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PERCHE’ NELLE COLONIE?

Perché si avverte quell’apertura tale che permette di concentrare lo sguardo verso altri orizzonti (se vivo in un ambiente dove
non ho l’opportunità di esprimere la mia idea avrò più difficoltà a far nascere un pensiero che per sua natura è libero), questa modernizzazione culturale si
avverte nelle colonie, dove dopo la fine del medioevo ellenico si assiste a un periodo di rinascita che permetterà la formazione di nuove ideologie politiche
con il passaggio dall’aristocrazia alla democrazia.
La filosofia è un’indagine razionale, significa che adotta un metodo logico, al contrario del mito fatto di sola deduzione logica. La filosofia si basa proprio
sull’argomentazione, è analisi= scomporre in minime parti, studiarle per decantare l’argomento di insieme.
SCUOLA IONICA DI MILETO
Nasce nel VI sec. a.C. sulle coste meridionali dell’Asia Minore.
IDEALE: Gli ionici credono che oltre la realtà che appare c’è una realtà eterna ed unica di cui ciò che esiste è una passeggera manifestazione; identificano
questa sostanza con l’archè <<principio>> che determina leggi, forza e materia della realtà.
TALETE: fine VII- VI sec. a.C. Fu politico, studioso e fu anche uno dei 7 Savi (le testimonianze di Platone- pozzo- e di Aristotele- annata di olive- più che
come persona parlano di Talete come simbolo, incarnazione del Savo). Non abbiamo scritti se non quelli di Aristotele che riconosce come propria di Talete
l’idea della terra sopra l’acqua, visto che il principio come acqua risaliva già a Omero che cantava Teti e Oceano come principi della generazione.
ANASSIMANDRO: 611- 610 a.C. fu il primo autore di opere filosofiche ‘’Intorno alla natura’’.
IDEALE: lui parla di apeiron-> pensa che viviamo in un mondo mutante e individuarne l’origine in un principio che sta sulla terra è limitante, qualcosa di
cangiante non può dare origine al tutto, se non si tratta di un principio materiale allora il principio deve avere caratteristiche opposte: indefinito e infinito.
Vede l’archè come un vortice turbinoso dove esiste infinitamente e indeterminatamente il tutto che quindi non ha una propria specificità. La finitezza del
tutto deriva per lui dalla separazione che non è voluta dagli elementi, ma dal principio stesso, che porta alla divisione dei contrari. La legge cosmica che
regola tutto per lui è che: la separazione implica la rottura dell’unità propria dell’infinito dovuta al subentrare dell’opposto: la separazione determina la
condizione propria degli esseri finiti che sono molteplici e diversi e che di conseguenza devono scontare la loro nascita con la morte per tornare all’unità.
Per lui la terra è cubica e gli uomini nascerebbero dai pesci.
ANASSIMENE: l’archè è l’aria a cui attribuisce caratteri del principio di Anassimandro: infinità e movimento incessante, ha cioè le caratteristiche non
proprie di un corpo materiale che per rarefazione e condensazione origina tutto.
PITAGORA: è passato alla storia come un profeta- mago a cui Apollo grazie a Temistoclea (sacerdotessa di Delfi) ha attribuito una sapienza nascosta.
Nacque a Samo per poi venire in Italia. Fu fondatore della scuola pitagorica i cui discepoli lo vedevano come colui la cui conoscenza era inappellabile.
IDEA: l’archè è un numero che lui è una realtà completa visto che non si può far derivare la realtà da una metodologia (come noi lo definiamo), x lui ogni
numero occupa un punto esatto dello spazio per cui è sostanza delle cose, si fondono geometria e matematica perché il numero è un punto (ente
geometrico), quindi ogni figura geometrica (insieme di punti) è numero. Noi sappiamo che esistono numeri pari e dispari che per Pitagora indicano il
disordine e l’ordine che formano il cosmo, questo rende la filosofia pitagorica dualistica (spiega la realtà sulla base della contrapposizione di due principi),
sulla base di ciò nascono le 10 opposizione.
Considerano la terra sferica e confermano l’eliocentrismo; l’anima è armonia degli elementi del corpo; considerano il corpo ‘’soma’’ la tomba ‘’sema’’
dell’anima che deve espiare le proprie colpe, ma ciò è come l’adikia di Anassimandro: ingiustizia che le cose commettono necessariamente l’una contro
l’altra.
ERACLITO: visse a Efeso tra il VI e il V sec. a.C., l’appellativo ‘’oscuro’’ che gli fu dato è spiegato nel tono tagliente della sua opera in prosa ‘’ intorno alla
natura’’. La sua filosofia fa parte della: gnosologia, cioè si chiede come l’uomo arrivi alla conoscenza.
IDEA: l’uomo tante volte è di fronte a una realtà che non è totalizzante, non tutti sono capaci di andare a fondo, infatti: la conoscenza è il modo di
approcciarsi alle cose, il primo approccio che abbiamo con le cose mi fornisce una conoscenza parziale, la conoscenza va infatti per gradi che mi portano
fino a un livello superiore a cui però non tutti arrivano.
TEORIA DEL DIVENIRE: <<panta rei>> tutto con il tempo è soggetto a cambiamenti, come la corrente di un fiume, questo concetto si concretizza nel
concepire il fuoco come principio di tutto (mobile e distruttore), tutto nasce da fuoco con il processo all’ingiù (il fuoco si condensa e diventa acqua e poi
terra) e tutto muore con la ‘’via ll’in su’’ (la terra rarefacendosi si fa acqua e poi fuoco).
LOGOS: è costituito dal caos della lotta degli opposti che determina la razionalità, il logos è in tutto quindi si ha una visione panteistica di Dio-tutto.
ELEATICI Si chiedono come può essere definito l’essere che prima di tutto è una coniugazione verbale a cui associamo qualcosa che esiste: essere vivente.
SENOFANE: vive nel 580 a.C. girovagando per la Grecia. critica l’ideale antropomorfa religiosa perché non permette di arrivare alla considerazione del
principio unico, perché per lui le cose devono avere caratteristiche proprie che non possono essere quelle degli dei, piuttosto crede in una sola divinità
diversa dagli uomini e che si identifica con l’universo: Dio- tutto immortale che non nasce o muore.
PARMENIDE: scrive un trattato ‘’sulla natura’’ di cui ci rimangono circa 150 versi.
IDEA: si basa sull’affermazione: <<l’essere è e non può non essere; il non essere non è e non può essere>> ovvero: noi possiamo riferirci solo all’essere he
conosciamo e che quindi sappiamo esserci, non possiamo riferirci all’essere di cui non conosciamo l’esistenza. Occorre verificare anche i principi di identità
e non contraddizione.
Parmenide costruì le caratteristiche che descrivono l’essere che deve essere: imperituro, ingenerato, eterno, immutabile, immobile, unico, omogeneo e
finito. Individua due vie attraverso cui conoscere l’essere: 1. Verità (aletheia); 2. Opinione (doxa). L’opinione fallace si forma quando includo la possibilità
che il non essere possa esistere, mentre l’opinione plausibile esclude il non essere: anche se guardo l’alternarsi del giorno e della notte a me appaiono
diverse perché li guardo con gli occhi dell’opinione fallace, ma se riuscissi ad intraprendere la terza via che mi conduce effettivamente alla via della ragione
mi accorgo che il non essere non è, e quindi non esiste
Contesta le cosmogonie, perché la lotta tra due cose opposte si annulla, perché non si ha la molteplicità, ma l’unità.
ZENONE: per dimostrare vere le teorie del suo maestro Parmenide riduce all’assurdo le dottrine che ammettono la molteplicità e il mutamento attraverso
l’uso della dialettica che consiste nel considerare vere le considerazioni degli avversari per poi renderle false sul piano logico, ma non perché le si
dimostrano sul piano logico allora sono vere anche nella realtà.
PARADOSSI:
argomenti contro la pluralità:
1. Se le cose fossero molte sarebbero al tempo stesso: - finite: non possono essere né più né meno di quante sono quantitativamente;
- Infinite: tra due cose ne esiste una terza e tra loro ne esistono infinite altre.
2. Se le cose fossero composte da molte unità possiamo distinguere due casi in base alle unità:
 Se le unità sono senza grandezza allora le cose non avrebbero misura;
 Se le unità sono con una grandezza allora le cose sarebbero fatte da infinite unità con infinite grandezze.
Argomenti contro il movimento:
1) Stadio: se parto dall’estremità di uno stadio per raggiungerne l’opposta prima di arrivare da un punto A ad un punto B dovrò passare per il punto
C che sta tra A e B, ancora prima devo passare per il punto che sta tra A e C, e prima ancora devo passare per altri punti che stanno tra la mia
posizione e la posizione da raggiungere, quindi: non si possono percorrere in un tempo finito infinite parti dello spazio.
2) Achille: Se Achille e una tartaruga fanno una gara dove Achille concede alla tartaruga del vantaggio
perché sa che lui è molto più veloce della tartaruga alla fine a causa di questo piccolo vantaggio Achille
non raggiungerà mai la tartaruga. Secondo un’esposizione matematica:
diciamo A0 il punto di partenza di Achille e T0 il punto di partenza della tartaruga:

Quindi: posta
l’infinita divisibilità
dello spazio, un corpo che si muove in esso non potrà mai raggiungere la propria metà perché dovendo
percorrere gli infiniti punti di cui si compone lo spazio dovrà impiegare tempi infiniti
3) Lo stadio: in uno stadio un punto va ad una certa velocità e simultaneamente al doppio di essa a
seconda se in relazione a un punto fermo o ad un punto con la sua stessa velocità ma con verso opposto. È stato fatto un esempio moderno:
se considero tre treni A, B, C con velocità: va=100km/h; vB= 100k/h; vc=0km/h e considerando che B ed A si muovono di verso opposto otteniamo
che:
 rispetto ad A il treno B ha velocità di 200km/h
 rispetto a C il treno B ha velocità di 100km/h
MELISSO:
SPARTA E ATENE
Nel Peloponneso abbiamo lo sviluppo di due grandi città: Sparta e Atene.
Sparta e Atene sono vicine e distanti allo stesso momento perché: hanno un’organizzazione politica e giuridica molto diversa, e anche le loro aspirazioni
sono diverse.
SPARTA rappresenta il predominio nel Peloponneso tra l’8 e il 7 sec., dopo due lunghe guerre contro la Messenia che ridurrà allo stato di schiavitù e contro
la Laconia; inoltre intorno al 6° sec. a.C. risale la lega peloponnesica che riconosce la potenza di Sparta.
Sparta è uno stato totalitario e militarizzato che mira alla formazione militare dei cittadini maschi che sin dalla tenera età sono costretti a una formazione
militare, al fine di formare un forte esercito in grado di difendere Sparta in caso di scontri, ciò viene affermato nella costituizione di Licurgo (9-8 sec.a.C.) su
cui si basa l’organizzazione giuridica della poleis.
ISTITUZIONI:
A Sparta c’erano 2 re ereditari che venivano controllati nel loro operato da 3 istituzioni fondamentali:
1. Euphori;
2. gherusia (consiglio degli anziani composto da 28 membri+ gli stessi re);
3. apella (assemblea popolare di cittadini che godono di diversi diritti).

La SOCIETà è costituita da vari ceti sociali:


- Spartiati-> gli ‘’Uguali’’ sono dei cittadini che hanno riconosciuta la pienezza dei loro diritti, a questi
appartengono un numero ridotto di guerrieri e discendenti dei Dori (popolazioni che avevano avviato il processo di colonizzazione, erano
piuttosto forti e potenti ma poi acquisirono vari riconoscimenti anche sociali da parte dei Greci);
- Perieci-> abitati dei villaggi della Laconia (zona periferica) erano ritenuti coloro che non godevano di diritti politici e spesso erano artigiani;
- Iloti-> popolazione della Messenia, spesso rappresentavano la parte dei servi della gleba che erano anche proprietà dello Stato;
Abbiamo una società che per certi versi adotta le istituzioni moderne della poleis che non concentra il potere unicamente nelle mani di un sovrano, ma
cerca di operare un controllo nei confronti di questo sovrano attraverso la realizzazione di istituzioni che ne possano delimitare il potere.
ATENE Rispetto a Sparta rappresenta una città molto più libera ideologicamente, perché è una monarchia che poi verrà sostituita da un regime
aristocratico, inoltre atene sarà caratterizzata soprattutto da un processo di democratizzazzione di cui il maggior promotore sarà Pericle.
ISTITUZIONI: e c’è un’organizzazione politica del territorio condivisa attraverso:
- assemblea dell’ecclesia-> assemblea generale che inizialmente è ristretta ai nobili, poi i cittadini
dell’Artica divisi in 10 tribù.
- Tribunale dell’areopago-> organismo formato dagli arconti, dagli strateghi e dal tribunale
popolare dell’eliea;
- Bulé-> consiglio di 500 membri;
Anche in questo caso abbiamo la strutturazione di una società orientata verso la formazione di una poleis,
anche se si tratta pur sempre di situazioni arcaiche che avvengono in queste piccole realtà, in piccole città
stati.
COSTITUZIONI: Ad Atene a differenza di Sparta ci sono diverse costituzioni che pian piano si alternano nel
tempo, mentre Sparta si concentrava solo sulla costituzione di Liturgo.
Solone (594- 593):
- cerca di attuare una riforma per la schiavitù e per i deboli;
- costituisce una costituzione timocratica;
- organizza la società secondo 4 classi di censo che vengono definite in base ai loro possedimenti e in base alla loro rendita agraria;
- instituisce l’eliea: tribunale popolare.
Dopo Solone abbiamo la costituzione di Clistene che:
- cercò di spezzare e frammentare il potere dei nobili dividendo l’Attica in 10 tribù;
- cerca di rappresentare l’interesse di tutte le classi cittadini: ogni tribù è costituita da tre nuclei
- territoriali (trittie) fra loro separati (città, regione
- costiera, interno);
- cerca di eliminare il potere politico dei clan (i territori erano spesso divisi in villaggi con capi che in qualche modo Clistene cerca di bloccare per
evitare che il potere sia troppo frammentato).

