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- Nascono nuovi modelli interpretativi (il modo che ci permette di spiegare la realtà
circostante) della realtà
* Per cambiare metodo di studio, e per scoprire nuovi modelli interpretativi della realtà
bisogna: analizzare, osservare e poi sperimentare.
→ Per Galileo esistono due importanti libri, entrambi derivano da Dio, ma vengono usati in
due campi diversi:
Se per comprendere la natura basterebbe solo la Bibbia, Galileo si interroga allora, sul
perché l’uomo sia dotato anche dell’intelligenza che serve per capire la natura.
Nell’esprimere le sue idee Galileo ha contro la Chiesa, non perché egli non fosse religioso,
ma perché va contro all'autorità della Chiesa che si dichiarava depositaria delle corrette
interpretazioni delle sacre scritture. Per la Chiesa la Bibbia andava presa e rispettata alla
lettera, senza mai metterla in dubbio.
- Galileo mette in dubbio i principi e l’autorità della chiesa in campo scientifico, ritiene
che essa debba occuparsi solo del campo della spiritualità e della fede.
Oltre ad andare contro alla Chiesa, Galileo va contro anche agli aristotelici del suo tempo,
ma porta rispetto per gli antichi. Gli aristotelici del suo tempo, non osservavano la natura
direttamente nella ricerca di conformare le loro opinioni ad essa, ma si limitavano a
consultare i libri della biblioteca, senza confermare o sperimentare ciò che i testi antichi
raccontavano.
Termini oggettivi: per rispettare l'oggettività, la cosa studita, deve essere espressa e
traducibile in linguaggio matematico.
→ In questa nuova era, le cose non vengono più spiegate attraverso la loro essenza, ma
vengono spiegati attraverso gli elementi scientifici, oggettivi, che le compongono.
Momento osservativo e induttivo:
→ Fondatore del razionalismo: corrente di filosofia moderna che vede nella ragione (limitata)
il principale organo di verità. Anche i sensi possono fornirci delle informazioni ma il primato è
della ragione, poiché i sensi possono ingannarci.
I sensi senza la ragione ci portano a delle conclusioni sbagliate .
Cartesio → vuole andare in Olanda con l’intento di liberarsi dalla tendenza di considerare ciò
che è vecchio (teorie di Platone - Aristotele - teorie dell’antichità), come verità assoluta. Per
Cartesio esiste un nuovo sapere.
Dice di volersi liberare dell’infanzia (è una metafora che intende dire: smettere di prendere
per vero tutto quello che gli viene detto) e dei pregiudizi (sono le false credenze) che gli
sono stati indottrinati.
* Infanzia: i bambini non mettono mai in dubbio ciò che gli viene insegnato dagli adulti,
prendono tutto per vero, in maniera acritica.
→ Per Cartesio Dio garantisce la possibilità della conoscenza solo se si seguono le regole
del metodo.
Possiamo dubitare di tutto tranne del COGITO, cioè l’esistenza degli esseri umani come
soggetti pensanti.
→ Dio come giustificazione metafisica delle certezze umane: il dubbio iperbolico si annulla
con lui.
- Io sono un essere pensante che ha delle idee (si intende ogni oggetto o contenuto
del pensiero), e sono sicura che queste idee esistano nel mio spirito, dal momento
che essi come atti del pensiero, fanno parte di me come soggetto pensante.
Ciò di cui non sono sicura, è se esiste una realtà veritiera, effettiva, di queste idee al
di fuori di me come soggetto pensante; ciò che io percepisco e vedo, è veramente
realtà o è frutto dell'inganno del genio maligno?
- Cartesio supera il dubbio iperbolico, attraverso la dimostrazione dell’esistenza
di Dio: e Dio in quanto essere buono, non inganna l’uomo.
Egli sostiene che noi, umani e soggetti pensanti, siamo opera di Dio.
