PROTAGORA
Nasce intorno al 490 a.C. ad Abdera, grande eloquenza e fascino. Scrive Ragionamenti demolitori
e Antilogie.
Idea centrale: “L'uomo è misura di tutte le cose.”
RELATIVISMO
FENOMENISMO (non abbiamo a che fare con la realtà, ma con il “fenomeno”, ossia
con il modo in cui la realtà appare a noi)
Ma cosa intende con “uomo” e “cose”?
Prima interpretazione: Platone (Teeteto). Ogni singolo percepisce gli oggetti che lo circondano
in modo diverso, quindi tanti sono i singoli, tante sono le possibili verità, ogni uomo è un diverso
metro di giudizio per le cose (a te la birra appare in un modo, a me in un altro). Non esiste
l'assoluto, esiste solo quello che noi percepiamo.
Seconda interpretazione: uomo = comunità, cose = valori. Qui il relativismo si sposta sul piano
etico. Ogni popolo ha dei suoi valori che agli altri popoli appaiono assurdi e sbagliati. E cosiì ogni
uomo valuta e giudica in base alle influenze culturali che ha avuto (tu e un 16enne senegalese
magari avete idee diverse riguardo la giustizia e il bene).
Terza interpretazione: uomo = umanità, cose = universo. L'uomo conosce il mondo in modo
limitato alla specie a cui appartiene (l'umanità appunto). Ne deriva relativismo conoscitivo, le
facoltà conoscitive umane sono limitate e permettono di vedere lòa realtà solo in un modo, ma non
è detto che le cose stiano così.
PROBLEMI:
– Il relativismo estremo e le sue conseguenze. Se “Tutto è vero” allora nulla è vero. Gli uomini
non hanno nulla su cui fondare una collaborazione, una fratellanza, un accordo;
– Se tutto è vero, in base a cosa scelgo? L'utile. Faccio ciò che risulta più utile al pubblico e al
privato. Però con una buona retorica si può convincere qualcuno che qualsiasi cosa sia utile. Cosa
succede se un grande oratore convince 80 milioni di persone che perseguire la guerra, lo sterminio
e la violenza estrema è utile, quindi giusto?
– Il pericolo della retorica svincolata dall'etica. La parola può indurre alle barbarie più
tremende;
– La rinuncia alla verità assoluta nega all'uomo qualsiasi appoggio su cui indirizzare la propria
condotta. Tutto può essere vero, tutto è contestabile, tutto è lecito, basta essere convincenti.
GORGIA
Nasce nel 485 a.C. in Sicilia (Lentini). Opera in Grecia, soprattutto ad Atene.
1) Sul non essere;
2) Encomio di Elena.
LE 3 TESI FONDAMENTALI:
1. Nulla esiste
DIMOSTRAZIONE:
– se esiste qualcosa, esso è l'ESSERE o il NON-ESSERE o ESSERE E NOON-ESSERE
INSIEME;
– se è il NON-ESSERE allora non c'è;
– se è l'ESSERE dovrebbe essere o eterno, o generato o eterno e generato;
– se fosse ETERNO non avrebbe un principio e quindi sarebbe infinito, ma l'infinito non èin
nessun luogo e quindi non c'è;
– se fosse GENERATO dovrebbe essero o da un NON-ESSERE (che però non può generare
perchè non c'è) o da un ESSERE che sarebbe allora infinito, ma se è infinito abbiamo detto che
non c'è;
– se ESSERE e NON-ESSERE non esistono, allora non esiste nemmeno un misto.
COMMENTO:
Non sta dicendo che la realtà esperibile con i sensi non esiste,sta dicendo che è impossibile una sua
spiegazione logica e ontologica come avevano cercato di fare i filosofi prima di lui
(Principi,natuRA). Se infatti si cerca di argomentare logicamente (cioè tramite ragione) l'esistenza
della realtà si cade nel paradosso che nulla esiste poiché la logica va applicata in modo ferreo.
2. Se anche esiste, non è conoscibile per l'uomo
DIMOSTRAZIONE:
– non si può dire che le cose pensate esistono (io penso ai draghi, ma non esistono), ma allora vale
anche l'inverso, ossia che l'essere (ammesso che esista) non può essere pensato, cioè conosciuto;
– se ciò che penso non sempre esiste, allora l'essere non può essere pensato (quindi conosciuto) in
maniera totale.
COMMENTO:
Se anche qualcosa esiste, non la possiamo conoscere in modo perfetto poiché ciò presupporrebbe
che la nostra mente ci mostra una copia esatta della realtà, ma non è così (non tutto quello che
penso esiste). Il pensiero non rispecchia sempre la realtà, così come la realtà non si rispecchia
sempre nel pensiero e così Gorgia affonda l'idea di Parmenide che pensiero (ragione) = Essere
(realtà).
3. Se esiste qualcosa ed è conoscibile, non è comunicabile agli altri
DIMOSTRAZIONE:
– le cose che esistono si possono cogliere con i sensi;
– noi comunichiamo con gli altri tramite la parola, che però è diversa dall'oggetto in sé;
– quindi ciò che comunichiamo è la parola, che non potrà mai diventare oggetto (quello che dico
non potrà mai coincidere esattamente con quello che è);
– quindi potendo comunicare solo la parola, non posso comunicare agli altri l'essere, il quale
risulta dunque incomunicabile
COMMENTO:
Linguaggio e realtà sono cose diverse, la parola non ha la capacità di rivelare (cioè comunicare) la
realtà. Si rompe l'unità essere-pensiero-linguaggio, la parola è ora qualcosa di totalmente
autonomo e avulso dalla realtà. In quest'ottica, la parola assume ancora più potere. Mancando
infatti ogni possibile riscontro con la realtà dei fatti, la parola può creare la sua realtà, può
convincere di tutto, può ammaliare proprio perchè non sarà mai possibile dimostrare la falsità di
ciò che dice.
