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Lezione 14 15 maggio 2020

Il passaggio dall’essenza al concetto e confutazione dello spinozismo (pg.331-35)


La logica oggettiva espone il processo di genesi del concetto, quel processo che prepara il risultato,
è il processo di giustificazione del risultato
La logica dell’essere e quella dell’essenza giustificheranno il concetto-> non sarà una
dimostrazione positiva ma una confutazione negativa delle varie categorie
La conclusione della logica dell’essenza è giù unità di essere ed essenza-> l’essenza è la ragione
dell’essere e alla fine questa ragione diventa sostanza
La sostanza è già presupposta dal concetto-> a partire da essa avverrà la confutazione negativa
La sostanza conteneva già in sé il concetto nascosto, racchiuso, non manifestato e attraverso la sua
esposizione il concetto diventa manifesto e rivela quindi ciò che la sostanza era già in essa
Il concetto viene fuori da quello che accadrà nel passaggio in queste tre categorie (movimento
dialettico)-> sarà un divenire logica che è confutazione della sostanza e di causa e poi anche di
azione reciproca
Il divenire non è un passaggio da sotto a sopra, ma il contrario, si passa al fondamento, è uno
sprofondare-> il concetto si trova alla base dell’essenza che è alla base dell’essere
Il concetto in prima battuta sembra altro rispetto all’essere e alla sostanza-> in realtà capiamo la
sostanza solo quando arriviamo al concetto, solo alla fine
Il concetto è la verità della sostanza, è la sua manifestazione
La necessità svelata è libertà-> se comprendiamo alla fine che cosa sia la necessità, troviamo la
libertà
Sostanza-> è ciò che è in sé e per sé, ciò che sta in piedi per conto suo, come in Spinoza
Troviamo qui una potente anticipazione di quello che dirà poi Hegel nei tre passaggi sostanza-
causa-azione reciproca-> quello che accadrà sarà un in sé e per sé insieme ad una riflessione
Mentre la sostanza è solo un in sé e per sé, è solo presupposizione dogmatica-> possiamo solo
affermare cosa sia
Per avere il concetto dobbiamo avere questa presupposizione + la riflessione-> la riflessione è il
movimento dialettico che conduce dalla sostanza al concetto, il movimento di genesi
Il suo essere sussistenza della sostanza è solo per il fatto di essere riflessione, l’essere in sé e per sé
dipende dalla riflessione che ci facciamo sopra
Ciò che è realmente posto in essere dal concetto è la sostanza
La sostanza è un essere in sé e per sé solo dogmatico, che viene posto dal concetto-> solo il
concetto è il vero in sé e per sé
Non capiamo il concetto se non ne seguiamo la genesi a partire dalla sostanza

Le categorie che precedono la categoria di sostanza sono le categorie di possibilità, necessità,


realtà (in sé), mentre la sostanza per sé è potenza assoluta, in quanto è nella sua potenza la sua
esistenza, l’esistenza è una conseguenza della sua esistenza (è causa sui) e negatività riferentesi
assolutamente a sé (la negazione della sostanza non si riferisce ad un altro della sostanza, non è
negazione semplice ma negatività assoluta-> è il fatto che la differenza non ce l’ha verso fuori ma
al suo interno, è differenza interna)
NB: poiché è autoposizione, la sostanza pone ed è posta, ha al suo interno la differenza (negatività
al suo interno, in quanto l’unica differenza che ha non ce l’ha al suo esterno ma verso sé stessa)
Questa differenza interna fa sì che essa sia negativa ma anche positiva, perché questa negazione
non la dissolve
Movimento della sostanzialità:
1. La sostanza sarà un rapporto tra la sostanza che pone e quella che è posta, il primo sarà
sostanza attiva e il secondo sostanza passiva (trasformazione concettuale che Hegel fa di
natura naturans e natura naturata di Spinoza)
In prima battuta stanno come sostanze le due e dunque sono presupposizioni originarie->
che ci sia una che pone e una posta è tutto un presupposto
Servirà la causa per spiegare perché ci sia una sostanza ponente e una sostanza posta,
senza la causa abbiamo a che fare solo con due presupposti
Sostanza passiva-> non può porsi da sé, è solo un in sé
Sostanza attiva-> è negatività riferentesi a sé
La attiva è altro dal suo effetto e si riferisce a questo altro, la sostanza passiva, così come
questa è altro rispetto alla attiva
La sostanza passiva certamente è un presupposto perché non riesce da sola a giustificarsi
però è condizione della attiva-> perché se non ci fosse la sostanza passiva, l’effetto, non ci
sarebbe neanche la sostanza che la causa, la causante dipende dall’effetto
Anche la ponente dipende dal presupposto-> la sostanza che ha posto sussiste perché ha
provocato un effetto, dipende da essa e quindi anche la attiva è un presupposto perché
dipende da un presupposto (=passiva)
Prima Hegel dice che la sostanza è in sé e per sé, però poi mostra che anche la attiva
dipende da quella passiva, quindi tutto il primo momento è tutto sotto il segno della
presupposizione, è solo in sé ma non per sé
NB: primo momento-> sostanza è in sé ed è presupposto

