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La colonizzazione greca

Dopo la fine della civiltà micenea (XII secolo a.C.), il mondo greco vive un periodo di
decadenza fino alla fine del IX secolo a.C..
Nell’VIII secolo a.C.:
● nascono le città-stato (poleis) che erano degli organi politici che si autogovernavano
● inizio di un processo migratorio per la fondazione di nuove colonie (in Sicilia e in
Magna Grecia). Emigravano soprattutto i cittadini operosi e intraprendenti, che
lavoravano in ambito commerciale.
Nascono le colonie con nuove forme politiche: oligarchia e democrazia→sistema
politico innovativo e flessibile, aperto a nuove idee→le decisioni vengono prese da
scelte condivise.
Però, continuità politica con madrepatria: esclusi da politica schiavi e donne.
Con la polis nasce la razionalità: uso appropriato e condivisibile della ragione.
Nel VI/V secolo a.C., la razionalità si afferma progressivamente e nascono cittadini che
vogliono spiegare razionalmente il mondo naturale→inizia la storia della filosofia→ricerca
del principio primo che governa la vita (arché)
UTILIZZANO LA RAGIONE (LOGOS) PER INDAGARE SULLA NATURA (PHYSIS) PER
TROVARNE IL PRINCIPIO FONDAMENTALE (ARCHE’)→cercano di fornire una visione
globale della realtà e di elaborare una teoria per costruire l’immagine di un “cosmo”.
Le origini della filosofia
La filosofia si riconosce in una storia unitaria (es. stesse radici di un albero)
Si sviluppa attorno al VI secolo a.C. in Grecia:
● Parte orientale→Asia Minore
● Parte occidentale→Magna Grecia e Sicilia
Prima fase della storia della filosofia con i presocratici (o presofisti), i filosofi tra il VI e il V
secolo a.C..
I presofisti non sepevano di essere presofisti e nemmeno di essere dei filosofi, infatti il
primo a definire il termine “filosofo” fu Pitagora e indicava colui che ama (philéin) la
sapienza (sophía).
Essi cercavano di indagare i principi fondamentali di tutto ciò che esiste.
I fisici monisti
Il VI sec. a.C. fu un periodo di grande fioritura politica, economica e culturale per la Ionia e,
in particolare, per Mileto.
I filosofi di Mileto si concentrano sulla ricerca del principio fondamentale della natura in
un’unica sostanza materiale, per questo vengono chiamata fisici monisti (fisico=nature a
monista=unico).
TALETE
E’ l’iniziatore della storia della filosofia, nasce a Mileto intorno al 624 a.C. e muore verso il
545 a.C..
Partecipò attivamente alla vita politica e studiò anche astronomia e geometria.
Faceva parte dei “Sette Savi”: uno dei modelli più autorevoli della saggezza.
Non scrisse nessuna opera filosofica.
L’acqua è il principio di tutte le cose: →Principio spaziale: la Terra galleggia
sull’acqua
→Principio costitutivo: tutto ciò che è vivente
ha bisogno dell’acqua
L’acqua è il principio fondamentale della natura e si trova all’interno della natura stessa.
ANASSIMANDRO
Allievo di Talete e fu il primo autore di un testo filosofico.
L’apeiron è il principio di tutte le cose.
L’apeiron è un elemento che è privo di forma e di limiti e che si sottrae all’osservazione
diretta.
L’apeiron è animato da un movimento rotatorio eterno, che fa sì che coppie di fattori
opposti (caldo/freddo, secco/umido) si distacchino e si separino.
Secondo Anassimandro, la nascita della realtà avviene come la transizione da uno stato di
unità e indifferenziazione ad uno di varietà, differenziazioni e turbolenza→parallelo tra il
divenire cosmico della realtà e la vita politica delle città (condizione pacifica con
giustizia e condizione conflittuale con ingiustizia).
La realtà viene dominata dall'ingiustizia e dalla conflittualità a causa della rottura dell’unità e
dell’armonia originarie. Per questo, l’apeiron fa si che ogni singola esistenza sia destinata a
perire→legge di giustizia universale
Tutto quello che esiste viene creato dell’apeiron, per poi distruggersi e tornare dall’apeiron.
Formula due tesi scientifiche: →la Terra è tridimensionale (un cilindro) e non piatta ed è
sospesa in uno spazio celeste
→gli esseri umani derivano da altri animali
L’apeiron costituisce l’origine, la fine e la sostanza invisibile.
Ipotizza che esistano infiniti mondi fatti anch’essi di apeiron.
