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Elisa Vokrri.

Appunti di filosofia di quarta.


che la fortuna sia con te.

1) La rivoluzione scientifica: Galileo Galilei

Rivoluzione scientifica: cambiamento radicale, cambia il modo di vedere la natura e lo studio


di essa.

- Nascono nuovi modelli interpretativi (il modo che ci permette di spiegare la realtà
circostante) della realtà

- Cambiano i metodi di ricerca, di studio e i paradigmi → scienza → un sapere


oggettivo, universale che viene espressa in un linguaggio matematico.

* Per cambiare metodo di studio, e per scoprire nuovi modelli interpretativi della realtà
bisogna: analizzare, osservare e poi sperimentare.

E’ nell’epoca di Galilei che si afferma l’osservazione, assieme ad altre scoperte scientifiche.


Egli scopre, attraverso l’invenzione del cannocchiale (usato in modo scientifico), che la
Luna e il Sole hanno delle macchie, delle imperfezioni, al contrario da ciò che veniva
dichiarato dalla Chiesa: la Chiesa sosteneva infatti, che Luna e Sole, fossero perfetti, e le
macchie che Galilei ha visto, per loro si trovano all’interno di essi. Al di fuori invece, Sole e
Luna sono ricoperte da uno strato di “gelatina” che le rende perfette.

Eclatante scoperta importante scientifica, di Galileo Galilei (egli è un fisico ma si dichiara


filosofo, parla di fisica attraverso la filosofia) → Teoria dell’Eliocentrismo, è il sole che sta al
centro, non la terra. Sono i pianeti che girano intorno al sole e non il contrario.

Galilei si batte molto per l’autonomia della scienza:

→ Per Galileo esistono due importanti libri, entrambi derivano da Dio, ma vengono usati in
due campi diversi:

- Libro della natura (oggetto di scienza): scritta in linguaggio matematico, finalizzata


alla conoscenza ed è arbitraria in campo delle verità naturali. Il linguaggio
matematico è completamente oggettivo, e non soggetto a tante interpretazioni
differenti.

- Bibbia: riguarda il mondo spirituale e la fede, è scritta in linguaggio popolano e parla


per “immagini” per poter essere compresa da tutti.
Essa è poi soggetta a tante interpretazioni diverse; non è un libro scientifico, non
descrive i fenomeni naturali, parla solo di fede.
Galileo di conseguenza, mette in dubbio l’interpretazione oggettiva della Bibbia.

FEDE ≠ SCIENZA → sono diverse.

Se per comprendere la natura basterebbe solo la Bibbia, Galileo si interroga allora, sul
perché l’uomo sia dotato anche dell’intelligenza che serve per capire la natura.

La conclusione è: la Bibbia non è completa di informazioni scientifiche e sulla natura.


Se la bibbia è in contrasto con la scienza, bisogna seguire la ragione.

Nell’esprimere le sue idee Galileo ha contro la Chiesa, non perché egli non fosse religioso,
ma perché va contro all'autorità della Chiesa che si dichiarava depositaria delle corrette
interpretazioni delle sacre scritture. Per la Chiesa la Bibbia andava presa e rispettata alla
lettera, senza mai metterla in dubbio.

- Galileo mette in dubbio i principi e l’autorità della chiesa in campo scientifico, ritiene
che essa debba occuparsi solo del campo della spiritualità e della fede.

→ Nasce un nuovo modo di vedere la Natura:attraverso l’uso dell’osservazione, si fa strada


l’idea che in realtà, la natura sia gestita/governata da leggi che le sono proprie.

● la scienza è basata sull’osservazione, e sulla sperimentazione: ciò non


esclude però la possibilità di fare delle teorie o di avere delle intuizioni in
merito, anche se non sono subito verificate. L’importante è che una volta
avuta l'intuizione, una volta creata la teoria, essa poi venga verificata per
essere considerata scientifica.

NATURA: regolata da leggi meccaniche, matematiche (linguaggio che descrive e illustra la


natura).

- Essa è un libro scritto in un linguaggio matematico: per capire la natura, bisogna


osservare, capire le leggi che la governano e poi esplicitare in linguaggio matematico
con i numeri.

Oltre ad andare contro alla Chiesa, Galileo va contro anche agli aristotelici del suo tempo,
ma porta rispetto per gli antichi. Gli aristotelici del suo tempo, non osservavano la natura
direttamente nella ricerca di conformare le loro opinioni ad essa, ma si limitavano a
consultare i libri della biblioteca, senza confermare o sperimentare ciò che i testi antichi
raccontavano.

→ Per Galileo, gli aristotelici, offrono il triste spettacolo di un dogmatismo antiscientifico,


che ostacola l’avanzamento del sapere.
Con l’arrivo della rivoluzione scientifica, cambia il modo di considerare la natura: essa non
ha un’anima, è solo un insieme oggettivo di elementi indipendenti, che non hanno caratteri
umani. I principi che governano la natura vengono colti attraverso gli esperimenti.

Vi è di conseguenza, in questo periodo una concezione CAUSALISTICA, ovvero esiste


sempre un motivo per cui una cosa accade o esiste.

- La natura è CAUSALMENTE, strutturata e prevedibile. Tutto può essere spiegato


entro determinati limiti.

→ NON DOBBIAMO CERCARE IL PERCHE’ LA NATURA OPERA IN UN CERTO MODO


(CAUSA FINALE), MA DOBBIAMO CERCARE IL COME ESSA OPERA (CAUSA
EFFICIENTE)

→ Bisogna cercare il rapporto di causa effetto tra i fenomeni, il come accade.


Il finalismo, attribuisce alla natura, alle cose uno scopo, un finale, ma non spiega come esse
si creano etc.

Termini oggettivi: per rispettare l'oggettività, la cosa studita, deve essere espressa e
traducibile in linguaggio matematico.

- Un fenomeno è causato da altri fenomeni, e le leggi scientifiche esprimono le


relazioni tra questi fenomeni, le quali vengono poi espresse in linguaggio
matematico.

Proprietà oggettive dei corpi: esse caratterizzano i corpi in quanto tali.

Proprietà soggettive dei corpi: esistono in relazione ai nostri sensi.

→ La natura segue un ordine, necessario e immutabile (che non cambia).

→ In questa nuova era, le cose non vengono più spiegate attraverso la loro essenza, ma
vengono spiegati attraverso gli elementi scientifici, oggettivi, che le compongono.
Momento osservativo e induttivo:

→ Metodo sperimentale: Sensata esperienza (gli esperimenti) → con essa Galileo


sottolinea l’importanza dell’esperienza dei sensi, cioè l’esperimento e il momento
osservativo - induttivo della scienza.
La scienza galileiana attraverso un’attenta ricognizione dei fatti e dei casi particolari, induce
sulla base dell’osservazione, a una legge generale.

Momento ipotetico e deduttivo:

→ E le necessarie dimostrazioni - matematiche dimostrazioni (la conclusione) → sono i


ragionamenti logici, condotti su base matematica, attraverso il cui un ricercatore parte da
un’intuizione di base e procedendo per “supposizione” formula una teoria, che poi verifica se
vera o meno.

2) Cartesio: il razionalismo cartesiano, nascita della filosofia


moderna.

Periodo storico: fine 1500

→ Fondatore del razionalismo: corrente di filosofia moderna che vede nella ragione (limitata)
il principale organo di verità. Anche i sensi possono fornirci delle informazioni ma il primato è
della ragione, poiché i sensi possono ingannarci.
I sensi senza la ragione ci portano a delle conclusioni sbagliate .

Cartesio vuole dotare la ragione di un metodo, un procedimento, un’insieme di regole che


porti alla verità:
- Non bisogna cogliere per vero ogni affermazione, se la ragione non è convinta della
sua veridicità, bisogna accantonare - cestinare, l’informazione ritenuta errata.

