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Appunti 20 settembre 2021 Filosofia

Hegel

introduzione contesto storico-filosofico:


passaggio importante nella prima metà dell’ ‘800, dal punto di vista filosofico tipo teoretico-metafisico:
- fase nella filosofia tedesca, dibattito su senso della filosofia del limite, con obiettivo di cancellare limite che
logicamente non si può porre
↬ rivalutando filosofia del limite, quindi filosofia kantiana:
il punto di vista di Kant era gnoseologico e dualista per quanto riguarda la conoscenza (fenomeno (spazio-
tempo) e noumenica (del noumeno)) dualismo orizzontale tra essere conoscibile - essere
- idealismo tedesco (con Fichte e Schelling), simile a impostazione filosofica presocratica
- oggetto d’analisi è l’idea
↬ idealisti cercano, attraverso il fenomeno, di far emergere progresso dell’idea, cogliendo il senso ultimo della
realtà, tracciando un sistema che parte direttamente dalla nostra mente, pensiero che coincide con noumeno;
uomo artefice del proprio pensiero e della propria realtà

cerca di ricomporre il dualismo di Platone, con riferimenti al pensiero eracliteo, spinoziano, cartesiano ed infine
kantiano;
risoluzione del problema del finito nell’infinito, ad esempio storia come progresso dell’idea; filosofia della storia
++ identità tra ragione e realtà, coincidenza tra esse
↬ ciò che esiste totalmente è il pensiero, tutto quello che non emerge da esso ha comunque a che farci
obiettivo: portare alla luce le dinamiche della realtà
Appunti 22 settembre 2021 Filosofia
• se noi consideriamo l’infinito come tutto ciò che è stato e come finito i processi (il processo) storico, ciò che è
finito nel mondo è necessario in quanto unico modo con cui si manifesta a noi l’infinito;
è come se il singolo si perdesse (singolo inteso come pensiero, accidente (prodotto della storia) può essere
come non essere nella sua microstoria);
↬ ciò che è da tenere in conto è il susseguirsi
• giustificazionismo filosofico, determinismo storico quando si parla della realtà, ciò che è non poteva che
essere com’è e lo è per presupposto ontologico (monismo ontologico in Spinoza)
Hegel lo scopre e lo studia, sostenendo che il reale è razionale e che il razionale è reale
⇉ se la storia dell’uomo è la storia del progresso dell’assoluto che si manifesta attraverso la ragione degli
uomini, allora la filosofia deve descrivere la struttura del reale cercando la razionalità e facendola
coincidere
• “il vero è l’intero” il vero, nel senso di ciò che è reale, razionale, sta nell’analisi del tutto
• “fenomenologia dello spirito” (ovvero la storia romanzata della conoscenza, studio del fenomeno dello
spirito, della realtà): all’interno di quest’opera, ambiziosa e completa, troviamo una scansione della filosofia
sin dalle origini fino alla consapevolezza di sé
↬ dalla storia si astrae il percorso dello spirito
Appunti 23 settembre 2021 Filosofia
Hegel sottolinea nella struttura dialettica della realtà la contrapposizione tra intelletto e ragione,
l’intelletto fotografa la realtà la ragione -logos- incarna spirito della contraddizione
momento dell’astrazione coglie nella dialettica il senso del divenire, risolve il conflitto tra tesi e
antitesi nel divenire
↬ l’intelletto pone la tesi, la ragione coglie la loro contraddizione

oss. per Eraclito, il logos è legge universale che si rispecchia nella ragione ed è espresso nel linguaggio
(coincidenza tra essi), filosofo che percepisce il divenire, il momento

• nell’aspetto terminologico dei tre momenti dell’idea (tesi parte logica, idea parte generale, io parte
fenomenologica dello spirito) troviamo modalità per cui si può spiegare Aufhebung
- affermazione – io coscienza, pensiero in corsa, presa di coscienza, momento dell’essere, idea in sé
- negazione – la natura, autocoscienza, alienazione dell’idea nella realtà spazio tempo del mondo, idea fuori di sé
↬ spirito - idea che ritorna in sé, che quindi assume autocoscienza, pacificando il conflitto tra l’io e il mondo (3°
momento, quello della sintesi;
l’idea non torna pure né immobile, perché contiene fusione tra tesi e antitesi per quanto riguarda quel che
serve per percorso storico successivo = conservazione che coincide con l’Aufhebung
Hegel
Le tesi di fondo del sistema per idealismo Hegel intende la
propria dottrina della risoluzione
le tesi di fondo del suo idealismo sono: dialettica del finito nell’infinito
a) la risoluzione del finito nell’infinito
per Hegel la realtà è un organismo unitario di cui tutto ciò che esiste è parte o manifestazione.
tale organismo:
- non ha nulla al di fuori di sé
- coincide con l’Assoluto e con l’infinito
(mentre i vari enti del mondo, essendo manifestazioni di esso, coincidono con il finito)
↬ il finito, in quanto tale, non esiste poiché non è altro che un’espressione parziale dell’infinito

↬ l’hegelismo si configura perciò come forma di monismo panteistico, ovvero teoria che vede nel finito la
manifestazione o la realizzazione di Dio, ovvero l’infinito.

paragone con Spinoza: in apparenza hegelismo forma di spinozismo MA grande differenza.


