VERONICA GIULIANI
Presentazione
Offriamo ai lettori questo opuscolo che ha un doppio scopo: offrire materia di
riflessione sul dramma e sul mistero della Passione del Signore e fornire alcune
notizie utili alla comprensione dei fatti e dei personaggi implicati in questo tragico
evento. L'esposizione utilizza brani evangelici ed, in corrispondenza, il frutto delle
meditazioni vibranti ed appassionate su di esse di Santa Veronica Giuliani. II frutto
spirituale che da questi temi si può ricavare è proporzionato al desiderio di
progredire nelle vie della fede e della grazia che proprio nel Mistero pasquale di Gesù
trovano la loro fonte ed il loro alimento.
"La Chiesa, nel magistero della sua fede e nella testimonianza dei suoi Santi, non ha
mai dimenticato che ogni singolo peccatore è realmente causa e strumento delle...
sofferenze del divino Redentore. Tenendo conto del fatto che i nostri peccati offendono
Cristo stesso, la Chiesa non esita ad imputare ai cristiani la responsabilità più grave
nel supplizio di Gesù, responsabilità che troppo spesso essi hanno fatto ricadere
unicamente sugli Ebrei: E' chiaro che più gravemente colpevoli sono coloro che più
spesso ricadono nel peccato. Se infatti le nostre colpe hanno tratto Cristo al supplizio
della croce, coloro che s'immergono nell'iniquità crocifiggono nuovamente, per
quanto sta in loro, il Figlio di Dio e lo scherniscono con un delitto ben più grave in
loro che non negli Ebrei. Questi infatti - afferma S. Paolo - non avrebbero crocifisso
Gesù se lo avessero conosciuto come re divino. Noi cristiani, invece, pur confessando
di conoscerlo, di fatto lo rinneghiamo con le nostre opere e leviamo contro di lui le
nostre mani violenti e peccatrici. E neppure i demoni lo crocifissero ma sei stato tu
con essi a crocifiggerlo, e ancora lo crocifiggi, quando ti diletti nei vizi e nei peccati.
Tutta l'opera della Redenzione, per Veronica Giuliani, è caratterizzata dall'altruismo
più completo: "Cristo non pensava a Sé, ma a noi". L'insistenza, nei suoi scritti, sulla
qualità e quantità delle sofferenze di Cristo, corrisponde al desiderio di mostrare la
sovrabbondanza del Suo amore per noi. Secondo la spiritualità veronichiana le soffe-
renze interiori di Cristo furono superiori a quelle fisiche. AI battezzato, per grazia, è
dato di poter partecipare alla redenzione di Cristo; per cui la sofferenza umana unita
a quella del Redentore acquista un valore salvifico. Veronica Giuliani, nella sua
dottrina, ci fa notare che Cristo non patì solo per la generale incorrispondenza degli
uomini, ma anche per la sofferenza che i "suoi amici fedeli", avrebbero dovuto soffrire
lungo i secoli, nel tempo della Chiesa, proprio a motivo della loro fedeltà a Lui. La
sofferenza umana, redenta attraverso la Morte e Resurrezione di Cristo, ha acquistato
un nuovo e definitivo significato di salvezza. Essa è stata da Lui santificata e resa
capace di merito: "Non vi è mezzo più efficace - diceva S. Veronica Giuliani - che il
patire per fare perfetta un'anima... e santificare le anime". Se Dio ci prova nel dolore,
(malattie, incomprensioni, calunnie) è segno che Egli non solo desidera spronarci
verso le più alte vette di santità, ma che ci ama immensamente "conformandoci al-
l'Immagine del Figlio Suo" (Rm 8,29).
La Vergine Santa ci sia Maestra e Guida nella comprensione di una realtà che tocca
molto da vicino ed aiuta a risolvere il grande problema del nostro destino e della
nostra salvezza. In definitiva si tratta di fare nostra la stessa esperienza di S. Paolo
quando afferma: "Completo nella mia carne quello che manca ai patimenti di Cristo,
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a favore del Suo Corpo che è la Chiesa" (Col 1,24). Vale a dire associarsi, in linea
di espiazione e di amore a Gesù, Capo del Corpo Mistico di cui siamo le membra.
Mi parve che Iddio mi facesse vedere una bellissima stanza, e che così mi dicesse:
"questa è stanza, dove si imparano gli ammaestramenti divini, per potere le anime
dilette perfezionarsi, e per imparare le vere e più perfette virtù...". Mi fece capire che
detta scuola era la sua SS. Passione (S. Veronica Giuliani).
5° - ISTITUZIONE DELL'EUCARESTIA
Ora mentre essi mangiavano, Gesù prese il pane e, pronunciata la benedizione, lo
spezzò, lo diede ai discepoli dicendo: "Prendete e mangiate, questo è il mio corpo".