Cartesio → vuole andare in Olanda con l’intento di liberarsi dalla tendenza di considerare ciò
che è vecchio (teorie di Platone - Aristotele - teorie dell’antichità), come verità assoluta. Per
Cartesio esiste un nuovo sapere.

Dice di volersi liberare dell’infanzia (è una metafora che intende dire: smettere di prendere
per vero tutto quello che gli viene detto) e dei pregiudizi (sono le false credenze) che gli
sono stati indottrinati.

* Infanzia: i bambini non mettono mai in dubbio ciò che gli viene insegnato dagli adulti,
prendono tutto per vero, in maniera acritica.

→ Per Cartesio, il sapere acquisito in precedenza, non aveva valore oggettivo.

Trasferitosi in Olanda, Cartesio, mette in DUBBIO ogni sapere acquisito in precedenza e lo


sottopone all’analisi della ragione.

→ Per Cartesio Dio garantisce la possibilità della conoscenza solo se si seguono le regole
del metodo.

IL DUBBIO METODICO: Atteggiamento che accompagna tutta la ricerca e si pone come


obiettivo, la veridicità dell’oggetto - informazione preso in considerazione.
Si considera provvisoriamente tutto per falso tutto ciò di cui si può dubitare: si ricostruisce
poi il sapere, a partire dalle sole conoscenze certe.
→ Riguarda inizialmente le conoscenze sensibili, poichè possono ingannarci e si estende
man mano ad ogni conoscenza, anche alla matematica.

Lo scienziato deve essere dubbioso.

Nessuna forma di conoscenza si sottrae al dubbio metodico:

- Conoscenza sensibile → a volte i sensi ci ingannano e possono farlo sempre, di


conseguenza non si sottrae al dubbio metodico.

- Il dubbio si espande anche alle conoscenze matematiche → si considera che esse


siano state create da Dio, il quale non ha limiti come la ragione, e niente gli impediva
di dare risultati diversi alle operazioni matematiche.ù
Cartesio ci dice che la matematica è un prodotto della ragione, ed è una forma chiara
e sicura di conoscenza, della quale non si può dubitare.

→ L'idea di Cartesio che anche le conoscenze matematiche possano essere messe in


dubbio, derivano dalla considerazione di una creatura malvagia: il genio maligno, il quale fa
apparire per vero anche le cose più assurde.

Il dubbio si estende ad ogni cosa, arrivando a diventare e a chiamarsi DUBBIO


IPERBOLICO, che riguarda l’esistenza della realtà.

Possiamo dubitare di tutto tranne del COGITO, cioè l’esistenza degli esseri umani come
soggetti pensanti.

- COGITO ERGO SUM – io esisto come essere pensante.


Io penso, dunque esisto. La mia esistenza come soggetto pensante è certa, ma non
sono certi i miei pensieri, le mie percezioni soggettive, che vanno sottoposti al
dubbio.

L'esistenza del soggetto pensante, garantisce la validità della conoscenza umana e


l’efficacia dell’azione umana sul mondo.

→ Dio come giustificazione metafisica delle certezze umane: il dubbio iperbolico si annulla
con lui.

- Io sono un essere pensante che ha delle idee (si intende ogni oggetto o contenuto
del pensiero), e sono sicura che queste idee esistano nel mio spirito, dal momento
che essi come atti del pensiero, fanno parte di me come soggetto pensante.
Ciò di cui non sono sicura, è se esiste una realtà veritiera, effettiva, di queste idee al
di fuori di me come soggetto pensante; ciò che io percepisco e vedo, è veramente
realtà o è frutto dell'inganno del genio maligno?
- Cartesio supera il dubbio iperbolico, attraverso la dimostrazione dell’esistenza
di Dio: e Dio in quanto essere buono, non inganna l’uomo.
Egli sostiene che noi, umani e soggetti pensanti, siamo opera di Dio.

→ Analizzando il nostro pensiero, Cartesio trova tre tipi di idee (sono rappresentazioni -
contenuti mentali di una cosa, di un oggetto):

1) INNATE → sono idee presenti in noi da sempre, non derivano dall’esterno: ad


esempio che io sono un soggetto pensante, ciò lo so da me stessa e grazie
all'esistenza del mio pensiero.

2) AVVENTIZIE → sono idee che sono “estranee” a me stessa, ovvero sono idee che
vengono da fuori, dalla realtà che mi circonda: a questa categoria appartengono le
idee delle cose naturali (esempio. l’idea di albero, l’idea di pietra) sono idee che si
sono formate in seguito all’esperienza sensibile.

3) FATTIZIE → sono idee create da me medesima, sono “fatte” da me; ovvero sono
idee inventate (esempio. figura dell'ippogrifo o albero di pietra etc, non esistono nella
realtà, sono idee che ha inventato l’essere umano, mettendo insieme più concetti)
Sono idee create dall’immaginazione, mettendo insieme parti delle idee avventizie.

IDEA DI DIO → chiamata anche idea dell’infinito → è un idea innata, non fattizia, per cui non
è creata dall’uomo. E’ stato Dio, che ha creato l’uomo, a dargli l’idea di infinito sotto forma di
idea innata nell'uomo. L’idea dell’infinito è l’idea di una sostanza infinita, immutabile, eterna,
indipendente, onnipotente.
L'uomo, in mancando delle caratteristiche che ha l’idea di Dio, non può esserne il creatore.

NOTA BENE:
→ il Dio cristiano è diverso da quello inteso da Cartesio:
- Dio cristiano: indipendente dall’uomo.
- Dio cartesiano, valorizza l’uomo, il quale sa che esiste poichè possiede l’idea
dell’esistenza di Dio.

La causa di un’idea deve avere sempre almeno tanta realtà, quanto ne possiede l’idea
stessa: esempio, la causa dell’idea di una sostanza infinita e perfetta, dovrà essere a sua
volta infinita e perfetta effettivamente esistente.
Detta in parole povere: la mente umana è limitata, essa non può produrre da sola l’idea
dell’infinito, infatti l’idea dell’infinito è a lui innata.

→ Anche il solo avere l’idea della perfezione, ad esempio, comporta l'esistenza stessa della
perfezione. E’ pensabile, per cui può, deve esistere.
→ Un essere perfetto deve esistere, perché la perfezione stessa ha come caratteristica la
sua esistenza → Cartesio riprende questo pensiero dagli antichi ( viene poi contraddetto da
Kant).

→ Dopo l’applicazione del dubbio bisogna arrivare ad un punto in cui nulla si può più
mettere appunto, ancora in dubbio: si arriva alla conoscenza vera.
→ Pur applicando il dubbio però l’uomo non sfugge alla possibilità di commettere comunque
degli errori, infatti Cartesio ci distingue intelletto e volontà.

- INTELLETTO UMANO: è LIMITATO

- VOLONTA’ UMANA: è LIBERA e più estesa dell'intelletto.


Essa consiste nella possibilità di decisione, di fare o non fare, può affermare o
negare → queste scelte le può applicare, sia se all’intelletto le cose sono presentate
in maniera chiara e distinta, che nel caso fossero cose che all’intelletto appaiono
sfocate e poco chiare.

Ed è in questa scelta della volontà umana, che risiede l’errore: l’errore non vi è se ciò
che l’intelletto mi riferisce appare chiaro e ben distinto. E’ la volontà umana, libera,
che decide se affidarsi o meno a ciò che appare sufficientemente chiaro all'intelletto.
→ l’errore dipende dal libero arbitrio, che Dio ha dato all’uomo, e si può evitare
seguendo scrupolosamente le regole del metodo.