→ Analizzando il nostro pensiero, Cartesio trova tre tipi di idee (sono rappresentazioni -
contenuti mentali di una cosa, di un oggetto):
2) AVVENTIZIE → sono idee che sono “estranee” a me stessa, ovvero sono idee che
vengono da fuori, dalla realtà che mi circonda: a questa categoria appartengono le
idee delle cose naturali (esempio. l’idea di albero, l’idea di pietra) sono idee che si
sono formate in seguito all’esperienza sensibile.
3) FATTIZIE → sono idee create da me medesima, sono “fatte” da me; ovvero sono
idee inventate (esempio. figura dell'ippogrifo o albero di pietra etc, non esistono nella
realtà, sono idee che ha inventato l’essere umano, mettendo insieme più concetti)
Sono idee create dall’immaginazione, mettendo insieme parti delle idee avventizie.
IDEA DI DIO → chiamata anche idea dell’infinito → è un idea innata, non fattizia, per cui non
è creata dall’uomo. E’ stato Dio, che ha creato l’uomo, a dargli l’idea di infinito sotto forma di
idea innata nell'uomo. L’idea dell’infinito è l’idea di una sostanza infinita, immutabile, eterna,
indipendente, onnipotente.
L'uomo, in mancando delle caratteristiche che ha l’idea di Dio, non può esserne il creatore.
NOTA BENE:
→ il Dio cristiano è diverso da quello inteso da Cartesio:
- Dio cristiano: indipendente dall’uomo.
- Dio cartesiano, valorizza l’uomo, il quale sa che esiste poichè possiede l’idea
dell’esistenza di Dio.
La causa di un’idea deve avere sempre almeno tanta realtà, quanto ne possiede l’idea
stessa: esempio, la causa dell’idea di una sostanza infinita e perfetta, dovrà essere a sua
volta infinita e perfetta effettivamente esistente.
Detta in parole povere: la mente umana è limitata, essa non può produrre da sola l’idea
dell’infinito, infatti l’idea dell’infinito è a lui innata.
→ Anche il solo avere l’idea della perfezione, ad esempio, comporta l'esistenza stessa della
perfezione. E’ pensabile, per cui può, deve esistere.
→ Un essere perfetto deve esistere, perché la perfezione stessa ha come caratteristica la
sua esistenza → Cartesio riprende questo pensiero dagli antichi ( viene poi contraddetto da
Kant).
→ Dopo l’applicazione del dubbio bisogna arrivare ad un punto in cui nulla si può più
mettere appunto, ancora in dubbio: si arriva alla conoscenza vera.
→ Pur applicando il dubbio però l’uomo non sfugge alla possibilità di commettere comunque
degli errori, infatti Cartesio ci distingue intelletto e volontà.
Ed è in questa scelta della volontà umana, che risiede l’errore: l’errore non vi è se ciò
che l’intelletto mi riferisce appare chiaro e ben distinto. E’ la volontà umana, libera,
che decide se affidarsi o meno a ciò che appare sufficientemente chiaro all'intelletto.
→ l’errore dipende dal libero arbitrio, che Dio ha dato all’uomo, e si può evitare
seguendo scrupolosamente le regole del metodo.
*Volontà* → facoltà umana connessa alla nostra autonomia, di mettere o non mettere in
atto, un determinato comportamento.
3) Empirismo: Hobbes - Locke - Rousseau; nascita della filosofia
moderna, il contrattualismo, il pensiero politico
- Attraverso i sensi noi facciamo esperienza, raccogliamo dei dati e poi sempre
attraverso l'esperienza, ne verifichiamo la loro veridicità.
HOBBES
→ Intende costruire una filosofica che si distacca dal soprannaturale, non c’è la presenza di
Dio, ma esiste una filosofia “umanamente” e puramente razionale.
→ Solo i corpi sono oggetto di scienza, poiché solo essi sono in grado di subire un’azione.
Questa prospettiva si traduce in una forma di meccanicismo che spiega tutto in termini di
movimento.
Hobbes - Politica
1) Desiderio naturale:
- Ognuno pretende di godere da solo dei beni comuni, ognuno vuole il meglio da tutto
per sé stesso.
