Galileo crea la scienza moderna. Egli infatti era un filosofo, uno scienziato, uno scrittore e un fisico.
Vita
Nasce nel 1564 a Pisa.
Nel 1591 muore il padre.
Egli si forma dove studia dapprima medicina e poi matematica. Nel 1592 viene chiamato come
insegnante di matematica all’università di Padova.
Nel 1597 aderisce alla teoria di Copernico.
Nel 1609 crea il cannocchiale, passa a un tipo di ricerca basata sul potenziamento dei sensi, non
ci sono più teorie astratte.
Nel 1610 pubblica il Sidereus Nuncius.
Nel 1613 (lettera a benedetto Castelli) scrive le lettere copernicane. Benedetto castelli era uno
studioso e sacerdote. In questi scritti Galileo fa una netta separazione tra quello che è il contenuto
e il percorso della teologia e quello della scienza.
La finalità della teologia è illustrare i principi religiosi e la volontà di dio, gli strumenti sono la fede,
le sacre scritture e i padri della chiesa. La finalità della scienza è invece l’osservazione della natura
attraverso i sensi. Peraltro anche la natura è stata creata da dio, quindi se durante il percorso
scientifico si va incontro a delle contrapposizioni è perché il linguaggio divino è simbolico e
allegorico e va interpretato.
Nel 1616 viene denunciato all’inquisizione dal cardinale Bellarmino.
Nel 1623 pubblica il saggiatore, utilizza il volgare ma non il latino, usa il dialogo. Utilizza dei mezzi
più semplici e divulgativi, intende comunicare i risultati della sua ricerca a un pubblico molto ampio,
questo fatto segna un punto a suo favore, perché’ le notizie non rimangono in un circolo di dotti.
Nel 1632 si presenta davanti all’inquisizione di Roma e pubblica il Dialogo.
Del Dialogo, Galileo aveva già spedito una bozza che era stata approvata, ma pubblicato si rivela
completamente diverso.
In questa opera la posizione di Galileo è esplicita: appoggia il modello Copernicano.
Galileo viene condannato dall’inquisizione. Grazie all’abiura (costretto a negare le tesi) riesce a
recarsi nella sua casa di Arcetri, presso Firenze.
Sidereus Nuncius: (1610)
Il Sidereus Nuncius è un trattato scientifico scritto in lingua latina, infatti era indirizzato a
un solo pubblico di dotti. E’ dedicato a cosimo de medici.
all’interno di quest’opera Galileo espone le sue ultime scoperte in fatto astronomico
ottenute grazie l'utilizzo del cannocchiale fabbricato nel 1609 su ispirazione di un progetto
olandese. Queste scoperte sono:
-le macchie solari;
-le macchie lunari;
-i satelliti di Giove;
-le fasi di venere;
-moltitudine di stelle e galassie.
Tutte queste nuove osservazioni andavano sempre di più a confermare il modello
copernicano contro quello tolemaico e aristotelico.
Le lettere copernicane
Tra il 1613 e il 1615 Galileo scrive 4 lettere indirizzate a:
Benedetto Castelli
Monsignor Pietro Dini
Granduchessa Cristina Lorena.
All’interno di queste lettere egli si occupa del rapporto tra la scienza e la fede. Galileo
infatti voleva dimostrare che le nuove conoscenze non mettono in crisi l’ortodossia o
l’autorità di Dio: egli affermava che la Bibbia era stata scritta in maniera semplice e con
tante immagini retoriche proprio perché doveva essere compresa da tutti anche dai popoli
più indisciplinati. L'obiettivo delle sacre scritture è quello di garantire la salvezza spirituale,
quindi di insegnare all’uomo “come si vadia al cielo e non come vadia il cielo”.
In particolare nella lettera indirizzata alla Granduchessa egli afferma che come non si
discute l’essenza di Dio anche se sulla Bibbia gli vengono date le sembianze di uomo allo
stesso modo non bisognerebbe leggere alla lettera tutte le descrizioni del sistema celeste.
Nel testo sacro infatti c’è scritto Fermati o sole, affermazione detta da Giosuè.
Galileo con queste lettere cercò anche di ottenere il sostegno dei nobili e degli ambienti
romani.
Il saggiatore
Il saggiatore è dedicato al nuovo papa Urbano VIII (GALILEO infatti sperava in un suo
appoggio) ed è un trattato polemico e scientifico sotto forma di epistola. La lingua utilizzata
è il volgare invece del latino.
Questa epistola era indirizzata alla accademia dei Lincei, infatti fu da loro pubblicata.
Il saggiatore nasce come libro di polemica contro il gesuita Orazio Grassi che aveva
attaccato direttamente Galilei e un suo studente nel libro “Bilancia astronomica e
filosofica.”
