Sei sulla pagina 1di 20

La poesia femminile del Novecento

-Sibilla Aleramo e Patrizia Valduga-

Vorgelegt von:

Matrikelnummer:

1
Abstract

L'obiettivo di questo lavoro è quello di indagare la letteratura femminile del XX


secolo, con particolare attenzione a due importanti autrici: Rina Faccio, nota con lo
pseudonimo di Sibilla Aleramo e Patricia Valduga. In questo lavoro sono stati
utilizzati i metodi di descrizione e analisi, che potrebbero essere effettuati grazie al
database disponibile sia su Internet che nelle biblioteche di Monaco e Croazia
(Rijeka). L'analisi delle poesie ha mostrato i temi e le forme della nuova era
moderna, che includono erotismo, sessualità, dolore, corporeità, desiderio e
sofferenza.

Parole chiavi: Novecento, sessualità, corporeità, letteratura femminile

2
Indice

Introduzione................................................................................................................................4

Il periodo del Novecento.............................................................................................................5

Letteratura femminile..............................................................................................................7

La corporeità...........................................................................................................................8

Sibilla Aleramo.......................................................................................................................9

Patrizia Valduga....................................................................................................................10

La corporeità nella lirica di Sibilla Aleramo e Patrizia Valduga..............................................11

Conclusione...............................................................................................................................18

Bibliografia...............................................................................................................................19

3
Introduzione

Sebbene il concetto di corpo possa essere affrontato da diverse prospettive, per questa tesina è
importante la comprensione modernista del corpo, che include non solo manifestazioni
materiali e fisiche ma anche discorsive della corporeità. L'approccio modernista al corpo apre
questioni di sesso, genere e orientamento sessuale, nonché lo status del corpo nella società,
ovvero la contraddizione tra il corpo individuale e la sua posizione nella collettività. Nel
ventesimo secolo, le femministe si interessarono maggiormente di questa questione. La loro
letteratura verrà presentata e l'analisi e l'interpretazione delle poesie selezionate saranno
condotte, a partire dalla rappresentazione delle identità femminili e dall'articolazione della
cultura femminile.
Lo scopo di questo lavoro è di descrivere il dominio della corporeità, oltre che della
sessualità, che i testi poetici stabiliscono, il che è interessante perché forma l'intersezione tra
privato e pubblico nel modo più ovvio. Allo stesso tempo, la percezione del corpo femminile
come contemporaneamente intessuto di desiderio e divario e la testualità femminile come
marginale, è ciò che caratterizza il campo del discorso pubblico (compreso il campo della
produzione letteraria) e che si riversa nella sfera privata, producendo contemporaneamente
legittimazione e resistenza a tale visione.
Questo lavoro seminariale si articola in più parti, che sono una descrizione del periodo del
Novecento in cui ci sono grandi cambiamenti e l'aumento della popolazione femminile, la
definizione della letteratura femminile e il concetto di corporeità come elemento essenziale di
quel genere, e la presentazione di sei poesie di Patrizia Valduga e Sibilla Aleramo. Quelle
canzoni verranno prima analizzate metricamente e combinate con il contesto biografico.
L'ultima parte di questo lavoro è la conclusione, in cui tutto sarà di nuovo riassunto compresa
la bibliografia.