L’uomo è egoista.
Questo postulato ci fa rendere conto, che l’essere umano non per forza è predisposto
biologicamente ad essere un animale politico - sociale.
→ Hobbes nega che gli uomini abbiano per natura un istinto che gli porti alla benevolenza
(altruismo) reciproca e alla concordia.
→ Gli esseri umani sono egoisti, vogliono l’autoaffermazione.
L’uomo ha timore di farsi del male, quindi per tutelare sé stesso e gli altri vengono instaurate
delle regole.
L’uomo imposta delle regole e si relaziona con gli altri solo per UTILITARISMO, perchè gli
conviene.
→ La causa di questo timore provato dall’uomo, può essere stata causata dal periodo - non
definito - dello stato di natura,(visto negativamente) in cui si ipotizza che si siano trovati gli
esseri umani.
→ Nello stato di natura nulla può essere giudicato giusto o sbagliato poiché non vi sono
regole che stabiliscono la loro differenza.
→ E’ la paura di essere in guerra “tutti contro tutti” che ci porta ad accordarci con gli
altri.
- Le leggi nascono dove c’è un potere comune, e possiamo fare riferimento ad essi per
giudicare un comportamento se è giusto o sbagliato.
- Con le leggi, l’uomo riesce a tenere di più a bada il suo egoismo.
UOMO CONTRATTUALISTA
- Hobbes pensa il contrario, egli ci dice che i diritti dell’uomo esistono solo nel
momento in cui vigono delle leggi.
Ma queste leggi e questi diritti,non esistono dalla nascita.
Per uscire dallo stato in natura, bisogna seguire la legge naturale e i suoi precetti di base:
- Bisogna cercare la pace
- Bisogna rinunciare al diritto su tutto
- Bisogna stare ai patti, stipulare un contratto con lo Stato a tutela dei diritti.
Lo Stato deve essere assoluto, il sovrano non deve essere un tiranno ma deve solo
garantire la pace e la sicurezza di tutti.
Se il sovrano vede che una legge non è efficace, può cambiarla: ma non può cambiare leggi
come vuole lui da solo, deve seguire la volontà generale del suo popolo.
LOCKE
Ragione:
- Non è unica o uguale per tutti, ovvero esistono persone con una ragione più o meno
sviluppata.
- Non è infallibile.
- E’ limitata, non può ricavare da sola idee o principi, per fare ciò necessita
dell’esperienza.
Esperienza:
- ha dei limiti e delle condizioni.
IDEE SEMPLICI
- Sono il materiale base della nostra conoscenza.
- Non possono essere scomposte in elementi più semplici/elementari.
- Sono prodotte passivamente dalla nostra mente.
IDEE COMPLESSE
- Sono prodotte attivamente dalla nostra mente, il nostro intelletto, mediante la
riunione dei dati, delle idee semplici.
SOSTANZA
La nostra mente è portata per tradizione, a pensare che ci sia un elemento, un substrato,
che caratterizza gli elementi.
Per Locke, non esistono delle sostanze o substrati, che rendono le cose, quelle che sono.
Esistono però:
→ le qualità primarie (qualità originali e inseparabili dai corpi), sono delle proprietà
oggettive (come figura e movimento).
→ le qualità secondarie, non esistono nei corpi, ma sono prodotte in noi dalle varie qualità
primarie che corrispondono a proprietà soggettive che noi vediamo e che tendiamo ad
unire, immaginando che ci sia qualcosa alla base (come colori - suoni - sapori - odori).
Considerando che le varie idee semplici sono unite fra di loro, la nostra mente è portata
inavvertitamente a pensare ad esse, come un'unica idea semplice.
E poiché non riesce a spiegarsi come fa quell’idea semplice ad esistere, la nostra mente è
portata a pensare che ci sia una sostanza alla base.
RELAZIONI
Sono idee complesse che nascono dal mettere a confronto due o più idee, istituendo tra di
loro un rapporto.
L’intelletto non si limita a considerare le cose in maniera isolata, esso procede sempre
oltre.
