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M.A.

Italienstudien
Lectura Dantis

Il meraviglioso cristiano nell’Inferno


-motivi del Cristianesimo-

München, 15. August 2022


Allegoricamente parlando, l'opera di Dante è piena di significati trasmessi, profondi, che si
possono interpretare dal punto di vista religioso. Simboli come numeri, animali, cerchi, hanno
le loro radici nel cristianesimo, quindi mi occuperò con questo aspetto della “Divina
Commedia” in un'analisi più dettagliata.
Il cammino che Dante attraversa è mostrato come la strada simbolica dell'uomo peccatore
verso la sua redenzione e ricompensa nell'aldilà, che è di per sé una ricompensa o una
punizione, dipendente dalla vita sulla terra, come afferma anche la Bibbia. Attraverso la
fiducia nella fede, trova nella sua anima la salvezza e la pace di cui aveva disperatamente
bisogno, e ritorna come un uomo migliore sapendo che c'è speranza e che non è tutto vano.
La “Divina Commedia” è composta da tre parti: Inferno, Purgatorio e Paradiso. Ogni parte ha
33 canti e all'inizio c'è un canto introduttivo in modo che il numero totale di canti sia 100. Nel
simbolismo medievale il numero perfetto è 100 perché simboleggia l'integrità e la perfezione
generale, mentre il numero tre e il nove e 33 derivanti sono associati al simbolismo della
Santa Trinità, come principio vitale del mondo. Il viaggio di Dante inizia l'8 aprile o il 25
aprile 1300, che non è stato scelto a caso. Vale a dire, il papa Bonifacio VIII ha dichiarato
quell'anno un giubileo e ha dato un grande perdono dei peccati, e il 25 aprile è la data in cui
Dio, secondo la tradizione medievale, ha creato il mondo, mentre il crocifisso di Gesù è svolto
lo stesso giorno. Altri credono che fosse l'8 aprile, venerdì santo, che è ancora una volta di
significato religioso. Il viaggio di Dante dura sette giorni, che può essere collegato ai sette
peccati maggiori o ai sette giorni in cui Dio ha creato il mondo.
Dante inizia il suo viaggio all'Inferno, dove in secondo canto cita l'Eneide e S. Paolo, che
secondo la tradizione cristiana hanno compiuto viaggi ultraterreni e perciò Dante li menziona
quando esprime dubbi sulla sua capacità di riuscire in tale impresa: “io non Enea, io non
Paulo sono, me degno a ciò nè io nè altri ´l crede. Per che, se del venire io m´abbandono,
temo che la venuta non sia folle.“ (Alghieri, 1991, S. 52) Attraverso il secondo canto sono
frequenti i termini e i nomi cristiani, come la Vergine Maria, l'Impero Romano, il Papa, la
Madre di Dio, l'antica Rachele - figura biblica, la moglie di Giacobbe, ecc. Nel terzo canto, in
cui Dante e Virgilio giungono alle porte dell'Inferno, vedono un'iscrizione di avvertimento, in
cui sono presenti anche motivi cristiani. L'ingresso dell'atrio dell'Inferno è stato costruito
come una porta della città medievale e reca un'iscrizione:„´Per me si va ne la città dolente, per
me si va ne l´etterno dolore, per me si va tra la perduta gente.„ (Possibile allegoria - potenza,
saggezza, amore - attributi della Santa Trinità: Dio Padre, Dio Figlio e Spirito Santo)
(Alghieri, 1991, S. 77). In seguito, nel quarto canto Dante con il suo compagno arriva al
limbo. Nella teologia cattolica romana, il limbo è il luogo in cui risiedono le anime degli equi