4
Il periodo del Novecento

Il Novecento ha portato con sé numerosi e visibili cambiamenti riguardo alle donne scrittrici e
alla loro posizione. Durante la prima guerra mondiale, in Europa si verificano cambiamenti,
quando le donne prendono il posto degli uomini e svolgono i lavori più diversi, come
prendersi cura di caffè, hotel, banche, negozi e persino guidare veicoli nei trasporti urbani. In
questo periodo le scrittrici sono diventate più forti, si sentono più importanti rispetto ai tempi
che si erano lasciati alle spalle. Si tratta, ad esempio, di scrittrici che hanno scritto le loro
opere durante la guerra, in cui prevalgono per lo più temi erotici, o di opere in cui descrivono
la loro visione di un mondo utopico senza uomini. Dopo la seconda guerra mondiale, il
patriarcato vuole rinchiudere le donne tra quattro mura, ma dopo le esperienze belliche che
hanno vissuto, le donne sono cambiate, hanno capito i propri valori e hanno così avviato
proteste silenziose, che in futuro otterranno maggiori risultati. Le donne svolgeranno diverse
professioni, guadagneranno soldi e lo spenderanno liberamente, invece di dare i loro guadagni
ai mariti, come avveniva prima. In Francia, ad esempio, fino al 1965, il diritto di famiglia era
regolamentato secondo il Codice napoleonico, istituito nel 1804, in cui si afferma che il
marito dovrebbe dare il permesso alla moglie nel caso in cui lei voglia esercitare una
professione, iscriversi a un sindacato o anche se vuole creare un passaporto (Toril, 2007).
D'altra parte, in Gran Bretagna, dal 1870, le donne hanno goduto della libertà legale per
quanto riguarda la distribuzione dei beni (Shapiro, 1994). Negli anni Sessanta, in molti paesi
europei, il matrimonio subisce molti cambiamenti, il concetto di capofamiglia (marito) non
esiste più, entrambi i coniugi sono allo stesso livello nella vita familiare. Tuttavia, la battaglia
più potente è stata combattuta per la legalizzazione dell'aborto, guidata da scrittrici e
giornaliste, e che in seguito ha dato i suoi frutti. Le scrittrici del Novecento sono state messe
in una situazione tra rabbia e rimpianto. Rabbia che in realtà li porta all'emancipazione e
all'uguaglianza con gli uomini, mentre rimpiangono le profonde differenze e si trovano alla
ricerca del progresso, e per riuscire in quella ricerca hanno dovuto imitare gli uomini. Negli
ultimi decenni del Novecento, le scrittrici dai margini della società riescono a prendere posto
al suo centro, soprattutto quando si parla di Occidente. Gli argomenti dei loro romanzi non
cambiano in modo significativo. Le storie di famiglia delle donne e le storie sulle donne e le
loro origini hanno continuato a essere al centro delle loro opere. Le loro opere potrebbero
essere divise in due gruppi. Il primo includerebbe autobiografie sulla conoscenza di sé, mentre
il secondo tipo sarebbe un romanzo che esplora figure femminili (mitiche, storiche o famose)
del passato (Cutrufelli, 1990). Oggi le donne sono accettate come scrittrici, ma il loro posto

5
nella letteratura, rispetto agli scrittori maschi, non è ancora a un livello invidiabile. Nel corso
del XX secolo si è sviluppato anche il femminismo accademico perché è stato strettamente
correlato alla letteratura femminile. Nel quadro del femminismo accademico, c'è
un'esplosione di lavori scientifici e di ricerca, oltre a dibattiti relativi alla posizione delle
donne nella società e nella letteratura. Si sottolinea la diversità dell'espressione letteraria
femminile, il tutto con l'obiettivo di far rivivere le opere scritte da scrittrici estremamente em

