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Aristotele

Aristotele È considerato la terza corona dell’antichità. Dante lo chiama “il maestro di coloro che sanno”, è
il maestro dei maestri. Filosofo apprezzato nel medioevo, a lui si rifarà la Scolastica.

Vita
Nasce a Stagira, vicino Atene, nel 320, detto anche lo stagirita.
Allievo prediletto dell’Accademia, succede alla morte di Platone.
Il padre, Nicomaco, era un medico e Aristotele risente molto di questa impronta scientifica.
Se si è visto aristotelici non si è platonici: vi è una visione totalmente opposta dei due.

Si dice che è stato proprio Aristotele a dare il nome di Bucefalo al cavallo di Alessandro, grande esponente
di questo periodo. Aristotele ha insegnato ad Alessandro e ha scritto moltissimo.

Opere
Egli scriveva trattati, in contrasto con i dialoghi scritti da Platone.
Le opere di Aristotele, come disse Gargano, si dividevano in due categorie:
 essoteriche (da εσσω, fuori, aperte a tutti). Maggior parte della sua produzione. Comprende molti
trattati filosofici(de + ablativo)
 esoteriche (per pochi, scritte in dialoghi), fra cui il Protreptico (o esortazione alla filosofia), opera
piccola dove esorta il genere umano alla filosofia. L’uomo è un animale razionale (λογιστικον ζοων);
il Grillo1(la conoscenza, la conoscenza, il pensiero parlante).
Egli era un dossografo: aveva raccolto tutto quello che i filosofi precedenti avevano prodotto.

Tra i principali trattati abbiamo il de anima e il de metafisica (filosofia I. Sarà Apollonio di Rodi a dare
questo nome data la loro collocazione).

Il liceo
Platone gli consegna la gestione e l’Accademia, ma lui la rifiuta.
Fonda il liceo, da λυκεος, scuola dei lupi, dedicata ad Apollo Lucio, divinità minore, fuori Atene.
I liceali erano studenti affamati di sapere.
Grazie a lui nasce il docente di filosofia e la lezione frontale: Aristotele spiegava e gli allievi prendevano
appunti.
La scuola era detta πελιπατον, e gli allievi pelipateici (da πελιπατειν, passeggiare). Aristotele, infatti, era
solito fare lezione mentre camminava gli allievi lo seguivano prendendo appunti. Galileo per offenderli li
chiamerà polipateici e non aristotelici, offendendoli.

Teofrasto prese appunti e creò delle dispense che poi vennero rielaborate dal docente stesso, come lezioni
dell’anno accademico.

Le scienze
Il quadro della scuola di Atene Aristotele viene rappresentato con in mano il libro dell’etica Nicomachea,
dedicata al padre Nicomaco, dove ha la mano verso il basso (filosofo dell’immanenza).
Visto che aveva un animo scientifico fa una classificazione delle scienze. Divide le scienze in:
 Scienze teoretiche (τεορεσις, speculazione, conoscenza) le più importanti: Filosofia prima (ciò che
è necessario), Filosofia seconda (Matematica e le sue sorelle gemelle, si occupa del possibile, di ciò
che può e non può essere)
 Scienze pratiche (πραξις, azione): Etica (da εθος, comportamento dell’uomo come singolo, come
l’uomo agisce con se stesso), Politica (Comportamento dell’uomo con gli altri uomini)
 Scienze poietiche (ποιεσις, del fare): Poetica (scienza del componimento. In particolare tragedia e
commedia), Retorica (arte del parlare). :ueste ultime sono opere incomplete.

1
Simboli della filosofia:
 Φ
 Civetta o Mottola di Atena, dea nata dalla testa di Zeus. Si dice che Festo le regalò questa civetta meccanica e
Atina la mandò sulla terra per spiare gli uomini. Rappresenta il θαυμα, la curiositas, con occhi grandi sgranati
 Il grillo
Il sistema
Con Aristotele abbiamo il primo sistema filosofico (la prima classificazione di tutte le branche del sapere).
Si tratta di un sistema monolitico, chiuso, non aperto al dialogo, dove tutto è definito: nel trattato ci sono le
definizioni, è tutto argomentativo. Con lui nasce il saggio filosofico, le tratteè.

Platone-Aristotele
Siamo in piena età ellenistica, vi è la crisi della polis, si perde la centralità del dibattito nell’agorà (Socrate e
Platone), abbiamo una specie di dittatura personale di Alessandro Magno, in Grecia ci sono quindi anche
influenze orientali.

