Esplora E-book
Categorie
Esplora Audiolibri
Categorie
Esplora Riviste
Categorie
Esplora Documenti
Categorie
Giunto a met della sua vita, Dante si allontana dalla via del bene, appesantito dal sonno dell indifferenza e della pigrizia spirituale; inizio una periodo di traviamento morale, paragonato allo smarrimento in una selva insidiosa. Narrare questa triste esperienza coster dolore e fatica, ma il poeta si accinge a farlo per mostrare il prodigio della Grazia e della Provvidenza sempre premurosa verso di lui come verso ogni uomo. Vedendo il colle che si eleva ai bordi della selva illuminato dai raggi del sole, Dante riacquista la speranza, dopo una notte intera di lotta con le tenebre del peccato, come un naufrago che intravede ormai la riva e torna a credere nelle salvezza. Tre fiere ostacolano per la sua ascesa al colle; una lonza, allegoria della lussuria, minaccia Dante che non si abbatte, perch rincuorato dall alba e dalla primavera; l arrivo di un leone ruggente, allegoria della superbia, e di una lupa di orribile magrezza, allegoria della cupidigia e dell avidit, convince il poeta che le sole sue forze non sono sufficienti; non gli resta dunque che ritornare sul cammino faticosamente percorso, verso la notte del peccato. A salvarlo giunge il poeta latino Virgilio, allegoria della ragione umana; l incontro offre l occasione a Dante di manifestare con entusiasmo riverente tutta la sua riconoscenza verso il maestro di retorica e di poesia e di chiedere aiuto contro la lupa insidiosa. Virgilio mette in guardia Dante alla cupidigia, vizio cos grave che spesso rende l uomo schiavo, tormentato perennemente dal desiderio di denaro e possesso. Unico ostacolo al suo dilagare nel mondo sar il veltro, un restauratore morale e civile, bramoso soltanto di sapienza, amore e di virt, riuscir a cacciarla. Inutile per Dante seguire la via che conduce direttamente al colle: molto meglio attraversare i tre regni dell oltretomba per liberarsi dal peccato e raggiungere la Grazia. Virgilio si offre come guida, ma sar Beatrice a condurlo alla contemplazione della beatitudine del Paradiso. Dante, rassicurato, si accinge ad obbedire.
VAR 2:
Dante si smarrisce nell' oscura selva dei suoi errori e peccati. Quando spera di poter salire sulla cima di un colle e rivedere la luce del sole, il cammino gli sbarrato da tre fiere, simboleggianti lussuria, superbia ed avarizia, ed costretto a retrocedere. Gli appare Virgilio, il suo modello di poeta, che lo invita a seguire un'altra strada: occorre attraversare il regno degli inferi, e poi il Purgatorio. Poi Dante potr ascendere al Paradiso, dove Virgilio, non essendo stato battezzato, dovr lasciarlo ad un' altra guida.
VAR 2: Virgilio rassicura Dante, e gli racconta di essere stato inviato sulla terra da Beatrice, che lo ha pregato di soccorrere il suo amico in grave pericolo. Beatrice a sua volta era stata mandata dalla Vergine (la Grazia preveniente) e da Lucia (la Grazia illuminante). Virgilio e Dante si addentrano nella selva.
VAR 2: I due poeti arrivano alla porta dell'inferno, dove una scritta invita ad abbandonare ogni speranza a chi sta per entrare. Nel vestibolo stanno gli ignavi, tra cui papa Celestino V, e gli angeli rimasti neutrali quando Lucifero si ribell. Sulla riva dell'Acheronte, Caronte, che traghetta le anime dei dannati, non vuole fare passare un vivo, ma Virgilio gli intima di non andare oltre la volont del cielo. Subito dopo si avverte una scossa di terremoto e Dante sviene. Canto 4 Inferno Riassunto
Un forte tuono risveglia dal sonno profondo Dante che improvvisamente si desta e, stupito, osserva il nuovo scenario in cui venuto a trovarsi; sull orlo del baratro infernale, ma il buio profondo gli impedisce di vedere qualcosa. Anche Virgilio turbato, poich si accinge ad entrare nel primo girone, il Limbo, dove lui stesso sconta la pena per non aver creduto nel Cristo venturo. Il pallore della guida getta nello sconforto Dante che subito viene rassicurato; insieme entrano nel primo cerchio, il pi esterno rispetto agli altri che formano l Inferno; non si sentono urla e lamenti di dolore: soltanto sospiri che fanno tremare l aria. Qui il primo gruppo di anime: quelle dei bambini morti privi di battesimo e quelle di donne uomini che, senza colpa e pur meritevoli di ammirazione, sono vissute prima di Cristo o comunque senza battesimo. Grande dolore e sconcerto in Dante che chiede a Virgilio se mai qualcuno uscito da Limbo. Pronta la risposta del maestro; egli ricorda la discesa agli Inferi di Cristo, dopo la Passione, e la liberazione dei Patriarchi e degli Ebrei dell Antico Testamento, vissuti in attesa del Messia. Dopo questa breve parentesi, i due poeti attraversano il Limbo e vedono, in lontananza, una zona intensamente illuminata; vi sono accolti coloro che si sono distinti per meriti e hanno ottenuto fama e altri riconoscimenti.