Con le relazioni nascono anche i relativi nomi con cui indichiamo le cose in relazione.
IDEE GENERALI
- Non corrispondono ad alcuna realtà.
- Sono dei nomi mediante cui noi indichiamo, identifichiamo determinati oggetti.
- Si assomigliano ma hanno delle caratteristiche diverse.
- Sono ottenute mediante un processo di astrazione.
- Ci servono per comodità di ragionamento.
Con le idee generali, si intende il fatto che noi classifichiamo una serie di oggetti
erroneamente chiamati “sostanza”, perché vediamo negli oggetti delle caratteristiche comuni
permanenti.
Esempio:
(parto da un'idea specifica, semplice e arrivo a una generale, complessa)
4)animali
3)vegetali
2)classificazione
1)scienze naturali
Nello stato di natura, secondo Locke vi era un uguaglianza di diritti: Ogni uomo è
perfettamente libero e gode di un diritto naturale, cioè pre-politico alla vita, alla libertà e alla
proprietà. Questi diritti però, devono essere frutto del proprio lavoro.
Legge della ragione - natura: Gli uomini poiché dotati tutti ugualmente di ragione hanno dei
limiti, nessuno può violare la propria vita, quella degli altri e i loro beni. Ciò garantisce entro
determinati limiti una convivenza pacifica.
Il diritto naturale è perciò limitato alla propria persona, alla propria vita, alla propria libertà e
proprietà.
Locke è il fondatore del liberalismo: Ovvero sostiene che “lo Stato deve tutelare i diritti
fondamentali posseduti di ogni individuo per natura.” (vita - libertà - propietà)
Nello stato di natura di Locke seppur descritto teoricamente come pacifico, vi è la possibilità
della nascita di conflitti e guerre, a causa del fatto che non tutti rispettano i diritti naturali.
È di fronte a una violazione della legge naturale, ognuno può e deve reagire in modo
proporzionato alle offese, assumendo il ruolo di giudice che risarcisce un danno con la
giusta pena. Ma neppure questo diritto autorizza l'uso di una forza assoluta o arbitraria, ma
autorizza solo quella reazione che la ragione indica come proporzionata al danno ricevuto.
Tuttavia questa condizione dello stato di natura pacifica, si può trasformare in guerra nel
momento in cui una o più persone ricorrono alla forza, con lo scopo di ottenere ciò che il
diritto naturale gli vieta: ovvero ottenere un controllo sulla libertà, la vita e i beni altrui.
Per evitare ciò si abbandona lo stato di natura e si ricorre allo Stato: Ma la costituzione di un
potere civile, non toglie i diritti che individui possedevano nello stato di natura, tranne quello
di farsi giustizia da sé.
→Nessuno di noi nasce Già con un culto da seguire, abbiamo e dobbiamo avere la libertà di
scelta su cosa fare.
Scegliere di appartenere a uno Stato non è di libera adesione come una religione, se lo
Stato ha delle leggi quelle devono essere rispettate. Solo lo Stato può avvalersi del potere
della costrizione.
HUME
La relazione causa - effetto non può mai essere conosciuta a priori, cioè il puro
ragionamento, ma può essere scoperta solo dopo l'esperienza.
→ Sono dei principi o delle regole, che descrivono il comportamento di un certo tipo di
fenomeno, e ci permettono di prevederlo.
Rapporto causa - effetto → Non può essere enunciata a priori, ma solo a posteriori:ovvero
solo dopo l'esperienza.
L'uomo è propenso a pensare e a creare delle relazioni di causa effetto, ma esse sono
soltanto invenzioni dell'uomo,non hanno nessun fondamento.
La connessione di causa - effetto, anche dopo che è stata scoperta dell'esperienza rimane
arbitraria.
L’esperienza illumina il passato, non il futuro: noi non possiamo fare delle previsioni ed
essere certi dei risultati.
- Anche se facciamo varie ipotesi per poi cercare di verificare il tutto con l'esperienza,
essa ci dice effettivamente quale si avvererà, ma ne esistono infinite di possibilità e
di ipotesi, e non tutte sono verificabili.
