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Ogni volta che sono depresso per come vanno le cose al mondo, penso all'area degli arrivi dell'aeroporto di
Heathrow. È opinione generale che ormai viviamo in un mondo fatto di odio e avidità, ma io non sono
d'accordo. Per me l'amore è dappertutto. Spesso non è particolarmente nobile o degno di note, ma
comunque c'è: padri e figli, madri e figlie, mariti e mogli, fidanzati, fidanzate, amici. Quando sono state
colpite le Torri Gemelle, per quanto ne so nessuna delle persone che stavano per morire ha telefonato per
parlare di odio o vendetta, erano tutti messaggi d'amore. Io ho la strana sensazione che – se lo cerchi –
l'amore davvero è dappertutto.
In questa tesina il tema fondamentale è l’amore, visto nelle sue diverse manifestazioni, Amore per le cose,
Affetto, Eros e Carità.
Spinto dal desiderio di capire come l’Amore abbia agito -e tutt’ora agisca- nella vita dell’uomo, ho fatto
riferimento al saggio ‘I Quattro Amori’ di Lewis, che ho scoperto attraverso ‘Le Cronache di Narnia’
La struttura del lavoro è stata suddivisa per tipologia di amore. Mi sono rifatto all’ ordine proposto da Lewis
per una maggiore organicità e coerenza, tralasciando il tema dell’Amicizia (per questa andrebbe fatto un
discorso a parte) per ovvie esigenze di tempo di esposizione. Ad ogni Amore corrisponde una breve
descrizione dello stesso (così come viene inteso da Lewis), con approfondimenti letterari e filosofici.
AMORE PER LE COSE E PER GLI IDEALI (NATURA,PATRIA…)
Questo tipo di Amore è ‘limitato’ in quanto non è rivolto a persone,bensì ad oggetti (o ideali) che vengono
amati in modo disinteressato. Questo tipo di amore disinteressato viene definito ‘amore di apprezzamento’,
ed è sostanzialmente quel sentimento che (seguendo l’esempio di Lewis) ‘’tratterrebbe un uomo dal
deturpare un’opera d’arte’’.
Gli amanti della natura non sono né gli appassionati di botanica, né coloro che cercano il panorama
suggestivo. Sono invece, come sosteneva Wordsworth, coloro che mettono a nudo se stessi ‘davanti alle
qualità intrinseche di ogni paesaggio’. Ciò che davvero conta è ’l’umore’, ‘lo spirito’.
Nella prefazione alla seconda edizione delle Lyrical Ballads, notiamo i primi due momenti ;
le camminate nel Cumberland risvegliano –prima- i sensi del poeta, -poi- le sue emozioni.
In questa strofa, sono i sensi a fare da padroni, (alla stregua dell’ attrazione per una persona); solo in un
secondo momento, rivivendo l’esperienza nel ricordo, lasciamo che le nostre emozioni vengano alla luce.
C’è inoltre un terzo momento: il poeta si identifica nella natura (provvidenziale e divina) e si arriva al
panteismo. Ponendo la natura su un gradino così elevato infatti, secondo Lewis, la scegliamo come maestra.
Il pericolo è dunque quello di travisare l’imperativo che ‘risuona sulle labbra della natura’
‘Guarda,ascolta,assisti’, ed edificare su di essa teologie e dottrine panteistiche.
- Innanzitutto c’è l’amore per la casa, o il luogo in cui si è cresciuti, a cui si accompagna l’amore
per uno stile di vita legato a quel luogo (dialetto, specialità gastronomiche etc..). Questa forma di
patriottismo produce un atteggiamento salutare verso gli stranieri; infatti ‘come si può amare la
propria terra senza essere convinti che lo straniero ha motivi altrettanto validi di amare la sua?’
- Il secondo ingrediente è l’attitudine verso il passato del nostro paese, il passato che sopravvive
nell’immaginazione popolare. Questo ci impone degli obblighi, me ci offre anche delle
salvaguardie. L’importante è non confondere le leggende con i fatti storici (talvolta azioni turpi e
mediocri).
- Nel terzo ingrediente si insinua una nota perniciosa, che è la convinzione della superiorità della
propria nazione. Il Romanticismo inteso da Fichte nei ‘Discorsi alla nazione tedesca’ appartiene
a questa fase. Usato per la prima volta il concetto di nazione, il filosofo eleva il popolo tedesco
sopra le altre popolazioni germaniche, per aver mantenuto intatti i luoghi di origine e la lingua.
- Questi concetti, se sono profondamente radicati nell’individuo, portano -come spiega Lewis- ad
una degenerazione del patriottismo romantico. Nasce così la convinzione di avere diritti e doveri
su altri popoli. Queste certezze, per evitare di cadere nel ridicolo, hanno portato a stermini ed
invasioni.