VAR 2 : Dante si risveglia nel Limbo, dove stanno i non battezzati privi di colpe. Virgilio lo conduce ad un
castello luminoso, al cui interno lo salutano Orazio, Ovidio e Lucano. In un prato verde all'interno delle mura sono radunati gli "spiriti magni", tra cui Enea, Ettore, Cesare, Aristotele, Platone e Cicerone. I poeti si allontanano dal Limbo nell'oscurit.
Tempo: 8 aprile 1300 ( Venerd Santo), sera Luogo: secondo cerchio(alto inferno) Custode e giudice: Minosse Colpa : lussuriosi Pena : bufera incessante che trascina le anime e le colpisce con raffiche di vento. Personaggi : Dante Virgilio Semiramide Didone Cleopatra Achille Paride Tristano Paolo Francesca Riassunto: Dante scende nel secondo cerchio guidato da Virgilio. Allingresso si trova Minosse che giudica le colpe delle anime facendole poi precipitare nel cerchio dellinferno corrispondente al peccato. Vengono descritti lambiente del secondo cerchio e la pena: il buio e il vento che fanno roteare le anime. Dante comprende che qui sono le anime che il vento trascina in una lunga fila e il poeta latino gli mostra, tra le tante, alcune anime illustri. Dante a tal punto colpito che quasi perde i sensi per la piet. Dante attirato da due anime, un uomo e una donna, che, a differenza delle altre, volano unite; si rivolge a loro cortesemente ed esse, come colombe, escono dalla loro schiera e si accostano ai poeti. La donna parla a Dante e narra il proprio dramma mentre luomo tace . Il loro amore li ha portati alla morte. Sono Francesca moglie di Gianciotto Malatesta , signore di Rimini, e Paolo , cognato e amante della donna, entrambi fatti uccidere dallo stesso Gianciotto.A queste parole Dante abbassa gli occhi ed turbato. VAR2: All' entrata del secondo cerchio Minosse assegna ai peccatori il luogo in cui sconteranno la loro pena. Al suo interno gli spiriti dei lussuriosi sono trascinati da una tempesta incessante. Paolo e Francesca, amanti infelici uccisi dal marito di lei, raccontano a Dante la loro storia; questi si commuove e sviene nuovamente.
L affannarsi degli avari e prodighi per le ricchezze autorizza Virgilio ad aprire una lunga parentesi sulla fortuna, sulla sua natura provvidenziale e sulle sue leggi che, fuori dall umana comprensione, regolano la vita degli uomini e presiedono alle alterne vicende della storia, come le potenze angeliche presiedono e ordinano il moto dei cieli. Attraversando il quarto cerchio, si arriva a una fonte che si rovescia in un fossato e alimenta la palude Stigia dove sono punite le due schiere degli iracondi. I poeti costeggiano la palude e, assistendo ammutoliti allo spettacolo di assurda violenza, giungono infine ai piedi di una torre. VAR 2: Il quarto cerchio, custodito dal demone Pluto, il dio greco della ricchezza, quello degli avari e dei prodighi, condannati a spingere col petto pesanti macigni. Dante e Virgilio giungono poi alla palude dello Stige, in cui sono immersi iracondi ed accidiosi. I primi si percuotono e mordono a vicenda, i secondi giacciono sotto la superficie.