*Volontà* → facoltà umana connessa alla nostra autonomia, di mettere o non mettere in
atto, un determinato comportamento.
3) Empirismo: Hobbes - Locke - Rousseau; nascita della filosofia
moderna, il contrattualismo, il pensiero politico

periodo: fine 1500

→ Nascita dell’empirismo → individua nell’esperienza l'unica fonte della conoscenza e il


solo criterio di verità.

- Attraverso i sensi noi facciamo esperienza, raccogliamo dei dati e poi sempre
attraverso l'esperienza, ne verifichiamo la loro veridicità.

→ esempio: - la prof chiude la porta- , io per l’esperienza vissuta, vedendo che la


prof ha chiuso la porta, so che è stata lei a farlo; ma bisogna sempre verificare che
ciò a cui ho assistito come esperienza sia effettivamente veritiera.
Infatti per confermare i dati raccolti dalla mia esperienza, vado ad - aprire e a
chiudere la porta - avendo di conseguenza un'esperienza completa e veritiera
dell’azione compiuta.

HOBBES

→ Intende costruire una filosofica che si distacca dal soprannaturale, non c’è la presenza di
Dio, ma esiste una filosofia “umanamente” e puramente razionale.

→ Non si occupa di metafisica.

→ Scienza: costruisce relazioni di causa - effetto tra i fenomeni.


E’ fatta di dimostrazioni e, ogni discorso scientifico, non fa altro che mettere in mostra la
connessione per la quale da una determinata causa, si genera un determinato effetto.
MATERIALISMO MECCANICISTICO

→ Solo i corpi sono oggetto di scienza, poiché solo essi sono in grado di subire un’azione.
Questa prospettiva si traduce in una forma di meccanicismo che spiega tutto in termini di
movimento.

movimenti → modificazione - cambiamento di stato o di condizione.


Definito anche come esistenza.

→ Il mondo è un insieme di corpi che si muovono, anche l’anima è considerata corpo e


materiale.
Possiamo definire le nostre emozioni e i sentimenti attraverso i movimenti derivati
dall’esterno.

Il corpo è l’unica realtà e il movimento è l’unico principio di spiegazione di tutti i fenomeni


naturali.
GNOSEOLOGIA HOBBESIANA
→ E’ l’indagine che cerca di comprendere su cosa l’uomo può ottenere e fino a dove si può
spingere. Cerca di trovare i suoi limiti e i possibili risultati che l’uomo può ottenere.

Hobbes - Politica

→ Hobbes parla di politica, indagando la natura umana dell’uomo.


Per politica si intendono le poleis, le società.

L’esistenza dei postulati certissimi.


*postulati → elementi stabiliti (Hobbes ne stabilisce due)

1) Desiderio naturale:
- Ognuno pretende di godere da solo dei beni comuni, ognuno vuole il meglio da tutto
per sé stesso.
L’uomo è egoista.

Questo postulato ci fa rendere conto, che l’essere umano non per forza è predisposto
biologicamente ad essere un animale politico - sociale.

→ Hobbes nega che gli uomini abbiano per natura un istinto che gli porti alla benevolenza
(altruismo) reciproca e alla concordia.
→ Gli esseri umani sono egoisti, vogliono l’autoaffermazione.

Noi ci adattiamo ad essere animali sociali solo grazie al secondo postulato:


2) Ragione naturale:
- Ognuno cerca di evitare la morte violenta come se fosse il peggiore dei mali.
L’uomo ha timore di una morte violenta, tutti gli uomini cercano di evitarla.

- In ciascuno di noi c’è il bisogno di evitare il più possibile e tenere lontano,


tutto ciò che ci danneggia.

L’uomo ha timore di farsi del male, quindi per tutelare sé stesso e gli altri vengono instaurate
delle regole.

L’uomo imposta delle regole e si relaziona con gli altri solo per UTILITARISMO, perchè gli
conviene.

→ La causa di questo timore provato dall’uomo, può essere stata causata dal periodo - non
definito - dello stato di natura,(visto negativamente) in cui si ipotizza che si siano trovati gli
esseri umani.

* non è detto che questo periodo sia esistito veramente*

→ Nello stato di natura nulla può essere giudicato giusto o sbagliato poiché non vi sono
regole che stabiliscono la loro differenza.

→ E’ la paura di essere in guerra “tutti contro tutti” che ci porta ad accordarci con gli
altri.

- Le leggi nascono dove c’è un potere comune, e possiamo fare riferimento ad essi per
giudicare un comportamento se è giusto o sbagliato.
- Con le leggi, l’uomo riesce a tenere di più a bada il suo egoismo.
UOMO CONTRATTUALISTA

→ L’uomo stringe un patto con gli altri per UTILITA’.

Hobbes si contrappone ai GIUSNATURALISTI, che sostenevano che l’uomo possieda dalla


nascita già dei diritti inviolabili: vita - autonomia - libertà.

- Hobbes pensa il contrario, egli ci dice che i diritti dell’uomo esistono solo nel
momento in cui vigono delle leggi.
Ma queste leggi e questi diritti,non esistono dalla nascita.

→ L’uomo non è solo desiderio ma è anche ragione.

- Se l’uomo fosse privo di ragione, lo stato di natura si trasformerebbe in una guerra


totale e insormontabile che porterebbe alla distruzione dell’umanità.

Ma la ragione umana è capace di prevedere e provvedere, mediante un calcolo, ai bisogni e


alle esigenze dell’uomo.

→ RAGIONE → facoltà finita di fare scelte e previsioni opportune.


→ è il fondamento di tutte le leggi naturali.

- la via d’uscita dallo stato di natura


- proibisce a ciascun individuo, di fare ciò che provoca distruzione della vita e di
omettere (togliere) ciò che serve per conservarla al meglio.

*leggi naturali → prodotto della nostra ragione.


→ La naturalità del diritto, consiste nella sua razionalità ed è strettamente collegato a quello
della ragione.

Per uscire dallo stato in natura, bisogna seguire la legge naturale e i suoi precetti di base:
- Bisogna cercare la pace
- Bisogna rinunciare al diritto su tutto
- Bisogna stare ai patti, stipulare un contratto con lo Stato a tutela dei diritti.

Lo Stato deve essere assoluto, il sovrano non deve essere un tiranno ma deve solo
garantire la pace e la sicurezza di tutti.
Se il sovrano vede che una legge non è efficace, può cambiarla: ma non può cambiare leggi
come vuole lui da solo, deve seguire la volontà generale del suo popolo.
LOCKE

→ Inaugura il campo del criticismo che viene poi sviluppato da Kant


→ La conoscenza è fondata sull’esperienza, non esistono conoscenze indipendenti da essa.
Ragione ed esperienza.

Ragione:
- Non è unica o uguale per tutti, ovvero esistono persone con una ragione più o meno
sviluppata.
- Non è infallibile.
- E’ limitata, non può ricavare da sola idee o principi, per fare ciò necessita
dell’esperienza.

→ E’ imperfetta ma rimane comunque l’unica guida efficace per l’uomo.

Esperienza:
- ha dei limiti e delle condizioni.

Per Locke le idee vengono ricavate dall’esperienza.

INDAGINE CRITICA DELLA FILOSOFIA MODERNA


→ è un’indagine finalizzata a scoprire quelli che sono le possibilità e i limiti umani.
→ Locke esclude il campo della metafisica, poiché ritiene che siamo impossibilitati a fare
esperienza in essa.

L’uomo non può avere esperienze soprannaturali e/o divine.

Limiti della ragione umana.


→ La mente senza ricevere dei dati dall’esperienza, non può fare nulla.

IDEE → derivano dall’esperienza, sono l’oggetto della conoscenza.


Pensare ed avere idee sono la stessa cosa.

IDEE SEMPLICI
- Sono il materiale base della nostra conoscenza.
- Non possono essere scomposte in elementi più semplici/elementari.
- Sono prodotte passivamente dalla nostra mente.