ANASSIMENE
Nacque nel 586 e morì nel 528 a.C..
Scrisse un’opera in prosa.
Cerca di mediare fra le tesi di Talete e Anassimandro: il principio fondamentale è l’aria.
L’aria è una sostanza informe e illimitata che però ha degli effetti visibili (vento).
Secondo anassimene, l’aria produce tutte le cose osservabili attraverso i processi di
condensazione e rarefazione: l’aria si condensa e diventa nuvola, che poi diventa acqua,
che poi diventa terra e che poi diventa pietra, sostanze dalla quale si generano poi tutte le
altre cose e le cose smettono di esistere attraverso i processi di rarefazione.
Il principio di condensazione e rarefazione sono una legge naturale.
Quindi, tutto quello che esiste deriva dalla combinazione di una sostanza (aria) con
una legge.
ERACLITO
Nacque ad Efeso.
E’ convinto che la maggior parte degli uomini non sia in grado di andare oltre alle apparenze
e che quindi essi vivano in uno stato di ignoranza e di illusione e che solo pochi (i filosofi)
riescano a capire come stanno oggettivamente le cose.
Il principio fondamentale è il fuoco: il fuoco si muove in continuazione e produce un
movimento irreversibile nelle cose con cui entra in contatto (cambiamento irresistibile e
incessante).
Il cambiamento incessante della natura (simboleggiato dal fuoco) segue, però, una legge
ben precisa: logos (la ragione).
Logos governa sia il pensiero che la natura e sono entrambi sottoposti al cambiamento:
ogni cosa muta in continuazione e non rimane mai identica.
Logos stabilisce che il cambiamento di tutte le cose debba avvenire e anche come:
attraverso il conflitto/relazione (polemos) di elementi tra loro opposti.
La scuola pitagorica
Alla fine del V secolo a.C. viene ritrovato il cadavere del filosofo Ippaso di Metaponto che
venne ucciso dai membri della scuola pitagorica, alla quale lui stesso apparteneva.
Ippaso aveva dimostrato che non esistono due numeri naturali il cui rapporto corrisponde
alla lunghezza della diagonale del quadrato.
Pitagora fondò, a Crotone, la scuola pitagorica.
Oltre ad essere una scuola filosofica, la scuola pitagorica era una setta religiosa, nella quale
si credeva nell’orfismo: la credenza che tutte le creature viventi hanno un’anima immortale
che viene ospitata in un corpo mortale e per questo l’anima deve riuscire a purificarsi
dall’influenza del corpo.
La ricerca del sapere viene utilizzata come metodo di purificazione, in particolare lo studio
della matematica, l’astronomia e la musica. Questa scuola era, infatti, anche una
comunità di ricercatori.
La scuola pitagorica seguiva un ordinamento rigidamente gerarchico: gli insegnamenti di
Pitagora (il fondatore) dovevano essere presi per veri e non potevano essere messi in
discussione. I discepoli dovevano, invece, ascoltare in silenzio (acusmatici) e solo alcuni
potevano fare domande e commenti (matematici).
Inizialmente il sapere veniva trasmesso oralmente e solo nella seconda metà del V secolo
inizierà a circolare in forma scritta.
Per i pitagorici, la matematica è una teoria che permette di comprendere e spiegare
tutto ciò che esiste→il principio fondamentale di tutte le cose è il numero, perchè è
elemento materiale (ogni cosa è fatta di punti e ogni punto può essere visto come un
numero) e governa il funzionamento di tutto quello che esiste (quello che accade in natura si
può comprendere attraverso valori e rapporti numerici)→esistere vuol dire essere
matematizzabile.
Inoltre, il numere è l’opposizione tra limite e illimitato: →numeri pari→illimitato
→numeri dispari→limite
Pari/dispari riconducono tutte le altre coppie di opposti: pari imperfetto e dispari perfetto.
L’unità trasforma un numero pari in dispari e quindi è sia pari che dispari (parimpari).
Numero dieci è molto importante perché è la somma dei primi quattro numeri ed è
rappresentabile come un triangolo equilatero→tetraktys: simbolo scuola pitagorica
La scuola eleatica
Ne fanno parte Parmenide e Zenone che nacquero, entrambi, ad Elea (in Campania).
Parmenide fonda la scuola (prima metà del V sec a.C.).
La filosofia eleatica non intende spiegare la molteplicità delle cose osservabili, ma intende
negarla.
Parmenide e Zenone mettono in discussione la realtà delle cose (quelle che vediamo,
sentiamo e tocchiamo) ma spostano l’attenzione sull’essere.
