricre
dere tutti e ascoltare lei? Forse egli l’ha anteposta a noi?».
M aria allora pianse e disse a Pietro: « Pietro, fratello mio, che
credi dunque? C red i tu ch’ io l’ abbia inventato in cuor mio o che
io mentisca a proposito del Salvatore?».
L e vi replicò a Pietro dicendo: « T u sei sempre irruente, Pie
tro! O ra io vedo che ti scagli contro la donna come fanno gli
avversari. Se il Salvatore l’ha resa degna, chi sei tu che la respingi?
N o n v ’ è dubbio che il Salvatore la conosca bene, perciò amò lei
più di noi. D obbiam o piuttosto vergognarci, rivestirci dell’uomo
perfetto, form arci come egli ci ha ordinato, e annunziare il van
gelo senza emanare né un ulteriore comandamento, né un ’ulte
riore legge, all’ infuori di quanto ci disse il Salvatore».
Quando L e v i ebbe detto ciò, essi cominciarono a partire per
annunziare e predicare. Il vangelo secondo M aria.
Pap. Rylands
...il resto del cammino, del tempo, del giusto momento, del-
l’eone, del riposo in silenzio. Ciò detto, M aria tacque come se
il Salvatore le avesse parlato fino qui.
An drea dice: « Fratelli, che ve ne pare delle cose dette? Io non
credo che il Salvatore abbia detto queste cose. Pare, infatti, che
non corrispondano al suo pensiero». Pietro dice: «Interrogato
su queste cose, il Salvatore ne va a parlare di nascosto a una don
na, e non in pubblico, affinché tutti ascoltiamo lei? V oleva forse
indicarla come più degna di noi?... del Salvato re».
L e vi dice a Pietro: « A l tuo fianco c ’è sempre la collera, Pie
tro! O ra ti vu o i mettere a discutere contrapponendoti a questa
donna. Se il Salvatore l’ha reputata degna, tu chi sei per disprez
zarla? Sicuramente, infatti, egli appena la vide l’ amò, senza alcun
dubbio. Dobbiam o piuttosto vergognarci, rivestirci dell’uomo per
fetto e com piere ciò che egli ci ha ordinato. Annunziam o il van
gelo senza limitare né legiferare, come disse il Salvatore».
Ciò detto, L e v i se ne andò e incominciò ad annunziare il van
gelo. Il vangelo secondo M aria.