L’ideale su cui si fonda la democrazia ateniese sono alcuni concetti fondamentali:


 Isonomia= uguaglianza di tutti davanti la legge;
 Isogoria= uguale possibilità di parlare e far parte dell’assemblea.
La poleis ha rappresentato la possibilità di una partecipazione politica all’attività di governo, i diritti politici sono riservati ai cittadini maschi adulti, e sono
escluse le donne, gli stranieri (meteci) e gli schiavi, naturalmente a questa democratizzazione si arriva in maniera diluita nel tempo.
TRIBUNALI:
- La giustizia è amministrata dai cittadini attraverso le giurie popolari, di varia entità, da 200 a 1000 membri.
- Ogni anno 6000 cittadini vengono sorteggiati, in rappresentanza delle tribù, per far parte delle giurie.
- La partecipazione alle giurie popolari permette ai cittadini di conoscere le leggi della città.
- I tribunali sono anche un’importante manifestazione della vita politica. Le deliberazioni dell’Assemblea possono essere impugnate davanti a un
tribunale, la cui decisione è inappellabile.
DEMOCRAZIA MODERNA E PASSATA:
L’idea moderna di democrazia è molto diversa da quella dell’antica Grecia.
 Sul piano della partecipazione ai diritti politici, ad Atene ampie fasce
erano escluse (donne, stranieri, per non dire degli schiavi).
 L’acquisizione piena di questi diritti è un fenomeno piuttosto recente,
nelle democrazie moderne.
 Sul piano dei meccanismi in cui si esprime la rappresentanza, la
democrazia ateniese era diretta, mentre le democrazie moderne
sono rappresentative. Oggi la sovranità popolare si esprime in primo
luogo con la scelta dei rappresentanti del popolo nelle assemblee
parlamentari.
 Altra caratteristica fondamentale delle democrazie moderne è la
separazione dei poteri.

La vittoria contro i Persiani diede ad Atene un altissimo prestigio presso i Greci,


nonostante il valore degli Spartani nelle battaglie di terra, era stata la supremazia navale ateniese a portare alla vittoria, come ben capì Erodoto, mentre
Atene si proiettava verso un futuro di potenza marittima, Sparta manteneva una condizione di potenza regionale.
Temistocle era convinto che presto Atene e Sparta sarebbero entrate in conflitto, fu per questo che ebbe inizio un processo di fortificazione di Atene e
Pireo, al punto che nel 477 a.C.: istituzione della Lega delio-attica, vale a dire un’alleanza difensiva e offensiva permanente che raccoglieva intorno ad
Atene le città della Ionia e molte isole dell’Egeo.
RIFORMA DELLE ISTITUZIONI DEMOCRATICHE: Le istituzioni democratiche di Atene furono riformate in senso radicale per opera di Efialte e poi di Pericle.
Efliante: nel 462 a.C. fece trasferire i poteri di controllo sulla formazione delle leggi dall’Areopago all’Assemblea e al Consiglio. Inasprimento della lotta
politica che porto all’assassino di Efliante.
A Efliante succedette Pericle che ne proseguì il processo di democratizzazzione attraverso:
 Estensione del metodo del sorteggio nella scelta dei magistrati, con esclusione degli strateghi.
 Introduzione di un’indennità ai cittadini che ricoprivano cariche pubbliche.
 451 a.C. limiti alla cittadinanza: è cittadino solo chi ha entrambi i genitori cittadini.
Anche sul piano della politica estera Pericle fu molto importante infatti:
 consolidò l’egemonia di Atene sulla Grecia, fondò nuove colonie di cittadini ateniesi (le cleruchie);
 fortificò il Pireo;
 trasferì ad Atene il tesoro della Lega di Delo che si trasformò così in un impero ateniese.
Con il tesoro della lega di Delo, Pericle avviò un grandioso piano di lavori pubblici:
 Ricostruzione dell’Acropoli: Partenone (dedicato alla protettrice della città) e Propilei, l’accesso monumentale alla collina sacra.
 Ricostruzione del santuario di Eleusi e di altri templi nell’Attica.
 Fu decisa la costruzione del tempio di Atena Nike e dell’Eretteo (realizzati dopo la morte di Pericle).

Atene e Sparta sono anche notevolmente diverse tra di loro, e queste le condurrà a instaurare un conflitto sempre maggiore che nascerà non solo dal
modo di decifrare e di interpretare la realtà anche secondo costumi differenti: abbiamo visto un’Atene molto più aperta e di contro abbiamo visto una
Sparta molto più chiusa in un governo autoptico e a volte oligarchico, ma sicuramente tirannico e questo Sparta lo dimostra già nell’impronta educativa
che cerca di fornire perché lo scopo è creare una società militarizzata che possa portare questa cittadina all’apice e possa portare Sparta ad ingrandirsi non
solo in Grecia, ma di diventare una realtà fortificata e pronta ad affrontare ogni guerra ed è quello che accadrà con Atene.
Le due città tenteranno di convivere pacificamente, fino a quando gli interessi economici e politici le porteranno ad uno scontro che sarà nel 430 a.C.
Le cause del conflitto vengono divise in 2 gruppi:

CARATTERISTICHE DEL CONFLITTO:


 Due fasi di durata circa decennale (432-421 e 413-404 a.C.) separate da un periodo di pace precaria.
 Guerra totale, perché le due potenze erano al culmine della potenza e perché quasi tutta la Grecia fu coinvolta nel conflitto.
 Combattimenti su molti fronti: Peloponneso, Grecia centrale e settentrionale, Egeo e Asia minore, Sicilia.
 Lunga guerra di logoramento, con poche battaglie campali decisive.
 Scontro ideologico fra oligarchia e democrazia, con uno sfondo etnico nel contrasto fra mondo dorico e mondo ionico.
 La guerra del Peloponneso offrì il soggetto alle Storie di Tucidide, che inaugurò un metodo storico rigoroso, che ne fa il primo esempio di
storiografia scientifica.
FASI DELLA GUERRA:
1° fase: La tattica impostata da Pericle era piuttosto prudente: evitare gli scontri in campo aperto e puntare sulla superiorità navale, ma nel 429 a.C., nel
corso di un’epidemia che travolse Atene, Pericle morì e il suo successore alla guida del demos, Cleone, impose una tattica aggressiva che portò a gravi
disastri.
Pace di Nicia: alleanza militare cinquantennale, mai applicata, durante la quale:
- Sparta ristabilisce il dominio sul Peloponneso, Atene rafforza il suo dominio nella Calcidica e il controllo delle Cicladi.
- Occupazione ateniese dell’isola di Melo, culmine della brutalità dell’imperialismo ateniese.
- Il tentativo di espansione in Sicilia nel 415 a.C. si risolve in un disastro per gli Ateniesi.
2° fase:
 Nel 413 a.C., con l’occupazione di Decelea, gli Spartani riprendono l’iniziativa.
 Molte città abbandonano l’alleanza con Atene, resta fedele Samo.
 Con l’aiuto della Persia, gli Spartani allestiscono una flotta.
 La democrazia ateniese entra in crisi. Vengono posti limiti al potere decisionale del Consiglio.
 411 a.C.: colpo di stato oligarchico ad Atene, istituzione del regime dei Quattrocento e limiti all’accesso alle cariche pubbliche.
 Sommossa della flotta a Samo e ripristino della democrazia (410 a.C.).
 405 a.C. svolta decisiva: il comandante spartano Lisandro cattura la flotta ateniese a Egospotami. Resa di Atene.
 Dure condizioni di pace imposte ad Atene: abbattute le fortificazioni, consegnata la flotta da guerra, abbandonati i possedimenti fuori dall’Attica.
 Atene non viene condannata alla distruzione, ma deve darsi una costituzione oligarchica: è il regime dei Trenta tiranni.
FRAMMENTAZIONE DELLA GRECIA:
- Sparta si dimostrò inadeguata a mantenere l’egemonia sulla Grecia.
- La Persia impose al mondo greco la “pace del Re” (387 a.C.): la Persia rientrava in possesso delle città greche dell’Asia minore e tutte le poleis
venivano dichiarate autonome.
- Breve periodo di supremazia tebana dopo la vittoria a Leuttra (371 a.C.) contro gli Spartani.
- Nel 362 a.C. le città greche firmarono una “pace comune” che lasciava la Grecia in uno stato di estrema frammentazione.
- Nella seconda metà del IV secolo a.C. fu il regno di Macedonia a prendere il sopravvento sul mondo greco grazie all’azione del re Filippo II.
- Approfittando dei conflitti intestini, Filippo allargò i suoi domini alla penisola Calcidica e alla Grecia settentrionale e infine, nella battaglia di
Cheronea (338 a.C.) sconfisse i Tebani e s’impadronì della Grecia centrale.
- Divenuto capo della lega panellenica, Filippo si preparava alla guerra contro la Persia, quando fu ucciso.
PLURALISTI Vengono definiti filosofi della <<fiusis>>, si concentrano soprattutto sulla natura e su quale sia il principio fondante, si tramanda che abbiamo
scritto molte opere tutte con lo stesso titolo ‘’sulla natura’’.
La filosofia dopo Parmenide si occupa di ‘’salvare i fenomeni’’ cioè:
- Ripensare la natura in forme nuove;
- Ristabilire il legame tra logos e natura;
- Non confinare il mondo sensibile fuori dall’essere e dalla verità (tutti coloro che verranno dopo cercheranno di evidenziare che la realtà materiale
può sì essere apparente, però nello stesso tempo si riflette sul fatto che se noi lo percepiamo deve in un qualche modo esistere, bisogna vedere
come l’apparenza del mondo sensibile può entrare a far parte dell’essere, cioè: inizia una ricerca nuova (fino ad ora abbiamo detto che esiste una
realtà apparente e una di fondo), posso osservare le cose con due prospettive: andare oltre o fermarmi alle cose apparenti, ma non perché non
vado oltre il resto non esiste! Parmenide aveva quasi denunciato la capacità sensibile dell’uomo che si ferma solo alla parte apparente, ma il
fatto che esiste quell’altra realtà significa che io devo cercare di vederla, ma la realtà sopra ESISTE e mi può dare un primo input alla
percezione della realtà, i fisici pluralisti ristabiliscono la possibilità di vedere il mondo sensibile, ma pur sempre con la possibilità di vedere nel
mondo sensibile il principio delle cose, quindi loro affermano che: la realtà sensibile è un aspetto della realtà, quindi se parto dalla realtà
sensibile è un aspetto peculiare della realtà che devo comunque andare a scoprire)
I pluralisti riescono a conciliare il principio filosofico Eracliteo del ‘’tutto scorre’’ e la teoria opposta di Parmenide secondo cui l’essere deve essere
immutato.
Eraclito oltre alla sua teoria per cui la conoscenza si raggiunge per livelli e l’idea per cui gli uomini si dividono in dormienti e svegli, abbiamo visto parlava di
una ‘’teoria del divenire’’ secondo cui tutto con il tempo è soggetto a cambiamenti.
Al contrario Parmenide nega questo concetto di ‘’tutto scorre’’ perché per lui >>l’essere è e non può non essere>> e cambiando finirebbe per diventare un
non essere, quindi da all’essere le caratteristiche di un essere immutato, innato, imperituro, ecc…
I pluralisti riescono a conciliare questi principi talmente opposti parlando di ‘’elementi’’ e ‘’composto’’; di base i pluralisti affermavano che:
gli elementi hanno caratteristiche dell’essere Parmenideo, ma nel momento in cui vengono uniti da una forza esterna per formare ciò che noi vediamo,
quindi il composto, questo assume caratteristiche dell’essere Eracliteo, arrivano quindi alla conclusione per cui <<nulla nasce, nulla si distrugge ma
tutto si trasforma>>, perché concepiscono l’unione come nascita e la disgregazione come morte.
ANASSAGORA: nasce a Clazomene nel 496. Per lui il principio di tutto è il seme che contiene tutto di tutto.
 I semi sono definiti da Aristotele omeomerie, cioè simili, questo perché i semi sono qualitativamente diversi: in ognuno c’è la qualità di tutte le
quindi sono simili, ma c’è una qualità che emerge rispetto un’altra.
 I semi sono infinitamente divisibili, Anassagora infatti rifiuta il concetto di grandezza minima e massima, questo perché il grande e il piccolo sono
relativi e non assoluti.
L’identificazione del seme come elemento generatore sicuramente deriva da osservazioni biologiche, questo perché: così come il nutrimento dell’uomo
serve alla formazione di tutti gli organi dell’uomo, contiene quindi il nutrimento per tutto, allo stesso modo i semi devono contenere il tutto per formare le
singole cose.
La forza responsabile della formazione o divisione del composto generato dai semi è il Nous; principio ordinatorio, intelligente, capace di regolare il vortice
da cui si origina il movimento cosmico (le cose ruotano vertiginosamente, e la forza del nous li fa uscire da questo vortice e le compone), è un’intelligenza
ordinatrice che non si trova nelle cose ma le ordina, quindi è una forza esteriore alle cose.
Teoria della conoscenza: Noi conosciamo le cose perché <<il simile conosce il dissimile>>, cioè: la conoscenza avviene nel momento in cui incontro
qualcosa di opposto a me, conosco una cosa se la metto a confronto con il suo contrario.
Es. conosco il giorno e ne conosco le specificità mettendolo a confronto con il suo contrario: la notte. Come conosco il bello senza il brutto? Se ci sono gli
opposti posso fare una differenziazione specifica
EMPEDOCLE: nasce ad Agrigento nel 490- 430 a.C. Anche lui parla della molteplicità, in particolare fa riferimento alle 4 radici: fuoco, terra, acqua e aria che
unendosi o distruggendosi danno origine alle cose.
Le forze che permettono questa azione sono l’amore e l’odio che sono due forze opposte che si avvicendano.
Dall’avvicendamento dell’amore e dell’odio si origina un ciclo cosmico secondo cui: nel momento in cui si ha l’alternarsi di queste forze noi abbiamo la
vita, ma si possono realizzare momenti un cui prevale l’amore (spero) o in cui prevale l’odio (caos) , in questi due casi allora non c’è vita, perché le 4
radici originano la vita solo nel caso della contesa tra amore e odio.
Teoria della conoscenza: la conoscenza si attua dal fatto che <<il simile conosce il simile>> noi conosciamo una cosa perché ne siamo attratti, l’attrazione
che proviamo deriva dal fatto che questo qualcosa ha caratteristiche simili alle nostre, questo perché i corpi emanano degli effluvi, è come se dai corpi si
staccassero delle influenze che vanno a colpirci nel momento in cui presentiamo caratteristiche simili a quelle del corpo che ha emanato gli effluvi.
Attraverso gli organi di senso riconosciamo la presenza degli elementi nelle cose.
La conoscenza avviene perché tra l’uomo e le cose si incontra la similitudine
DEMOCRITO: nasce ad Abdera nel 460 a.C. Considera gli atomi, cioè quelle particelle non infinitamente divisibili che non differiscono qualitativamente ma
quantitativamente (possono essere di diversa forma, grandezza ecc…) ma comunque sia sono le realtà ultime della materia oltre le quali io non posso
andare, perché dividere l'atomo all'infinito per Democrito significherebbe arrivare al punto di non essere, e il non essere per lui non esiste, o meglio: il non
essere non esiste come qualcosa a prescindere dall'atomo che è la realtà ultima, ma anche prima, delle cose. Per lui oltre l’atomo non c’è nessuna realtà.
Per Democrito il pieno si deve muovere in qualcosa di diverso da sè, la materia (nel significato di atomo) deve muoversi in uno spazio definito dal vuoto.
L'uomo è fatto anche di anima così come di corpo, e questa è formata da atomi con una natura ignea (natura che ha poco di materiale, che sfugge alla
materialità), quindi diversa da quella degli atomi materiali.
Tutta l'impostazione democritea si basa sul materialismo di fondo, pensa l'anima come qualcosa che mantiene la natura materialistica dei corpi, la pensa
come costituita da atomi che differiscono dal punto di vista però dagli atomi del corpo.
Conoscenza Processo meccanico. Secondo Democrito posso avere una conoscenza oggettiva e una conoscenza soggettiva delle cose. La conoscenza
soggettiva mi permette di recepire le qualità riguardanti gli oggetti, perché queste qualità si disperdono dagli oggetti stessi e mi vengono incontro. La
sensazione (conoscenza sensibile) è prodotta nell'anima dall'effluvio di elettroni che colpiscono l'anima e interagiscono con gli atomi dell'anima.
N.B. MATERIALISMO → concezione secondo cui la materia insieme al vuoto (necessario affinché la natura si componga) è l'unica sostanza e l'unica natura
delle cose: pensare che tutto ciò che c'è è costituito da materia
MECCANICISMO → metodo che mi consente di spiegare le cose in virtù delle cause efficienti naturali che le producono indipendentemente dal concetto di
scopo: il movimento di qualcosa è determinato dalla cosa stessa.
Il meccanicismo di oppone al:
FINALISMO → metodo che consiste nello spiegare la realtà mediante la nozione di fine o scopo o progetto divino: il movimento della cosa è determinato
da qualcosa che sta al di fuori della cosa stessa.
SOFISTI: erano intesi come sapienti nel senso antico della parola ovvero: ‘’sophistess’, sinonimo di ‘’sophos’’ il cui significato era quello di chi sa e sfrutta il
proprio sapere per rendere abili gli uomini nelle proprie mansioni.
I sofisti erano sapienti per professione, essi facevano della sapienza una mansione lavorativa, la sfruttavano quindi non per un accrescimento conoscitivo
personale o collettivo, ma piuttosto ne facevano uso a scopo di lucro, ciò porto a una demonetizzazione del sapere, tanto che si parla di mercificazione del
sapere, o addirittura di prostituzione del sapere, i sofisti erano ritenuti artigiani del sapere.
Il fatto che fossero ritenuti degli ‘’artigiani della conoscenza’’ rappresentava una svalutazione sociale e morale, perché fino ad allora si riteneva che il
sapiente fosse colui che si avvicinasse alla pratica epistemiologica conoscitiva del sapere se non altro per un arricchimento personale o collettivo, ma non
per lucrarne.
La concezione sofistica:
 viene associata all’illuminismo gotico, che è un movimento culturale nato nel XVIII sec. in Europa e che, così come la sofistica, frutta la critica del
passato per ottenere una liberazione in nome della ragione;
 riconosce il valore formativo del sapere arrivando alla cultura intesa come formazione globale di un individuo;
 è portatrice di concezioni panelleniche e cosmopolitiche: essendo i sofisti viaggiatori aiutano l’ampliamento della mentalità greca attraverso la
conoscenza della molteplicità dei costumi e con la rinuncia all’assolutizzazione dei modi di vita greci.
L’obbiettivo dei sofisti era quello di insegnare a qualcuno l’arte della discussione, l’arte della dialettica, e dare quegli strumenti che sarebbero serviti ai
soggetti interessati per poter mostrare in maniera artificiosa degli argomenti inerenti a quel determinato momento, ma anche convincere, lo strumento
che usano è la retorica, cioè l’arte della parola e del saper organizzare un discorso che deve avere come obbiettivo principale quello di convincere l’altro
che le proprie idee fossero vere.
I soggetti a cui i sofisti si rivolgevano erano i politici di allora, perché l’organizzazione interna della poleis stava cambiando (prima nella gestione interna
della poleis le decisioni importanti erano prese dai ceti gentilizi, ma con la democratizzazione cominciano a comparire dei nuovi organismi (apella,
gherusia, ecclesia) delle quali abbiamo pian piano visto la partecipazione di alcuni rappresentanti delle classi sociali che fino ad ora erano state escluse,
quindi l’affare pubblico inizia a diventare un fatto di tutti e non solo di pochi eletti.
Una volta che alla politica partecipa dai singoli cittadini significa che in seguito ad un’evoluzione contestuale cambiano le esigenze, e in quel tempo ad
Atene stava avvenendo questa rivoluzione, quindi c’era bisogno di queste figure, che per quanto condannate, per quanto criticate diventavano quasi
fondamentali.
TEMATICHE DEI SOFISTI
CIVILTà E PROGRESSO: nella sofistica si ha un primo abbozzo di ‘’teoria della civiltà’’ visto che già dal V sec. a.C. si inizia a concepire la storia come
progresso (si cerca di trovare l’emergere dell’animalità primitiva e la costituzione in società) che si oppone alla storia come regresso (mito esiodeo del
progressivo decadimento dell’umanità).
Queste teorie manifestano come Atene al tempo dei sofisti sia innalzata al concetto di civiltà intesa come sforzo progressivo di modifica dell’ambiente
naturale e sociale a vantaggio dell’uomo. I vari filosofi hanno una diversa concezione di questo tema:
 Per Protagora: l’uomo si differenzia dagli animali perché supera le proprie debolezze entrando in società e creando le ‘’tecniche ’’ (complesso di
arti mediante le quali si trasforma il mondo circostante a proprio vantaggio) che da sole non bastano perché serve la ‘’tecnica delle tecniche’’
cioè la politica (arte di vivere tutti insieme in città) concepita da Protagora come qualcosa che riguarda tutti gli uomini
<<se non tutti si è agricoltori, commercianti ecc… si è almeno tutti abitanti della poleis e quindi cittadini>>
Questa concezione riflette: la condizione storica e democratica di Atene che rendeva tutti i cittadini partecipi alla vita politica producendo una necessità di
cultura politica.
 Per Prodico di Ceo: 470/ 460 a.C. è ottimista sulle possibilità umane ed esalta il lavoro come via che conduce gli uomini alle più alte conquiste; in
Ercole al bivio sostiene una concezione dell’esistenza come sforzo.
 Per Antifone: vede gli uomini come condizione e scopo della società, inoltre accenna alla concordia tra gli uomini.