- se per Spinoza l’Assoluto è sostanza statica che coincide con la natura
- per Hegel si identifica invece come soggetto spirituale in divenire

la realtà non è sostanza ma soggetto, quindi secondo Hegel essa è processo di auto-produzione che soltanto
alla fine giunge a rilevarsi per quello che è veramente, con il finito che è:
- manifestazione
- momento necessario, tappa per la realizzazione dell’infinito
b) l’ identità tra ragione e realtà
il soggetto spirituale infinito:
- sta alla base della realtà
- viene denominato da Hegel idea (l’Assoluto, ragione in atto) o ragione
(termini che esprimono identità di pensiero ed essere)

noto aforisma: “Ciò che è razionale è reale, e ciò che è reale è razionale”, cosa significa?
Hegel intende dire che la razionalità non è astrazione ma forma stessa di ciò che esiste, perché la ragione
governa il mondo e lo costituisce
++ intende affermare che realtà non è una materia caotica ma il dispiegarsi di una struttura razionale
↬ la sua dottrina si configura come forma di panlogismo, ovvero la coincidenza tra il tutto, l’universale ed il
logos
++ totale e sostanziale identità tra realtà e razionalità

questa identità implica anche quella tra essere e dover essere, in quanto ciò che è risulta anche ciò che
razionalmente deve essere: la realtà costituisce una totalità caratterizzata dalla necessità, quindi modalità
fondamentale di tutto ciò che esiste.
c) la funzione giustificatrice della filosofia
Hegel ritiene che il compito della filosofia consista nel:
- prendere atto della realtà
- comprendere le strutture razionali che la costituiscono
↬ deve quindi fungere da giustificazione razionale della realtà, senza però essere scambiata per una banale
accettazione di questa in tutti i suoi aspetti

Idea, natura e spirito: le partizioni della filosofia


la dinamicità dell’Assoluto è individuata nei tre momenti dell’idea, ovvero una grande triade dialettica:
idea in sé e per sé, idea pura idea fuori di sé, la natura idea che ritorna in sé, lo spirito
considerata a prescindere dalla idea individuata nelle realtà spazio- dopo che si è fatta natura prende
sua realizzazione nel mondo temporali del mondo coscienza di sé nell’uomo
tesi antitesi sintesi
presupposto eterno condizione eterna concretezza nella realtà
logica filosofia della natura filosofia dello spirito

↬ triade da non intendere in senso cronologico


La dialettica
L’Assoluto è fondamentalmente “divenire”. La legge che regola tale divenire è la dialettica che è:
- legge ontologica di sviluppo nella realtà (ontologica nel senso che riguarda l’essenza stessa della realtà
diveniente)
- legge logica di comprensione della realtà
a) i tre momenti del pensiero
astratto intellettuale dialettico negativo-razionale speculativo positivo-razionale
riguarda le determinazioni della mette in rapporto, relazione le cogliere l’unità delle
realtà, del pensiero separandole determinazioni tra loro, associando determinazioni opposte, che sono
l’una dall’altra ognuna a quella opposta aspetti unilaterali della stessa ed
elevata realtà
↬ evinciamo la contrapposizione tra intelletto e ragione in senso stretto:
- l’intelletto è un modo di pensare statico, che immobilizza gli enti, fissandoli nelle loro determinazioni rigide
- la ragione è modo di pensare dinamico, coglie l’unità degli opposti realizzandone la sintesi
↬ la dialettica consiste quindi:
- nell’affermazione – tesi
- nella negazione – antitesi
- nell’unificazione – sintesi che comprende entrambe
individuiamo l’Aufhebung, che consiste nel rimuovere l’opposizione e conservare la verità di tesi e antitesi
b) puntualizzazione sulla dialettica
la dialettica illustra il principio fondamentale della filosofia hegeliana: la risoluzione del finito nell’infinito, mostra
come ogni finito, ogni spicchio di realtà, non possa esistere in se stesso ma solo in un contesto di rapporti;
poiché tutto ciò di cui Hegel parla è un’entità dinamica
↬ la dialettica esprime appunto il processo mediante cui le determinazioni della realtà perdono la loro rigidezza e
diventano momenti di un’idea unica e infinita.

La critica hegeliana alle filosofie precedenti

Hegel e gli illuministi Hegel e Kant


hegelismo rifiuta maniera illuministica di rapportarsi al se in Kant l’essere, la realtà, non si adegua mai al
mondo (illuministi infatti presupponevano che il reale dover essere, alla razionalità, per Hegel questa
non fosse razionale) adeguazione è invece necessaria
La Fenomenologia dello spirito
la “fenomenologia” e la sua collocazione nel sistema hegeliano
• Il termine fenomenologia fa principalmente riferimento a ciò che appare; sappiamo che nel sistema
hegeliano l’intera realtà è spirito, per cui la fenomenologia consisterà nell’apparire dello spirito stesso.