*mente passiva* → recepisce mediante l’esperienza dei dati.


I dati vengono poi elaborati e organizzati dalla mente attiva.
*mente attiva* → riunisce ed organizza gli elementi, le idee semplici.

IDEE COMPLESSE
- Sono prodotte attivamente dalla nostra mente, il nostro intelletto, mediante la
riunione dei dati, delle idee semplici.
SOSTANZA

La nostra mente è portata per tradizione, a pensare che ci sia un elemento, un substrato,
che caratterizza gli elementi.

Per Locke, non esistono delle sostanze o substrati, che rendono le cose, quelle che sono.

Esistono però:
→ le qualità primarie (qualità originali e inseparabili dai corpi), sono delle proprietà
oggettive (come figura e movimento).
→ le qualità secondarie, non esistono nei corpi, ma sono prodotte in noi dalle varie qualità
primarie che corrispondono a proprietà soggettive che noi vediamo e che tendiamo ad
unire, immaginando che ci sia qualcosa alla base (come colori - suoni - sapori - odori).

→ Se esiste una sostanza noi non la vediamo.

Considerando che le varie idee semplici sono unite fra di loro, la nostra mente è portata
inavvertitamente a pensare ad esse, come un'unica idea semplice.
E poiché non riesce a spiegarsi come fa quell’idea semplice ad esistere, la nostra mente è
portata a pensare che ci sia una sostanza alla base.

RELAZIONI

Sono idee complesse che nascono dal mettere a confronto due o più idee, istituendo tra di
loro un rapporto.

→ Relazioni di causa - effetto → sono alla base delle leggi scientifiche.

L’intelletto non si limita a considerare le cose in maniera isolata, esso procede sempre
oltre.
Con le relazioni nascono anche i relativi nomi con cui indichiamo le cose in relazione.

IDEE GENERALI
- Non corrispondono ad alcuna realtà.
- Sono dei nomi mediante cui noi indichiamo, identifichiamo determinati oggetti.
- Si assomigliano ma hanno delle caratteristiche diverse.
- Sono ottenute mediante un processo di astrazione.
- Ci servono per comodità di ragionamento.
Con le idee generali, si intende il fatto che noi classifichiamo una serie di oggetti
erroneamente chiamati “sostanza”, perché vediamo negli oggetti delle caratteristiche comuni
permanenti.

Esempio:
(parto da un'idea specifica, semplice e arrivo a una generale, complessa)
4)animali
3)vegetali
2)classificazione
1)scienze naturali

→ Questo tipo di ragionamento è sbagliato.

In realtà noi vediamo un insieme di idee semplici, avere delle caratteristiche.


Ma siamo noi che diamo il nome alle cose, esse non hanno una sostanza di base.

Stato di natura di Locke.

Visto positivamente: Condizione di pacifica convivenza.

Nello stato di natura, secondo Locke vi era un uguaglianza di diritti: Ogni uomo è
perfettamente libero e gode di un diritto naturale, cioè pre-politico alla vita, alla libertà e alla
proprietà. Questi diritti però, devono essere frutto del proprio lavoro.

Legge della ragione - natura: Gli uomini poiché dotati tutti ugualmente di ragione hanno dei
limiti, nessuno può violare la propria vita, quella degli altri e i loro beni. Ciò garantisce entro
determinati limiti una convivenza pacifica.
Il diritto naturale è perciò limitato alla propria persona, alla propria vita, alla propria libertà e
proprietà.

Locke è il fondatore del liberalismo: Ovvero sostiene che “lo Stato deve tutelare i diritti
fondamentali posseduti di ogni individuo per natura.” (vita - libertà - propietà)

Nello stato di natura di Locke seppur descritto teoricamente come pacifico, vi è la possibilità
della nascita di conflitti e guerre, a causa del fatto che non tutti rispettano i diritti naturali.
È di fronte a una violazione della legge naturale, ognuno può e deve reagire in modo
proporzionato alle offese, assumendo il ruolo di giudice che risarcisce un danno con la
giusta pena. Ma neppure questo diritto autorizza l'uso di una forza assoluta o arbitraria, ma
autorizza solo quella reazione che la ragione indica come proporzionata al danno ricevuto.

Tuttavia questa condizione dello stato di natura pacifica, si può trasformare in guerra nel
momento in cui una o più persone ricorrono alla forza, con lo scopo di ottenere ciò che il
diritto naturale gli vieta: ovvero ottenere un controllo sulla libertà, la vita e i beni altrui.
Per evitare ciò si abbandona lo stato di natura e si ricorre allo Stato: Ma la costituzione di un
potere civile, non toglie i diritti che individui possedevano nello stato di natura, tranne quello
di farsi giustizia da sé.

*per Stato in Locke non si intende uno Stato assoluto ma “democratico”*


LIBERTA’ RELIGIOSA

Locke → è per la libertà religiosa


Nessuno appartiene a una religione e l'adesione ad essa, deve essere volontaria e non
imposta.

→Nessuno di noi nasce Già con un culto da seguire, abbiamo e dobbiamo avere la libertà di
scelta su cosa fare.

I poteri dello Stato devono essere indipendenti dalla Chiesa.


Né lo Stato né la chiesa, possono imporre una religione.
La Chiesa ha solo il compito di occuparsi della fede e della salvezza dell'anima.
Deve gestire soltanto i rapporti spirituali dell'uomo con Dio.

Scegliere di appartenere a uno Stato non è di libera adesione come una religione, se lo
Stato ha delle leggi quelle devono essere rispettate. Solo lo Stato può avvalersi del potere
della costrizione.

HUME

→ Tutti i suoi ragionamenti sono fondati sul rapporto di causa effetto.

La relazione causa - effetto non può mai essere conosciuta a priori, cioè il puro
ragionamento, ma può essere scoperta solo dopo l'esperienza.

Hume, mette in discussione le leggi scientifiche.


La conoscenza scientifica tradizionale, non è valida.
Dice che noi dobbiamo riferirci solo all'esperienza e non è possibile per noi, fare delle
previsioni per poi creare delle leggi scientifiche.

*leggi scientifiche* → relazione costante tra fenomeni o aspetti di un fenomeno.


Le leggi scientifiche sono universali.

→ Sono dei principi o delle regole, che descrivono il comportamento di un certo tipo di
fenomeno, e ci permettono di prevederlo.

Rapporto causa - effetto → Non può essere enunciata a priori, ma solo a posteriori:ovvero
solo dopo l'esperienza.
L'uomo è propenso a pensare e a creare delle relazioni di causa effetto, ma esse sono
soltanto invenzioni dell'uomo,non hanno nessun fondamento.

La connessione di causa - effetto, anche dopo che è stata scoperta dell'esperienza rimane
arbitraria.
L’esperienza illumina il passato, non il futuro: noi non possiamo fare delle previsioni ed
essere certi dei risultati.

- Anche se facciamo varie ipotesi per poi cercare di verificare il tutto con l'esperienza,
essa ci dice effettivamente quale si avvererà, ma ne esistono infinite di possibilità e
di ipotesi, e non tutte sono verificabili.
- Nemmeno dopo l'esperienza, la connessione tra causa - l'effetto può essere assunta
come fondamento per una previsione.

Ogni legge scientifica è sottoposta alla generalizzazione.


Le leggi scientifiche sono ARBITRARIE, cioè sono delle nostre generalizzazioni, sono delle
nostre prese di posizione.

Hume non nega l'esistenza delle leggi scientifiche, ma vuole valorizzare al massimo
l'esperienza. .Le nostre conoscenze sono probabili, ma non sono certe.
Egli combatte il dogmatismo che vi era nella sua epoca e che vi è tuttora, ovvero la pretesa
di esprimere posizioni ed opinioni senza che esse vengano verificate completamente.