 Platone: l’uomo non può salvarsi senza l’arte meccanica e senza l’arte del vivere insieme, come raccontato ne ‘’il Protagora’’:
‘’Una volta plasmati gli animali gli dei affidarono a Prometeo e ad Epimeteo il compito di distribuire le facoltà agli animali.
Epimeteo diede agli animali una qualità appropriata affinché nessuna specie si spegnesse ma piuttosto affinché tutti si mantenessero, ma diede le
qualità agli animali irragionevoli lasciando gli uomini senza, così Prometeo rubò ad Efeso e ad Atena il fuoco e l’abilità meccanica per farne dono
all’uomo grazie a cui diede vita alle arti, ma mancava la politica.
Zeus mandò Ermes a portare il rispetto e la giustizia a cui tutti dovevano partecipare come deciso da Zeus’’.
LA RELIGIONE: la diversa concezione della religione segna la rottura con la visione sacrale dell’esistenza propria della Grecia antica, pone inoltre le basi per
un umanismo basato sulla consapevolezza dell’uomo che indipendentemente da una forza divina è lui che costruisce il suo mondo.
- Protagora: prima forma di agnosticismo per cui Dio non è né affermabile né negabile poiché non si possiedono gli strumenti mentali adeguati per
ammetterne o escluderne l’esistenza.
- Prodico di Ceo: parla di come l’uomo abbia divinizzato gli aspetti della natura che gli permettono di vivere, cioè gli dei sono proiezione dell’utile e
del vantaggio, questo afferma l’origine umana del fenomeno religioso.
- Crizia : si manifesta la denuncia del carattere strumentale della religione, inventata e usata dai potenti come strumento di controllo
IL PROBLEMA DELLE LEGGI indipendentemente da come i diversi filosofi lo intesero, rappresenta lo schema teorico che starà alla base della filosofia
giuridica occidentale e delle ‘’Dichiarazioni’’.
Le leggi e l’uomo: si passa dalla concezione della legge come derivazione divina (già messa in crisi con la democratizzazione di Atene basata sul dibattito
che traduce la deliberazione delle leggi) al loro carattere umano e sociale, i sofisti si interrogano su: cosa porta gli uomini a rispettare le leggi?
 Per Protagora: poiché la società esiste solo se c’è la coesistenza delle tecniche e della politica l’uomo è portato a rispettare le leggi perché
altrimenti non ci sarebbe la società e quindi l’uomo stesso;
le leggi e la natura : per i filosofi precedenti a Protagora esiste una distinzione tra legge e natura.
 Ippia di Elide: per primo distingue le leggi naturali immutabili (valida sempre e ovunque per tutti) che uniscono gli uomini dalle leggi umane
mutabili che invece divide e tiranneggia gli uomini;
 Antifone: ritiene accettabile solo la legge della natura (intesa come spinta verso il giovevole e la concordia che la legge della città annulla) ,
mentre quella umana è opinabile.
Le leggi dei potenti:
o Trasimaco di Calcedonia: vede la pretesa giustizia come <<l’utile del più forte>>, ovvero ritiene le leggi uno strumento con cui i potenti si
proteggono e tutelano;
o Crizia: per cui le leggi sono ‘’paraventi’’ con cui ricavano protezione i potenti che per farle rispettare inventano il timore degli dei;
o Callicle: secondo lui la legge della natura si identifica e deve identificarsi come <<il diritto del più forte>>, mentre le leggi civili sono mezzi di
difesa inventati dai deboli per difendersi dai potenti;
o Licofrone e Alcidamante: approfondiscono il tema dell’uguaglianza fino ad affermare che la distinzione tra liberi e schiavi è dovuta a un arbitrio
convenzionale, perché tutti gli uomini sono uguali per natura.
LA PAROLA: nel loro argomentare i sofisti utilizzavano:
 Macrologia (il discorso lungo) ->doveva essere molto articolato per evitare obiezioni e per renderlo il più completo possibile;
 brachilogia (discorso breve) ->doveva essere pungente e breve per distruggere le posizioni degli avversari.
Aspetti della retorica:
Eristica: modalità generale di argomentare che ricorre alle tecniche più opportune e che non necessariamente va alla ricerca della verità a cui
talvolta rinuncia già in principio, l’obbiettivo unico è convincere la gente;
Antilogica: o ‘’discorso doppio ’’ è l’arte di esporre una tesi a un’altra, affinché si contraddicano o escludano l’un l’altra, si attuava nel seguente
modo: si assume in modo provvisorio la tesi dell’avversario, le si oppone una tesi contraria che la escludeva o contraddiceva costringendo
l’interlocutore ad abbandonare o quantomeno modificare la propria tesi. Questa tecnica viene definita come una scarsa serietà filosofica, in
realtà manifesta profonde considerazioni filosofiche
Dialettica: dialogo e confronto con un avversario in quanto arte di argomentare in modo formalmente ineccepibile allo scopo di persuadere
l’interlocutore, indipendentemente dai contenuti espressi. L’arte retorica dei sofisti viene apertamente condannata da Paltone il quale crede che
la dialettica deve essere corretta anche dal punto di vista dei contenuti espressi
IL PROBLEMA CON IL LINGUAGGIO: i sofisti analizzarono il legame tra linguaggio, verità e realtà.
Per i filosofi antichi il problema non si poneva, tanto che si considerava vera l’equazione: pensiero= essere= verità; i sofisti invece mettono in crisi il
rapporto tra il linguaggio e la verità e la realtà dell’altro.
In Gorgia la triade: essere- pensiero- linguaggio viene smontata perché la parola perde tutti i valori rivelativi della realtà assumendo sempre maggiore
autonomia, visto che non esistono altre modalità di giudizio extralinguistiche la parola diventa ciò che tutto può, la retorica diventa arte della suggestione
e della persuasione anzicché arte del ben parlare.
I sofisti si chiesero se il linguaggio avesse una natura convenzionale o naturale, questa discussione segnò il passaggio da una fase acritica a una fase critica.
FILOSOFI SOFISTI:
PROTAGORA: nacque ad Abdera nel 490 a.C. e subì l’influenza di Eraclito.
Dice sostanzialmente che <<l’uomo è misura della realtà e della non realtà di tutte le cose>>. La sua indagine viene interpretata in maniera differente in
base al significato che si da al termine uomo o al termine cosa, ci sono 3 teorie:
1. l’uomo è il singolo e le cose sono gli oggetti percepiti=> le cose vengono percepite in maniera differente in base agli individui;
2. l’uomo è l’umanità e le cose sono la realtà generale=> le cose sono percepite in base a parametri della specie;
3. l’uomo è la comunità e le cose sono i valori=> le cose sono percepite in maniera diversa in base alla ‘’mentalità’’ del gruppo di appartenenza.
4. Le 3 teorie precedenti nascono per essere considerate contemporaneamente e non separatamente.
Globalmente considerata la teoria di Protagora è intrinseca di 3 concetti molto importanti che sono:
 Umanismo-> ogni sistema di pensiero che indentifica nell’uomo- anzicchè in entità al di fuori/ al di sopra di lui- la ‘’misura’’ delle cose, ovvero il
criterio di giudizio di ciò che si afferma o nega intorno alla realtà;
 Fenomenismo-> dal greco <<phainomenon>>= ‘’ciò che si manifesta’’ indica tutte le teorie secondo cui non potendo conoscere le cose per come
sono in sé stesse, ma solo per come si manifestano a noi, il mondo riveste i caratteri di un semplice fenomeno, ovvero di una realtà tale solo in
rapporto a colui che la apprende e al modo in cui lo si fa;
 Relativismo-> afferma che non esistano verità assolute, tutto è influenzato da elementi soggettivi.
In uno scritto intitolato ‘’Ragionamenti doppi’’ si dimostra come non esistano realtà assolute concludendo col dire che <<se si chiedesse al popolo di
scegliere una legge secondo loro bella non se ne salverebbe nemmeno una>>, questo perché ognuno ritiene giusta la legge che ricopre i propri interessi,
questa affermazione potrebbe portare alla dottrina del ‘’tutto è giusto’’, in realtà però Protagora credeva in un principio di scelta basato sull’ utilità
pubblica e privata , dove per utile si intende il bene della comunità e del singolo, diventando una legittimazione delle teorie stesse, si passa così a una
concezione umanistico- storicistica della verità.
Essendo però i sofisti dei ‘’propagandisti della verità’’ e quindi dell’utile, utile che viene impartito agli aristocratici per gestire la vita politica, non bisogna
definire i sofisti come strumenti del potere, perché loro sceglievano l’utile in base al benessere comune della poleis.
GORGIA: nacque nel 485 a.C. in Sicilia e morì a circa 107 anni in Tessaglia, fu allievo di Empedocle. Operò in diverse città della Grecia, tra cui Atene.
Rispetto a Protagora presenta una teoria ed una dottrina definita piuttosto pessimista perché soprattutto nei confronti delle possibilità conoscitive
dell’uomo Gorgia nutre molte perplessità ed è molto diffidente.
Le sue 3 tesi fondamentali sono enunciate nell’opera ‘’sul non essere’’
1) Nulla esiste: ipotizziamo che l’essere esiste: può esistere l’essere, il non essere o l’essere e il non essere insieme. Il non essere non esiste,
dunque la seconda e la terza opzione le eliminiamo perché l’essere che non è essere non è.
Se l’essere esiste potrebbe essere o eterno, o generato o generato ed eterno insieme.
Se l’essere è eterno significa che non ha un principio, quindi se è eterno è infinito, ma se è infinito significa che non ha limiti, non ha una
terminazione spaziale, quindi non è definito nello spazio: non è in un luogo, pertanto non è essere.
Se l’essere è generato deve derivare da qualcosa che non è non essere. Se l’essere fosse generato dall’essere significherebbe che già l’essere
esiste, quindi sarebbe eterno e si tornerebbe al caso di prima.
Se l’essere non è generato e non è eterno significa che non c’è quindi: nulla esiste
COMMENTO: Gorgia non nega la realtà, nega piuttosto la pensabilità logica dell’essere e in particolare la struttura metafisica ricercata dai
presofisti.
2) Se anche qualcosa esiste, non è conoscibile dall’uomo : la mente umana non è corrispondenza biunivoca perfetta con la realtà, dunque: il
pensiero non si adegua alla realtà e la realtà non si adegua al pensiero, vuol dire che c’è uno scarto tra mente e pensiero. Così come tutto quello
che l’uomo pensa non è realtà allo stesso modo la realtà non è adeguatamente conoscibile dalla mente umana. Non c’è possibilità di
conoscere la realtà poiché la mente umana non è adeguata alla conoscenza della realtà perché c’è uno scarto tra mente umana e realtà.
COMMENTO: Parmenide non solo aveva detto che l’essere era e non poteva non essere, aveva detto che l’uomo sarebbe arrivato a conoscere
l’essere perché per lui non esisteva differenza su piano ontologico e logico, quindi per lui nel momento in cui ne conosco la caratteristica
principale: l’esistere=< lo posso comunicare e pronunciare, ma per Gorgia c’è una differenza tra piano logico e piano del pensiero, Gorgia diche
che se la realtà esiste dovremmo conoscerla attraverso la mente ma non è possibile, perché se pensiamo spesso al non essere significa che la
mente non rispecchia a pieno la realtà o che la realtà non si rispecchia nel pensiero.
3) Se è anche conoscibile, è incomunicabile agli altri : il linguaggio non è la realtà perché questo non esprime in maniera adeguata la realtà.
COMMENTO: Se la realtà esistesse e se fosse conoscibile bisognerebbe comunicarla attraverso il linguaggio che è inadeguato perché tra realtà e
linguaggio esiste uno scarto.
QUINDI il messaggio più profondo di Gorgia è lo scetticismo metafisico cioè la persuasione dell’impotenza umana a parlare dell’essere e delle strutture
ultime del reale che porta all’esclusione di ogni: metafisica, cosmologia o teologia e alla sfiducia della capacità conoscitive della nostra mente
Visione tragica della vita: Gorgia considera l’esistenza come qualcosa di irrazionale e misterioso, Gorgia è convinto che le azioni umane spesso non sono
espressione di una precisa decisione dell’individuo, ma diche che tante volte l’individuo si fa trainare da forze superiori rispetto a lui come ad esempio il
fato, la parola, l’amore ecc.. come enunciano ne ‘’l’encomio di Elena’’.
L’encomio di Elena: Elena va via a Troia con Paride, lasciando il marito, da qui nasce la guerra di troia, però nel caso specifico Gorgia tenta di togliere tutte
le colpe ad Elena per diversi motivi, passi del testo in cui è evidente la volontà di Gorgia sono:
<<ho distrutto quella parola d’infamia di una donna, ho tenuto fede al principio postomi all’inizio del discorso, ho tentato l’ingiustizia e l’infondatezza di
un’opinione, ho voluto scrivere questo discorso che possa a Elena d’encomio a me di gioco dialettico’’
Secondo Gorgia la colpa è da dare a vari elementi:
- Agli dei che influenzano Elena che non può resistere alla loro forza;
- Al rapitore (Paride) che la porta via con la forza;
- Alla parola poiché Gorgia non individua verità assolute, quindi da molta importanza all’influenza della parola;
- All’amore (Eros) che si può individuare come una divinità, si torna quindi al discorso che non si può resistere alla volontà degli dei;
- Per non parlare dell’amore in sé, ma considerarlo come conseguenza, la colpa si può dare alla vista che può ammaliare Elena.
SOCRATE: Nasce ad Atene nel 470 a.C. circa da uno scultore ed una levatrice (ostetrica), partecipò anche alla vita militare combattendo le guerre di
Potidea, Delio e Anfipoli venendo definito da Simposio di Platone come insensibile al freddo e alle condizioni anche nei momenti più duri e difficili, inoltre
si tenne lontano dalla politica attiva dedicandosi a pieno alla sua vocazione: filosofia intesa come scoperta continua di sé e degli altri.
Si allontana dai canoni ellenici per cui bello è sinonimo di saggio, al contrario lui è più simile ad un sileno (figura mitologica che si dedicava al culto di
Dionisio dai tratti disarmoniosi), per questo sarà associato ad una razza di mare che crea confusione in chi la incontra.
Il problema delle fonti: non ci resta alcuno scritto di Socrate che decise personalmente di non scrivere nulla non perché non ha nulla da dire, ma perché
crede che la filosofia deve essere una ricerca continua nei confronti della verità, e secondo lui mettere per iscritto qualcosa significa in un qualche modo
definirla, significa darle una concettualizzazione di fondo delimitante, che delimiterebbe una ricerca successiva, quindi se formalizzo un’opinione significa
che voglio arricchire quel concetto di una sorta di universalità che secondo Socrate non posso andare a ricercare.
 Aristofane (le nuvole): più che una descrizione corretta fornisce una critica verso Socrate che viene definito un <<chiacchierone perdigiorno>>,
però è l’unica opera ad essere stata scritta quando ancora Socrate era in vita, fornisce un quadro chiaro del contesto storico in cui si forma la
figura di Socrate;
 Policrate (accusa contro Socrate): attacca da ‘’sinistra’’ Socrate concordando con Aristofane sull’accusa di corruzione dei giovani;
 Senofane (opera giornalistica): moralista e predicatore a tinte macchiettistiche= presentazione umile;
 Platone: immagine tradizionale di Socrate;
 Aristotele: scopritore del concetto
L’assenza di testi di Socrate definiscono un problema storico visto che ogni fonte definisce Socrate in maniera diversa, dunque ogni fonte è da intendere
come un’interpretazione di Socrate la cui figura risulta essere un enigma, ma così si rischia di inceppare in un dogmatismo storico opposto al tradizionale
contro cui si può controbattere affermando che:
1. Non si sa né tutto né niente;
2. Dire che la sua figura è stata interpretata non significa dire che ne abbiano inventati caratteristiche;
3. Attraverso l’unione delle diverse fonti si può giungere ai concetti base;
4. Ciò che viene prima di Socrate è conosciuto, da queste conoscenze si possono ricavare i concetti nuovi introdotti da Socrate;
Socrate viene definito anti- sofista per eccellenza, ma questa definizione è errata, poiché Socrate è vicino ai sofisti per:
1. Interesse all’uomo;
2. L’atteggiamento di mettere tutto in discussione;
3. Dialettica e paradosso
Ma è lontano dai sofisti per: (con il metodo induttivo è ancora più chiara la lontananza)
a. Rifiuto a ridurre la filosofia come vuota concettualizzazione;
