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GALILEO GALILEI

VITA

Nasce a pisa nel 1564; inizia a studiare medicina poi sceglie di dedicarsi
alla matematica. Insegna matematica all’università di Pisa e dopo alla
prestigiosa università di Padova (repubblica di venezia  maggiore libertà
di pensiero e di espressione). Oltre all’insegnamento, egli costruisce
strumenti in laboratorio, come il compasso proporzionale e il telescopio,
per osservare gli astri [perfeziona il già esistente cannocchiale, usato per
la navigazione, lo rende più potente e preciso e lo usa per osservare il
cielo]. Pubblica il sidereus nuncius nel quale descrive le osservazioni da lui
condotte sui corpi celesti.

Viene nominato primo matematico e filosofo dal granduca di toscana e si


trasferisce a Firenze, dove abbandona l’insegnamento per dedicarsi
interamente agli studi.

Egli difende la validità del proprio metodo di indagine e afferma la


reciproca autonomia di scienza e fede; ma nel 1616 il tribunale
dell’inquisizione dichiara la dottrina copernicana «formalmente eretica» e
ammonisce Galileo a non sostenerla né insegnarla

Nel 1623 pubblica Il Saggiatore, dove fornisce un’esposizione completa


del proprio metodo di ricerca.

Nel 1632 pubblica il Dialogo sopra i due massimi sistemi sistemi del
mondo, tolemaico e copernicano. Il papa ne vieta la vendita e sottopone
Galileo a processo; egli viene costretto ad abiurare per evitare la tortura,
e finisce i suoi giorni confinato nella sua villa di Arcetri, vicino Firenze.
Continuò i suoi studi e mantenne una corrispondenza epistolare con
studiosi di tutta Europa.

PUNTI CARDINE
Nel pensiero galileiano sono individuabili tutti gli aspetti fondamentali
della rivoluzione scientifica.
• Con le sue ricerche e osservazioni la nuova astronomia copernicana
cessa di essere una semplice ipotesi per diventare una teoria dimostrata
anche sulla base di dati osservativi.
• Galileo adotta la matematica come strumento di interpretazione della
realtà.
• Utilizza sistematicamente e consapevolmente l’esperimento, inteso
come esperienza effettuata dal ricercatore in condizioni controllate.
• Galileo rinuncia alla pretesa metafisica di conoscere l’essenza della
realtà, dedicandosi invece all’elaborazione e alla dimostrazione di leggi,
intese come precise regolarità nel comportamento dei fenomeni naturali.
• Infine, egli ha piena coscienza del valore della ricerca scientifica e della
sua autonomia nei confronti della tradizione filosofica e dell’autorità
religiosa.

Egli accompagnò il proprio lavoro con fondamentali riflessioni


metodologiche che trasformarono la stessa
concezione della scienza. Per questi motivi l’importanza del suo pensiero
travalica l’ambito scientifico in senso stretto: esso ha anche fondamentali
implicazioni filosofiche e riguarda l’intera storia della cultura.

Osservazione della luna  dimostra che non è una sfera perfetta e fatta
di etere, smentendo così la doppia fisica aristotelica ritenuta ancora
valida

Osservazione dei pianeti  gli permette di dimostrare la teoria


eliocentrica copernicana (esisteva già, e si studiava insieme a quella
tolemaica, ma si considerava come un sistema geometrico e non come un
effettivo stato delle cose)

AUTONOMIA DI SCIENZA E FEDE perché hanno diverse finalità: la fede si


occupa di come si vadia in cielo, ovvero insegnamenti morali e religiosi,
mentre la scienza di come vadia il cielo, ovvero il funzionamento del
mondo fisico.
Galileo era un sincero cattolico e la sua posizione non era così originale,
altri padri della chiesa e pensatori precedenti a lui erano dell’idea di una
indipendenza di fede e scienza e della possibilità di interpretare la sacra
scrittura non letteralmente.
Tuttavia gli anni in cui operò Galileo erano quelli della Controriforma, in
cui la Chiesa perseguitava chi non aveva posizioni pienamente in accordo
con i propri insegnamenti, ed era ostile all’idea (sottesa al principio
luterano della libera e diretta fruizione del testo sacro), che i laici
potessero leggere e interpretare la Bibbia.

Galileo venne criticato oltre che dalla chiesa anche dai peripatetici,
ovvero i seguaci della dottrina aristotelica. Per loro il pensiero di
Aristotele era il punto più alto raggiunto dalla ragione umana, e non si
poteva confutare (PRINCIPIO DI AUTORITÀ  se lo dice lui allora non
posso metterlo in discussione).