Questi, che ha capito perfettamente quello che cosa intende dire Dante, risponde che raramente le anime del Limbo scendono gi, ma tuttavia egli vi sceso poco dopo la morte, chiamato dai lamenti della maga Eritone, per trarne uno spirito nel cerchio di Giuda. Dante non deve temere che la sua guida non conosca la strada. All improvviso, sulle mura della citt, compaiono le tre furie infernali, le Erinni, fedeli creature a Prosperina, regina dell Inferno, mostri dalle sembianze di donna e chiome formate da un intrico di serpenti. VAR 2: Sulle torri delle citt appaiono le Erinni, che chiamano Medusa affinch tramuti Dante in pietra. Interviene per un messo celeste, che apre le porte di Dite e fa entrare i poeti. All'interno delle mura, gli eretici giacciono in sepolcri infuocati posti in una pianura sconfinata.
Farinata ha ascoltato, senza batter ciglio, il colloquio e riprende l argomento politico, dolendosi che i suoi non siano stati in grado di tornare a Firenze. Questa d altronde la sorte che attende anche Dante: annuncia quindi al poeta l imminente esilio, vittima di quello stesso odio che rende i Fiorentini cos cattivi contro di lui e la sua famiglia. Tra il poeta e Farinata c un confronto sugli eventi che hanno coinvolto la patria. Dante vuole poi sapere quale si il modo di conoscenza che i dannati hanno perch sembra non possiedano nozione del presente. VAR 2: Uno dei dannati, Farinata degli Uberti, riconosce Dante e lo chiama a s; egli avverte il poeta che il suo ritorno a Firenze sar molto travagliato. Da un altro sepolcro Cavalcante de' Cavalcanti chiede a Dante notizie del figlio Guido. Poi i due poeti riprendono il cammino.
Qui sono sprofondati i violenti contro il prossimo e su di loro, armati, vigilano i centauri. Tre di essi si staccano dagli altri e corrono prontamente contro i due intrusi. Virgilio si rifiuta di rispondere all impetuoso Nesso; a Chirone, il centauro saggio, Virgilio rivela la natura provvidenziale del viaggio intrapreso e chiede soccorso per traghettare Dante sul Flagetonte. Prontamente Chirone affida tale compito a Nesso. Dalla sponda del fiume si possono vedere i tiranni, immersi fino agli occhi nel sangue che ribolle. La guida Nesso ricorda, fra gli altri, Alessandro Magno, Dionisio, Ezzelino da Romano, Obizzo d Este. Pi avanti Nesso mostra la schiera degli omicidi, ai quali il sangue giunge fino alla gola. Var 2: Siamo nel primo girone del settimo cerchio, custodito dai Centauri. Qui i violenti contro il prossimo
giacciono nel Flegetonte, un fiume di sangue bollente. Il centauro Nesso mostra a Dante alcuni dei dannati, tra cui Alessandro Magno, Guido di Monfort, Attila e Pirro.
La sua testa doro, il petto dargento, il ventre di rame, le gambe di ferro, il piede destro, sul quale il simulacro poggia, di terracotta. Allinfuori del capo, ogni altra parte della statua presenta fessure dalle quali sgorgano lagrime. Il pianto di questa statua forma i fiumi infernali e lo stagno Cocito. Il canto si conclude con i chiarimenti che Virgilio d al discepolo sullubicazione del Flegetonte, il fiume di sangue che occupa il primo girone e dal quale il fiumicello deriva, prendendone anche il nome, e del Let, il fiume delloblio, le cui acque bagnano il paradiso terrestre, in cima al monte del purgatorio. Var 2: Nel terzo girone, in un deserto infuocato, i violenti contro Dio nella persona, ovvero i bestemmiatori, sono sdraiati a terra sotto una pioggia di fuoco; tra essi c' il gigante Capaneo. Dante e Virgilio arrivano alla sorgente del Flegetonte, e qui il secondo spiega al primo l'origine dei fiumi infernali.
