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Pensieri & Parole. Briciole di filosofia.

I proverbi veneti e la filosofia

Dicevano gli antichi filosofi che non si può vivere senza fare filosofia, perché per dimostrare che la filosofia
non vale nulla (“quella cosa con la quale o senza la quale il mondo resta tale e quale”), è comunque
necessario fare filosofia. E in verità, le generazioni che ci hanno preceduto in questa nostra terra veneta ci
hanno consegnato una loro filosofia di vita, condensata nei proverbi.

Non si tratta di un pensiero criticamente elaborato, non intendevano dare o darsi una spiegazione del
mondo o risolvere le questioni fondamentali della nostra esistenza: Dio, la morte, l’immortalità dell’anima,
l’origine dell’universo, perché c’è l’Essere e non il Nulla …

Certamente, però, volevano dare un’indicazione morale: “i proverbi non i xè fati par gnente” e “un deto
popolar l’è un aviso salutar”. Un insegnamento salutare, cioè che ha come scopo la nostra salute (salus in
latino vuol dire salvezza): un aiuto per dare un senso alla nostra esistenza.

Sono il concentrato di esperienze accumulate in vite diverse, elaborate nella fatica quotidiana e tramandate
di generazione in generazione: “i nostri veci i stava çent’ani col cul a la piova prima de far un proverbio”.
Col cul a la piova cioè maturato attraverso le delusioni, le speranze e i fallimenti, i dolori di vite agre e
tribolate ma non prive di valore e di un qualche frammento di felicità.

Questo non vuol dire che la saggezza popolare sia sempre condivisa e coerente; esistono proverbi che sono
fortemente condizionati dalla cultura del proprio tempo. Si veda ad esempio l’idea spesso negativa della
donna e dei suoi comportamenti: “Parché tre done vada d’acordo, ghe vol una viva, una morta, e una
piturada su la porta”.

Così come esistono proverbi che sono in contraddizione tra di loro perché non è possibile a nessuno
ricondurre la varietà caotica dell’esistenza ad una unica ragione. Sempre sul ruolo della donna: “L’omo el
tien su un canton de la casa, la fémena staltri tri”.

E infine c’è anche chi contesta radicalmente questa presunta saggezza con un moto beffardo di irrisione: “I
nostri veci superbi, i n’ha magnà la roba e i n’ha lassà i proverbi”.

In questi brevi appuntamenti mensili metteremo in luce la filosofia implicita in alcuni dei proverbi veneti più
conosciuti e interessanti.

Il proverbio del prossimo appuntamento: “Da soli no se stà ben gnanca in Paradiso”.

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