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Lezione 12 7 maggio 2020

Seminario
Il cominciamento della Logica – Essere, nulla, divenire (pg.323)
Siamo in una specie di preambolo che Hegel fa nella Logica dell’essere, ma ha una diretta
conseguenza sul modo in cui Hegel comincia la Scienza della logica, cioè la categoria dell’essere
Sapere puro come nozione con cui finisce la Fenomenologia-> è un sapere che non ha più un
oggetto di fronte, ma è unità di soggetto e oggetto, universale e individuale, ha tutte le mediazioni
che lo hanno preceduto solo che le ha tolte, è una immediatezza che è però risultato di una
mediazione, ci sono una serie di mediazioni che l’hanno costituita
È un assoluto indifferente, simile a quello schellinghiano ma a differenza di quello questa
indifferenza con cui si conclude la Fenomenologia e con cui inizia la Scienza della Logica ha un
processo di mediazione che l’ha preparata e giustificata
È un sapere talmente puro che non è nemmeno più un sapere-> la nostra nozione di sapere ha
sempre un contenuto, non possiamo concepire di sapere qualcosa senza sapere il contenuto di
questa cosa, ma questo sapere come contenuto ha solo sé stesso è un sapere puro, non ha le
caratteristiche del sapere
A questa immediatezza ci giungiamo solo togliendo tutte le mediazioni che l’hanno preceduta, solo
così abbiamo l’immediatezza-> non si può dare una immediatezza che non sia mediata, è
espressione di una riflessione
Otteniamo l’indifferenza dicendo che essa è ciò che si differenzia dalla mediazione-> la nozione di
indifferenza che dovrebbe valere per sé, dovrebbe non dipendere da altro, in realtà in essa si trova
la sua differenza dalla differenza della mediazione
Prima ha detto che era un puro sapere, ma un sapere che non ha contenuto-> quindi è una
immediatezza, dunque è puro essere, è l’essere senza le differenze dagli enti, l’essere in generale
Con cosa dive incominciare la Scienza? Con l’immediatezza che coincide con il puro essere
Siccome la Scienza deve cominciare qualcosa che non ha determinazioni, che non può avere
differenze
Mediazione che ha negato sé stessa, ogni volta che salivamo di un gradino quello precedente
veniva eliminato in quanto falso
Ma se non si deve fare nessuna presupposizione (in quanto si deve cominciare la scienza da un
qualcosa che non sia presupposto, da qualcosa che non abbia nulla dietro), arriveremo a questa
pura immediatezza che non ha alcuna presupposizione dietro solo se poniamo il cominciamento
(NB: Hegel usa il verbo sollen, dovere)-> vogliamo che non ci sia nessuna mediazione
Alla fine ci risolviamo a fare questa operazione e se decidiamo di trovare qualcosa che non abbia
nessun presupposto questa è una nostra decisione
Perché il cominciamento deve essere arbitrario, qualcosa che ha una decisione dietro? Perché
qualunque immediatezza noi poniamo sappiamo esserci una mediazione dietro, quindi se
vogliamo una mediazione che non abbia nulla dietro dobbiamo volerlo
Alla fine della Scienza della logica, quando arriveremo all’idea, l’idea che riflette su di sé porrà a
quel punto l’essere come partenza
Alla fine questo che ora è arbitrario non risulterà più essere arbitrario, ma lo vedremo solo alla fine
-> grande tema hegeliano del fondamento che sta alla fine e solo alla fine possiamo ricostruire il
percorso che abbiamo fatto come un qualcosa che ha preparato il fondamento
Il puro pensare e il puro essere hanno in comune l’immediatezza
Poniamo il cominciamento in un qualcosa di assoluto, astratto-> non ha un processo che lo ha
determinato, o meglio fa astrazione dal processo che lo ha determinato, perché il processo c’è ma
noi all’inizio della logica decidiamo di astrarre da questo
Questo cominciamento assoluto non ha bisogno di alcuna ragione che lo giustifichi, non ci deve
essere mediazione, dimostrazione
Perché cominciare con l’essere? Hegel direbbe che non c’è una ragione, perché se io avessi una
ragione partirei da qualcosa che sta prima
Anzi deve essere lui stesso il fondamento di quello che verrà
L’inizio della Scienza della logica è senza ragione-> a partire da questa muoveranno le
determinatezze successive, le categorie successive, le quali solo alla fine del percorso troveranno il
loro fondamento (nell’idea)
NB: non sarà una dimostrazione, ma l’idea sarà risultato della confutazione di tutte le categorie
precedenti, sarà processo negativo-confutativo
Il cominciamento non può avere alcun contenuto, altrimenti perderemo l’immediatezza->
avremmo in quel caso la differenza e quindi la mediazione

