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Galileo Galilei

UNA VITA CONSACRATA ALLA SCIENZA


- Galileo nacque a Pisa nel 1564 in una famiglia borghese.
- Dopo gli studi di medicina, studiò matematica e fisica: a 19 anni scoprì l’isocronismo delle oscillazioni
pendolari e a 22 una bilancetta per il peso specifico dei corpi.
- 1589:ottenne la cattedra di matematica all’Università di Pisa, durante la quale scoprì la legge di caduta dei gravi.
- 1609: costruì il cannocchiale, e si aprì la serie delle sue grandi scoperte astronomiche, sostenute da Keplero.
- Queste lo portarono a scontrarsi con gli aristotelici e la Chiesa.
- 1623: scrisse il “Saggiatore”, in cui parlava dei problemi riguardanti le comete e faceva importanti considerazioni
di tipo metodologico.
- 1632: pubblicò il “Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo” (tolemaico e copernicano), opera per la quale
fu citato dal papa, processo che si concluse con l’abiura da parte di Galileo.
- Durante l’esilio scrisse “Discorsi e dimostrazioni matematiche intorno a due nuove scienze”.
- Morì nel 1642.

LA BATTAGLIA PER L’AUTONOMIA DELLA SCIENZA E IL RIFIUTO DEL PRINCIPIO D’A UTORITÀ
Al contrario di altri dotti contemporanei, Galileo non nascose mai le sue scoperte, ma lotta per la liberta e l’autonomia
della scienza, una necessità storica di primaria importanza. Contro l’autorità religiosa (Chiesa) e culturale (aristotelici).

La polemica contro la Chiesa e contro i teologi


A quel ogni sapere doveva essere concorde con l’interpretazione delle
sacre scritture della Chiesa cattolica. Ciò creava il problema se il
credente dovesse accettare il messaggio religioso e morale oppure quella
scritturale della Bibbia. Molti erano della seconda idea, ma non Galileo
(consulta lo schema a destra), che riteneva scienza e religione (fede)
due cose distinte ma che non possono contraddirsi tra di loro, eventuali
contraddizioni sarebbero solo apparenti:
1. La Bibbia presenta un linguaggio antropomorfico e relativo alle
conoscenze del “vulgo” (soggettiva) mentre la natura non si piega alle
esigenze umane.
2. La Bibbia portasse verità che si riferiscono al destino dell’uomo e non
principi che contengono le leggi della natura.
La Bibbia non deve entrare nel campo della scienza, ma deve adeguare
la propria interpretazione sulla base della scienza (oggettiva).
In seguito la posizione galileiana sarà accolta dalla Chiesa.

La polemica contro gli aristotelici


Oltre ad essere indipendente dall’autorità religiosa, la scienza lo dev’essere anche da quella culturale di Aristotele.
Egli non va contro Aristotele, ma contro i suoi infedeli discepoli (gli aristotelici) che non consultano la vera natura
ma i suoi testi e prendono per buono tutto ciò che vi è scritto (dogmatismo antiscientifico che ostacola l’avanzare
del sapere), mentre il vero filosofo lo stimerebbe ma sarebbe pronto a cambiare le proprie idee in base alle nuove
scoperte.

LE SCOPERTE FIS ICHE


La distruzione della cosmologia aristotelico-tolemaica
Sistema tolemaico: geocentrico, vede la Terra (moto rettilineo) al centro dell'Universo, mentre tutti gli altri corpi
celesti sopralunari (moti circolari) ruoterebbero attorno ad essa. Sistema copernicano: E’ un sistema eliocentrico,
che pone il sole al centro dell’universo, e tutti gli altri pianeti che gli ruotano attorno. Dato che Galileo negava
l’esistenza di diversi moti (rettilinei e circolari) si trova ad appoggiare Copernico e a distruggere la teoria tolemaica.

LE SCOPERTE ASTRON OMICHE


PRIMA: Si riteneva che la Luna, come gli altri corpi celesti, fosse liscia e levigata.
GALILEO: Con le osservazioni telescopiche scoprì invece macchie scure, che indicavano la presenza di montagne.
PRIMA: Aristotele credeva che soltanto la Terra, immobile, fosse centro di moti astrali.
GALILEO: Scoprì i 4 satelliti di Giove che ruotano attorno ad esso, che a loro volta girano attorno al sole.
PRIMA: Si pensava che i copri celesti non fossero soggetti al divenire.
GALILEO: Studiando la superficie del sole scoprì macchie scure che apparivano e sparivano, dimostrando il divenire.
PRIMA: Si credeva che solo la Terra fosse un corpo opaco, illuminato dal sole e privo di luce propria.
GALILEO: Scoprì le fasi di Venere, e formulò l’ipotesi che molti pianeti sarebbero potuti essere come la terra.

