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FILOSOFIA ANTICA

SCUOLA IONICA (VII-V SEC. A.C.) à osservazione e studio della natura (physis) e ricerca
dell’archè, ovvero del principio materiale, del sostrato di tutte le cose

- TALETE (Mileto, 640-550 a.C. circa): principio di tutte le cose è l’acqua; perché?
a) Terra concepita come corpo galleggiante sull’acqua e circondato da acqua;
b) Acqua è anima e forma di tutto (“tutte le cose sono piene di dei” = sono tutte
animate);
c) Il nutrimento e i semi di ogni cosa hanno natura umida.

- ANASSIMANDRO (Mileto, 610-545 a.C.): [opera: Sulla Natura] principio di tutte le cose è
l’apeiron (= indeterminato, infinito, illimitato), principio intermedio tra aria e fuoco
concepito da Anassimandro come ingenerato, incorruttibile, immortale, immateriale e
divino; l’apeiron è infinito proprio perché è principio di tutto.
Dall’infinito si generano i contrari (4 elementi?) e tutte le cose nell’infinito sono destinate a
ritornare. Generazione degli elementi attraverso i due processi di rarefazione e
condensazione.

- ANASSIMENE (Mileto, 588-528 a.C.): principio di tutte le cose è l’aria, elemento infinito ma
determinato; attraverso rarefazione e condensazione derivano tutti gli altri elementi. L’aria,
per Anassimene, è divina; è principio di vita (anche l’anima è fatta di ariaàpneuma).

- ERACLITO (Efeso, 540-476 a.C.): [opera: Sulla Natura] principio di tutte le cose è il fuoco
(elemento più mobile); perché?
Opinione basata sui sensi VS Lògos à al di là delle diverse opinioni particolari degli uomini
e delle impressioni dei sensi, esiste un lògos, un punto di vista comune, valido per tutti
Desti (coloro che seguono il logos) VS dormienti (coloro che vivono nel proprio mondo
particolare)
In che cosa consiste il lògos? à nel comprendere che tutta la realtà è governata dalla stessa
legge, la legge degli opposti. Realtà come armonia di cose discordi, di contrari. A governare
la realtà è Pòlemos (“padre di tutte le cose”, “tutto accade secondo contesa”)
Ogni cosa è unita al suo opposto e tutto è in continuo divenire e mutamento (“Tutto scorre”,
“nello stesso fiume non è possibile scendere due volte”). Tutto si trasforma, unità degli
opposti.

SCUOLA PITAGORICA (Magna Grecia, VI-V sec. A.C.) à chi? PITAGORA (Samo, 580-490 a.C.)
fondatore), Ippaso di Metaponto, Alcmeone di Crotone, Archita di Taranto, Filolao (divulgatore degli
scritti di Pitagora); [opere: Sulla natura, Sul governo della città, Sull’educazione].
Principio di tutte le cose sono i numeri + 2 principi supremi, il Limite (pèras) e l’Illimitato (apeiron)
– perché? à serie di corrispondenze e somiglianze osservabili tra le cose + ogni numero è
espressione determinata (=limitata) del rapporto tra due grandezze.
! Concezione materiale del numero à sono materia delle cose e hanno proprietà non solo
matematiche (es. perfezione del 10).
Dal limite e l’illimitato derivano una serie di opposti (dispari/pari, maschio/femmina,
uno/molteplice…).
Universo come cosmo ordinato + “moto dei cieli” (=suono meraviglioso e continuo, impercettibile
all’uomo, derivante dal moto continuo degli astri)
Mertempsicosi à dottrina della reincarnazione dell’anima (presa dai miti orfici); corpo (=tomba
dell’anima) VS anima immateriale à etica ascetica che mira a liberarsi dalle passioni corporee.

SCUOLA ELEATICA à (Campania, Vi-V sec. A.C.)

- SENOFANE (Colofone, 580-480 a.C): [opere: Sulla Natura, Elegie, Silli] principio di tutte le
cose è la terra (“dalla terra tutto viene e tutto vi ritorna”).
Concezione filosofica e razionale del divino (VS concezione antropomorfa): Dio è uno (VS
politeismo), eterno ed immutabile (VS teogonia), immobile ed omogeneo in tutte le sue parti
à forma di panteismo.
Solo Dio ha vera conoscenza, gli uomini solo opinioni.

- PARMENIDE (Elea, 540-? A.C): [opere: Sulla natura] nel proemio dell’opera, racconta di aver
ricevuto una rivelazione à “sentiero del giorno” (=modo in cui stanno veramente le cose)
VS “sentiero della notte” (=opinione degli uomini). La verità consiste nel riconoscere la
necessità di una certa affermazione e l’impossibilità dell’affermazione ad essa opposta à di
ogni cosa si deve dire che è e che è impossibile che non sia (il non-essere non si può né
pensare né dire). Per Parmenide, pensare ed essere sono la stessa cosa.
! Presupposto è che “è” e “non è” siano da intendersi in senso assoluto (=/= Aristotele)
L’essere è a) eterno (il divenire è solo falsa apparenza);
b) uno (la molteplicità non esiste);
c) omogeneo (nessuna differenza interna);
d) finito (compiuto, non manca di alcuna cosa).

- ZENONE (Elea, ?): [opera: Sulla natura] allievo di Parmenide;


inventore della dialettica = procedimento argomentativo che consiste nel dimostrare la
verità di una tesi mediante la confutazione della tesi opposta (riduzione ad absurdum) à
argomenti contro:
a) Molteplicità: 1) se gli enti fossero molteplici, sarebbero allo stesso tempo simili e
dissimili; 2) se gli enti fossero molti, sarebbero allo stesso tempo uno e molteplice
poiché dotati di molti predicati; 3) allo stesso tempo infinitamente piccoli e
infinitamente grandi; 4) enti in numero finito e infinito allo stesso tempo.
b) Divenire/Movimento: 1) argomento della freccia; 2) Achille e la tartaruga.