Hegel decide di adottare due prospettive:


- diacronica:
si sofferma sull’analisi della lunga vicenda storica che dall’alba della civiltà greca fino alla modernità la
coscienza
umana ha compiuto per arrivare alla consapevolezza di tale risoluzione o identità
↬ il viaggio dello spirito attraverso la coscienza umana per giungere a comprendere se stesso come Assoluto;
vengono percorse diverse tappe di tipo ideologico-storiche (quindi tappe ideali della vita dello spirito che
hanno trovato la loro manifestazione in eventi storici)
↬ essendo questa prospettiva inserita nella “Fenomenologia dello spirito”, quest’opera viene descritta come
storia romanzata della coscienza
- sincronica:
prende in considerazione l’eterna coesistenza dei tre momenti del logos, della natura e dello spirito,
delineando il sistema dell’Assoluto
++ quest’ultimo approccio è quello offerto nell’ “Enciclopedia delle scienze filosofiche in compendio”

• la “Fenomenologia” si divide in due parti:


1. con i tre momenti della coscienza (T) dove l’attenzione è verso l’oggetto, autocoscienza (A) attenzione
verso il soggetto, e della ragione (S) con attenzione alla sintesi di io e mondo
2. con le tre sezioni dello spirito, religione, sapere assoluto

la coscienza
Costituisce la prima tappa della fenomenologia dello spirito; lo stato in cui si trova il soggetto nel momento in cui
entra in contatto con ciò che sta fuori, con il mondo oggettivo, con i dati sensibili riguardanti questo,
si articola in:
• certezza sensibile
- riguarda solo le singole e generiche cose presenti qui e ora davanti a noi
- può apparire come la conoscenza più ricca e sicura ma è in realtà la più astratta e indeterminata
- sente le cose nella loro unicità perché non sarebbe in grado di introdurle mediante delle mediazioni
(come negazioni)
↬ rivela una dialettica tra soggetto senziente e oggetto sentito
• percezione
- realizza il passaggio tra sapere immediato al sapere mediato
- unisce tutti i dati che in realtà il soggetto percepisce, passando dall’indicare l’oggetto con “questo” a “cosa”
• intelletto
- consiste nella capacità di cogliere gli oggetti come fenomeni
- precede, in quanto momento dell’Aufhebung, una nuova antitesi, ovvero arriva all’autocoscienza

l’autocoscienza
Viene preso in considerazione il soggetto considerato nei suoi rapporti con gli altri, trattando di vari ambiti in cui
questi si verificano (società, storia e filosofia e religione);
ente tra gli enti, passaggio importante: alcuni enti al di fuori di me hanno caratteristiche simili a me ma sono
opposti a me in quanto altri autocoscienze
↬ attraverso questa lotta di autocoscienze può emergere lo sviluppo dello spirito
↬ secondo Hegel, l’uomo è autocoscienza solo se riesce a farsi riconoscere da un’altra autocoscienza; dato
che per ottenere il riconoscimento si deve avere una sorta di taglio tra le due, non può che esserci la
necessità di un momento di lotta e sfida, che si conclude con la subordinazione di una autocoscienza all’altra
• servo-padrone + (pag.492 “il rapporto tra servitù e signoria”)
- il signore è quella persona che ha messo a repentaglio anche la vita stessa per ottenere l’indipendenza
- il servo, invece, per paura della morte, ha scelto la schiavitù
tuttavia, come sostiene Hegel, questa situazione è presto soggetta ad un ribaltamento totale, ad
un’inversione dialettica dei ruoli: il signore diviene servo del servo e il servo signore del signore
- il lavoro è il mezzo fondamentale per raggiungere questo momento di svolta, poiché assume valore
formativo: tramite questo, il servo, a differenza del padrone, non si lascia sottomettere dall’appetito e non
gode dell’oggetto (overo non gode dell’utilizzo di ciò che la sua condizione gli mette a disposizione), bensì
opera in funzione di un trasfromazione; ottiene perciò indipendenza e autonomia
↬ comprendiamo perciò che il signore ha una coscienza dipendente e il servo indipendente: il motivo è che
il signore può essere tale nel momento in cui possiede una subordinazione, infatti il suo ruolo non potrebbe
esistere se a lui non fosse legato alcun servo, vive quindi una posizione passiva;
il servo, invece, può agire attivamente una volta che si pone l’obiettivo di cambiamento della situazione

++ quest’opposizione è possibile trovarla anche in se stessi, nella propria interiorità: c’è qualcosa che
dipende da noi ma è anche dentro di noi

Enciclopedia delle scienze filosofiche in compendio


la filosofia dello spirito
La filosofia dello spirito consiste nello studio dell’idea che, dopo essersi estraniata da sé, diventa soggettività e
libertà;
lo sviluppo dello spirito avviene attraverso tre momenti principali: spirito soggettivo, spirito oggettivo, spirito
assoluto.