Il “Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo”


Opera che, sotto il pretesto di voler presentare i due maggiori modelli cosmologici della storia, mostrà argomenti
decisivi a favore del copernicanesimo. Simplicio, dalla mentalità conservatrice, tradizionalista e aristotelico,
sostiene la teoria geocentrica. Salviati, che incarna l’intelligenza chiara, rigorosa e anticonformista sostiene la
teoria eliocentrica. Sagredo, libero dai pregiudizi, riformista, è un moderatore neutrale tra i due. Diviso in 4 giorni:
1° Giornata: In cui pone sotto accusa la distinzione aristotelica tra il mondo celeste e quello terrestre.
2° Giornata: In cui si confutano gli argomenti contro il moto della Terra (vedi meglio dal libro pg 113):
- Se la Terra ruotasse genererebbe un vento tale da spazzare via tutto, ma il vento si muove assieme alla Terra.
- Se la Terra ruotasse un grave che cade avrebbe una traiettoria obliqua, ma anche il grave si muove con la Terra.
- Le controargomentazioni di galileo si fondano tutte sul principio della relatività galileiana (è impossibile decidere,
senza riferirsi a qualcosa di esterno, se il sistema di riferimento da noi posto è in quiete in moto rettilineo uniforme).
3° Giornata: In cui si dimostra il moto di rotazione della Terra e si sostiene la concezione copernicana.
4° Giornata: In cui Galileo espone la sua dottrina delle maree.

La scoperta del cannocchiale e la difesa del suo valore scientifico


Se togliamo il cannocchiale e altri strumenti di osservazione , non vi sarebbe stata la rivoluzione scientifica, da
questo la loro importanza. L’idea di “strumento come aiuto alla scienza”, a noi ovvia, ai tempi non lo era affatto.
Prendiamo ad esempio il cannocchiale. Egli pervenne a costruirne uno che riusciva a rendere un’immagine 1000
volte più grande. Sebbene esistessero e fossero già conosciute le lenti, ne si da la paternità a Galileo per l’uso
scientifico che ne ha fatto. La cultura ufficiale però lo guardava con distacco, definendolo sostituto degli occhi che ci
ha dato Dio e quindi “diabolico”. Ma anche quest’uso gli fu concesso dopo vario tempo, era difficile fidarsi di più di
uno scienziato e il suo “ordigno meccanico” piuttosto che della scienza astronomica di Aristotele e della Bibbia.

IL METODO DELLA SCIENZA


Un altro merito attribuito a Galileo è il metodo scientifico, che egli non lo teorizzò mai filosoficamente, ma lo applicò.

Le “sensate esperienze” e le “necessarie dimostrazioni”


Galileo conferisce importanza assoluta ad esse.
- Con le prime intende valorizzare il momento osservativo-induttivo, il più noto, detto metodo sperimentale:
“attenta ricognizione dei fatti e dei casi particolari che induce, sulla base dell’osservazione, ad una legge generale”
- Con le seconde intende valorizzare il momento ipotetico-deduttivo, il meno noto:
“i ragionamenti logici, condotti su base matematica, che partendo da un’intuizione di base e procedendo per pura
supposizione, portano a formulare in teoria tali ipotesi, che in seguito verrà verificato”

Esperienza e verifica
L’esperienza galileiana è il frutto di un’elaborazione teorico-matematica dei dati.
L’esperienza ordinaria è ben lontana dalla scienza di Galileo:
1. Perché l’esperienza quotidiana, contro cui dovette scontrarsi per tutta la vita, può essere ingannevole.
Vi è un divorzio tra mondo della fisica e mondo comune.
2. Perché l’esperienza ordinaria non ha valore scientifico se non viene legittimata dall’esperimento.
L’esperienza è quindi l’esperimento.
La verifica galileiana è una procedura complessa, volta a riprodurre un evento in determinate condizioni.
Lo scienziato deve cercare quindi di riprodurre il fenomeno in modo semplificato, astraendo le circostanze superflue,
pervenendo a condizioni spesso astratte, o che al massimo esistono in laboratorio. Da qui nascono i cosiddetti
“esperimenti mentali” (che si ricollegano in qualche modo alle necessarie dimostrazioni), per mezzo dei quali lo
scienziato tenta di spiegare qualcosa senza l’utilizzo di strumenti o comunque della verifica pratica.
METODO E FILOSOFIA
Dalla rivoluzione scientifica e dal metodo galileiano emerge lo schema concettuale della rivoluzione scientifica:
 Concezione della natura come ordine oggettivo e causalmente strutturato di relazioni governate da leggi.
 Concezione della scienza come sapere sperimentale-matematico e intersoggettivamente valido.
- Rifiuto del finalismo: Le opere della natura trascendono l’uomo, è impensabile non considerare le opere che non
sono chiare o che non sono finalizzate in modo utile all’uomo. Dato questo: non dobbiamo cercare perché la
natura operi in un certo modo (causa finale), ma solo come opera (causa efficiente).
- Rifiuto dell’essenzialismo: Lo scienziato deve occuparsi esclusivamente delle leggi che regolano i fatti.
Naturalmente, ciò non porta ad una negazione assoluta di finalità ed essenze, ma vengono ritenute non scientifiche.

