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Per Kant il pensiero pone la visione fenomenica, spazio-tempo sono qualcosa che
scaturisce dal pensiero.
Per Hegel pensa che la dimensione fenomenica non possa esistere. Il vero è l’intero,
che è qualcosa che si sviluppa nel tempo.
2 sistemi di pensiero:
La prima parte tratta del progressivo superamento delle forme del pensiero relativo.
La filosofia di Hegel si rifà all’idealismo tedesco, che propone una critica contro Kant,
per la distinzione tra fenomeno e noumeno, quindi tra fenomeno e cosa in sé,
come aveva affermato nella critica della ragion pura. L’idealismo tedesco rileva la
contraddizione perché la cosa in sé proprio perché è concreta, quindi la possiamo
pensare e concepire, non può essere in sé. Se lo fosse veramente non potremmo né
concepirla né pensarla.
L’idealismo afferma che qualsiasi cosa si costituisca oggetto per il pensiero avviene
attraverso determinazioni. Se togliamo le determinazioni non rimane “la cosa in sé”
come dice Kant, ma resta il puro nulla.
Il pensiero deve essere considerato come realtà infinita e creatrice, ossia come
unica realtà assoluta.
La tesi centrale della filosofia di Hegel afferma che il vero, (tutto ciò che realmente
esiste) è l’Assoluto, l’infinito. L’assoluto però non può essere considerato come
sostanza, cioè come essere presente a se stesso.
L'Assoluto hegeliano non è più qualcosa di statico, che si trovi già «in sé e per sé»,
ma è un divenire, un essere per sé, un soggetto, che soltanto alla fine di un
processo di sviluppo giunge a conoscersi come totalità autosufficiente in cui si
risolve ogni realtà finita.
Dio per Hegel non può giungere all’autocoscienza assoluta se non fa esperienza
della finitezza, della morte, de suo svincolarsi dal finito.
Assoluto è sviluppo
Il finito non è che non esiste ma è solo un momento del processo dell’infinito per
diventare tale.
LIBERTà
L’infinito per farsi infinito deve prima farsi finito. Una volta che ci diventa, si svincola
dal finito, questo svincolarsi porta all’assoluta libertà, non dipende da altro.
La dialettica hegeliana
Hegel distingue tre momenti o aspetti del pensiero: 3 momenti della legge
dell’autocomprensione:
Il fatto che siano opposti è necessario però altrimenti non si potrebbe arrivare
a questa realtà più alta, in cui queste contraddizioni sono necessarie per farsi
Spirale
È lo sviluppo che fa l’infinito per diventare tale. La spirale chiusa rappresenta che il
percorso di sviluppo arriva ad una fine.
2 POWER POINT
Il compito che Hegel i era prefissato era quello di avvicinarsi il più possibile alla
scienza con la sua filosofia, dando vita al sistema della scienza.
La prima forma di conoscenza del mondo è la coscienza. Essa esprime il sapere più
naturale e permette l’ESISTENZA DEL NON-IO, un oggetto particolare, indipendente
ed estraneo. Può vedere solo quello che si presenta al suo cospetto qui ed ora: il
particolare è la sola verità e, rispetto ad essa, si considera accidentale. La coscienza
che ci accomuna tutti è il realismo filosofico —> QUESTO È.
L’autocoscienza scopre l’io come una realtà individuare, indipendente e chiusa in sé,
escludendo da sé ogni altra alterità. Ciò implica una considerazione negativa del
prossimo: il sapere è la lotta tra autocoscienze in quanto ognuna si crede di
superare. Alla fine, ci sarà la vittoria dell’una e l’asservimento dell’altra. Emergono
quindi due figure: quella del signore che, pur di affermare la propria superiorità, ha
tormentato la propria vita, e quella del servo che, per sopravvivere, ha preferito la
schiavitù. Si arriva, però, al rovesciamento della posizione iniziale: il signore è
dipendente dal servo. All’inizio il signore è indipendente perché obbliga il servo a
lavorare per lui; il signore capisce di essere tale e impone il proprio dominio. Ma il
rapporto è assolutamente ineguale ed è proprio questa unilateralità a permettere il
rovesciamento dei ruoli. Il servo, lavorando per il signore, capisce di essere
indipendente dalle cose; al contrario, il signore non ammetterà mai la sua
dipendenza dal servo. Pertanto, l’essenza della signoria è la LIBERTÀ e solo così
l’autocoscienza può diventare indipendente. L’autocoscienza di quello che all’inizio
era il padrone è libera dal lavoro e, come tale, dipendente completamente dal servo.
