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SCUOLA IONICA (VII-V SEC. A.C.) à osservazione e studio della natura (physis) e ricerca
dell’archè, ovvero del principio materiale, del sostrato di tutte le cose
- TALETE (Mileto, 640-550 a.C. circa): principio di tutte le cose è l’acqua; perché?
a) Terra concepita come corpo galleggiante sull’acqua e circondato da acqua;
b) Acqua è anima e forma di tutto (“tutte le cose sono piene di dei” = sono tutte
animate);
c) Il nutrimento e i semi di ogni cosa hanno natura umida.
- ANASSIMANDRO (Mileto, 610-545 a.C.): [opera: Sulla Natura] principio di tutte le cose è
l’apeiron (= indeterminato, infinito, illimitato), principio intermedio tra aria e fuoco
concepito da Anassimandro come ingenerato, incorruttibile, immortale, immateriale e
divino; l’apeiron è infinito proprio perché è principio di tutto.
Dall’infinito si generano i contrari (4 elementi?) e tutte le cose nell’infinito sono destinate a
ritornare. Generazione degli elementi attraverso i due processi di rarefazione e
condensazione.
- ANASSIMENE (Mileto, 588-528 a.C.): principio di tutte le cose è l’aria, elemento infinito ma
determinato; attraverso rarefazione e condensazione derivano tutti gli altri elementi. L’aria,
per Anassimene, è divina; è principio di vita (anche l’anima è fatta di ariaàpneuma).
- ERACLITO (Efeso, 540-476 a.C.): [opera: Sulla Natura] principio di tutte le cose è il fuoco
(elemento più mobile); perché?
Opinione basata sui sensi VS Lògos à al di là delle diverse opinioni particolari degli uomini
e delle impressioni dei sensi, esiste un lògos, un punto di vista comune, valido per tutti
Desti (coloro che seguono il logos) VS dormienti (coloro che vivono nel proprio mondo
particolare)
In che cosa consiste il lògos? à nel comprendere che tutta la realtà è governata dalla stessa
legge, la legge degli opposti. Realtà come armonia di cose discordi, di contrari. A governare
la realtà è Pòlemos (“padre di tutte le cose”, “tutto accade secondo contesa”)
Ogni cosa è unita al suo opposto e tutto è in continuo divenire e mutamento (“Tutto scorre”,
“nello stesso fiume non è possibile scendere due volte”). Tutto si trasforma, unità degli
opposti.
SCUOLA PITAGORICA (Magna Grecia, VI-V sec. A.C.) à chi? PITAGORA (Samo, 580-490 a.C.)
fondatore), Ippaso di Metaponto, Alcmeone di Crotone, Archita di Taranto, Filolao (divulgatore degli
scritti di Pitagora); [opere: Sulla natura, Sul governo della città, Sull’educazione].
Principio di tutte le cose sono i numeri + 2 principi supremi, il Limite (pèras) e l’Illimitato (apeiron)
– perché? à serie di corrispondenze e somiglianze osservabili tra le cose + ogni numero è
espressione determinata (=limitata) del rapporto tra due grandezze.
! Concezione materiale del numero à sono materia delle cose e hanno proprietà non solo
matematiche (es. perfezione del 10).
Dal limite e l’illimitato derivano una serie di opposti (dispari/pari, maschio/femmina,
uno/molteplice…).
Universo come cosmo ordinato + “moto dei cieli” (=suono meraviglioso e continuo, impercettibile
all’uomo, derivante dal moto continuo degli astri)
Mertempsicosi à dottrina della reincarnazione dell’anima (presa dai miti orfici); corpo (=tomba
dell’anima) VS anima immateriale à etica ascetica che mira a liberarsi dalle passioni corporee.
- SENOFANE (Colofone, 580-480 a.C): [opere: Sulla Natura, Elegie, Silli] principio di tutte le
cose è la terra (“dalla terra tutto viene e tutto vi ritorna”).
Concezione filosofica e razionale del divino (VS concezione antropomorfa): Dio è uno (VS
politeismo), eterno ed immutabile (VS teogonia), immobile ed omogeneo in tutte le sue parti
à forma di panteismo.
Solo Dio ha vera conoscenza, gli uomini solo opinioni.