- MELISSO (Samo, 484-?): [opera: Sulla natura] ripresa tesi parmenidea sull’essere, ma ! per
Melisso, l’essere è infinito (se fosse finito avrebbe principio e fine), unico ed incorporeo.

EMPEDOCLE (Agrigento, 484-424 a.C.): [opere: Sulla natura, Purificazioni] 4 radici di tutte le cose,
che si identificano con i 4 elementi à si mescolano e si separano, si trasformano l’una nell’altra per
formare tutte le cose (non si generano e non si distruggono – niente può nascere dal non essere); +
2 principi, Amore e Odio à portano all’unione e alla separazione.
Concezione ciclica del divenire cosmico: fase di unità (Sfero), disgregazione assoluta e poi ritorno
all’unità;
Teoria della conoscenza sensibile: ogni organo di senso ha le 4 radici (“il simile conosce il simile”);
Metempsicosi: purificazioni, astensione e ascesi per liberare l’anima dal corpo e reincarnazione.

ANASSAGORA (Clazomene, 500-428 a.C.): [opera: Sulla natura] Semi di tutte le cose sono le
omeomerie (particelle simili); i semi si distinguono tra loro per qualità. Nessuna cosa nasce o
perisce, le cose si compongono di cose già esistenti e poi si scompongono. All’inizio tutte le cose
sono mescolate insieme in un “magma originario” à a causa di un moto rotatorio le diverse realtà,
simili tra loro, si separano e si raggruppano. No ciclicità (=/= Empedocle), ma tempo rettilineo à
ritenuto fondatore della historia (=narrazione aperta di eventi).
Perché tale separazione? à intelletto puro (nous), non mescolato, separato dalle altre cose, causa
dell’ordine cosmico, causa motrice come un deus ex machina ( ! non concepito da Anassagora come
causa finale).
Teoria della conoscenza sensibile: “il simile conosce il dissimile”.

ATOMISMO: Chi? à 1) LEUCIPPO (Mileto, V secolo) e 2) DEMOCRITO (Abdera, V secolo): [opere:


1) Sull’intelletto, Grande Cosmologia; 2) Piccola Cosmologia, Sulla natura del mondo, Sull’intelletto,
Sulla natura dell’uomo, Sulle sensazioni].
Teoria degli atomi: mondo composto da pieno (atomi) e vuoto; atomi sono particelle indivisibili,
incorruttibili, eterne, dotate di movimento locale, differiscono tra loro per “misura”, “contatto”
(ordine), “direzione” e peso. Unione di più atomi avviene secondo necessità; movimento di tipo
vorticoso (atomi più grossi al centro che formano la terra).
! Anche l’anima è composta di atomi, anche se di forma diversa.
Dottrina della sensazione: deriva dall’incontro tra gli organi di senso e le immagini (eidola) emanate
dai corpi, immagini fatte anch’esse di atomi. Le qualità sensibili sono soggettive; solo le proprietà
degli atomi quali peso, figura, e velocità sono oggettive. Conoscenza sensibile VS conoscenza
razionale.
Dottrina morale: aspirazione alla tranquillità d’animo grazie alla virtù della temperanza.

IPPOCRATE (Cos, 460-370 a.C.): [Corpus Ippocraticum] Teoria degli umori (sangue, flemma, bile
gialla, bile nera) à malattia come squilibrio umorale e terapia volta al ripristino dell’equilibrio;
importanza di anamnesi (= individuare tutti i fattori possibili legati alla malattia) e diagnosi (=
individuazione della malattia attraverso l’osservazione dei sintomi).
Giuramento di Ippocrate.

SOFISTICA à Fenomeno culturale dell’Atene del V sec.; il termine “sofista” inizialmente designava
i sapienti, poi, con Socrate, inizia ad avere il significato negativo di “imitatore”, “mistificatore della
sapienza a fini di guadagno”.
Il regime democratico di Atene aveva portato alla necessità di saper parlare in pubblico e quindi
all’emergere di arti come eloquenza e retorica che insegnavano l’arte del ben parlare e l’arte di
convincere gli altri. Ripresa anche della dialettica, come arte di confutare.

- PROTAGORA (Abdera, V sec.): [opere: Verità, Dell’essere, Antilogie, Arte eristica] Uomo
come “misura di tutte le cose” = tutte le cose sono relative all’uomo, esse sono come
appaiono ai sensi dell’uomo à relativismo (“tutte le opinioni sono vere”, “su qualsiasi
argomento è possibile fare due discorsi fra loro opposti”, “rendere più forte il discorso più
debole”). No valore contenutistico (è relativo al soggetto), ma valore dipendente dalla
capacità dialettica. Dialettica che degenera nell’eristica (=pura contesa verbale).

- GORGIA (Lentini, V sec.): [opere: Elogio di Elena2, Difesa di Parmenide, Sulla natura o sul non
essere1, Orazioni]
1
L’essere non è à se l’essere fosse avrebbe predicati tra loro contraddittori; essere e non
essere coinciderebbero. Se anche fosse, l’essere non sarebbe pensabile, perché altrimenti
tutto sarebbe vero. Se anche fosse pensabile, non sarebbe comunicabile perché le parole
sono diverse dalle cose (=/= Scuola di elea che affermava l’identità tra pensiero ed essere).
Il logos, la parola, è unica realtà à non c’è altra verità che quella prodotta dai discorsi
persuasivi.
2
il logos è “gran dominatore, che divinissime cose sa compiere”, capace di suscitare qualsiasi
sentimento à innocenza di Elena, soggiogata dalle parole di Paride.

- TRASIMACO: giustizia come utile del più forte (vedi Repubblica di Platone).
- ANTIFONTE: natura VS arte; natura VS convenzione; natura VS legge à ciò che è giusto
secondo la legge è contrario alla natura (es. non danneggiare gli altri).
- CRIZIA: gli dèi sono stati inventati per soggiogare il popolo e fare in modo che gli uomini
obbedissero alle leggi.

