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ARISTOTELE

Fondatore della logica, intesa come ambito di riflessione autonoma; parla anche di analitica intesa come
scomposizione di ragionamenti per esaminare la correttezza o la validità.
Tutti i suoi libri riguardanti la logica sono raggruppati nell’Organon (in greco = strumento), lo strumento ad
ogni ricerca.
La logica è lo strumento per avere una conoscenza certa, tutto il sapere che riguarda la realtà è definito con
la scienza (realtà certa), esistono 3 scienze:
 Teoretiche, studiano il necessario, ciò che non può accadere diversamente (es. rotazione terra, notte e
giorno, morte e vita)  filosofia prima, fisica, matematica
 Poietiche, studiano le arti produttive (ingegnere, agricoltore)  poetica e retorica
 Pratiche, studiando il possibile (riguardano l’azione)  etica, agire in modo individuale, e politica, agire
per una comunità
L’etica e politica sono scienze dette del possibile (contrario di necessario), ossia ciò che non può prevedere,
che può accadere in modo diverso, ogni nostro comportamento può agire in modo diverso.
La connessione dei termini da luogo alle preposizioni (giudizi), la logica aristotelica si occupa delle
proposizioni dichiarative, perché possono determinare la verità o la falsità mediate il confronto con il reale.
Esiste una stretta corrispondenza tra linguaggio e realtà, un giudizio dichiarativo è vero quando congiunge
termini che sono effettivamente nella realtà (i termini non sono né veri né falsi a differenza delle
proposizioni).
Aristotele classifica i giudizi in 2 variabili: quantità, universali o particolari, e qualità, affermativi o negativi;
combinandole avremmo UA, PA, UN, PN. Su queste combinazioni hanno creato il quadrato aristotelico.
Sillogismo è composto da 2 premesse e una conclusione, il passaggio dalle premesse alla conclusione
avviene grazie al termine medio:
 Premessa maggiore in cui il termine medio ha maggiore estensione e fa da soggetto
 Premessa minore in cui il termine medio ha minore estensione e fa da predicato
 Conclusione in cui non c’è il termine medio, il termine minore fa da soggetto mentre quello maggiore fa
da predicato
Es. Se tutti gli A sono B
E se tutti i C sono A
Allora tutti i C sono B
Comprensione  numero di caratteristiche
Estensione  numero di individui
METAFISICA
La metafisica viene utilizzata in filosofia per indicare due ambiti particolari ovvero ontologia e teologia,
prima il nome di questa unione era filosofia prima. Questa filosofia è la scienza che studia l’essere in quanto
essere e le sue proprietà. Bisogna domandarsi ‘’ cos’è l’essere in quanto essere?’’, per dare questa risposta
Aristotele identifica 4 risposte:
 L’essere come ACCIDENTE, si riferisce a una proprietà o un attributo che non è sostanziale nell’identità
di un soggetto, quindi in contrapposizione all’essere come sostanza ovvero l’ESSENZA, un oggetto e
quello indipendentemente dalle caratteristiche accidentali (= ciò per cui una cosa è quello che è).
 L’essere come CATEGORIE DI SOSTANZA, ogni sostanza è definita tramite 4 cause: formale (essenza),
materiale (di cosa è fatto), efficiente (da chi è fatto), finale (per quale fine).
 L’essere come VERO, Aristotele credeva che la verità fosse una caratteristica oggettiva
indipendentemente dalla percezione o dall’opinione di chi la formula.
 L’esser come POTENZA e ATTO; si riferisce a due stati di un oggetto: attualità quindi è atto (cosa si è in
questo momento) e potenzialità, in futuro, quindi potenza (cosa posso diventare in futuro).
Esistono due tipi di sostanza: sostanza prima (è soggetto) quindi specie con una > estensione, sostanza
seconda (è sia soggetto che predicato) quindi genere con una > comprensione. Nella metafisica pe
Aristotele ogni sostanza è sinolo ossia un insieme indissolubile di:
 Materia (ciò che muta) che quindi è atto, possiamo dire che una materia senza forma è la materia
originale, quella materia che secondo Platone, il dio Demiurgo aveva plasmato
 Forma (ciò che non muta) che quindi è la potenza, possiamo dire che una forma senza materia è Dio,
quindi la perfezione perché non presenta mutamento
Grazie alla definizione di materia/forma e potenza/atto abbiamo risolto il grande problema dei filosofi
ovvero il mutamento.
FISICA: è la scienza che studia l’essere in movimento, che principalmente ne ha 4: quantitativo
(accrescimento o diminuzione), qualitativo (l’alterazione o cambiamento delle qualità), locale (il movimento
nello spazio), sostanziale (la trasformazione della sostanza). Questi movimenti sono determinati dalle
quattro cause (formale, materiale, efficiente, finale), il movimento principale è il moto locale che viene
spiegato dalla teoria dei luoghi materiale in cui ogni elemento raggiunge il suo luogo naturale; le
conseguenze sono due: dualismo (citato anche dai pitagorici), tra mondo terrestre e mondo celeste, e
geocentrismo, ovvero che la Terra si trova al centro in quanto si trova nella parte più inferiore.
Partendo dal geocentrismo viene definito che l’universo ha forma sferica (forma della perfezione), quindi
l’intero universo e composto da sfere concentriche dove nella parte più interna c’è la Terra e in quella più
esterna c’è la sfera delle stelle e tutte queste sfere sono mosse dal motore immobile.
COSMOLOGIA
1. Esperienza sensibile:
 Aristotele formula la teoria dei luoghi materiali, da ciò riusciamo a capire che l’osservazione o
l’esperienza sensibile sono importanti in quanto servono per confermare l’esattezza del
ragionamento deduttivo (ragionamento perfetto che porta alla conoscenza)
 Platone riteneva che l’esperienza sensibile non fosse fondamentale in quanto afferma che la verità
si trova nel mondo delle idee, di conseguenza la conoscenza si trova solo in quel modo quindi da
poco valore all’esperienza sensibile
2. Forma sferica:
Aristotele attribuisce all’universo la forma sferica, che era considerata perfetta, in quanto ogni
punto era equidistante dal centro, in realtà quanto affermato da Aristotele è solo un riproporre
vecchie idee infatti: ‘’ sfera figura perfetta’’ di Parmenide e ‘’il limite è la perfezione’’ dei pitagorici, il
limite dell’universo è la sfera delle stelle fisse
3. Teoria geocentrica:
Aristotele arriva a questa teoria grazie al processo deduttivo in questa situazione i casi particolari
sono la teoria dei luoghi naturali, quindi la Terra è sotto, e la sfericità dell’universo, la Terra è sferica,
la conclusione è ‘’la Terra al centro dell’universo’’. Siccome ogni elemento (acqua, terra, …) si trova
in posizione diversa possiamo dire che gli altri pianeti o corpi celesti non sono fatti da Terra ma da
altri elementi
4. Dualismo:
 Platone parla di dualismo ontologico diviso in: mondo sensibile (mutamento) e mondo
sovrasensibile (non mutamento)
 Aristotele fa anche lui questa distinzione ma divide: mondo celeste, composto dal quinto elemento
ossia l’etere (elemento perfetto e immutabile, che giustifica il mondo celeste in base alla teoria dei
luoghi naturali) così come l’unico movimento possibile ovvero circolare, e mondo terrestre, mosso
dal movimento locale
5. Approccio qualitativo:
(significa che descrivo la realtà secondo qualità)
 Platone accosta l’approccio qualitativo con quello quantitativo grazie alla descrizione della realtà
secondo enti matematici
 Aristotele lo fa tramite la ricerca della perfezione, oppure luogo naturale come proprio
6. Il vuoto:
Aristotele dice che il vuoto non esiste perché tutto è occupato da sfere che muovono quella più interna,
però per verificare ciò abbiamo bisogno di un motore primo, ovvero da dove parte la sequenza di cause
efficienti (causa finale), deve essere anche immobile (tramite attrazione) ma comunque creare
movimento, a differenza del Demiurgo che plasma la materia affermato da Platone