PARMENIDE
Scrisse un poema Sulla natura, scritto in versi esametri, nel quale racconta un viaggio il cui
obiettivo è la ricerca del sapere.
La ricerca del sapere va condotta secondo il metodo razionale: →x ionici e pitagorici,
partenza da osservazioni
e poi procedere per
ragionamenti
→x Parmenide, la ragione
si deve basare solo su sé
stessa, senza esperienza
Per Parmenide, il principio fondamentale non può essere una sostanza che si trasforma in
qualcosa che prima non era.
Contrasto tra verità (aletheia) e opinione (doxa): la verità deriva dalla ragione, mentre
l’opinione dall’esperienza. La ben rotonda verità (sfera) è perfetta, stabile e immutabile ed è
il fine della vita; mentre le opinioni sono l’insidia→due vie: quella che dice “che è e che non
può essere che non sia”, è per scoprire la verità, e quella che dice “che non è e che non è
possibile che sia”.
Il non essere è il nulla, quindi non si può pensare ed esprimere.
La via della verità impedisce di ammettere l’essere e il non essere, quindi per trovare la
verità dobbiamo trovare un oggetto che può essere e che non può non essere.
Le caratteristiche fondamentali dell’essere (attraverso dimostrazioni per assurdo):
● è ingenerato: perché se fosse generato dovremmo dire che prima di essere
generato non c’era e quindi era non essere
● è imperituro: perché se dicessimo che in un certo istante finisca, dovremmo dire
anche che da quel momento in poi l’essere non sarebbe più
● è indivisibile: perché se fosse divisibile, l’essere dovrebbe essere formato da più
parti e quindi una certa parte non sarebbe un’altra
● è unico: se ci fosse qualcos'altro oltre all’essere, dovremmo dire che l’essere non è
quella cosa
● è immobile e immutabile: se dicessimo che l’essere cambia forma e posizione,
l’essere non sarebbe più come prima
Le persone comuni sono a contatto con una molteplicità di cose mutevoli in cui l’essere e
mescolato al non essere e viceversa→opinione plausibile (deriva dalla ragione e
dall’esperienza)→tutto quello che esiste è ma potrebbe non essere.
ZENONE
Gli avversari degli eleatici continuarono ad insistere sull’evidenza che le cose che esistono
sono molteplici e in grado di spostarsi→contro l’essere di parmenide
Zenone cerca di negare la molteplicità e il movimento delle cose attraverso dimostrazioni per
assurdo (ammettere che una tesi sia vera e dimostrare che porta a conclusione assurde e
che dunque è falsa).
Zenone prende come tesi la molteplicità e la capacità di movimento delle cose.
I risultati delle confutazioni di Zenone sono chiamati paradossi, perché vanno contro
l’opinione comune.
● Argomento contro il molteplice: ipotizza che esistano N cose e deduce che tra le
diverse cose ci debba essere qualcosa (non può esserci il nulla, perché il nulla non
può essere). Quindi si conclude che esiste un numero maggiore di N cose:
conclusione assurda
● Argomenti contro il movimento:
○ stadio: il corridore si muove dall’estremo all’altro di uno stadio. Per arrivare
all’altro estremo il corridore deve prima attraversare un punto intermedio; ma,
prima ancora, un altro punto intermedio tra la partenza e il punto intermedio e
via così all’infinito. Il corridore non arriverà mai alla fine dello
stadio→conclusione assurda
○ Achille e la tartaruga: Achille raggiunge una tartaruga che lo precede di una
distanza D. Mentre Achille percorre D, la tartaruga avrà percorso una spazio
D1; e mentre Achille percorrerà D1, la tartaruga avrà percorso D2 e via così
all’infinito. Achille non raggiungerà mai la tartaruga→conclusione assurda
○ freccia: una freccia si muove lungo una traiettoria. In ogni istante, la freccia
occupa uno spazio pari alla sua lunghezza ed è immobile in rapporto allo
spazio
Così facendo mette in crisi le nozioni di spazio e tempo, sulle quali si basano molteplicità e
movimento, e finisce per evidenziare che l’essere non può avere estensione spaziale e
durata temporale.
I fisici pluralisti
Nel V secolo a.C., i filosofi si impegnarono nel ricercare il principio fondamentale che fosse
immutabile e, al tempo stesso, che rendesse le cose osservabili verità→reintegrazione
osservazione nel metodo razionale.