Riassunto canto 15
Per evitare la pioggia di fiamme I due pellegrini avanzano su uno degli argini del fiumicello che attraversa il terzo girone e s`imbattono in una schiera di anime di dannati, uno dei quali affera Dante per il limbo della veste e manifesta la propria meraviglia nel vederlo in quel logo. Il poeta lo riconosce, nonostante abbia il volto devastato dal fuoco: Brunetto Latini, il suo maestro, che esprime il desiderio di affiancarsi a lui nel cammino. Nessuno, infatti, dei violenti contro natura pu interrompere il proprio andare: chi infrange questa legge poi condannato a giacere cento anni sotto la pioggia di fuoco senza scuotere da s le fiamme che lo colpiscono. Dante continua pertanto a camminare sull`argine e riceve da Brunetto la predizione della sorte che il future gli riserva: Se rimani fedele ai principia che hanno fin qui ispirato le tue azioni, la tua opera ti dar la gloria. Poi il discorso cade su Firenze e la faziost dei Fiorentini, in massima parte discendenti dai rozzi abitanti di Fiesole, avari, invidiosi, superbi. Sia l`uno sia l`altro Partito in qui la citt divisa aggiunge Brunetto cercher di avere Dante in suo potere ma non riuscir in questo intento. Il Poeta a sua volta tesse l`elogio del suo maestro, dal quale ha appreso come l`uomo ottiene gloria fra I posteri, e dichiara che questa profezia, come quella di un altro spirit, Farinata, verr sottoposta all`interpretazione di Beatrice. Per il resto si dice pronto a far fronte ai colpi del destino. Pregato dal Poeta, Brunetto nomina alcuni frag li spiriti condannati alla sua stessa pena, quindi si accommiata, raccomandandogli la sua opera maggiore, il Tesoro, attraverso la quale sopravviver nel ricordo degli uomini. Var 2 : Sopraggiunge una schiera di violenti contro Dio nella natura, cio di sodomiti. Tra di loro c' l'antico maestro di Dante, Brunetto Latini, che raccomanda a Dante la propria opera letteraria, il "Tesoro", e gli preannuncia le sue future sofferenze.
Riassunto canto 16
Dante riconosciuto da tre fiorentini, che gli chiedono se sono vere le brutte notizie su Firenze apprese da un dannato appena arrivato all'inferno, Guglielmo Borsiere; Dante risponde con un'aspra invettiva contro la corruzione della propria citt. Proseguendo nel viaggio, i due poeti arrivano all'abisso in cui precipita il Flegetonte, e vedono salire da esso un orribile mostro: Gerione, simbolo della frode. Canto 17 Gerione custodisce il terzo girone, quello dei violenti nell'arte, cio usurai, seduttori e adulatori. I primi siedono al limite del deserto, presso l'abisso, con al collo delle borse recanti lo stemma della loro famiglia. Dante e Virgilio salgono in groppa a Gerione che li porta al fondo dell'abisso.
Canto 18 Si giunge all'ottavo cerchio, "Malebolge": un pozzo diviso in dieci bolge concentriche. Nella prima ci sono i ruffiani, tra cui Giasone; nella seconda gli adulatori, tra cui Alessio Interminelli e la cortigiana Taide. Canto 19 Nella terza bolgia i simoniaci sono conficcati a testa in gi nella pietra; lingue di fuoco bruciano loro le piante dei piedi. Dante ne interroga uno, papa Niccol III; questi scambia il poeta per Bonifacio VIII, che dovrebbe prendere il suo posto nella buca spingendolo pi in basso, ed inveisce contro di lui. Dante pronuncia un discorso contro i papi simoniaci. Canto 20 Nella quarta bolgia gli indovini camminano piangendo con il viso ritorto all'indietro dalla parte del dorso; tra essi Anfiarao e Tiresia. Canto 21 Nella quinta bolgia i diavoli Malebranche tormentano i barattieri immersi nella pece bollente. Virgilio chiede di parlare con un diavolo; si fa avanti Malacoda, al quale Virgilio spiega il motivo del viaggio di Dante. Malacoda gli fornisce una scorta di dieci diavoli. Canto 22 Il barattiere Ciampolo di Navarra rivolge la parola a Dante; i diavoli tentano di uncinarlo, ma egli fugge tuffandosi nella pece. Due diavoli, Alichino e Calcabrina, si azzuffano rinfacciandosi la mancata preda e cadono nella pece. Dante e Virgilio approfittano del trambusto per fuggire. Canto 