b. Far partorire gli uomini della propria verità.
Quindi nel definire Socrate è necessario parlarne come collegato ai sofisti perché è figlio e avversario della sofistica.
La ricerca di Socrate: Socrate afferma ‘’so di non sapere’’ nel momento in cui viene riconosciuto il più sapiente dall’oracolo di Delfi. Questa affermazione è
un monito che Socrate muove agli altri, a coloro che sono convinti di possedere verità assolute, non sapere significa riconoscere le proprie limitazioni,
significa capire che le idee personali non sono assolute, ed in questo va contro i sofisti, per insegnare la retorica con lo scopo di convincere l’altro della
propria idea, questo metodo per Socrate è assolutamente sbagliato, ma non è da intendere come un arresto della ricerca, al contrario è un incito ad
indagare entro le proprie limitazioni, e questo si collega all’agnosticismo di Gorgia e Protagora.
Il metodo: si compone di una pars destruens (parte demolitrice) e di una parte costruens (costruttoria):
1. Ironia si deve partire da una verità di base: so di non sapere a cui si giungeva nella pars destruens in cui usa il dubbio come arma e la
confutazione come tecnica: Il dialogo fine a fare avvenire la ricerca spesso verteva sulla definizione, per usare l’ironia (eironeia ‘’simulazione’’ o
‘’dissimulazione’’) con cui iniziava ad incalzare con altre domande funzionali a demolire la definizione data in prima battuta e facendo cadere
l’avversario il quale alla fine della discussione si trovava titubante.
Prima di tutto Socrate era un educatore, quindi prima ancora di trasmettere solamente le nozioni cercava di formare l’uomo, dandogli un invito alla
ricerca, perché non basta solo un sapere nozionistico, ma ne serve anche uno di tipo conoscitivo.
2. Maieutica: Socrate sappiamo essere figlio di un’allevatrice: metaforicamente Socrate transla il significato di questa azione materna a quello che
è il significato che per lui ha la filosofia ed il sapere: per Socrate insegnare significa far partorire la verità, con questo intende dire che la verità
non è fuori da noi, ma dentro di noi e lui ci aiuta a partorire il nostro personale punto di vista., rendendo la conoscenza una conquista personale:
‘’la vera educazione è autoeducazione’’.
Molla di questo processo è la domanda ‘’ti esti?’’ cos’è, a cui Socrate pretendeva risposte coincise e svuotate da ogni virtuosismo tipico delle
macrologie dei sofisti, prediligendone piuttosto le brachilogie.
Lo scopo era duplice:
- Negativo: mettere l’interlocutore in difficoltà;
- Positivo: il fine è far ragionare per cercare la propria verità.
Si evince come il suo metodo sia induttivo: da una serie di definizioni date si giunge a un’affermazione generale che permette di fissare il concetto (ogni
contenuto mentale in grado di fissare in modo valido le note essenziali di una realtà) che resta però allo stato esigenziale di una precisazione linguistica che
lo allontana dai sofisti.
MORALE DI SOCRATE: nuova concezione della virtù (areté è genericamente è una qualunque eccellenza di qualcosa, in riferimento all’uomo è il modo
ottimale di essere uomo che per Socrate è la pratica comune del bene con cui l’uomo consegue il bene) come ricerca e scienza.
 Virtù come ricerca= sofisti;
 Come scienza: seguendo l’illuminismo greco del 5° secolo sottopone la vita al dominio dell’intelletto perché essere uomo significa saper fare
filosofia, ovvero riflettere criticamente sull’esistenza. Secondo questa percezione non esiste nemmeno il bene ed il male, il sapere sta proprio in
questo: sapere quando è giusto o no fare qualcosa’’;
 La virtù è unica ed interiore, assommabile alla ragione;
 Eudemonismo: la virtù è un calcolo ragionato per rendere la nostra vita più felice;
paradossi:
- Chi pecca lo fa involontariamente
- Meglio subire che commettere il male
Accuse contro socrate:
- Intellettualismo etico: da troppa importanza alla ragione, all’intelletto senza considerare le emozioni umane;
- Formalismo etico;
- Relativismo.
Importante è l’aplogia di Socrate (dat) dove racconta le fasi salienti del processo a Socrate, ed è un testo molto importante.
Le accuse che gli vegono mosse furono sia per empietà che per corruzione dei giovani.
Socrate verrà accusato addirittura di aver provocato in qualche caso l’ira degli dei (si tratta di periodi duri caratterizzati dalla peste e dalla guerra del
Peloponneso), quindi gli accusatori pongono in Socrate il problema fondante di un percorso negativo che la cottà sta attraversando, e questo anche per
rafforzare il concetto dell’empietà.
PLATONE
È strettamente collegato a Socrate, questo rapporto deriva dal fatto che Socrate fu suo maestro.
Vive in un momento storico particolare: Socrate visse lo splendore di Pericle ma anche l’inizio della guerra nel Peloponneso che portò alla sconfitta di
Atene che nel 430 verrà sconvolta anche dalla peste che porterà alla decimazione della popolazione, addirittura durante il processo si dice che gli dei si
siano adirati contro gli ateniesi perché Socrate li ha offesi.
Platone vive in un altro momento che possiamo definire come il ‘’momento della crisi’’, perché lui nasce nel 428 ad Atene, quindi anche nel cuore della
guerra del Peloponneso che portò alla sconfitta di Atene da Sparta e quindi alla crisi sostanziale della poleis, alla tirannia dei 30 tiranni.
Platone fu definito un filosofo poliedrico, il suo è un pensiero filosofico molto sistematico
Foedro
Dimostrazioni dell’immortalità dell’anima
 Reminiscenza
 Dei ‘’contrari’’: come ogni cosa si genera dai contrari allo stesso modo la morte si genera dalla vita e la vita dalla morte=> l’anima rivive dopo l’a
morte del corpo
 Della ‘’somiglianza’’ l’anima è simile alle idee: solo le cose complesse possono distruggersi, le cose semplici (idee ed anima) non possono né
nascere né distruggersi
 Della ‘’vitalità’’ in quanto soffio vitale è vita e non può accogliere l’idea opposta della morte
Filosofare significa morire ai sensi e al corpo per cogliere meglio le idee=> la vita del filosofo è preparazione alla morte, momento in cui ci si
potrà unire direttamente alle idee beandosi nella loro totale contemplazione;
Destino
- Dipende da una scelta precedente del corpo nel mondo delle idee;
- => mito di Er: morto in battaglia e resuscitato dopo 12 giorni può raccontare agli uomini la sorte che li attende dopo la morte:
- Ogni anima sceglie il modello di vita che incarnerà
- La scelta è guidata dall’esperienza fatta nella vita anteriore
- => l’uomo sceglie il proprio destino benchè sia in ciò condizionato da quel che in vita ha voluto ed è stato
LA DOTTRINA DELLE IDEE COME ‘’SALVEZZA’’ DEL RELATIVISMO SOFISTICO
Il relativismo sofistico diventa un tutto indistinto e si identifica nella negazione di ogni stabile punto di vista sulle cose e di ogni certezza teorica e
pratica;
‘’assolutismo’’ platonico:
LO STATO E IL COMPITO DEL FILOSOFO
La Repubblica= ordina i temi e i risultati fondamentali dei dialoghi di Platone intorno al motivo centrale di una comunità perfetta in cui il singolo trova la
sua perfetta formazione.
Potere politico e filosofia devono coincidere o i mali delle città non cessano
La giustizia
Qual è lo scopo e il fondamento di tale comunità?
La giustizia è condizione fondamentale della nascita e della vita dello Stato=> nessuna comunità può sussistere senza giustizia
NO sofisti-> giustizia= legge del più forte
Stato= 3 classi cittadine:
1. Governanti-> saggi=> tutti i cittadini sono saggi+ temperanza
2. Guerrieri-> coraggiosi+ temperanza
3. Lavoratori/ produttori->temperanza (controllo della ragione sui sensi) =propria di tutte le classi perché non ne hanno una propria
Perché divide in classi? Ci sono compiti diversi che devono essere svolti da individui diversi
Cosa fa sì che un individuo appartenga ad una classe piuttosto che ad un'altra? In base alla preponderanza di una certa parte dell’anima=> fattore
ANTROPOLOGICO e PSICOLOGICO (mito delle stirpi)
GLI UOMINI SI DISTINGUONO PER ATTITUDINI NATURALI
Anima= 3 parti:
i) Parte razionale: nel cervello= principio per cui l’anima ragiona e domina gli impulsi; saggezza
ii) Parte concupiscibile: nel ventre= principio di tutti gli impulsi; coraggio
iii) Parte irascibile: nel petto= ausiliario del p.razionale=> agisce e lotta per ciò che la ragione ritiene giusto; temperanza
Giustizia: quando ogni parte dell’anima svolge solo la propria funzione
 Giustizia x lo Stato; giustizia x l’individuo= paralleli
 Lo Stato è giusto se l’individuo fa il suo compito;
 L’individuo è giusto se fa il proprio compito
Giustizia: quando qualcuno si attende al proprio compito e ha ciò che gli spetta N.B. ognuno deve scegliere il compito per cui è più portato e dedicarvisi.
 Garantisce: unità e forza dello stato
 Unità ed efficienza dell’individuo
Mobilità sociale: eccezzionalmente!!!!!!
Ferreo tra aurei=> viene retrocesso
Aureo tra i ferrei=> viene elevato
≠caste chiuse
IL “COMUNISMO” PLATONICO per far vivere bene lo Stato:
 NO proprietà privata
 NO comunanza dei beni per i ceti superiori
 NO oro e argento xkè si deve garantire la felicità di tutti e non solo di un ceto
 NO famiglia matrimonio=> - donna di tutti
- legame temporaneo fatto da legami stabiliti dallo Stato per generare figli sani;
- i genitori erano genitori di tutti=> i figli gli erano tolti dalla nascita e cresciuti dalla comunità
N.B. non è prostituzione, né subordinazione della donna che è alla pari degli uomini
=>povertà e ricchezza sono nocive!!
SOLO per i guardiani
I guardiani sono felici? Sì perché:
La felicità sta nella giustizia;
I filosofi, quanto tali, sono felici di per sé=> non cercano la felicità nei beni materiali causa di invidia per gli uomini ‘’ferrei’’.
LE DEGENERAZIONI DELLO STATO
Platone è consapevole che il suo Stato è solo ideale--->fine della ‘’Repubblica’’:
- Corregge l’idea per cui in uno Stato perfetto ognuno segue la propria propensione naturale;
- L’edificazione dello stato rende necessario un agire ‘’contrario’’ alla natura umana e volto a dominare gli aspetti deteriori
Idea ideale sulla base di cui si possono migliorare gli stati esistenti:
o Timocrazia= i governanti si appropriano di terre e case=> uomo ambizioso e amante del comando e degli onori ma diffidente verso i sapienti
o Oligarchia= fondata sul censo in cui comandano i ricchi=> uomo avido di ricchezze e parsimonioso e laborioso
o Democrazia= uomo democratico che si abbandona ai desideri smodati
o Tirannide= eccessiva libertà della democrazia-> uomo tirannico= schiavo delle passioni
PLATONE E LA DEMOCRAZIA
Ostilità per la democrazia=> antitesi alla degenerazione della democrazia ateniese
- Lotta popolo- aristocrazia= lotta per gli interessi!!
- Concezione aristocratica=> politica dei migliori
L’EDUCAZIONE
Chi custodisce i custodi?
I custodi prima di custodire gli altri custodiscono gli altri=> importanza del sistema educativo
Stato= grande Accademia per formare permanentemente dei custodi ineccepibili
=>individui addestrati fin dalla nascita a pensare al bene collettivo saranno sempre all’altezza di farlo= natura aurea
I GRADI DELLA CONOSCENZA E DELL’EDUCAZIONE
Educazione al sapere= educazione alla filosofia=> parte centrale della Repubblica= compito del Filosofo
 Essere (cioè idea)= scienza= vera conoscenza
 Non essere= ignoranza
 Divenire= opinione
CONOSCENZA= linea divisa in 2 segmenti:
 Congettura= impressioni superficiali e slegate degli
oggetti
 Credenza= percezione chiara e degna di fede degli
oggetti
 Ragione matematica= dianoia o conoscenza dianoetica
 Intelligenza filosofica= noesis conoscenza noetica
Filosofia> matematica:
- Matematica= su principi del mondo sensibile e su ipotesi indimostrate-> criticità= da mondo sensibile a razionale: con i metodi di misura
=>conoscenza oggettiva e stabile
Discipline matematiche fondamentali propedeutiche alla filosofia:
Aritmetica= arte del calcolo
Geometria= materia degli enti immutabili
Astronomia= scienza dei movimenti più perfetti
Musica= scienza dell’armonia
- Filosofia= su ipotesi definite tali in quanto punto di partenza per giungere ai principi supremi (idee) e al principio del tutto (Bene); si occupa dei
problemi dell’uomo e della città
Tappe dell’educazione:
1. Futuri filosofi- reggitori= ginnastica e musica;
2. 30-35 anni= i migliori-> filosofia
3. 35-50= chi ha superato il corso di filosofia-> tirocino pratico nelle cariche civili/ militari
4. 50 anni= gli ottimi possono assurgere al governo dello Stato
MITO DELLA CAVERNA
Esemplificazione allegorica dell’educazione.
Ci sono degli schiavi in una grotta sotterranea costretti a guardare davanti a sé;
sul fondo della caverna si riflettono immagini di statuette sopra un muricciolo alle loro spalle illuminati da un forte fuoco che rende possibile il
proiettarsi delle loro ombre
i prigionieri scambiano le ombre per realtà esistente (congettura)
SE uno schiavo si voltasse=> si accorgerebbe che la realtà sono le statue
SE giungesse all’apertura della caverna:
1. Abbagliato non distinguerebbe nulla e cercherebbe di vederli dal loro riflesso;
2. Poi li scruterà direttamente
3. Prima vede solo le costellazioni la notte
4. Poi guarda il sole
SE tornasse indietro per rendere partecipi i suoi compagni=> vedrebbe tutto offuscato=> deriso dai compagni=> ucciso
SIMBOLOGIA:
- Caverna oscura= il nostro mondo;
- Schiavi incatenati= uomini;
- Catene= ignoranza e passioni che ci inchiodano a questa vita;
- Ombre= congetture;
- Statuette= credenze;
- Fuoco= principio grazie al quale conoscere le cose sensibili;
- Liberazione= azione della conoscenza;
- Mondo fuori= idee;
- Riflesso nell’acqua= materie matematiche;
- Sole= Bene;
- Contemplazione del sole= massima conoscenza;
- Schiavo che vuole rimanere là= tentazione dello schiavo di chiudersi nella torre d’avorio;
- Schiavo che torna dai compagni= compito del filosofo;
- Ex schiavo= filosofo troppo concentrato sulle idee che si è disabituato alle cose
- Filosofo deriso= destino dei filosofi;
- Uccisione= destino di Socrate.
Finalità politica della filosofia= per fondare una comunità giusta e felice: l’ex schiavo dopo aver conosciuto le idee, deve tornare nella caverna e capire
che per quanto inferiore, quello nella caverna è il proprio mondo=> obbedire al vincolo di giustizia che lega l’individuo all’umanità collegando le
‘’ombre’’ alle loro vere immagini avendole conosciute
DOTTRINA PLATONICA DELL’ARTE
Libro X
Esclusione dell’arte dall’educazione per 2 motivi:
1. Motivo metafisico- gnoseologico: arte= <<imitazione di un’imitazione di 3 gradi lontana dal vero>> perchè è riproduzione di eventi riproduzione
delle idee=> incatena l’anima a questo mondo
2. Motivo pedagogico- politico: può corrompere gli animi perchè non fa tenere a bada le emozioni
3. Motivo storico- culturale: vuole eliminarla perché su essa prima della filosofia si era improntata l’educazione giovanile e che rivendicava il
proprio ruolo (primato della poesia)
N.B. NO alcune forme di musica per gli aspetti morali e matematici
NO mito= tentativo di rappresentare alla mente ciò che va oltre ciò che è empirico
NO arte assoggettata alla filosofia
IL BELLO
Modello della kalokagathia (bello e buono) => bellezza= forma esteriore della bontà=> bellezza sensibile= aiuta a riconoscere il buono
Bello non è solo ciò che procura piacere=> visione oggettiva: le cose sono belle in virtù del loro rapporto con l’idea del bello
IL DIBATTITO SULLA REPUBBLICA
 Utopia=> prodotto di un filosofo sognatore, 2 opinioni a riguardo:
1. Denigrano
2. Lodano-> utopia= vera filosofia e la vera politica
 Innocua e ridicola affermazione di un intellettuale astratto dalla realtà, 2 opinioni:
1) Critica-> il possesso della forza corrompe
2) Lodano-> politica= organizzazione mentale
 Lettura da ‘’sinistra’’=> cercano una prevalenza del bene collettivo, 2 idee:
i. Socialismo
ii. Ideologia per giustificare l’aristocrazia
 Lettura da ‘’destra’’=> prodotto di un modello politico basato su stessi ideali nazifascisti=>
- statalismo
L’ULTIMO PLATONE
- Nei dialoghi della vecchiaia c’è un ulteriore approfondimento delle sue teorie=> capacità di mettersi continuamente in discussione ereditata da
Socrate;
- Per mitigare il dualismo tra mondo mutevole ed immutabile;