Poi prese il calice e dopo, aver reso grazie, lo diede loro, dicendo: "Bevetene tutti,
perchè questo è il mio sangue dell'alleanza, versato per molti, in remissione dei
peccati" (Mt 26,26-28).
Spunti di riflessione
Questo è il mio corpo, Gr touto estin to soma mou. II verbo “estin” (è) è riferito ad un
determinato oggetto e non in senso generico. Questo, cioé il pane che ha nelle mani ad
esclusione di altro pane, è il suo Corpo. E così del vino. Ciò indica che tra Cristo e
quel pane (e vino) c'è un rapporto reale.
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II mio sangue dell'alleanza, Gr to haima mou tes diathekes.
Tale espressione andrebbe meglio tradotta con “Questo è il Sangue della Mia
Alleanza”. Frase grammaticale soddisfacente secondo lo stile di Mt (cfr 7,24;16,18)
"Della Mia Alleanza": è riferito all'Alleanza che Gesù ha promulgato nelle beatitudini.
Che tale sangue sia di Cristo è chiaro dall'espressione: "versato per tutti", allusione al
mistero della croce.
DAGLI SCRITTI DI SANTA VERONICA GIULIANI
"Nel fine della sua vita, approssimandosi il tempo della Sua morte, non gli dava cuore
di lasciarci, e trovò un'invenzione amorosa, per poter sempre restare con noi, con
lasciarci Se stesso per cibo delle anime nostre". "A nostro pro". “Vera medicina per i
nostri mali: se siamo deboli ci dà forza, se siamo freddi ci riscalda, se siamo afflitti ci
consola”. "Noi accostandoci al fonte e, per dir meglio, al mare immenso del
divinissimo Sacramento, ogni qual volta ci accostiamo con fede, con amore e con
purità, l'anima nostra si intrinseca in Dio e fa come, per esempio, il pesce in mezzo al
mare. O Dio! Ella sta in mezzo a questo divinissimo mare. Ove si volta, ove sta, ove si
posa, tutto è Dio; e questo Dio arricchisce siffattamente le anime nostre delle Sue
grazie e doni, che ogni comunione fa che l'anima nostra faccia sempre passi da gigante
nella perfezione". "Il nostro cuore divien tempio della SS. Trinità".
Impegno di vita: Io sono il Pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane
vivrà in eterno (Gv 6,51). Pater, Ave, Gloria. CANTO
6° - AL GETSEMANI
Uscito se ne andò, come al solito, al monte degli Ulivi; anche i discepoli lo seguirono.
Giunto sul luogo, disse loro: “Pregate, per non entrare in tentazione”. Poi si allontanò
da loro quasi un tiro di sasso e inginocchiatosi, pregava: "Padre, se vuoi, allontana da
me questo calice! Tuttavia non sia fatta la mia ma la tua volontà". Gli apparve allora
un angelo dal cielo a confortarlo. In preda all'angoscia, pregava più intensamente; ed il
Suo sudore diventò come gocce di sangue che cadevano a terra (Lc 22,39-44).
Spunti di riflessione
In preda all'angoscia: L'angoscia di Gesù manifesta non solo il suo stato d'animo, ma
soprattutto, la rivelazione di un Dio pieno di misericordia e condiscendenza. Questa
angoscia di Gesù, domina tutta la Passione raggiungendo il culmine in quel grido: Dio
mio, Dio mio perchè mi hai abbandonato? (Mt 27,46).
Il Suo sudore diventò come gocce di sangue: Luca usa il termine thromboi (coaguli di
sangue). Il fenomeno è chiamato ematoidrosi (sudar sangue) a provocarlo ci vuole una
spossatezza fisica, accompagnata da una forte scossa morale, causata da una profonda
emozione. Lo spavento e l'angoscia terribile di sentirsi carico di tutti i peccati devono
aver schiacciato Gesù.
