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STORIA DELLA DANZA

La danza è una delle prime forme di espressione del corpo che si basa sul ritmo. È una delle prime
forme artistiche che non usa un oggetto esterno ma utilizza il proprio corpo. È una disciplina che si
avvale del tempo e dello spazio. È stata codificata nel tempo ma le primissime forme derivano dalla
preistoria, quando si praticavano riti e preghiere, ha quindi sempre rappresentato una forma di
aggregazione per le comunità, ed essendo una disciplina che permette di unire e di aggregare è
diventata lo specchio della società. Nel teatro greco era presente la danza, il coro esprimeva la
morale della storia, oltre a cantare danzava. Dall’antica Grecia passiamo al Medioevo, all’inizio era
collegata ai rituali e alla preghiera, e nel medioevo era presente all’interno dei luoghi religiosi ma
subì una condanna da parte delle autorità ecclesiastiche che la condannarono come eretica. Il primo
danzatore professionista, il giullare, che si esibiva nelle piazze e nelle corti. Una prima macro
distinzione tra danza alta, quella dei giullari, caratterizzata da salti e acrobazie, e danza bassa,
caratterizzata da piccoli passi attaccati al suolo, un esempio la quadriglia, riservata all’aristocrazia.
Nel Rinascimento si sviluppa una forma ricercata della danza, iniziano a subentrare delle norme da
seguire, si iniziano a studiare i primi passi e i primi movimenti, trattandosi di questo periodo la
danza non poteva che essere anche una forma di educazione. Nasce un primo abbozzo di quello che
sarà il maestro di balletto, che istruiva i cortigiani e i nobili. Nasce in questo periodo il balletto
conviviale, forma di danza che celebrava l’amore coniugale, la fedeltà e il matrimonio. Il primo
balletto conviviale risale al 1489, rappresentato in occasione del matrimonio di Isabella d’Aragona
e il Duca di Milano.
Si sviluppa anche un’altra forma di danza, il Ballet de Cour, è la prima forma di balletto autonomo,
non più inserita in un contesto di rito, di celebrazione, la danza è protagonista. Si sviluppa in tre
parti:
- Un prologo cantato, dove si spiegava la storia
- Entrèe, momento dedicato a balletti, pantomime, pezzi corali e cori allegorici
- Le Grand Ballet, la chiusura, a cui potevano partecipare anche i nobili
Un esempio è il “Ballet royal du jour et de la nuit”, in questa forma di balletto partecipò in prima
persona Luigi XIV, interpretando il Re Sole. Siamo nel 1653.
Un’altra forma di balletto è il “Ballet comique de la Reine”, nonostante la danza fosse la forma
predominante, c’era una parte riservata anche ai canti.
Tre generi di balletto che si sviluppano in questa fase furono:
- Ballet Masquerate
- Ballet Comique
- Ballet Melodramatique (CONTROLLARE I NOMI)
Nel 1600 la danza diventa un vero genere di spettacolo indipendente, le si attribuisce un linguaggio
specifico. Nel 1661 viene fondata l’Accadèmie Royal de danse da Luigi XIV, prima istituzione
dedicata alla danza che da origine alla codificazione di quelle che sono le regole del balletto
classico, nasce la danza accademica.
Nel 1671, avviene la fusione tra l’Acadèmie Royal de Musique e l’Acadèmie Royal de danse, che
da origine all’Acadèmie Royal de Musique e de Danse, attualmente l’Opèra di Parigi.
1700, peridio del Neoclassicismo e dell’Illuminismo, si distinguono la danza di corte e la danza di
teatro. La danza di corte vedeva gli spettatori disposti attorno ai danzatori, mentre nella danza di
teatro è presente il palcoscenico, i danzatori stavano sul palcoscenico e il pubblico di fronte.