spirito soggettivo
- studiato da antropologia, fenomenologia, psicologia
- studio del soggetto in sé, dell’io, trattando del rapporto mente corpo

spirito oggettivo
- la volontà di libertà trova qui la sua realizzazione, con lo spirito che si manifesta in istituzioni sociali
concrete
- presenta tre momenti principali a sua volta: il diritto astratto, la moralità e l’eticità
• il diritto astratto
- insieme della triade (proprietà, contratto, pena contro il torto) ma anche solo come proprietà/rapporti di
proprietà che vanno normati secondo il contesto contrattuale
++ le istituzioni a loro volta si concretizzano e lo fanno nelle norme giuridiche
- coincide con il diritto privato e con parte di quello penale
- riguarda la manifestazione esterna della libertà delle persone, concepite come fornite di capacità giuridiche
↬ si manifesta innanzitutto come volere del singolo individuo
• la moralità
- insieme della triade (colpa, intenzione, bene e male)
- si rifà al terzo momento del diritto, quello della pena contro il torto
- troviamo la sfera della volontà soggettiva che si manifesta nell’azione dell’individuo
- porta poi al processo di stato etico
- scontro tra essere e dover essere, l’uomo si pone come giudice rispetto al bene e male
critica a Kant: riguardo al concetto di santità come adesione perfetta alla volontà morale e alla
formalità e astrattezza nei contenuti, perché K prescrive solo la forma dell’azione morale e non ciò
in cui questa veramente consiste.

• l’eticità
- luogo dell’agire secondo prospettive comuni e non più individuali
- al suo interno, la nozione di libertà è intesa come bene vivente, ovvero in grado di realizzarsi nelle istituzioni
politiche
- realizzazione concreta del bene in quelle forme istituzionali che sono la famiglia, la società civile e lo Stato
la famiglia T la società civile A lo Stato S
• nucleo portante della • qui si frantuma il sistema • incarnazione etica della
società unitario della famiglia, moralità, della società e del
• unione fondata sui legami di diventando sistema atomistico bene comune
natura, di amore e di fiducia; e conflittuale che si identifica • sostanza etica consapevole
si articola in: con la sfera economico-sociale di sé dove si perde il valore
- matrimonio e giuridico-amministrativa del ed il significato del singolo (le
- patrimonio vivere insieme sue scelte verranno
- educazione dei figli (“seconda • luogo di incontro-scontro tra condizionate e orientate)
nascita”), questi ultimi usciranno interessi particolari che si • si incontrano e si superano i
dalla famiglia originaria per trovano a coesistere tra loro; due tipi di egoismo della
crearne una egoismo comune: “per noi” famiglia e della società civile
↬ riguarda creazione, - sistema dei bisogni • garante della libertà e dei
formazione ed - amministrazione della giustizia diritti
evoluzione - polizia e corporazioni • punto culminante del
• egoismo del singolo: “per • distingue tre classi: processo storico, fondandosi
me” - sostanziale – degli agricoltori sulla salvaguardia delle libertà
- formale – degli artigiani, e sul rispetto e sull’esercizio
fabbricanti e dei commercianti delle leggi (legislatura e
- universale – dei pubblici costituzioni)
funzionari, con occupazione gli • incarnazione dello spirito
interessi universali della del mondo: collegamento!!
situazione sociale con Napoleone, che tramite il
codice civile napoleonico
rappresenta gli ideali
hegeliani nella loro
realizzazione più alta,
arrivando alla monarchia
costituzionale

- famiglia e società civile in antitesi per quanto riguarda il modo di porsi


e di porre il proprio egoismo del soggetto
- secondo Hegel sono i cittadini a formarsi così sullo Stato e non viceversa, anche perché quest’ultimo
viene cronologicamente prima

- soffermandosi sullo Stato inquadrato nella storia del mondo, H dichiara che non esiste un organismo
superiore in grado di regolare i rapporti tra gli Stati e di risolvere i loro conflitti: il solo giudice è lo spirito
universale della storia, che ha come suo momento strutturale la guerra
↬ si muove in una direzione totalmente opposta a quella illuminista e pacifista di Kant, attribuendo al conflitto
un carattere di necessità e inevitabilità: pensiero giustificazionista
↬ dal pensiero hegeliano si sviluppa dualismo politico:
- conservatorismo di destra e ideologia fascista = destra hegeliana
- progressismo riguardo alla figura del cittadino come parte organica della comunità politica e statale +
critica alla religione = sinistra hegeliana

la filosofia della storia


la storia è vista come oggettivazione dello spirito: è come se Hegel dicesse che l’uomo non poteva fare
diversamente da ciò che nella storia ha compiuto, questo perché è strumento dell’astuzia della ragione, che ha
come obiettivo l’attuare i propri fini, insieme alle sue passioni