DAGLI SCRITTI DI SANTA VERONICA GIULIANI
"Giunto che fu il Signore al monte Oliveto, entrando nell'orto con tre apostoli diede
licenza all'orrore dei tormenti e della morte, che entrassero nella Sua innocentissima
Umanità; quale subito divenne mestissima, afflitta e in tristezza di morte... nessun
conforto veniva somministrato al Signore, anzi... Egli, Sommo Bene, compatendo ai
suoi cari figli, si allontanò da loro, acciò non Lo vedessero in tanto dolore". In quel-
l'ora che Egli "faceva orazione nell'orto", "Gli stavano avanti tutti i patimenti... il
calice amaro di tutta la Sua SS. Passione", nel medesimo tempo, con fare "sacrificio
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della sua volontà a quella del Suo Eterno Padre, con tutto che sempre fossero stati
uno stesso volere", "si sacrificò per tutti noi". "In quel punto fu al Suo cuore un dolore
sì grande, vedendo la perfida ostinazione di tutti gli ostinati e quando poco conto
avrebbero fatto del suo preziosissimo sangue. Questo fu il dolore principale che Egli
patì nel Suo interno". Allora "l'Eterno Suo Padre Gli fece vedere e sentire in quel
punto tutti i patimenti che avevano da patire i suoi Eletti, le anime Sue più care, cioé
quelle che si sarebbero approfittate del Suo Sangue e di tutti i patimenti. Egli sentì
tanto le pene che questi dovevano patire, che in quel punto", "cadendo con la faccia a
terra, entrò in agonia tale che sudò sangue". "Vedendo il gran frutto che doveva essere
alle anime elette il Suo sangue, lo volle mandar fuori avanti che i flagelli lo
percuotessero". "Questa Sua agonia... l'ebbe sino allo spirare che fece in croce... gli si
rinnovò in particolare... quando.ebbe il bacio del tradimento da un suo caro
discepolo... quando fu consegnato a quei giovani, che facessero di Lui ciò che
volevano... quando fu così empiamente (mal)trattato, che le pene e i tormenti che patì
non sono noti a creatura nessuna".
Impegno di vita: Sia fatta la tua volontà (Mt 6,5b). Pater, Ave, Gloria. CANTO
8° - LA CATTURA
Allora quelli che erano con lui, vedendo ciò che stava per accadere, dissero: "Signore,
dobbiamo colpire con la spada? "E uno di loro colpì il servo del sommo sacerdote e gli
staccò l'orecchio destro. Lasciate, basta così! E toccandogli l'orecchio, lo guarì! Poi
disse a coloro che eran venuti contro, sommi sacerdoti, capi delle guardie del tempio e
anziani: "Siete usciti con spade e bastoni come contro un brigante? Ogni giorno ero
con voi nel tempio e non avete steso le mani contro di me; ma questa é la vostra ora, è
l'impero delle tenebre" (Lc 22,4953)
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Spunti di riflessione
Gesù nega ogni tipo di azione che faccia ricorso alle armi, perciò rifiuta
l'atteggiamento del partito degli zeloti, i quali volevano instaurare il Regno di Dio con
la forza.
E' l'impero delle tenebre: è il momento culminante della lotta tra Gesù e Satana.
DAGLI SCRITTI DI SANTA VERONICA GIULIANI
"Il Signore andò incontro ai suoi nemici con amore sviscerato". "Ognuno faceva a gara
per percuoterlo nella bocca, di dargli pugni negli occhi, di sputargli in faccia; ed Esso
come mansueto agnello, tacendo, soffriva tutto con amore e per amore". I
persecutori... tutti sdegno e furore, Esso era tutto obbedienza e zelo della loro salute;
essi tutti a gara in percuoterlo, Esso tutto silenzio e carità; essi tutti odio, ed Egli tutto
benigno, li mirava con sguardi amorosi, sopportava tutto con sapienza e sempre
intento a fare la volontà SS. del Suo Eterno Padre. "Quei soldati e turba di gente, (che)
l'ebbero preso e legato "con corde, ambedue le gambe e braccia e... con catene nel
collo e nella cintura", "fecero sì che quelli che lo menavano passassero avanti, ed
ognuno di essi Gli diedero la percossa, chi con pugni, chi con urtoni, chi con calci, chi
con bastoni, chi tirandogli dei sassi, chi del fango" "facendo a gara chi poteva
percuoterlo più". “Fu tale che il tormento che ebbe il pietoso Gesù, che fu un miracolo,
che non morisse allora”. Uscito dall'orto "Lo fecero camminare dentro il fiume; ed i
soldati stavano sopra il ponte di esso e Lo tiravano con corde e catene, ora in quò, ora
in là; ed Esso si feriva tutti i piedi, per quelle pietre ed altre cose moleste che stavano
dentro quella fiumana".
Impegno di vita: Pregate per coloro che vi maltrattano (Lc 6,28). Pater, Ave, Gloria.
CANTO
11 ° - LA PRIGIONIA
Gli uomini che avevano in custodia Gesù lo schernivano e lo percuotevano, lo
bendavano e gli dicevano: "Indovina: chi ti ha colpito? "E molti altri insulti dicevano
contro di lui (Lc 22,63-65).
Spunti di riflessione
L'uso insistente dell'imperfetto, in questa pericope, vuole esprimere il tempo
prolungato degli oltraggi.
E molti altri insulti... esprimono il comportamento irrispettoso contro l'Inviato di Dio.