(Libra bilancia non di precisione, saggiatore bilancia per l’oro e metalli preziosi).
I contenuti di questo testo sono:
-Polemica contro il principio di autorità e dell’ipse dixit;
-Teoria delle comete come dei riflessi di luce e non come entità reali;
-Difesa del metodo induttivo e sperimentale: metodo scientifico.
All’interno di questa opera Galileo racconta anche una favola, una storia:
Racconta di un uomo che alleva degli uccelli che ama particolarmente per i suoni che
riproducono. Un giorno sente al di fuori delle mura della sua casa un suono simile a quello
degli uccelli. Egli allora si reca a vedere che tipo di uccello sia: si accorge che non è un
animale ma un fanciullo che soffia all'interno di un tubicino bucato (flauto).
Il personaggio arriva a una conclusione: non solo gli uccelli producono i suoni ma si
possono fare anche con lo zufolo.
Egli ipotizza che ce ne possono essere altri di modi per produrre suoni, si mette in
cammino e li ricerca.
Il personaggio in questione parte dalla realtà’ attraverso l’utilizzo dei sensi.
Verifica la sua ipotesi. La smentisce, descrive il nuovo fenomeno, e poi da una definizione
dell’oggetto (definizione a posteriori mai a priori).
Fa una seconda ipotesi, questa volta di ricerca espressa visivamente dal fatto che egli
esce di casa e si mette in cammino.
Morale della storia: la conoscenza non si dà mai a priori ed è una ricerca continua.
Egli definisce anche il metodo scientifico.
Galileo Galilei attraverso questo procedimento mette in discussione il metodo del gesuita.
Analisi del testo Saggiatore
Contenuti
Composizione
Il testo inizia con l’aneddoto dell’anatomista peripatetico sull’origine dei nervi che anche
all’evidenza sensoriali comunque nega che tali strutture provengano del cervello perché Aristotele
non lo ha affermato.
Ridicolizzando la posizione dogmatica Galileo porta avanti il suo metodo scientifico affermando
che in= nuovi strumenti della scienza sono i sensi, l’esperienza e la ragione.
La scienza ambisce alla propria autonomia rispetto alla fede.
In questa pagina si nota in maniera molto forte il rifiuto di Galileo di sottostare al principio
dell’ispettore dixit e di autorità’.
Galileo non mette in dubbio le capacità di Aristotele ma se la prende chi prende questa figura
come pretesto per non far avanzare la conoscenza.
Afferma che se Aristotele avesse partecipato alla lezione di anatomia avrebbe creduto ai suoi
sensi, la colpa non è’ del filosofo ma di tutti i peripatetici che lo hanno innalzato a guida assoluta.
C’è quindi una netta differenza tra il mondo di carta in cui vivono i peripatetici che cercano solo di
accostare vecchie conoscenze e il mondo reale.
Esso nel testo viene definito piano e aperto, che può essere conosciuto solamente grazie
all’utilizzo dei sensi, dell’intelletto e della matematica.
Questo ovviamente non e’ in contraddizione con il fatto che l’intelletto umano ha dei limiti, perché’
anche se le cose da scoprire sono infinite coinvolgono tutta l'umanità. In più’ anche se la
conoscenza umana è limitata comunque ha la stessa dignità di quella divina perciò è in grado di
conoscere allo stesso modo.
Per galileo la metafisica non è oggetto di metafisica.
Simplicio: linguaggio comico e ironico. Utilizza la metafora della digestione di un bue (ruminando).
Quando fa riferimento alle idee e al sillogismo usa dei termini un po’ impropri come infilzare o
accozzare.
Simplicio alla fine del testo afferma che si può anche decidere di lasciare Aristotele però bisogna
nominare un altro autore. Simplicio non rinuncia alla sua logica. (Ci deve essere sempre il principio
di autorità)
Sagredo sta dalla parte di Salviati, a favore della sua tesi.
I nuovi metodi di conoscenza appaiono quindi i sensi, l’esperienza e la ragione. (Da rigo 62 a 102,
in particolare nell’ultimo intervento di Salviati).
I filosofi esercitano le loro teorie sul mondo reale gli altri sul mondo di carta.
In tutto il testo c’è questa continua contrapposizione. (Cielo della natura=mondo sensibile; mondo
di carta=cielo di Aristotele)
Rispetto al modo di ragionare di Simplicio sia Sagredo che Salviati intervengono in modo
particolarmente ironico.
Sagredo commenta l’accozzare di Simplicio=quello che voi fate con Aristotele si può fare anche
con i libro dell’alfabeto.