6
Letteratura femminile

La letteratura femminile nasce e si sviluppa con i cambiamenti della società e il suo sviluppo
è parte integrante del progresso socio-culturale. Le opere letterarie scritte da donne
differivano da altre opere letterarie per alcuni elementi. Sono numerosi i fattori con cui
possiamo concludere se l'autore di un testo è un uomo o una donna, e questi sono sicuramente
il linguaggio e lo stile, nonché la forma e l'argomento che l'autore affronta (Nozzoli, 1978).
Dato che abbiamo familiarità con il fatto che le donne erano escluse dalla vita politico-
intellettuale e dalla vita quotidiana, vedremo che i loro testi trattano la loro esperienza
personale mentre nei testi scritti da autori maschi si incontrano normalmente gli argomenti
relativi a diverse ideologie, alla storia e alla società nel suo insieme. Le scrittrici dell'età
moderna trovano spesso la loro espressione letteraria nei romanzi autobiografici, in cui
descrivono la propria esperienza e parlano di sé stesse. Oltre ai romanzi autobiografici,
scrivono anche la poesia, in cui il personaggio principale era una donna, la sua voce, la sua
opinione. Hanno trasferito i loro pensieri e sentimenti su carta e, in considerazione di ciò, le
loro opere sono state frammentate, senza uno specifico flusso cronologico degli eventi.
Scrivevano tutto ciò che gli veniva in mente e cosa succedeva a loro, ovviamente con alcuni
dettagli che aggiungevano dalla loro stessa immaginazione, su eventi che in qualche modo
toccavano la loro anima (Hellman, 1987). In accordo con ciò, incontriamo anche il sentimento
di paura di perdere l'identità di una donna, che non è ancora del tutto stabilita. Gli scrittori si
rivolgono a noi direttamente, in prima persona e trasferiscono sulla carta i loro pensieri e
sentimenti. La scrittura ha portato loro la libertà, e considerando che la castità è stata per
secoli la caratteristica principale delle donne, era del tutto inimmaginabile vedere una donna
vivere una vita libera, liberata dai ceppi sociali. Anche se le scrittrici scrivessero qualcosa, le
loro parole sarebbero contestate e intese come il prodotto di un'immaginazione squilibrata.
Per questo motivo, le donne non volevano firmare le loro opere, ma decisero di pubblicarle
sotto pseudonimi maschili. Così le donne, escluse dalla sfera pubblica e dagli eventi sociali,
chiuse nelle loro quattro mura, sono state costrette a scrivere di argomenti a loro vicini, ed è
proprio per questo che hanno scritto di sé stesse. Possiamo dire che il discorso autobiografico
è stato il modo più adatto per le scrittrici di plasmare la propria identità e mostrare il processo
di auto-interpretazione e conoscenza di sé. A causa del gran numero di autobiografie
pubblicate, in ambito letterario e sociale, per anni prevalsero i pregiudizi che le donne non
fossero formate intellettualmente per altri generi, ma Sibilla Aleramo con le sue raccolte
“Poesie” (1929) e “Momenti” (1921) e Patrizia Valduga come rappresentante della nuova era,

7
con le raccolte “Medicamenta” (1982) e “La tentazione” (1985) dimostrano esattamente il
contrario.

La corporeità

Nella letteratura femminile, il corpo è il luogo della scrittura dell'identità femminile e


dell'esperienza femminile. “Il corpo - sia esso un neonato, un bambino o un adulto - è la
superficie dell'iscrizione sociale e culturale: è l'ambiente della soggettività; è un luogo di
piacere e dolore; è pubblico e privato; ha un mezzo permeabile attraverso il quale passano
sostanze liquide e solide; è materiale, discorsivo e fisico” (Longhurst, 2008). Le femministe
hanno sottolineato l'aspetto culturale del corpo e la molteplicità del corpo. Inoltre, a partire
dagli anni '90, hanno considerato genere e sesso come due costrutti che si completano a
vicenda, a differenza delle femministe degli anni '70 e '80 che separavano e distinguevano il
genere (la costruzione sociale dei ruoli e delle relazioni) dal sesso (il corpo biologico)
(Longhurst, 2008). Inoltre, il corpo nei generi femminili contemporanei solleva la questione
della sessualità, dell'attrattiva e della bellezza. Attraverso la rappresentazione di identità
nuove e contemporanee, appaiono l'esterno e il culto del corpo. La sessualità aperta è un
fattore determinante importante per tutti i generi femminili nel campo della letteratura, del
cinema, delle serie e delle riviste (Terragni, 1997). Perché è così, può essere collegato alla
comprensione della nuova donna di oggi, che è una combinazione della tradizionale
comprensione della femminilità e della sessualità liberata. Osservando la produzione poetica
femminile in Italia nel XX secolo, si cercherà di osservare l'immagine della corporeità e della
sessualità in quel periodo, che è l'area relativamente ampia coperta dal discorso poetico
femminile italiano. In questo senso, sarà importante l'apparizione della democratizzazione del
desiderio, il suo volto, così come il suo rovescio, che servirà da indicatore di una diversa
percezione della sessualità che si può vedere nelle raccolte che si leggeranno, ma anche di un
discorso diverso sul corpo e sul sesso nelle poesie realizzate nell'arco di 60 anni - dal 1929 al
1989. Si seguirà l'emergere di nuove identità sessuali letterarie - lesbiche e bisessuali - e il
loro ingresso nel discorso poetico. La lettura delle poetesse italiane contemporanee porterà
alla consapevolezza che il dominio della corporeità rappresenta il potenziale di mettere in
discussione i valori consolidati della società occidentale, insistendo sul gioco, sulla libertà,
sull'inafferrabilità di significato che la cultura dominante presenta spesso come completo,
universale e vero.