DAGLI SCRITT1 DI SANTA VERONICA GIULIANI
Quando "tutti gli Scribi, i Farisei e i Capi andarono a riposare", "consegnarono Gesù in
mano e potere di gente più barbara, iniqua ed odiosa vi fosse". “Pare... che negli occhi
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e nella bocca Santissima di Gesù vi ponessero cose immonde e gli scarpissero
ad uno ad uno con violenza tutte le palpebre; mettessero dentro agli occhi cose ben
pungenti, così dentro le orecchie. Fu maggiore questa pena che non fu quando gli
passavano il capo con le spine”. Questi giovani “Lo trattarono tanto male e Gli fecero
tanti strapazzi e cose tutte inumane, che Iddio non ha voluto che si sappiano, perché
mente umana non le potrebbe credere. Tutto ciò si saprà nel giorno del Giudizio”.
Impegno di vita: A chi ti percuote sulla guancia porgi anche l'altra (Lc 6,29). Pater,
Ave, Gloria. CANTO
15° - LA FLAGELLAZIONE
Pilato fece prendere Gesù e lo fece flagellare (Gv 19,1).
Spunti di riflessione
Presso gli Ebrei la flagellazione non doveva superare i quaranta colpi di flagello; come
garanzia se ne davano trentanove. Gesù é punito sotto la giurisdizione romana che non
ammetteva limiti. Gesù fu torturato "mediante una robusta frusta alla cui estremità vi
erano code di cuoio, appesantite da pallottoline di metallo o dotate di punte aguzze di
osso, legno duro e schegge di ferro". Il flagello era uno strumento crudelissimo di
tortura. Orazio definì il flagello: "horribile Ragellum". I romani flagellavano schiavi,
traditori e criminali civili più colpevoli. Spesso la flagellazione era più orribile della
crocifissione. Racconta Cicerone che Verre aveva fatto subire la "verberatio" al
cittadino romano Servilio. Mentre Servilio parla in tribunale per discolparsi, "sei littori
robustissimi ed espertissimi a battere e percuotere uomini, lo colpivano
crudelissimamente con verghe; alla fine il primo littore Sestio... rovesciato il bastone,
cominciò a pestare con somma veemenza gli occhi al misero. Costui, essendoglisi
riempito di sangue il viso e gli occhi, cadde giù, ma, nonostante tutto, gli si pestarono i
fianchi anche dopo stramazzato, affinché una buona volta dicesse di promettere.
Ridotto in tale stato, per allora fu portato via di là come morto; poco dopo morì". Così
i romani trattavano i propri cittadini. Cosa avranno fatto per Gesù? Veramente fu un
impero di ferocia.
DAGLI SCRITTI DI SANTA VERONICA GIULIANI
Gesù, stando legato alla colonna, con quella gran carneficina sopra quel divinissimo
Corpo, quei carnefici diedero con i flagelli un colpo nel capo di lui e con essi flagelli
gli portarono via tutta la palpebra dell'occhio destro, cagionandoGli un dolore di
spasimo dentro l'occhio" "Gli portarono via, in più luoghi, pezzi di carne, in specie,
tutta la polpa dei bracci tanto che si vedeva l'osso". “Vedi quanto ho fatto per te?". "Lo
tormentava più l'ingratitudine, che non... i flagelli". "Non erano le catene né le corde
che lo tenevano così legato, ma la volontà del Suo Eterno Padre, così voleva; e stando
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legato con questo vincolo d'amore, uniforme a quel volere divino, lasciava il
suo divinissimo Corpo sotto sì barbara carneficina. Lo tormentava l'amore... lo
batteva, lo piagava, lo crocifiggeva!".
Impegno di vita: Il corpo non è per l'impudicizia (1 Cor 6,13). Pater, Ave, Gloria.
CANTO
19° - LA CROCIFISSIONE
Quando giunsero al luogo detto il Cranio, là crocifissero Gesù e i due malfattori (Lc
23,33).
Spunti di riflessione
"Non siamo in grado, oggi, di determinare con esattezza le varie particolarità della
crocifissione. Se vi era una tecnica comune, si potevano avere variazioni arbitrarie in
ogni fatto singolo a secondo delle circostanze di tempo e di luogo... c'é chi ha
sostenuto che il condannato veniva inchiodato alla croce intera distesa per terra e poi
faticosamente elevata. Questa rappresentazione non é solo popolare ma anche
sostenuta da nomi insigni come sant'Anselmo... (Altra) tecnica della crocifissione, allo
stato attuale delle conoscenze passiologiche, é la seguente: il condannato portava solo
il patibulum al luogo del supplizio; qui giunto veniva spogliato, e poi confitto nelle
mani sul patibulum, (legno trasversale) collocato a terra. Dopo questa prima
operazione, a mano e con vari attrezzi, il patibulum con il corpo del condannato veniva
sollevato e fissato allo stipite già precedentemente piantato sul posto; stabilito l'innesto
del patibulum e legato il corpo alla croce si procedeva all'inchiodazione dei piedi".
