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Lezione 7 22 aprile 2020

Seminario su Hegel

25-30 maggio sono fissati gli esami del IV periodo= secondo modulo
Nella sessione di giugno ci sarà il secondo appello: primo e secondo modulo
Cortella chiederà di aprire anche nell’appello di maggio una prova parziale (primo modulo!), però
deve chiedere al campus
Chi vuole portare tutto l’intero corso può farlo in entrambe le occasioni
La prova di maggio è fissata per il giorno 28 maggio, ore 9.30 (ufficialmente solo per la seconda
parte, da vedere se anche per la prima)
Testi d’esame: il testo di Hyppolite serve a noi per capire la Fenomenologia, è un supporto in più

Ha reso disponibile su moodle tre video sui sillogismi della filosofia-> non fa parte del programma
d’esame, ma se si vuol completare il quadro, può essere una occasione per approfondire

Categorie in Hegel sono un centinaio e forse anche di più-> lo spostamento rispetto a Kant è che in
Kant le categorie si applicano ad un dato sensibile che proviene dalla nostra sensibilità
Il logico in Hegel non organizza la forma esterna, ma diventa realtà-> natura processuale dell’idea
e del mondo, continuo trapasso da una categoria all’altra, struttura riflessiva composta da
categorie che sono passaggio continuo dall’una all’altra, l’essere dell’una è presso l’altra
Struttura oggettiva, che però non sarebbe nulla di reale se non ci fosse lo spirito-> diventa reale
perché c’è un mondo reale, il logico è come se fosse la condizione di possibilità del mondo
La logica è come Dio prima del mondo, solo quando crea il mondo sorge la vera realtà->
condizione di possibilità che è un autoriflettersi
Mentre in Kant c’è un elemento non risolvibile nella categoria, la cosa in sé, in Hegel la struttura
categoriale del logico è ciò che risolve il mondo
La natura e il mondo sono manifestazioni della logica

Infinito negazione della negazione-> critica di Hegel verso la differenza tra finito e infinito
Non ci può essere un finito fuori dall’infinito, perché l’infinito starebbe fuori e non sarebbe più
infinito, sarebbe un infinito finito
Finito e infinito devono essere uniti-> quando li mettiamo insieme, sia finito che infinito devono
cambiarsi entrambi (Aufhebung)
Anche l’infinito deve cambiare-> l’unione deve cambiare sia l’infinito che il finito
Il vero infinito non si comporta come l’acido nella sua unilateralità (non si corrode), ma conserva
sé stesso
Entrambi cambiano, ma non perdiamo l’infinità-> essa va solo compresa in un modo nuovo
La negazione della negazione non è una neutralizzazione dell’infinito e l’affermativo solo il finito è
ciò che è superato
La verità non è mai solo positiva, ma ha sempre una mediazione che la precede, cioè la negazione
della determinazione intellettuale immediata
La negazione della negazione è l’assoluto-> la tesi di Hegel è che l’assoluto non può essere primo
principio (sarebbe vuoto e non riusciremmo a dedurre nulla) né indeterminato
L’unico modo per comprendere l’assoluto è comprenderlo come risultato in cui consiste tutto il
processo di negazioni delle finitezze, questa serie infinita di confutazioni determina l’assoluto
Le figure finali sono risultato del processo che la hanno precedute, sono tutte negazioni delle
negazioni
Negazione di tutte le negazioni delle determinatezze che lo hanno preceduto
L’infinito è presente in ogni determinazione finita-> dentro le singole cose, realtà naturali, c’è
l’infinito che le fa procedere
Immanenza dell’infinito significa immanenza della negatività
Si conserva come pura negatività-> negazione della negazione è unica forma dell’assoluto

Idea e concetto
Il concetto è autoriflettersi-> di questo Hegel distingue due lati:
- Oggettivo ->
- Soggettivo-> prima parte della logica del concetto (giudizio, sillogismo)
Dobbiamo comprendere l’unità del soggettivo e dell’oggettivo-> introduce la nozione di idea
Essa è al tempo stesso oggettività e soggettività-> il suo carattere autoriflessivo e processuale
Il concetto è Idea, penso la vera natura ultima del concetto solo quando lo penso come idea, ma
ciò lo comprendo solo alla fine del percorso
Anche l’idea può riflettere su sé stessa-> coglierà solo il suo lato formale, la dialettica (idea
assoluta)