8
Sibilla Aleramo

Italiana “Virginia Wolf”, come molti la chiamano è conosciuta per i romanzi autobiografici
“Una donna” (1906), “Il passaggio” (1919), “Amo, dunque sono” (1927) e raccolta di poesie
“Momenti (1921). È nata ad Alessandria nel 1876 sotto il nome Rina Faccio e quello che ha
cambiato la sua vita è quando, all’età di 17 anni; è che è stata violentata da un impiegato che
lavorava nell’azienda di suo padre, il quale alla fine doveva sposare siccome è rimasta incinta.
Dopo questo si è dedicata alla scrittura e ha scritto per lo più per le riviste “La Gazzetta del
Popolo” e “L’Ordine”. Attraverso la scrittura si è avvicinata alla questione femminile e così
nel 1900 è diventata la direttrice della rivista “L’Italia al Femminile” (Merry, 1990). Il 3
novembre 1906 è successa una gran cosa- lei ha pubblicato il suo capolavoro- il romanzo
autobiografico “Una donna”, nel quale descrive tutti i disturbi e le violenze i quali doveva
sopportare come una donna sposata. Questo romanzo viene pubblicato per la prima volta sotto
lo pseudonimo di “Sibilla Aleramo”. Altrettanto, è conosciuta come il membro della “Partita
Comunista Italiano”, per quale ha scritto molti articoli, ma anche come una donna con i gusti
particolari, cioè, è stata nello stesso tempo in una relazione con un'altra donna (Lina Poletti) e
un uomo (Giovanni Cena) (Morino, Conti, & Aleramo, 1981). Poletti, l’ha conosciuto dopo
che ha scritto il romanzo “Una donna” e siccome Poletti era davvero appassionata di Sibilla e
i suoi lavori, i loro due hanno cominciato una relazione. Sibilla era anche una gran scrittrice
della rivista “Noi donne”, la quale è stata creata imitando “Femme Franoaise”, una rivista
francese che al momento stava lottando per i diritti delle donne. “Noi donne” trattava i temi di
emancipazione, discriminazione, aborto, sessualità e omosessualità, proprio con che cosa
Sibilla si occupava di più.

9
Patrizia Valduga
 

L'autrice Patrizia Valduga è nata nel 1953 in provincia di Veneto, e attualmente vive a
Milano. Dall'esordio “Medicamenta” (Milano, 1982), che ha completato e arricchito con le
altre canzoni nel 1989, Valduga ha pubblicato diversi volumi di poesie. La sua poesia è
tematicamente caratterizzata da diversi riferimenti erotici e religiosi. L'autrice mescola il tono
alto della poesia con l'uso della lingua corrente fino a espressioni volgari e oscene. A volte
poco gustoso, ma sempre provocatorio e controverso. In questo modo trasmette sensualità e
fantasie sull'erotismo attraverso le sue canzoni, e le sue canzoni hanno tutto a che fare con gli
uomini, l'amore e il desiderio. Con la raccolta “Lezioni d'amore” (2004) e “Poesie erotiche”
raggiunge l'apice di questo erotismo. „Gli elementi di più macroscopica evidenza nella
scrittura poetica di Valduga sono il costante ricorso a forme metriche chiuse e l’esibito
citazionismo; anche in virtù di queste caratteristiche, l’opera della poetessa è stata spesso e
giustamente ricondotta all’alveo delle poetiche postmoderne.” Valduga lavora anche come
traduttrice dal francese e dall’inglese: Molière, Céline, Cocteau e Shakespeare sono tra gli
autori che ha tradotto.

10
La corporeità nella lirica di Sibilla Aleramo e Patrizia Valduga

Il concetto di corporeità verrà cercato di essere veicolato attraverso sei brani delle autrici
sopra nominati. I primi tre testi provengono dalle opere di Sibilla Aleramo, più precisamente
dalle raccolte liriche “Momenti” (1921) e “Noi donne” (1950), e i brani numerati 4, 5 e 6 sono
dalle opere di Patrizia Valduga, dalla raccolta “Medicamenta e altri medicamenta” (1989),
“Poesie erotiche” (2018) e “Lezione d'amore” (2004).

