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ANTROPOOGIA CULTURALE 06/12/21

Quindi abbiamo visto come dalle tradizioni comuni si vada a fondare il nazionalismo e come
il nazionalismo porti a scontri e a creazioni di confini, ma ora vediamo su cosa si fondano
questi concetti, il processo del nazionalismo si fonda sul concetto di identità, questa identità
può essere anche detto come appartenenza.
Quindi definirsi serve creare un'idea di noi come gruppo, l’importante è che la gente creda
in ciò che noi diciamo, non è importante che vi siano delle basi storiche, si può fondare una
nazione senza alcun tipo di riscontro storico. Il tema dell’identità è sempre stato non moto
considerato, ma è tornato alla ribalta negli ultimi due decenni del secolo scorso, più o meno
dopo la caduta del muro di Berlino.
L’identità ha due problemi, il primo è che la parola sembra riferirsi solo al singolare e non ad
una pluralità, mentre il secondo problema e che non esiste nulla di uguale in natura può
esistere il simile, ma nemmeno i gemelli sono completamente uguali. Ma perché questa
parola Identità è così importante? Perché ha sostituito il concetto di Ideologia, il quale è una
scelta culturale, ma quando sposti la scelta sul piano naturale e non su quello
culturale/ideologico, non vi è più una scelta fatta da noi.
Nessun Individuo nello specifico, ed in generale nessun gruppo può essere classificato in
base alle sue radici, perché dopo la scoperta del DNA si è visto quanto siamo simili e di
quanto sia impossibile andare a parale di razza, distrutta l’idea di razza però i razzisti non
sono spariti, ed è così che giunge il concetto di identità che sostituisce la parola razza che
aveva spazzato via l’ideologia.
Però il concetto di identità, è qualcosa che erediti con il quale non può interagire, e non puoi
modificare, ma è qui che noi sappiamo che le culture sono dinamiche e sono basate sulle
relazioni, anche se cultura e razza sono agli antipodi, ma ancora oggi vengono usati come
sinonimi; infatti, quando vi è uno scontro tra culture ci immaginiamo uno scontro tra etnie
diverse.
A mettere in crisi già il concetto di identità, fu un antropologo britannico di nome Navel, il
quale negli anni 50 del secolo scorso, scrisse che una tribù è quell’insieme di persone che
pensa di essere una tribù, non siamo assieme perché discendiamo dalle stese persone
stiamo insieme perché lo stare insieme è un progetto verso il futuro.
Un altro antropologo negli anni 60 scrive un articolo chiamato dubbi etici e confini, il quale
prova a porre un gruppo umano nella storia e di come si è evoluto nel tempo. Quindi l’etnia
non è qualcosa di invariabile che non cambia mai nel tempo, ma è qualcosa che si è
originata da lunghe trasformazioni nel tempo.
Essendo le culture costruite su relazioni, ed essendo diverse le varie relazioni, otterrò delle
diverse identità, la quale quindi non è qualcosa di fisso ed invariabile, è qualcosa di variabile
e che cambia in base alle relazioni che l’individuo o la serie di individui sta vivendo in quel
momento.
Noi siamo portatori multipli di sensi di appartenenza, cioè non possediamo solo un tipo di
identità, ma ne possediamo molte, il che ci porta in base alle relazioni che abbiamo in quel
momento ne sorge una più delle altre. (Immaginati le identità come una mano di carte da
giocare). Invece di pensare l’identità come qualcosa di singolo, dobbiamo pensare alla
nostra identità come qualcosa di multiplo che cambia in base alla situazione.

Quando sono uscite le leggi razziali nel 38, si è creato l’ebreo, cioè prima gli ebrei in Italia
erano come noi, ma con l’uscita delle leggi, sono stati obbligati ad usare sempre la loro
identità di Ebreo, non è che prima gli ebrei italiani non esistevano, essi si sentivano
solamente come noi si sentivano italiani.
Esistono due tipi di identità quella pelle, ovvero quell’ identità che è difficile da togliersi,
perché in base al tuo aspetto visivo verrai classificato in un certo modo, questo tipo di
identità della pelle sono permanenti, abbiamo poi il secondo tipo di identità ovvero
l’identità maglietta, questi tipi di identità sono indossabili in base al determinato momento,
cambiano in base alle relazioni che stiamo vivendo, proprio come la mano di carte.

Ma siamo sicuri che all’origine c’era il meticciato, ma poi i vari gruppi, sono andati a
divedersi e divengono diversi, in breve in origine vi era una cultura regionale comune che
però poi con il passare del tempo si è divisa e si sono formate idee diverse legate o
sconnesse alle precedenti.

Le varie società umane sono state colpite da varie forme di globalizzazione, ma non si è mai
persa la specificità, cioè anche se sì ci trova sotto un dominio di un altro impero o si entra a
contatto con altre culture. Questo concetto di identità se viene tracciato correttamente ci
permette di comprendere le idee e la cultura di ciò che stiamo studiando, se invece questo
tracciamento e forzato si vanno a generare delle rotture e un errata comprensione della
cultura (la quale è interpretata come stazionaria e non mutevole.)

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