Hume fa anche un'indagine psicologica: la nostra mente collega fenomeni e variabili


avvenuti in successione

ROUSSEAU

Stato di natura: è una condizione ideale.


- Uguaglianza di bisogni.

L'uomo primitivo nello stato di natura, aveva il perfetto equilibrio tra i bisogni e le risorse di
cui disponeva.

- Bisogni, erano limitati: Cibo, femmina, sonno.


Ciascun uomo, disponeva di tutto quello di cui necessitava grazie al fatto che i suoi
bisogni erano limitati.

L'uomo di natura non è né buono né cattivo, perché vive in uno stato di neutra innocenza.
Gli unici principi che gli si possono attribuire sono:

- L’amore di sé, poiché interessato al suo benessere e alla cura di se stesso


- La pietà, perché fa sì che provi dispiacere per gli altri e gli indottrina il desiderio che
non accada nulla di male ai suoi simili.

Nello stato di natura ciascun uomo basta a se stesso e i contatti con i propri simili sono
pochi, prevalentemente con il sesso opposto e a scopo riproduttivo.
Non si ha un'organizzazione sociale stabile. ”

L'uomo primitivo è stato spinto a cambiare a causa dei suoi due attributi specifici:
- la libertà, ossia la capacità di volere di scegliere
- la perfettibilità ovvero l'attitudine a perfezionarsi.
A causa del desiderio di migliorare, l’uomo primitivo esce dallo Stato di natura e cercando
sempre il meglio senza mai accontentarsi, ha portato l’uomo alla nascita delle
disuguaglianze.

I motivi effettivi che hanno spinto l'uomo uscire dallo stato di natura:
- La perfettibilità e le difficoltà hanno spinto l'uomo a cercare di migliorarsi sempre di
più: ad un certo punto la natura non ha più provveduto ai suoi bisogni e quindi l'uomo
è stato costretto a cercare un modo di farlo da sé, e superare le difficoltà.

→ Prima rivoluzione:
- portò alla costituzione delle famiglie.
- Si svilupparono al contempo dei sentimenti negativi come l'invidia e la vanità, e
iniziarono ad affermarsi le prime disuguaglianze.
- vi era comunque una sorta di equilibrio tra la natura e la civiltà.

L'uomo però si ostina a migliorarsi e per fare ciò fu costretto a interagire con i suoi simili:

→ Grande rivoluzione:
- Da quando l'uomo ebbe bisogno dell'aiuto di un altro uomo per migliorarsi scomparve
l'uguaglianza dei bisogni: nacquero la metallurgia e l'agricoltura, ci fu una divisione
sociale del lavoro.
- Alla coltivazione delle terre seguì anche la loro spartizione e ci fu l'avvento della
proprietà privata.

Cambiarono i bisogni e le risorse che si avevano.

Per rispondere ai nuovi bisogni si fece un patto:

- il patto iniquo: la creazione dello Stato, Il quale legalizzò lo sfruttamento è aumentò


le disuguaglianze. Nasce per proteggere i più ricchi.

- il patto prevedeva:
● La fondazione della legge e del diritto di proprietà che sancì la
distinzione tra ricchi e poveri.
● L'istituzione della magistratura che sancì la distinzione tra i potenti e i
deboli.
● La trasformazione del potere legittimo in potere arbitrario che sancì la
distinzione tra padrone e schiavo.
“Non si ha più né capi né leggi, ma solo tiranni”.

Rousseau è convinto che, se l'uomo riesce a uscire dalla corruzione può tornare a vivere
pacificamente.
“Se l'uomo e l’unico artefice del proprio male, egli sarà anche l'unico - e possibile -
salvatore di sé stesso”

L'uomo è stato corrotto dall'uso non corretto dell'evoluzione.


Contratto sociale:

→ Ciascuno rinuncia Alla propria libertà in cambio della stessa azione passa da parte degli
altri.
→ Ciascuno rinuncia al diritto di tutto su tutto, il potere viene dato a un’assemblea ed è
esercitato da tutti i membri di essa.
→ Lo Stato è un artificio, cioè lo Stato nasce da un contratto e deve tutelare i beni e le
persone senza prevaricazione.
Lo Stato nasce sulla base del consenso di tutti. La sovranità appartiene al popolo: Lo Stato,
il sovrano deve agire sulla base della volontà generale, volto all'interesse comune.

- Lo scopo del contratto del patto, è la salvaguardia della sicurezza della libertà e
dell'uguaglianza dei contraenti.

L’EMILIO

→ Racconta la storia di un fanciullo educato con l’intento di avvicinarlo il più possibile allo
stato di natura.

Educazione negativa:

- L'educatore deve preservare il cuore dal vizio e la mente dall'errore, deve far sì che
lo sviluppo fisico e spirituale del ragazzo avvenga in modo del tutto spontaneo.
- Ogni cosa nuova che impara, deve essere frutto della sua creazione.
- Lo studente deve imparare prima dai sensi e poi dall'apprendimento intellettuale,
deve imparare poi solo ciò che gli sarà utile.
- Lo studente deve essere cresciuto lontano dalla società corrotta, prima nella natura e
venire poi inserito dentro la società.

4) Kant, il criticismo

→ Illuminista, filosofo tedesco.


→ continua a ciò che iniziarono Locke e Hume.

Il pensiero di Kant è definito criticismo, cioè indaga, valuta le possibilità, la validità e i limiti
della ragione.

L'uomo Indaga su se stesso → la ragione Indaga su se stessa per comprendere i suoi limiti
le sue possibilità.

Le domande che si pone Kant sono sul mondo:


- come è stato creato
- se ha una fine
- si interroga anche sulla metafisica e su Dio.
Kant si chiede se la metafisica possa essere considerata una scienza:
- La metafisica non è definita scienza poiché essa è esula dalle nostre capacità
conoscitive, noi non possiamo avere esperienza in questo campo.
- Matematica e fisica possono definirsi scienza, poiché essi danno dei dati certi e
sicuri.

Il problema critico: Necessità di capire quali sono le possibilità e i limiti della ragione umana.

CRITICA DELLA RAGION PURA.

Per capire se la metafisica è una scienza o meno, bisogna capire quali sono le
caratteristiche che rendono una materia scienza.
Kant si confronta con le filosofie precedenti che ritiene siano metodi scientifici:
- Il razionalismo di cui il suo esponente Cartesio, privilegia la ragione.
- L'empirismo di cui esponenti Locke e Hume privilegiano l'esperienza.

RAZIONALISMO EMPIRISMO

- Kant lo critica per l'utilizzo della - Kant li critica perché mancano di


deduzione (poste alcune premesse, oggettività, seppur utilizzando
senza usare l’esperienza si ricava l’esperienza evolvono il loro
una conclusione) sapere.

- I razionalisti giungono a una - Se la conclusione manca di


conclusione già ottenuta, ovvero oggettività Allora non può essere
nonostante ci ragionino sopra uguale e universale per tutti, di
continuamente, non aggiungono conseguenza non può essere
nulla di nuovo. Dicono sempre le considerarsi un metodo scientifico.
stesse cose.
- pregio: Si basano sull'esperienza ed
- pregio: le loro conclusioni sono di evolve la conoscenza, aggiunge
carattere oggettivo. cose nuove.

- Le conclusioni razionalistiche hanno - Le conclusioni empiristiche evolvono


ciò che una scienza deve avere, il sapere (anche scientifico),ma
cioè delle conclusioni che sono mancano di oggettività per cui non
oggettive, tranne per il fatto che possono considerarsi scienza.
mancano dell’esperienza e di
conseguenza propongono sempre la
stessa risposta.