spirito Assoluto
punto culminante nella filosofia dello spirito, momento in cui l’idea giunge alla piena coscienza del fatto che
tutto è spirito, e quindi del fatto che tutta la realtà non è che il dispiegamento di se stessa
• l’Assoluto viene colto innanzitutto con l’arte, in cui si intuisce l’unione immediata di realtà e razionalità, di
messaggio spirituale e di forma sensibile
• nella religione, l’Assoluto è oggetto di rappresentazione; essa va dunque risolta nella filosofia, che spiega
l’Assoluto in modo speculativo attraverso i concetti
• la filosofia è perciò la comprensione vera, assoluta ed intera del processo dialettico con cui il razionale si è
fatto reale
Marx
Le caratteristiche generali del marxismo
• non è possibile ridurlo alla dimensione puramente filosofica, sociologica o economica
• si pone come analisi globale della società e della storia, in grado di trattare dell’intero assetto strutturale e
sovrastrutturale del capitalismo, ossia il mondo borghese nella molteplicità delle sue espressioni:
- teoria economica riguardante variabili e funzionamento del mondo economico perché alla base degli
studi filosofici ci sono gli economisti classici come Smith (lo noteremo soprattutto nel I libro, sorta di manuale
di economia, de “Il capitale”)
- interpretazione della storia
- elaborazione di una dottrina politica che contesta Hegel fino ad arrivare alla stesura di un manifesto
• emerge impegno di trasformazione rivoluzionaria, edificando una nuova società proprio in un periodo
storico in cui i lavoratori vengono in essere
la critica al misticismo logico di Hegel
• è innegabile che l’hegelismo abbia esercitato su Marx un notevole influsso, tanto che per alcuni studiosi, il
pensiero di Marx deve essere compreso a partire da quello di Hegel
La critica di Marx ad Hegel si rifà al diritto hegeliano (sappiamo che la filosofia del diritto nasce con H) perché
“Hegel fa camminare il mondo sulla testa”:
secondo Marx, H intende costantemente trasformare le realtà empiriche in manifestazioni necessarie dello Spirito,
non limitandosi a constatare delle verità storiche ma collegandolo ad un’identità onnipresente e sovrana;
↬ questo processo è definito “misticismo logico”: le istituzioni, anziché comparire per come di fatto
sono, finiscono per essere allegorie necessarie di una realtà spirituale che sta dietro e alla base di
esse
↬ oppone ad Hegel il proprio metodo “trasformativo”, che consiste di capovolgere ciò che l’idealismo a
sua volta ha capovolto, riconoscendo di nuovo ciò che è veramente soggetto e ciò che è
veramente predicato
secondo Marx la realtà possiede infatti un’ossatura costituita dai rapporti economici tra gli uomini
• “demistificazione” dell’hegelismo MA con riconoscimento dei meriti riguardo alla realtà come totalità storico-
processuale

la critica allo Stato moderno e al liberalismo


alla base della teoria di Marx vi è la critica globale della civiltà moderna e dello Stato liberale
• il punto di partenza è la constatazione che nel mondo moderno l’uomo è costretto a vivere due vite:
- una in terra come borghese, nell’ambito dell’egoismo e degli interessi particolari della società civile
- l’altra in cielo come cittadino, ovvero nella sfera dello Stato e dell’interesse comune
• però l’universalità dello Stato affermata in precedenza da Hegel è in realtà puramente illusoria è falsa, infatti
questo non innalza la società civile al bene comune ma viene abbassato dalla stessa società per la
rappresentazione degli interessi particolari delle classi e dei gruppi
↬ critica perciò i principi del liberalismo (principio di rappresentanza e quindi scissione tra individuo e
Stato e principio della libertà individuale, espressione dell’atomismo borghese)
• nasce così l’ideale di una società organica, una comunità solidale ottenibile solo tramite l’eliminazione delle
diseguaglianze reali tra gli uomini e in particolare del fondamento di ogni diseguaglianza: la proprietà
privata
• fa appello all’arma della rivoluzione sociale, di cui egli ha individuato il soggetto esecutore: il proletariato
(classe che soffre maggiormente dell’alienazione prodotta dalla società borghese)

la critica all’economia borghese


Marx individua un’incapacità nel modo di pensare dell’economia borghese: poiché essa concepisce il sistema
capitalistico come il modo naturale e razionale di produrre e di distribuire la ricchezza;
non scorge inoltre la struttura contraddittoria del proprio oggetto, l’opposizione tra capitale e lavoro salariato, tra
borghesia e proletariato, ovvero l’alienazione
• l’alienazione
(da testo a pag. 140)
condizione di scissione, di dipendenza e auto-estraneazione (estraneazione da sé) di coloro che lavorano;
si articola in 4 gradi:
1. il lavoratore si aliena rispetto al prodotto del proprio lavoro, in quanto le merci appartengono in realtà al
capitalismo, al capitalista
2. dallo svolgimento dell’attività lavorativa l’operaio non ricava più appagamento ma solo infelicità, ritrovandosi
in se stesso solo fuori dal mondo del lavoro;
in condizioni “naturali” il lavoro costituisce un fine MA in contesto capitalista ormai, per il lavoratore è forzato
ad essere tale per soddisfare altri bisogni (ad esempio il mangiare, che se considerato scopo ultimo e unico
degrada a bestia l’uomo) poiché malpagato ed in condizioni penose
3. perdita nel lavoratore, che naturalmente sa produrre in modi diversi e anche senza un preciso fine per la
produzione, dell’essenza che lo differenzia dall’animale, che invece produce sempre allo stesso modo ed è
mosso dal bisogno
4. alienazione tra gli stessi uomini: i lavoratori alienati dal proprietario del prodotto del suo lavoro;
il proprietario costituisce un ente estraneo all’operaio e che ricava dal lavoro di quest’ultimo tutti i suoi
vantaggi, MA non trattandosi di qualcosa di ontologicamente diverso, è proprio l’uomo la causa
dell’alienazione di altri uomini
(riga 63) “la proprietà privata è dunque il prodotto, il risultato, la necessaria conseguenza del lavoro espropriato.”