Credono che a fondamento della natura ci sia una pluralità di elementi→fisici pluralisti,
perchè se il principio fondamentale fosse una sola sostanza, allora questa, per generare le
altre cose, sarebbe costretta a trasformarsi in altro, violando il requisito dell’immutabilità.
Più elementi sono in grado di formare diverse cose componendosi e scomponendosi tra
loro.
I pluralisti violano, però, altri requisiti stabiliti dagli eleati: l’unicità e l’immobilità (per comporsi
e scomporsi si devono muovere). Ma, per i pluralisti, rimangono essere.
I pluralisti vivevano tutti in poleis differenti del mondo greco ma, attraverso il commercio e la
colonizzazione, tutti appartenevano ad un clima culturale comune.
Contesto storico: pluralità di città con una pluralità di opinioni (democrazia)→la natura viene
concepita analogicamente al sistema sociale del V sec. a.C..
Non costruirono una scuola.
EMPEDOCLE
Nacque ad Agrigento tra il 484-481 a.C. e si suicidò, gettandosi nell’Etna, attorno al 424-421
a.C..
Fu un abile medico, il capo di una setta, scienziato e poeta→espone le sue teorie attraverso
un componimento poetico, diviso in due parti: frammenti “fisici” e frammenti “religiosi”
(orfismo).
Sostiene che tutto ciò che esiste deriva dalla mescolanza e dalla separazione di quattro
elementi fondamentali: le radici→acqua, fuoco, aria e terra.
I processi di mescolanza e separazione sono determinati da due forze: Amore ed Odio.
● L’amore fa sì che radici differenti si atraggano l’una con l’altra
● L’odio fa sì che una certa radice venga attratta da un’altra uguale, separandosi, così,
da quelle diverse.
Quando prevale l’Amore, le radici formano una struttura compatta (sfera) mentre, quando
prevale l’Odio, la natura entra in uno stato di caos e dispersione→Amore: ordine/Odio→caos
Il mondo si trova in uno stato intermedio.
Indagine epistemologica:
L’essere umano consiste in una mescolanza particolare di radici: quando entriamo in
contatto con una cosa, le radici in essa presenti interagiscono con quelle dello stesso tipo
presenti in noi, e analogamente le forze→simile conosce il simile
ANASSAGORA
Nacque a Clazomene intorno al 500 a.C. e morì attorno al 428 a.C..
Scrisse un trattato in prosa, che riscosse grande successo, nel quale sosteneva che il sole è
una pietra e la luna è di terra e per questo fu costretto a lasciare Atene perché questo sfido
la religione greca (sole e luna divinità).
Tutte le cose si formano attraverso i processi di composizione e scomposizione dei semi.
I semi sono particelle invisibili, infinitamente numerose, piccole e divisibili e si distinguono gli
uni dagli altri in base ad una qualità specifica.
In ogni cosa ci sono elementi di tutti i tipi, ma ne prevale uno di una certa qualità.
Anassagora ipotizza che la natura abbia avuto origine da uno stato primordiale nel quale tutti
i semi erano mescolati in un unico blocco e poi, grazie all’intelletto cosmico, i semi si sono
separati e hanno dato origine a tutte le cose.
Il nous (intelletto cosmico) è una sostanza materiale autonoma che imprime un movimento
rotatorio eterno, che fa sì che i semi si separino→principio che governa la natura.
La natura è un sistema governato da leggi che non ha nessun fine e scopo ed è senza
nessuna divinità.
Secondo Anassagora, l’uomo conosce le cose attraverso le differenze→il simile conosce il
diverso. Il conoscere consiste in un’immagine che il nostro cervello si costruisce a partire
dalle differenze con le cose conosciute→mente umana è imperfetta e limitata.
L’uomo è più intelligente degli altri animali perché è dotato di mani.
DEMOCRITO
Nacque ad Abdera intorno al 460 a.C. e muore intorno al 370 a.C..
Democrito portò le indagini dei presocratici al massimo compimento, attraverso una
spiegazione valida tutt’oggi.
La concezione di natura prese avvio da un’idea del suo maestro Leucippo, egli aveva intuito
che il principio fondamentale della natura si poteva trovare attraverso la distinzione tra
essere e non essere.
Democrito identifica l’essere come una pluralità di elementi materiali che rimangono
immutabili e indivisibili: gli atomi.
Gli atomi, essendo immutabili e indivisibili, sono pieni. Democrito disse, però, che essi si
muovono nel vuoto e che i loro movimenti creano le cose→MECCANICISMO (spiegazione
di tutti i fenomeni attraverso le leggi della meccanica): nozioni di movimento e materia(atomi)
DETERMINISMO: tutto ciò che accade è determinato.