Poesia n.1
“Sono tanto brava”
Sono tanto brava lungo il giorno.
Comprendo, accetto, non piango.
Quasi imparo ad avere orgoglio quasi fossi un uomo.
Ma al primo brivido di viola in cielo
ogni diurno sostegno dispare.
Tu mi sospiri lontano; <Sera, sera dolce e mia!>
Sembrami d’aver tra le dita la stanchezza di tutta la terra.
Non son più che sguardo, sguardo sperduto, e vene.

(Aleramo, Momenti, 1931)

Questa piccola parte delle raccolte di poesie “Momenti” (1921) che veicola un messaggio
potente è piena di figure retoriche. In primo luogo, mi sono concentrata sulle parole ripetute e
ho trovato delle anaclasi nei versi “sera, sera dolce e mia” te “(…) più che sguardo, sguardo
sperduto”. Non c'è rima nella poesia, ma è per questo che è piena di attributi (dolce, sperduto,
brava), inversione (“sono tanto brava tutto il giorno”), iperbole (“avere la stanchezza di tutta
la terra”) e comparazione (“quasi fossi un uomo”). Inoltre, è visibile il paradosso nel verso

“comprendo, accetto, non piango” e ironia nel verso “sono tanto brava lungo il giorno”.
Questa poesia trasmette molte emozioni che una donna porta in sé - una donna dovrebbe
essere “brava” tutto il giorno, ma quando arriva la sera tutto cambia - poi si stanca dello stato
in cui era tutto il giorno e inizia a sentirsi trascurata. Quindi, una donna di giorno è forte,
forte, ma quando spunta la notte, preferisce piangere, forse per questo, perché poi può lasciare
andare tutto il peso che ha raccolto durante il giorno e non era sé stessa. “Uno sguardo
sperduto” suggerisce che la donna si senta depressa prima della serata. Particolare attenzione

11
è rivolta alla parola “vene”, che collega le emozioni di una donna e il suo corpo, come se una
connessione inventata tra questi due domini.

Poesia n.2
Donna nel domani del mondo

Incinta sono di te,


donna che vivrai nel domani del mondo.
In un anno remoto
genitrice fu la mia carne,
le mie fibre ricordano,
ogni giorno era oscuro travaglio,
fisica sofferenza che volontà dominava
e speranza addolciva
ineffabilmente.
Ora non il seme d'un uomo in me
non un embrione dal mio sangue nutrito,
ma nel mio spirito
l'ansiosa proiezione, donna, di te,
di quella che tu sarai,
che lentamente si plasma s'accresce
batte alle porte vuoi vivere,
compiuta forma finalmente
in aura di libertà e purità,
donna nel domani del mondo.
In me ti reco, imagine chiara,
contrasto e compenso
di quanto nel cuore m'angoscia,
patimento di tante misere oggi,
misere per inumane fatiche
misere per scheletriti figli
o per figli rapiti in guerra,
oppur inanimate cose di libidine,
ah avvilita mia specie, onta per tutte!
E altre odo stridule
12
ridere inconsapevoli
e altre trasalendo veggo
egoiste più ancor dei loro maschi,
avide insaziate d'oro e tossico.
Come se ti portassi nel mio grembo
io in te mi concentro, creatura nuova,
nei lineamenti che tu avrai,
creatura tutta vera in una vita di raggiunta verità,
redenta la vita da ogni ferino residuo,
più bella questa terra ogni dì più
nel lavoro di tutti fervido come un inno,
inno del concorde genio umano.
E non io sola, molte
e molte al par di me in seno ti recano
e in lampi di benedizione
qualcosa del sereno tuo sguardo in lor già traluce,
in salvo anch'esse la visione di te
la speranza la visione di te portano
mentre il mondo d'oggi ci dileggia,
torvo e cieco ci osteggia,
oh tutte brave in oprare e coraggiose,
fanciulle, spose, tenere gravi vegliarde,
in travaglio fiero e pur soave,
ineffabilmente,
per il tuo avvento, donna, nel domani del mondo,
in questo fraterno asilo
giusto e benigno e di gloria finalmente degno,
armoniosa sovrana tu di libertà e purità.