DAGLI SCRITTI DI SANTA VERONICA GIULIANI
"Arrivato al Calvario, (i carnefici) spogliatolo delle sue vesti, gli rinnovarono tutte le
piaghe, e poi, gli cavarono la corona di spine, e gliela rimisero con doppio patire".
"Patì (molto) quando (i suoi crocifissori) rivoltarono la croce sossopra per ribattere i
chiodi" "che gli avevano messi nelle mani e piedi". I crocifissori "misero la croce in
quella buca e la calarono giù" "con tale empietà", "che in quell'istante si rinnovarono
nel corpo di Gesù tutte le pene. Si strapparono i nervi", e "si riaprirono tutte le
piaghe". "Stando sulla croce, il suo Cuore Santissimo provò tutti i tormenti che ebbe
l'Umanità Sua, ed anche sentì in sé tutte le pene e i dolori della Sua Santissima Madre;
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e tutti quelli che dovevano patire i suoi Eletti". "Mentre stava sulla croce... il
maggior patire che (ebbe fu) quell'abbandono interno. Le pene, la croce, i chiodi,
erano come delizie al pari delle pene che pari nel suo interno". "Ebbene che vuoi più
di quello che io faccio per te? Eccomi confitto in questa croce, per tuo amore".
"L'Umanità Santissima... stava tutta attenta per offrire per noi tutta se stessa; e con che
amore lo faceva! Questo fu tanto ardente, che lo dimostrò in tutto, specialmente però,
pregando il Suo Eterno Padre, perché volesse perdonare a quelli medesimi carnefici,
con scusargli, che non sapevano che cosa si facessero". "Sotto la croce... (Maria
Santissima pari molto) nel vedere il Suo amato Figlio... pendente in croce. Ella parte-
cipava dei medesimi tormenti, non per via dei carnefici, come Gesù, ma ... per via di
amore e di dolore ... Il Cuore di Gesù, e il Cuore di Maria stavano ambedue uniti in
pena ed in amore, e si offrivano a Dio Padre, per tutti noi mortali".
Impegno di vita: Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri
amici (Gv 15,13). Pater, Ave, Gloria. CANTO
21 ° - LA PROMESSA DI GESU’
In verità ti dico, oggi sarai con Me in Paradiso (Lc 23,43).
Spunti di riflessione
II peccatore pentito ebbe il privilegio di essere il primo frutto della salvezza che la
croce di Cristo portò al mondo.
DAGLI SCRITTI DI SANTA VERONICA GIULIANI
"Nella seconda (parola, ci raccomanda) la misericordia verso i peccatori".
Impegno di vita: Quelle cose che occhio non vide né orecchio udì né mai entrarono in
cuore di uomo, queste ha preparato Dio per coloro che lo amano (1 Cor 2,9). Pater,
Ave, Gloria. CANTO
23° - LA SETE
Ho sete (Gv 19,28).
Spunti di riflessione
Ho sete: Gesù chiede l'accoglienza della Sua Parola. Dimostra che il Suo Amore non é
stato vinto dall'odio. Perché l'uomo non si perda é sempre aperto al perdono.
DAGLI SCRITTI DI SANTA VERONICA GIULIANI
"Nella quarta (parola, ci raccomanda) il desiderio della salute dei prossimi".
Impegno di vita: Chi riconduce un peccatore dalla sua vita di errore, salverà la sua
anima dalla morte (Gc 5,20). Pater, Ave, Gloria. CANTO
24° - L'ABBANDONO
Dio mio, Dio mio perché mi hai abbandonato? (Mt 27,46).
Spunti di riflessione
Gesù, l'abbandonato, si abbandona fiduciosamente nelle mani del Padre. Mistero
d'Amore.
DAGLI SCRITTI DI SANTA VERONICA GIULIANI
Nella quinta parola Gesù "palesò il suo cuore e narrò il suo affanno avanti alla Maestà
divina" e ci raccomanda “l'orazione nelle tribolazioni e quando pare che Iddio ci abbia
abbandonato”.
Impegno di vita: Chiunque vive e crede in Me, non morrà in eterno (Gv 11,26). Pater,
Ave, Gloria. CANTO
25° - IL COMPIMENTO
Tutto é compiuto (Gv 19,30).
Spunti di riflessione
Con questa parola Gesù dava compimento alla sua grande opera predetta dai profeti.
DAGLI SCRITTI DI SANTA VERONICA GIULIANI
"Nella sesta (parola, ci raccomanda) l'obbedienza e la perseveranza".
Impegno di vita: Con la vostra perseveranza salverete le vostre anime (Lc 21,19).