Il lavoro rende liberi.
L’esposizione della coscienza infelice dimostra poi come l’autocoscienza sia uscita
dalla lacerazione, per arrivare ad autocomprendersi come ragione. All’inizio c’è
l’ebraismo, poiché l’intrasmutabile si autocomprende come sostanza estranea,
contro la sigolarità. L’Assoluto è visto come un qualcosa di lontano e inarrivabile, di
fronte a cui il singolo è impotente e completamente assoggettato a esso.
Successivamente arriva il cristianesimo, in quanto il dio si incarna e diventa
singolarità. Il singolo si sente più vicino al divino ma, essendo Gesù Cristo incarnato,
appartiene a un solo tempo storico ed è stato vissuto solo allora. Per i posteri,
rimane comunque irraggiungibile. Questa scissione del cristianesimo permette
all’autocoscienza di iniziare il percorso di <<ascesa>>, per arrivare alla
riconciliazione tra singolarità e universale. Tale percorso è definito via crucis,
poiché particolarmente doloroso, e si compone di tre tappe:
2. L’ opera della coscienza pia-> il secondo passo consiste nelle buone azioni,
quando la coscienza ricomincia al contatto diretto con Dio. Capisce, però che
le sue buone intenzioni le sono state concesse da Dio; riconosce che il vero
fautore è solo Dio.
Quello che sembrava il punto più basso della “Via Crucis” rappresenta invece, la sua
volta. Cercando di mortificarsi, il singolo scopre di essere l’assoluto . Il risultato della
dialettica dell’auto-coscienza è la RAGIONE, cioè la certezza del singolo di essere
tutte le cose. Essa rappresenta la MATURAZIONE DELL’IDEALISMO.
La logica e quindi da intendere come il regno del puro pensiero, la verità. E quindi,
esposizione di Dio e della sua essenza creatrice del reale. Il pensiero è indipendente
e obiettivo e non è una semplice proprietà della coscienza.
2-filosofia della natura.. Idea nella sua alterità 3-lo Sofia dello spirito.. Idea che
ritorna in sé
Nella prima formulazione del sistema, Hegel deve accertarsi del punto di vista
dell'idealismo e deve far vedere il processo per arrivare al sapere assoluto.
Nell'enciclopedia delle scienze filosofiche, egli rielabora i contenuti delle
fenomenologie. Lo spirito si desta dialetticamente e l'idea, dopo l'alienazione della
natura, ritorna in sé. L'idea non è più un elemento del pensiero bensì è un tutt'uno
con ciò con cui si è incarnata. L'assoluto è lo spirito: questa è la sua suprema
definizione e come tale la più difficile da capire.
del dovere, cioè alla sua impossibile concretizzazione. L'autonomia della volontà va
incontro a una deriva individualistica che si articolano in tre forme (morale del cuore,
morale romantica e anima bella) analizzata già nella fenomenologia.
3-eticità: È l'ultima figura dello spirito oggettivo, cioè la sintesi di agire morale e agire
legale. La sua dialettica si articola in varie categorie, cioè le forme entro cui la
volontà libera esiste concretamente. Rispetto ad esse, il diritto astratto e la moralità
sono solo astrazioni. La libertà giunge alla completa manifestazione entro le tre
istituzioni sociali fondamentali: famiglia, società civile e Stato. Solo entro queste
ultime l'agire legale delle persone giuridiche e l'agire morale delle stesse si possono
costituire. Tramite le tre istituzioni fondamentali, il diritto assume un contenuto
morale. La differenza tra moralità ed eticità e che la prima sa cos'è il bene e per
questo lo fa mentre la seconda fai bene senza saperlo; gli antichi chiamavano
l’eticità virtù.
A-famiglia..È la prima forma dell'eticità, intesa in modo moderno; non è più la stirpe
o la casata di appartenenza. Si fonda sul matrimonio, che spiritualizzare l'istinto
sessuale. I due passi successivi sono il patrimonio e l'educazione dei figli, entrambi
basati sulla fiducia. Il primo caso si è fiduciosi nel bonus del patrimonio, mentre nel
secondo ci si fida dei figli nell'educazione impartita.