Galileo sosteneva che per scoprire la verità non era possibile affidarsi alle
sacre scritture né agli scritti aristotelici, ma solo al libro della natura
(ovvero, quello che si poteva osservare nella natura)
La natura è infatti come un libro, e per leggerlo bisogna imparare a
comprenderne il linguaggio; questo linguaggio è la matematica, e i suoi
caratteri sono i numeri e le figure geometriche.

DIALOGO SOPRA I DUE MASSIMI SISTEMI DEL MONDO


All’inizio l’opera era stata permessa sia dal papa che dall’inquisizione, ma
dopo la sua stesura venne censurata e Galileo venne processato. L’opera
era scritta in italiano e non in latino, quindi si rivolgeva ad un pubblico
ampio e non sono agli scienziati, e in più le due tesi esposte non vengono
presentate con la stessa autorevolezza: la tesi tolemaica viene infatti
smentita.
È strutturato in forma di dialogo, in cui ci sono 3 personaggi: uno sostiene
la posizione copernicana (Salviati), uno quella tolemaica (Simplicio), che è
quella peripatetica; uno è il giudice (Sagredo).
Salviati e Sagredo erano figure reali, che Galileo aveva conosciuto, mentre
Simplicio è un personaggio di fantasia. Il nome stesso richiama alla
semplicità, e in effetti le sue osservazioni sono banali e poco convincenti.
Alla fine il giudice si dimostra convinto delle argomentazioni a favore del
sistema copernicano.
LA STRUTTURA DEL DIALOGO
GIORNATE ARGOMENTI AFFRONTATI
prima esposizione dei due sistemi, tolemaico e copernicano
seconda confutazione degli argomenti contro il movimento di rotazione della Terra su sé stessa
terza dimostrazione del moto della Terra
quarta esposizione della teoria delle maree

Obiezioni contro la mobilità della terra: non ce ne accorgiamo; perché gli


uccelli volano con uguale facilità in entrambe le direzioni?
Per rispondere Galileo si rifà ad esperienze che possono fare tutti, in
particolare quella del gran naviglio: in una cabina di una grande nave (con
mare calmo) non ci accorgeremmo se essa si muovesse o no, e le mosche
nella cabina con noi volerebbero allo stesso modo anche mentre la nave
va.
In questo modo egli fonda anche il principio della relatività galileiana: per
un osservatore posto all’interno di un determinato sistema fisico – in
questo caso la cabina – è percepibile il movimento degli altri corpi
nell’ambito del medesimo sistema, ma non è possibile rendersi conto se il
sistema stesso sia o meno in movimento.

PRESUPPOSTI TEORICI E PRINCIPI FONDAMENTALI DEL METODO


GALILEIANO
- Concezione matematica e quantitativa della natura: esistono
realmente solo le proprietà quantitative dei corpi (e non
qualitative), in particolare la loro estensione nello spazio e il loro
movimento. Esempio del solletico…distinzione tra qualità oggettive
e qualità solo soggettive (colori, sapori), non oggetto della scienza.
Galileo rinuncia alla ricerca dell’essenza dei fenomeni (es: cosa è la
gravità), per dedicarsi alla formulazione di leggi sperimentalmente
verificabili (es: come si comportano i gravi).
- FASI DEL METODO:
o OSSERVAZIONE
o IPOTESI TEORICA ESPLICATIVA ESPRESSA IN TERMINI
MATEMATICI (nasce da un’intuizione, un momento creativo
dell’intelletto)
o VERIFICA SPERIMENTALE DELL’IPOTESI (cimento)
C’è quindi un MOMENTO OSSERVATIVO-INDUTTIVO e un
MOMENTO IPOTETICO-DEDUTTIVO. Induzione e deduzione,
esperienza e ragionamento, sono in un rapporto complementare e
circolare

nb: esperimento riprodurre un fenomeno in condizioni artificiali e


controllate, e nella misurazione dei dati relativi con l’uso di opportuni
strumenti tecnici. Si differenzia dall’esperienza quotidiana, perché in
quest’ultima le condizioni non sono controllate e non si effettua la
rilevazione quantitativa.

Galileo ricorre anche esperimenti mentali, ovvero situazioni solo teoriche


perché non riproducibili con un vero esperimento.

SCOPERTE SCIENTIFICHE:
principio di inerzia  un corpo tende a mantenere il proprio stato di
quiete o di moto uniforme fino a quando non intervenga una forza a
modificare tale stato (esperimento mentale sfera su superficie piana liscia
infinita)
caduta dei gravi  non cadono con una velocità proporzionale al proprio
peso! (esperimento mentale dimostrazione per assurdo) e cadono con
una velocità proporzionale al tempo (cioè, accelerano) (esperimento del
piano inclinato)

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