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LA METAFISICA DI ARISTOTELE

La metafisica di Aristotele si configura come:


 una teoria dell’essere, o ontologia che si interroga su ciò che è;
 una teoria della sostanza che si chiede com’ è fatto ciò che è;
 una teoria dalla causa dell’essere;
 una teologia.
Secondo Aristotele il linguaggio tende a rispecchiare la realtà, per svolgere l’indagine intorno a ciò
che è, egli analizza il ruolo del verbo essere nelle sue diverse accezioni (forme). Identifica così 10
categorie dell’essere: la sostanza, la qualità, la quantità, la relazione, dove, quando, stare, avere,
agire, subire.
La categoria della sostanza è la modalità fondamentale dell’esistenza ed è la più importante.
Tutte le altre categorie indicano gli accidenti, che sono le caratteristiche che si possono attribuire a
una determinata sostanza. La sostanza può essere:
 individuale o sostanza prima (quel gattoin particolare);
 oppure universale o sostanza seconda (il gatto in generale).
Per Aristotele esiste solo ciò che è individuale, l’universale ha bisogno di qualcosa individuale che
lo realizzi. (Platone diceva che esistono idee universali e che le cose individuali sono imitazioni
imperfette)
La sostanza è un sinolo (unione inestricabile di materia e forma). La materia è il supporto che
rende possibile l’esistenza di una certa sostanza. La forma è ciò che rende una sostanza quello che
essa è effettivamente, non esiste materia senza forma, ragione per cui la materia prima, senza
forma, è un concetto limite, benché ogni sostanza individuale manifesta le sue particolarità, la
forma dipende sempre dalla sostanza universale che essa realizza. Esempio: un gatto ha le sue
particolari caratteristiche e quindi non può essere un cane.
Le caratteristiche che una certa sostanza individuale può possedere costituiscono l’essenza di
quella sostanza individuale, ovvero ciò che fa sì che essa sia il tipo di cosa che è. Esempio: un gatto
è un gatto perché ha le caratteristiche che hanno i gatti.
Com’è concepita la causa? Aristotele afferma che la materia comporta l’esistenza di una certa
sostanza soltanto in potenza cioè in modo non ancora realizzato (potenzialmente posso essere
preside ma sono un’insegnante). Una cosa invece esiste realmente quando è in atto, la sua materia
è realizzata in una forma, il passaggio dalla potenza all’atto richiede una causa e un fine. La teoria
metafisica è detta anche teoria delle quattro cause:
 causa efficiente che dà inizio all’esistenza di una sostanza;
 causa materiale, è la materia di cui è fatta la sostanza;
 causa formale, la forma di una sostanza;
 causa finale, il fine a cui la sostanza tende.
Qual è la causa prima del mondo?
É il motore immobile che gira il resto, non avendo materia e potenza è forma pura e atto puro,
inoltre non ha estensione né possibilità di mutamento. Il motore immobile è puro pensiero che
pensa sé stesso, ciò da cui tutto ha origine.
Qual è per Aristotele? Dio, causa da cui tutto ha origine. È il motore finale da cui tutto ha origine, i
nostri comportamenti tendono a raggiungere Dio perché è causa incausata, forma pura in atto
puro (non ha una causa, è il motore immobile a cui tutto tendeè il principio /fine a sé stesso/)
LA LOGICA PER ARISTOTELE
Qual è l’elemento più semplice del pensiero secondo Aristotele?
L’elemento più semplice del pensiero di Aristotele è costituito dai concetti, che sono espressi nel
linguaggio attraverso i terminila terminologia che usiamo quotidianamente.
(Stoicismo=corrente filosofica d’impronta razionale, che si basa sulla ragione)
I concetti, si possono riferire a sostanze o a accidenti, (caratteristiche delle sostanzegli aggettivi)
che a loro volta possono essere:
 individuali;
 universali.
I concetti di sostanza universale possono essere articolati in
 specie
 generi
La specie raggruppa la sostanza individuale, cogliendone l’essenza (es: io sono nella specie essere
umano e il mio genere animale).
In che cosa consiste il ragionamento?
Aristotele studia in particolare il sillogismo un ragionamento formato da 2 premesse unite da un
termine detto medio (termine comune) /le premesse/ che portano ad una conclusione.
Premessa 1: Tutti gli animali sono mortali.
Premessa 2: Tutti gli uomini sono animali.
Conclusione: Tutti gli uomini sono mortali.
Il sillogismo è valido (corretto) quando la conclusione segue necessariamente delle premesse.
Perché il sillogismo sia scientifico e conduca alla conoscenza oltre che valido dev’essere vero, cioè
discendere da premesse certe e vere.
Premessa 1: tutti gli animali sanno volare