B-società civile..una volta educati, i figli escono dal nucleo familiare d'origine per
crearne uno proprio. Così, l'unità della famiglia si disgrega nella società civile, intesa
come la sfera economico giuridica della comunità. È l'insieme delle persone private
che inizialmente, vivono nel conflitto di interesse. Infatti, l'interesse economico teso
alla pagamento viene soddisfatto in un sistema per rispondere a tutti i bisogni. Esso
si fonda sulla divisione del lavoro in base a prestati o classi sociali.
Ogni Stato, essendo lo sviluppo storico dello spirito di un popolo, si impone come
uno contro altri. La situazione è analoga a quella della famiglia nei confronti della
società civile: ogni Stato, con la propria identità nazionale, si inserisce nel più ampio
panorama internazionale, regolato da trattati di pace e dal diritto
internazionale.Tuttavia, mentre il conflitto tra i singoli essi agiscono in un ambiente
omogeneo e pari, in quello tra gli Stati non è così. Essi si scontrano in modo
asimmetrico e impari e, nel quadro dialettico, il momento risolutivo è la guerra.
Quindi, un'associazione pacifica di tutti i popoli è impossibile. Visto che non c'è
nessuno che vado a coordinare il quadro internazionale, l'unico giudice e lo spirito
del mondo che esercita il suo potere nel tribunale del mondo; è, pertanto, il fautore
della storia del mondo. Il suo sviluppo avviene progressivamente nel tempo ed è
dialettica storica, in cui i singoli Stati sono momenti. Ogni volta che è un popolo a
maturato lo spirito del popolo più elevato si impone sugli altri come popolo cosmico
storico e determina un’epoca.
Le tappe per la formazione di uno spirito del mondo, in vista dell'affermazione della
libertà, sono: lo spirito dei popoli orientali (credevano che solo una persona fosse
libera), lo spirito dei greci (credevano che alcuni fossero liberi) e il lento spirito dei
cristiani (credevano che tutti fossero liberi) Il mondo ha vissuto quattro epoche o
mondi storici, che progressivamente si sono spostati da oriente a Occidente:
2 il mondo greco: dell'eticità libera e serena, in cui lavoro è una cosa solo di coloro
che non sono liberi.
Nonostante il vero fulcro della storia del mondo sia lo spirito assoluto che nel corso
delle quattro è perché afferma la sua libertà, l'individuo gioca un ruolo importante;
sono le brame e gli impulsi i mezzi per la volontà della libertà. L'astuzia della ragione
fa lavorare la passione in vista dell'universale e l'uomo capisce solo a posteriori ciò
che ha fatto. Quindi l'astuzia lo inganna solo riguardo il particolare (l'uomo agisce ma
non sa perché). I grandi uomini sono quelli che agiscono in linea con la volontà dello
spirito del mondo, ma inconsapevolmente. Ci sono, però, alcuni uomini il cui
desiderio non è il mezzo per raggiungere la volontà dell'universale, bensì è il fine
stesso. Tali uomini sono gli eroi della storia del mondo come Cesare e Napoleone.
Solo a loro è concesso osteggiare le cose del mondo e sono inarrestabili fino a che
la loro impresa non termina. Alla loro morte seppur miserabile ciò che hanno fatto di
grande rimane. Ciò che emerge dalla storia del mondo è la formazione dello spirito
assoluto, con il suo auto manifestarsi nella storia. Questo processo è lo sviluppo
delle tre categorie supreme: arte religione e filosofia. Questo per venire a se stesso
sfocia, quindi, nella coscienza artistica, religiosa e filosofica.
Lo spirito assoluto
La filosofia dello spirito ci presenta la dialettica ideale delle tre forme, che pertanto,
non sono in ordine cronologico. L'ordine cronologico vale solo per le varie
suddivisioni interne.
1. Arte simbolica: caratterizzanti tragitto e l'oriente; in essa c'è uno squilibrio tra
significato e figura, in cui la seconda prevale
2. Arte classica: caratterizza l'antica Grecia; In essa c'è il perfetto equilibrio tra
contenuto e forma, grazie alla rappresentazione della figura umana, l'unica in grado
di incarnare lo spirito del mondo.E’ stata raggiunta la perfezione .
3. Arte romantica: caratterizza l'età cristiana, dal medioevo ai tempi moderni; in essa
c'è uno
eleva poi al panteismo orientale. Nelle prime Dio è impersonale e si manifesta negli
elementi naturali, mentre nelle seconde è la sostanza dei fenomeni. Le religioni
naturali diventano religioni della libertà, che vedono Dio come spirito libero, tra i
persiani i siriani e gli egiziani. Tuttavia la loro essenza è ancora naturalistica.