Diventa necessario usare delle linee prospettiche all’interno delle coreografie. Nel 1700 i ballerini
erano soliti utilizzare parrucche, vestiti molto pesanti e maschere, c’era una cura eccessiva
dell’aspetto e dell’eleganza. In queste nuove coreografie venivano studiati passi più complessi per
stupire il pubblico. Ritroviamo la distinzione tra danza bassa e danza alta, danza bassa con passi
scivolati e pose languide (morbide) e danza alta con salti aerei e uso della corsa. Il 1700 fu un
secolo di riforme, vediamo i primi significativi cambiamenti anche nella danza. Ricordiamo Jean
Georges Noverre, danzatore e coreografo che elimina le parrucche, le maschere e i vestiti pesanti
poiché nascondevano le forme naturali del ballerino e lo appesantivano. Segna una distinzione tra
danza meccanica, danza caratterizzata da puro tecnicismo e la danza d’azione, che a discapito della
tecnica racconta una storia. Gasparo Angiolini, coreografo, ballerino e compositore italiano, che
all’interno delle sue coreografie usa principalmente temi drammatici. Collaborerà all’Accademia di
San Pietroburgo e cercherà di unificare attraverso il balletto d’azione le arti del teatro, della musica
e della danza. Un’opera che possiamo citare è “Orfeo e Euridice”. Altro nome è Salvatore Viganò,
coreografo, ballerino e compositore italiano, padre del coreodramma e del dramma danzato, che è
un dramma coreografato. Un nome importante è Marie-Anne de Cupis de Camargo, prima donna
che eseguì sul palcoscenico un entrechatquatre (TUTTO ATTACCATO?), salto in cui si
intrecciano velocemente in aria le gambe due volte prima di atterrare, ed è la prima ad utilizzare una
gonna più corta, che arrivava a metà polpaccio. Non utilizzava i tacchi per mostrare meglio i salti e
le batterie.
Entriamo nel 1800 con il Balletto Romantico, in cui ovviamente i temi principali erano l’inconscio,
i sentimenti e il sogno. Data importante 1832, nasce la Sylphide, il primo esempio di balletto
romantico coreografato da Filippo Taglioni e interpretato dalla figlia Maria. Per la prima volta
vengono utilizzati il tutù e le punte. Tra i temi di questo balletto ci sono la sensibilità e la grazia, era
fondamentale non mostrare la fatica durante le esecuzioni.
Dopo la metà dell’800 l’Opera di Parigi perde la sua centralità, acquistano prestigio altre due
scuole, la Scala di Milano e la Scuola di San Pietroburgo. Marius Petipà, coreografo e ballerino
francese, primo maitre de ballet a San Pietroburgo, creatore di oltre cinquanta balletti che
ritroviamo ancora in scena nel repertorio classico e moderno. Ha sviluppato considerevolmente
quella che è la tecnica del balletto classico, influenzando lo sviluppo della scuola russa. Introduce il
Balletto Romantico in Russia, che nel resto d’Europa era già in declino, riprende la Sylphide e il
Balletto d’azione, racconta una storia per stupire il pubblico. Tra le opere citiamo la Sylphide,
Giselle, Esmeralda, Don Chisciotte, la Bayader, la bella addormentata nel bosco, lo Schiaccianoci
con le coreografie di Lev Ivanov e Il Lago dei cigni, sempre con la collaborazione di Lev Ivanov.
Entriamo nel 1900, secolo della sperimentazione. Tra i maggiori esponenti abbiamo, Martha
Graham, ballerina e coreografa statunitense, ha codificato la danza moderna. Mary Wigman,
ballerina e coreografa tedesca, altra pioniera della danza moderna. Iniziano a sentirsi nuovi ritmi, il
ritmo cubano, latino, ispanico, africano, che andranno a influenzare altre forme di danze come il
Ciacciaccià, il Tango argentino e il Rock‘n Roll. Inizia la cultura delle gare, iniziano le
competizioni tra ballerini, la prima fu a Parigi nel 1909. La Francia in particolare imponeva delle
tecniche particolari, passi allungati, elevazioni e posizioni erette, nel ballo da sala. Un’altra
innovazione parlando di balli da sala è il Valzer, se prima i ballerini ballavano insieme solo
tenendosi per mano o senza toccarsi vediamo un avvicinamento tra i due partner, iniziano le strette
e vengono valorizzati anche gli sguardi.
Torniamo alla danza moderna, abbiamo anche Isadora Dunkan, statunitense e George Balanchine,
che con Marta Graham danno vita a delle vere e proprie compagnie. George Balnchine da vita ad
una scuola, l’American Ballet e di conseguenza all’omonima compagnia. Nel 1946 fonda anche la
Ballet Society e nel 1948 la New York City Ballet. Tra i grandi ballerini che troviamo nelle grandi
compagnie che si formano in questo momento abbiamo Pina Bausch, Roland Petit e Maurice Bejart.

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