Encomio di Elena
COMMENTO:
Opera in cui emerge la visione tragida dell'esistenza di Gorgia. Contro l'ottimismo dei razionalisti,
secondo cui la realtà è governata dal logos che le imprime senso e ordine, egli ritiene che il reale
sia misterioso, irrazionale e le stesse azioni degli uomini siano guidate più dal fato, dalle passioni,
dalle circostanze che da una logica precisa. In tal senso, gli uomini sono incolpevoli delle loro
azioni proprio perchè sempre condizionati da forze misteriose che non hanno la facoltà di
controllare.
Elena scatenò la guerra di Troia non per sua colpa, ma perchè le sue azioni erano mosse da forze
che lei non poteva dominare:
– se agì per amore (passione) non era colpevole;
– se si fece abbindolare dai discorsi non fu colpevole;
– se venne rapita con la forza non era colpevole;
– se fu vittima del Fato o del volere degli dei non fu colpevole.
La figura di Elena rispecchia la fragilità e la nullità dell'essere umano, rendendo Gorgia un filosofo
greco atipico, inquietante proprio perchè posa lo sguardo sull'oscurità che si cela dietro l'apparente
ordine e razionalità dell'esistenza.
5. SOCRATE
Dati Pensiero
biografici
Nasce ad 1) Cosa recupera della sofistica:
Atene nel 470 – centralità dell'uomo, non del cosmo. Conosce i naturalisti, ma arriva alla
a.C., sta conclusione che sia impossibile per lamente umana conoscere i principi ultimi del
sempre in cosmo, è inutile occuparsene;
città, fa anche – razionalismo, antitradizionalismo;
il soldato. Non – uso del paradosso e della dialettica;
fa politica, la 2) Cosa rifiuta della sofistica:
sua vocazione – il relativismo etico e conoscitivo;
è la filosofia – filosofia non è uguale a vuota retorica, esiste la verità che va cercata
intesa come incessantemente.
incessante 3) “Conosci te stesso”. La filosofia è incessante ricerca che l'uomo compie su se
ricerca su se stesso, con cui cerca di chiarire se stesso e qual è il significato dell'essere uomo.
stesso e gli 4) Il ruolo dell'oracolo di Delfi e la filosofia come missione divina. Esso lo
altri. Era un proclamò il più sapiente tra gli uomini, lui allora decise di provare se ciò fosse
uomo brutto vero, questa divenne la sua missione, una missione appunto di ricerca filosofica, di
(sileno, i greci riflessione sul sapere (cosa significa essere sapienti?). Socrate considera quindi il
pensavano che filosofare come una missione divina, dice spesso di essere consigliato da un
un'anima bella demone;
dovesse stare 5) Il rapporto con gli altri è il cuore dell'essenza umana, motivo per cui la sua
in un corpo filosofia è un dialogo incessante con il prossimo in cui vengono affrontate tutte le
bello, ma non questioni, in cui ci si rende conto se davvero uno è sapiente. E' una ricerca senza
è così), fine che diventa unico valore sacro dell'esistenza;
personalità 6) Sapiente è chi sa di non sapere. La ricerca parte solo se si è consapevoli della
inquietante propria ignoranza (chi pensa di sapere tutto non ricerca). C'è forse vena polemica
perchè gettava contro i naturalisti che credevano di poter conoscere tutto sul cosmo;
tutti nel 7) Il non-sapere come dichiarazione di scetticimso conoscitivo. E' vero che la
dubbio, non consapevolezza dell'ignoranza spinge ad indagare, ma la ricerca è circoscritta ai
scrisse nulla limiti dell'esperienza umana, non si può arrivare a sapere tutto del mondo;
poiché essenso 8) Ironia e dubbio. Socrate svela ai suoi interlocutori la loro ignoranza con
la filosofia l'ironia. Si finge del tutto ignorante, spinge l'interlocutore a parlare, poi lo
continua bombarda di domande a cui non sa dare risposta e ciò lo getta nello sconforto, fa
ricerca, emergere il dubbio di non essere poi così sapiente;
nessun'opera 9) La maieutica (arte di far partorire). Dopo aver svuotato la mente
scritta avrebbe dell'interlocutore dal presunto sapere, Socrate non la riempie con le sue verità.
potuto Vuole solo stimolarlo a far nascere un sapere tramite la ricerca. Socrate aiuta ogni
adempiere a uomo a far partorire il suo punto di vista sulle cose. E così la filosofia diventa
questo avventura individuale, la conoscenza è conquista personale e l'educazione è
compito. Uno sempre autoeducazione;
scritto può 10) “Che cos'è?”. Socrate utilizza il metodo della definizione, chiede la
comunicare definizione delle cose, ma ottiene sempre elenchi di esempi. (Cos'è la virtù? Gli
una dottrina, elencano casi di uomini virtuosi). Questo modo di fare demolisce il presunto
non indurre la sapere dell'altro e lo spinge a ricercare;
ricerca. 11) Il creatore del concetto. Procedendo per induzione, si devono trovare
Condannato a deifnizioni generali che spieghino e riuniscano i vari casi particolari (cosa
morte con le accomuna i vari uomini virtuosi? Il concetto di virtù);
accuse di 12) Il concetto demolisce il relativismo sofista. Pretesa universale delle
empietà e definizioni;
corruzione dei 13) Filosofia=scienza=ricerca incessante=virtù suprema dell'uomo. Infatti il
giovani, morì concetto di virtù è “il modo ottimale di essere qualcosa” e per l'uomo il modo
nel 399 a.C. migliore per essere uomo è il filosofare (=ricercare);
Perchè non 14) La virtù coincide con la conscenza (=ricerca filosofica).
fuggì, 15) La conquista della virtù è faticosa e mai finita.