Kant invece di rifiutare entrambi i metodi, considerati scientifici, coglie i loro lati positivi:
- Da un lato valorizza l’esperienza come gli empiristi, dall'altro valorizza il soggetto
come i razionalisti.
- Sostiene però che in campo scientifico, la nostra ragione, abbia la preminenza (cioè
la superiorità indiscussa) poiché è più importante. L’esperienza però, è completare
per la ragione.
Egli porta davanti al " tribunale della ragione" la ragione stessa, per chiarire in modo
esaustivo le possibilità e i suoi limiti.

Mente umana → La nostra mente è attiva, non si limita solo a registrare dei dati ma li
organizza, di conseguenza l'uomo di fronte al mondo e alle cose, è soggetto, ovvero il
protagonista.
I dati registrati dalla nostra mente, sono dati che vengono rielaborati secondo modalità che
sono proprie della ragione stessa.

- Le modalità con cui organizziamo la realtà sono innate, precedono l’esperienza, sono
trascendenti ovvero esse costituiscono l’esperienza.

Scienza → È fatta di principi immutabili, propone dei principi assoluti, universali che sono
necessarie e uguali per tutti.

NON sono scienza i giudizi analitici a priori:


→ metodo dei razionalisti.

- sono giudizi che vengono enunciati a priori, senza ricorrere all’esperienza


- non aggiungono nulla di nuovo, non ampliano il nostro sapere.

Lato positivo: sono universali e necessari

NON sono scienza i giudizi sintetici a posteriori:


→ metodo degli empiristi.

- non sono oggettivi e universali

Lato positivo: usano l’esperienza e ampliano il sapere.

Scienza per Kant:


→ non è solo esperienza
→ non è solo ragione

- La scienza è un’insieme di ragione ed esperienza.

scienza → GIUDIZI SINTETICI A PRIORI


→ Sono giudizi, perché connettono un soggetto con un predicato.
→ Sono sintetici, perché il predicato aggiunge qualcosa di nuovo e di più, rispetto al
soggetto.
→ Sono a priori, perché non derivano dall'esperienza ma la costituiscono, hanno un
carattere universale è necessario.

I principi della scienza kantiana:


- aggiungono qualcosa di nuovo
- sono basati sull'esperienza
- sono dei principi universali e necessari
L'oggettività della nostra conoscenza, è data dal fatto che noi siamo in grado di stabilire
rapporti di causa - effetto.

Rivoluzione copernicana - rivoluzione kantiana.

→ la Conoscenza scientifica per Kant e la sintesi di due elementi:


- materia → cioè sono il contenuto della mente, la conoscenza, i dati sensibili che
provengono dall'esterno (ovvero elementi che si aggiungono con l'esperienza)
- forma → cioè sono le modalità fisse, attraverso cui la mente ordina le impressioni
sensibili (sono trascendentali, non derivano dall'esperienza ma la costituiscono)
Le forme a priori sono comuni a tutti, garantiscono una conoscenza universale a tutti.

La conoscenza è una sintesi di una materia del conoscere, che il soggetto riceve
dall'esterno con l’esperienza, che organizza attraverso le forme generando la presentazione
del mondo naturale.

Kant per spiegare la sua teoria fa come Copernico, il quale per spiegare il moto dei pianeti
ha ribaltato i rapporti rapporto tra Terra e Sole.

- Kant ribalta il rapporto tra il soggetto e l'oggetto: non è la mente che simula in
modo passivo in relazione alla realtà, ma è la realtà che si modella sulle forme a
priori attraverso cui la conosciamo.

La nostra ragione ha dei limiti, ma aspira a superarli.

Kant sviluppa una specie di dualismo, distingue:


- il fenomeno, ovvero la realtà che ci appare tramite le forme a priori, ed è l’unica
realtà che possiamo conoscere
- la cosa in sé, la realtà che si cela dietro al fenomeno, rappresenta la verità,
l’essenza, la realtà per com’è veramente, indipendente da ogni tipo di conoscenza e
dalle forme a priori. Esiste ma noi non siamo in grado di conoscerla.
Abbiamo 3 facoltà
conoscitive.

SENSIBILITA’ INTELLETTO RAGIONE

E’ la facoltà con cui ci E’ la facoltà attraverso cui E’ facoltà attraverso cui


vengono dati gli oggetti, pensiamo e uniamo i dati procedendo oltre
attraverso i sensi e le forme sensibili tramite: l'esperienza, si cerca di
a priori di spazio - tempo. - i concetti puri: non spiegare globalmente la
legati all’esperienza realtà, mediante le idee di
In parole povere: e non derivate da anima, Dio e mondo.
Sono i dati sensibili che essa, sono concetti
percepiamo che la vanno a Oggetto della dialettica
costituire. trascendentale: si pone
Oggetto dell’estetica Sono contenuti a come problema se la
trascendentale: studia le priori nell’intelletto metafisica è una scienza o
forme a priori della - categorie: sono quei meno.
sensibilità: spazio - tempo. concetti basilari della
si analizza lo spazio e il mente che metafisica → produzione del
tempo mostrando come su costituiscono le nostro intelletto.
di essi si fondi la supreme funzioni
matematica. unificatrici Oggetto della dialettica
dell’intelletto trascendentale: studia le
Fa parte dell’estetica forme a priori della ragione
trascendentale e l’intuizione *categorie: funzionano solo (le idee)
che si divide in due tipi: in rapporto al materiale che
esse organizzano,in
- intuizione sensibile: connessione con le
è l’intuizione propria condizioni spazio temporali
di un essere alle quali si applicano.
pensante finito a cui
l’oggetto è dato, Le categorie da sole sono
coincide con la vuote, esse si applicano
ricettività della solo alla realtà fenomenica.
sensibilità. L’unico uso possibile è
quello empirico,perché si
- intuizione riferisce a degli oggetti di cui
intellettuale: è si è fatta esperienza.
l'intuizione di un
ipotetico intelletto Esempio cassettone:
divino. Compiamo un armadio
vuoto con i cassetti, con il
tempo noi riempiamo i
cassetti con i nostri vestiti.
- I vestiti sono i
concetti.
- I cassetti sono le
categorie.

La stessa cosa fa la nostra


mente con i concetti e le
categorie, più passa il
tempo, più noi aggiungiamo
dei concetti nuovi e li
dividiamo poi in categorie.

Oggetto dell’analitica
trascendentale: è quella
parte della logica
trascendentale che studia
l’intelletto (le categorie) e le
sue forme a priori (lo spazio
- il tempo) fissandone
l’ambito di validità.

Kant e le antinomie:

- Attraverso le antinomie Kant, ci spiega come mai determinati argomenti o domande,


non hanno una risposta.

Antinomia → Sono delle proposizioni, delle prese di posizioni contrapposte. Le antinomie


per Kant sono destinate a rimanere tali, poiché sostiene che non vi sono prove per smentire
o a provare la loro veridicità o falsità.

→ formata da:
- Tesi = posizione
- Antitesi = contrapposizione

Le prove sono di natura logica ma non sono concrete, bisogna sempre comportarsi con
l'esperienza, senza di essa non si hanno prove tangibili.

→ Quando ci muoviamo nel campo della scienza, non basta il disaccordo sensato e
coerente, ma abbiamo bisogno di dati e di prove tangibili a sostegno.

Non è possibile discutere su temi come la libertà, Dio o l'inizio e la fine del mondo perché
rischiamo di cadere nell'errore.

Per rispondere alla domanda iniziale se la metafisica è una scienza, Kant la pone come
antinomia:
- La metafisica è un argomento di cui si discute tanto senza però riuscire ad arrivare a
un risultato poiché non vi sono prove a sostegno o smentimento.

Prima antinomia → parla dell’inizio e della fine del mondo.