Spirito Santo
Hegel prende la nozione di spirito santo come ipostasi e cerca di desostanzializzarla-> cosa
interessa ad Hegel della vicenda dello spirito?
Lo spirito è quell’evento di cui parlano gli Atti degli apostoli, l’effetto di questo spirito consiste nel
far uscire gli apostoli e di far iniziare la predicazione
Ad un certo punto la parola è stata proclamata, diffusa, comunicata-> chi ascoltava di discepoli lo
ascoltava ognuno nella propria lingua
Lo spirito è la totale manifestazione della vicenda di Gesù, l’incarnazione di Dio e la sua
resurrezione
Lo spirito è piena manifestazione di Dio
Hegel interpreta in questo modo, era necessaria una doppia morte di Dio: che morisse la vecchia
essenza ontologica di Dio (Dio padre), ma anche della finitezza (il vecchio finito incondizionato, in
sé, indifferente ma anche la finitezza, Gesù doveva morire, la sua parte carnale, storica e naturale)
A questo doveva succedere lo spirito-> alla fine c’è solo lo spirito
Rimane solo lo spirito come piena manifestazione di Dio, capiamo l’assoluto se lo capiamo come
spirito
Autoriflettersi del logico-> Hegel secolarizza il cristianesimo, sparisce la struttura ontologico
trascendente, così come la narrazione del cristianesimo
Lo capiamo se trasformiamo antica essenza ontologica dell’ipostasi di Dio, la vicenda finita e
natura di Gesù, se la trasformiamo nello spirito, inteso come autoriflettersi dello spirito
L’unico luogo in cui si realizza questa autoriflessività è la coscienza umana

Genesi dell’idea
È difficile dire da un punto di vista pratico come l’idea si rivolga a sé stessa
Serve in primis capire la nozione di autocoscienza-> questa struttura capace di essere soggetto e
oggetto
L’idea è autocoscienza, non è mia rappresentazione come in Cartesio e non è nemmeno idea di
Platone
Prende l’Io penso di Kant, trasformato nell’Io di Fichte e desse a queste il nome di Idea
L’Io di Fichte pensa sé stesso e ha come unico contenuto sé stesso-> mentre l’idea di Hegel ha
come contenuto la totalità, direbbe che è una idea concreta
L’unica autocoscienza reale è quella umana, non c’è autocoscienza divina e non c’è nemmeno
un’anima del mondo, sostanza spinoziana che sia autocoscienza
Hegel quando definisce autocoscienza non la pensa nei termini di un Dio autocosciente né come
sostanza autocosciente
Se l’idea è autocoscienza umana non può essere il fondamento della realtà-> non l’abbiamo creata
noi
Spirito del mondo è logica che regola a totalità degli avvenimenti storici, è oggettività storica
Riflettendo su di noi e capiamo che noi siamo la realtà, siamo soggettività e oggettività, ci
solleviamo al punto di vista dell’assoluto
Quando la coscienza si sa come sapere assoluto non è più coscienza finita
Dove collochiamo questo sapere assoluto?
L’autoriflettersi che sta al di sotto di tutte le cose non è sostanza, ma la sostanza ultima delle cose
è un sapere; essendo sapere non è sostanza, nel senso di cosa-> non è nemmeno la mia
individualità
Non possiamo collocarla

Tesi-antitesi-sintesi
Chalybäus fu colui che delineò la dialettica hegeliana con tesi-sintesi-antitesi
Prendere il secondo momento come antitesi significa perdere il passaggio di ciò che si affermava
nella tesi di partenza-> dentro questa tesi è contenuta l’antitesi
Non è contrapposizione di antitesi ad una sintesi-> qui si tratta di deduzione dell’altro

Cammino dello spirito nella Fenomenologia


Il cammino della logica è sicuramente fuori dal tempo, è una sequenza in cui i concetti logici non
sono uno dopo l’altro in senso temporale, ma sono sempre compresenti nell’unica categoria che è
l’autoriflettersi dell’idea
Nella Fenomenologia il cammino si fa storia ad un certo punto-> siccome Hegel intende la
Fenomenologia come introduzione al sapere assoluto, gli stadi disviluppo sono stadi che la
coscienza compie nel suo cammino, nella sua progressione temporale in cui si pensa in un certo
modo e poi fa delle esperienze che cambiano il punto di vista
Ma si può intendere al contempo anche come extratemporale -> il sapere assoluto ha dietro di sé
un cammino temporale (una sorta di ricordo degli avvenimenti che lo hanno preceduto)
È un cammino temporale in cui il tempo che lo ha prodotto si toglie (la meta di questa successione
è la rivelazione della profondità e questa è il concetto assoluto, perciò questa rivelazione è il
levarsi della profondità del concetto)
Il tempo ha preparato un sapere che alla fine toglie il cammino-> tutte le mediazioni stavano nel
tempo, ma alla fine queste sono state tutte negate e quindi rimane la negazione della negazione
Entriamo nel senza tempo dell’assoluto

Giovedì prossimo, 30 aprile, nuovo appuntamento per rispondere ad eventuali domande e lettura
di alcuni brani antologici che non sono stati trattati a lezione

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