La Polis e tutte le certezze dell’uomo greco sono in crisi. La filosofia deve dare certezze per salvare l’animo
umano, la filosofia diventa lo υποκεμενον, la sostanza, il substratum, il gruum (lo definivano i tedeschi,
nocciolo), il το τι εν ειναι.
La filosofia deve dare delle risposte, non deve parlare più della politica (Platone) ma si occuperà dell’aspetto
etico e metafisico.

Se con Platone avevamo una visione trascendente, con Aristotele ne abbiamo una immanente (το τε ιν , mi
occupo di un oggetto specifico che passa per i miei sensi. Questo oggetto è un sinolo di materia e forma.
Quello che Platone aveva separato con il dualismo (mondo e idee), Aristotele fonde.

Se Platone è il filosofo del dualismo, lui è il filosofo del monismo: Aristotele concepisce la realtà come un
tutt’uno, ogni cosa è sinola, ha una visione olistica.
Egli unisce la materia e la forma, parliamo di ilemorfismo: corpo è animoso e l’anima è corporale.
Per oggetto si intende questo qui, che cade sotto i miei organi di sensi, che è formato di materia e forma (no
ειδος, ma μορφη). A me non interessa la forma plastica, non specifico la materia particolare di cui è
composto l’oggetto. Dico solo che è materia e ha una forma. Non scendo nei particolari, altrimenti non farei
più metafisica, ma scienze particolari.

Metafisica
Cercare di spiegare la metafisica (scienza per eccellenza, per Aristotele è la filosofia) è un’impresa
abbastanza ardua.
Sembra una contraddizione: prima dice Aristotele di voler essere immanente, con i suoi trattati, e poi parla di
metafisica.

Studia il necessario, il ciò che è, l’essere in quanto essere, l’essenza, lo υποκενιον a livello ontologico
(Parmenide, Platone, che deve essere oggetto di astrazione perché parte da una componente materiale, ma
facendo io metafisica lo devo trasformare in un qualcosa di non concreto).
Aristotele porta a compimento il percorso ontologico iniziato con Parmenide.
Divide la metafisica in 4 settori di indagine:
1. Ontologia (scienza dell’essere). L’essenza è il sinolo. το τι εν ειναι, ciò che rimane uguale anche se
tutto cambia, ciò che è vero per sempre (stesso concetto che abbiamo già trovato con l’αρχη, il cui
primo esponente fu Anassimandro, e con l’idea di Platone).
(l’essenza della borsa è che è un contenitore, e non può cambiare. Ha poi anche una materia e una
forma, ma l’essenza è il fatto che sia un contenitore).

Appurata che l’essenza nelle cose è sempre uguale e non può cambiare. Accanto all’essere in quanto
tale possiamo aggiungerci degli attributi, delle caratteristiche particolari, di nome accidenti (da
accipio, ciò che può essere aggiunto) o σιυνεμεκος (attributi, ossia caratteristiche che si aggiungono
all’essere, non fondamentali per l’essere stesso. Ad esempio il colore, il sapore…).

2. Usiologia (scienza della sostanza, da ουσια). La sostanza è il substrato, ciò che sta sotto, di tutta la
realtà. L’essenza è la sostanza, che è sinolo di materia e forma.
Alla sostanza può essere aggiunto un predicato, può essere predicata, attraverso l’aggiunta di
aggettivi.
Ha infatti 10 categorie (καταγορευω, aggiungere qualcosa, elementi che aggiungo alla sostanza: la
qualità, la quantità, la modalità, la relazione (una cosa è mia, tua…), il dove, il quando, la
possibilità…)
In Parmenide, con l’identità logico-ontologica, pensare e essere era la stessa cosa.

3. Aetiologia (scienza delle cause, αειτια, causa). Qui vediamo un Aristotele scienziato. La metafisica è
la scienza delle cause ultime. Scire per ultimas causas, no per proximas causas (Agostino e
Tommaso).
Individua 4 tipi di cause, ma non tutte hanno la stessa rilevanza:
- Causa formale, principium individuationis, con la forma riesco a distinguere un oggetto da un
altro, è ciò che diverge.
- Causa materiale, può essere o meno uguale
- Causa efficiente, può essere o meno uguale
- Causa finale (la più importante, quella che diverge). Visione finalistica o di teleologia (τελος,
fine, lontano)
Es. Un’erma che raffigura Socrate. Qui abbiamo: causa materiale (ciò di cui è fatto il busto,
marmo); causa formale (ciò che rappresenta l’effige, Socrate); causa efficiente (lo scultore,
Sofronisco); causa finale (intento, celebrare la grandezza di Socrate).