nonostante 16) Razionalismo morale. Bene e Male non esistono in sé, esistono solo la
potesse? consocenza e l'ingoranza. L'uomo cattivo è colui che ignora il bene, che usa male
La morte è la ragione, che non ricerca. Vivere è un mestiere che implica la conoscenza del
meglio bene e del male, ma è un mestiere che ognuno deve imparare da sé, ricercando ed
dell'esilio, poi esercitandosi;
non si deve 17) Virtù=scienza del bene. La virtù è unica;
reagire a 18) Conoscere e praticare la virtù è utile poiché porta a un modo di vivere che
un'ingiustizia porta anche alla felicità, scopo ultimo dell'azione umana. La virtù socratica non
con un'altra svilisce la vita, ma mira a renderla migliore con l'utilizzo della ragione che deve
ingiustizia. domare e regolare gli istinti (non sopprimerli!);
Infatti fuggire 19) La virtù si risolve nella politica. Vivere bene=vivere felici=vivere in mezzo
significherebb agli altri per conseguire il bene comune;
e compiere 20) Intellettualismo etico. Socrate è accusato di aver dato troppo peso alla
ingiustizia ragione in campo etico, a scapito dell'istinto, della sfera emotiva e della volontà.
verso lo stato e Quante volte infatti sappiamo che una cosa è sbagliata, ma non possiamo (o
le sue leggi. vogliamo) rinunciarvi?
Ogni cittadino 21) Relativismo etico. Alla fine la morale socratica è pur sempre individuale,
è infatti libero priva di fondamenti esterni, in ultima analisi ogni uomo ragionando potrebbe
durante la sua arrivare a fomrulare idee diverse sul Bene. Va detto però che per Socrate un'azione
vita di morale rispetta sempre la propria dignità e quella altrui;
andarsene se 22) La concezione dell'anima. E' prigioniera del corpo, ma è anche la sede della
non si vita intellettuale dell'uomo. Ovviamente è immortale, è forse personificata
riconsoce nelle nell'immagine del demone che guida socrate?
leggi, ma 23) Ammette una divinità superiore di cui gli dei tradizionali sono solo
sarebbe troppo manifestazioni. Divinità intesa come intelligenza superiore e forma suprema di
facile venire bene. Questa mente divina universale si concretizza nella mente di ogni uomo il
meno a questo quale è quindi simile alla divinità, nonché unico essere in grado di rapportarsi ad
patto con lo essa. Viceversa, il carattere razionale e ordinatore dell'uomo mostra che deve per
stato solo ora. forza esistere una forza divina che regge e ordina il cosmo;
Infine le leggi 24) Fiducia in un ordine chiaro e buono nel cosmo come opera di una divinità
dell'Ade, suprema.
sorelle delle
leggi terrene,
lo
condannerebbe
ro in quanto
vile distruttore
di leggi.
Ci basiamo sui
dialoghi
platonici, che
lo dipingono
come il
fondatore del
concetto e il
primo a
concepire la
virtù come
una scienza
(etica).
Apologia di Socrate
1. Introduzione
399 a.C. Socrate è tratto in giudizio da Meleto, Anito e Licone, i quali sono però quelli che
hanno formalizzato un insieme di accuse che molti cittadini ateniesi rivolgevano da tempo al
filosofo. Platone assiste al discorso difensivo con cui Socrate cerca di discolparsi dalle
accuse davanti ai giudici. E' forse il primo scritto di Platone e non è un dialogo.
1) Forse non sarò persuasivo e parlerò male, ma dirò la verità. Socrate invita i presenti
a non soffermarsi sulla forma del discorso, lui non è un retore, alla forza delle parole
fumose dei suoi accusatori lui oppone l'evidenza dei fatti. Ha 70 anni ed è la prima
volta che compare in tribunale, non sa usare il linguaggio del caso. Dunque identifica
subito i suoi accusatori con gli ingannevoli retori, se stesso con colui che dice la
verità;
2) Mi difenderò prima dalle accuse più vecchie. Parte quindi con lo smontare una
serie di accuse non ufficiali che però sono state la base e il supporto per quelle di
Meleto. Uomini vili di cui non conosce i nomi e che quindi non può trarre in
tribunale;
3) Le accuse: rende debole anche il ragionamento più forte, esplora tutte le cose del
cielo e della terra e per di più va insegnando ste cose agli altri. Dice che sono i
sofisti a vendere il sapere, non lui, così come sono i sofisti a dire di possedere la virtù
da insegnare.
4) La causa delle accuse: la sua forma di sapienza. Tutto è nato a Delfi, dove il suo
amico Cherefonte si recò per chiedere se esistesse uno più sapiente di lui. L'oracolo
disse che Socrate era il più sapiente tra gli uomini. Conosciuto il responso, Socrate,
che non si riteneva sapiente, si chiese cosa intendesse il dio, partendo dal presupposto
che non può aver mentito. Per fare chiarezza si mise a indagare, parlando con
persone ritenute sapienti. Partì dai politici, ma si rese conto che credevano di essere
sapienti senza esserlo. Lui era più sapiente di loro in quanto almeno sapeva di non
sapere. Poi passò ai poeti, ma ottenne lo stesso risultato. I poeti infatti scrivono belle
cose senza saperne nulla, sono come gli indovini, agiscono invasati dall'ispirazione,
ma poi non sanno nulla sulle cose che scrivono, ma si illudono di sapere. Lo stesso
risultato ottenne con gli artigiani (sanno fare la loro arte, ma non per questo sono
sapienti). Ovviamente questa indagine gli ha attirato le antipatie di molta gente. La
sua indagine, affidatagli dal dio, lo ha gettato nella miseria, ma lui non smette di
cercare gente sapiente (il paradosso è che secondo il dio l'uomo più sapiente è quello
che dice di non sapere nulla). I giovani si divertono a vederlo operare e cercano di
imitarlo, da qui l'accusa di corromperli. In fin dei conti tutte le accuse sono generiche
perchè infondate e dettate dall'antipatia e dal fatto di non voler ammettere di non
essere sapienti. Gettano fango su Socrate per difendere il loro prestigio;
