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Eraclito, Parmenide e Zenone

Eraclito
Eraclito visse ad Efeso, nella Jonia, tra il VI e il V secolo a.C.
Alla base del suo pensiero vi la contrapposizione tra filosofia, che per lui rappresentava la verit, e il
pensiero, o me!lio la mentalit de!li uomini, luo!o e fonte di errore.
"ilosofo vero colui che sa riflettere in solitudine e sa ricercare il si!nificato profondo delle cose, non
fermandosi all# apparenza, e per fare ci$ deve elevarsi e deve avere una profonda visione dell# essere.
%&ispetto a tutte le altre una sola cosa preferiscono i mi!liori' la !loria immortale rispetto alle cose
passe!!ere' i pi( invece pensano solo a saziarsi come bestie) Eraclito.
Pensiero filosofico
*e sue teorie pi( famose sono la teoria del divenire e la dottrina dei contrari.
*a prima concepisce il mondo come un flusso perenne, in cui %tutto scorre) +panta rei,. *a forma dell#
essere il divenire, poich- o!ni cosa so!!etta al tempo e alla trasformazione, ed anche ci$ che sembra
statico e fermo in realt dinamico..uesta teoria si concretizza nella tesi secondo cui il principio delle cose
il "uoco, dal /uale proviene o!ni cosa e nel /uale o!ni cosa ritorna, !razie al duplice processo della %via in
!i() +fuoco diventa ac/ua e poi terra, e della %via in su) +terra diventa ac/ua e poi fuoco,.
*a seconda afferma che la le!!e se!reta che re!ola il mondo risiede nella stretta connessione dei contrari,
che, in /uanto opposti, lottano fra loro e che non possono stare l# uno senza l# altro, vivendo solo !razie all#
altro. Perci$ ci$ che a prima vista pu$ sembrare irrazionale, cio la lotta dei contrari, contiene una sua
propria e profonda razionalit' l# armonia del mondo non consiste nella conciliazione dei contrari, ma dal
mantenimento di /uesto conflitto. Eraclito concepisce un universo come 0io1tutto, che comprende in s- o!ni
cosa e costituisce una realt che esiste da sempre e per sempre.
Eraclito inoltre elabora una concezione di logos che non pu$ essere tradotta in italiano con un unico termine,
infatti contiene una pluralit di si!nificati dipendenti l# uno dall# altro. Il lo!os al tempo stesso il vero
discorso, la vera dottrina e la vera realt delle cose.
Parmenide
Parmenide visse in Italia, sulla costa della Campania, in un periodo di tempo che va dal 223 al 423 a.C.
Il suo pensiero e /uello di Eraclito erano praticamente l# opposto l# uno dell# altro, o me!lio l# uno era la
risposta all# altro. Per Parmenide di fronte all# uomo c# erano due vie' il sentiero della verit +aletheia,, che ci
porta a conoscere l# Essere vero, e il sentiero dell# opinione +doxa, che ci porta a conoscere l# Essere
apparente. Al contrario di Eraclito afferma che la realt per essere vera deve essere stabile, cio costante ed
obiettiva, e non un continuo fra apparenti contrari. 5i basa su due principi, il principio di identit +o!ni cosa
se stessa, e il principio di non1contraddizione + impossibile che una stessa cosa sia e insieme non sia nello
stesso tempo ci$ che ,, ed afferma' l essere e non pu non essere, mentre il non essere non e non
pu essere. 0a notare che il 676 /ui implica la non esistenza assoluta, e che /uindi se affermo di non
essere un cane, non si!nifica che posso essere un !atto, ma che io non esisto. Per fare un esempio, la nascita
e la morte secondo Parmenide non sono nient# altro che delle apparenze' non si pu$, in un certo momento,
dall# essere passare al non essere, e neanche il contrario.
Il non essere non pu$ nemmeno essere pensato, perch- il non essere il nulla, e il nulla non si pu$ pensare, e
a ma!!ior ra!ione, neanche dire, mentre l# essere rende possibile il pensare, il pensare il dire.
*# aletheia una ed immutabile, la do8a plurima ed in!annevole. *# essere uno, immobile, finito,
immutabile. *# essere non pu$ e non potr mai dissolversi.
Zenone
Zenone, oltre ad esserne discepolo, fu anche un !rande amico di Parmenide, pi( vecchio di lui di circa 92
anni. .uando !li avversari di Parmenide sostennero che se la realt fosse una, ci si troverebbe imbro!liati in
molte e ridicole contraddizioni, e!li corse in difesa dell# amico, sostenendo che se si ammette, con !li
avversari di Parmenide, che la realt molteplice e mutevole si incontrano contraddizioni anche pe!!iori.
.uindi la sua azione fu il ridurre all# assurdo le dottrine che ammettono la molteplicit e il mutamento.
Contro la pluralit e!li sostenne che se le cose sono molte, il loro numero , allo stesso tempo, finito +perch-
non possono essere n- pi( n- meno di /uante sono, e infinito, perch- tra due cosce ne sar sempre una terza,
e fra /uesta e le altre due altre ancora.
Contro il movimento sostenne che non si pu$ arrivare all# estremit dello stadio, perch- prima biso!nerebbe
arrivare alla sua met, e ancora prima alla met della met, e alla met della met della met, e cos: via fino
all# infinito, e che pi veloce Achille non potr mai ra!!iun!ere una tartaru!a che ha un passo di vanta!!io'
difatti prima di ra!!iun!erla, Achille dovr ra!!iun!ere la posizione occupata precedentemente dalla
tartaru!a, che nel frattempo si sar spostata di un intervallo, sia pure piccolissimo, di spazio, cos: la distanza
tra la tartaru!a e Achille non si ridurr mai a zero, pur diventando sempre pi( piccola. 0imostr$ anche che la
freccia che appare in movimento in realt immobile' difatti essa occuper ad o!ni istante soltanto uno
spazio determinato, pari alla sua lun!hezza; e poich- il tempo in cui essa si muove fatto di infiniti istanti,
per o!nuno di /uesti infiniti istanti, e per tutti, la freccia sar immobile.
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