INNATISMO È= VIRTUALE poiché le verità di ragione sono presente nella mente come una
scultura è presente nelle venature di un blocco di marmo
TOTALE poiché rigyarda tutte le rappresentazioni delle MONADI comprese le verità di fatto
e le percezioni
Il principio di ragion sufficiente serve anche a Leibniz come ponte per uno dei principali
concetti alla base della sua filosofia: la sostanza individuale. Infatti, se nelle verità di fatto il
predicato non è identico al soggetto, è pur vero che nel soggetto deve esserci la ragion
sufficiente del predicato. Questo soggetto, che deve esser reale o esistente, è quello che
Leibniz identifica con la sostanza individuale. L’uomo non può avere una conoscenza
completa della sostanza individuale, ma solo quella determinata dall’esperienza, mentre
Dio “la cui conoscenza è perfetta, è in grado di scorgere nella nozione di ogni sostanza la
ragione sufficiente di tutti i suoi predicati” 1.
Dio e la monadologia
La sostanza individuale è l’entità costitutiva dell’ordine contingente ed è quindi necessario
che anche i corpi fisici abbiano una forma sostanziale analoga alla sostanza individuale.
Con il concetto di monade (dal greco monas, “uno, unico, singolo”), Leibniz riesce
finalmente ad estendere il discorso sull’ordine contingente anche al mondo fisico, oltre che
a quello spirituale.
Ma cos’è una monade? Si tratta di una sostanza semplice, priva di parti, inestesa,
indivisibile ed eterna. Le monadi sono tutte diverse tra loro per il principio di identità degli
indiscernibili 2, che implica che in natura non vi siano due esseri identici. Le monadi sono
mondi chiusi - Leibniz li dice “privi di finestre” - e pertanto non possono subire influenza
reciproca o la modifica indotta dall’esterno; le monadi sono una sorta di atomi psichici che,
pur essendo chiusi in se stessi, sono legati tra di loro in quanto tutti sono aspetti del
mondo. Tipica di ogni monade è l’attività rappresentativa. Le monadi rappresentano quindi
l’intero universo in generale e distintamente il corpo di cui costituiscono la potenza attiva,
o entelechia. L’attività delle monadi si sviluppa in due momenti: la percezione e
l’appetizione, ovverossia il tendere da una percezione a un’altra. Leibniz, criticando la
teoria della coscienza di Cartesio, afferma che vi è una distinzione tra “percezione”, tipica
delle monadi più semplici (che operano quindi in maniera inconscia), e “appercezione”, che
definisce la consapevolezza della percezione, ed è caratteristica dello spirito (detto anche
anima ragionevole). Il grado delle percezioni delle monadi è ciò che determina il loro grado
di perfezione, al cui apice si trova ovviamente Dio, monade delle monadi che rappresenta
tutti i punti di vista possibili, di cui le singole monadi sono solo uno determinato.
La materia stessa, per Leibniz, risulta quindi essere un aggregato di monadi: infatti essa è
infinitamente divisibile, ma i suoi elementi ultimi sono questi punti metafisici. Leibniz
suddivide così la materia in materia prima e materia seconda. Con materia prima Leibniz si
riferisce alla forza di inerzia insita nella monade; la materia seconda è invece la materia in
senso stretto, l’aggregato di monadi, che quindi forma anche il corpo di uomini e animali,
tenuto insieme dall’anima, o monade dominante. Pur non essendovi una vera e propria
diversità tra le monadi del corpo e l’anima, ma solo una differenza di gradi, esse seguono
delle leggi indipendenti: leggi meccaniche per le monadi e leggi finalistiche per l’anima.
Il problema del rapporto tra anima e corpo si configura quindi per Leibniz come problema
di comunicazione reciproca tra monadi. Leibniz prospetta tre soluzioni:
1) Quella della filosofia volgare, che ammette l’influenza reciproca tra anima e corpo ma
che così facendo si scontra con il carattere di incomunicabilità delle monadi.
2) Quella del sistema delle cause occasionali, che introduce unDeus ex machina che
mantenga l’armonia, ma in questo modo si scontra in un fatto naturale in cui Dio non deve
intervenire più che negli altri fatti della natura.