SOCRATE (Atene, 469-399 a.C):


- Questione socratica: Socrate non ha scritto nulla àconosciamo il suo pensiero da ciò che
hanno scritto altri autori (Platone, Aristofane, Senofonte); ! quale la testimonianza più
attendibile? Fino a che punto Platone espone il pensiero di Socrate e quando il suo?
- Etica: che cosa rende l’uomo virtuoso? Che cosa è bene per l’uomo? à [Alcibiade I,
Eutidemo, Protagora, Gorgia] per realizzare e perfezionare sé stessi bisogna prima conoscere
sé stessi. Che cosa costituisce il vero sé dell’uomo? L’anima. à In cosa consiste il bene
dell’anima? Salute: corpo= Virtù (aretè): anima à solo la virtù può rendere l’uomo felice. La
virtù principale, sintesi di tutte le altre, è la giustizia (“è meglio subire piuttosto che
commettere ingiustizia; chi la commette rovina la propria anima”). La virtù è il vero bene
dell’uomo e coincide con il suo utile.
Virtù= felicità à quando l’uomo ha raggiunto la sua realizzazione non può non provare quella
pienezza e soddisfazione in cui consiste la felicità stessa.
Virtù= scienza à non si può conseguire la virtù se non si sa in che cosa essa consista à
Intellettualismo etico (chi conosce il bene non può fare il male, se non in modo involontario,
cioè ritenendo che in realtà sia il bene).
- «Che cos’è»: [Repubblica I, Lachete, Eutifrone, Ippia Maggiore] domanda che mira a
conoscere una cosa in generale, la sua essenza (es. cos’è la giustizia? – mira a conoscere il
che cosa renda giuste tutte le azioni definite come giuste, non il caso particolare) àtale
carattere universale non può essere conosciuto con i sensi ma solo con la mente (conoscenza
razionale, unico sapere vero).
Doppio interesse di socrate: 1) morale (rendere virtuosi gli uomini); 2) teoretico (conoscere
l’essenza a partire dai casi particolari- simil procedimento induttivo).
! Socrate non da mai una risposta definitiva alla domanda circa l’essenza.
- Metodo socratico: elementi caratteristicià 1) Dialogo tra Socrate e un interlocutore che idi
solito presume di sapere la risposta alla domanda “che cos’è”; tuttavia Socrate mostra con
2) ironia e con 3) un esame, una messa alla prova della posizione del suo interlocutore, la
falsità della sua opinione; 4) confutazione dialettica della posizione da parte di Socrate à
mira, tramite la confutazione, a mostrare l’insufficienza delle risposte particolari e a
segnalare la necessità dell’universale. 5) Riconoscimento della propria ignoranza (“so di non
sapere”).
- Maieutica: [Menone] (=arte di aiutare a partorire) à la verità è già presente nell’uomo; il
dialogo socratico mira a far partorire tale verità dalla propria mente.
PLATONE (Atene, 428-348 a.C.): [opere sistemate in tetralogie da Trasillo nel I sec d.C.: 34 dialoghi,
Apologia di Socrate, corpus di lettere] – perché sceglie la forma del dialogo? à forma più adatta a
rappresentare le conversazioni socratiche (filosofia come discussione dialettica); ! ipotesi delle
“dottrine non scritte”.
- Intento politico: [Lettera VII] Platone, con il suo pensiero, cerca di influire sulla vita politica
delle città, istruendo cittadini e governanti (l’uomo della polis era cittadino); connessione tra
politica e filosofia à solo la filosofia permette un governo giusto ed etico, un governo che
renda gli uomini migliori (vedi governo dei filosofi).
- Uomo: [Gorgia, Alcibiade I, Fedone] la salute dell’anima consiste nel sapere filosofico, vera
arte politica (VS retorica, arte della persuasione ma senza scienza); l’anima è la parte migliore
dell’uomo, il corpo è carcere dell’anima, la morte è liberazione; l’anima è immortale, esiste
prima di incarnarsi – come dimostra l’immortalità dell’anima? à
a) Concezione ciclica del tempo (vita-morte-vita) e mito orfico della
reincarnazione;
b) Teoria della reminiscenza (ricordo da parte dell’anima delle conoscenze già
apprese – innatismo);
c) Immaterialità (l’anima non può disgregarsi e quindi morire);
d) Essendo principio di vita, non può accogliere il suo contrario, cioè la morte.
- Parti dell’anima: [Fedro] la virtù della giustizia costituisce la salute dell’anima; anima divisa
in 3 parti à 1) anima concupiscente/appetitiva (sede dei desideri)àvirtù della temperanza
2) anima irascibile/impulsiva (sede degli impulsi)à virtù della fortezza
3) anima razionale/intellettiva (sede della ragione)à virtù della sapienza
L’anima realizza la giustizia quando ogni parte realizza la propria virtù. Mito della biga alata.
[Timeo] l’anima razionale ha sede nella testa, quella irascibile nel petto, quella
concupiscente nell’addome. Ci deve essere armonia tra le tre parti, no etica rigorosamente
ascetica (anche i piacere servono).
- Città (Callipolis): [Repubblica] la giustizia è una virtù non solo dell’anima, ma anche sociale
à l’uomo realizza il suo bene anche nel rapporto con gli altri: scienza del bene è la politica.
Gli uomini non sono autosufficienti, per la loro stessa natura sono portati ad entrare nella
società politica. Quando una città è giusta? à quando ognuno realizza il suo compito.
Categorie cittadini: 1) produttori (produzione di beni necessari alla sopravvivenza della città)
2) custodi/guerrieri (difesa esterna e ordine interno della città)
3) governanti (guidano la città alla realizzazione del suo bene)
à governo dei filosofi
In base a cosa i cittadini appartengono ad una categoria? à mito anima di
oro/argento/bronzo;
Quali condizioni per realizzare tale città ( ! utopia - modello a cui tendere)? à a) abolizione
famiglia (per contrastare possibili interessi particolari); b) potere ai filosofi; c) parità tra
uomini e donne nell’educazione; d) comunanza dei beni e dei figli; e) matrimoni decisi dai
governanti; f) bene della città>bene particolare dei singoli; f) educazione completa dei futuri
governanti.
Possibili degenerazioni? à 1) timocrazia (= governo basato sull’onore); oligarchia (=governo
di pochi); democrazia (=governo del popolo).
[Politico] Classificazione diversi tipi di costituzione:
a) Monarchia VS Tirannide. à la costituzione migliore
b) Aristocrazia VS Oligarchia è la monarchia (governo
c) Democrazia (nel rispetto o meno delle leggi) del buon politico
[Leggi] Platone si occupa della “città seconda” (città realizzabili nella storia) à città
governata dalle leggi e costituzione mista (unione degli aspetti principali dei 3 tipi di
governo: concordia, saggezza e libertà).
- Dottrina delle idee: [Fedone, Cratilo] quella che per Socrate era l’essenza, per Platone è
l’idea (eidos), la forma intellegibile, modello, esemplare perfetto (paradeigma) delle cose
particolari. Sono sempre identiche a sé stesse, immutabili, perfette, separate dalle cose
particolari che, invece, sono imperfette, degenerate, mutevoli (es. “uguale in sé” non esiste
in natura, rimane un’idea, un modello a cui le cose particolari tendono). Le realtà sensibili
sono legate alle idee per partecipazione (=hanno qualcosa in comune ma in modo derivato);
ogni cosa può partecipare a più di un’idea. Sede delle idee è l’iperuranio.
Come conosciamo tali idee dato che non sono presenti nella realtà sensibile? à sono
conosciute dall’anima prima dell’unione con il corpo, prima della nascita; la conoscenza che
ne abbiamo assume la forma della reminiscenza (vedi schiavo che scopre da solo il teorema
di Pitagora [Menone]); l’esperienza sensibile è solo occasione per ricordare à innatismo (la
vera conoscenza non è acquisita dall’esterno ma già presente alla nascita).
- Dottrina della conoscenza: [Cratilo, Repubblica] non si può avere vera conoscenza delle cose
sensibili essendo queste mutevoli ed imperfette. Vera scienza è solo quella che ha per
oggetto delle entità immutabili, ovvero le idee à scienza (episteme) = conoscenza delle
idee; la conoscenza delle cose sensibili è mera opinione (doxa).
la scienza è necessariamente vera, stabile, incontrovertibile, ha valore assoluto (“Dio è
misura di tutte le cose”); l’opinione può essere tanto vera quanto falsa poiché mutevole.
Immagine della linea dei 4 gradi di conoscenza:

conoscenza sensibile conoscenza razionale

immaginazione (eikasia) credenza (pistis) ragione (dianoia) intelletto (nous)


(immagini realtà) (cose sensibili) (idee, matematica) (verità indipendente)
(ragionamento) (Filosofia)
Mito della caverna =cammino verso la conoscenza del Bene.
- Idea del Bene: [Repubblica] idea suprema, causa di tutte le altre idee; paragone con il Sole:
come il sole è causa della realtà sensibile, così il bene lo è di quella intellegibile + è causa
della conoscibilità. L’idea del Bene è al di là dell’essere, è principio trascendente; è principio
assoluto (=sciolto da qualsiasi cosa). È oggetto di intellezione (no concezione antropomorfa).
- Amore: [Simposio, Fedro] l’amore è da condannare quando non permette all’anima di
elevarsi verso l’alto, verso la conoscenza vera; tuttavia, in alcuni casi, l’amore permette
all’anima di elevarsi alla contemplazione delle idee: dall’amore per il corpo, all’amore per
l’anima, fino all’amore per il bello in sé. Idea del bello è tutt’uno con l’idea del bene (kalòs
kai agathòs).
Mito dell’androgino
- Arte: distinzione tra diversi tipi di arte, alcuni positivi altri negativi:
+ musica; - epica, tragedia/commedia, arti figurative (pittura e scultura), poesia à perché?
Le arti figurative sono mere imitazioni della realtà sensibile, quindi un’ulteriore
degenerazione rispetto alle idee; tragedia e commedia elicitano troppe passioni e sono un
cattivo esempio dal punto di vista morsale.
- Mito: racconto che si contrappone al logos (=ragionamento), in quanto afferma senza
dimostrare. Usato per: a) parlare di argomenti non passibili di trattazione razionale, in
quanto oltre i limiti della ragione umana (es. mito di Er [Repubblica], destino delle anime
[Gorgia, Fedone], intervento divino nella storia [Politico], origine dell’universo [Timeo]; b)
più persuasivo ed educativo, rende comprensibili ai più le cose, anche se paragonabile
all’opinione.
- Demiurgo: [Timeo] mito sull’origine del mondo (cosmogonia) à 3 ordini di cause del mondo
sensibile: 1) Demiurgo: essere intelligente, attivo, artefice divino, modella la materia per
creare le cose guardando alle idee; 2) esemplari eterni (idee); 3) elementi materiali: sono
eterni e si agitano in modo disordinato prima di essere plasmati dal Demiurgo
! Le cose sensibili non sono vero essere, non hanno consistenza propria, sono immagini delle
idee.

ARISTOTELE (Stagira, 384- 322 a.C): fondatore della scuola peripatetica.