- PARMENIDE (Elea, 540-? A.C): [opere: Sulla natura] nel proemio dell’opera, racconta di aver
ricevuto una rivelazione à “sentiero del giorno” (=modo in cui stanno veramente le cose)
VS “sentiero della notte” (=opinione degli uomini). La verità consiste nel riconoscere la
necessità di una certa affermazione e l’impossibilità dell’affermazione ad essa opposta à di
ogni cosa si deve dire che è e che è impossibile che non sia (il non-essere non si può né
pensare né dire). Per Parmenide, pensare ed essere sono la stessa cosa.
! Presupposto è che “è” e “non è” siano da intendersi in senso assoluto (=/= Aristotele)
L’essere è a) eterno (il divenire è solo falsa apparenza);
b) uno (la molteplicità non esiste);
c) omogeneo (nessuna differenza interna);
d) finito (compiuto, non manca di alcuna cosa).
- MELISSO (Samo, 484-?): [opera: Sulla natura] ripresa tesi parmenidea sull’essere, ma ! per
Melisso, l’essere è infinito (se fosse finito avrebbe principio e fine), unico ed incorporeo.
EMPEDOCLE (Agrigento, 484-424 a.C.): [opere: Sulla natura, Purificazioni] 4 radici di tutte le cose,
che si identificano con i 4 elementi à si mescolano e si separano, si trasformano l’una nell’altra per
formare tutte le cose (non si generano e non si distruggono – niente può nascere dal non essere); +
2 principi, Amore e Odio à portano all’unione e alla separazione.
Concezione ciclica del divenire cosmico: fase di unità (Sfero), disgregazione assoluta e poi ritorno
all’unità;
Teoria della conoscenza sensibile: ogni organo di senso ha le 4 radici (“il simile conosce il simile”);
Metempsicosi: purificazioni, astensione e ascesi per liberare l’anima dal corpo e reincarnazione.
ANASSAGORA (Clazomene, 500-428 a.C.): [opera: Sulla natura] Semi di tutte le cose sono le
omeomerie (particelle simili); i semi si distinguono tra loro per qualità. Nessuna cosa nasce o
perisce, le cose si compongono di cose già esistenti e poi si scompongono. All’inizio tutte le cose
sono mescolate insieme in un “magma originario” à a causa di un moto rotatorio le diverse realtà,
simili tra loro, si separano e si raggruppano. No ciclicità (=/= Empedocle), ma tempo rettilineo à
ritenuto fondatore della historia (=narrazione aperta di eventi).
Perché tale separazione? à intelletto puro (nous), non mescolato, separato dalle altre cose, causa
dell’ordine cosmico, causa motrice come un deus ex machina ( ! non concepito da Anassagora come
causa finale).
Teoria della conoscenza sensibile: “il simile conosce il dissimile”.
IPPOCRATE (Cos, 460-370 a.C.): [Corpus Ippocraticum] Teoria degli umori (sangue, flemma, bile
gialla, bile nera) à malattia come squilibrio umorale e terapia volta al ripristino dell’equilibrio;
importanza di anamnesi (= individuare tutti i fattori possibili legati alla malattia) e diagnosi (=
individuazione della malattia attraverso l’osservazione dei sintomi).
Giuramento di Ippocrate.
SOFISTICA à Fenomeno culturale dell’Atene del V sec.; il termine “sofista” inizialmente designava
i sapienti, poi, con Socrate, inizia ad avere il significato negativo di “imitatore”, “mistificatore della
sapienza a fini di guadagno”.
Il regime democratico di Atene aveva portato alla necessità di saper parlare in pubblico e quindi
all’emergere di arti come eloquenza e retorica che insegnavano l’arte del ben parlare e l’arte di
convincere gli altri. Ripresa anche della dialettica, come arte di confutare.
- PROTAGORA (Abdera, V sec.): [opere: Verità, Dell’essere, Antilogie, Arte eristica] Uomo
come “misura di tutte le cose” = tutte le cose sono relative all’uomo, esse sono come
appaiono ai sensi dell’uomo à relativismo (“tutte le opinioni sono vere”, “su qualsiasi
argomento è possibile fare due discorsi fra loro opposti”, “rendere più forte il discorso più
debole”). No valore contenutistico (è relativo al soggetto), ma valore dipendente dalla
capacità dialettica. Dialettica che degenera nell’eristica (=pura contesa verbale).