- Nemmeno dopo l'esperienza, la connessione tra causa - l'effetto può essere assunta
come fondamento per una previsione.
Hume non nega l'esistenza delle leggi scientifiche, ma vuole valorizzare al massimo
l'esperienza. .Le nostre conoscenze sono probabili, ma non sono certe.
Egli combatte il dogmatismo che vi era nella sua epoca e che vi è tuttora, ovvero la pretesa
di esprimere posizioni ed opinioni senza che esse vengano verificate completamente.
ROUSSEAU
L'uomo primitivo nello stato di natura, aveva il perfetto equilibrio tra i bisogni e le risorse di
cui disponeva.
L'uomo di natura non è né buono né cattivo, perché vive in uno stato di neutra innocenza.
Gli unici principi che gli si possono attribuire sono:
Nello stato di natura ciascun uomo basta a se stesso e i contatti con i propri simili sono
pochi, prevalentemente con il sesso opposto e a scopo riproduttivo.
Non si ha un'organizzazione sociale stabile. ”
L'uomo primitivo è stato spinto a cambiare a causa dei suoi due attributi specifici:
- la libertà, ossia la capacità di volere di scegliere
- la perfettibilità ovvero l'attitudine a perfezionarsi.
A causa del desiderio di migliorare, l’uomo primitivo esce dallo Stato di natura e cercando
sempre il meglio senza mai accontentarsi, ha portato l’uomo alla nascita delle
disuguaglianze.
I motivi effettivi che hanno spinto l'uomo uscire dallo stato di natura:
- La perfettibilità e le difficoltà hanno spinto l'uomo a cercare di migliorarsi sempre di
più: ad un certo punto la natura non ha più provveduto ai suoi bisogni e quindi l'uomo
è stato costretto a cercare un modo di farlo da sé, e superare le difficoltà.
→ Prima rivoluzione:
- portò alla costituzione delle famiglie.
- Si svilupparono al contempo dei sentimenti negativi come l'invidia e la vanità, e
iniziarono ad affermarsi le prime disuguaglianze.
- vi era comunque una sorta di equilibrio tra la natura e la civiltà.
L'uomo però si ostina a migliorarsi e per fare ciò fu costretto a interagire con i suoi simili:
→ Grande rivoluzione:
- Da quando l'uomo ebbe bisogno dell'aiuto di un altro uomo per migliorarsi scomparve
l'uguaglianza dei bisogni: nacquero la metallurgia e l'agricoltura, ci fu una divisione
sociale del lavoro.
- Alla coltivazione delle terre seguì anche la loro spartizione e ci fu l'avvento della
proprietà privata.
- il patto prevedeva:
● La fondazione della legge e del diritto di proprietà che sancì la
distinzione tra ricchi e poveri.
● L'istituzione della magistratura che sancì la distinzione tra i potenti e i
deboli.
● La trasformazione del potere legittimo in potere arbitrario che sancì la
distinzione tra padrone e schiavo.
“Non si ha più né capi né leggi, ma solo tiranni”.
Rousseau è convinto che, se l'uomo riesce a uscire dalla corruzione può tornare a vivere
pacificamente.
“Se l'uomo e l’unico artefice del proprio male, egli sarà anche l'unico - e possibile -
salvatore di sé stesso”
→ Ciascuno rinuncia Alla propria libertà in cambio della stessa azione passa da parte degli
altri.
→ Ciascuno rinuncia al diritto di tutto su tutto, il potere viene dato a un’assemblea ed è
esercitato da tutti i membri di essa.
→ Lo Stato è un artificio, cioè lo Stato nasce da un contratto e deve tutelare i beni e le
persone senza prevaricazione.
Lo Stato nasce sulla base del consenso di tutti. La sovranità appartiene al popolo: Lo Stato,
il sovrano deve agire sulla base della volontà generale, volto all'interesse comune.