- Opere: Corpus aristotelicum edito da Andronico di Rodi nel I sec. d.C. à comprende le opere
esoteriche (interne, riservate); sono state perdute, invece, quelle essoteriche (destinate
all’esterno della scuola).
- Critica alle idee platoniche:
a) porre un’idea separata per ciascuna cosa aumenta di molto il numero delle realtà
esistenti; + ci deve essere l’idea anche delle cose negative, il che è assurdo.
b) argomento del terzo uomo.
c) L’universale non può esistere separatamente dalla sostanza prima, l’individuo (vedi
categorie aristoteliche).
d) Se sono separate dalle cose non possono essere causa di queste, né del loro divenire,
essendo le idee inerti.
- Quadro delle scienze: scienze divise in:
1. Teoretiche (metafisica, fisica, matematica) à usano un metodo dimostrativo,
studiano il necessario e l’obiettivo è la conoscenza disinteressata;
2. Pratiche (etica, politica) à metodo non dimostrativo, studiano il possibile,
obiettivo è orientare l’agire dell’uomo;
3. Poietiche (arti belle, tecniche) à usano un metodo non dimostrativo, studiano
il possibile, obiettivo è la produzione di opere.
- Logica: [Organon] dialettica come scienza degli universali à non più le idee (“ante rem”),
ma i concetti (esprimono gli aspetti universali delle cose, ma non sono separati da queste;
“in re”). Corrispondenza tra linguaggio-pensiero-realtà: le parole (voci) sono simboli
convenzionali di “affezioni dell’anima” (nozioni), le quali, a loro volta, sono immagini (uguali
per tutti) delle realtà concrete.
La logica è scienza del pensiero e del linguaggio, quindi è una scienza a tutti gli effetti, ma
essa è anche “strumento” per tutte le altre scienze.
1. Teoria del giudizio: [De interpretatione] le parole possono essere nomi o verbi, a
seconda che contengano o meno un’indicazione di tempo; presi da soli non sono né V né
F.
Nome + Verbo = Proposizione à V quando uniscono o dividono termini che significano
cose realmente unite o divise, altrimenti sono F (es. “Teeteto vola”); possono anche
essere né V né F (es. preghiere, ordini, giuramenti). Le proposizioni necessariamente V o
F sono chiamate discorsi apofantici o giudizi. I giudizi possono differire per qualità: essere
affermativi o negativi (contraddittori tra loro- ! due frasi contraddittorie non possono
essere entrambe V “nello stesso tempo” à principio di non contraddizione). Possono
differire per quantità: essere individuali, particolari, universali. Differiscono per
modalità: possibilità (non è ma può essere), contingenza (è ma può non essere),
impossibilità (non è e non può essere), necessità (è e non può non essere).
2. Teoria del ragionamento [Analitici Primi]:
Universale Universale concatenazione di più giudizi= ragionamento.
affermativa negativa
Sillogismo = ragionamento formato da 3 giudizi, di
cui due sono premesse e l’ultimo è la conclusione;
le premesse devono avere in comune un termine,
“termine medio”.
Es. Tutti gli uomini sono mortali;
Socrate è un uomo;
Socrate è mortale.
Deduzione= ragionamento che parte da premesse
universali per giungere ad una conclusione
particolare (! la deduzione non fa acquisire nuove
conoscenze).
Particolare Particolare
affermativa negativa Induzione= procedimento che parte dal particolare
per arrivare a conclusioni generali; ! tale
ragionamento non è infallibile (basta un solo caso
contrario), ma permette di acquisire nuove conoscenze.
La validità di un sillogismo dipende dalla costruzione formale, non dal suo contenuto.
3. Teoria della dimostrazione [Analitici secondi]: la dimostrazione è un tipo particolare di
sillogismo (le premesse sono V, pertanto anche la conclusione deve essere V) à in ciò
consiste la scienza. I principi delle scienze (premesse non dedotte da altre premesse)
sono indimostrabili e possono essere conosciuti non tramite la dimostrazione ma con un
atto intellettivo che parte dalla percezione sensibile (procedimento induttivo); la
ripetizione di percezioni dà luogo all’esperienza.
4. Dialettica: tecnica dell’argomentazione corretta, studio della relazione fra concetti.
Sillogismo dialettico (parte da endoxa ammessi da tutti) VS sillogismo sofistico (parte da
endoxa solo apparenti) VS sillogismo dimostrativo (parte da principi).
5. Dottrina della predicazione: [Topici] 4 diversi tipi di predicazione, cui corrispondono 4
predicabili à
a) Definizione: rapporto di identità con il soggetto, costituita da genere
(predicato più ampio) e differenza specifica (altro predicato che
differenzia le specie del medesimo genere);
b) Genere: predicato più ampio in cui il soggetto rientra;
c) Proprio: predicato che, pur non esprimendo l’essenza del soggetto,
appartiene solo ad esso;
d) Accidente: predicato che può appartenere o meno al soggetto.
Estensione (= numero degli esseri cui fa riferimento un concetto) e comprensione (=
insieme delle qualità caratteristiche di un concetto) à sono inversamente proporzionali;
massima comprensione e minima estensione sono caratteristiche della “specie infima”.
6. Sostanza: specie infima (specie che non ha sotto di sé altre specie) è l’individuo à
sostanza prima, sostanza in senso proprio, non si può predicare di altro ma può solo
essere soggetto di predicazione. Sostanze seconde sono, invece, le specie e i generi à
non esisterebbero se non ci fossero le sostanze prime.
- Fisica: oggetto della fisica sono le sostanze percepibili con i sensi, la natura à analisi dei
principi della natura e del divenire. Per spiegare il divenire bisogna fare riferimento a 3
principi: 1) sostrato (ciò che muta); 2) privazione (carattere mancante); 3) forma (carattere);
es. pezzo di marmo (materia) che diventa una statua di Socrate (privazione e forma).
Da un punto di vista dinamico, la materia è qualcosa che non ha ancora forma, ma ha
possibilità di acquisirla à potenza; la forma, non presente all’inizio, alla fine è pienamente
realizzata à atto. Da ciò la possibilità del divenire, ovvero il passaggio dalla potenza all’atto,
dal non-essere-ancora all’essere-già.
! anteriorità dell’atto rispetto alla potenza, sia secondo la nozione, sia secondo il tempo (in
assoluto), sia secondo la sostanza (prima delle cose corruttibili ci sono quelle incorruttibili
che sono già in atto).
Le 4 cause: affinché avvenga questo passaggio, è necessaria la presenza di un agente, di una
causa efficiente (1) che metta in movimento il processo; il mutamento è comprensibile se
possiede una finalità (telos), che consiste nella realizzazione della forma à (2) causa finale;
altre due cause del divenire sono la causa materiale (3), ovvero ciò di cui una cosa è fatta e
la causa formale (4), cioè il modello, l’essenza necessaria di una cosa.
! nei processi naturali, spesso, causa formale, finale ed efficiente coincidono (es. uomo-
bambino).
Natura = insieme degli enti che hanno in sé la causa del loro divenire (non dipendono
dall’uomo, =/= arte). Arte come imitazione della natura. Tanto nell’arte quanto nella natura,
le cose agiscono in vista di un fine à finalismo (=/= caos degli atomisti) à il fine consiste
nella piena realizzazione della forma, della sua perfezione (entelecheia).
Teoria del movimento: [De generatione et corruptione] 4 tipi di movimento (mutamento):
1. Sostanziale (generazione e corruzione)
2. Qualitativo (mutamento e alterazione)
3. Quantitativo (aumento e diminuzione)
4. Locale (movimento propriamente detto) à di 3 specie:
a) Circolare
b) Dal centro verso l’alto
c) Dall’alto verso il centro
! (a) è movimento caratterizzante delle sostanze immutabili, incorruttibili e ingenerabili
(corpi celesti), è un movimento perfetto. Tali sostanze sono fatte di etere, elemento più
nobile di tutti gli altri. (b) e (c) sono movimenti tra loro opposti e sono propri delle sostanze
corruttibili, soggette al mutamento.
Teoria dei luoghi naturali: ogni elemento tende al suo luogo naturale, determinato dal peso
dell’elemento à (dall’alto al basso) fuoco, aria, acqua e terra. Possono muoversi anche in
altre direzioni se soggetti a moti violenti, contrari alla loro natura.
Universo: per Aristotele l’universo è perfetto, unico, finito (infinito= incompiuto) ed eterno
(+eternità delle forme sostanziali). Non possono esservi altri mondi oltre al nostro.
Spazio e tempo: [Fisica] lo spazio non è concepibile separatamente dai corpi à il luogo è
sempre “luogo di qualcosa”; negazione del vuoto intracosmico ed extracosmico. Il tempo è
misura del divenire delle cose “secondo il prima e il poi”; il tempo necessita di una mente
