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Aspetto cosmologico: 2 modi di interpretare filosoficamente la Genesi:
Enrico Di Gand: disputa sulla costituzione della sostanza creata, com’è fatta.
Torniamo ad Avicenna e ai correttivi alla sua dottrina sull’emanazione e riguardo all’essere:
essere necessario e essere possibile/contingente. Fondamento ultimo della realtà è l’essere
necessario identificato con Dio e motore immobile e uno di plotino.
Se dico che il primo principio è necessariamente essere sto dicendo che non c’è distinzione
tra natura di dio e essere di dio: identità. Questo ha come conseguenza da parte di avicenna
di dire che c’è essere necessario nel quale c’è identità tra essere e essenza, e essere
contingente( sono le cose che hanno un’essenza, ad esempio quella di essere un carciofo e
in più l’essere). Quindi in tutte le creature c’è distinzione tra essere e essenza e in dio no.
L’essenza=quidditas. La quidditas di dio è l’essere mentre le altre cose hanno una quidditas e
in più hanno l’essere, la creazione consiste nel far si che queste quidditates diventino cose
reali, abbiano l’essere reale. Questo è cio che troviamo in Guglielmo d’auvergne, Tommaso,
in loro troviamo componente di avvicenismo.
Enrico dice si a questa teoria. Ma afferma che distinzione tra la distinzione tra cio che ha
come sua natura l essere e cio che ha come sua natura di esseere… è concettuale
Ci porta ad avere conflitto con aristotele: dice che la sostanza individua si distingue in materia
e forma. Qui si distingue in materia e forma se è una sostanza materiale io avrò in lei materia
e forma. Ma dato che ci sono sostanze spirituali create, non solo materiali.
Tommaso: Anche se immagino sostanza creata puramente spirituale, non per il fatto che non
ha materia è uguale al creatore. No perche avrebbe comunque una composizione piu
profonda. Solo dio è semplice, le altre sostanze no. Solo dio non ha distinzione tra quiddità e
essere. La composizione tra essenza e essere deve essere reale. Sono due realtà perche se
sono distinzioni solo di ragione concettuali non mi servono a nulla.
Enrico invece: fin dall’inizio con coerenza dirà che distinzione è di ragione. Motivazioni: non
vuole avere delle essenze che sono delle realtà. Perche se dico che la composizione è reale
(come dirà egidio). Qual è il livello ontologico(essenza) del triangolo?
Enrico è un teologo e non si vuole scostare dall’idea che il fatto che dio crea vuol dire che dio
attribuisce essere a suo pensiero, e l’essenza non è il triangolo ma pietro a cui io voglio dare
l’essere. Se l’essere e essenza sono due cose dico chel’essenza non è un pensiero di dio ma
sta da qualche parte cosi come l’essere di dio è un qualche cosa. Dire che distinzione è
concettuale-> Questo mi porta a dire che l’atto creatore è quello con cui dio conferisce essere
alle quidditates che sono i suoi eterni infiniti pensieri, io avro un’analisi della realtà creata che
è di un moderato aristtelismo per quanto riguarda distinzione per come sono fatte le cose piu
avvicenna. Io ho sinolo di materia e forma che costruisco come sandwich a piu strati, sulla
mmateri aarriva forma corporeitatis…
Forma corporeitatis, corpo dotato di organi che servono per essere uomo, forma della vita
vegetativa, poi sensitiva, e infine infusione di anima razionale in un corpo. Questa è la
dottrina delle pluralità sostanziali. Tommaso dirà che significa andare contro aristotele per cui
la forma sostanziale è unica. Per lui aristotele è lo standard di scienza più alto. Tommaso si i
impegnerà a dire non esiste che la forma sostanziale unica per l’assioma: è la forma che da
l’essere, ciò che da l’essere all’uomo, l’essere dell’individuo che lo abilita a percepire a
astrarre dalla sua forma unica che gli permette di essere quello che è. L’unità della forma
sostanziale si deve accettare oppure si deve rinunciare all’architettura della metafisica di
tommaso, la quale non è del tutto aristotelica ma dipende anche da Porfirio.
Eglidio romano discussioni con enrico di gand.
Liber de causis: tommaso afferma che la prima cosa che e dio crea è l’essere puro e cio che
il nostro intelletto concepisce per primo è l’essere.