come deve essere pensato il mondo delle idee?
Come va concepito il rapporto tra le idee e le realtà naturali?
IL TEETEO
Inizialmente Teeteto dice che <<ciò la conoscenza è la sensazione>> ma:
- O la verità è mutevole e soggettiva;
- O la verità è stabilita in base alla maggioranza.
MA entrambe le opzioni sono insoddisfacenti=> deve esistere un vero in sé che riflette le cose per come sono in natura e secondo la loro essenza.
È impossibile dare una definizione adeguata di ‘’scienza’’ senza riferirsi alle idee!!!!!!
Ciò significa che i sensi sono ciò attraverso cui si conosce: mezzo della conoscenza:
l’anima riceve dai sensi la materia su cui coordina il proprio giudizio a dati empirici per giungere a una definizione universale
<<il vero non è definito direttamente, ma per opposizione al falso>>
Non si sa cos’è l’errore fin quando non si sa cos’è la conoscenza.
IL PARMENIDE
Interrogazione autocritica sulla teoria delle idee.
Parte dal concetto che l’ “uno” è l’ “idea” e che i “molti” sono gli oggetti di cui l’idea costituisce l’unità, non si capisce come l’idea possa essere ‘’diffusa’’ in
più oggetti: risulta distrutta nella sua unità.
Il terzo uomo: se si ha un’idea quando si considera una molteplicità di oggetti più la loro idea, la si avrà anche quando si considerano gli oggetti nella loro
totalità: se si considera l’idea ottenuta con gli oggetti e l’idea precedenti si ottiene un’altra idea e così all’infinito.
Dicendo <<l’essere è e non può non essere, il non essere non è e non può essere>> si pregiudica la molteplicità delle idee e la loro reciprocità: essendo un
idea sé stessa e non essendo un’altra si afferma l’esistenza del non essere.
Ma Platone non vuole rinunciare alle idee senza cui non si potrebbe ordinare la molteplicità delle cose=> parmenicidio.
IL SOFISTA
Spiega come fanno ad esistere contemporaneamente più idee: teoria dei generi sommi= attributi fondamentali delle idee:
1. Essere: è o esiste;
2. Essere identico;
3. Essere diverso; N.B. diverso non è nulla!! L’unico modo in cui può esistere il nulla è quello dell’essere diverso che in quanto tale non è il nulla in
assoluto perché partecipe all’essere=> l’errore non è il nulla, ma solo dire cose in modo diverso da come esse effettivamente sono.
4. Essere in quiete
5. Essere in movimento
Essere come possibilità:
l’essere è sia corporeità che incorporeità, è possibilità: è essere tutto ciò che può entrare in un campo di relazione qualsiasi.
Dialettica: consiste nel determinare quali idee si commettono e quali no, si divide in due parti:
1. Determinazione e definizione di una certa idea;
2. Scindere l’idea nelle sue articolazioni interne
Si basa sullo scartare i concetti universali per cui:
- Le idee comunicato tutte tra loro;
- Nessuna idea comunica.
MA sul fatto che ‘’alcune idee sono combinabili tra loro e altre no’’
Quindi pensare dialetticamente significa dare la definizione di un idea attraverso altre identificazioni e diversificazioni con un processo <<dicotomico>>
che avanza fino ad un idea indivisibile: sommando le diverse definizioni scelte si giunge alla migliore comprensione dell’idea studiata.
IL PROBLEMA POLITICO COME PROBLEMA DELLE LEGGI
Politico: qual è l’arte propria del reggitore? La misura=> non devono imporre LE ma LA legge, in quanto unica non può prescrivere ciò che di volta in volta è
giusto, ma indicano ciò che generalmente è giusto per tutti.
Il problema politico no riguarda più la formazione di una comunità (problema morale) , ma il problema di quali siano le leggi debbano governare gli uomini
e indirizzarli a essere cittadini di quella comunità ideale.
Platone è consapevo della debolezza umana, per questo ritiene necessarie leggi e sansioni, il cui obbiettivo è promuovere nei cittadini le virtù necessarie
alla vita dello Stato.
LA RELIGIONE
Fondamento dell’educazione , è ritenuta un incentivo al rispetto della virtù e delle leggi.
Ritiene l’ateismo come un cancro, ma la religione di Stato che descrive è diversa dalla tradizionale: religione a fondo cosmico (la perfezione del cielo
avvicina alla divinità)=> importanza dell’astronomia divenuta sforzo di comprensione degli scopi divini con lo studio dei moti astrali.
Differenza tra ‘’la Repubblica’’ e ‘le leggi’’
- Ne Le leggi non c’è più la tripartizione della società,
- Viene ammessa la famiglia ed è incoraggiato il matrimonio monogamico,
- È introdotta, pur se sotto controllo, la proprietà privata senza l’abbandono dell’idea comunista
- È sempre una forma di statalismo che non lascia spazio all’iniziativa del singolo!!
LE DOTTRINE NON SCRITTE
Ricerca dei principi delle idee: le idee non possono essere originarie, in quanto molteplici, quindi il molteplice non spiega sé stesso.
La ricerca attuata da Platone non fu messa per iscritto pervenendo pur sempre a una prospettiva metafisica che va al di là delle dottrine contenute nei
dialoghi.
L’origine è:
L’uno: limite dell’essere;
Diade: di grande-e-piccolo che è l’elemento materia e illimitato
Questo sembra alludere a una materia passiva e ricettiva, e ad un elemento attivo unitario.
Le idee delle dottrine non critte sono derivate, modificano la loro natura e diventano numeri: sono identificate in idee numeri con valore universale, da
queste discendono le singole espressioni matematiche che hanno un ruolo di mediazione, tali espressioni sono eterne e immutabili come le idee ma
molteplici come le cose sensibili.
IL FILEBO: intende stabilire cos’è il bene per l’uomo, include quindi la soggettività; prima il bene era descritto oggettivamente!!
La vita dell’uomo è mista tra animale e divina, sta all’intelligenza e al piacere che devono mescolarsi nella giusta misura.
Per Platone il piacere è illimitato perché può essere esercitato all’infinito, ma occorre porre un limite, questo limite è posto dall’intelligenza.
Attraverso il limite quindi il piacere è reso ordinato, quindi un numero.
Quindi nella vita occorre l’intelligenza che sarà ordinatrice e limitatrice, mentre il piacere dovrà essere limitato e proporzionato dall’intelligenza.
Tavola dei valori: per Platone la conoscenza umana non è sufficiente, occorre quindi anche l’opinione, inoltre i piaceri da esercitare sono solo i puri, cioè
quelli non derivati dall’appagamento di un bisogno, ma dalla contemplazioe.
La gerarchia dei valori è quindi così ordinata:
1. Ordine, misura, giusto mezzo;
2. Ciò che è proporzionato, bello e compiuto;
3. L’intelligenza;
4. Scienza e opinione;
5. Piaceri puri
IL TIMEO: LA VISIONE COSMOLOGICA
Viene approfondito il problema cosmologico dell’origine e della formazione dell’universo.
Il mondo naturale non è saldo e stabile quanto le idee quindi non può essere oggetto della scienza, ma con l’ausilio del mito su esso si può costruire un
discorso verosimile.
Nella ricerca del legame tra cose e idee Platone trovò un 3° elemento: il demiurgo figura- limite tra mito e filosofia.
Nascita del mondo e del tempo: inizialmente il mondo era un caos informe (chora, anankle, madre del mondo).
Il demiurgo volle ordinare le cose del mondo a immagine delle idee, comunicando alle cose parte delle caratteristiche dei modelli iperuranici=> fornì alle
cose un’anima del mondo (plasma della materia preesistente)
Per rendere il mondo infinito come il suo ideale inventò il tempo (immagine mobile dell’eternità)
Il tempo è misurato dal movimento degli astri
Ma l’azione del demiurgo è limitata dalla resistenza ‘’ribelle’’ della materia
Visione matematica delle cose: avvicinamento al pitagorismo;
si fa dei numeri schema strutturale delle cose ridotte ai 4 elementi empedoclei, ridotti a figure geometriche poi ridotte a numeri.
MA Platone è contro il meccanicismo e al naturalismo dei filosofi precedenti, predilige piuttosto una forma di finalismo.
Parziale rivalutazione dell’arte:
Sofista: si fa riferimento all’arte retorica dei sofisti come un deprecabile gioco illusorio, ma durante il dialogo si distinguono 2 forme di arte:
1) Acquisitiva;
2) Produttiva
L’arte in quanto imitazione è una tecnica produttiva
Anche poesia e teatro, annoverati come forme di arte, vennero rivalutati.
Timeo: il cosmo è descritto come una grande opera d’arte perché imitazione delle idee quindi più grande forma di mimesi: il demiurgo palsma le cose sulla
base del suo modello mentale.
La concezione della storia: la storia è vista come regresso da una mitica e felice età primordiale, questa teoria è esposta con la leggenda di Atlantide creata
da Poseidone e distrutta da Giove.
Importanza del Timeo:
Piano filosofico e metafisico: introduce il concetto di una mente intelligente e ordinatrice del mondo, creando un idea antitetica al materialismo,
introduce anche una forma di ottimismo metafisico;
Piano storico e scientifico: concetto per cui la matematica è chiave interpretativa della natura
ARISTOTELE
Il termine metafisica non appartiene alla terminologia aristotelica, fu infatti introdotto da Andronico da Rodi.
Con il termine metafisica si intende lo studio dell’essere privato ogni caratterizzazione.
Aristotele fornisce 4 definizioni di metafisica, ognuna delle quali è connessa, infatti la prima definizione che si dà è: studio delle cause, nonché ultime; ciò
significa anche analizzare l’essere in quanto essere e di conseguenza i diversi modi di manifestarsi a proposito delle quali Aristotele introduce il concetto di
categoria senza cui l’essere non esisterebbe, le categorie che permettono l’esistenza dell’essere sono 10 (sostanza, qualità, quantità, tempo, luogo,
relazione, subire, agire, stato, avere9 alla base dei quali sta la sostanza in quanto tutto è subordinato ad essa; ultima definizione di metafisica è sostanza
prima, nonché Dio.
La metafisica permette di raggruppare in un unico insieme materie diverse (sasso, cane, uomo ecc…) sulla base dell’unico elemento che li accomuna:
l’essere una particolare forma di essere.
Dell’essere Aristotele da diverse definizioni: accidente, categoria, vero, atto e potenza, ma bisogna prima escludere l’essere come univoco o equivoco,
infatti l’essere è da definire come polivoco (es. il latte è un alimento sano; Tizio è sano; il colorito di Tizio è sano) per cui il significato di essere è diverso dal
punto di vista del particolare ma sempre uguale sotto il punto di vista del generale.
SOSTANZA è la prima determinazione dell’essere, è soggetto reale di proprietà e soggetto logico di predicati, viene definita come quid (tode ti in greco),
non è altro che sinolo, ovvero unione di materia (ciò di cui la sostanza è fatta) e forma (struttura della sostanza-per Platone era trascendente mentre per
Aristotele è immanente alla sostanza) es. statua di apollo: forma= Apollo; materia= marmo/ statua di Venere: la materiia è la stessa ma cambia la forma.
La forma è quindi ciò che fa sì che una sostanza sia quella determinata sostanza che è l’individuo reale con determinate proprietà, la sostanza è sostanza
perché la forma gli imprime una struttura.
Della sostanza è quindi possibile dare 2 definizioni: sinolo di forma e materia, ma anche forma che fa sì che il sinolo sia quel che è.
CAUSE: le cause che vengono individuate da Aristotele sono: formale, materiale, efficiente, finale
DIVENIRE: il problema delle cause è strettamente annessa alla problematica del divenire che per Aristotele esiste ed è lo stesso a risolverne il problema
della pensabilità, sarebbe infatti impossibile solo se pensato come passaggio da essere a non-essere e viceversa, è invece pensabile come passaggio da una
forma all’altra di essere.
La sostanza può subire degli accadimenti, potenza= insieme delle possibilità che ha una sostanza; atto= realizzazione concreta di tale possibilità.
Anche il movimento viene categorizzato in 4 tipologie: movimento locale, quantitativo, qualitativo e sostanziale
Alla base del divenire c’è una concatenazione potenza atto che a loro volta sono connessi ai concetti di materia e forma, per cui ci troviamo in presenza di
una concatenazione del divenire.
C’è divenire solo se c’è possibilità di divenire.
Il divenire ha un momento primo e ultimo? O il divenire è continuo? Nel secondo caso ci toveremmo in presenza di un divenire eterno, ma l’infinito non è
considerabile.
Ogni cosa si muove perché ha una causa efficiente (perché c’è un bambino? Perché uomo e donna lo hanno generato=> i genitori sono la sua causa
efficiente), nonc’è l’inizio del divenire, ma se c’è un inizio è necessario un fine, abbiamo quindi due estremi.
LA LOGICA
Gli scritti di logica sono stati raccolti dagli studiosi di Aristotele per dar vita ad un insieme di scritti sullo stesso argomento: linguaggio, ragionamento ecc.
Il termine logica fu introdotto da Alessandro di Afrosidia con lo scopo di organizzare un vero e proprio Organon, un grande strumento per comprendere
l’essere in quanto il linguaggio sta alla base della conoscenza dell’essere che necessita un ragionamento, una comprensione e un linguaggio corretto.
L’organon deve essere lo strumento di cui gli uomini possono dotarsi per comprendere la realtà.
La logica si struttura in concetti uniti in proposizioni, ciò poi costituisce il ragionamento: necessitano questi 3 elementi per poter avere la comprensione.
La metafisica-la logica: gli studiosi sempre più concordano nel dire che logica e metafisica sono legati in maniera indissolubile, quindi è necessario uno
studio parallelo di questo in quanto entrambi appartengono alla stessa faccia della medaglia: studio intorno all’essere, però la logica è ciò che traduce la
metafisica.
Concetti: ogni concetto è contenuto (specie) ma anche contenente(genere).
I concetti vengono organizzati secondo una maggiore o minore universalità e vengono messi tra loro in relazione secondo un sistema genere- specie
(contenente-contenuto), quindi comprensione ed estensione stanno tra di loro in un rapporto inversamente proporzionale.
Ogni ragionamento deve partire da un modus operandi del genere.
Il concetto porta poi alla sostanza prima: ‘’questo qui’’, cioè determinazione ultima di una sostanza al di sotto della quale non posso andare.
La comprensione ha a che fare con le caratteristiche del soggetto, l’estensione ha a che fare con tutti gli esseri a cui faccio riferimento.
Proposizioni: vengono categorizzate in: affermative- negative e in universali-particolari.
Le proposizioni vengono poi messe tra loro in relazione, in basse alla loro relazione si definiscono:
- Contrarie: opposizione tra universali;
- Sub-alterne: tra positiva-positiva o negativa-negativa che implica il passaggio tra universale a particolare o viceversa;
- Sub-contrarie: contrarietà tra particolari rispetto all’universalità;
- Contraddittorie: affermative universali- particolari negative e negative universali-particolari universali=> non valida
Tra affermativa universale e negativa universale non possono essere entrambe vere, ma possono essere entrambe false;
Le contraddittorie devono essere necessariamente una vera e una falsa;
Dal generale posso asserire il particolare
La verità sta nel pensiero, ma l’essere è misura del pensiero, quindi la verità sta nel congiungere ciò che è realmente congiunto, la falsità sta nel
disgiungere ciò che è disgiunto.
Sillogismo: una volta chiarite le reazioni esistenti tra le proposizioni, Aristotele si interessa di chiarire il ragionamento, <<ragioniamo quando passiamo dai
giudizi/ proposizioni sconnesse a proposizioni che siano tra loro legate da precisi nessi in maniera tale che siano le une cause delle altre=> le une
antecedenti e le altre conseguenti>>
Il sillogismo è il ragionamento per eccellenza, cioè un ragionamento in cui poste alcune premesse seguono necessariamente delle conclusioni, per il
semplice fatto che quelle sono state poste.
Il sillogismo si compone di 3 termini: termine maggiore, termine minore, termine medio, inoltre i termini maggiori e minori compaiono uniti grazie al
termine medio nelle conclusioni.
Aristotele introduce inoltre una forma di ‘’algebra del discorso’’ indicando con lettere dell’alfabeto i diversi termini.
Il sillogismo si può manifestare con 4 diverse forme:
1) 1° figura-> il termine medio è soggetto del maggiore e predicato del minore (sub-prae)

