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PROPEDEUTICA FILOSOFICA 12/11/21

Quindi abbiamo visto come la dialettica sia ciò di cui il VERO filosofo ha bisogno, in questo
modo può essere colui che governa la città, attraverso la spiegazione della dialettica Socrate
ci risponde di chi deve guidare la città; infatti, i filosofi veri devono essere dialettici ed in
questo modo possono essere sul gradino più alto della scala sociale.
Come sappiamo la dialettica in Platone non è come in Hegel, ad esempio, ma è l’arte del
dibattito, cioè è quindi il fregio che corona tutti i saperi, è il sapere definivo è colei che si
erge sopra tutte le discipline e tutte le scienze è colei che interagisce con il puro pensiero,
detto questo Socrate riprende il tema della discussione del vero filosofo, infatti parla delle
fasi temporali e l’educazione del vero filosofo, questo tema è l’ultimo del libro 7 infatti
prima abbiamo visto il mito della caverna, nella seconda parte abbiamo la scienza della
dialettica colei che rappresenta la conoscenza definitiva e nell’ultima parte abbiamo questa
scala temporale del vero filosofo.
L'Educazione proposta da Platone per divenire veri filosofi avviene attraverso la scelta di
alcuni soggetti che percorrono un cammino selettivo, non tutti quindi possono divenire
filosofi e non tutti possono divenire dialettici, per Platone sono da preferire gli uomini più
fermi e coraggioso, più belli e quelli più predisposti alla disciplina; quindi, serve una base
naturale di predisposizione alla filosofia, queste predisposizioni sono la memoria la capacità
di apprendere, la resistenza alla fatica nello studio.
Per Platone, i filosofi che si dicono tale non lo sono e quindi vanno formati e instradati
correttamente dei VERI filosofi, in questo modo la filosofia non sarebbe mai più screditata,
ma sarebbe stata difesa da questi nuovi filosofi governanti. Concluso il cammino formativo
che dura ben 50, il filosofo può diventare a turno il “capo” della polis, quando non svolge
compiti formali può diventare l’insegnante di altri filosofi, per Platone le guide della polis
non devono essere troppo vecchie; quindi, un filosofo che ha ultimato in tempo la sua lunga,
ardua e selettiva scalata, può diventare la guida della città utopica di Platone.
Al termine del libro il Socrate Platonico dice che i piani che sono stati esposti per la città non
sono impossibili, sono difficili da creare, ma non sono impossibili da attuare, con la guida
dei veri filosofi la polis è in grado di alzarsi dalla sua condizione pessima attuale, ricordiamo
infatti che la polis è colei che ha condannato a morte Socrate, infatti i veri filosofi dialettici,
formati secondo le tappe della loro conoscenza, non staranno a contemplare l’idea di bene
ma attuano le loro idee nella polis per cambiarla profondamente.

Il Socrate Platonico è convinto che ci siano pochi ma buoni filosofi nella storia dell’umanità
che vadano a creare questa città idillica governata dai filosofi dialettici, non è un'utopia la
città di Platone è qualcosa che nemmeno lui è riuscito a realizzare ma è un progetto politico
che è in grado di generarsi nel nostro mondo, ma per far sì che essa si realizzi è necessario
che esistano i veri filosofi i quali sono i portatori dell’idea di giustizia che è sempre illuminata
dall’idea suprema del bene. I veri filosofi riconoscono la giustizia come qualcosa di supremo
e sopra a tutto, seguendo questa giustizia i filosofi dialettici potranno guidare le loro città.
La reazione di Glaucone è tiepida e critica, infatti dice che ciò che ha detto è ben esposto e
realizzabile ma ha seri dubbi se questo modello di città giusta e dialettica si possa adattare
alla nostra realtà. Per la risposta di Socrate bisogna fare un salto in avanti passando alla fine
del libro 9.
Infatti riprende la teoria della bella città e Socrate e Glaucone si chiedono se la città perfetta
sia vera o si possa realizzare solo nei discorsi, qui Glaucone da libero sfogo al suo
scetticismo, la risposta di Socrate, tutto ciò che abbiamo detto della città è posto in cielo
come modello ed è offerto a chi voglia vederlo e avendolo conosciuto si ci può mettere al
servizio di questo paradigma e crearlo in terra, la creazione della città bella è legata alla
scelta degli uomini che possono decidere se seguire o vedere questo modello oppure no.,
quindi è una scelta personale, proprio come la filosofia, che non richiede conoscenze
tecniche, chi si incammina nella strada per la visione del modello ha SCELTO questa strada
da percorre.
Il discorso di Socrate ritorna al soggetto individuale, è una decisione puramente etica e
personale, cioè in base alle mie scelte io arrivo sulla strada che porta al modello (ma anche
qui una volta conosciuto devo scegliere se seguirlo e servirlo oppure vederlo come qualcosa
di realizzabile solamente in cielo e quindi vederlo come un modello utopico rilegato al
mondo dell’immaginario, senza alcun tipo di riscontro sensibile) opinione PERSONALE
CONTINUA DOPO. Ma ci dice anche che chi l’osserva questa modello deve seguirlo nella sua
vita quotidiana; quindi, sta solo al singolo individuo la scelta di vedere e quindi realizzare il
modello della città bella.

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