5) L'accusa di Meleto (poeta), Anito (politico) e Licone (retore): Socrate corrompe i
giovani e non riconosce gli dei tradizionali. I 3 accusatori si rifanno al bagaglio
delle accuse generiche sopra citate;
6) La difesa dall'accusa di corruzione dei giovani. Innanzitutto Meleto non si era mai
preoccupato dei giovani. Da per scontato che anche Meleto voglia che i ragazzi
crescano nel miglior modo possibile, chiede cosa li renda migliori. Le leggi e quindi i
giudici che le conoscono? I retori? Gli ecclesiastici? Secondo Meleto tutta Atene
rende i giovani migliori ad eccezione di Socrate. Ma di solito non è il contrario? Non
sono i pochi a saper giovare e i molti a corrompere? (come con i cavalli, pochi sanno
addestrarli bene). Poi dice che accusarlo di corrompere volontariamente i giovani è
falso, perchè nessuno farebbe volentieri una cosa che poi gli si ritorce contro. Se li
corrompe involontariamente deve fargli capire perchè, non volerlo punire. Secondo
Meleto li corrompe insegnando loro che non esistono gli dei;
7) La difesa dall'accusa di ateismo. Non regge perchè Socrate ammette di credere
nell'esistenza di un demone che lo guida, oltre che nell'oracolo. Ma come si fa a
credere a cose divine (i demoni sono entità a metà tra l'umano e il divino) senza
credere negli dei? Sarebbe come credere nell'esistenza delle automobili, ma non degli
uomini che le costruiscono;
8) Non ti vergogni di aver fatto cose per cui ora rischi la morte? No, un uomo deve
agire perseguendo il bene senza preoccuparsi della morte. E' importante solo essere
uomini degni e nobili (Achille non rinuncia alla guerra di Troia anche se Teti gli dice
esplicitamente che oltre alla gloria, gli darà la morte). Il disonore è peggio della
morte e ogni uomo deve seguire la sua vocazione. Come dovere di Achille era
combattere a Troia, dovere suo è filosofare, missione affidatagli da un dio. Anzi, se
non filosofasse, disubbedendo all'oracolo, sarebbe lecito trarlo in tribunale. Inoltre
temere la morte significa essere certi che sia un male, quindi credersi dei sapienti.
Chi ci dice che la morte non è invece il sommo bene? Invece è cosa certa che
disubbidire a un'autorità superiore (l'oracolo) è un male, motivo per cui non ha senso
compiere un male certo per sfuggire a quello che potrebbe pure essere un bene. Per
tutti questi motivi non può rinunciare alla filosofia (=seguire il comando divino, ossia
verificare se egli è effettivamente il più sapiente tra gli uomini). Infine, la sua
missione è il massimo bene toccato ad Atene poiché lui invita tutti a non curarsi
troppo delle cose materiali, ma di curarsi della perfezione dell'anima e della
virtù, sommo bene degli uomini.
9) Uccidendomi vi tirate la zappa sui piedi. Non vi ricapiterà un uomo mandato in
città da un dio con il compito di svegliarvi e condurvi verso il Bene. Socrate è un
dono divino ad Atene, per la sua missione ha sacrificato tutto se stesso e non ha mai
chiesto un compenso.
10) Il motivo per cui non si è mai impegnato in politica. Il demone interiore gli dice
che non deve farlo, in più nessun uomo si salva quando si oppone pubblicamente alle
ingiustizie, viene travolto dalla folla. Se si vuole davvero lottare per la giustizia è
meglio farlo in privato. Mi sono sempre concesso a chiunque volesse ascoltare,
agendo sempre e comunque secondo giustizia;
11) Ha già dimostrato di agire solo secondo giustizia, anche quando nel farlo rischia
la morte (episodio dei dieci strateghi, pag. 143);
12) Se ha sempre corrotto i giovani questi, cresciuti, si sarebbero già vendicati.
Invece a molti piace passare il tempo con lui e anzi ora lo difendono;
13) Non intende supplicare o cercare di impietosire i giudici portando i suoi
bambini. Innanzitutto perchè non vuole perdere la dignità e non vuole gettare in
ridicolo la città. Poi perchè non è giusto venire assolti impietosendo il giudice. Se
deve essere assolto è giusto che lo sia con la forza delle argomentazioni;
14) Proposta la pena di morte, era usanza che l'imputato proponesse una pena
alternativa. Non merita nessuna pena, ha reso enormi servizi agli ateniesi, merita
piuttosto un premio: essere mantenuto dalla comunità. Non può proporre l'esilio
perchè le altre città lo rifiuterebbero in quanto persona riprorevole, ma nemmeno una
multa perchè non ha soldi. Infine propone di pagare una mina d'argento, somma
esigua, ma unica che si può permettere;
15) Ma se ti liberassimo non potresti stare buono e zitto? No! Una vita senza ricerca
non è degna di essere vissuta, filsofare è il sommo bene concesso agli uomini, senza
contare che disubbidirebbe al dio;
16) Sono stato condannato solo perchè non ho supplicato e non vi ho detto quello
che volevate sentirvi dire. In più, mi uccidete perchè sperate così che nessuno vi
metterà più di fronte alla vostra ignoranza, ma vi sbagliate. Non è uccidendo il
prossimo che la scampate. Io sono stato condannato a morte, voi all'iniquità;
17) Forse la morte è un bene. Infatti nella vita quando stavo facendo qualcosa di
sbagliato il demone interveniva sempre, invece per tutto il processo non ha detto
niente, quindi forse è giusto che vada così. Infatti la morte o è totale assenza di
percezione e cioè il nulla oppure è il passaggio dell'anima in un mondo migliore in
cui tra l'altro è immortale e dove potrebbe incontrare i grandi del passato con cui
conversare. In entrambi i casi è un guadagno rispetto alle fatiche della vita;
18) La supplica finale. Se volete vendicarvi sui miei figli trattateli come io ho trattato
voi, insegnate loro a prendersi cura più dell'anima che delle cose materiali!