(Aleramo, Donna nel domani del mondo, 2020)

Un'altra poesia di Sibilla Aleramo è stata pubblicata sulla rivista "Noi donne" (1950) e si
rivolge alle donne, e annuncia una nuova era in cui le anime delle donne si “risveglieranno” e
saranno celebrate. Inoltre, la canzone è stata concepita come una critica alla società di quel
tempo, in cui le donne non erano rispettate e non erano affatto preziose. Domina il sentimento
13
di incoraggiamento, volontà di cambiare, speranza per il futuro e cambiamento interiore. Ciò
può essere confermato dalla scelta degli attributi utilizzati dall'autore (chiara, oscuro, nutrito,
vera, nuova). Si nota che gli attributi sono per lo più positivi e danno speranza per un futuro

migliore. Le rime non si trovano se non negli esempi nutrito-spirito te dileggia-osteggia.


Inoltre, è visibile anche l'inversione (“incinta sono di te”, “in me ti reco immagine chiara”),
personificazione (“le mie fibre ricordano”), sineddoche (“io in te mi concentro, creatura
nuova”) e metafora (“seme d´un uomo in me”). Si può anche dire che l'intera poesia è scritta
in un tono allegorico e che la proiezione dell'anima femminile in arrivo è un simbolo della
nuova era. E l'autrice porta in sé quel simbolo (“sono incinta di te”), un simbolo che cambierà
il mondo e che porta speranza per un futuro migliore. Nota che non è l'unica, ci sono anche
“altre trasalendo veggo” che sprigionano il loro “spirito” nella nuova era (“qualcosa del
sereno tuo sguardo in lor già traluce”). Descrive anche la forma della nuova donna che sta
arrivando “creatura tutta vera in una vita di raggiunta verità” e “tu di libertà e purità”. Alla
fine, afferma che è finalmente giunto il momento e che questa anima femminile è finalmente
“degna” per uscire e mostrare la sua forma.

Poesia n.3
Dolce sangue

Dolce dolce sangue


ne le vene mi langue.
Oh vigor lontano,
se vieni di delizia vi gemi!
Se vieni e mi premi,
oh vigor lontano,
se il grembo m'irrori che langue,
dolce dolce sangue!
(Momenti, 1931)

Anche questa poesia proviene dalla raccolta "Momenti" (1921) ed è ricca di figure retoriche
come ad esempio di attributi (dolce, lontano), assonanze (Oh vigor lontano/ se vieni e mi
premi), simplex (dolce dolce sangue), anaclasi (“dolce dolce sangue”) e ellissi (“se vieni di

14
delizia vi gemi”). Tranne ciò si trovano anche iperbole (“se il grembo m’irrori che langue”) e
ossimoro nel verso “vigor lontano”. Soprattutto in questa canzone è indicata la rima, che è
baciata (a,a,b,c,c,b,a,a). Sottolineo anche la figura personificata di “vigore”, la quale viene e
la preme. Questa breve poesia descrive uno stato in cui si trova l'autrice: il suo sangue è
agitato, non ha più forza, cioè ha bisogno della forza che viene dal piacere perché le sue
viscere si stanno afflosciando.

Poesia n.4 Medicamenta e altri medicamenta

Donna bambina ma di troppe brame


o donna di dolori e di buriane,
sempre presa da trippe e budellame,
non so uscire dal buio stamane,

dal cavo della mia notte catrame,


tra geli duri e colpi di caldane,
e sollevarmi e via con voglie grame
fingendo quieti, cose lievi e piane,

per i giorni di guerra e bulicame


e per predar le prede piene e vane,
e a vedere come senza esche o trame

poco lega l’amoroso legame…


Oh cuore che mi caschi! Che rimane?
un annientato niente. E ho anche fame.

(Valduga, Medicamenta , 1989)

Patrizia Valduga è una scrittrice contemporanea, ma come Sibilla si occupa del tema delle
donne e dei temi dell'amore. Ho trovato diverse rime nelle sue canzoni, così come in questa
dove la rima è incrociata (a,b,a,b,c,d,c,d,e,f,e,g,h,g). Altrettanto nelle sue poesie appaiono di
più le domande retoriche come questa: “Che rimane? Un annientato niente”. Ho trovato anche
la comparazione nel “notte catrame”, l’iperbole nel “donna di dolori e di buriane”, l’antitesi

15
nel “non so uscire dal buio stamane” e il paradosso nel “(…) a vedere come senza esche o
trame poco lega l’amoroso legame”. È stata aggiunta anche la personificazione del cuore nel
versetto “cuore che mi caschi”. Accanto tutto questo ci sono anche degli attributi come “geli
duri”, “notte catrame” e “le prede piene e vane”.