2. Sembra che la categoria di causa possa risolvere il problema-> ma Hegel dirà essere
parvenza
Torna a ragionare sulla sostanza attiva (negatività che si riferisce a sé stessa)-> non c’è più il
presupposto, perché la negatività che si riferisce a sè stessa è capacità dell’assoluto di
autoporsi
La sostanza attiva è la causa, agisce
Perché Hegel dice che la causa è parvenza, da cui deriva che anche il suo effetto sarà
parvente?
Sembrava che con il passaggio alla nozione di causa si risolvesse il problema della
presupposizione del primo momento, ma in realtà è parvente, perché qui c’è solo la causa
e manca l’effetto
C’è l’autoposizione senza l’effetto-> c’è il processo di giustificazione della sostanza, senza la
sostanza, abbiamo perso la cosa, l’oggettività, il peso della realtà
La possibilità di essere rimane solo possibilità, non è realtà-> abbiamo solo la potenza in
questo caso, quindi solo possibilità dell’essere
È in sé grazie ad altro-> quel presupposto che era la sostanza diventa in sé, ha il peso della
realtà grazie ad altro, ma se la sua ragione sta in altro si è dissolto
Anche la causa avrà il suo effetto in altro, quindi anch’essa niente-> dissolversi nella
parvenza
Così come la sostanza passiva, appare un esser posto ma in realtà è solo sostanza passiva

3. Toglimento dell’apparenza-> se la togliamo, togliamo anche il presupposto del primo


Questa distinzione in due poli, per cui la causa sta da un parte e l’effetto dall’altra, che
produceva l’effetto parvenza, non sta in piedi
Se mettiamo causa ed effetto distinti, viene fuori che l’effetto non ha la ragione in sé e la
causa ha effetto in altro-> tutti e due evaporano
L’errore sta nel pensarli come due cose diverse-> causa ed effetto sono insieme nella stessa
realtà e quindi togliamo la parvenza e a cascata anche la presupposizione
Sono identici nella loro opposizione
Il secondo momento aveva sciolto l’identità, perché la causa senza effetto si dissolveva
nell’altro e l’altro come effetto si risolveva nella causa, ognuno rinviava all’altro e quindi
perdevano la loro identità-> erano parvenza
Ora invece mostriamo l’identità dei due, li abbiamo ricostituiti-> non c’è più parvenza
L’identità ora è risultato e non più presupposto-> è una identità più alta, elevata, prodotta,
che ha i suoi momenti che la giustificano, l’identità è possibile grazie al contrapposto
Le due sostanze sono diventate una sola
Abbiamo trovato il movimento che ha posto quanto prima era un presupposto-> l’in-sé
diventa anche per sé, ha trovato la sua legittimazione
Questo essere in sé e per sé dipende dal porre che è insieme un togliere il presupposto
Prima era solo presupposto, ora è posta dal movimento della causa-> per questo è assoluta
Grazie alla categoria dell’azione reciproca (effetto sulla causa e causa sull’effetto) abbiamo
tolto la parvenza, è condizione dell’identità
Se rimane solo causa rimane parvente, ma se si identifica nell’effetto acquista l’assolutezza
Compimento della sostanza-> essa si è compiuta, ha trovato la sua realizzazione
Ma non è più sostanza-> questo compimento del movimento della sostanzialità è il
concetto
Ora si manifesta ciò che prima era oscuro, celato

Difetti della sostanza spinoziana-> manca di negatività al suo interno, non era soggettività, il
metodo matematico ecc.
NB: la critica è da un certo punto di vista esterno, la confutazione è ben altro
Hegel prende le distanze anche da un modo sbagliato di confutare, per cui si mostra che in quel
punto ci sarebbe un errore, è qualcosa di totalmente falso
La verità non è mai opposizione di qualcosa che è totalmente falso ma in essa c’è sempre qualcosa
di quello a cui io mi oppongo, si raggiunge per progressivi toglimenti, autosuperamenti
Il modo di trattare Spinoza da parte di Hegel non sarà di dire che egli ha sbagliato
Spinoza esprime il rapporto di sostanzialità in un sistema-> Spinoza è necessario, Hegel lo tiene in
alto e fa i conti con Spinoza
Il sistema di Spinoza è perfettamente vero ma non è il punto di vista più alto
Falso non è ritenere quel sistema falso, ma solo pensare che sia il punto di vista più alto
Il sistema di Hegel non si oppone a quello di Spinoza, ma dovrà prenderlo dentro di sé
Non si deve partire da presupposti, ma si deve piuttosto assumere un sistema e dall’interno
confutarlo-> partiamo dall’opinione comune come nella Fenomenologia e lì scaviamo
Non è il sistema ad essere difettoso, ma solo chi muove dalle proprie presupposizione per
confutare tale sistema
Se scaviamo dentro il rapporto di sostanzialità alla fine troviamo il concetto
Le presupposizioni sono già dentro

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