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LE DUE FACCE DELL’AMORE: l’eterosessualità e l’omosessualità

in rapporto al dualismo di anima e corpo.

L’amore è il filo conduttore dell’Universo e muove ogni cosa.


Alla luce degli studi dei dialoghi di Platone e dei romanzi di Virginia
Woolf ho capito chi è per me Amore.

“E quando un amante o qualsiasi altro, incontra quello che fu la sua metà,


allora, sono presi, in modo mirabile, da quel sentimento di amicizia, di
intimità, di amore per cui non vogliono più separarsi, per così dire, l’uno
dall’altro, nemmeno un istante. E sono questi quelli che passano la loro
vita insieme e che non saprebbero nemmeno più dire quello che vogliono
l’uno dall’altro, giacché nessuno può credere che sia soltanto l’attrazione
fisica la causa per la quale godono di essere insieme con tale zelo: anzi è
certo che l’anima di entrambi cerca qualcos’altro, che non sa definire ma
che vagamente intuisce e che oscuramente la manifesta.” (Simposio,
Platone)

In questa piccola introduzione, tratta dal discorso sul mito degli androgini
compiuto da Aristofane nel Simposio, si parla di quel sentimento d’Amore
che spinge l’uomo ad amare. Tale sentimento così intimo e travolgente non
può essere dato solo dall’attrazione fisica, ma sicuramente anche da
qualcos’altro che solo l’anima può vagamente intuire.

Platone è stato un dei primi a trattare questo tema, e lo ha fatto nel


Simposio che costituisce probabilmente il suo capolavoro letterario. Nel
dialogo si susseguono sette interventi sul tema dell’Amore, tra questi, il
terzo intervento è quello di Pausania, che prendendo la parola, chiarisce
che l’amore ha due facce: la celeste e la volgare.

“L’Amore che convive con Afrodite Pandémia, è ovvio che sarà anch’egli
Pandemio, cioè volgare, e agisce alla cieca ed è questo che prediligono i
mediocri. Costoro amano le donne non meno che i fanciulli e di quelli che
si innamorano, amano più il corpo che l’animo, anzi preferiscono gli
esseri sciocchi, mirando solo al loro scopo, non dandosi pensiero se
questo sia un bene oppure no, per cui a costoro succede di agire a
casaccio, nello stesso modo bene e nello stesso modo al
contrario.” (Simposio, Platone)
Vi è poi il secondo amore, l’amore Uranio, partecipe solo del sesso
maschile. Chi è infiammato da questa passione solitamente non ama il
fanciullo ancora giovane e bello, ma l’uomo che ha già sviluppato il senno.

“L’altro Amore, invece, deriva dall’Afrodite Urania che anzitutto non


partecipa della natura femminile ma solo di quella maschile (e questo è
l’amore per i giovinetti) e, in secondo luogo è più antica e immune da ogni
forma di libidine. Così, quelli che sono infiammati da questo Amore,
volgono le loro predilezioni al sesso maschile presi come sono da ciò che,
per natura, è più vigoroso e intelligente. E in questa passione per i
fanciulli è facile riconoscere quelli che sono nobilmente infiammati da
questo Amore; costoro, infatti, non si legano ai giovani se non quando
questi hanno già cominciato ad avere senno, cioè quando spunta loro la
prima barba.” (Simposio, Platone)

Da questo si capisce che il secondo amore non è un amore effimero che


cerca solo la bellezza del corpo - il fisico non è più quello di un giovinetto
senza barba-, bensì è un amore duraturo e profondo. Chi è preso da questo
sentimento non ama per la bellezza del corpo, ma per l’indole buona
dell’amato. E’ un amore che cerca la bontà, il Bene, che per Platone è il
valore più alto, di conseguenza questa passione sarà la più alta fra le due.