- Lo scopo del contratto del patto, è la salvaguardia della sicurezza della libertà e
dell'uguaglianza dei contraenti.
L’EMILIO
→ Racconta la storia di un fanciullo educato con l’intento di avvicinarlo il più possibile allo
stato di natura.
Educazione negativa:
- L'educatore deve preservare il cuore dal vizio e la mente dall'errore, deve far sì che
lo sviluppo fisico e spirituale del ragazzo avvenga in modo del tutto spontaneo.
- Ogni cosa nuova che impara, deve essere frutto della sua creazione.
- Lo studente deve imparare prima dai sensi e poi dall'apprendimento intellettuale,
deve imparare poi solo ciò che gli sarà utile.
- Lo studente deve essere cresciuto lontano dalla società corrotta, prima nella natura e
venire poi inserito dentro la società.
4) Kant, il criticismo
Il pensiero di Kant è definito criticismo, cioè indaga, valuta le possibilità, la validità e i limiti
della ragione.
L'uomo Indaga su se stesso → la ragione Indaga su se stessa per comprendere i suoi limiti
le sue possibilità.
Il problema critico: Necessità di capire quali sono le possibilità e i limiti della ragione umana.
Per capire se la metafisica è una scienza o meno, bisogna capire quali sono le
caratteristiche che rendono una materia scienza.
Kant si confronta con le filosofie precedenti che ritiene siano metodi scientifici:
- Il razionalismo di cui il suo esponente Cartesio, privilegia la ragione.
- L'empirismo di cui esponenti Locke e Hume privilegiano l'esperienza.
RAZIONALISMO EMPIRISMO
Kant invece di rifiutare entrambi i metodi, considerati scientifici, coglie i loro lati positivi:
- Da un lato valorizza l’esperienza come gli empiristi, dall'altro valorizza il soggetto
come i razionalisti.
- Sostiene però che in campo scientifico, la nostra ragione, abbia la preminenza (cioè
la superiorità indiscussa) poiché è più importante. L’esperienza però, è completare
per la ragione.
Egli porta davanti al " tribunale della ragione" la ragione stessa, per chiarire in modo
esaustivo le possibilità e i suoi limiti.
Mente umana → La nostra mente è attiva, non si limita solo a registrare dei dati ma li
organizza, di conseguenza l'uomo di fronte al mondo e alle cose, è soggetto, ovvero il
protagonista.
I dati registrati dalla nostra mente, sono dati che vengono rielaborati secondo modalità che
sono proprie della ragione stessa.
- Le modalità con cui organizziamo la realtà sono innate, precedono l’esperienza, sono
trascendenti ovvero esse costituiscono l’esperienza.
Scienza → È fatta di principi immutabili, propone dei principi assoluti, universali che sono
necessarie e uguali per tutti.
La conoscenza è una sintesi di una materia del conoscere, che il soggetto riceve
dall'esterno con l’esperienza, che organizza attraverso le forme generando la presentazione
del mondo naturale.
Kant per spiegare la sua teoria fa come Copernico, il quale per spiegare il moto dei pianeti
ha ribaltato i rapporti rapporto tra Terra e Sole.
- Kant ribalta il rapporto tra il soggetto e l'oggetto: non è la mente che simula in
modo passivo in relazione alla realtà, ma è la realtà che si modella sulle forme a
priori attraverso cui la conosciamo.
Oggetto dell’analitica
trascendentale: è quella
parte della logica
trascendentale che studia
l’intelletto (le categorie) e le
sue forme a priori (lo spazio
- il tempo) fissandone
l’ambito di validità.
Kant e le antinomie:
→ formata da:
- Tesi = posizione
- Antitesi = contrapposizione
Le prove sono di natura logica ma non sono concrete, bisogna sempre comportarsi con
l'esperienza, senza di essa non si hanno prove tangibili.
→ Quando ci muoviamo nel campo della scienza, non basta il disaccordo sensato e
coerente, ma abbiamo bisogno di dati e di prove tangibili a sostegno.
