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“Così come l'uno ha appreso a sorgere da più cose, così di nuovo dissolvendosi l'uno ne risultano più cose; e
come non cessano di mutare continuamente, così sempre sono immobili durante il ciclo cosmico.”
LA SOLUZIONE PLURALISTA
I filosofi del V secolo ipotizzano una pluralità di elementi come fondamento della natura, evitando la necessità
di trasformazioni per generare le cose. Empedocle li chiama radici, Anassagora semi, Democrito atomi. La
pluralità consente agli elementi di generare tutto componendosi e scomponendosi, mantenendo l'immutabilità.
Gli elementi violano requisiti razionali come unità e immobilità, ma per i fisici pluralisti, la pluralità e la mobilità
non intaccano l'essere degli elementi, non esponendoli al non essere.
2 Empedocle
LO SCIENZIATO POETA
Empedocle, nato circa nel 484-481 a.C. ad Agrigento, fu un instancabile indagatore dei fenomeni naturali, un
medico abilissimo e un autorevole esponente della fazione democratica. Dall'altro lato, venne dipinto come
mago e taumaturgo capace di compiere atti miracolosi, nonché capo di una setta di adoranti discepoli. Fu
simultaneamente uno scienziato e un poeta, ispirandosi a Parmenide e esponendo le sue teorie in forma di
componimento poetico. Dei suoi scritti, circa quattrocento versi ci sono pervenuti, rappresentando il filosofo
presocratico con il maggior numero di frammenti. Questi frammenti si suddividono in due gruppi: i "fisici,"
miranti a spiegazioni razionali della natura, e i "religiosi," che si ispirano all'orfismo e alla filosofia pitagorica,
attribuendo alle creature viventi un'anima immortale destinata a purificarsi mediante reincarnazioni.
LE RADICI
Empedocle sviluppò le sue principali tesi filosofiche nei frammenti "fisici," sostenendo che tutto deriva dalla
mescolanza e separazione di quattro elementi fondamentali: aria, acqua, terra e fuoco. Questi elementi
mantengono la loro identità mentre si muovono nello spazio, congiungendosi e scomponendosi. Empedocle
giustifica l'esistenza di cose mutevoli e transitorie come effetto dei processi di mescolanza e scomposizione
delle quattro radici, sfatando termini come "nascita" e "morte" utilizzati dagli uomini in modo filosoficamente
impreciso.
3 Anassagora
IL SUCCESSO E LO SCANDALO
Nato a Clazomene, in Ionia, intorno al 500 a.C., Anassagora si trasferisce ad Atene nel 462 a.C. Entrato a far
parte della cerchia di amicizie del grande statista democratico Pericle, pubblica un trattato in prosa che
riscuote grande successo. L'ampia diffusione dell'opera si deve in larga misura allo scandalo suscitato dai suoi
contenuti: Anassagora sostiene infatti che «il sole è una pietra e la luna è fatta di terra» (Apologia di Socrate,
26d), sfidando la credenza religiosa dei Greci per cui il sole e la luna erano divinità. Tali tesi procurano ad
Anassagora non soltanto grande popolarità ma anche dure critiche: la campagna denigratoria nei confronti del
filosofo si inasprisce fino al punto che, nel 432 a.C., Anassagora subisce un processo per empietà in seguito al
quale è costretto a lasciare Atene per tornare in Asia Minore, dove trascorre gli ultimi suoi anni e muore
intorno al 428 a.C.
I SEMI
Di questo libro così scandaloso e controverso ci è giunta una ventina di frammenti sotto il titolo *Sulla natura*.
L'obiettivo di Anassagora è spiegare tutto quello che si può osservare in natura - compresi il sole e la luna, gli
esseri umani e la società - in termini di processi di composizione e scomposizione. Secondo Anassagora
questi elementi sono particelle invisibili, infinitamente numerose e infinitamente piccole e divisibili (è possibile
dividere ognuna di esse in parti sempre più piccole senza che ciò ne comporti l'annullamento); egli le chiama
semi. I vari semi si distinguono gli uni dagli altri in base a una qualità specifica: ad esempio, vi sono semi
«dell'umido e del secco, del caldo e del freddo, del luminoso e dell'oscuro» (DK 59 B 4), così come vi sono
semi specifici per tutte le altre qualità riscontrabili in natura.
