Per principi della tecnica classica accademica si intendono quelle leggi generali che guidano e
dirigono il movimento all’interno di questo codice.
L’esposizione dei principi su cui si fonda la danza classica accademica è naturalmente un esposizione
complessa. Infatti in alcuni casi tali principi e le corrispondenti regole applicative,essendo risalenti ai
secoli precedenti, sono divenuti così rigidi da essere limitanti, come in altri casi nel lungo corso del
tempo, alcuni di essi sono stati abbandonati per facilitare la creazione di un particolare stile di
danza.
Inoltre le grandi scuole di danza classica italiana, russa, francese, inglese, danese hanno elaborato
nel tempo sfumature e stili che se pur accomunati dagli stessi principi hanno bisogno di specifiche
trattazioni.
Già nel 1589 Thoinot Arbeau (Digione 1519 – 1596 Langres ) descrisse in termini generali quali
dovessero essere i passi, il contegno ed il comportamento di un ballerino: il portamento, la
posizione en dehors degli arti inferiori, il bilanciamento del corpo su una o due gambe, il
piazzamento di tutte le parti del corpo nel suo insieme e rispetto a sé stessi, al partner, al
pubblico.Dopo di lui molti altri daranno il loro contributo all’evoluzione tecnica di questi principi
sviluppati e selezionati per dare una sempre maggiore possibilità di movimento ai ballerini e per
ampliare il grado di espressività della tecnica accademica. Agli inizi del ventesimo secolo la danza
classica si uniforma ancora alle severe regole dettate dall’ambiente di Corte, che prevedeva
comportamenti predeterminati, convenzionalmente e solo personalità come quella di Michel Fokine
(1880-1942) trasformano il balletto in un mezzo espressivo dalle potenzialità più ampie,
eliminando il virtuosismo fine a sé stesso, la gestualità affettata e convenzionale, iniziando a liberare
il balletto e la tecnica classica accademica da abitudini lunghe secoli.
Ciò non significa che i principi dalla danza classica accademica non siano ancora oggi
insegnati e tramandati così come sono stati ereditati dalla tradizione classica, in cui ogni
linea ed ogni angolo della testa, del corpo, delle braccia, delle gambe continua ad incarnare i canoni
classici di armonia, bellezza delle forme, perfezione, quanto che a tali principi oggi si affiancano
possibilità stilistiche ed espressive molto più ampie che fanno del balletto ancora il
principale codice di danza della cultura occidentale.
La realizzazione di ogni movimento nella danza classica è limitato dalla struttura anatomica del corpo
umano e dalla struttura fisica di ogni singolo ballerino, per cui è necessario comprendere che i
principi su cui si basa discendono da un accurato studio anatomico del corpo umano, delle sue
regole, delle sue possibilità, delle sue potenzialità.
Inoltre sono determinanti la capacità del ballerino di gestire tutti gli organi, dai nervi ai muscoli,
variando il loro grado di tensione di rilassamento.
Tradizione, convenzione, classicismo, stile sono altri degli elementi fondanti di questi principi
che non possono comunque rappresentare oggi il limite alla creatività dell’artista sia esso creatore od
interprete.
Nasce così la figura del ballerino e del coreografo professionista e con la nascita di tale figura
inizia il percorso che trasforma la danza in uno spettacolo di balletti a favore di un pubblico.
Dai numerosi manuali sull’arte della danza editi già agli inizi del ‘600 e del ‘700 è possibile
dedurre le linee portanti della danza accademica, i caratteri tecnici e stilistici legati ancora
all’epoca alla danza di corte, al gusto ed alla cultura del ceto nobile.
Compostezza, grazia, armonia vanno di pari passo con la costruzione rigorosa dei passi
vincolati dalle leggi fisiche che regolano i movimenti del corpo umano. La corretta postura
ed il corretto equilibrio si armonizzano con i movimenti delle braccia e delle gambe, regolati dalla
proporzione e dalle leggi fisiche sulla gravità. I passi ed i trasferimenti di peso non superano la
distanza di un piede e sono coordinati perfettamente con le braccia secondo la naturale legge
dell’opposizione.