6. PLATONE
Dati Opere e Pensiero
biografi
ci
Atene, 1) Dialogo: come per Socrate, la filosofia è concepita come un sistema aperto, in
427-347 continua evoluzione, la filosofia è vita, non si impara dai libri. Il saggio scritto non
a.C. Vive può incarnarla, solo la vivacità del dialogo lo permette. Come per Socrate, la filosofia
in un è una ricerca continua, l'uomo non possiede mai del tutto la sapienza. C'è quasi
periodo di sempre Socrate che parla con altri, usa la dialettica portando all'assurdo le teorie degli
crisi di avversari di Socrate che si fa portavoce delle sue idee.
Atene, crisi 2) Mito: racconti fantastici attraverso cui vengono espressi concetti filosofici. In
che lui questo modo si rendono più facilmente comprensibili concetti complessi, inoltre il
ritiene mito permette di trascendere i limiti razionali della ricerca filsofica, portando a
generale, cogliere verità altrimenti incomunicabili.
morale e 3) Apologia di Socrate (399): vedi sopra.
filosofica 4) Dialoghi minori (Eutifrone, Carmide, Lachete, Liside, Ippia maggiore, Ippia
prima minore, Ione): espone i capisaldi dell'insegnamento socratico. Virtù = unico Bene
ancora che supremo = Scienza/Conoscenza. So di non sapere come primo passo per diventare
politico- sapienti. Male = Ignoranza.
economica. 5) DOTTRINA DELLE IDEE: superamento della filosofia socratica e lotta ai
Una crisi sofisti. Innanzitutto è convinto che il pensiero rifletta l'essere (mente come specchio
dell'uomo, della realtà). Poi l'oggetto della scienza deve essere stabile, altrimenti non si può
incarnata avere scienza universale. Per Socrate il fondamento della scienza è il concetto. E qual
dal è l'oggetto del concetto, quindi della scienza? Non il mondo dei sensi, che è mutevole,
processo a bensì le Idee. Sono realtà metafisiche autonome, eterne e immutabili, non (solo)
Socrate. contenuti del pensiero umano. Risiedono in una realtà diversa dal mondo sensibile,
Per questo nell'Iperuranio. Dunque il pensiero coglie le Idee che risiedono nel mondo spirituale
motivo (= Iperuranio). Le Idee sono il principio metafisico immutabile della realtà (una
prescrive specie di essere parmenideo) che funge da modello per tutte le cose esistenti nel
una mondo sensibile (il nostro) il quale è invece in continuo divenire, instabile. Il mondo
riforma delle idee funge da modello, il mondo sensibile è un flebile riflesso di quel modello. Il
globale mondo sensibile imita il mondo delle idee. Le Idee sono di tre tipi:
dell'esisten – idee matematiche (nella realtà non troviamo mai il quadrato perfetto, che è un'idea);
za umana, – idee di cose naturali e artificiali;
una – valori (Giustizia, Bellezza,...).
rivoluzione Le Idee hanno una gerarchia, vengono prima i valori e prima di tutte l'idea di Bene
folsofico- alla quale partecipano tutte le idee. Il Bene è come il Sole, esso illumina le altre idee
culturale. così come il sole illumina le cose e le rende visibili/conoscibili. Infatti ogni cosa è
Fu allievo solo grazie all'idea di Bene, la quale partecipa di ogni altra idea (una macchina è solo
di Socrate, se funziona bene). Inoltre la consocenza è sempre legata al Bene (conosco le persone
la morte a cui voglio bene, conosco la storia e la filosofia perchè le voglio bene).
del maestro Le Idee sono le cause delle cose sensibili, ma anche loro metro di giudizio (dico che
è vissuta un ragazzo è bello confrontandomi con l'idea di Bellezza). Le idee sono quindi
come archetipi della realtà, sono presenti in tutte le cose, ma non si esaurisocono in esse.
un'imperdo Sono entità metafisiche, divine e perfette, ma non confonderle con degli dei
nabile antropomorfi. Mettono fine al relativismo gnoseologico e morale dei sofisti, sono
ingiustizia verità assolute che si colgono con l'occhio della mente.
che mostra 6) Teoria della REMINISCENZA: come conosciamo le idee? La nostra anima
il degrado prima di incarnarsi è vissuta nel mondo delle idee, dove ha potuto contemplare le
morale in Idee. Quando cadiamo nel mondo ed entriamo in contatto con le cose, ci ricordiamo
cui sono dei loro modelli ideali, quindi conoscere = riconoscere. In tal senso si paral di
scivolati innatismo, dove la conoscenza non deriva dalla conoscenza sensibile, ma è un
gli ateniesi. qualcosa che abbiamo dentro dapprima della nascita. L'uomo non possiede già l
La averità in toto, ma solo un flebile ricordo che è fondamento e scintilla da cui prende
filosofia è avvio il sapere.
l'unica in 7) MITO DELL'AURIGA (Fedro): spiega l'anima e la reminiscenza. L'anima umana
grado di è un carro trainato da un cavallo bianco docile (saggezza) e uno nero impetuoso
condurre (istinto). Un auriga (ragione) cerca di guidarli e di fare due volte il giro del'Iperuranio.
l'uomo Quello nero tira verso il basso (mondo sensibile, piaceri corporei), quello bianco
verso una verso l'alto (Idee). L'anima contempla le idee finchè il cavallo bianco riesce a reggere.
nuova Quando il cavallo nero vince, l'anima si incarna e si dimentica tutto. La reminiscenza
giustizia. può essere attivata o dall'incontro con un maestro, oppure dall'incontro con le cose
Viaggia sensibili, che ci riportano ai loro modelli ideali. Dunque ogni anima ha contemplato le
molto a idee, ma non per lo stesso tempo. Le anime che le hanno contemplate di più sono
Siracusa quelle che poi si incarnano in quegli uomini che cercano la sapienza (filosofi), fino ad
(conosce il arrivare alle anime che si incarnano in uomini molto lontani dalla sapienza (tiranni,
tiranno, contadini, sofisti).