In ogni cosa vi sono semi di ogni tipo - «c'è parte di ogni cosa» (DK 59 B 11) -, ma vi è una prevalenza
numerica di semi di un certo tipo, e questo fa sì che quella cosa abbia l'aspetto che possiamo osservare. Ad
esempio, nell'oro ci sono anche i semi dell'acqua, e nell'acqua ci sono anche i semi dell'oro, ma una massa
d'acqua ci appare come acqua perché in essa prevalgono i semi dell'acqua, e un lingotto d'oro ci appare come
oro perché in esso prevalgono i semi dell'oro.
L’INTELLETTO COSMICO
Come è possibile che da questi elementi infinitamente piccoli si formino tutte le cose che esistono?
Anassagora ipotizza innanzitutto che la natura abbia avuto origine da uno stato primordiale in cui i semi si
trovavano mescolati e confusi in un unico blocco; poi per spiegare come i semi si siano separati da questo
blocco unitario generando la varietà delle cose, introduce la nozione di intelletto cosmico, in greco *noús*, un
principio ordinatore che imprime un «movimento rotatorio» all'insieme dei semi, determinandone la
separazione. Il *noús* esiste separatamente dai semi: l'intelletto cosmico è una sostanza materiale - qualcosa
che esiste nello spazio e nel tempo, così come i semi -, ma risulta completamente autonomo, non mescolato
con nessun'altra cosa, «solo in sé stesso», e inoltre «è la più sottile di tutte le cose e la più pura» (DK 59 B
12). Nel mondo di Anassagora, l'intelletto è un'eccezione alla regola per cui tutte le cose sono fatte di semi:
l'intelletto è fatto di una sostanza speciale, diversa dai semi, e questo gli permette di agire sui semi ordinandoli
in modo da costituire tutte le cose che esistono.
Questo fermo rifiuto di qualsiasi ruolo delle divinità nella spiegazione della natura è all'origine delle rozze
accuse di empietà in seguito alle quali il filosofo viene processato e deve fuggire da Atene.
4 Democrito
IL PRESOCRATICO FUORI DAGLI SCHEMI
Nato ad Abdera, in Tracia, intorno al 460 a.C., Democrito è di circa dieci anni più giovane di Socrate. Può
sembrare anomalo includerlo tra i filosofi presocratici, specialmente considerando che, dopo la morte di
Socrate nel 399 a.C., Democrito continua a vivere e a scrivere opere filosofiche per circa trent'anni, fino alla
sua morte intorno al 370 a.C. Tuttavia, esiste una ragione importante che giustifica la collocazione tradizionale
di Democrito tra i presocratici, nonostante la sua cronologia: mentre Socrate orienta la filosofia verso nuove
questioni, principalmente sulla condizione umana e la realtà sociale, Democrito prosegue con convinzione le
indagini sulla natura iniziate quasi due secoli prima dai filosofi di Mileto.
ATOMI E VUOTO
La concezione della natura di Democrito parte dall'idea del suo maestro Leucippo, proveniente da Mileto e
giunto ad Abdera dopo un periodo ad Elea. Leucippo, basandosi sulle ricerche dei filosofi precedenti,
suggerisce che si possa affrontare la questione fondamentale della natura, ossia trovare il principio
fondamentale, utilizzando la distinzione tra essere e non essere introdotta dagli eleati.
Leucippo riteneva che questa distinzione dovesse essere liberata dai vincoli eleati per spiegare tutto ciò che
accade nella natura. Democrito sviluppa questa intuizione identificando l'essere con una pluralità di elementi
materiali, chiamati atomi, ognuno con le caratteristiche di immutabilità e indivisibilità. Gli atomi sono piccoli, di
dimensioni finite e non ulteriormente divisibili. Contrariamente agli eleati, Democrito introduce l'innovativa idea
che gli atomi si muovono nel vuoto, generando tutto ciò che esiste nella natura attraverso i loro incessanti
movimenti.
ORGANISMI VIVENTI
Nella visione meccanicistica di Democrito, gli organismi viventi, compresi gli esseri umani, sono aggregati di
atomi. La peculiarità dei viventi risiede nella composizione di atomi il cui movimento genera calore, la base
della vita. Gli organismi si mantengono assorbendo atomi attraverso la respirazione e la nutrizione,
riproducendosi tramite la combinazione di atomi con quelli di un organismo di sesso opposto. Quando il
movimento degli atomi si esaurisce, l'organismo muore. La capacità di movimento degli organismi viventi
deriva da un'anima, anch'essa un aggregato di atomi destinato a morire quando il suo movimento si esaurisce.