23 Con i diavoli alle calcagna, Virgilio prende Dante in braccio e si cala nella sesta bolgia, dove gli ipocriti camminano sotto pesanti cappe di piombo dorato. Crocifisso a terra c' Caifa. Canto 24 Nella settima bolgia i ladri sono continuamente assaliti da torme di serpenti; tra essi Vanni Fucci, che con rabbia predice a Dante la sconfitta dei Bianchi e l'esilio futuro. Canto 25 Vanni Fucci rivolge a Dio un gesto osceno; immediatamente un serpente lo immobilizza e sopraggiunge il centauro Caco. I due poeti assistono a numerose trasformazioni di ladri in serpenti e di serpenti in ladri. Canto 26 Dante pronuncia una nuova invettiva contro Firenze, poi lui e Virgilio passano nell'ottava bolgia, dei consiglieri fraudolenti; essi vagano senza riposo avvolti da una fiamma. In una fiamma biforcuta sono
avvolti due dannati, Ulisse e Diomede; il primo racconta la storia del suo ultimo viaggio e della sua morte. Canto 27 (Dante incontra l'anima di Guido da Montefeltro, che un diavolo disput con successo a S. Francesco).Dopo le parole di Ulisse, un altra fiamma attira i due poeti, muovendosi. Chiede notizie sulla Romagna. Dante fa un quadro della situazione politica della regione, dominata da uomini pronti alla guerra. L anima si fa riconoscere dicendo: "Fui guerriero e poi frate , credendo cos di riparare al male creato. Ma la sua conversione era stata soltanto formale, dettata dalla convenienza, il cordiglio francescano non aveva cinto un uomo nuovo. Alla sua morte San Francesco venne per portarlo in cielo, ma il diavolo lo ferm con queste parole: "Quest anima deve seguirmi all inferno, poich contraddittorio che ci si possa pentire di una colpa che si ha l intenzione di compiere. Quando fu davanti a Minosse, questi gir otto volte la coda intorno al suo corpo, destinandolo al cerchio ottavo. Dopo la converasazione, la fiamma si fa indietro e Dante giunge al ponte che domina la bolgia dei seminatori di discordia. Canto 28 Nella nona bolgia stanno i seminatori di discordia, mutilati dalla spada di un diavolo. Tra essi ci sono Maometto e Bertrando del Bornio, che cammina tenendo in mano la sua testa mozzata. Canto 29 Dopo l'incontro con Geri del Bello, un parente di Dante, i due poeti passano nella decima bolgia, quella dei falsari; tra essi gli alchimisti sopportano scabbia e lebbra. Canto 30 La rabbia colpisce invece i falsatori della persona, tra cui Gianni Schicchi e Mirra. Seguono poi i falsari di moneta colpiti dall'idropisia: tra essi Mastro Adamo. Infine i falsatori di parola, che sopportano la febbre: Dante scorge in mezzo a loro l'anima del greco Sinone. Canto 31 Custodi del nono cerchio sono i Giganti, incatenati ed immersi fino alla vita nel pozzo infernale. Anteo per slegato e pu prendere in mano i viaggiatori e depositarli sul fondo, costituito dal lago ghiacciato di Cocito. Canto 32 Cocito diviso in zone: nella Caina i traditori dei parenti stanno immersi nel ghiaccio fino al capo, tenuto abbassato; nella Antenora i traditori della patria hanno invece il capo rivolto in alto: tra essi Bocca degli Abati e Gano di Maganza. Dante vede un dannato che rode la testa di un altro, e chiede a Bocca il nome di entrambi. Canto 33 Il dannato che rode la testa all'altro il conte Ugolino della Gherardesca, la sua vittima l'arcivescovo Ruggeri. Dante e Virgilio passano poi nella zona detta Tolomea, dove i traditori degli amici tengono il capo talmente all'ins che le lacrime gli si congelano sugli occhi: tra essi frate Alberigo e Branca Doria.
Canto 34 L'ultima zona di Cocito la Giudecca, dove i traditori dei benefattori sono completamente immersi nel ghiaccio. Ora Dante e Virgilio sono di fronte a Lucifero, infisso nel ghiaccio dalla vita in gi. Esso ha tre teste, e ciascuna delle tre sue bocche dilania un peccatore: la prima Giuda, la seconda Bruto, la terza Cassio. I due poeti si aggrappano al corpo di Lucifero e lo ridiscendono, passando nell'emisfero terrestre meridionale. Attraverso uno stretto budello riescono a ritornare in superficie in corrispondenza degli antipodi.