misurante.
Motore immobile: tutto ciò che è in movimento richiede qualcosa che lo muova à ! rischio
di regressione all’infinito à deve esistere un primo motore, che non può essere mosso, una
causa motrice immobile, che sia già in atto (se fosse in potenza dovrebbe mutare per
raggiungere l’atto). Se non è in potenza, non ha nemmeno materia (potenza=materia vista
dinamicamente) à non è parte della natura à la trattazione, quindi, apparterà alle opere di
metafisica.
Come il motore immobile muove i cieli? à così come si muovono gli oggetti di intellezione
e di desiderio, quindi come un oggetto di amore. Esso muove come causa finale, non come
causa efficiente. Quanti sono? à 56 (come le sfere celesti), in gerarchia tra di loro. Il primo
è quello che muove il “cielo delle stelle fisse”. Di che cosa è fatto? à non può essere fatto
di materia, altrimenti sarebbe in potenza; esso è pensiero. Il pensiero è una forma di vita,
quindi il primo motore è vivente; il pensiero è l’attività più eccelsa e felice (“ognuno di loro
è un Dio”). Che cosa pensa? à l’oggetto più eccelso, cioè sé stesso. È “pensiero di pensiero”.
! =/= Dio della Bibbia: l’universo aristotelico è eterno. Il primo motore non crea, ma muove
soltanto.
Anima: [De anima] è parte della fisica in quanto “calata” nella materia. L’anima è sostanza
che vivifica un corpo, è la facoltà che fa sì che un corpo che ha la vita in potenza raggiunga la
sua realizzazione à anima come principio formale (no opposizione tra corpo e anima).
Funzioni dell’anima: 1) anima vegetativa (nutrizione e riproduzione – piante)
2) anima sensitiva (sensibilità e movimento – animali)
3) anima intellettiva (pensiero e volontà – uomo)
! L’anima è unica, non frazionata. Ha solo diverse funzioni.
Teoria della conoscenza: sensibilità = capacità di provare percezioni attraverso i 5 sensi + un
“senso comune” (percepisce stimoli comuni a diversi sensi). Percezione = passaggio dalla
potenza all’atto sia dell’organo di senso sia della forma dell’oggetto sensibile; deriva dalla
formazione di un’immagine dell’oggetto (phantasma) negli organi di senso, immagine che
può essere trattenuta in memoria e riprodotta con l’immaginazione (phantasia).
! l’immaginazione è una facoltà autonoma rispetto agli oggetti, diversamente dalla
percezione.
Pensiero= formazione dei concetti grazie all’intelletto (nous) à facoltà superiore ai sensi che
coglie la forma intellegibile (l’universale) nell’immagine sensibile degli oggetti. ! è
indispensabile quindi la percezione, senza la quale non ci formeremmo le immagini degli
oggetti à empirismo. Processo di astrazione.
Intelletto attivo = “produttivo”, già in atto, fa passare all’atto le verità o i concetti universali
che sono in potenza nelle cose (paragone con la luce); Intelletto passivo= è in potenza, del
tutto vuoto come una tabula rasa; passa all’atto assumendo su di sé la forma delle diverse
cose (capace di “diventare in qualche modo tutte le cose”).
- Metafisica: =filosofia prima à intesa da Aristotele come: 1) studio delle cause e dei principi
primi; 2) studio dell’essere in quanto essere; 3) studio della sostanza; 4) studio di Dio e della
sostanza immobile. La metafisica non ha per oggetto una realtà particolare ma l’essere in
generale (to òn) à ontologia.
Cos’è l’essere? : “l’essere si dice in molti modi”. Essere come categorie: generi supremi
dell’essere, modi fondamentali in cui la realtà si presenta, ma anche, dal punto di vista logico,
i vari modi in cui l’essere si predica delle cose. Sono 8+2: sostanza, qualità, quantità,
relazione, agire, subire, dove, quanto (+giacere, avere). La sostanza è la categoria
fondamentale poiché tutte le altre la presuppongono à tutti i significati dell’essere hanno
un comune riferimento alla sostanza. La domanda sull’essere si riduce alla domanda “che
cos’è la sostanza?”.
Proprietà universali dell’essere: sono indimostrabili à dimostrazione per confutazione.
1) principio di non contraddizione: “è impossibile affermare e negare lo stesso predicato
dello stesso soggetto nello stesso tempo e nello stesso senso”;
2) principio del terzo escluso: “è impossibile che fra due predicati contraddittori vi sia un
termine intermedio”.
Sostanza: ciò che sussiste di per sé, è una realtà determinata in modo ultimo, è un “questo
qui” à sostanze prime sono gli individui. Costituita di un insieme di materia + forma à
sinolo. La forma fa sì che il sinolo sia quello che è. La sostanza è l’essere dell’essenza (sinolo)
e l’essenza dell’essere (forma).
Cfr. anche sopra: potenza e atto, 4 cause, sostanza immobile.
- Etica: [Etica Nicomachea] scienza pratica che ha fine in sé stessa, ovvero la realizzazione del
bene per l’uomo à il bene dell’uomo è il suo fine. Ogni azione umana è volta a realizzare un
fine. Ci deve essere un fine supremo a cui tutti i fini particolari sono subordinati (altrimenti
regressione all’infinito tra mezzi-fini); questo fine, fine a sé stesso, è il bene sommo o felicità
(eudaimonia).
In cosa consiste la felicità?: nella piena realizzazione della propria forma (differenza
specifica) à forma dell’uomo è l’anima razionale àrealizzare sé stessi significa esercitare la
propria razionalità. ! L’uomo però non è solo forma, ma sinolo à per essere felice deve
curare anche il bene del corpo. Alcuni beni (es. famiglia, salute, denaro,..) non sono la felicità,
ma sono essenziali per conseguirla (=/= ascetismo platonico).
L’anima razionale comprende: a) ragione vera e propria (dianoia) à virtù dianoetiche;
b) carattere (ethos) à virtù etiche.
Virtù etiche: consistono nella “disposizione a scegliere il giusto mezzo adeguato alla nostra
natura, quale è determinato dalla ragione”, tra due vizi opposti (es. coraggio come via di
mezzo tra viltà e temerarietà). La principale virtù etica è la giustizia (=conformità alle leggi).
! la via di mezzo non è una misura uguale per tutti.
Virtù dianoetiche: consistono nell’esercitare la ragione nel modo migliore possibile e sono:
arte (= capacità di produrre un prodotto, techne), saggezza (= capacità di individuare il giusto
mezzo, phronesis), intelligenza (= capacità di cogliere i principi delle varie scienze, nous),
scienza (= capacità di dimostrare le conseguenze a partire dai principi, episteme), sapienza
(= unione di saggezza e intelletto, conoscenza dei principi e delle conseguenze, sophia).
La sapienza è il fine, la saggezza il mezzo. Genere di vita migliore è la vita teoretica, dedicata
alla ricerca e alla contemplazione della verità, modello di vita che ha “carattere divino”. La
felicità, come esercizio della virtù, è accompagnata anche dal piacere.
- Retorica: arte di scoprire ed insegnare i mezzi di persuasione; si serve di procedimenti
argomentativi quali deduzione ed induzione. 3 generi: deliberativo, giudiziario, epidittico.
Poetica: [Poetica] arte di fare poesia, concepita da Aristotele come “imitazione” della realtà
à diversamente da Platone, però Aristotele le conferisce grande valore conoscitivo, che si
colloca a metà tra la storia (semplice descrizione dei fatti particolari) e la filosofia (scienza
che ha per oggetto gli universali). La poesia racconta fatti che potrebbero accadere a
chiunque si trovi in quella situazione (verosimile); i personaggi sono tipi esemplari. Azione
catartica del teatro.
- Politica: [Politica] l’uomo non basta a sé stesso e, pertanto, è naturalmente portato a legarsi
ad un altro individuo e a procreare à famiglia; anche la famiglia non è autosufficiente, si
legano tra loro à villaggio. Per vivere bene, fine dell’uomo e realizzazione della sua natura,
è necessaria la società politica (polis); l’uomo è “animale sociale” (“fuori dalla polis ci sono
solo bestie o dei”). Economia (=studio dell’oikos – famiglia): famiglia costituita da rapporti
di tre tipi: 1) marito-moglie; 2) genitori-figli; 3) padrone-schiavi. La schiavitù, per Aristotele,
è giusta solo quando giustificata dalla natura, ovvero quando gli individui non sanno
governarsi da sé e sono fatti per obbedire ad altri; riconosce tuttavia che essa è un istituto
necessario. Cremastica =arte di procurarsi e gestire i beni necessari per sopravvivere.
Quale la costituzione (politeia), l’ordinamento giuridico, migliore per lo stato? à è la politìa,
via di mezzo tra oligarchia e democrazia, dove tutti i cittadini (! Maschi adulti e liberi)
possono partecipare alla vita politica e candidarsi alle cariche.