Terza antinomia → parla della libertà

Quarta antinomia → parla di metafisica e di Dio


Noi otteniamo la conoscenza scientifica nel momento in cui usiamo le forme a priori assieme
all'esperienza.
La nostra mente però, ha il costante desiderio di procedere oltre ad esperienza, usufruendo
di concetti che appartengono alla metafisica (Dio-mondo-anima).
Eppure per Kant, noi non possediamo effettivamente le capacità cognitive, non abbiamo gli
strumenti per poterci occupare di metafisica.

Kant non nega però, la possibilità di fare ipotesi usando le antinomie per i concetti
metafisici. Egli sostiene che, non potendo avere esperienza in questi determinati campi, non
si hanno delle prove tangibili per confermare o smentire le ipotesi.

Occupandoci di metafisica rischiamo di commettere degli errori perché non abbiamo


l’esperienza.
Anche se gli oggetti della metafisica, alcuni oggetti di cui non possiamo avere l’esperienza ci
rimangono sconosciuti secondo Kant sono comunque pensabili: noi siamo in grado di
pensare all'essenza dell'essere, delle cose, ma non possiamo conoscerle.

La cosa in sé, la realtà che si cela dietro al fenomeno, non dipende da noi ma nel momento
in cui diventa oggetto di pensiero la cosa in sé si qualifica come noumeno.

*Noumeno* → Nel momento in cui una cosa è pensabile ma non possiamo conoscerla
si chiama noumeno. Si riferisce ad una “caratteristica” della cosa in sé, per intendere
che la cosa in sé, non può essere oggetto di conoscenza ma soltanto di pensiero.
Siamo in grado di pensare alla sua essenza ma non siamo in grado di conoscerla.

Noumeno è un altro modo per chiamare la cosa in sé, ma non è un sinonimo.

Pensare → illimitato, possiamo pensare le cose anche se non possiamo conoscerle, il


pensiero però, non garantisce una conoscenza sicura.

CRITICA DELLA RAGION PRATICA

→ Parla del problema morale e i principi che guidano il nostro comportamento.


→La ragione serve sia a guidare la conoscenza che l'azione.

Kant distingue:

→ Ragion pura pratica → opera indipendentemente dall’esperienza e dalla sensibilità

- usa gli imperativi → prescrizioni di valore oggettivo, valgono per chiunque o una
certa categoria di persone
si divide a sua volta in:

● imperativo categorico: ordina il dovere in modo incondizionato, è universale,


oggettivo: non è influenzato da pareri personali.
Nel campo della morale noi dobbiamo agire con gli imperativi categorici.
- È senza contenuto, perché non dice effettivamente la tiene da
compiere, siamo noi a dover scoprire valutando la situazione qual è
l'azione giusta da compiere.

● imperativo ipotetico: Sono dei ordini che valgono solo per chi vuole
raggiungere un determinato obiettivo, viene seguito da una o più persone a
seconda dell’esigenza.

→ Ragion empirica pratica → opera in base all'esperienza e alla sensibilità.

- usa le massime → Prescrizioni di valore puramente soggettivo, valgono solo per


l'individuo che le fa proprie.

Il nostro agire nel campo morale deve essere puro, non condizionato dalla regione empirica,
non deve basarsi sull'utile o su considerazioni di carattere personale.

→ la ragione pura tiene comunque conto dell'esperienza ma non deve basarsi


esclusivamente su di essa: non dobbiamo farci influenzare.

Il nostro agire deve essere valutato attraverso la ragione, l'esperienza non deve influenzarci
al momento della scelta.
Inoltre il nostro agire, deve essere attuato nel rispetto della dignità della persona.

→La ragione che opera in campo conoscitivo, può e deve essere criticata quando si
comporta la cura e pretende di fare a meno dell'esperienza.

→ La ragione pratica che deve agire in campo morale, deve essere criticata e condannata
quando invece si fa condizionare e si lega all'esperienza.

- Kant prende atto del fatto che non siamo esseri perfetti, ma in campo morale noi
dobbiamo cercare di oltrepassare i nostri limiti e dobbiamo evitare di agire solo per i
nostri interessi.
- La legge morale ha la forma del dovere, poiché siamo condizionati dalla nostra
natura sensibile: di conseguenza la legge morale deve avere la forma di un comando
e non di un consiglio come le massime in tal modo da agire nella maniera più
corretta possibile.

L'autonomia dell'essere umano non significa scegliere in maniera soggettiva la legge


morale, ma dà dei criteri e chiede alla persona, di valutare attentamente con la ragione
l'azione da compiere.

Spiegazione approfondita dell'imperativo categorico:

→ la morale non può essere guidata da impulsi soggettivi sensibili e da circostanze


immutabili: essa pertanto non può risiedere ne imperativi ipotetici, ma solo in un imperativo
categorico, che si impone assolutamente e incondizionatamente dando un comando
perentorio per tutte le persone e tutte le circostanze.
- Kant ci invita ad agire in termini sempre meno soggettivi e più universali “bisogna
pensare anche agli altri”
- Citazione “agisci in modo da trattare l'umanità, sia nella tua persona sia in quella di
ogni altro, sempre anche come fine è mai semplicemente come mezzo”

Kant ci invita a rispettare la dignità di ogni persona, evitando di sfruttarlo per semplici scopi
personali.

Pur rispettando l'imperativo categorico però non siamo salvi dagli errori.

Super mappa sintetica.


5) Hegel

→Nato in Germania

→Reintroduce il pensiero degli antichi: i quali credevano che esistessero dei principi, in tutta
la realtà

→La realtà per Hegel è profondamente razionale: tutto ciò che accade, ha un senso e una
sua necessità.

Il nostro intelletto è limitato.

*intelletto* → È facoltà della scienza.


*scienza* → Considera i singoli fenomeni, pochi, che sono legati fra di loro.

Intelletto - Scienza →Non sono in grado di spiegare la realtà

● E la ragione È quella facoltà che comprende la realtà e lo fa considerando la sua


globalità.

Hegel riprende le tre facoltà di Kant:

Sensibilità Intelletto Ragione

Fornisce i dati che vengono Dà la conoscenza scientifica Serve solo a pensare, per
elaborati dall'intelletto, il ed è superiore alla ragione. Kant non è utile
quale poi li unifica
Per Kant è la facoltà più
importante.

Hegel al contrario di Kant, sostiene che il primato va alla ragione e non all’intelletto.

→ L'intelletto ha la capacità di astrazione, cioè di separare e isolare gli elementi della realtà,
ma non riesce ad unificarli in una sola conoscenza sintetica globale.
Non riesce a capire la realtà nella sua totalità, non comprende che ogni azione -
comportamento ha un senso, un significato: il quale viene compreso e mettendo in relazione
quello che l'azione è stata, quella che è adesso è quella che sarà in futuro.

Noi dobbiamo usare la ragione per capire che tutto ciò che accade, ha un senso.
La realtà va compresa nella sua totalità.

Ragione →è l’essenza di ciò che esiste.

- È un modo di pensare concretamente


- Coglie la realtà con me effettivamente, cioè dinamica e razionale appunto
- E’un principio assoluto e ogni cosa che accade ha un senso
- Tutte le cose sono in relazione tra di loro
Realtà → TOTALITA’ PROCESSUALE ASCENDENTE (cioè fenomeni in continua
evoluzione - dinamici)

Per Hegel il filosofo è l'unico a poter comprendere la realtà nella sua totalità.

“Ciò che è razionale è reale; e ciò che è reale è razionale”

Prima parte dell'aforisma → La razionalità non è astrazione, ma è la forma stessa di ciò che
esiste. La ragione governa il mondo e lo costituisce.

Seconda parte dell'aforisma → La realtà non è una materia caotica, è il dispiegarsi di una
struttura razionale, cioè una realtà ordinata.