spera di 8) Il MITO DELLA CAVERNA (Repubblica): schiavi incatenati in una caverna che
fondare lì vedono delle proiezioni di immagini di statuette. I prigionieri scambiano quelle ombre
la sua per la realtà, ma se si liberano dalle catene, capiscono che la realtà sono le statuette,
Repubblica ma se escono dalla caverna capiscono che anche le statuette sono imitazioni di cose
, ma il reali, rese conoscibili dalla luce del Sole. Abituatosi alla luce del Sole che all'inizio
progetto accieca, lo schiavo contempla la bellezza della realtà, ma torna indietro per aiutare i
fallisce), compagni a liberarsi delle catene. Questi però lo deridono perchè i suoi occhi, abituati
fonda alla luce del sole, fanno ora fatica a riconoscere le ombre. È la parabola del filosofo,
l'Accademi che si libera dalle catene dell'ignoranza, esce dalla caverna e per gradi (e con tanta
a (puntare fatica) raggiunge la conoscenza. Comunicare questo sapere agli altri è difficile, spesso
sui si rimane inascoltati. Tuttavia il filosofo, che sa, ha il compito di portare l'umanità
giovani). fuori dalla caverna dell'ignoranza, e in tal senso il suo è un compito politico.
9) La REPUBBLICA: le Idee e la politica. L'assolutismo delle idee mette fine al
relativismo anche in politica, permettendo all'uomo di uscire dal caos delle opinioni
divergenti. Idee = conoscenza stabile = pace e gisutizia durature. Da ciò deriverà che
chi conosce, cioè il filosofo, è il più adatto a governare. Cos'è la Giustizia e come
deve organizzarsi lo Stato?
Parte dall'individuo. Riprende il mito dell'auriga, divide la società in 3 parti:
– filosofi: devono governare perchè le loro anime sono in equilibrio. Educano i
bambini, li selezionano in base alle loro qualità (una specie di eugenetica razzista). Il
percorso per acquisire la conoscenza e quindi governare è lunghissimo (circa 50
anni);
– guerrieri: devono combattere perchè in loro prevale il cavallo bianco (coraggio,
nobiltà);
– lavoratoori: devono produrre perchè in loro prevale il cavallo nero (istinto,
sensualità).
È ovviamento un ordine gerarchico, ma le classi non sono ereditarie. Un tale governo
dovrebbe garantire la Giustizia, ossia l'equilibrio, l'armonia e la pace perpetua.
I Custodi (primi due) non devono possedere beni (altrimenti avrebbero interessi
privati), il loro compito è solo occuparsi della res publica. Essi vivono insieme in
strutture apposite, non hanno famiglia (il cuore degli interessi privati), si accoppiano
in nome dell'eugenetica. Le donne possono filosofare e combattere. È una sorta di
comunismo aristocratico. Un simile governo può degenerare in:
– timocrazia: cedere al fascino degli onori;
– oligarchia: cedere al fascino della ricchezza;
– democrazia: cedere al godimento;
– tirannide: cedere al fascino del potere supremo (che somma le tre precedenti), un
uomo iroso che vive nella paura e governa con la paura.
Ovviamente un simile progetto naufraga davanti al fatto che nessuno custodisce i
custodi (per lui qui interverrebbe l'educazione), inoltre è a noi chiaro che conoscenza
e virtù non coincidono affatto.
10) L'AMORE: il Simposio. Un banchetto a casa del commmediografo Aristofane a
cui partecipano vari personaggi tra cui Socrate. Ognuno deve fare un discorso su
Eros. Aristofane narra il mito degli androgini, gli altri dicono che Eros è bello,
giovane, completo, in egenrale emerge un'idea di Amore come Pienezza, ma Socrate
(Diotima) non è d'accordo). Per lui Eros è un demone nato da Astuzia e Povertà
durante un banchetto divino. Amore è Privazione, è mancanza e in tal senso
desiderio di colmare la mancanza (quando amo un ragazzo lo voglio sempre con me
perchè mi manca, perchè non ce l'ho già). L'Amore in quanto mancanza è quindi
ricerca, quindi Eros è il filosofo per eccellenza. L'Amore non ha la Bellezza, ma la
cerca perchè essa rende felici, in quanto permette di generare e quindi di rendere
partecipi dell'immortalità. Infatti premesso che nel brutto non si genera, quando faccio
un figlio, quando faccio un gesto eroico o quando faccio sbocciare nell'animo (bello)
di un allievo la virtù ho prodotto un qualcosa che mi sopravvivrà e così sono partecipe
dell'immortalità.Esistono vari gradi di bellezza:
– corpo;
– bellezze in più corpi;
– anima;
– leggi (prodotto dell'anima bella);
– conoscenza (prodotto supremo dell'anima bella);
– Bellezza in sé, che è modello di tutte le altre bellezze e si coglie con un'intuizione
immediata.
11) Il mito del DEMIURGO (Timeo): si occupa di cosmologia. Come è nato
l'Universo? Tra le Idee e le Cose esiste una sorta di artigiano divino intelligente.
All'inizio vi è solo Caos, ma il Demiurgo che è buono (una sorta di sapiente?) ordina
questo Caos sul modello delle idee e plasma il mondo. Egli dunque non crea dal nulla,
ma si limita a ordinare, plasmare rifacendosi a un modello che la realtà finisce per
riflettere. L'opera del Demiurgo non sarà mai completa perchè la materia è ribelle,
non la si può rendere tale quale le Idee. Qui Platone ci da una visione finalistica del
mondo come grande organismo creato da un artigiano ed esprimibile in linguaggio
matematico. Il cosmo è una garnde opera di artigianato (una rivalutazione dell'arte
produttiva e riproduttiva, cioè della mimesis che prima era sinonimo di copia
imperfetta).
12) L'ultimo Platone (Parmenide, Sofista): parla con Parmenide della teoria delle
Idee che ovviamente ammette il diverso e quindi il non-essere. Si parla di
parmenicidio o parricidio (Parmenide come padre della filosofia occidentale). In più
se l'idea partecipa a ogni oggetto, la sua unità finisce per essere distrutta. Poi si ha la
moltiplicazione infinita delle idee (terzo uomo): ogni volta che penso a un'idea penso
a una molteplicità di oggetti, ma si avrà un'idea anche quando si penserà alla
molteplicità di questi oggetti più la loro idea e così via all'infinito.