Pater, Ave, Gloria. CANTO
26° - LA CONSEGNA
Padre nelle tue mani consegno il Mio spirito (Lc 23,46). "Chinato il capo spiri" (Gv
19,30).
Spunti di riflessione
Chinato il capo: gesto dell'obbedienza.
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Spirò, Gr paredoken tò pneuma: letteralmente corrisponde a "effuse lo
Spirito"; inaugura l'era dello Spirito Santo al momento della sua dipartita.
DAGLI SCRITTI DI SANTA VERONICA GIULIANI
"Nella settima (parola, ci raccomanda) la perfetta rassegnazione a Dio". "Dall'altare
della croce ci fece intendere lo sviscerato Suo amore. Esso aveva compito tutto;
restava a noi cominciare con l'Essere che Esso ci dava".
Impegno di vita: Se moriamo con Cristo, vivremo anche con lui (2 Tim 2,11). Pater,
Ave, Gloria. CANTO
27° - LA SEPOLTURA
Giuseppe, membro del sinedrio persona buona e giusta... si presentò a Pilato e chiese il
corpo di Gesù. Lo calò dalla croce, lo avvolse in un lenzuolo e lo depose in una tomba
scavata nella roccia, nella quale nessuno era stato ancora deposto. Era il giorno della
Parasceve e già splendevano le luci del sabato. Le donne che erano venute con Gesù
dalla Galilea ... osservarono la tomba e come era stato deposto il corpo di Gesù (Lc
23,50.52-56).
Spunti di riflessione
Il sepolcro che Giuseppe d'Arimatea cedette a Gesù distava pochi metri dal Calvario.
"Aveva la solita disposizione interna delle tombe giudaiche: un atrio, la camera
funeraria con il loculo laterale per la salma. L'atrio e la camera funeraria
comunicavano mediante un vano nella parete mediana, mentre l'atrio comunicava con
l'esterno per una porta, che veniva sbarrata con una grossa pietra circolare, simile ad
una gran macina da mulino". Era il tramonto quando Giuseppe d'Arimatea si presentò
a Pilato per chiedere il corpo di Gesù. Per seppellire Gesù era a disposizione poco
tempo: dal tramonto del sole al brillare delle tre stelle; in quel giorno 1,4 Nisan il sole
a Gerusalemme tramontava alle ore 18,08; la comparsa della terza stella che
determinava il riposo festivo, avvenne alle 19,08. Avvolsero il corpo di Gesù in fasce
tra gli aromi provvisoriamente e venne deposto nella tomba. L'evangelista Luca dice
che in quel momento brillarono le tre stelle, insieme alle lampade della luminaria nelle
case di Gerusalemme. Nessuna donna al mondo ha sofferto come Maria e nessuna é in
grado di essere come lei la consolatrice degli afflitti. Nel dolore di Maria che stringe
tra le braccia il Figlio morto c'é il dolore di tutte le madri che hanno perso un figlio.
Mentre stringeva al petto il Figlio morto, Ella scandiva ancora una volta quel fiat della
volontà di Dio che aveva dato senso e spessore alla sua vita.
DAGLI SCRITTI DI SANTA VERONICA GIULIANI
"O amore, quanto poco vi ho amato!... non più peccati. Voglio amarvi davvero, con
l'amor vostro... per i miei peccati meriterei l'inferno; ma spero e confido nella vostra
divina misericordia. Abbiate pietà di me".
Impegno di vita: Non fatevi un'idea troppo alta di voi stessi (Rm 12,16c). Pater, Ave,
Gloria. CANTO
28° - LA RESURREZIONE
Passato il sabato, Maria di Magdala, Maria di Giacomo e Salome, comprarono oli
aromatici per andare ad imbalsamare Gesù... dicevano tra loro: Chi ci rotolerà via il
masso all'ingresso del sepolcro? Ma guardando videro che il masso era già stato
rotolato via, benché fosse molto grande. Entrando nel sepolcro scorsero un giovane...
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ed ebbero paura. Ma egli disse loro: Non temete. Voi cercate Gesù Nazareno, il
crocifisso. E' risorto, non é qui" (Mc 16,1-6).
Spunti di riflessione
le donne, mentre si recavano al sepolcro per ungere il corpo di Gesù, sono coinvolte in
un evento unico, il più straordinario, di tutta la storia umana: la resurrezione di Cristo.
La morte di Gesù é la rivelazione piena dell'amore di Dio per l'uomo; é la
manifestazione dell'agire di Dio che vince l'odio umano con l'amore. Cristo quindi,
possiede la chiave della Vita Eterna. La Sua resurrezione é la garanzia che Egli tornerà
personalmente nella gloria per giudicarci.