- GORGIA (Lentini, V sec.): [opere: Elogio di Elena2, Difesa di Parmenide, Sulla natura o sul non
essere1, Orazioni]
1
L’essere non è à se l’essere fosse avrebbe predicati tra loro contraddittori; essere e non
essere coinciderebbero. Se anche fosse, l’essere non sarebbe pensabile, perché altrimenti
tutto sarebbe vero. Se anche fosse pensabile, non sarebbe comunicabile perché le parole
sono diverse dalle cose (=/= Scuola di elea che affermava l’identità tra pensiero ed essere).
Il logos, la parola, è unica realtà à non c’è altra verità che quella prodotta dai discorsi
persuasivi.
2
il logos è “gran dominatore, che divinissime cose sa compiere”, capace di suscitare qualsiasi
sentimento à innocenza di Elena, soggiogata dalle parole di Paride.
- TRASIMACO: giustizia come utile del più forte (vedi Repubblica di Platone).
- ANTIFONTE: natura VS arte; natura VS convenzione; natura VS legge à ciò che è giusto
secondo la legge è contrario alla natura (es. non danneggiare gli altri).
- CRIZIA: gli dèi sono stati inventati per soggiogare il popolo e fare in modo che gli uomini
obbedissero alle leggi.
FILOSOFIE ELLENISTICHE (VI-I sec. a.C. à ellenismo [Droysen]): filosofie il cui interesse primario
non è la politica, ma l’etica (vedi contesto storico). L’interesse per il bene individuale e per la felicità
del soggetto prende il sopravvento rispetto all’interesse per il collettivo. Tripartizione delle scienze
in logica, fisica e d etica; le prime due sono orientate all’etica e ai mezzi per conseguire la felicità.
Comprendono: stoicismo, epicureismo, scetticismo.
- STOICISMO (III-II sec. a.C.): chiamata così perché i suoi esponenti insegnavano nella Stoà.
Diviso in 3 fasi: stoicismo antico, medio e nuovo.
Chi? à 1) Zenone di Cizio (fondatore, 333-261 a.C.);
2) Cleante di Asso (304-233 a.C.);
3) Crisippo (281-208 a.C., ha dato sistemazione definitiva alle opere stoiche).
Logica: (a) dottrina del criterio della verità (canonica) + (b) logica propriamente detta
(dialettica) à (a) criterio di verità è l’evidenza, che deriva dalle sensazioni; le sensazioni
sono sempre vere in quanto impronta delle cose sull’anima. Le rappresentazioni sono vere
quando esprimono un assenso alle sensazioni, da cui derivano. Le nozioni comuni,
conoscenze di carattere generale alla base delle scienze, derivano anch’esse dalle sensazioni.
(b) la logica si occupa di ciò che può essere significato dal linguaggio, “il detto” (lekton). Si
occupa di concetti, giudizi, sillogismi. ! logica proposizionale ( =/= logica aristotelica: logica
dei termini).
Fisica: richiamo ad Eraclito à realtà come unica materia animata (natura) costituita
fondamentalmente dal fuoco (pneuma divino); tutte le cose si identificano con Dio à
panteismo. Gli altri elementi tanto si sono generati dal fuoco quanto sono destinati a
ritornarvi in una grande conflagrazione à fine del mondo e inizio di un nuovo ciclo (eterno
ritorno). La legge che governa il mondo è la Necessità/Fato/Destino, per cui tutto ciò che
accade, accade necessariamente. Tale legge è razionale, è Ragione/Logos. Nella ragione
universale vi sono i semi (spermata), le ragioni seminali, da cui si sviluppano
necessariamente le cose.
Etica: per raggiungere la felicità l’uomo deve conformarsi alla sua natura, alla sua legge
razionale à “vivere secondo natura” = “vivere secondo ragione”. In ciò consiste la virtù,
unico vero bene. Il male è il vizio. Le altre cose, comunemente dette beni/mali, sono degli
indifferenti: alcuni di questi sono conformi alla natura (es. salute, ricchezza) e questi sono da
preferirsi rispetto a quelli non conformi (es. morte, dolore). Azione perfetta/malvagia =
pratica della virtù/vizio. Azione conveniente (officia= doveri) = azione diretta ad ottenere gli
indifferenti preferibili à i doveri possono essere perfetti o relativi a seconda che mirino alla
virtù o alle cose indifferenti. La felicità coincide con una forma assoluta di tranquillità à
indipendenza dalle cose, atarassia, autosufficienza, impassibilità; come si ottiene? à lotta
contro le passioni, rinuncia alla vita (quasi tutti gli stoici morivano suicidi).