Democrito riesce a far coesistere l’essere e il non essere, perché gli atomi si devono
muovere nel vuoto.
Le caratteristiche fondamentali degli atomi: dimensioni finite e indivisibili.
Gli atomi differiscono tra loro per forma geometrica, per il loro orientamento e per il
loro ordine nello spazio.
Anche gli organismi viventi sono aggregati di atomi particolari, perché il loro movimento
genera calore (che tiene in vita). Finché gli atomi si muovono, quindi, un organismo può
vivere. Il moto degli atomi deriva dalla presenza dell’anima.
Epistemologia: le cose osservate producono dei flussi di atomi che giungono ai nostri sensi,
colpendoli e proiettando nell’anima immagine (eidola) della cosa da cui gli atomi
provengono.
Attraverso le eidola (quindi la percezione), però, non si possono vedere le proprietà reali di
una cosa ma soltanto le caratteristiche→la percezione non ci mette in contatto con la realtà
e quindi alla verità, per cogliere la verità è necessaria una forma superiore di conoscenza: la
ragione (pensiero = eleati).
Per Democrito, la società è uno strumento per favorire la felicità individuale→fine della vita:
felicità individuale→FINALISTA
I sofisti
Il sofista è colui che offre il proprio sapere in cambio di denaro.
Educavano i giovani delle famiglie altolocate e si spostavano da una città all’altra→mercanti
di sapere.
I sofisti devono riuscire a far eccellere e avere successo nella vita politica ai propri clienti
Si interessano di più agli esseri umani e alla vita sociale (no natura) utilizzando il metodo
della razionalità e dell’osservazione.
Ragionano e argomentano sui principi e sul funzionamento della città, in particolare:
● tradizioni→comportamenti individuali
● leggi
● linguaggio→strumento principale per esercitare la propria influenza→arte della
parola
PROTAGORA
Nacque all’inizio del V secolo a.C. ad Abdera.
Fu il maggiore esponente della sofistica.
RELATIVISMO→non ammette verità assolute e principi immutabili, dipende dal punto di
vista.
L'uomo è la misura di tutte le cose: di quelle che sono in quanto sono, e di quelle che non
sono, in quanto non sono.
3 interpretazioni:
● Uomo inteso come un singolo essere umano→l’esperienza che un singolo
individuo fa di una cosa è semplice e veritiera, le caratteristiche dipendono dal
singolo individuo→individualismo
Problema nel campo dei valori (es. punire un innocente ad alcuni può risultare una
cosa buona, ma di fatto è cattiva)
● Uomo inteso come comunità→gli uomini che vivono in comunità possono stabilire
ciò che è giusto e ciò che è sbagliato (attraverso norme e leggi) e questo è valido per
tutti i membri della comunità
Problema nel campo dei valori (es. punire un innocente ad una comunità può
risultare una cosa cattiva soltanto perché è vietato farlo, ma per altre può sembrare
una cosa buona)
● Uomo inteso come l’umanità→l’uomo è in grado di considerare cose giuste e
sbagliata con umanità
La sofistica si pone come un’arte della discussione, capace di rovesciare il rapporto tra
due argomentazioni: l’argomentazione forte può diventare quella debole e l’argomentazione
debole può diventare quella forte→tutto ciò che sembra vero è vero e tutto ciò che sembra
falso è falso→!arte della disputa verbale riguarda la vita pubblica non l’individuo!
Criterio di valutazione per stabilire ciò che è utile agli uomini e alla comunità→arte della
politica fondata sulla giustizia e sulle leggi→per il bene comune.
Protagora era agnostico→accusato di empietà
GORGIA
Nacque a Lentini tra il 485 e il 480 a.C.
Negò che l’essere è→ribaltamento dottrina Parmenide
● L’essere non è perché nulla è ingenerato, infinito e unico e inoltre l’essere per
esistere deve trovarsi in un luogo
● L’essere non è riconoscibile, perché gli uomini possono pensare a cose che
esistono e che non esistono e l’essere non essendo osservabile potrebbe esistere
come no
● L’essere non è comunicabile, perché il linguaggio è formato da parola che fanno
riferimento a dati esterni che sono condivisi da tutti, le apparenze, ma l'essere non è
visibile, dunque non ha nessun significato comunicabile
Siccome il linguaggio non può comunicare l’essere, non è possibile comunicare cosa esiste
veramente, quindi il linguaggio serve a persuadere in modo da portare le persone a
pensare e ad agire in un certo modo→retorica→per il bene dell’individuo

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