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Notazione I

La fase pre-mensurale: i primi quattro secoli (8001200)


Esteso fra Carlo Magno e la Scuola di Notre Dame il periodo che corrisponde grosso modo
allo sviluppo della scrittura carolina (che nell'ultimo secolo dar segnali di stilizzazione
gotica).
Caratteristiche:
assestamento del repertorio liturgico (su cui proliferer la pratica del tropo)
definizione del sistema teorico sistema modale
formazione di una notazione in grado di identificare le altezze su una scala diatonica

Premesse
Monodia

La notazione di questi quattro secoli, detta neumatica, permette di


fermare sulla carta il canto MONODICO, sacro e poi profano, ma non
ancora in grado di annotarne il tempo (premensurale).
Parallelamente si sviluppano altre forme sperimentali di notazione
con finalit didattica (una decina di casi) che permettono la resa di
pratiche POLIFONICHE.
Il grosso del corpus notazionale di questi secoli per quello
neumatico, prodotto in centri scrittorii a volte molto distanti e con
peculiarit proprie. La storia della notazione di questi anni corrisponde
ai modi grafici dei diversi centri che si specializzano, chi nella
restituzione espressiva del segno, chi nella precisione a indicare delle
altezze delle note.

Si pu, a grandi linee, dividere questi quattro secoli in


due, in corrispondenza dell'anno 1000.
PERIODIZZAZIONE:

Polifonia

I primi accenni alla


polifonia e l'organum (IX
sec.)
Musica enchiriadis (IX
sec.)
I trattati derivati (IX
sec.)

Alla prima fase apparterr la notazione in campo aperto o


adiastematica, capace di restituire un generico movimento melodico
ma non l'esatta rapporto intervallare fra i suoni.
Il secondo periodo vede la disposizione proporzionata dei neumi nello
spazio grafico (notazione diastematica) con l'utilizzo di rigature per
individuare una o pi note di riferimento che condurranno alla prassi,
poi canonizzata, del tetragramma.
Esempio di notazione
adiastematica (sangallese)

Esempio di notazione
diastematica (aquitana)

Lo stesso brano in
trascrizione moderna

Notazione adiastematica
S'individuano due episodi importanti, quello PALEOFRANCO, a cui
appartiene la notazione di Laon
e quello FRANCOTEDESCO di cui fa
parte Sangallo [ieri: pianta
ricostruzione
oggi ].
Paleofranca

La zona della Francia centrale propone un tipo di notazione che la


forma pi antica individuata. Nel X secolo si perfeziona in due rami
principale: METENSE (Metz , Laon ) e BRETONE o CARNUTENSE
(Chartres).
Dall'XI sec. questi tipi grafici si espandono nell'Italia del nord, a Como
(Metz) e a Monza (Chartres). La notazione di Laon rimane certamente
la pi interessante per la ricchezza espressiva del segno.

Esempi francesi di
polifonia (IX-XII sec.)

Francotedesca (sangallese)

Il gruppo pi antico costituito dai manoscritti redatti nei monasteri di


San Gallo
e Einsiedeln di area germanica (oggi in Svizzera).
All'uso grafico di questi centri si accomunano altri della Francia
centrale (Lione, Cluny) e occidentale (Tours, Rouen, Corbie), dove fu
redatto il celebre codice di Montpellier.
Appartengono al gruppo anche diramazioni inglesi (Winchester), e
scandinave.
A seguito della migrazione normanna (XI sec.) il tipo franco appare
anche nell'Italia del sud. Dall'XI sec. la notazione sangallesse, oltre a
diffondersi in tutti i territori germanici, influenza alcuni centri dell'Italia
del nord (Novalesa, Bobbio, Monza, Aquileia).
I codici di San Gallo e Einsiedeln, nonch quello di Laon sono stati inseriti nel
Graduale triplex per l'uso sistematico di littere significativae e altri segni
importanti (episemi e forme neumatiche particolari). Il Triplex dispone in alto, in
nero, sempre il codice di Laon 239 [nel riquadro in alto a destra indicato con L, il
numero rimanda alla carta], e sotto, in rosso, un codice sangallese, in genere il pi
antico San Gallo 359 [C] del IX sec., o Einsiedeln 121 [E] del X sec.

Johannes Cotton
Affligemensis (1100)
Notazione alfabetica
(XI-XII sec.)

Tropario di Winchester
(XI sec.)

Notazione diastematica
Sebbene le prime forme diastematiche si leghino alla notazione
aquitana, l'elaborazione teorica della diastemazia e persino della
rigatura si deve a Guido d'Arezzo.

Guido d'Arezzo,
Micrologus (ca. 1030)

Aquitana

Cosiddetta dal nome della provincia della Francia sud-occidentale, si


sviluppa sopratto ad Albi e Limoges. in origine (sec. X) ancora
adiastematica
seppur predilige neumi frammentati. Poi, gi alla fine
del X sec. si distematizza attorno a un rigo tracciato a secco. la pi
antica notazione che tramanda l'esatta altezza delle note.
Limoges anche il centro che sperimenta gi nel XII sec. la scrittura di
organa a due voci.
La sua influenza sulla Spagna del nord produrr anche l esperimenti
polifonici (Santiago di Compostela).

San Marziale di
Lomoges
Codex Calistinus

Italiche

Dopo gli insegnamenti di Guido numerosi centri scrittorii italiani


adottarono forme diastematiche, generando nuove notazioni fin dall'XI
sec. A sud la pi importante quella Beneventana
(Benevento,
Montecassino) dal caratteristico tracciato gotico, e a nord quelle
Nonantolana
(Nonantola, Vercelli) e Milanese
(usata per il
repertorio ambrosiano). La nonantolana, poco a poco si sostituisce alle
forme adiastematiche derivate da San Gallo diffuse nel Nord Italia.
La forma diastematica entro la fine del XII secolo viene adottata in tutta
Europa. I particolarismi grafici sono numerosi ma di scarso interesse
storico-paleografico. Il repertorio liturgico ormai definito e i modi con
cui viene scritto riproducono le varianti locali del modello ufficiale, non
pi i residui di una tradizione antica.

Esempi italiani di
polifonia (XII sec.)

I primi accenni alla polifonia e l'organum (IX sec.)


I parafonisti
da: HANS HEINRICH EGGEBRECHT, Musica in occidente: dal Medioevo ad oggi [1991], Scandicci
1996, p. 9.

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