2) 2° figura-> il termine medio è predicato di entrambi i termini (prae-prae) es. nessuna pietra è animale

3) 3° figura-> il termine medio è soggetto di entrambi i termini (sub-sub)

4) 4° figura-> inverso della 1° figura (prae-sub)

Il problema delle premesse: la validità del sillogismo non si identifica con la sua verità, in quanto può essere logicamente vero ma partendo da premesse
errate, esiste poi il sillogismo scientifico che oltre che essere logicamente vero è anche valido
ARISTOTELE
Nasce a Stagira nel 384 a.C.
A 17 anni entra nella scuola di Platone fino alla morte del maestro => formazione spirituale interamente sotto Platone
 Indipendenza di pensiero= ingratitudine dell’allievo verso il maestro
Va ad Asso con Erasto e Corisco sotto la protezione di Atarneo, Ermia= ricostruzione di una piccola comunità platonica
Sposa Pitia (sorella di Ermia)
344 a.C.va a Mitilene
342 a.C. è chiamato a Pella da Filippo re di Macedonia per educare il figlio Alessandro
 Superiorità della cultura greca che deve essere sostenuta da una forte unità politica
 Quando Alessandro sceglie la forma del principato orientale si stacca da lui
13 anni dopo (335-334 a.C.) rientrò ad Atene dove grazie all’amicizia del re Macedone trovò tutti gli strumenti per uno studio eccezionale
Fonda il Liceo
Nel 323 a.C. con le insurrezioni del partito ateniese fugge a Calcide (patria della madre)
322 a.C. muore per una malattia allo stomaco
IL PROBLEMA DEGLI SCRITTI
- Esoterici o acromatici= appunti a supporto dell’insegnamento
Conosciuti dal I sec. a.C. quando furono pubblicato da Andronico di Rodi (secondo la leggenda vennero trovati nella cantina dei discendenti di
Neleo, figlio di Corisco)
- Essoterici= dialoghi destinati al pubblico in cui sfrutta miti (pochi frammenti del cui valore è ora scoperto)
Conosciuti da prima degli scritti acromatici, dopo la loro pubblicazione vennero oscurati
=>problema del loro rapporto:
-> scritti acromatici= dottrinaa sistematica e organizzata
-> scritti essoterici= dottrina con crisi e mutamenti (interesse per Platone-> filosofia incentrata sui problemi filosofici-> problemi scientifici particolari)

https://wordart.com/scb1mulq5s18/word-art
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METAFISICA
Temi al di là della fisica, 10 libri, 10 capitoli.
Studiare le cause prime significa indagare l’essere che è, Platone nel cercare l’essenza della realtà le ha ubicate al di là della realtà, nell’iperuranieo.
Studiare l’essere significa determinare le modalità con cui l’essere si determina, e l’essere si determina in sostanze-> a tal proposto Aristotele individua
le 10 categorie, di ogni essere si individuano 10 categorizzazioni
Studia la sostanza prima, Dio (atto pure, atto primo, insieme delle cause che muove e determina in primis la realtà, di essere in esser)
La sostanze è un prius logico ed ontologico
Aristotele sostiene che il dominio dell’essere venga analizzato e approfondito da 3 diverse categorie di scienze:
1. Scienze poietiche;
2. Scienze teoretiche;
3. Scienze pratiche.
Per metafisica, termine introdotto da Andronico da Rodi, Aristotele intendeva, usando il termine ‘’filosofia prima’’ quella branca che si occupa di:
- Causa prima delle cose;
- Essere in quanto essere;
- Dio;
- Sostanza.
La definizione di ‘’filosofia prima’’ è la più importante, significa che si studia l’essere nella sua totalità e non invece nelle sue dimensioni specifiche che
vengono invece analizzate dalle 3 categorie di scienze subordinate alla metafisica che ne costituisce il fondamento=> ogni singola scienza ne studia una
porzione (es. mate= essere come quantità; fisica= essere come movimento)
<<studia le caratteristiche universali che caratterizzano l’essere come tale e quindi tutto l’essere e ogni essere>>
Ci permette di raggruppare tanti esseri diversi: sasso+uomo+cane e raggrupparli nella generale categoria che li unisce per l’unica caratteristica a loro
comune: l’essere.
Che cos’è l’essere?
Non è univoco; equivoco ma è polivoco (significato di base sempre uguale ma varia nel contesto)
Secondo Aristotele gli innumerevoli modi in cui l’essere può manifestarsi possono essere raggruppati in 4 gruppi:
1) L’ESSERE COME ACCIDENTE;
2) L’ESSERE COME CATEGORIE;
3) L’ESSERE COME VERO;
L’ESSERE COME ATTO E POTENZA.
Ontologicamente: modi fondamentali con cui la realtà si presenta
logicamente: diversi modi di predicare l’essere
4)
Categorie:
caratteristiche generalissime che ogni essere ha e di cui non può fare a meno, sono:
- Sostanza-> polo unificante, le altre categorie la presuppongono; spiega in che senso l’essere è polivoco (+ significati uniti dalla sostanza); le
categorie che definiscono l’essere appoggiano sulla sostanza=> l’essere è sostanza; individuo concreto che funge da soggetto reale di proprietà e
da soggetto logico di predicato; tode ti
- Qualità
- Quantità
- Dove
- Relazione
- Agire
- Subire
Le 4 cause:
Formale
Efficiente
Materiale
Finale
Divenire
Passaggio da una forma all’altra di essere
Tipi di movimento:
a. Locale
b. Qualitativo
c. Quantitativo
d. Sostanziale (nascita-morte)
Potenza e atto:
potenza= probabilità da parte della materia di assumere una determinata forma
atto (entelechia)= realizzazione di tale capacità; priorità ontologica, cronologica, gnoseologica
catena del divenire: una stessa cosa può essere atto e potenza in base al punto di vista; c’è bisogno di una causa efficiente e di una finale.
C’è il bisogno di una materia prima priva di ogni determinazione= materia-madre del Timeo= potenza pura
C’è bisogno di un atto puro
LOGICA
Quando Aristotele parla di analitica intende quella capacità risolutiva di analysis (questo termine stesso significa sciogliere), l’analitica è analisi risolutiva di
alcuni problemi particolari.
La storiografia filosofica del tempo si chiede se Aristotele abbia scritto prima gli agomenti relativi alla metafisica e poi quelli inerenti alla logica e molti sono
concordi nel ritenere che egli abbia trattato entrambi i problemi contemporaneamente.
Mentre la metafisica si occupa della sostanza prima e dell’essere, di cui da varie definizioni, l’analitica è quella caratteristica che viene in mente dopo aver
conosciuto le peculiarità della sostanza permette anche di predicarla.
Per poter predicare l’essere devo anche conoscerlo.
Quando parla di essere non si riferisce ad una realtà trascendente, ma a tutto quello che rientra della realtà fisica in cui viviamo, quindi non posso partire
da una conoscenza di qualcosa se non da quello che vedo, riprende quindi il concetto della conoscenza sensibile.
Per potere conoscere l’universale devo muovere un processo induttivo che deve partire dal sensibile, non posso dire che il mondo reale è imitazione del
mondo delle idee, questo mondo lo vivo .
La logica è fondamentale altrettanto quanto potrebbe esserlo la metafisica.
Studia le tecniche per dialogare, ad esempio nel compito ‘’ciò che contraddistingue l’individuo non è tanto la sua socialità, ma la sua capacità discorsiva.
Questo mette l’uomo in differenza con gli altri esseri viventi’’.
Le parole hanno l’obiettivo naturalmente di comunicare, ma può anche fare violenza.
La parola ha un valore duplice che bisogna analizzare, Aristotele lo fa partendo dall’analizzare gli elementi semplici del nostro pensiero e anche del nostro
linguaggio sono i concetti primi.
Il problema di ogni comunicazione è trasmettere all’interlocutore la mia idea.
Da cosa nasce il pensiero? Io ho un oggetto, dall’oggetto riesco ad estrarre in maiera astrattiva l’immagine dell’oggetto. La formazione dell’immagine mi
permetterà di creare il pensiero su quella medesima cosa.
Aristotele sotolinea il carattere empirico delle cose.
Le parole che usiamo esprimono dei concetti.
Il concetto è la parte minima di cui si compone una proposizione.
Nella proposizione vengono combinati i giudizi.
Se unisco le diverse proposizioni formo i ragionamenti.
Il ragionamento messo in evidenza da Aristotele è il sillogismo.
Dal concetto alla proposizione al sillogismo e quindi si da vita ad un ragionamento.
Con sillogismo Aristotele indica cosa significa per l’uomo ragionare.
L’analitica non rappresenta una scienza di per sé, infatti nell’elencazione fatta da Aristotele delle diverse materie scientifiche non si ritrova l’analitica che è
immune alle altre scienze poiché riferendosi all’essere l’analitica che predica l’essere che sta alla base di ogni scienza l’analitica non può che essere la
scienza da cui si originano tutte le altre scienze.
I concetti possono essere classificati per genere e specie: Aristotele si riferiva alla capacità estensiva e comprensiva che un concetto può avere, e in
riferimento a queste due caratteristiche parla di genere e specie.
Comprensione ed estensione sono inversamente proporzionali
Studio del concetto: Quanto un concetto può diventare più universale rispetto ad un altro
Proposizioni:
le grammaticamente, logicamente o sintatticamente è giusto, non per forza è vera.
Valida- vera
Valida- non vera
Se una proposizione è vera bisogna verificarlo nella realtà
L’essere come sostanza ha un rapporto diretto con l’essere come predicato? Quando vedo una sostanza e ne parlo c’è una corrispondenza? La
corrispondenza c’è solo se il sillogismo è vero
L’unione di più preposizioni mi danno il sillogismo.
Quadrato degli opposti: cerca di individuare tutti i casi possibili delle proposizioni
Universali: generalizzazione estrema
Subalterne: indica rispetto a una universale, una parte che rientra all’interno di quella totalità
Può esistere anche un rapporto di contraddittorietà: si afferma una cosa completamente diversa rispetto all’enunciato iniziale; la contraddittorietà è
contemporaneamente insita in uno stesso discorso. Es. quando Socrate chiedeva ai suoi interlocutori come poter definire un determinato oggetto, lui non
li faceva cadere nella contrarietà, ma nella contraddittorietà in quanto loro stessi dimostravano qualcosa di diverso da quanto detto in uno stesso discorso.
Non posso dire che A=B ma B non è completamente uguale ad A
SILLOGISMO
Per Aristotele costituisce la tecnica del ragionamento.
Quando uniamo delle proposizioni è per ragionare.
Secondo Aristotele l’uomo non potrebbe arivare alla verità senza ragionare.
Ragionare significa anche evidenziare i nessi tra le cose, il ragionamento è ricerca di nessi causali, non elencazione.
Ragionare significa cogliere il nesso causale, capire come da A si arriva a B e non solo dire che A influisce su B.
Un sillogismo si compone di una premessa maggiore, una premessa minore e una conclusione a cui si può arrivare parte ndo dalle premesse iniziali e
capire in che rapporto le premesse stanno tra di loro.
Il temine medio fa da connettivo, lo si ritrova nella premessa maggior e nella minore con funzioni diverse
Anche quando aristotele asserisce alla verità di una proposizione che in qualche modo la riprende dalla maggior parte dei casi che ha potuto constatare,
quello è un fatto che possiamo contestare, perché non può essere sicuro che quei casi che ha .
Il metro che ci guida nella nostra ricerca della verità, resta di fatto che c’è una constatazione sensibile del mondo dalla quale possiamo partire, fermo
restando che qualcuno potrebbe mostrarci il contrario.
MA devo lasciare aperta l’ipotesi che le cose potrebbero andare al contrario, ma fin quando nessuno mi dimostra il contrario di quanto dico io posso
continuare ad affermare quanto dico.
DIO
Riconosce a Dio delle particolari caratteristiche, lo definisce atto puro o di pensiero e di pensiero, lo studia nella metafisica quindi nell’ambito dell’essere.
Dio ha caratteristiche ben precise e definite.
Ne fa una dimostrazione considerando il passaggio dalla potenza all’atto (è in atto quello che si manifesta in quel momento, ed è potenza in quanto in
considerazione della potenzialità quel qualcosa è potenza di altro)
Quando Aristotele parla di Dio non gli riconosce materia o potenza, ma lo definisce atto puro.
Se volessi rintracciare la causa iniziale da cui tutto parte andrei all’infinito.
Osserva che un corpo per muoversi necessita di un altro corpo: per pensare che all’inizio di tutto ci sia qualcosa che abbia mosso e poi determinato il
movimento e il divenire delle cose, questa causa è Dio, che a sua volta non è mosso da nessn’altra cosa perché se fosse mosso sarebbe anche potenza e
questa sarebbe una contraddizione della definizione, perché Dio è atto puro in quanto piena realizzazione di sé stesso.
Se non si muove di contro come fa a muovere?
Sono le cose che si muovono verso Dio, è come se verso le cose lui avesse un’attrazione calamitante, sfrigiona questa forza opposta che causa attrazione.
Dio è effettivamente immobile, ma le sostanze si rivolgono a lui e di contro realizzano quel movimento che le fanno passare da atto a potenzo.
Dio è pensiero di pensiero, non si può pensare a qualcosa di più elevato di Dio.
È sostanza incorporea perché privo di materialità.
Molti si sono chiesti se aristotele fosse ateo o politeista o monoteista: il suo Dio è il primo motore immobile delle sfere celesti
Psicologia e gnoseologia:
- studia l’anima che è forma intercalata nella materia;
- atto finale primo di un corpo in potenza=> fa si che un corpo, vita in potenza, diventi vita in atto;
- l’anima è realizzazione finale delle capacità proprie di un corpo organico
- NO modello orfico pitagorico (anima= indipendente);
- NO modello materialistico (anima= materia sottile)
- 3 funzioni:
1. Vegetativa;
2. Sensitiva;
3. Intellettiva
Sensibilità:
- Conoscenza della sensazione;
- Permette di percepire le determinazioni sensibili comuni a più sensi
- In atto coincide con l’oggetto sensibile: l’udire in atto coincide con il suono stesso
- Immaginazione= capacità di creare immagini indipendentemente dagli oggetti e immagini generali= schema che uniche le caratteristiche
ricorrenti degli oggetti anticipando il concetto di universale;
- L’intelletto unisce i dati offerti da sensibilità e immaginazione costruendo i concetti universale attraverso u processo di astrazione