Poesia n.5

da Prologo Lezione di tenebre

È lungo questo tempo senza fine


il mio cuore senza fine nel tempo.
È nero lungo un tempo senza fine
per non morire prima del suo tempo.

(Valduga, Poesie erotiche, 2018)

Tratto dalla raccolta di recente pubblicazione "Poesie erotiche" (2018), anche questa poesia è
accentata con rima, più precisamente rima incrociata (a,b,a,b). la "Lezione di tenebre"
contiene simplex, inversione (“è nero lungo un tempo senza fine”), ellissi (“il mio cuore senza
fine”). È anche pieno di gradazioni (“è lungo questo tempo senza fine”), ossimoro “per non
morire prima del suo tempo” e attributi come ad esempio “nero” e “lunga”. Se la poesia si
collegasse al titolo della raccolta, si potrebbero osservare questi versi come un atto di fare
l'amore, in cui l'autore non vuole che la sensualità finisca “prima del suo tempo”.

Poesia n.6

Lezione d’amore

E io, alla vigilia di svanire,


teatro di parole ritrovate
nel buio delle ossa,
sì, io, a supplicarlo di apparire
tra voci vigliaccamente inventate...
Che cosa può che un altro in me non possa?
Oh presto allora il poco che rimane,
cane delle mie ossa, ossa di cane!

16
(Valduga, Lezione d´amore, 2022)

L'ultima poesia che ho scelto è presa dalla copertina del libro "Lezione d’amore “, pubblicato
nel 2004. Nella lirica si trovano anche una rima, cioè la rima alternata (a,b,c,a,b,c,d,d), la
metafora (“teatri di parole ritrovate”) e domanda retorica “ Che cosa può che un altro in me
non possa?”. La novità di questa canzone è la metonimia che si trova nel verso “cane delle
mia ossa, ossa di cane”. Inoltre, è visibile un ossimoro “tra voci vigliaccamente inventate”,
ma anche ellissi nei versi “E io, alla vigilia di svanire, teatro di parole ritrovate nel buio delle
ossa (…)”. In questi versi l'autrice sembra voler “gridare la sua anima”, come se ci chiedesse
cosa lei non ha e gli altri sì, vuole mostrarci che qualcuno l'ha lasciata, e con l’ultimo verso
vuole mostrare che soffre ancora per lui come un cane soffre per il suo osso.

17
Conclusione

Questo lavoro mostra il lungo e difficile viaggio di donne che per secoli hanno combattuto per
il loro posto nella società e nella letteratura. Sebbene la sua esistenza sia stata negata centinaia
di anni fa, la letteratura femminile esisteva ancora, ma il suo pieno sviluppo avvenne all'apice
del femminismo nel XX secolo. Abbiamo visto che le scrittrici non trattavano argomenti della
storia perché le donne non erano informate su queste cose. Per secoli le donne sono state
come un'ombra dietro gli uomini, sono state quelle a cui tutto nella società era subordinato e
le donne erano solo i loro burattini. Si prendevano cura di loro, della casa e della famiglia, e la
loro opinione non contava in nessun singolo ambito della società. Il processo di
emancipazione delle donne è stato molto lento. C’erano tante donne che hanno battuto per i
propri diritti e la propria identità personale, ma un ruolo fondamentale in questo lavoro è stato
svolto da scrittrici come Sibilla Aleramo e Patrizia Valduga, ancora presente tra di noi. Nei
loro testi, romanzi e altre opere, hanno combattuto coraggiosamente contro la dura realtà
dominata da principi sociali inadeguati. A poco a poco iniziarono a lottare per il loro posto
nella società attraverso articoli di giornale e successivamente attraverso libri i cui protagonisti
erano principalmente donne che subirono varie torture nei sistemi sociali. Le donne non
avevano il diritto di voto, non avevano il diritto di decidere sulla propria progenie, non
potevano scegliere i mariti e non avevano diritto all'istruzione e nel corso della storia sono
sempre state ai margini della società. Quando hanno deciso di cambiare, cioè di non voler più
vivere in ceppi sociali e sotto la dominazione maschile, le donne vogliono che la sessualità, la
privacy e l'essenza delle donne siano accettate, cioè che la società accetti i loro sforzi per
affermarsi nella società. Cercano e combattono per l'uguaglianza con gli uomini. Attraverso
questa tesina, abbiamo potuto vedere come nelle donne si è risvegliata la consapevolezza di se
stesse, e come nelle proprie opere hanno espresso la loro insoddisfazione contro la società e la
gerarchia che governava nella società, dove il patriarcato aveva il dominio assoluto. Inoltre,
scrivono delle loro esperienze in cui sono stati vittime di malattie, società, famiglia, ecc. È
proprio attraverso le opere letterarie che si raggiunge la coscienza di altre persone e si
raggiunge il successo. Le donne hanno scritto e continuano a scrivere autobiografie, dibattiti,
articoli, organizzano raduni, formano organizzazioni, il tutto allo scopo di lottare per una vita
migliore. Lo scopo di questa tesina era di presentare questa letteratura femminile moderna e
postmoderna e a spiegare il concetto di fisicità nelle poesie. Scrivere del corpo e della
sessualità nella poesia femminile italiana contemporanea significa ancora andare "per i
capelli" alle convenzioni sociali, alle classificazioni storico-letterarie e alle aspettative dei