Già John Weaver (Shrewsbury 1673-1760) coreografo e maestro di danza a cui si deve la
traduzione in inglese del testo Choréographie di Raul Feuillet( 1675 – 1730) pubblicato nel 1699,
descrive per primo le relazioni esistenti tra le ossa, i legamenti, i muscoli ed i tendini del corpo
umano, facendo da battistrada ai principi della tecnica classica dell’epoca grazie al suo studio
pubblicato con il titolo Anatomical and Mechanical Lectures upon Dancing (1721)
Verso la fine del ‘700 l’anatomia conquista un ruolo di primaria importanza nella preparazione e
cultura del maestro di danza, che per sviluppare una tecnica virtuosa e potente, deve
obbligatoriamente conoscere i meccanismi che regolano il mezzo a sua disposizione, il corpo del
ballerino, per ottimizzarne le prestazioni.
La riforma legata alla nascita del Ballet d’action di fine ‘700, alle rivoluzioni politiche e sociali
dell’epoca, contribuisce ad ampliare le possibilità stilistiche ed espressive della danza classica
accademica,attraverso un linguaggio gestuale ispirato alle arti figurative ed al teatro
drammatico, in grado di creare nuove possibilità dinamiche.
La posizione en dehors degli arti inferiori portata fino a 180°, la tecnica dei giri, la ricerca di
complessi equilibri, non compromettono i principi fondamentali della danza classica accademica
stabiliti dall’Accademia voluta dal Re Sole. I passi sono pensati e costruiti sull’osservazione delle
leggi fisiche che regolano i movimenti del corpo umano, e lo studio dell’anatomia del corpo umano
offre alla teoria della danza classica gli strumenti necessari per la definizione di regole e leggi per la
corretta esecuzione dei passi.
Si sviluppa quindi quella che viene definita teoria della danza classica ovvero quella complessa
disciplina che studia l’applicazione dei principi della danza classica accademica, in
relazione alle possibilità anatomico-funzionali del corpo umano, alle sue possibilità e
potenzialità ritmico-coordinative, attraverso l’analisi strutturale del movimento coreutico.
Nata verso la metà del ‘600, nel corso del ‘700 e dell’800 la teoria della danza classica si sviluppa
come una disciplina di supporto fondamentale ed indispensabile per la corretta pratica della danza
classica accademica divenendo quindi materia di studio e di confronto per maestri di danza,
coreografi, ballerini.
I numerosi manuali pubblicati da quello di Raul Auger Feuillet fino ad oggi, sono la
testimonianza della vivacità e dell’importanza di questa materia in cui i principi teorici
fondamentali della danza accademica trovano la loro applicazione pratica e metodologica.
Tali principi,continuano ad essere i cardini di questo sistema anche agli inizi del XIX° secolo e
divengono la base su cui si fondano le varie correnti o scuole di danza classica europee da quella
italiana a quella francese, russa, danese, inglese.
Il linguaggio della tecnica del balletto classico accademico è rimasto ancora oggi in francese, a
testimonianza dell’apporto determinante della Francia nel periodo di gestazione del balletto come
forma teatrale, anche se questa non è mai stata un’arte esclusivamente francese.
La formulazione dei principi fondamentali che disciplinano i movimenti della tecnica classica
accademica sono quindi il risultato di un percorso di secoli che ha inglobato in una unica
materia compatta e coerente l’esperienza dei grandi maestri di danza, la pratica quotidiana
del ballerino come del coreografo, la tradizione espressa dalla cultura di danza occidentale
e la conservazione di tale tradizione.
I principi su cui si basa la tecnica classica accademica possono essere esposti in maniera rapida e
semplificata in:
posizione di partenza,portamento
en dehors
piazzamento come simmetria, allineamento, orientamento ed èpaulement
leggi dell’equilibrio, posa ed àplomb, linea
trasferimento del peso,passo
coordinazione dei movimenti.
A questi principi poi corrispondono le regole applicative per ogni singola parte del corpo,regole che
come abbiamo già detto,si sono evolute nel tempo e che continuano ad evolversi in conseguenza
nelle rinnovate esigenze tecnico-stilistiche del balletto moderno e contemporaneo.
Gabriella Stazio
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