“Chi ama qualcuno per la sua indole buona, gli resta fedele per tutta la
vita, perché s’è congiunto a cosa che dura.” (Simposio, Platone)

L’amore più alto è l’amore legato all’anima buona e non l’amore legato al
fisico e questo dualismo di amori è direttamente collegato al dualismo
ontologico di anima e corpo. Esiste l’amore che ama il fisico giovane e
bello del fanciullo ed esiste quello che prova l’anima, che si incarna in un
corpo maschile o femminile che sia, e si innamora di un’altra anima
incarnata in un altro corpo, maschile o femminile che sia. Quindi, l’amore
più alto ama lo spirito indipendentemente dal copro in cui esso si trova.

Il dualismo di anima e corpo è ricorso, prima e dopo Platone, svariate volte


nei secoli ed è stato affrontato sia sul piano filosofico, sia letterario, sia
artistico in rapporto al tema dell’amore, dell’eterosessualità e
dell’omosessualità.

Virginia Woolf, tra le maggiori scrittrici del XX secolo che fu autrice di


importanti opere narrative tra cui cito, Gita al faro e La signora Dalloway,
pubblica nel 1928 un romanzo epocale, travolgente e ambiguo: Orlando,
come dichiarazione d’amore alla sua amata Vita Sackville-West.

Il romanzo racconta la lunga vita e le vicissitudini dello spirito di Orlando,


un’anima incarnata in un corpo maschile che alla fine del Cinquecento in
Inghilterra, dopo un’intensa storia d’amore con la figlia di un ambasciatore
russo, parte per una missione diplomatica in Asia. Qui cade in un sonno
profondo di dieci giorni e al suo risveglio si ritrova, senza stupirsene,
incarnato in un corpo femminile. A questo punto decide di restare tra gli
zingari dove può vivere con libertà la sua nuova identità femminile.
Quando infine torna in patria, si dedica alla letteratura e narra la propria
vita in un romanzo.

Particolare importanza assume il passo della metamorfosi di Orlando in cui


emerge il fatto che egli pur avendo mutato forma fisica rimane lo stesso di
sempre e continua a ricordare tutta la sua vita trascorsa fino a quel
momento. L’anima che sia in un copro maschile o femminile, non cambia.

“Orlando era diventato donna- inutile negarlo. Ma sotto ogni altro


aspetto, rimaneva lo stesso Orlando di prima. Il mutamento di sesso
poteva mutare il futuro dei due Orlando, ma non certo la loro identità. I
loro visi, come provano i ritratti, rimasero identitci. Lui poteva- ma d’ora
in avanti sarà meglio dire “lei” invece di “lui”- lei poteva dunque, nella
sua memoria, risalire senza difficoltà il corso degli eventi della sua vita
passata. ci poteva essere forse una leggera bruma, come se poche gocce
scure fossero cadute nel limpido stagno della memoria; certe cose erano
diventate un po’ torbide, ecco tutto. La metamorfosi sembrava essere stata
indolore, completa e tale che Orlando stessa non ne fu sorpresa.”

Durante la sua esistenza Orlando ha anche vissuto numerose storie


d’amore e si è sentito attratto prima da donne e poi da uomini, ma anche
lui definendo due volti dell’amore: quello bianco e quello nero.

-Il volto bianco è il volto dell’amore del paradiso ed è puro.


-Il volto nero è il volto della lussuria.

Orlando ripudia questa lussuria e in un altro passo quando si infatua di


Lady Harriett le si avvicina vedendo solo il volto bianco dell’amore, ma
scappa via da lei nel momento in cui Amore volta faccia e diventa nero,
lussurioso e bestiale. Orlando infatti si sente attratto solo dall’anima e
dall’amore sincero, rifiutando l’amore carnale e impuro.