Nel Sofista cerca di fissare gli attributi delle idee:
– esistenza (ossia essere);
– Identicità a se stessa;
– Diversità dalle altre (altrimenti avremmo un'unica, grande idea), Parmenide
confondeva il diverso con il nulla. Il non-essere esiste solo nella sua declinazione di
diverso, e così l'errore (che per Parmenide era il dire il nulla, esiste in quanto dire le
cose in modo diverso da come sono);
– Quiete o Movimento (cioè comunicazione con altre idee, idea di uomo entra in
comunicazione con idea di giustizia). La scienza che studia le relazioni tra le idee è la
dialettica. Prima si definisce l'idea, poi la si divide nelle sue componenti e si vede se
alcune idee sono tra loro combinabili. Pensaere dialetticamente significa scomporre e
diversificare per poi riunire fino ad arrivare a una sintesi finale che è la definizione
precisa di ciò che si cercava.
13) La teoria del linguaggio (Cratilo): tre teorie esposte:
– linguaggio è pura convenzione creata liberamente dagli uomini. In tal senso quindi
non si può dire il falso perchè è tutto vero (eleati, Democrito, sofisti);
– linguaggio come specchio esatto della realtà. È la realtà che con i suoi nessi causali
crea il linguaggio (la mela cade dall'albero, quindi devo dire che la mela cade
dall'albero, non dico che la mela vola verso l'albero). Anche qui il falso non lo si può
dire perchè la realtà impone solo certe cose che sono vere (Eraclito, cinici);
– linguaggio come produzione umana, ma non del tutto libera, bensì diretta alla
conoscenza delle essenze delle cose. In questo caso si può anche dire il falso (posso
dire cose errate sulle cose, assegnando una parola a un'essenza sbagliata). Questa è la
tesi di Platone, che si fonda sull'idea che il linguaggio rifletta la realtà, che tra le due
ci sia una forte corrispondenza (infatti per giudicare la correttezza dei nomi ci
appelliamo alla realtà di cui sono immagine, quindi il criterio per giudicare le parole
ci porta a conoscere le essenze). Ci sono alcuni nomi convenzionali che non
rispecchiano la realtà, tipo i numeri. Ad ogni modo, il linguaggio è uno strumento che
serve a farci indagare la realtà, quindi nomi ed essenze hanno un rapporto intimo che
non può essere distrutto. Il nome esprime in lettere e sillabe la natura delle cose.
14) Platone e l'ARTE. Male in quanto imitazione di imitazione (imita il mondo
naturale che è già imitazione del mondo delle idee), non ha quindi alcun valore
conoscitivo in quanto lontana dalla misurazione matematica, che permette di elevarsi
dal soggettivo all'oggettivo. Non ha nemmeno un valore pedagogico in quanto parla
alla pancia, eccita gli animi e li fa dominare dalle passioni. Il nemico dichiarato è la
poesia, che esiste da prima della filosofia e che educava i giovani alla passionalità. I
filosofi devono sostituire i poeti. La condanna investe comunque solo gli usi impropri
dell'arte (poesia, commedia) , ma quando essa assume il compito di cogliere le idee va
bene. Infatti per Platone Bello e Buono coincidono, la bellezza è la forma esteriore
della bontà, (non si può avere bontà nel brutto o bruttezza nel buono), quindi la
bellezza sensibile non si condanna a priori (si pensi alla scultura, la quale tramite la
bellezza sensibile aiuta a cogliere la Bellezza in sé, oppure ai bei corpi che
permettono di cogliere l'idea di bellezza). Il Bello è dunque oggettivo, in quanto è
bello tutto ciò che porta in sé e riflette l'idea di Bello, le cose sono belle in virtù del
loro rapporto con l'idea di Bello.
Eccezione è fatta anche per la MUSICA, che va insegnata ai giovani per la sua
matematica rigorosità (si pensi alle rigide regole che determinano le melodie). La
musica educa alla forza, alla regola, all'ordine e al coraggio.
Il Simposio
Simposio = banchetto di aristpcratici greci che si riunivano in occasioni speciali.
Mangiavano, bevevano e stabilivano un tema intorno a cui discutere. Era un momento di
produzione e trasmissione della cultura. Il banchetto di cui parla Platone si tenne a casa di
Aristodemo, ce lo racconta Apollodoro il quale a sua volta ne aveva sentito parlare da
Aristodemo. I convitati dovranno tessere a turno un ENCOMIO DI EROS (=AMORE).
Nome Chi è? Discorso
Fedro Un Eros è un dio potentissimo poiché è il più antico, non ha genitori.
ragazzo È nato insieme a Terra e Caos. Antico e potente, dà agli uomini
giovane, il immensi doni, nulla è meglio di un amante (o di un amato)
primo a eccellente. L'amore spinge gli uomini verso il bene e il bello,
parlare. poiché in presenza dell'amato io voglio fare solo cose buone, Eros
è quindi fonte di virtù individuale. La civiltà migliore sarebbe
quella composta di sole coppie, poiché tutti vorrebbero
comportarsi bene in presenza dei loro amati, combatterebbero con
estremo valore per proteggerli, si arriverebbe a morire per
difendere l'amato. Eros è quindi fonte di virtù sociale, oltre che
individuale.
Pausania Ci sono due Amori (due Afroditi):
1) Afrodite Celeste: figlia del Cielo, è responsabile dell'amore
verso i fanciulli in quanto essa è partecipe solo della natura
maschile. Coloro che sono ispirati da essa amano il maschio,
migliore secondo i greci. Essa ispira un amore tutt'altro che
carnale, un amore duraturo, nobile, virtuoso, in cui l'amante si
dedica a compiacere il suo fanciullo. Questo amore è diretto solo
ai fanciulli di più nobile spirito, è un amore che guarda all'anima
più che al corpo. In questa relazione il bravo amante dovrò
concedere ogni attenzione e cura al fanciullo, accudendolo e
servendolo, mentre il fanciullo dovrà concedere i suoi favori a
colui che lo rende saggio e virtuoso. La servitù d'amore diventa
bella e virtuosa.