E' l'avvenimento centrale di tutta la fede cristiana. Senza la resurrezione di Gesù non
può essere spiegato il cristianesimo, né la resurrezione morale degli apostoli, né la loro
predicazione. Cristo si era proclamato Dio, bisognava che lo provasse.
DAGLI SCRITTI DI SANTA VERONICA GIULIANI
"La creatura dovrebbe, in un subito, dar principio a vivere per Dio e con Dio, perché
noi non siamo creati per noi, ma per Iddio. Tutto il bene che abbiamo, non é nostro; lo
abbiamo mediante i meriti di Gesù. Esso ci ha acquistato ogni dono, nel regno celeste
del santo Paradiso; e il Suo amore e così grande verso di noi, che non gli basta aver
fatto tanto, ma vorrebbe che ciascheduna anima partecipasse in sé le sue pene, i suoi
tormenti, la sua croce, i suoi flagelli, non per altro, se non perché essa fosse una
medesima cosa con Essolui; non solo per la partecipazione di frutti, ma anche delle
medesime virtù che essa Umanità praticò nel tempo di essa (Passione)": "l'umiltà, la
carità, la rassegnazione alla volontà del Suo Eterno Padre, il silenzio, fra tante ingiurie
ed opposizione; la benignità, fra tanti oltraggi; la mansuetudine, fra tanti flagelli e
tormenti e la orazione fervente, per i propri crocifissori. Fra croci, fra tormenti, fra
pene e morte, altro pensiero non aveva l'Umanità Santissima, che la salute delle anime;
e che si adempisse il volere del Suo Eterno Padre, per venire al compimento della
redenzione; con finire sulla croce la propria vita, per dare vita a noi".
Impegno di vita: State sempre lieti (1 Tess 5,6). Pater, Ave, Gloria. CANTO
SAPIENTIA CRUCIS
STRALCI
"Meditate spesso i dolori della divina Madre Maria, dolori inseparabili da quelli del
suo divin Figlio" (San Paolo della Croce).
"Dio ci fa un grande onore quando ci chiama a camminare nella stessa via del suo
unico Figlio" (San Paolo della Croce).
"Tu non devi leggere altro libro che la Passione del Redentore, la quale ti sarà guida
per incamminarti per la strada del vero amore" (Gesù a Santa Veronica Giuliani).
"Non negherò nulla all'anima che mi prega in nome della mia Passione" (Gesù a Santa
Faustina Kowalska).
"Un'ora di meditazione sulla mia dolorosa Passione ha un merito maggiore di un anno
intero di flagellazioni a sangue" (Gesù a Santa Faustina Kowalska).
"Stai sicura che se ti tengo in croce é perché ti amo" (Gesù a Santa Gemma Galgani).
“Teresa, non mi compatire per le spine, con le quali mi coronò la Sinagoga;
compatiscimi bensì per le spine con le quali tutto il giorno mi straziono le cattive
anime credenti” (Gesù a Santa Teresa D'Avita).
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"Figlia, (gli uomini) quando mi ricevono (nella Santa Comunione) indegnamente,
mi crocifiggono di nuovo e mi danno una bevanda più amara di quella che mi fu
offerta dai giudei... troppo io vengo offeso nella Comunione... Guai però alle anime
che continuano ad offendermi e presumono di ricevermi senza correggersi dei loro
vizi! Di loro sarà fatto un duro giudizio" (Gesù a Santa Margherita da Cortona).
"Quanto mi fanno piacere quelle persone che ogni giorno fanno visita al santissimo
Sacramento; quelle sì, che mi consolano" (Gesù a Suor Benigna Ferrero).
"Una Comunione vale più di tutto il mondo, perché tutto il mondo non fu che l'opera.
di un fiat, invece nega Comunione tu possiedi Dio" (Gesù a Suor Benigno Ferrero).
"Una sola lacrima versata con una contrizione perfetta, unita ai miei meriti infiniti, può
riparare tutta una vita" (Gesù a Suor Benigna Ferrero).
"Intesi Gesù benedire i devoti della Suo Passione... nell'ora terribile, nell'ora
spaventosa io vi dirò: Venite o prediletti del Padre Mio perché, ebbi fame sulla terra e
mi deste il pane della vostra pietà" (Gesù alla Beata Angela da Foligno).
"Se Giuda dopo il delitto non fosse stato lasciato solo, se un amico vero di Gesù lo
avesse seguito... distolto dal suicidio, assicurato del perdono del Maestro
assumendosene la garanzia, insomma, se a costo di qualsiasi sacrificio l'avesse ripor-
tato ai piedi di Me, pendente in Croce ... Giuda sarebbe stato salvo, perché Io volevo
perdonargli" (Gesù a Suor Consolata Betrone).