- il superamento di questa avviene con l’avvento del comunismo, che diviene “soluzione dell’enigma della
storia” (storia come il luogo della perdita e della riconquista, da parte dell’uomo, della propria essenza)

l’alienazione in Hegel l’alienazione in Feuerbach


• è il momento di sviluppo dello spirito in cui l’idea • è il processo mediante il quale l’uomo scinde se
diventa “altro da sé” facendosi natura stesso, proiettando la propria essenza al di fuori di
• momento fisiologico della vita dello spirito, che sé e identificandola con una potenza superiore e
sfocia necessariamente nel ritorno dell’idea in se divina
stessa • condizione patologica dell’essere umano che
occorre superare con l’ateismo, inteso come
riappropriazione della propria essenza da parte
dell’uomo

La concezione materialistica della storia - struttura e sovrastruttura


In ambito storico, per Marx è essenziale distinguere due elementi di fondo: le forze produttive e i rapporti di
produzione
• per forze produttive intende tutti gli elementi necessari al processo di produzione:
- la forza lavoro (coloro che producono)
- i mezzi di produzione (mezzi utilizzati per produrre)
- le conoscenze tecniche scientifiche (per organizzare e migliorare la produzione)
• per rapporti di produzione intende i rapporti che si instaurano tra gli uomini nel corso della produzione e
che regolano il possesso, l’impiego e la ripartizione dei mezzi di lavoro e di ciò che tramite essi si produce
delinea così una precisa struttura economica, fattore che determina la storia:
• struttura ovvero lo scheletro economico della società e piedistallo su cui si eleva la sovrastruttura
• sovrastruttura che indica i rapporti giuridici, le forze politiche e le dottrine etiche, artistiche, religiose e
filosofiche

↬ il punto di vista marxista è designato con l’espressione “materialismo storico”

Il Manifesto del partito comunista


(1848) rappresenta un’efficace sintesi della concezione marxista del mondo; tocca i seguenti punti salienti:
- l’analisi della funzione storica della borghesia
- il concetto della storia come lotta di classe e il rapporto tra proletari e comunisti
- la critica dei socialismi non-scientifici
• borghesia, proletariato e lotta di classe
- a differenza delle classi sociali (che secondo Marx si definiscono essenzialmente in rapporto al fatto che
detengano o meno la proprietà di mezzi di produzione) del passato, la borghesia non può esistere senza
rivoluzionare continuamente gli strumenti di produzione e tutto l’insieme dei rapporti sociali, quindi classe
costituzionalmente dinamica;
però le moderne forze produttive sembrano rivoltarsi contro i vecchi rapporti di proprietà, generando così
terribili crisi
↬ il proletariato, classe oppressa dalla società borghese, non può fare a meno di mette in opera una
dura lotta di classe, individuata come soggetto autentico della storia
“Proletari di tutto il mondo, unitevi!”

Il capitale
opera che rappresenta il capolavoro di Marx e il testo-chiave della sua dottrina
• economia e dialettica
- M è convinto che non esistano leggi universali per l’economia e che ogni formazione sociale abbia caratteri
propri e leggi storiche specifiche
- ritiene inoltre che la società borghese porti in sé stessa le contraddizioni strutturali che ne minano la solidità
- è persuaso che l’economia debba studiare il capitalismo come una struttura i cui elementi risultano
strettamente connessi:
lui stesso astrae gli elementi di fondo al fine di mettere in luce le tendenze di sviluppo, per poi formulare
delle previsioni circa i destini futuri del capitalismo moderno
↬ collegamento! nel periodo della Belle époque e dell’avvento della società di massa si attua il
cosiddetto revisionismo rispetto alla filosofia marxista, infatti vi è un riscontro inaspettatamente
positivo riguardo alle condizioni di vita e di lavoro della classe operaia: perciò il marxismo si stava
dimostrando oramai più un’utopia politica, le riforme divennero direttamente il fine ultimo dell’attività dei
partiti socialisti, quindi da non considerarsi solo espressione di una fase di transito.