4. Teologia (scienza di Dio). La metafisica confluisce nella teologia


Vincenzo Acciarino
Talete acqua
Eraclito Divenire continuo e incessante
Parmenide Essenza di tutte le cose
Sofisti Parola, discorso
Socrate oggetto della ricerca, faccio partorire la verità
Platone Sono separato
Aristotele Sono un tutt’uno, un sinolo, fatto di materia e forma. A me
metafisicamente interessa sapere solo ciò che sono.
Teoria dell’atto e della potenza
La filosofia non è deterministica (Democrito) ma tutto accade perché c’è un fine ultimo (Dio).

Un essere ha un atto, forma, (ενεργια, energia, εντελεκια) e una potenza, materia, (δυναμις, possibilità di
cambiare).

Ogni oggetto è in potenza (ha la possibilità di cambiare)


L’atto è prioritario rispetto alla potenza.

Si crea una catena: legno (atto), si trasforma in sedia (potenza). La sedia (atto), si trasforma in cenere
(potenza). La cenere (atto), può diventare concime (potenza).
ATTO-POTENZA- ATTO-POTENZA- ATTO-POTENZA-ATTO.
Questa catena non è infinita, finisce con Dio, l’atto primo, l’atto per eccellenza. Dio è solo atto e non può
essere materia. È il motore immobile, l’atto puro.
La logica
Il termine logica non è Aristotelico ma viene dato dagli stoici. Per Aristotele la logica è l'οργανων
(strumento che ci permette di ragionare e di conoscere la realtà).

Come per Parmenide abbiamo una visione logico-ontologica, dunque per poter scrivere e parlare bene
bisogna ragionare bene.
La differenza è che mentre per Parmenide pensare e essere è la stessa cosa, per Aristotele no perchè io penso
a un qualcosa e l’essere può essere detto in vari modi che noi attribuiamo convenzionalmente (semantica: ad
un significato convenzionalmente attribuisco un significante convenzionale).
La sostanza ha 10 categorie che essendo predicati (di cui si può dire) devono essere “detti”.
(il concetto di analisi logica la dobbiamo ad Aritstotele)

concetto
Il punto di partenza per la logica aristotelica è il concetto (cum capio), ossia ciò che si dice di un qualcosa,
un contenuto mentale.

I concetti sono sempre convenzionali. Per convenzione si attribuisce ad un concetto un determinato nome, il
cui significante, essendo convenzionale, cambia in base per esempio alla lingua, mentre il suo significato
rimane invariato. (pencil e matita presentano significanti diversi ma stesso significato)

Un concetto può essere:


 molto esteso di contenuti, allora sarà genere (generale)
 poco esteso di contenuti, allora sarà specie (specifico)

Siamo soliti assemblare una serie di cose che presentano gli stessi contenuti ( per esempio all’insieme degli
animali attribuiamo membri quali il gatto, il cane, il cavallo…)

I concetti si raggruppano tra loro attraverso un rapporto tra il concetto e ciò che si dice del concetto. Queste
proposizioni si chiamano giudizi.

Aristotele fonda la teoria del giudizio: frase in cui ci sono 2 elementi:


 soggetto (concetto della frase, colui che svolge)
 predicato (ciò che si dice del soggetto-concetto).

Ci sono due ipotesi:


 il predicato aggiunge qualcosa di nuovo rispetto al concetto del soggetto (Marco sa la filosofia)
 il predicato ripete quello che è già esplicitato nel concetto del soggetto (il filosofo sa la filosofia)

la fusione di tutti i predicati forma i sillogismi ( in greco συλλογισμός)


Sillogismo aristotelico
I giudizi, le affermazioni (costituite da soggetto+predicato) possono essere di 4 tipologie:
 universali affermativi (tutti gli uomini sono mortali)
 universali negativi (tutti gli uomini non volano)
 particolari affermativi ( qualche uomo è un filosofo)
 particolari negativi (qualche uomo non studia filosofia)

Negli Analitici primi (scritti di logica) Aristotele ci dà una prima definizione:


Il sillogismo ( dal greco συν + λογος, συλλογισμος, ragionamento o calcolo insieme, o semplicemente
ragionamento)  aristotelico è la forma di ragionamento per eccellenza. Date determinate premesse si riesce a
ricavare una conclusione (συμπερασμα).