“Quando l’arciduchessa Harriett Griselda si chinò per allacciare la


fibbia, Orlando udì, improvviso, inesplicabile, lontano, il frullo delle Ali di
Amore. […] Poiché Amore, ha due volti, uno bianco e l’altro nero; due
corpi, uno morbido, l’altro villoso. Ha due mani, due piedi, due code, due,
insomma, di ogni membro, e uno è l’esatto opposto dell’altro, ma così
strettamente uniti che non li si può separare. In quel caso l’Amore di
Orlando si slanciò su di lui, volgendogli il suo volto bianco e offrendogli il
suo corpo leggiadro. Si fece sempre più vicino diffondendo davanti a sé
aure di pura delizia. All’improvviso (alla vista dell’arciduchessa,
presumibilmente), ruotò, mostrò l’altro volto; si rivelò nero, villoso,
bestiale; e non fu Amore, l’uccello del Paradiso, ma l’avvoltoio della
Lussuria, che si accasciò nauseabondo e rivoltante sulle sue spalle. Per
cui fuggì; e chiamò il valletto.”

L’importante per Orlando non è il corpo, ha infatti amato donne (la figlia
dell’ambasciatore) e uomini (Lord Bonthrop) unicamente per il loro
animo.

Così descrive Sasha, la figlia dell’ambasciatore russo: “La persona, quale


ne fosse il nome o il sesso, era di media statura, di forme assai snelle e
tutta vestita di velluto color ostrica guarnito di una pelliccia esotica dai
riflessi azzurrini. Ma quei dettagli sparivano di fronte al fascino
straordinario che emanava da tutta la persona. Le immagini, le metafore
più ardite e stravaganti guizzarono e serpeggiarono nell’animo di
Orlando. Nello spazio di tre secondi l’aveva già battezzata melone,
ananas, ulivo, smeraldo, volpe nella neve; non sapeva se l’aveva udita,
gustata, vista o tutte e tre le cose insieme. […] Quando il ragazzo, poiché,
ahimè, era certo un ragazzo- nessuna donna sui pattini sarebbe mai stata
tanto veloce e potente- gli sfrecciò accanto quasi sulle punte, per poco
Orlando non si strappò i capelli per la rabbia che quella persona fosse del
suo stesso sesso e quindi di abbracci no se ne parlava nemmeno. Ma il
pattinatore si avvicinò. Gambe, mani, portamento erano quelli di un
ragazzo, ma nessun ragazzo aveva una bocca come quella, nessun ragazzo
aveva quei seni, nessun ragazzo aveva quegli occhi che parevano pescati
negli abissi del mare. Infine fermatosi, […] era a meno di un palmo di
distanza. Una donna. Orlandola fissò, tremò, ebbe caldo, ebbe freddo,
provò un gran desiderio di slanciarsi nell’aria estiva, di calpestare le
ghiande sotto i piedi, di agitare in aria le braccia insieme ai faggi e alle
querce.”

Orlando è completamente sconvolto alla vista della figura descritta. E’ una


donna dalla bellezza androgina, tanto che inizialmente non riesce neanche
a distinguerne il sesso, ma il sesso di fatti assume un’importanza
secondaria. Ciò che è importante sono i sentimenti che questa figura
risveglia nell’anima di Orlando, egli ha caldo, ha freddo ed è
completamente ammaliato da lei. Ciò che prova va oltre l’essere uomo o
donna della principessa.

Quindi andare oltre il corpo, il sesso, l’essere maschio o l’essere femmina,


trovare la cosiddetta Anima Gemella è innamorarsi della virtù dell’anima
buona. E’ qualcosa di etereo che va oltre la fisicità e prende solo gli spiriti.
L’anima si infatua di uomo o donna che sia. In questo senso, non esiste
l’eterosessuale o l’omosessuale, ma solo un’anima che si innamora di
un’altra anima.

André Aciman, autore contemporaneo, nel libro Chiamami col tuo nome
(di cui la trasposizione cinematografica del 2017 ha fatto vincere l’Oscar
per la miglior sceneggiatura non originale a James Ivory e la candidatura
come Miglior film per l’italiano Luca Guadagnino) scrive e descrive
l’amore di due anime: “Eravamo solo due uomini che si baciavano e poi
perfino quest’immagine sembrò dissolversi e cominciai a sentire che non
eravamo più nemmeno due uomini, ma due esseri viventi”

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