• merce, lavoro e plusvalore


analisi dei concetti di merce e di valore
- una merce deve possedere un “valore d’uso”, in quanto deve poter servire a qualcosa, poiché nessuno
acquista qualcosa che non soddisfi determinati suoi bisogni.
deve inoltre possedere un “valore di scambio” che le garantisca la possibilità di essere scambiata con altre
merci e che risiede nella quantità di lavoro socialmente necessaria per produrre la merce in questione;
per Marx il valore di una merce non si identifica del tutto con il suo prezzo, poiché su quest’ultimo influiscono
altri fattori contingenti come l’abbondanza o la scarsità della merce stessa

- M va a contestare il cosiddetto “feticismo delle merci”, che consiste nel considerare le merci come delle
entità aventi valore di per sé, dimenticando che queste sono invece frutto dell’attività umana e di determinati
rapporti sociali

- la caratteristica principale del capitalismo è costituita dal fatto che in esso la produzione non è finalizzata
al consumo, bensì all’accumulazione di denaro (meccanismo rappresentabile con la formula D-M-D’), in
quanto nella società borghese il capitalista investe denaro in una merce per ottenere più denaro di quanto non
abbia investito
↬ da dove deriva questo incremento di D, ovvero da dove deriva questo plusvalore?
all’origine del plusvalore vi è la produzione capitalista delle merci, ovvero il comprare e usare una
merce particolare, che ha come capacità quella di produrre valore: si tratta della merce umana,
dell’operaio;
l’imprenditore sfrutta la forza lavoro altrui a proprio vantaggio, mettendo a disposizione i mezzi di
produzione, mentre il lavoratore dispone esclusivamente della propria energia lavorativa ed è perciò
costretto, per vivere, a vendersi sul mercato in cambio del salario
++ il prodotto della forza lavoro è intensificabile aumentando il numero delle ore di lavoro o la velocità
di produzione
↬ l’operaio ha la capacità di produrre con il proprio lavoro un valore ben maggiore di quello che gli è
corrisposto con il salario
Schopenhauer
le radici culturali
si pone come punto d’incontro o di scontro tra Platone, Kant, l’Illuminismo, il Romanticismo, l’Idealismo e la
spiritualità indiana
• di Platone lo attrae soprattutto la teoria delle idee, intese come forme esterne sottratte alla caducità dolorosa
del nostro mondo
• da Kant, che egli considera il filosofo più grande e più originale della storia del pensiero, deriva l’impostazione
soggettivistica della gnoseologia
• dell’Illuminismo lo interessano il filone materialistico e quello dell’ideologia
• dal Romanticismo trae alcuni temi fondamentali del suo pensiero, come l’irrazionalismo, la grande
importanza attribuita all’arte e alla musica, il tema dell’infinito e quello del dolore
• è stato il primo filosofo occidentale a tentare il recupero di alcuni concetti del pensiero dell’estremo Oriente
il velo di Maya
il punto di partenza della filosofia di Schopenhauer è la distinzione kantiana tra fenomeno e noumeno, ovvero
tra la cosa così come appare e la cosa in sé

fenomeno e noumeno in Kant fenomeno e noumeno in Schopenhauer


• N concetto limite, la cosa in sé • N realtà che si nasconde dietro l’ingannevole
• F unica realtà accessibile alla mente umana fenomeno
• F parvenza, illusione, sogno = ciò che nell’antica
sapienza indiana veniva chiamato velo di Maya
↬ il fenomeno di cui parla Schopenhauer è la rappresentazione soggettiva
che esiste solo dentro la coscienza

la rappresentazione ha due aspetti essenziali e inseparabili: il soggetto rappresentante e l’oggetto


rappresentato, esistono come facce della stessa medaglia e nessuno dei due potrebbe esistere senza l’altro
↬ il materialismo e l’idealismo, secondo lui, errano in quanto non si può
ridurre il soggetto all’oggetto e viceversa