Proclo negli elementi di teologia: uno, essere e il resto
Liber de causis: essere primo creatore e essere creato. Distinzione tra identità di essere
essenza in dio e distinzione nelle creature motivata dal fatto che Dio è soltanto essere.
Eglidio: recepisce questa distinzione nel senso proprio del termine. Se queste realtà, la
essenza che deve essere creata e l’essere che deve ricevere da dio non sono altro che
distinzioni concettuali allora non mi servono a nulla.
Teorema 19: esse e essenza nella creature sono distinte tra loro come due cose
Plotino
Per Platone la Filosofia: conoscenza delle idee che ha come direzione la costruzione della
giustizia nella città degli uomini.
Per plotino è una via che conduce all’unione con l’uno, che riprende da platone in parte e
plotino radicalizza platone perchè l’uno è aldilà dell’essere. Sistema plotiniano nasce
dall’esigenza di riprodurre platone. Radicalizzazione della trascendenza dell’Uno è aldilà
dell’essere. È il fondatore del neoplatonismo.
Fine della filosofia: unirsi al divino, all’uno. L’unione al divino passa attraverso una
trascendenza unione mistica che è alta rispetto alla realtà fisica. Unione mistica=unione
dell’uomo con Dio. Condurre al divino che è in noi(anima) al divino che è nell’universo. L’uno
è oltre l’essere (lo aveva già detto platone). Plotino dice che oltre l’essere c’è una realtà che è
l’unità che fonda l’essere. Tutto cio che esiste è tale grazia all’unità. Cosa fa si che un insieme
di persone che cantano sia un coro, l’unita del coro. È l’unità che permette loro di essere un
coro. È l’unità che fa essere le cose, è l’uno a fondare l’essere.
Plotino ci apre problema nuovo rispetto filo antica, che si era posta problema dell’unità che
dietro le cose c’è un’unita. Plotino dice: perché l’Uno è, perchè l’uno è, perché c’è la
realtà. Questa domanda è possibile grazia all’incontro con filo cristiana. È come chiedersi
perché dio è. Plotino risponde perché l’uno esiste in virtù della sua stessa esistenza, l’uno
esiste perché è la causa di se stesso. Unica realtà che è causa di se stessa.
Tutta la realtà come principio è Uno, allora la materia è processione dell’Uno. La realtà
è derivazione dell’uno. Per congiungersi all’uno bisogna conoscere la realtà e capre com’è
ordinata. L’uno è semplice, è privo di parti, non ha alterità. Essendo semplice non si può dire
che cos’è, non si può neanche pensare perché è assolutamente semplice. È presente in tutto
ciò che esiste a è trascendente. Lui è oltre cio che è ente, è il principio è la prima ipostasi,
ovvero ipostasi= cio che sta oltre il divenire. La realtà è composta, l’uomo è composto in parti,
cio che da unità al corpo è l’anima. Tra l’anima e l’uno c’è un altro elemento. L’anima è ancora
molteplice, è composta da piu funzioni. Cio che da unità all’anima è la parte piu elevata
dell’anima ovvero il nous, l’intelletto. La realtà è composta da: uno, intelletto, anima e infine
mondo sensibile. Tra uno e intelletto c’è differenza, dire intelletto è gia dire molteplicità, è
duplicità perché essendo pensiero ammette anche un pensato, vuol dire attività.
Realtà processio
ne dall’Uno.
con il nome del Padre si indica la potenza, con quello del Figlio la sapienza e con quello
dello Spirito Santo la carità. Ma poiché tali attributi in Dio costituiscono un'unità, i rapporti
tra le persone divine possono essere spiegati in termini di derivazione di una dall'altra: il
Padre genera il Figlio, che è della stessa sostanza del Padre, in quanto la sapienza non è che
quella particolare forma della potenza divina per cui essa non può essere ingannata, invece,
lo Spirito Santo procede dal Padre e dal Figlio, perchè la carità senza potenza sarebbe
inefficace e senza la sapienza procederebbe a caso e non condurrebbe al meglio. Però in tal
modo lo Spirito Santo non risulta essere della stessa sostanza del Padre e del Figlio: fu
questo un punto che suscitò gli attacchi contro Abelardo, in particolare san Bernardo ritenne
che esso conducesse a negare qualsiasi potenza dello Spirito Santo.