APPENDICE
LA DIVINA MISERICORDIA
Dice il Sommo Pontefice Giovanni Paolo II: "La Misericordia di Dio é più potente del
male, più potente del peccato, più potente della morte" (Dives in Misericordia 8).
Nessuno sbaglio é irreparibile, nessun abisso é incolmabile, nessuna miseria é
inguaribile, perché la Misericordia di Dio non ha limiti: Essa é infinita. La permissione
divina di un male deve avere un fine positivo buono, che per Dio non può essere un
bene maggiore. Tale bene maggiore può essere raggiunto o no dal soggetto, dipende
dalla sua volontà. Dio dà a tutti i mezzi di salvezza, perché l'uomo possa risollevarsi e
raggiungere alte vette di santità. Non scoraggiamoci mai. Vedendoci così deboli, così
impotenti da ricadere sempre nelle stesse colpe, siamo tentati a non aver fiducia e
speranza nella sua infinita Misericordia. Un giorno Gesù disse a Josefa Menendez:
"Non intento dire che un'anima, per il fatto stesso che é prescelta, non debba più
cadere in difetti e venga liberata da ogni miseria. No, cadrà, e cadrà più volte. Ma se si
umilia e riconosce il suo nulla, se si sforza di riparare le colpe con piccoli atti di gene-
rosità e di amore, se confida e si abbandona di nuovo al mio Cuore, mi glorificherà di
più, e potrà far bene alle anime se non fosse mai caduta. Poco mi curo della miseria;
quello che mi importa é 1'amore...Non sai forse che più le anime sono miserabili e più
attirano il mio Amore?". Ancora Gesù a Suor Consolata Betrone: "L'impenitenza
finale l'ha quell'anima che vuole andare all'inferno di proposito e quindi ostinatamente
rifiuta la mia misericordia, perché Io non rifiuto mai il perdono a nessuno; a tutti offro
e dono la mia immensa misericordia; perché per tutti ho versato il mio Sangue, per
tutti! No, non é la moltitudine dei peccati che danna l'anima, perché Io li perdono se
essa si pente, ma é l'ostinazione a non volere il mio perdono, a volersi dannare". San
Tommaso D'Aquino afferma che tale ostinazione equipara gli uomini ai demoni. E
allora non ci resta che confidare nella infinita misericordia di Dio. Dice Sant'Alfonso:
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non merita la misericordia di Dio chi si serve di essa per offenderLo. Dio
promette il perdono e lo concede volentieri all'anima pentita e risoluta di lasciare il
peccato, ma chi pecca abusando della Divina bontà, non é penitente ma uno
schernitore di Dio. “Si, - dice Dio a S. Caterina da Siena - presuntuosi come sono,
sperano nella mia misericordia, che continuamente é da essi offesa. Io non ho dato, né
dò la misericordia, perché con essa Mi offendano, ma perché si difendano dalla
malizia del demonio e dalla disordinata confusione della mente. Essi fanno tutto il
contrario: con il braccio della misericordia Mi offendano”.
ERI TU L'AMICO
Eri tu il compagno, l'amico, ci legava una dolce amicizia, alla casa di Dio noi s'andava
ed il cuore era tutto letizia; ma con un bacio m'hai tradito, m'hai tradito! Dolce
Vergine Madre Maria, o Colomba di Spirito Santo, dammi ali ch'io possa volare, nel
gran Cuor di Gesù riposare e i peccati riparare, riparare!
HO DESIDERATO
Ho desiderato ardentemente di mangiare questa Pasqua con voi, perchè vi dico non la
mangerò più finchè si compia nel Regno di Dio. Ave, o Tabernacolo vivente, che ci
doni il Pane sceso dal Ciel. Dammi il tuo Santo e immacolato Cuor, per ricambiare il
Suo immenso Amor.
PERDONACI, SIGNORE
Perdonaci, Signore, ricorda il tuo Amore: tu solo sei fedele, tu solo puoi salvar. A te
noi ricorriamo, o Vergine Maria, implora tu per noi misericordia ancor.
STABAT MATER
Sta la Madre dolorosa presso il Figlio suo Gesù. Il suo cuore è trapassato da una spada
di dolor!
Dolce Madre di Gesù, il tuo pianto strazia il cuor.
I peccati han devastato Gesù Agnello Immacolato!
L'IMMACOLATA E ADDOLORATA
L'immacolata e Addolorata con una Sindone coprì Gesù. Ma lui risorse e sfolgorò e
sulla Sindone lasciò il Volto immerso nel dolor e in tutta gloria divampò.
E' RISORTO
E' risorto Gesù crocifisso, è risorto Gesù Nazareno! Alleluia, alleluia, alleluia, alleluia,
alleluia.
LE TUE PIAGHE
Le tue piaghe ci han salvato, il tuo Amore ci ha redento.
Grazie, Signore! Grazie, Signore!