Presupposti e giustificazioni filosofiche del metodo


Sebbene non fosse filosofo, Galileo si ispirò, in concreto, ad alcune idee generali di tipo “filosofico”, da lui rivisitate:
› La fiducia di Galileo nella matematica è incentivata dalla dottrina platonica della struttura matematica del cosmo.
› La tendenza alla riduzione del fenomeno ai suoi elementi costitutivi matematicamente trattabili è in parallelo alla
distinzione tra proprietà oggettive misurabili e soggettive non misurabili della distinzione atomistica-democritea.
› La credenza che a cause simili corrispondano effetti simili è avvalorata dall’uniformità dell’ordine naturale che
risulta essere necessario ed immutabile.
› La fiducia nella verità assoluta della scienza è appoggiata dalla teoria secondo cui l’uomo e Dio conoscono la verità
con lo stesso grado di certezza, sebbene differiscano per modo di apprendimento (intuitivo e ragionato) e quantità.
Tutto sta alla base del proprio realismo: corrispondenza tra pensiero ed essere, e tra matematica e realtà.

IL PROCESSO
Le prime accuse da parte del clero e l’ammonizione del 1616
Le prime reazioni polemiche derivarono dal clero (e non dagli aristotelici), più precisamente dai domenicani (mentre
i gesuiti restavano più prudenti). Dopo due accuse di eresia, nel 1616 citò lo scienziato per il suo copernicanesimo e
l’idea che aveva del rapporto tra scienza e sacre scritture. Pian piano le polemiche passarono dal piano astronomico
a quello religioso, fino a quando i teologi definirono nel 1616 (anno in cui fu formalmente ammonito da Paolo V):
- La teoria eliocentrica: assurda e falsa filosoficamente ed eretica.
- La mobilità della Terra: assurda e falsa filosoficamente ed erronea nella Fede.
Il verbale con il quale è stato accusato Galileo però non riporta né firme di nessuno, e a causa di questo e altri
motivi alcuni filosofi sostengono che tale verbale sia stato creato a posteriori solo per avere prove scritte contro lui.
Ma c’è un documento che Galileo ottiene da Bellarmino dopo essere stato da lui convocato, che affermava che egli
era stato ammonito di non “difendere” e “sostenere” la teoria copernicana, ma che egli non abiurò e non fu punito.

La condanna del 1633


Dopo quasi 20’anni Galileo pubblicò il Dialogo, con il quale risolleva la discussione sul copernicanesimo, tanto da far
preoccupare Urbano VIII che, rivedendosi nella figura di Simplicio, sospese la pubblicazione dell’opera. Nel 1633
l’inquisizione lo trasferì a Roma, dove fu arrestato e rinchiuso nel Sant’Uffizio di Roma. Sotto l’accusa di aver
trasgredito il precetto del 1616, Galileo risponde che lui era stato obbligato a non difendere e sostenere la teoria
copernicana, e non ad insegnarla. Ma fece un passo falso quando, mentendo, affermò che con il Dialogo voleva
mostrare l’erroneità di tale dottrina, mettendosi in potere dei giudici. Fu emessa la sentenza: Incolpato di eresia per
essere andato contro le scritture e per questo avrebbe dovuto abiurare, altrimenti sarebbe stato ucciso. Lo stesso
giorno, Galileo pronunciò la sua abiura al copernicanesimo.

L’importanza di Galileo nella storia della filosofia


Galileo oltre che di centrale importanza scientifica, operò anche una svolta nel pensiero filosofico:
› Pone in crisi i concetti millenari della metafisica: Essenza e causa finale, ormai inutili per conoscere la natura.
› Nuovi concetti di: ragione, esperienza, induzione e deduzione. E basa tutta la ricerca sulla verifica.
› Nuova concezione dell’universo come sistema di leggi e relazioni, sostituita a quella antropomorfica e metafisica.
› Con il suo metodo, Galileo pone indirettamente una serie di interrogativi che impegneranno i filosofi successivi.
› Tali domande mostrano l’incidenza della rivoluzione scientifica sul pensiero filosofico.

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