Il sillogismo è un ragionamento con tre proposizioni, che sono:


 premessa maggiore
 premessa minore
 conclusione
I termini da cui sono costituiti (termine medio, termine maggiore  e termine minore) hanno estensione
diversa.
Il termine medio è il punto di snodo, in quanto mi permette di passare dalla premessa maggiore a quella
minore e infine alla conclusione.
esso scompare nella conclusione.

La logica di Aristotele è formale poichè si basa sulla concatenazione formale dei termini. Parliamo di
ragionamenti logici non matematici, in quanto si basano su cose vere le quali sono definite tali
dall’esperienza.

Tipi di sillogismo:
 sillogismo scientifico o apodittico: ragionamento vero in quanto le premesse fatte sono vere:
Ogni Animale è mortale (premessa maggiore)
Ogni uomo è un animale ( premessa minore)
Ogni uomo è mortale (conclusione)

mortale presenta un'estensione maggiore, dunque sarà il termine maggiore


uomo presenta un'estensione minore, dunque sarà il termine minore
animale presenta tra i tre termini un’estensione media, di conseguenza sarà il termine medio.

nella proposizione:
Ogni Animale è mortale 
L’animale ( il termine medio) è il soggetto, mentre mortale ( termine maggiore ) è il predicato

nella proposizione:
Ogni uomo è un animale
l’uomo ( termine minore) è soggetto mentre animale ( termine medio) è predicato.

nella proposizione:
Ogni uomo è mortale
l’uomo ( termine minore) è soggetto mentre mortale  ( termine maggiore ) è il predicato.
Aristotele era solito utilizzare le lettere dell’alfabeto per dimostrare la cosiddetta proprietà transitiva:
A appartiene a B che appartiene a C, dunque A appartiene a C

 sillogismo dialettico: è un sillogismo falso perchè le premesse sono false; ma è valido perché la
logica di Aristotele si basa sull’applicazione delle leggi, è formale:
Tutti gli uomini sono fiori
Io sono un uomo
Io sono un fiore
 sillogismo probabilistico: non c’è una concatenazione di termini:
Qualche uomo può essere un filosofo
Io sono un uomo
Ipo potrei essere un filosofo

 Entilema o sillogismo mancato: Si elimina la premessa maggiore, la quale viene data per scontato,
ma è sbagliato affermare ciò:
Penso dunque sono ( Cartesio)
Io penso e di conseguenza sono, ma non avendo affermato nella premessa maggiore che chiunque
pensi allora è, di conseguenza non possiamo definire l’affermazione di Cartesio vera in quanto priva
della premessa iniziale.

Negli Analitici II Aristotele definisce alcuni principi logici alla base dei ragionamenti e che ci permettono
di ragionare bene (assiomi, ossia la base dei ragionamenti):
 principio d’identità: Come per Parmenide ogni cosa è uguale a se stessa (tautologia). A=A

 principio di non contraddizione: A non è non A, dunque A=A (ogni cosa non è contraria a sè
stessa); A non è B, dunque A è A  (IO sono IO perchè non sono TE) (metto in contraddizione con
una cosa che non è me)

 principio del terzo escluso (tertium non datur: il terno non dato, affermazione medievale): A è A e
può essere qualcosa di diverso da sé stesso, tipo C , però A o è A o è C ( può essere entrambe le
cose ma non contemporaneamente, o è A o è B)
Cosmologia aristotelica
Nel De Fisica e nel De Cielo abbiamo la concezione fisica e cosmologica (cosmo, Pitagora, ordine)di
Aristotele. Questa influenzerà tutto il medioevo.

Questa teoria si chiama aristotelica, tolemaica (da Tolomeo I secolo), tomistica (da San Tommaso
d’Aquino) dantesca (ne parla nella Divina Commedia), geocentrica.

Per tutto il medioevo questa concezione ci sarà e verrà confutata nel 1543 nel de rivolutionibus orbum
celestium con Copernico e con la teoria eliocentrica.

Teoria aristotelica: geogentrica


La Terra è una lastra di materia sospesa al centro dell’universo e tutti i pianeti (Hestia…), Il sole e la
luna, giravano attorno ad essa.
Questo universo era finito, il limite (ultima sfera Mundi) era il cielo delle stelle fisse, secondo un calcolo di
un astronomo Eudosso erano 55 stelle.
L’infinito è in potenza ma in atto è già qualcosa di finito. (riuscimmo a rimirar le stelle, frase utilizzata da
Dante al termine di ogni male le tre cantiche).