La dottrina di Hegel è un paralogismo:


→ Indica la dottrina hegeliana dell'identità tra reale e razionale: non vi è distinzione nella
realtà tra essere e dover essere.

- Un filosofo per capire il senso e la totalità della realtà, deve sapere aspettare.
Il filosofo è colui che aspetta e analizza l’accaduto postumo.

- La filosofia ci invita a mantenere il distacco e analizzare le cose dopo, in tal modo il


parere può essere oggettivo poiché l'accaduto si analizza nel suo insieme.

Hegel cerca di spiegare come tutto nella realtà abbia un senso, un significato e che esso sia
razionale. Vuole comprendere il mondo nella sua totalità.
La spiegazione che cerca Hegel, è filosofica non scientifica.

Le tesi di fondo del sistema.

→ idealismo di Hegel: teoria del finito, che si risolve dialetticamente nell’infinito.

*dialettica* → tre momenti del pensiero:

● Primo momento → astratto - intellettuale: consiste nell'affermazione di un concetto


astratto e limitato, che funge da tesi.
Considera le singole cose come sono, e non come parte della realtà totale.
● secondo momento → dialettico - negativo / razionale: Consiste nella negazione del
concetto, perché ogni affermazione sottintende una negazione:
- affermazione: serve a specificare ciò che una cosa è
- negazione: spiega ciò che cosa non è

→ Si collega con le antitesi di Kant, solo che lui considera le tesi e le loro antitesi senza una
soluzione e ritiene che non sono indispensabili l'una per l’altra.
→ Per Hegel l'esistenza delle antitesi e delle tesi è necessaria.
Perché se esiste un'affermazione che racconta, cosa è una cosa, deve per forza esistere
anche l'opposto, cioè la negazione dell'affermazione che racconta, ciò che quella cosa non
è.

● Terzo momento: speculativo → positivo / razionale: Consiste nell'unificare


l'affermazione e la negazione, in una sola sintesi comprensiva di entrambe.
risponde alla domanda Se io fossi sono necessari: Sì si ritiene che siano necessari.

→ Risoluzione del finito nell'infinito

*finito* → Non è riconosciuto come un vero essere.


Il finito, le singole cose, sono reali ma non rappresentano la realtà, poiché essa si può
comprendere solo se è considerata nella sua globalità.

*infinito* → è assoluto

*risoluzione* → Tutto ciò che esiste è la manifestazione della ragione, del principio,
dell'assoluto.

Secondo Hegel, nella storia vi è presente un monismo pareteistico → ovvero il principio


assoluto che governa il tutto ed è razionale.
Hegel viene accusato di cercare per forza, di dare una giustificazione a ciò che accade.

Ritorna la metafisica:

→ Noi usiamo la nostra ragione per spiegare la realtà, la quale è la manifestazione di un


Progetto divino.

→ L'assoluto in Hegel, è Dio: ma non il Dio cristiano ma un Dio filosofico.

Hegel re - introduce la metafisica come un principio assoluto immanente.


- La filosofia ha il compito di fare chiarezza su argomenti della religione, ha funzione
giustificatrice .

*religione* → Ha lo stesso contenuto della filosofia, seppur parli in maniera diversa.


La religione parla di Dio, come la filosofia, ma parla di esso attraverso la rappresentazione di
immagini, in tal modo d'essere comprensibile dagli uomini.

Utilizza i contenuti sensibili.

→ La presenza di Dio condiziona le nostre vite, anche le nostre scelte in un certo senso.

Dottrina della Provvidenza → fondamentale

*dottrina* → Il divino ha un posto nella nostra storia, il divino è l'Assoluto, non è il Dio dei
cristiani.
Nel momento in cui Hegel parla di religione in filosofia, la filosofia supera la religione .

Religione cristiana → Si ritiene superiore alle altre religioni semplicemente perché il Dio dei
cristiani, si è manifestato sotto forma di uomo - Gesù Cristo - a differenza di altre religioni
dove non c'è la manifestazione divina.

Il Dio dei Cristiani è trascendente, non si mescola con le vicende umane.


Si crede a Dio anche senza avere prove tangibili, concrete.
La religione dei Cristiani è basata sulla fiducia.

*provvidenza*
→ Non agisce secondo logiche umane.
→ Ritiene che ci sia l'intervento di Dio nel mondo.
→ Tutto ha un senso.
→ Mostra un elemento collegato a Dio e come esso si manifesti nella storia.

- Infelice destino degli ebrei → Ripongono la loro salvezza in un Dio trascendente e si


ritengono un popolo eletto. vivono in ostilità con il mondo, la natura e gli umani
stessi.
- Messaggio di Gesù → Legge dell'amore, invita al superamento di ogni ostilità in
nome della profonda unità di vita che lega gli umani, la natura e tutti gli esseri viventi.

Religione - Filosofia

- Spiegano la realtà nella sua totalità


Riescono a cogliere che c'è un principio.
- Colgono la struttura profonda della realtà.

La religione viene superata dalla filosofia, poiché essa parla in modo adeguato
dell'Assoluto, tramite dei concetti che non hanno un contenuto sensibile.
La religione invece parla tramite rappresentazioni con contenuto sensibile .

Manifestazione del Divino nella storia.

Parallelismo provvidenza - ragione:


- La religione cattolica parla di Provvidenza
- Hegel parla di ragione.

→ Finito e infinito coincidono, in quanto il finito è manifestazione, è un momento necessario


dell'infinito, dell'assoluto.

L'assoluto si realizza progressivamente in tutti i suoi momenti, e solo alla fine nell'uomo.

L'assoluto è regolato dalla dialettica, che rappresenta la legge di sviluppo della realtà (
ontologica) e la legge di comprensione della realtà ( logica)
la nostra realtà è dinamica, cambia costantemente.
Sia l'uomo che l’assoluto, devono fare un percorso: l'uomo deve accorgersi dell'esistenza
dell'assoluto - e l'assoluto deve accorgersi che esiste in tutte le cose.
L'assoluto di Hegel solo alla fine, si accorge di essere presente nella storia.

Anche l'assoluto come l'uomo che prende coscienza della sua esistenza, prende coscienza
di sé.

Un'altra funzione della filosofia, è di mantenersi in pace con la realtà, con la natura e gli
uomini. Deve rinunciare alla pretesa assurda, di determinare la natura e guidarla.
La filosofia è una giustificazione razionale della realtà

Hegel e la critica all’illuminismo.

Le ragione degli illuministi esprime solo le esigenze e le aspirazioni degli individui.


E’una ragione finita e parziale, cioè un intelletto astratto, che pretende di dare lezione alla
realtà e alla storia stabilendo come DOVREBBERO essere, mentre la realtà è sempre
necessariamente ciò che deve essere.

→ Infatti per Kant è più importante l'intelletto, la conoscenza scientifica che considera le
realtà singole, si concentra su singoli fenomeni.
Da poca importanza alla ragione, essa è valida solo in campo morale e metafisico.

Confronto con Marx - struttura di marx: economia -


→ Per Marx, la filosofia ha il compito di analizzare e trasformare la realtà, indicando anche
come cambiarla.
Marx infatti propone il comunismo.

→ Per Hegel invece la filosofia, I filosofi, non devono proporre nulla ma devono:

- Aspettare che l'epoca storica si concluda.


- Comprendere che nonostante ci siano stati momenti negativi, essi sono necessari
per la progressione storica.
- La filosofia deve giustificare la realtà esistente.

Per comprendere la realtà, non possiamo fissarci sulle singole cose ma dobbiamo
considerare la sua globalità.
La realtà separa le singole cose, ma gli individui con la ragione devono vederla nella sua
totalità.

La filosofia stessa ha fatto un percorso per capire che: ciò che è reale e razionale; e ciò che
è razionale è reale, impiegando secoli. .

CHE LA FORTUNA SIA CON TE <3

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