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ECONOMIAeAMBIENTE

L’invenzione del Purgatorio


e la «contabilità dell’aldilà»
La vendita delle indulgenze a favore dei vivi e dei defunti era una delle pratiche che
più seminavano sconcerto tra i fedeli e diffondevano un’immagine negativa della Chie-
sa. Con le sue «95 tesi» Lutero s’impegnò a fondo nel confutare la liceità di richieste
economiche per la remissione dei peccati, e denunciò questo abuso come il segno più
evidente della corruzione in cui era caduta la Chiesa.
Questo male, in effetti, aveva origini lontane. Per quanto riguardava le indulgenze a
favore dei defunti, esso dipendeva dall’«invenzione» del Purgatorio.
In origine, la dottrina cristiana prevedeva soltanto due destinazioni per le anime dei
defunti: il Paradiso, per coloro che erano morti in grazia di Dio, l’Inferno per coloro
che erano morti nel peccato.

San Bernardo prega per i Fratelli Limbourg, «Il teste, fra cui quella di un
peccatori, 1474 peccatori torturati dai demoni. Purgatorio», 1412-15 prelato; un fiume rosso nelle
[Bibliothèque Nationale, Parigi] La Vergine e san Giovanni [da Les très riches heures du cui acque i defunti espiano i
Battista, tradizionalmente Duc de Berry, Musée Condé, loro peccati; infine una zona
San Bernardo in ginocchio, considerati gli intercessori per Chantilly] erbosa, un prato verde sul
sovrastato alle sue spalle dalla l’umanità presso Cristo, quale è coricata una donna
nera figura della morte con la «appoggiano» la preghiera di In questa miniatura il nuda mentre altri corpi si
falce e le frecce, prega per i Bernardo. Purgatorio risulta diviso in staccano da terra. Qua e là
diverse zone: una montagna alcuni angeli afferrano le
grigia cosparsa di corpi; un anime del Purgatorio per
lago da cui affiorano diverse condurle nel cielo dei beati.

GIARDINA-SABBATUCCI-VIDOTTO • © 2010, GIUS. LATERZA & FIGLI, ROMA-BARI


L’invenzione del Purgatorio e la «contabilità dell’aldilà» ECONOMIAeAMBIENTE

Questa alternativa troppo rigida suscitava grande turbamento tra i fedeli, che già nel III
secolo avevano cominciato a immaginare una terza destinazione per i defunti, interme-
dia tra il Paradiso e l’Inferno: il Purgatorio, un luogo dove i defunti si «purgavano» dei
peccati meno gravi (per quelli più gravi invece non c’era rimedio), in attesa di essere ac-
colti in Paradiso. La stessa esigenza di una visione meno terrifica dell’aldilà avrebbe por-
tato all’invenzione del «limbo», il luogo destinato ai neonati morti prima di ricevere il
battesimo.
L’idea del Purgatorio ebbe in seno al cristianesimo una lenta evoluzione, alla quale
contribuirono sia la religiosità popolare sia le riflessioni dei teologi. Questo processo
era culminato tra il XII e il XIII secolo, quando la Chiesa aveva accolto ufficialmente
il Purgatorio tra i propri dogmi.
Il Purgatorio era la destinazione dei cristiani che si erano macchiati di peccati leggeri,
detti «veniali», cioè «perdonabili» (dal latino ve nia, «perdono»), o che avevano con-
fessato le loro colpe senza però aver avuto il tempo di compiere un successivo gesto di
riparazione o di penitenza. Il periodo di permanenza dell’anima nel Purgatorio dipen-
deva dalla gravità dei peccati, ma poteva essere abbreviato dall’azione dei vivi: la Chie-
sa, infatti, accolse e diffuse l’idea che i «suffragi» (le «raccomandazioni») dei vivi – pre-
ghiere, elemosine, messe celebrate in onore di un defunto – avessero il potere di abbre-
viare la sua permanenza in Purgatorio.
Molti fedeli, non potendo escludere di trovarsi al momento della morte in una condi-
zione di peccato, e non essendo certi dell’impegno dei parenti, si premunivano in anti-
cipo destinando alla Chiesa lasciti espressamente riservati ai suffragi in proprio favore.
In questo modo essi si costituivano una specie di assicurazione per l’aldilà.
L’affermazione dell’idea di Purgatorio è parallela alla crescita dell’economia europea Stampa satirica
nel XIII secolo e alla diffusione di una «mentalità aritmetica», che appare come una protestante
delle caratteristiche fondamentali della cultura del tardo Medioevo. Tra i due feno- Il frate domenicano
Johann Tetzel è
meni c’era uno stretto rapporto. rappresentato a
Anzitutto, la durata della pena da scontare in Purgatorio divenne oggetto di misura- cavallo della «Bestia»
dell’Apocalisse
zioni e di calcoli, come molti aspetti della vita terrena. Naturalmente, solo Dio cono- mentre raccoglie
sceva con esattezza la sua durata, ma i fedeli, aiutati dalla Chiesa, potevano computa- denaro da semplici
contadini per la
re gli effetti precisi dei loro suffragi, in termini di anni, mesi e giorni condonati alle ani- vendita delle
me del Purgatorio. La mentalità mercantile era dunque penetrata anche nel Purgato- indulgenze.
rio, al fine di stabilire un rapporto preci-
so tra il prezzo pagato dai vivi e lo sconto
di pena ottenuto dai defunti.
Questa «contabilità dell’aldilà», come l’ha
chiamata uno studioso dei nostri giorni,
era molto rassicurante, perché sottraeva il
destino delle anime alle incertezze del
tempo incommensurabile. La certezza dei
numeri placava non soltanto i defunti, ma
anche i vivi. Tuttavia, questa pratica si
prestava ad abusi e a uno sfruttamento in-
tensivo della credulità popolare da parte
degli ambienti più spregiudicati della
Chiesa. Inoltre essa introduceva nella di-
mensione spirituale una dimensione ma-
teriale e affaristica che turbava le coscien-
ze più sensibili. In quanto tale essa fu
aspramente condannata da Lutero e dai
riformatori protestanti.

GIARDINA-SABBATUCCI-VIDOTTO • © 2010, GIUS. LATERZA & FIGLI, ROMA-BARI

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