Non è possibile discutere su temi come la libertà, Dio o l'inizio e la fine del mondo perché
rischiamo di cadere nell'errore.
Per rispondere alla domanda iniziale se la metafisica è una scienza, Kant la pone come
antinomia:
- La metafisica è un argomento di cui si discute tanto senza però riuscire ad arrivare a
un risultato poiché non vi sono prove a sostegno o smentimento.
Kant non nega però, la possibilità di fare ipotesi usando le antinomie per i concetti
metafisici. Egli sostiene che, non potendo avere esperienza in questi determinati campi, non
si hanno delle prove tangibili per confermare o smentire le ipotesi.
La cosa in sé, la realtà che si cela dietro al fenomeno, non dipende da noi ma nel momento
in cui diventa oggetto di pensiero la cosa in sé si qualifica come noumeno.
*Noumeno* → Nel momento in cui una cosa è pensabile ma non possiamo conoscerla
si chiama noumeno. Si riferisce ad una “caratteristica” della cosa in sé, per intendere
che la cosa in sé, non può essere oggetto di conoscenza ma soltanto di pensiero.
Siamo in grado di pensare alla sua essenza ma non siamo in grado di conoscerla.
Kant distingue:
- usa gli imperativi → prescrizioni di valore oggettivo, valgono per chiunque o una
certa categoria di persone
si divide a sua volta in:
● imperativo ipotetico: Sono dei ordini che valgono solo per chi vuole
raggiungere un determinato obiettivo, viene seguito da una o più persone a
seconda dell’esigenza.
Il nostro agire nel campo morale deve essere puro, non condizionato dalla regione empirica,
non deve basarsi sull'utile o su considerazioni di carattere personale.
Il nostro agire deve essere valutato attraverso la ragione, l'esperienza non deve influenzarci
al momento della scelta.
Inoltre il nostro agire, deve essere attuato nel rispetto della dignità della persona.
→La ragione che opera in campo conoscitivo, può e deve essere criticata quando si
comporta la cura e pretende di fare a meno dell'esperienza.
→ La ragione pratica che deve agire in campo morale, deve essere criticata e condannata
quando invece si fa condizionare e si lega all'esperienza.
- Kant prende atto del fatto che non siamo esseri perfetti, ma in campo morale noi
dobbiamo cercare di oltrepassare i nostri limiti e dobbiamo evitare di agire solo per i
nostri interessi.
- La legge morale ha la forma del dovere, poiché siamo condizionati dalla nostra
natura sensibile: di conseguenza la legge morale deve avere la forma di un comando
e non di un consiglio come le massime in tal modo da agire nella maniera più
corretta possibile.
Kant ci invita a rispettare la dignità di ogni persona, evitando di sfruttarlo per semplici scopi
personali.
Pur rispettando l'imperativo categorico però non siamo salvi dagli errori.
→Nato in Germania
→Reintroduce il pensiero degli antichi: i quali credevano che esistessero dei principi, in tutta
la realtà
→La realtà per Hegel è profondamente razionale: tutto ciò che accade, ha un senso e una
sua necessità.
Fornisce i dati che vengono Dà la conoscenza scientifica Serve solo a pensare, per
elaborati dall'intelletto, il ed è superiore alla ragione. Kant non è utile
quale poi li unifica
Per Kant è la facoltà più
importante.
Hegel al contrario di Kant, sostiene che il primato va alla ragione e non all’intelletto.
→ L'intelletto ha la capacità di astrazione, cioè di separare e isolare gli elementi della realtà,
ma non riesce ad unificarli in una sola conoscenza sintetica globale.
Non riesce a capire la realtà nella sua totalità, non comprende che ogni azione -
comportamento ha un senso, un significato: il quale viene compreso e mettendo in relazione
quello che l'azione è stata, quella che è adesso è quella che sarà in futuro.
Noi dobbiamo usare la ragione per capire che tutto ciò che accade, ha un senso.
La realtà va compresa nella sua totalità.
Per Hegel il filosofo è l'unico a poter comprendere la realtà nella sua totalità.