Il rapporto tra gli uomini, considerati tutti uguali tra loro poiché provenienti da un unico
genere, deve essere improntato alla filantropia; unica città universale (cosmopolis) e
obbedienza ad un’unica legge di natura universale (giusnaturalismo).
- EPICUREISMO: chi? Epicuro (Samo, 341-270 a.C.) [opere: Sulla Natura, Lettere], fondatore
del “Giardino”.
Logica: criterio di verità serve per non sbagliarsi nella ricerca della felicità à tale criterio è
l’evidenza; conoscenze vere sono quelle evidenti à sensazioni/percezioni e anticipazioni (=
sensazioni conservate nella memoria grazie alle quali conosciamo in anticipo gli oggetti simili
a quelli già percepiti). Tutte le altre rappresentazioni mentali sono fantasie o supposizioni,
della cui verità non si può essere sicuri.
Fisica: materialismo à le sole realtà esistenti sono i corpi percepibili con i sensi, formati da
aggregati di atomi che si muovono nel vuoto (ripresa di Democrito). Infinito è lo spazio vuoto
e quindi anche l’universo che è formato da un numero infinito di mondi. Causa del
movimento degli atomi è il loro peso (=/= Democrito), per cui tutti gli atomi tendono verso
il basso. Come si originano i corpi? à si ammette una deviazione(clinamen) degli atomi dalla
loro traiettoria, tale per cui gli atomi si scontrano; tale deviazione introduce un margine di
casualità all’interno del determinismo materialista. Anche l’anima è fatta di atomi ed è
pertanto mortale. Le sensazioni derivano dall’incontro tra gli atomi dell’anima e quelle dei
simulacri degli oggetti. Anche gli dei sono fatti di atomi e si trovano negli intermondi.
Etica: criterio per distinguere bene e male è il sentimento, ovvero la sensazione di piacere o
dolore. L’unico vero bene è il piacere (edonè) à ! non il piacere in movimento (fare qualsiasi
cosa) ma nel piacere stabile (catastematico), ovvero nell’assenza di dolore. Nell’anima, il
bene consiste nell’imperturbabilità (ataraxia), resa possibile dalla filosofia. La filosofia è
quadrifarmaco poiché libera gli uomini dal dolore e dai timori che renderebbero impossibile
l’atarassia à 1) timore degli dei (vivono negli intermondi e non si curano delle vicende
umane); 2) timore della morte (quando ci siamo noi non c’è la morte e viceversa); 3)
desiderio di cose non necessarie; 4) timore del dolore (è sopportabile dall’uomo saggio).
Etica di Epicuro non è improntata alla dissolutezza ma all’ascesi.
Rinuncia alla vita politica à “vivi nascosto” per raggiungere l’imperturbabilità tipica della
figura del filosofo-saggio. Coltivare l’amicizia in quanto affetto disinteressato e non
passionale.
- SCETTICISMO: da skepsis = indagine, ricerca fine a sé stessa che non approda mai ad alcuna
verità. Chi? (a) Pirrone (Elide, 365-275 a.C), Timone di Fliunte (Atene, 325.235 a.C., ha messo
per iscritto il pensiero del maestro); (b) Accademia Media: Arcesilao di Pitane (315-241 a.C,
scolarca dell’accademia platonica), Carneade di Cirene (214-129 a.C, platonico).
(a) Le cose sono tutte uguali tra loro à i sensi e la ragione ci ingannano quando ce li fanno
vedere come diversi; le differenze sono apparenti. Non è possibile conoscere la natura
delle cose. Bisogna quindi astenersi da ogni opinione à sospensione del giudizio
(epochè). Sul piano etico ciò conduce all’indifferenza verso ogni cosa e quindi
all’impassibilità.
(b) Non è possibile conoscere nulla à epochè. Nella vita pratica conviene attenersi al
“probabile”, al ragionevole à probabilismo. La ragione non può dimostrare nulla perché
la dimostrazione parte sempre da premesse indimostrabili. Negazione dell’esistenza di
norme in campo etico.