2) Afrodite Volgare: figlia di Zeus, è l'amore inteso come forza
cieca, diretta tanto ai maschi quanto alle femmine, diretta più alla
bellezza carnale che a quella spirituale. Coloro che sono invasi da
questa forza mirano solo al piacere, agiscono anche male pur di
ottenerlo, sono senza vergogna, mirano solo alla bellezza
corporea.
Erissimaco È un L'Amore è duplice, non vive solo nelle anime, bensì anche nei
medico, fa corpi che hanno sia una parte malata che una parte sana. È buono
un e bello compiacere la parte sana, le due parti sono in continuo
discorso conflitto, il medico stesso deve tenerle in equilibrio. Quindi esiste
di un amore buono che compiace la parte sana e uno cattivo che
carattere compiace la parte malata. L'amore buono è frutto dell'equilibrio
scientifico tra le due parti, così come ogni cosa bella è frutto di equilibrio tra
opposti, mentre il male è figlio della discordia (quando prevale il
caldo sul freddo abbiamo la siccità,...)
Aristofane È un Racconta il mito degli androgini separati da Zeus. Ogni persona
poeta. ricerca la sua anima gemella (chi in origine era una sfera maschile
cerca i maschi e avanti così), chi tende verso il maschile che è
migliore è a sua volta migliore (sapiente, poeta, uomo poltico).
Dunque Amore è quella forza che spinge a cercare l'altra metà e,
una volta trovata, a volersi riunire con lei (atto sessuale). Amore
ci guida dunque verso ciò che ci manca e che ci è affine, ci fa
riavere la nostra antica natura.
Agatone Commedi Critica i precedenti perchè non hanno detto chi o cosa è Eros, si
ografo e sono limitati a elencare i doni che arreca agli uomini. Amore è il
padrone di dio più buono, bello e felice. È il più bello in quanto più giovane,
casa. è delicato e molle (abita nelle anime tenere), è flessuoso, morbido,
sempre in contatto con le cose tenere, è leggiadro. Amore rende
concordi uomini e dei, li unisce, limita la violenza, limita gli altri
piaceri poiché è il maggiore di tutti, è valoroso in quanto può
domare anche il dio più forte, ma è anche sapiente poiché ispira i
poeti e le arti in quanto porta uomini e dei a ricercare la bellezza.
Amore porta uomini e dei verso le cose belle e le cose belle sono
anche buone.
Socrate Priam critica Agatone, lui si è limitato ad elogiare Eros, invece
occorre dire la verità circa la sua natura. Visto che Amore tende al
bello (verso il brutto non si tende) vuol dire che è la bellezza gli
manca (non cerco quello che già ho) quindi Amore è brutto e
siccome solo le cose belle sono buone, Amore è anche cattivo.
Riferisce il discorso della sacerdotessa Diotima.
Amore non è brutto e cattivo, ma nemmeno bello e buono. È una
via di mezzo, ma allora di sicuro non è un dio. Non è nemmeno
un uomo, è un demone, a metà tra umano e divino, collega questi
due mondi. È nato infatti da Povertà e Ingegno durante un
banchetto divino per la nascita di Afrodite, di cui è seguace e
perciò amante del bello (Afrodite è bella). La madre gli ha fornito
la mancanza, il padre il desiderio di capire, sapere, ricercare. In
quanto eterno ricercatore, Eros è filosofo. Oggetto della ricerca di
Amore è il Bello, dunque chi è invaso da lui (ossia colui che ama)
cerca sempre il bello e il bene e cerca di possederlo per sempre
(=immortalità). Amore rende partecipe l'uomo dell'immortalità
(possesso perpetuo del bene) tramite la procreazione che può
avvenire in due modi:
– tramite il corpo (figli), ovviamente riservato all'unione uomo-
donna, è meno forte poiché i figli dopo un po' muoiono;
– tramite l'anima, si parla di discepoli, unione uomo-uomo, più
duraturo poiché genera virtù in un animo giovane (lo educa) e la
virtù non muore mai.
Visto che non si genera mai nel brutto, entrambi gli amori cercano
il bello, infatti quando mi avvicino a un bel ragazzo sono portato a
donarmi e aprirmi, quando mi avvicino a uno brutto sono portato
a chiudermi in me stesso, quindi non si genera nulla nel brutto.
Tanto gli uomini fecondi nel copro, quanto quelli fecondi
nell'anima cercano corpi belli in cui generare figli o virtù. È qui
che Socrate espone la scala della bellezza:
1) per generare e partecipare dell'immortalità, si va alla ricerca di
corpi belli;
2) osservando bene, ci si rende conto che la bellezza è simile in
tutti i corpi, quindi la bellezza è unicae partecipe dei vari corpi
belli;
3) la bellezza che sta nell'anima è più desiderabile della bellezza
corporea;
4) le anime belle generano cose ancora più belle come le leggi, le
istituzioni;
5) il frutto più bello dell'anima è però la scienza, cioè la filosofia
che porta a non soffermarsi su un solo corpo bello o su una sola
anima bella, ma porta a consocere e a partorire bei ragionamenti
fino a rendersi conto che...
6) ogni cosa bella è bella poiché partecipe dell'Idea di Bellezza,
eterna, immutabile e incorruttibile. I copri, le anime, le istituzioni,
le scienze e in generale tutte le cose terrene belle lo sono poiché
partecipi dell'Idea di Bellezza.
Siamo partiti dalla manifestazione più palese della Bellezza (un
bel ragazzo) e ci siamo elevati fino a conscere la verità, cioè a
contemplare la Bellezza in sé, madre di ogni bellezza terrena.