Questo universo è diviso in:


 Mondo lunare
 Mondo sublunare (la terra, dove vivono gli uomini)
La terra è organizzata su quattro elementi (terra, aria, acqua, fuoco). Aristotele ci parla di luoghi naturali.

Teoria dei moti: l’acqua e la terra (più pesanti) tendono per natura verso il basso; l’aria e il fuoco (più
leggeri) tendono verso l’alto.
 Nel mondo sublunare il moto è violento: se lancio una penna va prima in alto e poi in basso. Si
sposta l’aria che sorregge la penna e non c’è più vuoto (in contrapposizione con Democrito).
Nel mondo sublunare il movimento rettilineo uniforme (ha un inizio e una fine) e per questo è
imperfetto (come per Parmenide).

 Nel mondo lunare il moto è circolare e i pianeti non hanno né inizio né fine (perfetto). Qui pianeti
sono come calotte sferiche, contenute in un elemento perfetto: quintessenza o etere, è eterna,
incorruttibile.
Queste calotte si muovono intorno alla terra (Aristotele non sapeva il moto di rotazione).
Questo movimento influenza la vita del mondo sublunare dando le basi all’oroscopo e alla
concezione che le stelle i pianeti condizionano la nostra vita. L’atteggiamento di Aristotele a
valenza scientifica, anche se apparentemente solo filosofica.

Questa teoria piace alla chiesa: la terra al centro dell’universo poiché è creata da Dio. La terra il pianeta
privilegiato da Dio in quanto unico creato da lui (visione biblica della cristianità di Dio).
Anima (De Anima)
La psicologia è lo studio dell’anima e nasce con Aristotele.
L’anima è corporale e il corpo animoso (ilemorfismo).
C’è uno stretto rapporto tra σομα e ψυκη.
Anche con Aristotele possiamo dividere l’anima in tre parti che prendono il nome di funzioni biologiche:
 Anima vegetativa (propria delle piante dove ci sono aspetti relativi alla sopravvivenza)
 Anima sensitiva (quella degli animali dove oltre agli aspetti propri dell’anima sensitiva, che Maslow
chiama bisogni primari, vi sono quelli relativi ai sensi e alla riproduzione)
 Anima razionale (propria dell’uomo, quella legata alla logica. L’uomo ha anima vegetativa,
sensitiva e ragionale)

Politica (Trattato di Politica)


In politica si allontana dalla visione platonica: egli afferma che tutto si basa sulla guerra e sullo schiavismo.

Il primo nucleo familiare la famiglia, segue il villaggio ed infine la società.


L’uomo è un πολιτικον ζοων (animale sociale) e tutti gli uomini (non solo i filosofi) possono stare in società,
vi è una collettività.

La forma più perfetta è la democrazia, ma crede anche che a capo di tutto ci debba essere un sovrano
illuminato come Alessandro magno.
Δεμος κραζει + sovrano illuminato.

Etica (Etica Nicomachea)


Anche lui si occupa della virtù, dell’αρετη, facendo una divisione in:
 Virtù etiche (regolate dal comportamento pratico dell’agire umano)
 Virtù dianoetiche (regolate dalla ragione. Tra queste le più importanti sono la saggezza e la
sapienza.
 Saggezza (la ragione che vuole conoscere le cose)
 Sapienza, più importante (comportamento dell’uomo che agisce con la
ragione, che ha già elaborato la saggezza).
Il saggio sa il sapiente conosce

Si sofferma su una virtù etica: l’amicizia (cum grano solis)


Egli afferma che l’amicizia è una forma di amore disinteressato e non vi è alcuna differenza tra amore e
amicizia. Fa una distinzione tra compagno e amico (l’amico riguarda l’anima).
Crede che l’amicizia vada coltivata, l’amico si sceglie non si trova.

Poetica
Opera incompleta.
Aristotele non si interessa della commedia ma della tragedia.
Secondo la teoria della καταρσι o purificazione gli spettatori non si purificano dalle passioni, ma delle
passioni, identificandosi nei personaggi che vedono. La tragedia è dunque una forma di purificazione ed
educazione.

Teoria spazio-tempo-luogo
Egli dai canoni della struttura tragica: per essere considerata buona o una tragedia deve avvenire in uno
stesso luogo, senza movimento, in un arco temporale ristretto affinché non ci sia confusione.

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