AFFETTO
L’Affetto e il più umile e diffuso degli amori. I greci lo chiamavano ‘storge’, con l’accezione di ‘affetto,
specialmente dei genitori verso la prole’.Tuttavia nella vita umana si estende ben oltre il rapporto tra madre e
piccoli. Si può dunque definire l’Affetto come
Partendo dalla definizione di Affetto inteso dagli antichi greci (rapporto genitori-figli), Freud è stato il primo a
descriverne le dinamiche in modo tecnico ed organico.
E’ proprio nel complesso di Edipo che l’Affetto si manifesta nel suo più intenso aspetto (tendendo alla sua
degenerazione).
Questo complesso consiste in ‘un attaccamento ‘libidico’ verso il genitore del sesso opposto e in un
atteggiamento ambivalente (con componenti positive di affettuosità, e componenti negative di ostilità e
gelosia) verso il genitore di egual sesso’(G.Musatti).
La gelosia è una caratteristica insita nell’Affetto .Essa trova sfogo nel mettere in ridicolo il ‘disertore’ e
l’oggetto del suo nuovo interesse (può essere anche una persona).Risulta chiaro come questo accada nel
rapporto madre-figlio, padre-figlia. ‘Il maschietto vuole avere la madre soltanto per sé, si adira se il padre si
permette segni di tenerezza verso la madre e manifesta contentezza quando questi parte per un viaggio o è
assente’.
Il rovescio della medaglia è il senso di colpa che prova chi è oggetto di gelosia : ‘ragazzo mio, hai imboccato
una cattiva strada, e farai morire tua madre di crepacuore’.
Questa dinamica ci rimanda all’infanzia di un poeta che conobbe a fondo la psicoanalisi, Umberto Saba.
Durante l’infanzia soffrì di un complesso edipico rovesciato. Nel sonetto ‘Mio padre è stato per me
l’assassino’ Saba descrive il rapporto difficile con il padre, con il quale è legato da un’affinità insolita (v.5)
Nella madre vede la figura dell’autorità opprimente che non gli permette alcuno slancio vitale (vv.9-10).
In questo triangolo la gelosia è del figlio verso il padre, e della madre verso il figlio e il marito.
La gelosia che nasce dall’Affetto ,come sostiene Lewis, è dipendente dall’affidamento che esso fa su ciò che
è vecchio e familiare .Non vogliamo che i ‘vecchi visi familiari’ diventino più vivaci, o più belli.
Ogni cambiamento rappresenta una minaccia per l’Affetto.
EROS
L’Eros è quel tipo di amore presente negli innamorati. E’ una complessa alchimia di diversi elementi, tra i
quali è presente la sessualità. Questa è definita Venere,intesa come la sessualità più ovvia e palese.
Dunque l’Eros non è Venere, ma Venere è presente nell’Eros.
Il più delle volte tutto ha origine da una ‘semplice pre-occupazione –del tutto aspecifica- nei confronti
dell’amata, nella sua totalità’. Solo in un secondo momento si risveglia il desiderio sessuale dell’innamorato.
Il desiderio sessuale, senza l’Eros, vuole quello, la cosa in sé; l’Eros vuole l’amata.
La vita e la ricerca estetica di D’Annunzio sono in profonda discordanza con i concetti appena esposti.
Quando parla di Eros il Vate si riferisce infatti ad una sfera molto più piccola e semplice da analizzare, che è
Venere. E’in Venere che risiedono tutte le pulsioni fisiche, ed è Venere che molto spesso, a torto, viene
venerata.
Sebbene Venere sia di per sé una faccenda seria (sotto aspetti teologici, naturali e morali), a volerla
prendere troppo sul serio si finisce col fare violenza alla nostra umanità.
Il poeta de Vittoriale fece della carne un valore assoluto, vivendo l’Eros (in realtà Venere) come momento di
ascesi intellettuale. A porre la questione in questi termini ci si imbatte in frustrazioni e dubbi che lo stesso
poeta espose nel suo primo romanzo, Il Piacere. Il protagonista, Andrea Sperelli, è l’alter-ego del poeta,
educato dal padre a valori estetici.
Già nelle battute iniziali del libro il carattere contraddittorio del protagonista ‘tutto impregnato di arte’ ed
incline alla bellezza e ai piaceri (secondo il motto ‘Bisogna fare la propria vita,come si fa un’opera d’arte’)
soffre intimamente .Il prezzo da pagare per l’esperienza edonistica è la ‘distruzione in lui della forza morale’.
Bisogna tenere conto che la confusione tra arte e vita, e la sovrapposizione dei due piani caratterizza gran
parte della cultura decadente.