ETICA
Per parlare di etica dobbiamo far riferimento alla virtù e alla felicità individuale (perché la cultura greca è
una cultura eudonemistica ovvero l’obiettivo è la felicità), rispetto alla politica che riguarda la felicità del
comune. La felicità individuale è la realizzazione della propria natura, quindi paragoniamo la felicità alla
virtù (ciò che ti caratterizza in quanto tale) perché bisogna agire in conformità alla ragione.
Come Socrate anche Aristotele divide le virtù in due gruppi:
 Etiche (spiegano la saggezza) sono il controllo delle passioni tramite la ragione, esattamente come
Platone parlava delle redini del carro, come controllare le passioni tramite l’agire in modo abituale (così
capisco dove sbaglio); quindi ho una virtù, perché caratterizza l’essere in quanto essere, solo se
possiedono un’abitudine.
 Dianoetiche riguardano la realizzazione dell’anima razionale e si raggruppano in tre principali: sapienza,
intelligenza e scienza. Riguardano la logica ovvero la capacità deduttiva , stiamo parlando di scienza e
quindi abbiamo un ragionamento deduttivo, che ha bisogno di una presenza reale che lo capisco
tramite l’intelligenza, ovvero la capacità intuitiva. Sommando le capacità intuitive e deduttive più la
volontà di sapere diventerò una persona sapiente, ovvero chi sa veramente quindi con un sapere certo
e di conseguenza possiedo la felicità.

L’intelligenza, oltre ad individuare le premesse, serve per le scienze poietiche (l’intelligenza per produrre =
arte) e per le scienze pratiche (l’intelligenza usata per agire = saggezza).

Chi è saggio? Chi usa la ragione per moderare le passioni ma c’è bisogno anche dell’abitudine, quindi
distinguiamo in: sapiente, il filosofo che necessariamente è anche saggio e a cui viene affidata la guida dello
stato, e saggio, il politico, cui necessita la saggezza. E’ saggio colui che agisce bene in maniera virtuosa
mediante l’abitudine, grazie all’educazione riesco a sbloccare l’abitudine perché ripeto comportamenti
virtuosi fino a quando il comportamento non diviene un modo di essere; a differenza di Platone che basta
sapere cos’è bene (intellettualismo etico), per Aristotele conoscere il bene non implica il farlo.

Nella polis politica e etica sono correlati. Aristotele afferma che per natura sociale l’uomo è animale politico
perché l’essere umano non riesce a stare senza altri individui per un vero rapporto di amicizia. Aristotele
distingue tre generi di amicizia: quella fondata sull’unità reciproca, quella basata sul piacere e quella
disinteressata, solo l’ultimo però è vera amicizia perché in questo caso si ama l’altro per se stesso
considerandolo un fine e non un mezzo, senza nessun fine personale.

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