FILOSOFIE ELLENISTICHE (VI-I sec. a.C. à ellenismo [Droysen]): filosofie il cui interesse primario
non è la politica, ma l’etica (vedi contesto storico). L’interesse per il bene individuale e per la felicità
del soggetto prende il sopravvento rispetto all’interesse per il collettivo. Tripartizione delle scienze
in logica, fisica e d etica; le prime due sono orientate all’etica e ai mezzi per conseguire la felicità.
Comprendono: stoicismo, epicureismo, scetticismo.

- STOICISMO (III-II sec. a.C.): chiamata così perché i suoi esponenti insegnavano nella Stoà.
Diviso in 3 fasi: stoicismo antico, medio e nuovo.
Chi? à 1) Zenone di Cizio (fondatore, 333-261 a.C.);
2) Cleante di Asso (304-233 a.C.);
3) Crisippo (281-208 a.C., ha dato sistemazione definitiva alle opere stoiche).
Logica: (a) dottrina del criterio della verità (canonica) + (b) logica propriamente detta
(dialettica) à (a) criterio di verità è l’evidenza, che deriva dalle sensazioni; le sensazioni
sono sempre vere in quanto impronta delle cose sull’anima. Le rappresentazioni sono vere
quando esprimono un assenso alle sensazioni, da cui derivano. Le nozioni comuni,
conoscenze di carattere generale alla base delle scienze, derivano anch’esse dalle sensazioni.
(b) la logica si occupa di ciò che può essere significato dal linguaggio, “il detto” (lekton). Si
occupa di concetti, giudizi, sillogismi. ! logica proposizionale ( =/= logica aristotelica: logica
dei termini).
Fisica: richiamo ad Eraclito à realtà come unica materia animata (natura) costituita
fondamentalmente dal fuoco (pneuma divino); tutte le cose si identificano con Dio à
panteismo. Gli altri elementi tanto si sono generati dal fuoco quanto sono destinati a
ritornarvi in una grande conflagrazione à fine del mondo e inizio di un nuovo ciclo (eterno
ritorno). La legge che governa il mondo è la Necessità/Fato/Destino, per cui tutto ciò che
accade, accade necessariamente. Tale legge è razionale, è Ragione/Logos. Nella ragione
universale vi sono i semi (spermata), le ragioni seminali, da cui si sviluppano
necessariamente le cose.
Etica: per raggiungere la felicità l’uomo deve conformarsi alla sua natura, alla sua legge
razionale à “vivere secondo natura” = “vivere secondo ragione”. In ciò consiste la virtù,
unico vero bene. Il male è il vizio. Le altre cose, comunemente dette beni/mali, sono degli
indifferenti: alcuni di questi sono conformi alla natura (es. salute, ricchezza) e questi sono da
preferirsi rispetto a quelli non conformi (es. morte, dolore). Azione perfetta/malvagia =
pratica della virtù/vizio. Azione conveniente (officia= doveri) = azione diretta ad ottenere gli
indifferenti preferibili à i doveri possono essere perfetti o relativi a seconda che mirino alla
virtù o alle cose indifferenti. La felicità coincide con una forma assoluta di tranquillità à
indipendenza dalle cose, atarassia, autosufficienza, impassibilità; come si ottiene? à lotta
contro le passioni, rinuncia alla vita (quasi tutti gli stoici morivano suicidi).
Il rapporto tra gli uomini, considerati tutti uguali tra loro poiché provenienti da un unico
genere, deve essere improntato alla filantropia; unica città universale (cosmopolis) e
obbedienza ad un’unica legge di natura universale (giusnaturalismo).