Età ELLENISTICA
è importante considerare il contesto storico perché ci saranno delle mutazioni nelle tematiche e nelle tecniche filosofiche, chiaramente argomenti come
ad esempio ‘’cos’è l’essere’’ restano ancora degli obbiettivi da chiarir, ma cambia soprattutto il rapporto dell’individuo con la realtà sociale, viene a
mancare l’interesse della partecipazione attiva nella vita politica, tutto questo perché cambiano il contesto, le condizioni storiche e le condizioni sociali.
Tutti i cambiamenti avvenuti si riflettono sulle mentalità dell’epoca, danno significato alle azioni umane e soprattutto al modo di percepire la realtà.
Già il pensiero Aristotelico rifletteva una sorta di crisi della poleis.
Crisi
Deriverà sia dal declino di 2 grandi potenze del Peloponneso, ma anche dall’espansionismo delle potenze che ruotavano intorno alla stessa Grecia, tra cui
Macedonia e Persia che si espansero prima con Filippo II e poi con il figlio Alessandro Magno che in soli 33 anni riuscì a conquistare una grande estensione
territoriale che oltre che i territori ellenici interessava anche i territori che dalla parte settentrionale dell’africa interessavano l’estremo oriente.
Essendo una realtà molto estesa comprende al suo interno delle popolazioni tra di loro molto differenti, soprattutto dal popolo greco che era molto geloso
delle proprie tradizioni e della propria storia, tanto da chiamare barbari le altre popolazioni con un’annotazione negativa del termine.
Una delle problematiche importanti fu quella del mettere insieme questa realtà così multiforme e condensata all’interno di uno stesso impero.
Alessandro ci riuscì molto bene ed ecco perché possiamo dire che in età ellenistica nasce quel sentimento ‘’cosmopolita’’, è come se crollassero le barriere
che definivano una realtà piuttosto che un’altra.
Alessandro cercò di integrare i vari popoli pur considerando la loro specificità, non propose mai un appiattimento uniforme delle varie realtà.
Processo integrativo= cercare di ammalgamare le differenze, adattarsi alle differenze senza però piegarsi alle stesse.
Si parla di età ellenistica perché non ri parla più della storia della Grecia, ma di una Grecia più estesa.
Alessandro si ispirò al modello di civilà universalistica, è stato attento al rispetto delle tradizioni specifiche cercando di favorire i matrimoni misti,
ispirandosi a una cultura orientaleggiante.
Alla morte di Alessandro (323 a.C.) la vasta realtà imperiale fu divisa tra i diaconi, questo comporterà un momento negativo, soprattutto perché:
- Molti territori furono persi
- Politica moderata che Alessandro aveva portato avanti si distrusse.
I regni che si formarono furono:
Dei Tolomei;
Macedonia;
Seleucidi
I successori di Alessandro impostarono il potere su un modello autartico
Inizio dell’ellenismo
- La cultura Greca si iniziò a diffondere in una realtà più vasta;
- la lingua greca si conformerà in una lingua nazionale;
- i cittadini delle monarchie ellenistiche passarono allo stato di sudditanza dal quale il cittadino ellenico era uscito.
- Si diffuse un cosmopolitismo che portò le identità di quel tempo a vivere come cittadini del mondo
Società
Si tratta di una società autarchica divisa tra classe dirigente e classe comune aumentando il fenomeno della sudditanza ammettendo e aumentando il
fenomeno della schiavitù.
L’Epicureismo e lo stoicismo sono delle scuole, significa che si organizzano proprio come luoghi in cui si organizza una cultura in cui c’era un maestro/
precettore in cui i discepoli si riconoscono.
I cinici più che scrivere, testimonieranno la filosofia anche con le azioni e con le loro scelte di vita.

EPICURO
In questo periodo c’è uno scollamento dell’individuo dalla gravità sociale in cui vive
Essere felice significa raggiungere lo stato di atarassia (condizione di imperturbabilità) e aporia (mancanza di dolore, a supporto del quale Epicuro propone
- Figlio di Neocle nato nel 341 a.C. a Samo
- Discepolo di Pànfilo e di Nausìfone=> dottrina di Democrito
- A 14 anni inizia gli studi filosofici
- A 18 anni va ad Atene
- 321 si trasferisce a Colofone
- 32 anni inizia l’attività da maestro a Mitilene
- Si sposò a Lampsaco
- Massime capitali+ testamento+ Sentenze+ sulla natura+ 300 scritti, ma ci restano solo 3 lettere conservate da Diogene Laerzio:
1. A Erodo;
2. A Pitocle
La scuola epicurea:
- Nel giardino di Epicuro=> discepoli= filosofi del giardino
- Associazione di carattere religioso con divinità Epicuro
- <<comportati sempre come se Epicuro ti vedesse>>
- Discepolo più importante: Metrodoro di Lampsaco con scritti polemici
- MA furono suoi discepoli anche molte donne e amici di Epicuro (la scuola si fondava sull’amicizia e la solidarietà dei suoi membri)
- Nessun discepolo apportò un contributo originale alla dottrina del maestro che chiedeva la piena osservanza dei suoi insegnamenti
- Filodemo di Gadara= papiri con molti insegnamenti e critiche della scuola epicurea
- Tito Lucrezio Caro (96-55 a.C)= de rerum natura in 6 libri divisi in 3 parti:
1. Metafisica= principi di tutta la realtà, della materia, dello spazio e della costituzione dei corpi sensibili;
2. Antropologia= uomo;
3. Cosmologia= universo e dei più importanti fenomeni fisici
- Vede in Epicuro il liberatore dal timore del soprannaturale e della morte
La filosofia come quadrifarmaco
La filosofia è la via per la felicità, intesa come liberazione dalle passioni;
=>valore strumentale perché ha come fine la felicità
<<se non fossimo turbati dal pensiero delle cose celesti e della morte e dal non conoscere i limiti dei dolori e dei desideri, non avremmo bisogno
della scienza della natura>>
Quadruplice farmaco:
I. Liberare dal timore degli dei dimostrando che non si occupano delle faccende umane;
II. Liberare dal timore della morte <<quando ci siamo noi la morte non c’è, quando c’è la morte noi non ci siamo>>
III. Dimostrare l’accessibilità del limite del piacere= raggiungibilità
IV. Dimostrare la lontananza del limite del male= provvisorietà
La canonica:
 Concepita in relazione con la fisica
 Il fine che bisogna tenere presente è l’evidenza
 La canonica è la logica/ teoria della conoscenza perché diretta a fornire il criterio della verità (canone) capace di orientare l’uomo verso la felicità
 Il criterio della verità è fornito da:
1. Sensazioni: prodotte dal flusso degli atomi che si staccano dalla superficie delle cose producendo immagini (eidola) che sono in tutto simili alle
cose da cui sono prodotte
Dalle sensazioni derivano le rappresentazioni fantastiche: combinazione di più immagini diverse
La sensazione è sempre vera ed evidente=> criterio fondamentale della verità
2. Anticipazioni: rappresentazioni generiche/ concetti derivati dalle sensazioni ripetute e conservate nella memoria
I concetti servono ad anticipare le sensazioni future
Derivati dalle sensazioni=> sempre veri
3. Emozioni:piacere o dolore che sono la norma per la condotta pratica della vita=> fuori dal campo della logica
N.B. l’opinione: è vera se confermata o non contraddetta dalla testimonianza dei sensi
La fisica:
 ha il compito di escludere dalla spiegazione del mondo ogni causa soprannaturale e liberare gli uomini dal timore di essere la mercè di forze
sconosciute;
 materialista: escludere l’esistenza di un mondo delle anime o di principi spirituali
 meccanicista: deve avvalersi del movimento di corpi evitando ogni finalismo
 il modello di Democrito risponde a queste 2 condizioni=> democritismo è alla base del pensiero di Epicuro ma con sostanziali modifiche
 tutto ciò che esiste è corpo mentre il vuoto è l’unica cosa incorporea
 ogni corpo è composto di corpuscoli invisibili (atomi che hanno figure diverse in numero indefinibile ma non ifinito) che si muovono nel vuoto
urtandosi e combinandosi
 il movimento degli atomi non risponde a nessun disegno provvidenziale o ordine finalistico
 contro l’azione della divinità nel mondo argomentano prendendo spunto dall’esistenza del male
 leggi che regolano il moto degli atomi: costituiscono la necessità che presiede a tutti gli eventi del mondo naturale
 mondo= <<pezzo di cielo che comprende astri, terre e tutti i fenomeni, ritagliato nell’infinito>>
 i mondi sono infiniti e soggetti a nascita e morte
 tutti i mondi si trasformano in virtù del movimento degli atomi nel vuoto infinito
 MA gli atomi a causa del loro peso cadono nel vuoto in linea retta e con la stessa velocità=> spiega l’usto con cui si aggregano e dispongono nei
vari mondi ammettendo una deviazione (climamen) casuale rispetto alla traiettoria rettilinea
Distanza da Democrito:
- Democrito aveva considerato il movimento come una proprietà strutturale che non doveva essere dedotta
- Viene introdotto l’elemento di casualità (climamen)
-

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