Premessa 2: tutti gli uomini sono animali Non vero (devono essere certezze per essere
considerate vere)
Conclusione: tutti gli uomini sanno volare
Per riconoscere che una premessa è vera, Aristotele ritiene che sia importante chiarire i termini
della premessa, elaborando una definizione del concetto universale al quale si riferiscono.
Grazie all’intuizione l’intelletto coglie l’universale nell’individuale, secondo un processo chiamato
induzione.
All’opposto i sillogismi sono dimostrazioni che partono da premesse universali per giungere a
conclusioni particolarideduzione.
Mentre le conclusioni della deduzione seguono necessariamente delle premesse, le conclusioni
delle intuizioni sono solamente probabili, non necessarie. Posto che le intuizioni ci permettono di
cogliere l’universale nei casi particolari è possibile che alcune intuizioni siano in contrasto tra loro,
per stabilire quali siano vere e quali no, è necessario la dialettica che si basa sulla costruzione di
sillogismi che non partono da premesse certe ma da intuizioni probabili messe a confronto. (due
intuizioni messe a confronto e da esse nascono i sillogismi)
Serve per stabilire quale
intuizioni sono vere e quali no
LA FISICA PER ARISTOTELE
Qual è l’oggetto della fisica secondo Aristotele?
Aristotele ritiene che la fisica sia la scienza del divenire, perché studia il mondo naturale che è
caratterizzato dal continuo mutamento e per questo esistono diversi tipi di mutamento o
cambiamento che sono: di qualità, di quantità, di luogo o spostamento e infine generazione o
corruzione.
C’è da dire che per Aristotele il mutamento non comporta mai il passaggio dall’essere al non
essere, o viceversa, perché ogni trasformazione coincide col diventare atto da parte di una
potenza.
Che cos’è l’anima secondo Aristotele?
All’interno de “La Fisica” Aristotele si occupa anche delle sostanze viventi studiate dalla biologia
(scienza della vita) e dalla psicologia (scienza dell’anima). A questo proposito dice che tutte le
sostanze viventi hanno l’anima che è il loro principio vitale (anima).
Il corpo costituisce la materia di una sostanza vivente. (corpomateria)
L’anima è la sua forma, è l’atto del corpo che ha la vita in potenza (l’anima è ciò che potrebbe
essere).
Inoltre secondo Aristotele l’anima ha altre principali facoltà:
o vegetativapropria di tutti gli esseri viventi;
o sensitivapropria degli animali;
o intellettivariservata solo agli uomini. (uomo=animale che si distingue per l’intelletto)
L’etica è la scienza che studia l’azione individuale e ha per oggetto la felicità e la virtù. Secondo
Aristotele la felicità per l’uomo si realizza compiendo il fine che gli è più proprio (la felicità si
ottiene realizzando il proprio scopo nella vita), ossia la razionalità. L’uomo è infatti un animale
razionale dotato di ragione ma anche di linguaggio (esprime il suo parere).
Cos’è la virtù?
La virtù è l’insieme dei modi in cui si realizza la razionalità. Aristotele distingue le virtù in 2 gruppi:
o le virtù etiche che consistono nel dominio della ragione sugli istinti e richiedono la capacità
di individuare il giusto mezzo, ed evitano sia l’eccesso sia il difetto.
o le virtù dianoetiche che riguardano l’esercizio stesso della ragione e consistono nella
possibilità da parte dell’anima razionale di cogliere la verità attraverso la conoscenza.
Le virtù dianoetiche più importanti sono:
o la saggezza è la capacità di prendere le decisioni sulla vita pratica, ed è tipica dei
governanti.
o la sapienza è l’uso appropriato della ragione nella ricerca del sapere ed è specifica dei
filosofi.
Nella sua riflessione sull’etica Aristotele dedica ampio spazio anche all’amicizia, ritenendo che essa
svolga un ruolo importante nel rinforzare la virtù.
Qual è l’oggetto della politica?
Secondo Aristotele l’uomo oltre ad essere un animale razionale è anche un animale politico,
poiché la piena razionalitá umana si può esprimere solo attraverso il bene collettivo (perché si
relaziona con gli altri).
Il culmine della dimensione politica dell’uomo si raggiunge nello Stato, il suo fine è la felicità dei
cittadini (Aristotele aveva uno stato ideale).
Ogni stato decide di darsi una propria forma scegliendo una costituzione che può essere:
o la monarchia se il potere è nelle mani di uno solo,
o l’aristocrazia se il potere è in mano ai migliori,
o la polizia se il potere è nelle mani della moltitudine (popolo).
Quando i governanti agiscono in funzione dei propri interessi personali, ciascuna di queste forme
può degenerare e dare vita rispettivamente a: tirannide, oligarchia, democrazia.

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