A. Essere
Indeterminata immediatezza, è simile soltanto a sé stesso, è totalmente autoriferito, non può
riferirsi ad altro perché se si riferisse ad altro porrebbe la differenza, quindi la perdita della sua
immediatezza
Hegel da all’essere alcune qualifiche ma sono parole differenti che indicano però la stessa cosa
(vuoto, immediatezza, puro essere)-> l’assenza di contenuto
L’intuizione ha bisogno di un oggetto ma qui non c’è oggetto-> se possiamo dire che qui ci sia
un’intuizione essa sarà un’intuizione che intuisce l’intuizione, che intuisce sé stessa ma essendo
senza determinazioni e vuoto, non intuisce nulla
L’essere non ha nessun contenuto, è pura immediatezza, pura intuizione, è puro vuoto-> è
identico al nulla, ha le stesse caratteristiche

B. Nulla
Il passaggio al nulla non è in realtà un passaggio vero e proprio, perché stiamo parlando della
stessa cosa, infatti Hegel dirà le stesse cose
Finora ha dimostrato che essere e nulla siano lo stesso, ma solitamente si ritiene che pensare
l’essere o il nulla siano due cose distinte
Qui Hegel pone una differenza-> finché parlava dell’essere non introduceva differenze, ma qui
pone una differenza tra il nulla e un qualcosa (non l’essere)
C’è una differenza tra il nulla e qualcosa, quindi abbiamo due significati-> c’è un significato di nulla
che abbiamo guadagnato differenziandolo da qualcosa e questo è qualcosa nel nostro intuire-
pensare
Il nulla ha un significato ma non è un significato determinato, a differenza del significato di
qualcosa -> quando penso il nulla accade il puro e semplice vuoto pensare
Hegel sta dicendo la stessa cosa di Parmenide, sul nulla impensabile e indicibile-> il nulla è vuoto
intuire e vuoto pensare
Il nulla è diverso da qualcosa, ma la sua differenza è tra pensare qualcosa e non pensare niente
Ha un significato determinato? Sì e no: sì perché è diverso da qualcosa, no perché è un pensare
niente in realtà
Ma questo vuoto intuire e pensare il nulla è lo stesso vuoto intuire e pensare l’essere-> i due sono
identici
Non è un passaggio, ma è una identità-> la prima categoria è uguale alla seconda
Il grande problema che Hegel ha di fronte è partire da una prima categoria che è assenza di
determinazione, ha prodotto il passaggio ad un’altra categoria che è però identica alla prima, che è
altrettante priva di determinazioni quanto la prima
C. Divenire
Comincia ribadendo l’identità di essere e nulla-> finché siamo così la Scienza non può partire,
siamo nella notte schellinghiana
Il vero non è né l’essere né il nulla-> il vero è l’identità dei due, non l’uno o l’latro ma la loro
identità
(l’essere che passa nel nulla e il nulla nell’essere)
Hegel dice l’essere è passato nel nulla-> avremmo un passaggio dall’essere al nulla se avessimo un
passaggio tra due categorie di significato differente (come ad esempio il passaggio da finito ad
infinito, sostanza a causa ecc.), ma il nostro non è quindi un passaggio dall’essere al nulla ma è già
da sempre passato, c’è già da sempre identico
Fin ora non ci siamo mossi di un dito-> siamo sempre nell’indistinzione
Hegel ha appena detto che sono indifferenti, che l’uno è già da sempre identico all’altro però
aggiunge che il vero non è la loro indifferenza
Perché non possiamo dire che essere e nulla sono identici? Perché il nulla ha una differenza
fondamentale dall’essere, esso è non-essere e quel non non possiamo levarcelo dalla testa
Non possiamo dimenticare che il nulla sia non-essere-> il non-essere non è essere, c’è questo non
che nega l’essere
L’assoluta indistinzione sottende una assoluta diversità-> essere e nulla non sono lo stesso, sono
assolutamente diversi
E allora si tratta di pensarli insieme sia assolutamente identici che assolutamente diversi-> per
questo sono inseparati e inseparabili, non possiamo pensare l’uno senza l’altra
Il non sta a metà strada, è la mediazione tra essere e nulla, li tiene insieme, li fa assolutamente
diversi, ma senza quel non saremmo in un’unica determinazione-> il non implica diversità ma
anche relazione (v. Sofista di Platone) e questo punto dobbiamo pensare la relazione, la
negazione (cioè la differenza) e l’identità
E questo è quello che Hegel fa nella terza categoria-> ci troviamo di fronte ad uno speculativo,
necessità di pensare l’identità di essere e nulla insieme alla loro radicale opposizione, pensare la
contraddizione
La verità di essere e nulla è un movimento-> ammettendo la differenza, abbiamo un movimento, il
quale tiene insieme le due determinazioni
Lo sparire è qualcosa di diverso dall’essere già da sempre passato
Il movimento di cui parla Hegel è il divenire (in questo contesto i due sono sinonimi)-> essere nulla
sono differenti ma di una differenza che si è in pari tempo risolta (aufgelöst, che è anche dissolta)
Se pensiamo insieme l’identità di essere e nulla pensiamo il loro divenire
Hegel ha dietro tutta la tradizione filosofica che a partire da Platone dice che il divenire sia
passaggio da essere a nulla (solo Aristotele fa eccezione ma entro certi limiti) e ci verrà ribadito
dalla tradizione cristiana-> siamo immediatamente portati a pensare questa categoria del divenire
logico come pensiamo al divenire dell’albero che diventa cenere o del bronzo che diventa sfera,
ma questo è divenire naturale
Hegel non intende la trasformazione naturale delle cose-> dentro di essa c’è solo il pensare
contemporaneamente l’identità di essere e nulla e la loro differenza
Se riusciamo a pensare che essere e nulla siano contemporaneamente identici e opposti pensiamo
il divenire
Non è oggetto di esperienza sensibile questo divenire hegeliano, siamo nel mondo del puro
pensare
Il divenire come lo pensa l’ontologia tradizionale è un divenire collocato nel tempo (ci vuole tempo
perché l’albero diventi cenere), ma questo di Hegel non ha nulla a che vedere con la temporalità
La scienza della logica è una scienza fuori dal tempo, a maggior ragione queste tre categorie-> è
solo perché usiamo l’intelletto che parliamo dell’una o dell’altra determinazione
È già da sempre avvenuto il “passaggio” dall’essere al nulla, non è avvenuto adesso nel senso che
prima non era avvenuto
Questo è quello che Hegel dice in superficie ma in profondità ci dice che c’è assoluta identità-> tra
l’essere e il nulla non c’è passaggio, l’uso del tempo passato serve a correggere l’idea che ci sia un
passaggio