- EPICUREISMO: chi? Epicuro (Samo, 341-270 a.C.) [opere: Sulla Natura, Lettere], fondatore
del “Giardino”.
Logica: criterio di verità serve per non sbagliarsi nella ricerca della felicità à tale criterio è
l’evidenza; conoscenze vere sono quelle evidenti à sensazioni/percezioni e anticipazioni (=
sensazioni conservate nella memoria grazie alle quali conosciamo in anticipo gli oggetti simili
a quelli già percepiti). Tutte le altre rappresentazioni mentali sono fantasie o supposizioni,
della cui verità non si può essere sicuri.
Fisica: materialismo à le sole realtà esistenti sono i corpi percepibili con i sensi, formati da
aggregati di atomi che si muovono nel vuoto (ripresa di Democrito). Infinito è lo spazio vuoto
e quindi anche l’universo che è formato da un numero infinito di mondi. Causa del
movimento degli atomi è il loro peso (=/= Democrito), per cui tutti gli atomi tendono verso
il basso. Come si originano i corpi? à si ammette una deviazione(clinamen) degli atomi dalla
loro traiettoria, tale per cui gli atomi si scontrano; tale deviazione introduce un margine di
casualità all’interno del determinismo materialista. Anche l’anima è fatta di atomi ed è
pertanto mortale. Le sensazioni derivano dall’incontro tra gli atomi dell’anima e quelle dei
simulacri degli oggetti. Anche gli dei sono fatti di atomi e si trovano negli intermondi.
Etica: criterio per distinguere bene e male è il sentimento, ovvero la sensazione di piacere o
dolore. L’unico vero bene è il piacere (edonè) à ! non il piacere in movimento (fare qualsiasi
cosa) ma nel piacere stabile (catastematico), ovvero nell’assenza di dolore. Nell’anima, il
bene consiste nell’imperturbabilità (ataraxia), resa possibile dalla filosofia. La filosofia è
quadrifarmaco poiché libera gli uomini dal dolore e dai timori che renderebbero impossibile
l’atarassia à 1) timore degli dei (vivono negli intermondi e non si curano delle vicende
umane); 2) timore della morte (quando ci siamo noi non c’è la morte e viceversa); 3)
desiderio di cose non necessarie; 4) timore del dolore (è sopportabile dall’uomo saggio).
Etica di Epicuro non è improntata alla dissolutezza ma all’ascesi.
Rinuncia alla vita politica à “vivi nascosto” per raggiungere l’imperturbabilità tipica della
figura del filosofo-saggio. Coltivare l’amicizia in quanto affetto disinteressato e non
passionale.

- SCETTICISMO: da skepsis = indagine, ricerca fine a sé stessa che non approda mai ad alcuna
verità. Chi? (a) Pirrone (Elide, 365-275 a.C), Timone di Fliunte (Atene, 325.235 a.C., ha messo
per iscritto il pensiero del maestro); (b) Accademia Media: Arcesilao di Pitane (315-241 a.C,
scolarca dell’accademia platonica), Carneade di Cirene (214-129 a.C, platonico).
(a) Le cose sono tutte uguali tra loro à i sensi e la ragione ci ingannano quando ce li fanno
vedere come diversi; le differenze sono apparenti. Non è possibile conoscere la natura
delle cose. Bisogna quindi astenersi da ogni opinione à sospensione del giudizio
(epochè). Sul piano etico ciò conduce all’indifferenza verso ogni cosa e quindi
all’impassibilità.
(b) Non è possibile conoscere nulla à epochè. Nella vita pratica conviene attenersi al
“probabile”, al ragionevole à probabilismo. La ragione non può dimostrare nulla perché
la dimostrazione parte sempre da premesse indimostrabili. Negazione dell’esistenza di
norme in campo etico.

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