München, 15. August 2022


che sono morti prima di Cristo e i bambini non battezzati e quali aspettano il giudizio finale. Il
limbo è il primo cerchio dell'inferno nella costruzione dantesca del mondo ultraterreno. In
questa parte Dante usa i termini “primo parente”, “Noè”, “David”, “Abraàm”, “Israèl”,
“Moise”. Adamo è il primo uomo nella Bibbia, Abèl il secondo figlio di Adamo ed Eva,
ucciso da suo fratello Caino per gelosia perché lui pensava che Dio amasse di più Abèl, e Noè
era il biblico antenato-figlio di Lamec, secondo la teologia cristiana, che costruì una barca che
doveva salvare i suoi concittadini dall'inondazione. “Moise” o Mosè è anche menzionato nella
Bibbia come il liberatore del popolo ebraico. David era il secondo re ebreo, noto per il suo
duello con Golia. Poi c’è anche una delle più grandi figure bibliche-Abraàm dal 18. a.C, il
quale è un antenato ebreo di Ur dei Caldei: „Trasseci l’ombra del primo parente, d´Abèl suo
figlio e quella di Noè, di Moise legista e ubidente; Abraàm patriarca e David re(...) “(Alghieri,
1991, S. 114). Il sesto canto dell'Inferno è dominato dall'antica mitologia romana, che Dante
ha combinato con i motivi della Bibbia, come ad esempio il Giorno del Giudizio: „(...)ciascun
rivederà la trista tomba, ripiglierà sua carne e sua figura, udirà quel ch´in ettterno rimbomba
“(allegoria: etterno rimbomba=il Giorno del Giudizio) (Alghieri, 1991, S. 198). Le leggende
del Giorno del Giudizio ci dicono che avrà inizio a Gerusalemme nella valle di Giosafat, che
troviamo nel decimo canto: „Tutti saran serrati quando di Iosafat qui tornerrano coi corpi che
là su hanno lasciati.“ (Alghieri, 1991, S. 307) I suicidi sono nel settimo cerchio secondo la
gerarchia dantesca, e nel tredicesimo canto si parla di una situazione in cui i suicidi si
troveranno nel Giorno del Giudizio, cioè solo tali anime non potranno tornare ai loro corpi.
Troviamo questo concetto anche nel cristianesimo. Per la Chiesa non vi è alcun motivo
giustificato per suicidarsi. Proprio perché non abbiamo dato la vita a noi stessi, ma ci è stata
regalata da Dio attraverso i nostri genitori, non abbiamo il diritto di togliercela. Tuttavia, ci
sono casi speciali in cui il defunto non era a conoscenza di quello che stava facendo e se ci
sono prove valide che la famiglia ne faccia richiesta, la loro domanda viene generalmente
accolta. Dante cita anche il gruppo di Simoniaci nel diciannovesimo canto. I Simoniaci sono
un gruppo di persone che commerciano con i beni e servizi della Chiesa. Il nome risale al
tempo di Simone Mago, che, secondo la Bibbia, voleva acquistare il dono dei miracoli. Da lui
prese il nome simonia, la vendita dei gradi sacerdotali e delle indulgenze nel medioevo. Le
indulgenze sono il perdono dei peccati nella Chiesa Cattolica Romana, e dalla somma di
denaro data per essa, dipendevano il destino e il posto dell'uomo in cielo. Per questo Martin
Lutero si ribellò alla chiesa romana. (Pani, 2017) Proprio ai Simoniaci Dante ha dedicato
l'ottavo cerchio: „O Simone mago, o miseri seguaci, che le cose di Dio che di bontate deon
essere spose, e voi rapaci per oro e per argento avolterate or convien che per voi suoni la

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tromba, però che ne la terza bolgia state“ (Alghieri, 1991, S. 567). Alcuni cerchi portano il
nome dalle figure bibliche e questo è il caso del nono cerchio detto Giudecca, il quale ha
ricevuto il nome grazie alla Giuda. In quel cerchio si trovano i traditori del benefattore e
Lucifero. Nel 34° canto della Divina Commedia, Dante descrive le sofferenze di Lucifero e di
Giuda: „Quell’anima là sù c’ha maggior pena, disse ´maestro, è Giuda Scariotto, che ´l capo
ha dentro e fuor le gambe mena. “ (Alghieri, 1991, S. 1018). Oltre a Giuda, nel nono cerchio
sono anche Bruto e Cassio, il che dimostra che Dante era sia italiano che cristiano. Giuda ha
tradito Gesù, il rappresentante cristiano, e deve soffrire per questo. Bruto e Cassio hanno
tradito Cesare, l'imperatore romano, e quindi per loro vale la stessa punizione. Lucifero con le
sue tre teste simboleggia tutte le forze che rattristano, turbano e indeboliscono la coscienza
umana, ed è preso come il centro della notte e l'incarnazione del male in opposizione a Dio,
esattamente come la Bibbia descrive il diavolo.
La “Divina Commedia” di Dante è un'immagine allegorica di un altro mondo. Dal punto di
vista cristiano, la visione e la contemplazione dell'altro mondo sono doveri dei credenti e la
via della perfezione. La visione dell'altro mondo è essenzialmente la storia del mistero
dell'anima, in quei tre stati che la commedia spirituale dell'anima chiama: umanità,
purificazione e rinascita. Corrispondono al mondo dell'Inferno, del Purgatorio e del Paradiso.

Literaturverzeichnis

Alghieri, D. (1991). La Divina Commedia Inferno. Milano: Arnoldo Mondadori Editore


S.p.A.
Biblija. (1968). Zagreb: Stvarnost.
Bonfadini, R., & Bertolini, F. (2015, luglio 05). La vita italiana nel Trecento. Milano. Tratto
da https://www.gutenberg.org/files/49365/49365-h/49365-h.htm
Graf, A. (2019, agosto 01). MITI, LEGGENDE E SUPERSTIZIONI DEL MEDIOEVO.
Torino. Tratto da https://www.gutenberg.org/files/60032/60032-h/60032-h.htm
Pani, G. (2017, ottobre 21). La civiltà cattolica. Tratto il giorno giugno 13, 2022 da Martin
Lutero, cinquecento anni dopo: https://www.laciviltacattolica.it/articolo/martin-lutero-
cinquecento-anni-dopo/

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