Hegel fa una critica implicita al principio di non-contraddizione-> esso pensa di salvaguardare la


determinatezza delle cose, ritiene che il determinato non sia l’altro
Il non istituisce una sorta di barriere che non fa passare l’una nell’altra
Le determinazioni invece sono al tempo stesso l’una il non dell’altra, ma pure l’una l’essere
dell’altra
Hegel non mette in discussione il principio di non-contraddizione perché se lo mettessimo
totalmente in discussione ne verrebbe che anche quel passaggio dialettico che dimostra l’identità
tra determinazioni opposte (che per Hegel costituisce la verità della cosa) sarebbe identico al suo
opposto, cioè privo di significato e quindi tutta la dialettica ne verrebbe invalidata (in quanto quel
passaggio sarebbe sia vero che falso)
In Hegel c’è un significato più profondo del principio di non-contraddizione che intende salvare la
verità dei passaggi dialettici e la grande condizione è che esso non sia identico al suo opposto
Parlando dell’idea Hegel dice che essa è contraddittoria (opposizione più dura) ma c’è un
significato dell’idea che non è messo in discussione dalle contraddizione che essa ha passato, per
cui tutti i suoi passaggi logici confutativi sono del tutto veri e non possono essere ritenuti
equivalenti al loro opposto (l’idea eternamente vince questa opposizione più dura)
Hegel confuta certamente quel principio di non-contraddizione che intende mettere barriere->
Hegel mostra che le barriere non ci sono, che ogni cosa è sé stessa e altro

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