La polemica tra scienza e Chiesa cattolica (lettere copernicane)
Con la controriforma la chiesa pretendeva che qualsiasi sapere dovesse essere in perfetta
armonia con ciò che era scritto nelle sacre scritture. Fu anche per questo motivo che il
sistema eliocentrico di Copernico non venne accettato, anzi dopo la pubblicazione del
Sidereus Nuncius fu anche inserito nell’indice dei libri proibiti.
Galileo, nelle lettere copernicane (1613/1615) va ad affermare che la bibbia e la scienza
sono state create entrambe da Dio, quindi di fatti non possono essere in contrapposizione.
Se lo sono vuol dire che c'è un errore di tipo ermeneutico, quindi di interpretazione, in
questo caso delle sacre scritture.
In particolare nel testo sacro in un passo è pronunciato da Giosuè la frase “fermati o sole”
questo implica che quindi il corpo non fosse una stella fissa.
Galileo però afferma che la Bibbia anche se è stata scritta sotto dettatura dello spirito
santo comunque si e’ dovuta adattare agli usi e alla lingua dei popoli stolti ed indisciplinati,
per questo motivo non ci spiega “come vadia il cielo” ma come “si vadia al cielo.
Quindi la Bibbia opera in campo etico-religioso, la scienza nel campo delle verità naturali.
La polemica contro gli aristotelici (dialogo sui massimi sistemi del mondo, 1632)
(saggiatore)
Galileo all’interno di questo libro non va a criticare il filosofo Aristotele ma i suoi seguaci,
poiché’ essi utilizzano il principio di autorità e dell’ispe dixi tcome pretesto per non far
progredire la scienza. Essi affermano che ogni scoperta che non sia in relazione con
quelle aristoteliche sono errate.
Sensate esperienze e dimostrazioni certe
Galileo è ritenuto il fondatore della moderna scienza della natura. Ma la sua ricerca ha
influito anche sulla riflessione filosofica. Egli osserva che il "libero filosofare circa le cose
del mondo e della natura" presuppone il rifiuto della visione aristotelica della realtà, con il
suo intreccio di fisica e metafisica. Galileo sostiene che nelle questioni relative alle cose
naturali non si deve fare appello all’autorità di Aristotele, ma si deve apprendere
direttamente dal gran libro della natura. All’autorità di Aristotele e delle Scritture Galileo
sostituisce nell’indagine sull’universo fisico, un nuovo principio di autorità: quello
delle “SENSATE ESPERIENZE” e delle “CERTE DIMOSTRAZIONI”, ovvero quello
costituito dall’esperienza unita alla ragione.
A Galileo si deve una chiara e netta dichiarazione dell’autonomia della scienza, dalla fede.
Per sostenere tale autonomia, Galileo utilizza la metafora dei due libri. Sia le Scritture,
cioè il libro per eccellenza, sia il “gran libro della natura” sono stati scritti da Dio. Per
quanto riguarda il primo, Dio si è rivelato agli uomini in termini che si adattano alla natura
umana (mente); per quanto riguarda il secondo, invece, la natura viene indagata mediante
la scienza. Con questo, non si può confondere la fede religiosa con la scienza.
- Per giungere alla conoscenza del "gran libro della natura" è indispensabile elaborare un
metodo scientifico. Galileo non dedica a questo tema un’esposizione sistematica, ma
contribuisce in modo determinante all’elaborazione del moderno metodo scientifico-
sperimantale, realizzando procedimenti di indagine nuovi ed efficaci e descrivendo nelle
sue opere i criteri metodologici di volta in volta seguiti. Le basi del metodo sono le
“sensate esperienze” (esperienza sensibile) e le “necessarie dimostrazioni”, ovvero le
rigorose deduzioni condotte dal ragionamento umano. Le “sensate esperienze” devono
essere anteposte il ragionamento umano: altrimenti dei ragionamenti anche corretti
cadono perché fondati su premesse false o perché utilizzati per forzare i dati in una
direzione già decisa in partenza. Da sole le “sensate esperienze” non producono scienza,
perché questa implica un ordinamento, un’interpretazione e una rielaborazione razionale
dei dati. La scienza, quindi, richiede le “necessarie dimostrazioni”, nelle quali gioca un
ruolo fondamentale la matematica. Nel procedimento galileiano vengono individuati alcuni
momenti fondamentali:
All’osservazione dei fenomeni si accompagna la loro misurazione, passaggio essenziale
per tradurre i fenomeni stessi in quantità e numeri.
Dei fenomeni osservati e misurati si cerca una spiegazione teorica, a partire da un’ipotesi
originata da supposizioni e da “intuizioni”. dall’ipotesi iniziale si deducono, mediante
dimostrazione matematica, proprietà e relazioni che dovrebbero evidenziarsi nei fenomeni
a cui si riferisce l’ipotesi.