La Venere di D’Annunzio, da un altra prospettiva, si evolve in Eros, in quanto l’oggetto amato è la poesia
stessa. Questo concetto si ripropone nei sonetti dell’ Intermezzo di Rime, in cui esperienza sessuale e
poesia si fondono.
Anche l’Eros è soggetto a degenerazione. Bisogna, sostiene Lewis, evitare che questo affetto spinga a
commettere azioni turpi, in suo nome. In amore infatti ognuno ha una propria ‘legge’ privata. L’Eros edifica
sugli innamorati la propria ‘religione’.
Gli stessi innamorati si sentono pervasi da uno spirito di martirio che giustifica tutte le loro azioni: ‘E’ stato
l’amore che ci ha spinto a farlo’. Questo modello si è sempre riproposto
in tutte le civiltà a partire dagli antichi greci. L’amore straziato della Medea di Apollonio Rodio ne è un
esempio. Ella, per amore di Giasone, volta le spalle a padre, uccide il fratello e, una volta abbandonata
dall’amato, massacra i due figli, avuti da lui.
CARITA’
La Carità è l’amore più alto, il più disinteressato, quello che i Greci chiamavano Agape. E’una combinazione
di amore-bisogno, di amore-dono, e di una grazia che coadiuva il tutto. Questo affetto è il punto di arrivo
degli affetti terreni (Affetto,Eros,Amicizia), il loro compimento.
L’amore-bisogno è quell’ amore che ‘spinge il bambino a rifugiarsi nelle braccia della madre quando
si sente solo o spaventato’. Benché a lungo criticato (Platone diceva :’L’amore bisogno è figlio
dell’indigenza!’) esso è l’esatto riflesso, a livello di coscienza, della nostra vera natura.
Introdotti questi due aspetti dell’amore,viene spontaneo chiedersi: come può l’amore bisogno
elevarsi a vette così alte, e superare –in certi casi- l’amore dono?
La grazia divina (o buon senso per chi non crede) è quella forza misteriosa di cui conosciamo solo il
duplice effetto:
-alimenta gli affetti terreni (come un giardiniere cura un giardino)
-eleva gli affetti terreni, e l’amore-dono e bisogno, a livelli inaspettati
Immaginate di essere un uomo che sia stato colpito subito dopo il matrimonio da una malattia
incurabile(…)dipendete da vostra moglie. Supponete che anche la pazienza e la dedizione di vostra moglie
siano senza riserve .L’uomo che riesce ad accettare questo di buon grado è riuscito a fare qualcosa che
l’amore-bisogno nella sua condizione naturale non è in grado di portare a compimento.
In una situazione del genere ricevere è più duro che non donare.
Il rovescio della medaglia è l’amore-dono della moglie, portato ad un livello altissimo, attraverso la grazia.
Questa situazione rimanda ad un estratto del film ‘A Beautiful Mind’ (la storia vera del premio Nobel John
Forbes Nash). In un dialogo con un amico la moglie spiega come, nonostante le difficoltà, continui ad amare
e a coltivare l’amore per il marito.
Avendo delineato la Carità intesa da Lewis, ci troviamo davanti ad suo storico detrattore ante-litteram,
Friedrich Nietzsche.
Il filosofo in diverse sue opere (Al di là del Bene e del Male, l’Anticristo) sostiene che la carità cristiana,
mediante la nozione di ‘peccato’ ha prodotto un tipo d’uomo malato e represso (identificato da Gozzano in
Totò Merumeni, ‘il buon inetto che non ha le unghie per difendersi’). Infatti, dal momento che ‘tutti gli istinti
repressi si rivolgono verso l’interno’, l’uomo cristiano è psichicamente auto-tormentato. Questo spiega
perché ‘dalla religione dell’amore sia potuta scaturire una casta sacerdotale oppressiva e crudele’(N.
Abbagnano).
Ma se Amore è donazione di sé, allora Nietzsche e Lewis sono più vicini di quanto ci saremmo potuti
aspettare. Come diceva S. Agostino ‘Ama, e fa’ ciò che vuoi’.
Termino con il discorso tenuto da John F. Nash nel film ‘A Beautiful Mind’, davanti ai premi Nobel.
Ho sempre creduto nei numeri, nelle equazioni, nella logica che conduce al ragionamento. Ma dopo una vita
spesa nell’ ambito di questi studi io mi chiedo: cos’è veramente la logica. Chi decide la ragione. La mia
ricerca mi ha spinto attraverso la fisica, la metafisica, l’illusione e … mi ha riportato indietro. E ho fatto la più
importante scoperta della mia carriera. La più importante scoperta della mia vita. E’ soltanto nelle misteriose
equazioni dell’amore che si può trovare ogni ragione logica. Io sono qui stasera solo grazie a te. Tu sei la
ragione per cui io esisto. Tu sei tutte le mie ragioni. Grazie.