Tutto è volontà
• Schopenhauer sostiene di aver individuato quella via d’accesso al noumeno che Kant aveva precluso: la
volontà di vivere, un impulso irresistibile ce ci spinge ad esistere e ad agire;
noi infatti non siamo solo rappresentazione, ma anche corpo, siamo in grado così non solo di vederci da fuori
ma anche di viverci dal interno
↬ noi siamo quindi vita e volontà di vivere e il nostro stesso corpo non è che la manifestazione
esteriore dell’insieme delle nostre brame interiori
↬ da qui il titolo del capolavoro del filosofo: “Il mondo come volontà e rappresentazione”
dall’essenza del mio corpo all’essenza del mondo
che cosa rende possibile questa estensione della mia essenza a essenza del mondo?
• l’io in Schopenhauer si qualifica come la coincidenza di coscienza, volontà e corpo
↬ non vi è dunque, in tale prospettiva, la rinuncia ad alcuna delle componenti umane, che vengono
invece viste nella loro indisgiungibile unità
↬ riscoperta dell’uomo nella pienezza delle sue facoltà
i caratteri e le manifestazioni della volontà di vivere
• la volontà primordiale è:
- inconscia, poiché la consapevolezza e l’intelletto ne costituiscono soltanto le possibili manifestazioni
secondarie, indica così un concetto più generale di energia o impulso
++ unica, eterna ed indistruttibile
++ forza libera e cieca, come se non avesse in realtà uno scopo e un perché
- è l’essenza segreta di tutte le cose, la cosa in sé dell’universo che viene finalmente svelata
- volontà di esistere, desiderio di esserci
• volontà pienamente consapevole solo quando raggiunge il punto massimo di oggettivazione: nell’uomo
• miliardi di esseri non vivono dunque che per vivere e continuare a vivere: questa è l’unica crudele verità sul
mondo
↬ volontà così potente che inganna chi la possiede, questo per dare un senso apparente a tutto ciò che
non ce l’ha, per cui non vi è libertà d’arbitrio, costante istinto di sopravvivenza come conatus di Spinoza
Il pessimismo
Schopenhauer non è da definire ingenuamente come pessimista poiché sta analizzando la condizione
dell’uomo tracciandone le caratteristiche e cercando un modo per superare quella del dolore
• dolore, piacere, noia
- affermare che l’essere è la manifestazione della volontà di vivere è come dire che la vita è dolore per
essenza: infatti volere significa desiderare e perciò trovarsi in uno stato di tensione per la mancanza di
qualcosa che si vorrebbe avere
↬ l’uomo risulta l’essere più bisognoso e mancante in quanto in questo la volontà è più cosciente
- ciò che gli uomini chiamano “godimento” o “gioia” non è altro che una cessazione di dolore: perché ci sia
piacere è necessario ci sia uno stato precedente di dolore
↬ piacere come funzione derivata del dolore
↬ con il subentrare anche della noia, Schopenhauer non può che affermare che la vita umana è come
un pendolo che oscilla incessantemente tra il dolore e la noia, passando attraverso l’attimo fugace
e per di più illusorio del piacere e della gioia
• la sofferenza universale
poiché la volontà di vivere si manifesta in tutte le cose, in modo più o meno consapevole, il dolore non
riguarda soltanto l’uomo ma investe ogni creatura
↬ tutto soffre: pessimismo cosmico che afferma che il male non è solo nel mondo, ma nel principio
stesso da cui il mondo dipende
• l’illusione dell’amore
- l’amore è uno dei più forti stimoli dell’esistenza
- rappresenta però una forza il cui fine, voluto dalla natura, è l’accoppiamento, rendendoci funzionari della
specie, con il compito di perpetuarla (sempre per impulso, tendenza ad esistere in eterno)

- se l’amore è un semplice strumento per perpetuare la vita della specie, allora non c’è amore senza
sessualità
↬ è per questo che molto spesso, anche inconsciamente, viene avvertito come peccato e vergogna
↬ l’unica forma di amore che è possibile elogiare è quello disinteressato della pietà

le vie della liberazione dal dolore


Schopenhauer afferma che l’esistenza, in virtù del dolore che la costituisce, risulta come cosa tale che si impara
poco per volta a non volere
MA il filosofo rifiuta e condanna il suicidio, per due motivi:
a. suicidio è atto di forte affermazione della volontà stessa, in quanto il suicida vuole la vita ed è solo
malcontento delle condizioni che gli sono toccate
b. il suicidio sopprime solo una manifestazione fenomenica della volontà di vivere, che smetterà di
manifestarsi in colui che muore ma inizierà a farlo in mille altri
↬ la vera soluzione non sta nell’eliminazione della vita ma nella liberazione dalla volontà di vivere
↬ raggiungimento della noluntas, negazione della voluntas, tramite tre momenti essenziali:
• l’arte
- l’arte non si rifà a concetti intrappolati nelle forme dello spazio e del tempo, bensì a modelli eterni
↬ sottrae l’individuo alla catena infinita dei bisogni e dei desideri quotidiani, facendolo perdere nel suo
fluire nell’immobilità e nel compiuto
- un esempio è la musica, la quale collega l’uomo con le radici stesse della vita e dell’essere in quanto non è
riproduzione mimetica delle idee ma è immediata rivelazione della volontà a se stessa

- l’arte però ha l’effetto di un breve incantesimo: costituisce un conforto alla vita ma il cammino dell’autentica
redenzione richiede altri sentieri
• la morale
- la morale implica un impegno nel mondo a favore del prossimo, ovvero costituisce un sentimento di pietà
o di compassione attraverso cui avvertiamo come nostre le sofferenze degli altri, identificandoci con il loro
tormento e assumendo su di noi il dolore universale, cosmico

si concretizza in:
- giustizia, che frena l’egoismo, consiste nel non fare il male e nell’essere disposti a riconoscere agli altri ciò
che siamo pronti a riconoscere a noi stessi
- carità, che si identifica con la volontà positiva e attiva di fare del bene al prossimo
• l’ascesi
- presa in considerazione da Schopenhauer poiché non vuole fermarsi alla liberazione dall’egoismo e
dall’ingiustizia ma anche dalla stessa volontà di vivere
- esperienza attraverso la quale l’individuo si propone di estirpare il proprio desiderio di esistere, di godere
e di volere; il primo gradino da affrontare è quello della rinuncia a tutti i piaceri, puntando ad esempio
all’umiltà, povertà e sacrificio

↬ la soppressione della volontà di vivere è quindi l’unico vero atto di libertà che sia possibile
all’uomo

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