Prima parte dell'aforisma → La razionalità non è astrazione, ma è la forma stessa di ciò che
esiste. La ragione governa il mondo e lo costituisce.
Seconda parte dell'aforisma → La realtà non è una materia caotica, è il dispiegarsi di una
struttura razionale, cioè una realtà ordinata.
- Un filosofo per capire il senso e la totalità della realtà, deve sapere aspettare.
Il filosofo è colui che aspetta e analizza l’accaduto postumo.
Hegel cerca di spiegare come tutto nella realtà abbia un senso, un significato e che esso sia
razionale. Vuole comprendere il mondo nella sua totalità.
La spiegazione che cerca Hegel, è filosofica non scientifica.
→ Si collega con le antitesi di Kant, solo che lui considera le tesi e le loro antitesi senza una
soluzione e ritiene che non sono indispensabili l'una per l’altra.
→ Per Hegel l'esistenza delle antitesi e delle tesi è necessaria.
Perché se esiste un'affermazione che racconta, cosa è una cosa, deve per forza esistere
anche l'opposto, cioè la negazione dell'affermazione che racconta, ciò che quella cosa non
è.
*infinito* → è assoluto
*risoluzione* → Tutto ciò che esiste è la manifestazione della ragione, del principio,
dell'assoluto.
Ritorna la metafisica:
→ La presenza di Dio condiziona le nostre vite, anche le nostre scelte in un certo senso.
*dottrina* → Il divino ha un posto nella nostra storia, il divino è l'Assoluto, non è il Dio dei
cristiani.
Nel momento in cui Hegel parla di religione in filosofia, la filosofia supera la religione .
Religione cristiana → Si ritiene superiore alle altre religioni semplicemente perché il Dio dei
cristiani, si è manifestato sotto forma di uomo - Gesù Cristo - a differenza di altre religioni
dove non c'è la manifestazione divina.
*provvidenza*
→ Non agisce secondo logiche umane.
→ Ritiene che ci sia l'intervento di Dio nel mondo.
→ Tutto ha un senso.
→ Mostra un elemento collegato a Dio e come esso si manifesti nella storia.
Religione - Filosofia
La religione viene superata dalla filosofia, poiché essa parla in modo adeguato
dell'Assoluto, tramite dei concetti che non hanno un contenuto sensibile.
La religione invece parla tramite rappresentazioni con contenuto sensibile .
L'assoluto si realizza progressivamente in tutti i suoi momenti, e solo alla fine nell'uomo.
L'assoluto è regolato dalla dialettica, che rappresenta la legge di sviluppo della realtà (
ontologica) e la legge di comprensione della realtà ( logica)
la nostra realtà è dinamica, cambia costantemente.
Sia l'uomo che l’assoluto, devono fare un percorso: l'uomo deve accorgersi dell'esistenza
dell'assoluto - e l'assoluto deve accorgersi che esiste in tutte le cose.
L'assoluto di Hegel solo alla fine, si accorge di essere presente nella storia.
Anche l'assoluto come l'uomo che prende coscienza della sua esistenza, prende coscienza
di sé.
Un'altra funzione della filosofia, è di mantenersi in pace con la realtà, con la natura e gli
uomini. Deve rinunciare alla pretesa assurda, di determinare la natura e guidarla.
La filosofia è una giustificazione razionale della realtà
→ Infatti per Kant è più importante l'intelletto, la conoscenza scientifica che considera le
realtà singole, si concentra su singoli fenomeni.
Da poca importanza alla ragione, essa è valida solo in campo morale e metafisico.
→ Per Hegel invece la filosofia, I filosofi, non devono proporre nulla ma devono:
Per comprendere la realtà, non possiamo fissarci sulle singole cose ma dobbiamo
considerare la sua globalità.
La realtà separa le singole cose, ma gli individui con la ragione devono vederla nella sua
totalità.
La filosofia stessa ha fatto un percorso per capire che: ciò che è reale e razionale; e ciò che
è razionale è reale, impiegando secoli. .