Le proprietà e le relazioni dedotte dall’ipotesi iniziale devono essere verificate, mediante
esperimento, in presenza di condizioni date e verificate.
La verifica (cimento), è un passaggio decisivo. Talvolta è necessario astrarre da alcune
condizioni reali che costituiscono fattori di “disturbo”. Quando la verifica ha esito positivo,
diviene possibile formulare la legge scientifica, che regola i fenomeni studiati e che
definisce una relazione costante di tipo quantitativo.
Quando invece, la verifica sperimentale ha esito negativo, diventa necessario
riconsiderare sia i dati osservati e misurati che l’ipotesi formulata.
Galileo nega la possibilità della conoscenza delle essenze. Il compito dello scienziato è
quello di limitarsi a conoscere le "affezioni" delle cose come il "luogo", il moto, la figura, la
grandezza, l’opacità, la produzione e il dissolvimento, ossia le determinazioni e i processi
quantitativi, che possono essere misurati. Proprio della scienza è individuare le relazioni
quantitative che intercorrono tra i fenomeni o tra le variabili che compongono un
fenomeno. Si passa così dalla scienza del “quia”, del perché, alla scienza del “quomodo”,
del come. Il fondamento di questa nuova concezione sta nella tesi secondo cui la struttura
della natura è quantitativa, leggibile con il linguaggio matematico.
La scelta di limitare la propria considerazione alle determinazioni quantitative degli oggetti
e dei fenomeni studiati, trova la sua giustificazione filosofica in una tesi enunciata da
Galileo. Essa distingue nettamente gli aspetti costitutivi del reale, di natura
QUANTITATIVA e quindi matematicamente determinabili. La realtà nel suo fondamento
ultimo si riduce alle determinazioni quantitative che sono le uniche ad essere davvero
inseparabili dai corpi stessi, costituendone la struttura matematico-geometrica. Invece le
determinazioni qualitative dei corpi sono un fatto soggettivo, in quanto dipendono dai
nostri organi di senso e sono quindi variabili. I contenuti dell’esperienza sensibile sono la
risultante dell’incontro della realtà esterna con gli organi sensibili del soggetto che la
percepisce. Si opera una distinzione tra le proprietà oggettive (caratteri quantitativi,
misurabili) della natura e gli aspetti soggettivi (qualitativi e come tali non passibili di
misurazione).
L’astrazione completa degli aspetti qualitativi del mondo sensibile, compiuta dalla scienza
galileiana, comporta l’abbandono dell’immagine del mondo fornita dall’esperienza
quotidiana. Con questo Galileo non nega affatto il valore dell’esperienza, ma ritiene che la
scienza porti ad un livello di astrazione che la libera dai caratteri propri dell’esperienza
immediata.
- 1623 ----- Galileo scrive il “Saggiatore”, opera di rilievo metodologico (metodo sperimentale). Con
quest’ opera rompe i ponti con la teoria aristotelica, introducendo la nuova scienza moderna.
- 1632 ----- Galileo scrive “Dialogo sopra i 2 massimi sistemi del mondo”, dove viene contrapposto
l’eliocentrismo con il geocentrismo. Si tratta di un dialogo immaginato tra Salviati (coprnicano),
Simplicio (difensore dell’astronomia aristotelica), Sagredo (moderatore).
- Dopo la pubblicazione del “Dialogo sopra i 2 massimi sistemi del mondo”, Galileo è stato
richiamato dalle autorità religiose in quanto appoggia sempre più le teorie copernicane. Così viene
accusato di eresia, ma per giustificarsi Galileo abiura, cioè ritratta la sua versione e ammette di
aver sbagliato. In questo modo evita la pane di morte, ma viene comunque condannato a un
isolamento nella propria abitazione.
- I testi di Galileo ebbero un notevole successo in Europa, soprattutto per i filosofi (EX: Cartesio)
e per gli scienziati.
- Gli anni della II metà del ’600 erano molto difficili per lo sviluppo della scienza, della cultura e
delle arti. Tutto ciò era causato dalla Chiesa; perché da poco tempo aveva avviato una
Controriforma per ridurre lo sviluppo dei Protestanti e per individuare e colpire tutte quelle forme di
critica nei confronti della concezione aristotelica. “ERA SCIENZA TUTTO CIO’ CHE ERA
RITENUTA TALE, MA LA CONFERMA SI POTEVA AVERE SOLO DALLE “SACRE SCRITTURE”.
- La nuova teoria scientifica deve fare a meno del pensiero aristotelico:
1) Se lo scienziato (moderno) vuole studiare la natura, non può farlo se non studia la natura
“osservandola, verificandola”;
2) Bisogna che il sapere si costruisca con la natura e non il contrario;
3) “Basta con i libri e i trattati”: è giunto il momento di studiare il mondo reale della natura;