18
lettori. È un'impresa che penetra contemporaneamente nel campo del privato e in quello del
pubblico, frugando dall'interno, cambiando così non solo la letteratura, ma anche la società.

Bibliografia

Aleramo, S. (1931). Momenti. Firenze: R. BEMPORAD & FIGLIO, EDITORI.

Aleramo, S. (2020). Donna nel domani del mondo. Von Enzo Montano:
http://enzomontano.blogspot.com/2020/05/donna-nel-domani-del-mondo-sibilla.html
abgerufen

Allen, A. T. (2005). Feminism and Motherhood in Western Europe, 1890-1970: The


Maternal Dilemma. New York: Palgrave Macmillan.

Cutrufelli, M. R. (1990). Scritture, scrittrici. L’esperienza italiana. Palermo: La Luna.

Girelli-Carasi, F. (kein Datum). Disease as Metaphor in Sibilla Aleramo’s Una Donna.


Abgerufen am 15. August 2022 von
http://academic.brooklyn.cuny.edu/modlang/carasi/publications/aleramo.html

Hellman, J. A. (1987). Journeys Among Women: feminism in Five Italian Cities. Oxford:
Oxford University Press.

Linguaglossa, G. (8. ottobre 2014). L'Ombra delle Parole Rivista Letteraria Internazionale.
Von https://lombradelleparole.wordpress.com/tag/il-femminismo-di-sibilla-aleramo/
abgerufen

Longhurst, R. (2008). Maternities, Gender Bodies and Space. Routledge.

Merry, B. (1990). “‘Why Do I Tell You My Dreams Like an Idiot?’ The Hammering of
Women in Dacia Maraini’s Novels: A Glimpse of Sibilla Aleramo.” Women in Modem
Italian Literature: Four Studies based on the works of G. Deledda, A. de Cespedes, N.
Ginzburg and D. Maraini. James Cook.

Morino, A., Conti, B., & Aleramo, S. (1981). Sibilla Aleramo e il suo tempo: vita raccontata
e illustrata. Milano: Feltrinelli.

Nozzoli, A. (1978). Tabù e coscienza: la condizione femminile nella letteratura italiana del
novecento. Firenze: La Nuova Italia.

19
Shapiro, A.-L. (1994). Feminists Revision History. New Brunswick: Rutgers University Press.

Terragni, L. (1997). Su un corpo di donna: una ricerca sulla violenza sessuale in Italia.
Milano: Franco Angeli.

Toril, M. (2007). Seksualna/tekstualna politika: feministička književna teorija. Zagreb: AGM.

Valduga, P. (1989). Medicamenta . Torino: Einaudi.

Valduga, P. (2018). Poesie erotiche. Von l´EstroVerso: https://www.lestroverso.it/patrizia-


valduga-poesie-erotiche/ abgerufen

Valduga, P. (2022). Lezione d´amore. Von Giulio Einaudi editore:


https://www.einaudi.it/catalogo-libri/poesia-e-teatro/poesia/lezione-damore-patrizia-
valduga-9788806169930/ abgerufen

Valentini, C. (1997). Le donne fanno paura. . Milano: Il Saggiatore.

20

Potrebbero piacerti anche