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Propedeutica filosofica – Parte I (Prof. Francesco Camera)


ARGOMENTO 3
Esame delle principali tematiche del Libro VI: Lezioni 19-28
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Lezione 19-20 (18.10.21, ore 11-13)


Ripresa della discussione sulla natura del filosofo. I tre argomenti principali del libro
VI. Ricapitolazione della figura del vero filosofo (484A-486E). Esame del primo
argomento: le virtù etiche necessarie al filosofo che intende governare (487A e 490 C).
Importanza della temperanza e della giustizia. L’obiezione di Adimanto: il filosofo è
inutile alla vita della città. La replica di Socrate: l’allegoria della nave e il suo
significato (488A-B). L’opinione corrente sull’utilità della filosofia nella città.
Confronto con coloro che denigrano la filosofia. La critica della figura del sofista e del
retore. (493A-496e). Ma si è detto tutto circa la figura del filosofo? Passaggio ad un
nuovo argomento (502E-504A).

Lezione 21-22 (21.10.21, ore 15-17)


La questione dell’educazione dei filosofi. Il secondo argomento del Libro: ampliamento
del campo del sapere intellettuale. Le virtù etiche rimangono necessarie ma non
sufficienti per definire la figura del “vero” filosofo. La necessità di intraprendere un
“giro più lungo” per andare alla ricerca della “conoscenza massima (meghiston
mathema) necessaria al filosofo (504 D-E). L’esigenza di individuare un sapere
specifico superiore a quello delle idee. L’idea del buono (to agathon). Le due possibili
traduzioni: “bene” (sostantivo), “buono” (aggettivo). Il carattere prestazionale del
termine e il suo nesso col fine. Come è possibile definire i caratteri particolari di questa
idea. Le reticenze di Socrate. La rinuncia al discorso argomentativo o proposizionale e
la scelta della via analogica. Lettura e commento di 502C-506E.

Lezione 23-24 (22.10.21, ore 11-13)


Continuazione del secondo argomento del Libro: la metafora solare. L’analogia col sole
e la scelta di parlare del figlio. I termini del discorso analogico: padre/figlio,
invisibile/visibile, buono/sole. La funzione della luce quale presupposto di tutta
l’analogia. Il buono come luce intelligibile e il sole come luce sensibile. La particolare
“potenzialità” (dynamis) del buono: la funzione causale. Differenza fra l’idea del buono
e le altre idee. Il buono è superiore alla verità, alla scienza e allo stesso essere (è “al di
là dell’essere”: epekeina tes ousias, secondo 509B). Il ruolo molteplice di questa idea:
assiologica, epistemologica, ontologica. Il buono rimane comunque un’idea in quanto
possiede gli attributi ideali comuni, ma non ha gli attributi propri (l’essenza specifica).
Lettura e commento di 506D-509C.

Lezione 25-26 (25.10.21, ore 11-13)


Il terzo argomento del Libro: la metafora della linea. Ripresa della distinzione tra sfera
dell’intelligibile e sfera del sensibile (noeton/oraton). Nuova articolazione dei diversi
gradi di essere e dei corrispondenti livelli di conoscenza. A oggetti diversi
corrispondono conoscenze diverse. I quattro livelli: immaginazione (eikasia), credenza
(pistis), ragionamento o pensiero discorsivo (dianoia), intellezione o pensiero puro
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(noesis). Conferma della corrispondenza tra gradi di essere e livelli di conoscenza, tra
ontologia e epistemologia. Approfondimento della distinzione tra immaginazione e
credenza. Lo statuto dell’immagine come copia degli oggetti sensibili. La nuova
struttura dei saperi doxastici rispetto a quanto affermato nel libro V. Importanza di
questi saperi per il filosofo che intende governare. Lettura e commento di 509D-511E.

Lezione 27-28 (28.10.21, ore 15-17)


Approfondimento della metafora della linea e il suo significato (509D-511E). Il
superamento della contrapposizione dicotomica tra mondo sensibile e mondo
intelligibile. Analisi della parte superiore della linea: diverse forme di razionalità.
Precisazione della distinzione tra pensiero discorsivo (dianoia) e pensiero puro (noesis).
La comparsa degli enti matematici, delle ipotesi e dei principi. La distinzione tra
matematica e dialettica. Il “principio del tutto” non ipotetico (“anipotetico”) identificato
con l’dea del bene/buono. La funzione ordinatrice di questo principio nel mondo
noetico/ideale. L’ordinamento gerarchico delle idee in classi omogenee. Lo statuto
metodologico della dialettica quale sapere specificamente filosofico con funzione critica
e fondativa degli altri saperi. In che cosa consiste il suo oggetto e la sua “potenza”
(dynamis). Il dominio della dialettica sulle altre scienze corrisponde all’esercizio del
comando del filosofo nella polis e ne giustifica la sua pretesa.

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